• MA COME MAI LE TV e le TESTATE MAINSTREAM NON DICONO NULLA???
    Francia, migliaia di manifestanti in piazza contro Macron e la nomina di Barnier come primo ministro - Il Fatto Quotidiano
    Al corteo di Parigi anche Jean-Luc Mélenchon

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/07/francia-migliaia-di-manifestanti-in-piazza-contro-macron-e-la-nomina-di-barnier-come-primo-ministro/7684886/
    MA COME MAI LE TV e le TESTATE MAINSTREAM NON DICONO NULLA??? Francia, migliaia di manifestanti in piazza contro Macron e la nomina di Barnier come primo ministro - Il Fatto Quotidiano Al corteo di Parigi anche Jean-Luc Mélenchon https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/07/francia-migliaia-di-manifestanti-in-piazza-contro-macron-e-la-nomina-di-barnier-come-primo-ministro/7684886/
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  • ECCO COME MACRON VUOLE CAMBIARE!
    VERGOGNOSO!
    La Francia ha chiesto un cambiamento? Macron sceglie come premier il dinosauro (ex consigliere di Sarkozy) Michel Barnier - Il Fatto Quotidiano
    Toccherà a mister Brexit tentare di raccogliere la fiducia dell'Assemblea...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/05/francia-emmanuel-macron-ha-nominato-michel-barnier-nuovo-premier/7681891/
    ECCO COME MACRON VUOLE CAMBIARE! VERGOGNOSO! La Francia ha chiesto un cambiamento? Macron sceglie come premier il dinosauro (ex consigliere di Sarkozy) Michel Barnier - Il Fatto Quotidiano Toccherà a mister Brexit tentare di raccogliere la fiducia dell'Assemblea... https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/05/francia-emmanuel-macron-ha-nominato-michel-barnier-nuovo-premier/7681891/
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  • LA GRANDE CENSURA sui giornali e sui MEDIA INTERNAZIONALI.
    La denuncia di Zuckerberg ignorata da tutto il mainstream. SERVI!

    MARCELLO FOA BACCHETTA I TG: BUCATA LA NOTIZIA SU ZUCKERBERG ▷ "ZERO OBIETTIVITÀ: QUESTA È LA PROVA"

    "#Zuckerberg con questa sua uscita è andato completamente fuori dalla narrativa e ha rotto il sentimento dominante nella Sylicon Valley".
    Ma questo non è valso i principali titoli dei TG e le prime pagine dei giornali al patron di Meta che, qualche giorno fa, ha sostanzialmente confessato di aver ricevuto pressioni da parte dell'attuale amministrazione americana perché censurasse profili e commenti non graditi a quella linea politica.
    Partiamo dall'Italia: "A parte il Fatto Quotidiano, che ne ha parlato nelle prime ore del mattino, gli altri sono usciti con la notizia nel pomeriggio. Il Corriere e Repubblica l'hanno scoperto alle 18:00, dalle 12 alle 12 ore dopo la notizia. Sui giornali poi neanche una riga, Repubblica ci ha appena scritto un trafiletto".

    E altrove?
    "In Francia la notizia non l'ha data nessuno, a parte qualche eccezione equivalente a Radio Radio come France Soir. Negli Stati Uniti è stata divulgata con forza da parte di testate di centrodestra, le altre l'hanno molto relativizzata".

    Ma cosa significa questo gigante buco nero informativo per #MarcelloFoa? "Tutto questo conferma purtroppo il fatto che la stampa, anche quella autorevole, non è oggettiva. E' una stampa che accompagna una narrazione, poi però pretendono di essere presi sul serio e di asserire che solo le cose che dicono loro sono vere".
    I valori di un sano giornalismo dovrebbero infatti prescindere dalle etichette di partito che si hanno o che ci si affibbia da soli: "Si può essere Dem o Repubblicani ma esprimere critiche verso gli stessi Dem o Repubblicani, oppure cavalcare notizie oggettivamente colossali come questa".

