Dove vogliamo andare?
Un appello ragionato al mondo del dissenso

1 – Il “mondo del dissenso”

Covid, vaccini, green pass, Great Reset, NATO, Ucraina, smart city, Gaza… neI “mondo deI dissenso” ci sono TANTE ANIME diverse. Spesso sono affini e sovrapponibili, ma a volte non é cosi. Questo che significa?

2 – Unità e visione

Questo significa che NON SAREMO SEMPRE DALLA STESSA PARTE: è già così. Abbiamo visto Ia poca unità del “mondo deI dissenso”: essa non dipende solo da litigi o personalismi vari, ma anche da visioni diverse del mondo che vorremmo.

3 – I valori contano

La lotta “contro” ci ha fatto capire che NON VOGLIAMO il mondo che le élites ci preparano. Ma che mondo vogliamo? Per muoverci, dobbiamo costruire un’idea in positivo: sarà queIIa a generare unità in tema. Le alleanze di scopo sono auspicabili e necessarie, ma saranno efficaci solo a partire da rispettive visioni chiare deI mondo che vogliamo.

Superando la logica dell’emergenza, dunque, nella LUNGA DISTANZA è determinante Ia concordia sui “temi caldi”, a partire da valori condivisi. Trovi di seguito alcuni spunti, usali per confrontarti con amici e compagni, o per capire che ne pensa il tuo movimento.

TEMI DI DISCUSSIONE

Per lottare insieme costruttivamente, sulla base dell’idea di mondo che vogliamo

Destra/Sinistra: opposizione superata? Nonostante la scomparsa di una sinistra politica, esiste ancora una distinzione tra le due? Si può recuperare e valorizzare una VERA sinistra, basandoci sui suoi valori storici?

Il nostro sistema economico va bene così? Va riformato, migliorato, abbattuto, sostituito? In questo caso, quali alternative ci sono? Un modello neo-keynesiano? O un’economia dei beni comuni, o della decrescita?

La questione ambientale è un falso problema, o un problema, o una sfida epocale? Il riscaldamento globale e la CO2 sono un problema? Sono possibili politiche davvero ecologiste, alternative a quelle autoritarie basate sul controllo high-tech, che i poteri effettivi stanno già mettendo in atto?

Le migrazioni di massa sono un dramma reale, difficile sia per i migranti che per i paesi destinatari. Quali politiche per governare il problema? Quali le cause? Come contrastarle? Ha senso una politica di contrasto basata semplicemente sulla difesa dei confini?

Sesso, genere, identità: la questione, che oggi è impostata e sfruttata dal mainstream, va rigettata, magari in nome della tradizione? I diritti civili sono una questione primaria, secondaria, inesistente? E la battaglia per la libertà della donna dallo sfruttamento e dalla subordinazione? Siamo in una società patriarcale? Esiste il patriarcato, e se esiste, bisogna mantenerlo, o riformarlo, o combatterlo, o superarlo?

Corpo, sua difesa, suo sfruttamento: è giusto che lo Stato, in momenti particolarmente difficili, prenda provvedimenti “in nome del bene comune” con cui disponga del corpo dei cittadini? Attraverso interventi sanitari, ma anche confinamenti, limitazione della circolazione, dispositivi medici obbligatori o altro?

La crescita e la decrescita della popolazione hanno rilevanza? Un incremento demografico è sostenibile sul medio e lungo termine o aggraverà i problemi ambientali? Come affrontare la cosa in modo rispettoso delle libertà fondamentali?

Questione digitale: la crescente digitalizzazione della società e delle relazioni è un problema? O un fatto inevitabile, o poco pertinente? Le tecnologie di “intelligenza artificiale” sono un’opportunità, una minaccia, un rischio? La tecnologia può essere normata? Il suo sviluppo va affidato al libero mercato, o ad altro? Va controllata, e se sì, come?


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