ITALIA, IL PAESE CHE VUOLE UNA GENERAZIONE DI ANALFABETI NON PENSANTI

Singolare Paese il nostro: disprezza le proprie tipicità più ammirate all’estero, si fa soffiare scoperte scientifiche e tecnologiche, ignora la propria storia, considera vecchio e inutile ciò che l’ha reso unico al mondo, apprezzando invece e invidiando modelli culturali ed economici provenienti dall’estero.
Primo insegnamento dell’Italia al mondo: la lingua latina

Si pensi, ad esempio, alle tante parole latine usate in tutto il mondo, e che la maggioranza degli italiani crede inglesi (pronunciandole all’inglese anziché alla latina): sponsor, media, competitor, plus, minus, stadium, data, video, audio, alibi, bonus, super, ultra, monitor, forum, tutor e via latinizzando. Nel mondo anglosassone le lingue classiche si studiano (specie nelle costose scuole della ruling class). Il Regno Unito nel 2021 ha potenziato il latino nelle scuole pubbliche. In Germania è il latino la lingua più studiata dopo inglese e francese; in Spagna è obbligatorio nei curricoli umanistici; nell’Unione Europea c’è chi lo propone come lingua ufficiale.
Noi italiani (primogeniti della civiltà romana) lo rinneghiamo: per noi è “lingua morta”. Idem per il greco (lingua madre/sorella del latino, viva nel lessico scientifico e, soprattutto, medico).
Mezzo secolo di propaganda (e bufale) contro gli studi classici e umanistici
Gli studi classici — lo scriveva anche un certo Antonio Gramsci — insegnano a comprendere la modernità comprendendone le radici più antiche. Nel liceo classico tutto è studiato in chiave critica e storica: a cominciare dalla matematica, di cui s’indaga l’origine filosofica e metodologica.
Le cause della crisi attuale del liceo classico sono pertanto da ricercare in una volontà politica precisa della nostra classe politica e dirigenziale. Volontà politica che si manifesta anzitutto nei tanti luoghi comuni, da decenni amorosamente coltivati mediante campagne di stampa e di opinione.
La posticcia (e surreale) contrapposizione tra umanesimo e scienza
Secondo stereotipo: le lingue classiche sono “morte” e non servono a nulla; inutile sprecare energie per esse; meglio dedicarsi alle discipline “STEM”. Eppure tra i maggiori scienziati della storia ci sono moltissimi italiani, completamente imbevuti di cultura classica, e da questa educati alla logica, all’analisi, alla sintesi, al ragionamento, alla libertà di pensiero, alla capacità critica.
Il sabotaggio più efficace: l’impoverimento culturale di primarie e secondarie
Si aggiungano le difficoltà che incontrano al ginnasio fanciulli — anche d’ottima famiglia — provenienti da scuole elementari ove hanno imparato poco di grammatica italiana e aritmetica (e quasi nulla di storia e geografia), disimparando poi quel poco nelle scuole medie. Sicché è normale leggere nei loro compiti “io capì” e “egli capii”, “io venì”, “tu venì”, ed “egli venirono”! Come è normale notare che i più non sanno collocare Roma su una carta geografica, ed ignorano persino cosa accadde nel 476, nel 1492, nel 1789, nel 1945!

