Elettrosmog: innalzati i limiti e ignorato il Principio di Precauzione

Il Parlamento italiano ha recentemente approvato l’innalzamento dei limiti soglia di inquinamento elettromagnetico, come riportano tutti i giornali, a 15 volt per metro.
Nei prossimi 120 giorni toccherà a Sindaci, Comunità montane e Regioni stabilire i valori effettivi oltre i 15 volt per metro, considerando che il valore massimo consentito dall’Unione Europea è 61 volt per metro.

Fino a ieri in Italia il limite massimo era 6 volt per metro.
In seguito alla diffusione della tecnologia 5G, ASSTEL, l’Associazione di categoria che rappresenta la Filiera delle telecomunicazioni, ha chiesto al legislatore italiano un innalzamento della soglia.
ASSTEL è stata subito accontentata con un valore soglia più elevato del precedente.
In Europa le misure cautelative rimangono blande ed il nostro Paese perde il primato europeo. Si tratta di un ennesimo favore fatto a chi accumula extraprofitti a danno della nostra salute.

Occorre precisare che il valore 15 volt/metro è la soglia minima e non massima ed è calcolato sulla media delle 24 ore; includendo nel calcolo le ore notturne, durante le quali i cellulari sono spenti.
Ciò significa che durante il giorno accadrà molte volte che il picco possa superare valori altissimi con rilevazioni di 30 o 40 volt/metro senza che nessuno abbia niente da recriminare.
Numerosi studi indipendenti sostengono la pericolosità delle onde elettromagnetiche per la salute.
La stessa Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito i campi elettromagnetici tra i possibili cancerogeni.
Gli esperti hanno già appurato danni ad uccelli e insetti causati da esposizione cronica alle radiofrequenze.
Il 70% degli studi effettuati da enti senza conflitto di interesse ritengono esista un danno biologico da elettrosmog; mentre soltanto il 30% degli studi finanziati dalle aziende del settore telecomunicativo, guarda caso, sostengono questa ipotesi.
Il provvedimento approvato il 30 dicembre 2023 non rispetta il Principio di Precauzione, secondo il quale, in caso di incertezza scientifica, è meglio non agire perché agire potrebbe essere pericoloso (ricordo per inciso che il principio di precauzione è stato sottoscritto da tutti gli Stati europei e fa parte del trattato di Maastricht).
Anche se l’approvazione dell’innalzamento dei limiti è stata accompagnata da finte rassicurazioni come “non ci sarà un proliferazione di antenne ma si aumenterà la potenza di quelle esistenti”, in realtà anche il numero di antenne sta copiosamente aumentando; non si considera che anche la maggior potenza comporterà un maggior rischio di ammalarsi. Da adesso in poi nel nostro Paese potrebbero aumentare i disordini immunologici, quelli cardiovascolari, le problematiche neurologiche (Alzheimer, insonnia, cefalea, alterazioni comportamentali, difficoltà di concentrazione), l’infertilità, le malformazioni neonatali e le patologie tumorali. Tutto questo nel nome del progresso tecnologico a discapito della salute e dell’ambiente.

Dal blog: CEMON Generiamo Salute
Elettrosmog: innalzati i limiti e ignorato il Principio di Precauzione Il Parlamento italiano ha recentemente approvato l’innalzamento dei limiti soglia di inquinamento elettromagnetico, come riportano tutti i giornali, a 15 volt per metro. Nei prossimi 120 giorni toccherà a Sindaci, Comunità montane e Regioni stabilire i valori effettivi oltre i 15 volt per metro, considerando che il valore massimo consentito dall’Unione Europea è 61 volt per metro. Fino a ieri in Italia il limite massimo era 6 volt per metro. In seguito alla diffusione della tecnologia 5G, ASSTEL, l’Associazione di categoria che rappresenta la Filiera delle telecomunicazioni, ha chiesto al legislatore italiano un innalzamento della soglia. ASSTEL è stata subito accontentata con un valore soglia più elevato del precedente. In Europa le misure cautelative rimangono blande ed il nostro Paese perde il primato europeo. Si tratta di un ennesimo favore fatto a chi accumula extraprofitti a danno della nostra salute. Occorre precisare che il valore 15 volt/metro è la soglia minima e non massima ed è calcolato sulla media delle 24 ore; includendo nel calcolo le ore notturne, durante le quali i cellulari sono spenti. Ciò significa che durante il giorno accadrà molte volte che il picco possa superare valori altissimi con rilevazioni di 30 o 40 volt/metro senza che nessuno abbia niente da recriminare. Numerosi studi indipendenti sostengono la pericolosità delle onde elettromagnetiche per la salute. La stessa Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito i campi elettromagnetici tra i possibili cancerogeni. Gli esperti hanno già appurato danni ad uccelli e insetti causati da esposizione cronica alle radiofrequenze. Il 70% degli studi effettuati da enti senza conflitto di interesse ritengono esista un danno biologico da elettrosmog; mentre soltanto il 30% degli studi finanziati dalle aziende del settore telecomunicativo, guarda caso, sostengono questa ipotesi. Il provvedimento approvato il 30 dicembre 2023 non rispetta il Principio di Precauzione, secondo il quale, in caso di incertezza scientifica, è meglio non agire perché agire potrebbe essere pericoloso (ricordo per inciso che il principio di precauzione è stato sottoscritto da tutti gli Stati europei e fa parte del trattato di Maastricht). Anche se l’approvazione dell’innalzamento dei limiti è stata accompagnata da finte rassicurazioni come “non ci sarà un proliferazione di antenne ma si aumenterà la potenza di quelle esistenti”, in realtà anche il numero di antenne sta copiosamente aumentando; non si considera che anche la maggior potenza comporterà un maggior rischio di ammalarsi. Da adesso in poi nel nostro Paese potrebbero aumentare i disordini immunologici, quelli cardiovascolari, le problematiche neurologiche (Alzheimer, insonnia, cefalea, alterazioni comportamentali, difficoltà di concentrazione), l’infertilità, le malformazioni neonatali e le patologie tumorali. Tutto questo nel nome del progresso tecnologico a discapito della salute e dell’ambiente. Dal blog: CEMON Generiamo Salute
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