• Stefano Andreotti: "L'aggressione contro mio padre parte dagli Stati Uniti"

    Stefano Andreotti respinge le illazioni contro suo padre con riferimento all'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. "Mio padre disse al generale di non andare a Palermo. I loro rapporti erano ottimi"

    https://youtu.be/isnrJF9tO1w?si=_lceWdghsgPkOohm
    Stefano Andreotti: "L'aggressione contro mio padre parte dagli Stati Uniti" Stefano Andreotti respinge le illazioni contro suo padre con riferimento all'uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. "Mio padre disse al generale di non andare a Palermo. I loro rapporti erano ottimi" https://youtu.be/isnrJF9tO1w?si=_lceWdghsgPkOohm
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  • Palermo fa i conti con la siccità: acqua razionata in periferia. Il dramma di Nicosia, dove arriverà ogni 7 giorni: “Non potremo più usare i water”.

    Alla fine tocca anche a Palermo fare i conti con la siccità e dover sperimentare il razionamento dell’acqua. Dopo il braccio di ferro negli scorsi mesi tra il sindaco Roberto Lagalla e il presidente della Regione Renato Schifani, che aveva chiesto una frenata poi di fatto arrivata, il capoluogo siciliano – già in sofferenza per una raccolta dell’immondizia deficitaria – adesso subirà un nuovo disagio. Dal 7 ottobre alcuni quartieri periferici (pari al 25 per cento del tessuto urbano) subiranno un giorno di stop del servizio idrico alla settimana. “Lo scontro politico non ha fatto che ritardare una misura urgente per preservare le risorse idriche e farle durare più a lungo possibile, adesso potrebbe essere troppo tardi”, punta il dito Beppe Amato, responsabile risorse idriche di Legambiente. Mentre Salvo Cocina, capo della Protezione civile regionale, spiega che “la misura è stata adottata per esigenze di risparmio idrico ma anche come sperimentazione, per mettere, cioè, alla prova il sistema idrico cittadino in previsione dello scenario peggiore, ovvero che non piova il prossimo autunno”.

    Uno scenario pressoché apocalittico ma che deve essere comunque considerato, secondo gli esperti della Regione. Le prime settimane di settembre non hanno portato il sollievo sperato: le piogge sono state scarse e la situazione “è di molto peggiorata – indica Amato – soprattutto perché le precipitazioni non hanno aumentato le risorse nelle dighe: questo vuol dire che i terreni hanno assorbito molta acqua e se c’è questa esigenza idrogeologica, ovvero se i terreni hanno bisogno di tutta quest’acqua, vuol dire che le piogge serviranno soprattutto ai terreni non aumentando la disponibilità in diga: una situazione gravissima”. Dopo avere perso la diga Fanaco, prosciugata da un paio di settimane, a destare particolare preoccupazione è adesso l’Ancipa, la diga sui Nebrodi che serve le zone interne della Sicilia. Non a caso dal 14 settembre comuni come Nicosia, Troina, Gagliano, Valguarnera ed Enna hanno subito un aggravio del razionamento: “Siamo passati da 4 a sette giorni ma questa cosa non è possibile, non ce la facciamo e siamo pronti a proteste eclatanti”, avverte Fabio Bruno, presidente del Movimento per la difesa dei territori.

    E spiega: “A Nicosia, comune in provincia di Enna, non ci sono abitanti con serbatoi capienti, tutti con un massimo di 500 o mille litri di capienza, per questo non si riesce a stare una settimana senz’acqua: non si può andare avanti in questo modo, bisogna trovare un’altra soluzione”. La Protezione civile ha già disposto l’invio di altre autobotti e la realizzazione di serbatoi comunali dove andare a rifornirsi. Ma per Bruno non è questa una soluzione praticabile: “Noi chiediamo che l’acqua venga razionata con un intervallo minore: 5 giorni e non sette, non siamo certi di farcela così ma è un inizio”. Altrimenti dall’entroterra siculo promettono battaglia: “Il consumo maggiore è quello del water, vuol dire che per risparmiare davvero sul consumo, dovremmo tornare al medioevo, e allora noi siamo pronti a gettare i nostri water e a mostrare al mondo il nostro disagio, se servirà”, avverte il presidente del Movimento per la difesa dei territori.

    Con la fine dell’estate l’emergenza si è dunque aggravata, soprattutto nelle zone interne, dove, non avendo avuto disagi precedenti, gli abitanti non sono equipaggiati per un razionamento così prolungato. Senza contare che in quelle zone sono stati trovati pochi pozzi, che nei mesi estivi hanno rappresentato la soluzione d’emergenza per le zone in maggiore sofferenza. La Protezione civile ha chiesto ai comuni di setacciare i propri territori per scovare altre risorse idriche e in molti casi ne sono stati trovati, come a Trapani, dove sono stati riattivati i vecchi pozzi. Idem a Messina, dove 6 nuovi pozzi adesso servono la città e il Comune ha potuto chiudere il centro operativo attivato per fronteggiare la siccità. Mentre per il prossimo maggio si attendono i dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, già finanziati con i fondi Fsc per 90 milioni e con altri 10 stanziati dalla Regione. Serviranno come “stabilizzatori”, spiega Cocina. In altre parole serviranno a rendere stabile l’approvvigionamento idrico a prescindere dalla piovosità soggetta a brusche oscillazioni a causa dei cambiamenti climatici.