    Ascoltate il commento da Fabio Duranti | 4 settembre 2024

    https://m.youtube.com/watch?si=tkGIkckpvfg4OvfG&v=CX-qIA6chYg&feature=youtu.be
    LA GRANDE CENSURA sui giornali e sui MEDIA INTERNAZIONALI. La denuncia di Zuckerberg ignorata da tutto il mainstream. SERVI! MARCELLO FOA BACCHETTA I TG: BUCATA LA NOTIZIA SU ZUCKERBERG ▷ "ZERO OBIETTIVITÀ: QUESTA È LA PROVA" "#Zuckerberg con questa sua uscita è andato completamente fuori dalla narrativa e ha rotto il sentimento dominante nella Sylicon Valley". Ma questo non è valso i principali titoli dei TG e le prime pagine dei giornali al patron di Meta che, qualche giorno fa, ha sostanzialmente confessato di aver ricevuto pressioni da parte dell'attuale amministrazione americana perché censurasse profili e commenti non graditi a quella linea politica. Partiamo dall'Italia: "A parte il Fatto Quotidiano, che ne ha parlato nelle prime ore del mattino, gli altri sono usciti con la notizia nel pomeriggio. Il Corriere e Repubblica l'hanno scoperto alle 18:00, dalle 12 alle 12 ore dopo la notizia. Sui giornali poi neanche una riga, Repubblica ci ha appena scritto un trafiletto". E altrove? "In Francia la notizia non l'ha data nessuno, a parte qualche eccezione equivalente a Radio Radio come France Soir. Negli Stati Uniti è stata divulgata con forza da parte di testate di centrodestra, le altre l'hanno molto relativizzata". Ma cosa significa questo gigante buco nero informativo per #MarcelloFoa? "Tutto questo conferma purtroppo il fatto che la stampa, anche quella autorevole, non è oggettiva. E' una stampa che accompagna una narrazione, poi però pretendono di essere presi sul serio e di asserire che solo le cose che dicono loro sono vere". I valori di un sano giornalismo dovrebbero infatti prescindere dalle etichette di partito che si hanno o che ci si affibbia da soli: "Si può essere Dem o Repubblicani ma esprimere critiche verso gli stessi Dem o Repubblicani, oppure cavalcare notizie oggettivamente colossali come questa". Ascoltate il commento da Fabio Duranti | 4 settembre 2024 https://m.youtube.com/watch?si=tkGIkckpvfg4OvfG&v=CX-qIA6chYg&feature=youtu.be
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  • L' Italia è un paese non nucleare, specificamente anche nell' ambito militare ? Certo che sì, dopotutto il 28.01.1968 aderì in qualità di Stato non nucleare al trattato di non proliferazione nucleare [ T.N.P.] e lo ratificò ai sensi della legge 24.04.1975 numero 131.
    Quindi alla luce del TNP un Paese non nucleare è obbligato a non custodire sul proprio territorio alcun ordigno nucleare, a rifiutare di accogliere armamenti nucleari da Stati nucleari [ per esempio dagli USA, dal Regno Unito, dalla Francia o da Israele] e qualora decidesse di progettare, sviluppare la tecnologia nucleare, esclusivamente per scopi civili, questa dovrà sottostare ai controlli della AIEA [ agenzia internazionale per l' energia atomica].
    Quindi l' Italia che custodisce a Ghedi e ad Aviano gli ordigni nucleari B61- 12 , in sostituzione di quelli precedenti, continua a violare il tnp, anche da parte dell' attuale governo sebbene sia presieduto da un esponente
    "cresciuto politicamente " in un ambiente in cui aleggiavano sentimenti anti statunitensi?
    Gli USA, il Regno Unito e la Russia, all' epoca URSS, lo sottoscrissero il 01 luglio 1968, mentre la Francia e la Cina nel 1992: tutti loro erano all' epoca della sottoscrizione e continuano ad esserlo degli Stati nucleari. India, Pakistan, Corea del nord, tutti loro in possesso della tecnologia e dell' arma nucleare, si sono rifiutati di aderire al tnp. Israele, di cui si seppe che era uno Stato nucleare solo grazie alle rivelazioni di Mordechai Vanunu, non vi ha aderito.
    Non sottoscrivendo il tnp non ci si sente obbligati a rinunciare alla progettazione e sviluppo della tecnologia nucleare, ma lo Stato non nucleare che vi abbia aderito dovrà rinunciare all' importazione di armamenti derivanti da quella stessa tecnologia. Un trattato che avrebbe le potenzialità per promuovere, sia pure gradualmente, un avvio al disarmo universale.
    Purtroppo, l' Italia dal giorno della ratifica ad oggi è un territorio che custodisce armi nucleari. Tutti i governi che si sono succeduti, fino all' attuale, sia che fossero a maggioranza democristiana o di centrosinistra, sia che fossero presieduti da personaggi del calibro di un Aldo Moro, Andreotti o Craxi ( il Craxi di Sigonella), nessuno ha mai potuto (?) voluto (?) ossequiare e far rispettare quel trattato che portava e porta la firma dell' Italia. Dei governi della seconda Repubblica che dire?
    Quand' ecco che a giugno di quest' anno il Segretario generale della NATO [ fonte: Analisi Difesa del 19.06.2024 e la Voce del popolo del 17.06.2024] dichiarava che l' Alleanza Atlantica stava [ chissà magari ancora continua] valutando di schierare più [ si deve intendere che già alcune unità sono state dispiegate?] armi nucleari di fronte alla minaccia da parte della Russia e...della Cina. [ prossimamente conflitto contro la Cina ? ] Ma non solo, ha anche sostenuto allo stesso giornale, The Telegraph, che tra i membri della NATO, fra i quali l' Italia, sono in corso consultazioni sul ritiro dei missili dai rispettivi depositi e sulla loro messa in stand by.
    Immediata la smentita del governo italiano per il tramite del ministro degli esteri, secondo il quale in ambito NATO non si è mai accennato all' impiego delle armi nucleari né di metterle in standby.
    La parola del Segretario generale della NATO contro quella di un nostro ministro.
    Non dovremmo custodire armi e, al contrario, sul nostro territorio ve ne sono, per lo meno non dovremmo né progettare e né realizzare armamenti nucleari....almeno questo . Ahimè, siamo presenti anche nella progettazione e realizzazione, come ha reso noto in una sua intervista di pochi giorni fa Manlio Dinucci al direttore di Visione TV ( allego il video ) e già segnalato dal sito web Atlante oltre terre del 06.05.2016: la Leonardo S.p.A., tramite la MBDA System avviava la realizzazione di missili aria terra predisposti per il trasporto di esplosivo nucleare destinato all' arsenale francese fino al 2035.
    MBDA, consorzio europeo controllato per il 37.5% dalla francese  Airbus Group, per una pari percentuale dall' inglese BAE System e, infine, dalla Leonardo con il 25 %. Poteva mancare un pizzico del made in Italy nel settore mortuario ?
    La guerra Russia / Ucraina ha fornito il pretesto, l' occasione per incalzare un rimescolamento degli equilibri mondiali...a discapito ancora una volta dei popoli.
    _Salmo 67....Dio abbia pietà di noi ..._

