Il 14 dicembre 2021 Elena Alberton entra alle 17 nella stanza del figlio, Enrico Bozzetto. Svolgendo un lavoro notturno è abituata a vederlo dormire fino a tardi, ma non fino a quell’ora. Avvicinatasi al letto lo trova in posizione supina e senza vita. Chiama il 118, il medico ne constata il decesso, “malore improvviso, morte naturale”, è la sua conclusione. Nonostante lo strazio del momento, Elena trova la freddezza di chiedere l’autopsia. Enrico era un mezzofondista e a giugno aveva ottenuto un certificato di idoneità agonistica, quindi la “morte naturale” per lei non è una spiegazione. Il medico insiste con la propria diagnosi, vuole farla desistere, dice che l’autopsia è inutile, ma Elena non molla. Arrivano i carabinieri, rimangono in casa a presidiare la salma, Elena si chiude in bagno, le sembra di essere in un incubo, dopo ore i servizi funebri portano Enrico in obitorio. Il cuore di Enrico viene mandato al Dipartimento di anatomia patologica di Padova che dopo quattro mesi emette il proprio referto: morte improvvisa da far risalire alla condizione di brachicardia di Enrico. Elena è scossa, in quei mesi ha iniziato a ragionare sul fatto che il figlio aveva fatto il vaccino due mesi prima di morire e da quel momento aveva iniziato a sentirsi debole e ad apparire pallido. Porta i due referti anatomo-patologici (quello generale prodotto dall’ospedale e quello sul cuore prodotto da Padova) a una cardiologa, quest’ultima nota delle importanti incongruenze tra i due e le suggerisce di rivolgersi a uno specialista per ripetere l’esame. Affrontando enormi difficoltà, Elena riesce a ottenere i vetrini, i blocchetti e le relazioni e porta tutto a un altro anatomo patologo che individua come causa di morte una broncopolmonite atipica. Una diagnosi completamente diversa da quella precedente. “E’ stato come se mio figlio fosse morto una seconda volta”, è questo il pensiero di Elena quando apprende la notizia. Purtroppo i materiali ricevuti dalla precedente autopsia non sono sufficienti per indagare più a fondo e scoprire da cosa è stata causata la broncopolmonite. Dal dramma di Elena Alberton è nato il comitato Salvaguardia, che dallo scorso giugno raccoglie diversi genitori di giovani deceduti di morte improvvisa che stanno cercando una spiegazione alla scomparsa dei propri cari. Questa sera alle 21:30 su Byoblu - La TV dei Cittadini va in onda l’intervista a Elena Alberton e all’avvocato Laura Migliorini, che racconteranno la storia del comitato e il messaggio che quest’ultimo sta cercando di trasmettere.
Dalla pagina FB di Adalbero Gianuario.
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.byoblu.com/2023/10/04/indagate-sui-malori-improvvisi-laccorato-appello-di-medici-e-giuristi-ai-governatori-di-regione-e-al-ministro-della-salute/&ved=2ahUKEwisqLOQqquCAxVHgf0HHdksAK8QFnoECBEQAQ&usg=AOvVaw1HVOQ_55uibwZfQu9dMMhi
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Il 14 dicembre 2021 Elena Alberton entra alle 17 nella stanza del figlio, Enrico Bozzetto. Svolgendo un lavoro notturno è abituata a vederlo dormire fino a tardi, ma non fino a quell’ora. Avvicinatasi al letto lo trova in posizione supina e senza vita. Chiama il 118, il medico ne constata il decesso, “malore improvviso, morte naturale”, è la sua conclusione. Nonostante lo strazio del momento, Elena trova la freddezza di chiedere l’autopsia. Enrico era un mezzofondista e a giugno aveva ottenuto un certificato di idoneità agonistica, quindi la “morte naturale” per lei non è una spiegazione. Il medico insiste con la propria diagnosi, vuole farla desistere, dice che l’autopsia è inutile, ma Elena non molla. Arrivano i carabinieri, rimangono in casa a presidiare la salma, Elena si chiude in bagno, le sembra di essere in un incubo, dopo ore i servizi funebri portano Enrico in obitorio. Il cuore di Enrico viene mandato al Dipartimento di anatomia patologica di Padova che dopo quattro mesi emette il proprio referto: morte improvvisa da far risalire alla condizione di brachicardia di Enrico. Elena è scossa, in quei mesi ha iniziato a ragionare sul fatto che il figlio aveva fatto il vaccino due mesi prima di morire e da quel momento aveva iniziato a sentirsi debole e ad apparire pallido. Porta i due referti anatomo-patologici (quello generale prodotto dall’ospedale e quello sul cuore prodotto da Padova) a una cardiologa, quest’ultima nota delle importanti incongruenze tra i due e le suggerisce di rivolgersi a uno specialista per ripetere l’esame. Affrontando enormi difficoltà, Elena riesce a ottenere i vetrini, i blocchetti e le relazioni e porta tutto a un altro anatomo patologo che individua come causa di morte una broncopolmonite atipica. Una diagnosi completamente diversa da quella precedente. “E’ stato come se mio figlio fosse morto una seconda volta”, è questo il pensiero di Elena quando apprende la notizia. Purtroppo i materiali ricevuti dalla precedente autopsia non sono sufficienti per indagare più a fondo e scoprire da cosa è stata causata la broncopolmonite. Dal dramma di Elena Alberton è nato il comitato Salvaguardia, che dallo scorso giugno raccoglie diversi genitori di giovani deceduti di morte improvvisa che stanno cercando una spiegazione alla scomparsa dei propri cari. Questa sera alle 21:30 su Byoblu - La TV dei Cittadini va in onda l’intervista a Elena Alberton e all’avvocato Laura Migliorini, che racconteranno la storia del comitato e il messaggio che quest’ultimo sta cercando di trasmettere.
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