    Ma i tre dissalatori riguardano solo il 5 per cento dell’isola e non posso essere una soluzione nella parte interna, dove l’acqua dal mare dovrebbero non solo essere dissalata ma anche pompata in altezza. In queste zone più impervie sono anche pochi i pozzi scovati finora, situazione molto critica che ha spinto all’aggravio del razionamento. Nel frattempo però i pesci restano dove sono: durante l’estate una delle ipotesi vagliate dai tecnici era stata quella di spostarli dagli invasi per poter prelevare più acqua. Soluzione che finora non è stata adottata ma neanche del tutto esclusa: i pesci sono ancora sotto osservazione, in caso servisse e in attesa di un’autorizzazione ambientale, senza la quale l’operazione di travaso da una diga a un’altra non si può fare. Ma non si esclude nulla in Sicilia, dove la Protezione civile sta valutando lo scenario peggiore: “Non è il più probabile – spiegano dai vertici– ma le statistiche non davano probabile neanche la terza alluvione a Bologna: il cambiamento climatico ci impone di valutare scenari imprevedibili e di avere massima cautela”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/21/palermo-acqua-razionata-siccita-nicosia/7702353/
    Palermo fa i conti con la siccità: acqua razionata in periferia. Il dramma di Nicosia, dove arriverà ogni 7 giorni: “Non potremo più usare i water”. Alla fine tocca anche a Palermo fare i conti con la siccità e dover sperimentare il razionamento dell’acqua. Dopo il braccio di ferro negli scorsi mesi tra il sindaco Roberto Lagalla e il presidente della Regione Renato Schifani, che aveva chiesto una frenata poi di fatto arrivata, il capoluogo siciliano – già in sofferenza per una raccolta dell’immondizia deficitaria – adesso subirà un nuovo disagio. Dal 7 ottobre alcuni quartieri periferici (pari al 25 per cento del tessuto urbano) subiranno un giorno di stop del servizio idrico alla settimana. “Lo scontro politico non ha fatto che ritardare una misura urgente per preservare le risorse idriche e farle durare più a lungo possibile, adesso potrebbe essere troppo tardi”, punta il dito Beppe Amato, responsabile risorse idriche di Legambiente. Mentre Salvo Cocina, capo della Protezione civile regionale, spiega che “la misura è stata adottata per esigenze di risparmio idrico ma anche come sperimentazione, per mettere, cioè, alla prova il sistema idrico cittadino in previsione dello scenario peggiore, ovvero che non piova il prossimo autunno”. Uno scenario pressoché apocalittico ma che deve essere comunque considerato, secondo gli esperti della Regione. Le prime settimane di settembre non hanno portato il sollievo sperato: le piogge sono state scarse e la situazione “è di molto peggiorata – indica Amato – soprattutto perché le precipitazioni non hanno aumentato le risorse nelle dighe: questo vuol dire che i terreni hanno assorbito molta acqua e se c’è questa esigenza idrogeologica, ovvero se i terreni hanno bisogno di tutta quest’acqua, vuol dire che le piogge serviranno soprattutto ai terreni non aumentando la disponibilità in diga: una situazione gravissima”. Dopo avere perso la diga Fanaco, prosciugata da un paio di settimane, a destare particolare preoccupazione è adesso l’Ancipa, la diga sui Nebrodi che serve le zone interne della Sicilia. Non a caso dal 14 settembre comuni come Nicosia, Troina, Gagliano, Valguarnera ed Enna hanno subito un aggravio del razionamento: “Siamo passati da 4 a sette giorni ma questa cosa non è possibile, non ce la facciamo e siamo pronti a proteste eclatanti”, avverte Fabio Bruno, presidente del Movimento per la difesa dei territori. E spiega: “A Nicosia, comune in provincia di Enna, non ci sono abitanti con serbatoi capienti, tutti con un massimo di 500 o mille litri di capienza, per questo non si riesce a stare una settimana senz’acqua: non si può andare avanti in questo modo, bisogna trovare un’altra soluzione”. La Protezione civile ha già disposto l’invio di altre autobotti e la realizzazione di serbatoi comunali dove andare a rifornirsi. Ma per Bruno non è questa una soluzione praticabile: “Noi chiediamo che l’acqua venga razionata con un intervallo minore: 5 giorni e non sette, non siamo certi di farcela così ma è un inizio”. Altrimenti dall’entroterra siculo promettono battaglia: “Il consumo maggiore è quello del water, vuol dire che per risparmiare davvero sul consumo, dovremmo tornare al medioevo, e allora noi siamo pronti a gettare i nostri water e a mostrare al mondo il nostro disagio, se servirà”, avverte il presidente del Movimento per la difesa dei territori. Con la fine dell’estate l’emergenza si è dunque aggravata, soprattutto nelle zone interne, dove, non avendo avuto disagi precedenti, gli abitanti non sono equipaggiati per un razionamento così prolungato. Senza contare che in quelle zone sono stati trovati pochi pozzi, che nei mesi estivi hanno rappresentato la soluzione d’emergenza per le zone in maggiore sofferenza. La Protezione civile ha chiesto ai comuni di setacciare i propri territori per scovare altre risorse idriche e in molti casi ne sono stati trovati, come a Trapani, dove sono stati riattivati i vecchi pozzi. Idem a Messina, dove 6 nuovi pozzi adesso servono la città e il Comune ha potuto chiudere il centro operativo attivato per fronteggiare la siccità. Mentre per il prossimo maggio si attendono i dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, già finanziati con i fondi Fsc per 90 milioni e con altri 10 stanziati dalla Regione. Serviranno come “stabilizzatori”, spiega Cocina. In altre parole serviranno a rendere stabile l’approvvigionamento idrico a prescindere dalla piovosità soggetta a brusche oscillazioni a causa dei cambiamenti climatici. Ma i tre dissalatori riguardano solo il 5 per cento dell’isola e non posso essere una soluzione nella parte interna, dove l’acqua dal mare dovrebbero non solo essere dissalata ma anche pompata in altezza. In queste zone più impervie sono anche pochi i pozzi scovati finora, situazione molto critica che ha spinto all’aggravio del razionamento. Nel frattempo però i pesci restano dove sono: durante l’estate una delle ipotesi vagliate dai tecnici era stata quella di spostarli dagli invasi per poter prelevare più acqua. Soluzione che finora non è stata adottata ma neanche del tutto esclusa: i pesci sono ancora sotto osservazione, in caso servisse e in attesa di un’autorizzazione ambientale, senza la quale l’operazione di travaso da una diga a un’altra non si può fare. Ma non si esclude nulla in Sicilia, dove la Protezione civile sta valutando lo scenario peggiore: “Non è il più probabile – spiegano dai vertici– ma le statistiche non davano probabile neanche la terza alluvione a Bologna: il cambiamento climatico ci impone di valutare scenari imprevedibili e di avere massima cautela”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/21/palermo-acqua-razionata-siccita-nicosia/7702353/
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  • Cronaca
    Open Arms, è in corso la requisitoria. Salvini: “Difendere i confini non è reato”. Pm: “In mare vanno salvati tutti. La nave non è posto sicuro”
    Open Arms, è in corso la requisitoria. Salvini: “Difendere i confini non è reato”. Pm: “In mare vanno salvati tutti. La nave non è posto sicuro”