    Buon proseguimento di giornata
    L' Italia è un paese non nucleare, specificamente anche nell' ambito militare ? Certo che sì, dopotutto il 28.01.1968 aderì in qualità di Stato non nucleare al trattato di non proliferazione nucleare [ T.N.P.] e lo ratificò ai sensi della legge 24.04.1975 numero 131. Quindi alla luce del TNP un Paese non nucleare è obbligato a non custodire sul proprio territorio alcun ordigno nucleare, a rifiutare di accogliere armamenti nucleari da Stati nucleari [ per esempio dagli USA, dal Regno Unito, dalla Francia o da Israele] e qualora decidesse di progettare, sviluppare la tecnologia nucleare, esclusivamente per scopi civili, questa dovrà sottostare ai controlli della AIEA [ agenzia internazionale per l' energia atomica]. Quindi l' Italia che custodisce a Ghedi e ad Aviano gli ordigni nucleari B61- 12 , in sostituzione di quelli precedenti, continua a violare il tnp, anche da parte dell' attuale governo sebbene sia presieduto da un esponente "cresciuto politicamente " in un ambiente in cui aleggiavano sentimenti anti statunitensi? Gli USA, il Regno Unito e la Russia, all' epoca URSS, lo sottoscrissero il 01 luglio 1968, mentre la Francia e la Cina nel 1992: tutti loro erano all' epoca della sottoscrizione e continuano ad esserlo degli Stati nucleari. India, Pakistan, Corea del nord, tutti loro in possesso della tecnologia e dell' arma nucleare, si sono rifiutati di aderire al tnp. Israele, di cui si seppe che era uno Stato nucleare solo grazie alle rivelazioni di Mordechai Vanunu, non vi ha aderito. Non sottoscrivendo il tnp non ci si sente obbligati a rinunciare alla progettazione e sviluppo della tecnologia nucleare, ma lo Stato non nucleare che vi abbia aderito dovrà rinunciare all' importazione di armamenti derivanti da quella stessa tecnologia. Un trattato che avrebbe le potenzialità per promuovere, sia pure gradualmente, un avvio al disarmo universale. Purtroppo, l' Italia dal giorno della ratifica ad oggi è un territorio che custodisce armi nucleari. Tutti i governi che si sono succeduti, fino all' attuale, sia che fossero a maggioranza democristiana o di centrosinistra, sia che fossero presieduti da personaggi del calibro di un Aldo Moro, Andreotti o Craxi ( il Craxi di Sigonella), nessuno ha mai potuto (?) voluto (?) ossequiare e far rispettare quel trattato che portava e porta la firma dell' Italia. Dei governi della seconda Repubblica che dire? Quand' ecco che a giugno di quest' anno il Segretario generale della NATO [ fonte: Analisi Difesa del 19.06.2024 e la Voce del popolo del 17.06.2024] dichiarava che l' Alleanza Atlantica stava [ chissà magari ancora continua] valutando di schierare più [ si deve intendere che già alcune unità sono state dispiegate?] armi nucleari di fronte alla minaccia da parte della Russia e...della Cina. [ prossimamente conflitto contro la Cina ? ] Ma non solo, ha anche sostenuto allo stesso giornale, The Telegraph, che tra i membri della NATO, fra i quali l' Italia, sono in corso consultazioni sul ritiro dei missili dai rispettivi depositi e sulla loro messa in stand by. Immediata la smentita del governo italiano per il tramite del ministro degli esteri, secondo il quale in ambito NATO non si è mai accennato all' impiego delle armi nucleari né di metterle in standby. La parola del Segretario generale della NATO contro quella di un nostro ministro. Non dovremmo custodire armi e, al contrario, sul nostro territorio ve ne sono, per lo meno non dovremmo né progettare e né realizzare armamenti nucleari....almeno questo . Ahimè, siamo presenti anche nella progettazione e realizzazione, come ha reso noto in una sua intervista di pochi giorni fa Manlio Dinucci al direttore di Visione TV ( allego il video ) e già segnalato dal sito web Atlante oltre terre del 06.05.2016: la Leonardo S.p.A., tramite la MBDA System avviava la realizzazione di missili aria terra predisposti per il trasporto di esplosivo nucleare destinato all' arsenale francese fino al 2035. MBDA, consorzio europeo controllato per il 37.5% dalla francese  Airbus Group, per una pari percentuale dall' inglese BAE System e, infine, dalla Leonardo con il 25 %. Poteva mancare un pizzico del made in Italy nel settore mortuario ? La guerra Russia / Ucraina ha fornito il pretesto, l' occasione per incalzare un rimescolamento degli equilibri mondiali...a discapito ancora una volta dei popoli. _Salmo 67....Dio abbia pietà di noi ..._ Buon proseguimento di giornata
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  • A PROPOSITO di DUROV e della SICUREZZA e PRIVACY di TELEGRAM.

    Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano ha intervistato Benjamin Sonntag, ingegnere informatico esperto di sicurezza e imprenditore nel settore informatico. Alla nostra richiesta di sapere se ha mai lavorato o fatto consulenze per un concorrente di Telegram, Sonntag ha dichiarato di non averlo mai fatto.

    Secondo l’esperto di sicurezza Michał Woźniak, Telegram non è né sicuro né criptato: solo quando viene usato nella modalità “secret chats”, Telegram offre la crittografia end-to-end, quella per cui i messaggi, che si scambiano due persone chattando, sono accessibili solo ed esclusivamente a loro due, e non a terze parti. Ma la crittografia end-to-end deve essere esplicitamente attivata da ciascun utente, e le “secret chats” non sono disponibili per i gruppi e per i canali. Dunque sembra che Telegram sia tutt’altro che sicuro per i criminali che vogliano usarlo per trafficare droga, armi o pedopornografia. E’ d’accordo?

    Sono del tutto d’accordo. Credo che il 99,9 percento di tutti i messaggi scambiati via Telegram siano inviati in modalità tale che l’azienda Telegram li possa leggere. I messaggi vengono inviati in forma criptata ai server di Telegram, e quindi se qualcuno sorveglia internet, non li legge, ma l’azienda può leggerli in chiaro sui loro server. Il fatto che la crittografia end-to-end debba essere attivata per ogni chat – e che quindi non sia l’impostazione automatica – ha enormi conseguenze! La maggior parte di chi usa Telegram non modifica le impostazioni predefinite. E su Telegram, la crittografia end-to-end non è disponibile su nessuna chat di gruppo, che è uno dei modi in cui questo social network è più usato.