L’articolo intero è consultabile qui
https://www.tecnicadellascuola.it/e-fuga-dal-liceo-classico-la-scuola-pubblica-deve-unicamente-sfornare-lavoratori-esecutivi?fbclid=IwAR32xc9zvgmmUpJQQjKjnQHlvDKWEvfX2Jh6MicxniBHdoyEqMu9AFLyyN8
ITALIA, IL PAESE CHE VUOLE UNA GENERAZIONE DI ANALFABETI NON PENSANTI Singolare Paese il nostro: disprezza le proprie tipicità più ammirate all’estero, si fa soffiare scoperte scientifiche e tecnologiche, ignora la propria storia, considera vecchio e inutile ciò che l’ha reso unico al mondo, apprezzando invece e invidiando modelli culturali ed economici provenienti dall’estero. Primo insegnamento dell’Italia al mondo: la lingua latina Si pensi, ad esempio, alle tante parole latine usate in tutto il mondo, e che la maggioranza degli italiani crede inglesi (pronunciandole all’inglese anziché alla latina): sponsor, media, competitor, plus, minus, stadium, data, video, audio, alibi, bonus, super, ultra, monitor, forum, tutor e via latinizzando. Nel mondo anglosassone le lingue classiche si studiano (specie nelle costose scuole della ruling class). Il Regno Unito nel 2021 ha potenziato il latino nelle scuole pubbliche. In Germania è il latino la lingua più studiata dopo inglese e francese; in Spagna è obbligatorio nei curricoli umanistici; nell’Unione Europea c’è chi lo propone come lingua ufficiale. Noi italiani (primogeniti della civiltà romana) lo rinneghiamo: per noi è “lingua morta”. Idem per il greco (lingua madre/sorella del latino, viva nel lessico scientifico e, soprattutto, medico). Mezzo secolo di propaganda (e bufale) contro gli studi classici e umanistici Gli studi classici — lo scriveva anche un certo Antonio Gramsci — insegnano a comprendere la modernità comprendendone le radici più antiche. Nel liceo classico tutto è studiato in chiave critica e storica: a cominciare dalla matematica, di cui s’indaga l’origine filosofica e metodologica. Le cause della crisi attuale del liceo classico sono pertanto da ricercare in una volontà politica precisa della nostra classe politica e dirigenziale. Volontà politica che si manifesta anzitutto nei tanti luoghi comuni, da decenni amorosamente coltivati mediante campagne di stampa e di opinione. La posticcia (e surreale) contrapposizione tra umanesimo e scienza Secondo stereotipo: le lingue classiche sono “morte” e non servono a nulla; inutile sprecare energie per esse; meglio dedicarsi alle discipline “STEM”. Eppure tra i maggiori scienziati della storia ci sono moltissimi italiani, completamente imbevuti di cultura classica, e da questa educati alla logica, all’analisi, alla sintesi, al ragionamento, alla libertà di pensiero, alla capacità critica. Il sabotaggio più efficace: l’impoverimento culturale di primarie e secondarie Si aggiungano le difficoltà che incontrano al ginnasio fanciulli — anche d’ottima famiglia — provenienti da scuole elementari ove hanno imparato poco di grammatica italiana e aritmetica (e quasi nulla di storia e geografia), disimparando poi quel poco nelle scuole medie. Sicché è normale leggere nei loro compiti “io capì” e “egli capii”, “io venì”, “tu venì”, ed “egli venirono”! Come è normale notare che i più non sanno collocare Roma su una carta geografica, ed ignorano persino cosa accadde nel 476, nel 1492, nel 1789, nel 1945! L’articolo intero è consultabile qui https://www.tecnicadellascuola.it/e-fuga-dal-liceo-classico-la-scuola-pubblica-deve-unicamente-sfornare-lavoratori-esecutivi?fbclid=IwAR32xc9zvgmmUpJQQjKjnQHlvDKWEvfX2Jh6MicxniBHdoyEqMu9AFLyyN8
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È fuga dal Liceo Classico. La Scuola pubblica deve unicamente sfornare lavoratori esecutivi?
“2024: fuga dal liceo classico”. È un film di fantascienza anni ‘80? Realtà, purtroppo. Le iscrizioni al liceo classico diminuiscono, per la gioia di detrattori e “riformatori”. Perché mai? Singolare Paese il nostro: disprezza le proprie tipicità più ammirate all’estero, si fa soffiare scoperte scientifiche e tecnologiche, ignora la propria storia, considera vecchio e inutile […]
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