    di F. Q. | 14 Settembre 2024

    Matteo Salvini parla di “processo politico”. Il sostituto procuratore di Palermo Calogero Ferrara in aula ha spiegato perché nell’agosto 2019 l’allora ministro dell’Interno non avrebbe potuto bloccare 147 migranti per 19 giorni a bordo della nave dell’ong spagnola Open Arms. È in corso nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, nel capoluogo siciliano, la requisitoria dei pm del processo al segretario nazionale della Lega, imputato con le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco, cinque anni fa, di 147 migranti che erano stati soccorsi dalla ong e che lasciarono l’imbarcazione solo dopo l’interno della Procura di Agrigento.

    L’accusa – la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Geri Ferrara e Giorgia Righi – ha ricostruito il quadro giuridico nazionale e sovranazionale di quella fase, poi si è addentrata negli aspetti della specifica vicenda, quindi formulerà alla Corte la richiesta della pena per i reati contestati a Salvini, che all’epoca era ministro degli Interni.

    “Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona – ha scritto sui social il vicepremier e leader della Lega -. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura”. Questa vicenda, ha aggiunto Salvini, “è una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”. “La Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”, ha detto il ministro dei Trasporti.

    “Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla – ha detto in aula il sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria -. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”. “La persona in mare è da salvare – ha proseguito il magistrato, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso“.

    “E’ solo la terraferma a essere un pos, cioè il Place of Safety, in altre parole il posto più sicuro. E questo lo ha ribadito anche la Corte di cassazione”, ha spiegato Ferrara. “Normalmente il Pos è il porto più vicino, però questo è stato modificato nel corso degli anni. Allora dobbiamo rispondere a due domande: la nave di salvataggio può essere considerata un luogo sicuro? Come è stato rappresentato in questo processo. La risoluzione Msc dice che la nave non viene considerata un luogo in sicurezza, anche se è luogo temporaneo di sicurezza, e dovrebbe essere sollevata. Pertanto la nave può esser considerato solo un Pos temporaneo“. E aggiunge: “Che la nave non sia un luogo sicuro è un principio consolidato. Anche le navi ad hoc per effettuare il salvataggio devono avere dei requisiti ben precisi. Quindi, solo la terraferma può essere un Pos e questo lo ha ribadito anche la Cassazione”.

    E anche qui vanno fatti alcuni distinguo: “Non tutti i Paesi possono essere considerati un porto sicuro – ha spiegato anche Ferrara -, perché non in tutti i Paesi vigono le regole democratiche e il rispetto dei diritti umani. La Libia e la Tunisia non sono Paesi in cui si può applicare un pos”. “Lo dice anche l’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi che nella sua testimonianza ha riferito che ‘i centri in Libia sono sicuramente centri illegali, mai abbiamo consegnato delle persone ai libici'”, ha affermato il sostituto procuratore. Aggiungendo: “Lo sbarco in un luogo sicuro è un obbligo di risultato”. Di conseguenza i migranti a bordo delle navi “prima si fanno scendere e poi si redistribuiscono, altrimenti si rischia di fare politica su persone che stanno soffrendo”.

    Il punto attorno al quale ruota il processo è la paternità della decisione di non far sbarcare i migranti. Secondo la Procura sulla questione non ci sono dubbi: “Quando Salvini diventa ministro dell’Interno le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos vengono spostate dal Dipartimento libertà civili e immigrazione all’ufficio di gabinetto del ministro e in particolare è il ministro a decidere. Questo è l’elemento chiave“, ha proseguito il sostituto procuratore. “Ce lo confermano gli ex ministri Trenta, Di Maio, Lamorgese, l’ex premier Conte, persino il ministro Piantedosi, seppur cercando di annacquare l’obbligo, che la responsabilità di emettere il Place of Safety era del ministro Salvini – ha aggiunto Ferrara -. Lo stesso Salvini lo ammette quando dice che avrebbe firmato il pos se non fosse intervenuta la sentenza del Tar”.

    “E’ di intuitiva evidenza che il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto sicurezza bis – ha risposto durante una pausa della requisitoria ha detto Giulia Bongiorno, legale di Salvini -, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche è stata una linea portata avanti da tutto il governo, anche dallo stesso premier di allora”, ha proseguito l’avvocato riferendosi a Giuseppe Conte.

    Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/14/open-arms-e-in-corso-la-requisitoria-salvini-difendere-i-confini-non-e-reato-pm-in-mare-vanno-salvati-tutti-la-nave-non-e-posto-sicuro/7693031/
    Cronaca Open Arms, è in corso la requisitoria. Salvini: “Difendere i confini non è reato”. Pm: “In mare vanno salvati tutti. La nave non è posto sicuro” Open Arms, è in corso la requisitoria. Salvini: “Difendere i confini non è reato”. Pm: “In mare vanno salvati tutti. La nave non è posto sicuro” di F. Q. | 14 Settembre 2024 Matteo Salvini parla di “processo politico”. Il sostituto procuratore di Palermo Calogero Ferrara in aula ha spiegato perché nell’agosto 2019 l’allora ministro dell’Interno non avrebbe potuto bloccare 147 migranti per 19 giorni a bordo della nave dell’ong spagnola Open Arms. È in corso nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, nel capoluogo siciliano, la requisitoria dei pm del processo al segretario nazionale della Lega, imputato con le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco, cinque anni fa, di 147 migranti che erano stati soccorsi dalla ong e che lasciarono l’imbarcazione solo dopo l’interno della Procura di Agrigento. L’accusa – la procuratrice aggiunta Marzia Sabella e i sostituti Geri Ferrara e Giorgia Righi – ha ricostruito il quadro giuridico nazionale e sovranazionale di quella fase, poi si è addentrata negli aspetti della specifica vicenda, quindi formulerà alla Corte la richiesta della pena per i reati contestati a Salvini, che all’epoca era ministro degli Interni. “Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona – ha scritto sui social il vicepremier e leader della Lega -. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura”. Questa vicenda, ha aggiunto Salvini, “è una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”. “La Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”, ha detto il ministro dei Trasporti. “Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla – ha detto in aula il sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria -. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”. “La persona in mare è da salvare – ha proseguito il magistrato, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso“. “E’ solo la terraferma a essere un pos, cioè il Place of Safety, in altre parole il posto più sicuro. E questo lo ha ribadito anche la Corte di cassazione”, ha spiegato Ferrara. “Normalmente il Pos è il porto più vicino, però questo è stato modificato nel corso degli anni. Allora dobbiamo rispondere a due domande: la nave di salvataggio può essere considerata un luogo sicuro? Come è stato rappresentato in questo processo. La risoluzione Msc dice che la nave non viene considerata un luogo in sicurezza, anche se è luogo temporaneo di sicurezza, e dovrebbe essere sollevata. Pertanto la nave può esser considerato solo un Pos temporaneo“. E aggiunge: “Che la nave non sia un luogo sicuro è un principio consolidato. Anche le navi ad hoc per effettuare il salvataggio devono avere dei requisiti ben precisi. Quindi, solo la terraferma può essere un Pos e questo lo ha ribadito anche la Cassazione”. E anche qui vanno fatti alcuni distinguo: “Non tutti i Paesi possono essere considerati un porto sicuro – ha spiegato anche Ferrara -, perché non in tutti i Paesi vigono le regole democratiche e il rispetto dei diritti umani. La Libia e la Tunisia non sono Paesi in cui si può applicare un pos”. “Lo dice anche l’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi che nella sua testimonianza ha riferito che ‘i centri in Libia sono sicuramente centri illegali, mai abbiamo consegnato delle persone ai libici'”, ha affermato il sostituto procuratore. Aggiungendo: “Lo sbarco in un luogo sicuro è un obbligo di risultato”. Di conseguenza i migranti a bordo delle navi “prima si fanno scendere e poi si redistribuiscono, altrimenti si rischia di fare politica su persone che stanno soffrendo”. Il punto attorno al quale ruota il processo è la paternità della decisione di non far sbarcare i migranti. Secondo la Procura sulla questione non ci sono dubbi: “Quando Salvini diventa ministro dell’Interno le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos vengono spostate dal Dipartimento libertà civili e immigrazione all’ufficio di gabinetto del ministro e in particolare è il ministro a decidere. Questo è l’elemento chiave“, ha proseguito il sostituto procuratore. “Ce lo confermano gli ex ministri Trenta, Di Maio, Lamorgese, l’ex premier Conte, persino il ministro Piantedosi, seppur cercando di annacquare l’obbligo, che la responsabilità di emettere il Place of Safety era del ministro Salvini – ha aggiunto Ferrara -. Lo stesso Salvini lo ammette quando dice che avrebbe firmato il pos se non fosse intervenuta la sentenza del Tar”. “E’ di intuitiva evidenza che il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto sicurezza bis – ha risposto durante una pausa della requisitoria ha detto Giulia Bongiorno, legale di Salvini -, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche è stata una linea portata avanti da tutto il governo, anche dallo stesso premier di allora”, ha proseguito l’avvocato riferendosi a Giuseppe Conte. Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/14/open-arms-e-in-corso-la-requisitoria-salvini-difendere-i-confini-non-e-reato-pm-in-mare-vanno-salvati-tutti-la-nave-non-e-posto-sicuro/7693031/
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    Open Arms, è in corso la requisitoria. Salvini: "Difendere i confini non è reato". Pm: "In mare vanno salvati tutti. La nave non è posto sicuro" - Il Fatto Quotidiano
    Il punto chiave è la paternità della decisione di non far scendere i 147 migranti, che è valsa all'allora ministro dell'Interno l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. Il pm: "La responsabilità di emettere il Place of Safety era sua"
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  • IL “MISTERO” DELLO YACHT AFFONDATO

    Quasi tutte le prima pagine di oggi parlano, in modo simile, dello strano caso dello yacht affondato a Palermo:

    La Repubblica: “I misteri del veliero colato a picco in pochi secondi e con l’albero intatto”. Il Resto del Carlino (titolo a nove colonne): “I misteri del mega veliero affondato. Gli esperti: avrebbe dovuto resistere, si è inabissato in pochi minuti”. Il Messaggero: “Veliero, ipotesi errore umano: la chiglia mobile era sollevata”. La Verità: “Dinamica strana, l’ex socio travolto nelle stesse ore: il naufragio diventa un giallo”. Il Tempo: “I dubbi e le coincidenze. Il naufragio del veliero si tinge di giallo”. Il Sole 24 ore: “Mistero sul naufragio del super yacht Bayesian”. Il Fatto Quotidiano: “Il giallo dello yacht e i complottisti nel Web”.

    Beh, a quanto pare i complottisti non stanno soltanto “nel Web”, come dice il Fatto Quotidiano, ma sono anche nelle redazioni dei giornali più nobili e altolocati.

    In effetti, è molto difficile pensare che siano tutte coincidenze: una superbarca di oltre 50 m, progettata per sopravvivere alle peggiori tempeste in alto mare, che affonda in pochi secondi ad un centinaio di metri dalla riva. Un elenco di vittime tutt’altro che banale, che va da Mike Lynch, il “Bill Gates britannico” coinvolto in una presunta truffa da 10 miliardi di dollari ai danni della Hewlett Packard, a Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, l’avvocato che ha salvato Lynch proprio dalla causa intentata contro di lui da Hewlett Packard. E, come se non bastasse, il socio in affari di Lynch, Stephen Chamberlain (anch’egli co-imputato nel processo), che è morto travolto da un’auto un paio di giorni prima.

    Nella migliore delle ipotesi, bisogna dire che il destino a volte agisce in modo decisamente curioso. Oppure….

    Massimo Mazzucco
    IL “MISTERO” DELLO YACHT AFFONDATO Quasi tutte le prima pagine di oggi parlano, in modo simile, dello strano caso dello yacht affondato a Palermo: La Repubblica: “I misteri del veliero colato a picco in pochi secondi e con l’albero intatto”. Il Resto del Carlino (titolo a nove colonne): “I misteri del mega veliero affondato. Gli esperti: avrebbe dovuto resistere, si è inabissato in pochi minuti”. Il Messaggero: “Veliero, ipotesi errore umano: la chiglia mobile era sollevata”. La Verità: “Dinamica strana, l’ex socio travolto nelle stesse ore: il naufragio diventa un giallo”. Il Tempo: “I dubbi e le coincidenze. Il naufragio del veliero si tinge di giallo”. Il Sole 24 ore: “Mistero sul naufragio del super yacht Bayesian”. Il Fatto Quotidiano: “Il giallo dello yacht e i complottisti nel Web”. Beh, a quanto pare i complottisti non stanno soltanto “nel Web”, come dice il Fatto Quotidiano, ma sono anche nelle redazioni dei giornali più nobili e altolocati. In effetti, è molto difficile pensare che siano tutte coincidenze: una superbarca di oltre 50 m, progettata per sopravvivere alle peggiori tempeste in alto mare, che affonda in pochi secondi ad un centinaio di metri dalla riva. Un elenco di vittime tutt’altro che banale, che va da Mike Lynch, il “Bill Gates britannico” coinvolto in una presunta truffa da 10 miliardi di dollari ai danni della Hewlett Packard, a Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, l’avvocato che ha salvato Lynch proprio dalla causa intentata contro di lui da Hewlett Packard. E, come se non bastasse, il socio in affari di Lynch, Stephen Chamberlain (anch’egli co-imputato nel processo), che è morto travolto da un’auto un paio di giorni prima. Nella migliore delle ipotesi, bisogna dire che il destino a volte agisce in modo decisamente curioso. Oppure…. Massimo Mazzucco
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  • Sullo yacht affondato in Sicilia non c'era una comitiva di allegri turisti, ma agenti dei servizi inglesi e israeliani come Mike Lynch. C'era in corso un vertice per studiare una provocazione contro la Turchia di Erdoğan. È la fotocopia del vertice di spie sulla barca del lago Maggiore.

    https://www.lacrunadellago.net/quello-strano-naufragio-della-bayesian-a-palermo-la-fotocopia-del-vertice-di-spie-sul-lago-maggiore/
    Sullo yacht affondato in Sicilia non c'era una comitiva di allegri turisti, ma agenti dei servizi inglesi e israeliani come Mike Lynch. C'era in corso un vertice per studiare una provocazione contro la Turchia di Erdoğan. È la fotocopia del vertice di spie sulla barca del lago Maggiore. https://www.lacrunadellago.net/quello-strano-naufragio-della-bayesian-a-palermo-la-fotocopia-del-vertice-di-spie-sul-lago-maggiore/
    WWW.LACRUNADELLAGO.NET
    Quello strano naufragio della Bayesian a Palermo: la fotocopia del vertice di spie sul lago Maggiore? - La Cruna dell'Ago - di Cesare Sacchetti
    di Cesare Sacchetti Ancora una volta ci pare di rivivere storie e copioni già scritti e letti qualche tempo fa. Ieri mattina ci svegliamo e apprendiamo che nella notte ci sarebbe stata una presunta tromba d’aria nei pressi di Porticello, nel Palermitano, che avrebbe causato l’affondamento di una barca a vela di ben 56 metri, […]
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  • COINCIDENZE

    A volte, le coincidenze sono davvero troppe.

    Prendiamo il miliardario morto ieri in un incredibile incidente, con uno yacht di lusso di 56 metri affondato mentre era all'ancora proprio davanti al porto di Palermo.

    Succede, direte.

    Michael Lynch diventò miliardario grazie alla vendita ad HP della sua società informatica, a seguito della quale HP lo denunciò, insieme al manager finanziario Stephen Chamberlain, per frode, accusandoli di aver gonfiato i beni della società di $8,8 miliardi. La causa civile fu vinta 2 anni fa, mentre Lynch e Chamberlain sono stati assolti nel procedimento penale giusto due mesi fa.

    E fino a qui tutto a posto.

    Ma pochi giorni fa, Chamberlain è morto, ucciso da un'auto mentre faceva jogging, e ieri è morto anche Lynch.

    Sfiga?

    Fonte: Un nutrizionista italiano in Australia: t.me/italiaaustralia
    COINCIDENZE A volte, le coincidenze sono davvero troppe. Prendiamo il miliardario morto ieri in un incredibile incidente, con uno yacht di lusso di 56 metri affondato mentre era all'ancora proprio davanti al porto di Palermo. Succede, direte. Michael Lynch diventò miliardario grazie alla vendita ad HP della sua società informatica, a seguito della quale HP lo denunciò, insieme al manager finanziario Stephen Chamberlain, per frode, accusandoli di aver gonfiato i beni della società di $8,8 miliardi. La causa civile fu vinta 2 anni fa, mentre Lynch e Chamberlain sono stati assolti nel procedimento penale giusto due mesi fa. E fino a qui tutto a posto. Ma pochi giorni fa, Chamberlain è morto, ucciso da un'auto mentre faceva jogging, e ieri è morto anche Lynch. Sfiga? ➡️ Fonte: Un nutrizionista italiano in Australia: t.me/italiaaustralia
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  • Complottismo...IL SOLE MALATO!

    Oggi da nord a sud, isole comprese, lo stesso identico cielo

    Nell'ordine:
    Marina di Massa, Padova, Sardegna, Val di Fiemme, Bologna, provincia di Brescia, Taranto, Palermo, Pescara, Verona.....
    Si potrebbe continuare ma ci fermiamo qui.
    Le foto provengono da una chat che discuteva l'argomento.

    Gli "esperti" dicono che si tratta della sabbia del Sahara!!!
    Complottismo...IL SOLE MALATO! Oggi da nord a sud, isole comprese, lo stesso identico cielo Nell'ordine: Marina di Massa, Padova, Sardegna, Val di Fiemme, Bologna, provincia di Brescia, Taranto, Palermo, Pescara, Verona..... Si potrebbe continuare ma ci fermiamo qui. Le foto provengono da una chat che discuteva l'argomento. Gli "esperti" dicono che si tratta della sabbia del Sahara!!!
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  • LEGGE REGIONALE PER L'OBBLIGO VACCINALE? BASTA UN FORMALE RIFIUTO.
    Un grazie al bravo avvocato Roberto De Petro del foro di Palermo, per aver fatto chiarezza sulla legge regionale della Puglia.
    Innanzitutto la legge NON è ancora entrata in vigore in quanto è in fase di promulgazione. Poi c'è la pubblicazione per poi diventare obbligatoria (forse).
    Ma cosa dice il testo?
    Art. 1 - l'iscrizione ai percorsi di istruzione nella fascia a 11 a 25 anni (scuola e università)
    è subordinata a:
    1) presentazione della documentazione dell'avvenuta vaccinazione contro l'HPV
    2) l'avvio del programma di somministrazione
    3) l'avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici del vaccino
    4) SALVO FORMALE RIFIUTO.
    Ecco il punto centrale: RIFIUTO ALLA PRESENTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE
    (non rifiuto del vaccino)
    Avete capito cosa dice la legge, scritta in maniera diabolica?
    I venduti dei media dicono che senza il vaccino non ci si può iscrivere a scuola e all'università. Cazzate come sempre spacciate dai venditori di odio.
    Basta un "formale rifiuto alla presentazione della documentazione", e il gioco è fatto. E nessun dirigente scolastico potrà mai rifiutare l'iscrizione del giovane, pena denuncia!
    Ricordo che da 11 a 16 anni siamo ancora nel periodo temporale della scuola dell'obbligo, per cui il dirigente scolastico NON potrà mai rifiutare l'iscrizione (in chi fa un formale rifiuto della presentazione della documentazione) perché commetterebbe un reato. Poi fino a 18 anni in base alla legge 53 del 2003 c'è il diritto del ragazzo di completare gli studi, e infine, sopra i 18 anni c'è l'articolo 34 della Costituzione italiana...
    LEGGE REGIONALE PER L'OBBLIGO VACCINALE? BASTA UN FORMALE RIFIUTO. Un grazie al bravo avvocato Roberto De Petro del foro di Palermo, per aver fatto chiarezza sulla legge regionale della Puglia. Innanzitutto la legge NON è ancora entrata in vigore in quanto è in fase di promulgazione. Poi c'è la pubblicazione per poi diventare obbligatoria (forse). Ma cosa dice il testo? Art. 1 - l'iscrizione ai percorsi di istruzione nella fascia a 11 a 25 anni (scuola e università) è subordinata a: 1) presentazione della documentazione dell'avvenuta vaccinazione contro l'HPV 2) l'avvio del programma di somministrazione 3) l'avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici del vaccino 4) SALVO FORMALE RIFIUTO. Ecco il punto centrale: RIFIUTO ALLA PRESENTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE (non rifiuto del vaccino) Avete capito cosa dice la legge, scritta in maniera diabolica? I venduti dei media dicono che senza il vaccino non ci si può iscrivere a scuola e all'università. Cazzate come sempre spacciate dai venditori di odio. Basta un "formale rifiuto alla presentazione della documentazione", e il gioco è fatto. E nessun dirigente scolastico potrà mai rifiutare l'iscrizione del giovane, pena denuncia! Ricordo che da 11 a 16 anni siamo ancora nel periodo temporale della scuola dell'obbligo, per cui il dirigente scolastico NON potrà mai rifiutare l'iscrizione (in chi fa un formale rifiuto della presentazione della documentazione) perché commetterebbe un reato. Poi fino a 18 anni in base alla legge 53 del 2003 c'è il diritto del ragazzo di completare gli studi, e infine, sopra i 18 anni c'è l'articolo 34 della Costituzione italiana...
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  • Questo lo dice Paolo Becchi su X!

    Gli Ukraini avevano assassinato la giovane figlia di Dugin in Russia, non lui, la figlia. Nel cao della #Donato lei era perfetta tra tutti i politici dissidenti perchè ill marito era a #Palermo
    Assassinare uno dei politici europei che ha ostacolato le sanzioni e i miliardi all'Ukraina era troppo sfacciato, anche se simuli un incidente d'auto o una rapina in casa. Assassinarne la moglie o il marito serve molto bene a intimidire, ma devi simulare anche lì l'incidente e può apparire lo stesso un assassinio sospetto per il pubblico, qualcosa di orchestrato da dei servizi. Una morte violenta "inspiegabile" della moglie o marito di un politico dissidente, quando si tratta di gente con una vita normale che non da adito a sospetti, può avere qualche rischio. Alla fine può essere che la polizia francese o olandese trovi qualcosa di sospetto

    Per fortuna però, tra la dozzina di politici europei "dissidenti" più in vista c'è la #Donato CHE HA IL MARITO A PALERMO, DOVE CI SONO MORTI DI MAFIA.

    La Donato è perfetta, un palermitano morto ammazzato per il pubblico europeo è all'80% lui da sospettare di legami di mafia. In Sicilia chi muore ammazzato in modo inspiegabile deve essere lui a spiegare. Non è come in Olanda o Germania.

    In più, se lo strangoli in pieno giorno, fai sembrare ancora di più una cosa di mafia, l'assassino lo costringe a salire in auto e andare in una zona deserta e poi da dietro lo strangole che ha un sapore più mafioso (ricordi nel "Padrino" e nei film di Scorsese ?)

    Se non ci fossero dei #burattini al governo, i servizi segreti oltre che i carabinieri e Digos dovrebbero indagare tutti i movimenti di ukraini in Sicilia

    Per fortuna però loro, alla Giorgia, Salvini e Tajani non conviene assolutamente uno scandalo in cui servizi ukraini in Italia vengono trovati ad assassinare e l'Italia ha una bella tradizione di morti sospette insabbiate

    G.Zibordi

    Fonte: https://x.com/pbecchi/status/1794678473098657814?t=7meE4jU7WRhjkDmuFipYYQ&s=19
    Questo lo dice Paolo Becchi su X! Gli Ukraini avevano assassinato la giovane figlia di Dugin in Russia, non lui, la figlia. Nel cao della #Donato lei era perfetta tra tutti i politici dissidenti perchè ill marito era a #Palermo Assassinare uno dei politici europei che ha ostacolato le sanzioni e i miliardi all'Ukraina era troppo sfacciato, anche se simuli un incidente d'auto o una rapina in casa. Assassinarne la moglie o il marito serve molto bene a intimidire, ma devi simulare anche lì l'incidente e può apparire lo stesso un assassinio sospetto per il pubblico, qualcosa di orchestrato da dei servizi. Una morte violenta "inspiegabile" della moglie o marito di un politico dissidente, quando si tratta di gente con una vita normale che non da adito a sospetti, può avere qualche rischio. Alla fine può essere che la polizia francese o olandese trovi qualcosa di sospetto Per fortuna però, tra la dozzina di politici europei "dissidenti" più in vista c'è la #Donato CHE HA IL MARITO A PALERMO, DOVE CI SONO MORTI DI MAFIA. La Donato è perfetta, un palermitano morto ammazzato per il pubblico europeo è all'80% lui da sospettare di legami di mafia. In Sicilia chi muore ammazzato in modo inspiegabile deve essere lui a spiegare. Non è come in Olanda o Germania. In più, se lo strangoli in pieno giorno, fai sembrare ancora di più una cosa di mafia, l'assassino lo costringe a salire in auto e andare in una zona deserta e poi da dietro lo strangole che ha un sapore più mafioso (ricordi nel "Padrino" e nei film di Scorsese ?) Se non ci fossero dei #burattini al governo, i servizi segreti oltre che i carabinieri e Digos dovrebbero indagare tutti i movimenti di ukraini in Sicilia Per fortuna però loro, alla Giorgia, Salvini e Tajani non conviene assolutamente uno scandalo in cui servizi ukraini in Italia vengono trovati ad assassinare e l'Italia ha una bella tradizione di morti sospette insabbiate G.Zibordi Fonte: https://x.com/pbecchi/status/1794678473098657814?t=7meE4jU7WRhjkDmuFipYYQ&s=19
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  • Francesca Donato interviene alla manifestazione nazionale FISI del 15 febbraio 2022 a Roma. Noi eravamo lì quel giorno, insieme ad altre 50.000 persone.
    Questo intervento ed altri fatti direttamente al Parlamento Europeo potrebbero spiegare anche quello che è successo oggi a Palermo.

    "I non mi fermerò, nessuno di noi si arrenderà a questa ingiustizia. Perché siamo dei combattenti. siamo dei combattenti della libertà e ne andiamo fieri. E i nostri figli ed i nostri nipoti ci ringrazieranno e racconteranno di questo periodo storico con l'orgoglio di avere avuto i loro genitori, i loro nonni, i loro zii, che hanno combattuto per il loro futuro. Così come hanno fatto i nostri, per il nostro. E vi dirò di più, io sono convinta, che se c'è un Dio è dalla nostra parte. Ed io ci credo..."

    Un gesto intimidatorio? Temo che le indagini porteranno ad un nulla di fatto!
    Francesca Donato interviene alla manifestazione nazionale FISI del 15 febbraio 2022 a Roma. Noi eravamo lì quel giorno, insieme ad altre 50.000 persone. Questo intervento ed altri fatti direttamente al Parlamento Europeo potrebbero spiegare anche quello che è successo oggi a Palermo. "I non mi fermerò, nessuno di noi si arrenderà a questa ingiustizia. Perché siamo dei combattenti. siamo dei combattenti della libertà e ne andiamo fieri. E i nostri figli ed i nostri nipoti ci ringrazieranno e racconteranno di questo periodo storico con l'orgoglio di avere avuto i loro genitori, i loro nonni, i loro zii, che hanno combattuto per il loro futuro. Così come hanno fatto i nostri, per il nostro. E vi dirò di più, io sono convinta, che se c'è un Dio è dalla nostra parte. Ed io ci credo..." Un gesto intimidatorio? Temo che le indagini porteranno ad un nulla di fatto!
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