    Durov è accusato di dodici presunti reati, incluso: “il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità competenti, informazioni o documenti necessari per eseguire intercettazioni legali”, eppure, secondo un’inchiesta del Der Spiegel, Telegram ha più volte consegnato i dati degli utenti alla polizia federale tedesca. Lei crede che Durov sia stato arrestato per la mancata collaborazione con gli investigatori francesi oppure crede che ci sia altro?

    Da quello che vedo come operatore della rete – gestisco un piccolo internet provider in Francia – ogni nazione ha modi diversi di far rispettare la legge. Forse la Germania e l’India, che hanno ottenuto entrambe alcuni dati da Telegram alcuni anni fa, hanno fatto più pressioni e sono state più minacciose della Francia, o forse i loro casi [giudiziari] sono stati considerati legittimi da Telegram, a suo tempo. Secondo me, è più probabile che la Francia non abbia mai davvero cercato di minacciare Telegram prima di adesso, oppure pretendeva troppi dati su troppi casi e Telegram ha deciso di non obbedire alle richieste. Io non vedo perché il caso dovrebbe riguardare qualcos’altro, se non un sistema giudiziario che cerca di fare il proprio lavoro. Soprattutto perché la polizia in Francia sa che Telegram non è criptato e quindi sa che Telegram potrebbe avere informazioni molto interessanti su quei casi oggetto di indagini penali…Io la vedo come una motivazione molto buona (e sufficiente) per arrestarlo per questa ragione”.

    Edward Snowden è stato molto diretto: “L’arresto di Durov è un attacco ai diritti umani fondamentali, come le libertà di parola e di associazione. Sono sorpreso e molto rattristato che Macron sia sceso al livello di prendere ostaggi come mezzo per ottenere l’accesso alle comunicazioni private”. E’ un dato di fatto che le autorità francesi non amino la crittografia e a dicembre scorso Disclose, il nostro giornale e altri media hanno rivelato che la Francia, l’Italia, la Finlandia, la Grecia, Cipro, Malta e la Svezia volevano usare gli spyware per spiare i giornalisti. Crede che l’arresto di Durov sia parte della guerra alla crittografia in Francia?

    Trovo triste che Edward Snowden sia caduto in trappola, perché il caso è molto più complicato. Prima di tutto, Telegram non è criptato: il 99,9 percento non lo è, e lo 0,1 percento che lo è fa comunque uscire i dati di chi comunica con chi, che è di per se, molto interessante per le forze di polizia. E dunque questo caso non può essere collegato all’amore o all’odio della crittografia da parte delle autorità francesi, è completamente irrilevante. Purtroppo, ci sono attivisti di tutto il mondo che credono che Telegram sia sicuro: non lo è! Ritengo che combattere per la crittografia end-to-end sia molto importante, ma Telegram non ha alcuna relazione con questa battaglia! E per favore non mescoliamo questo caso con la questione dello spionaggio dei giornalisti: è una false flag…I giornalisti investigativi responsabili non dovrebbero mai usare Telegram per nulla di importante. Va considerato sicuro come un SMS o un’email: per niente affatto sicuri!

    Secondo fatto: Telegram non è, nella maggior parte dei casi, ‘una comunicazione privata’: ci sono migliaia di chat di gruppo che possono avere fino a 200.000 utenti ciascuna. Queste dovrebbero essere chiaramente considerate da un giudice come ‘spazi pubblici’ e ‘conversazioni pubbliche’, non ‘comunicazioni private’. Di conseguenza, le leggi e i regolamenti applicati nella maggior parte delle nazioni sono molto diverse rispetto a quelli per le comunicazioni puramente private.

    Nel caso dell’arresto di Durov, alcune indagini penali collegate all’arresto hanno a che fare con chat di gruppi in cui alcune persone hanno scambiato contenuti pedopornografici o altri contenuti illegali su queste chat di gruppo. E dunque io capisco il punto di vista del ministero della Giustizia che vorrebbe porre fine a questa situazione. Concludendo, sono piuttosto sicuro che il caso Durov non abbia nulla a che fare con la guerra per la crittografia in Francia. Il che non vuole dire che la Francia ami la crittografia end-to-end, ovviamente. I cittadini dovrebbero usare la crittografia end-to-end (come Signal) ogni volta che possono e combattere per il diritto ad avere comunicazioni private, ma Telegram non è un soggetto positivo in questa battaglia… .

    Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/08/28/durov-arrestato-lattivista-benjamin-sonntag-nulla-a-che-fare-con-la-privacy-meglio-usare-sistemi-diversi-da-telegram/7671404/
    A PROPOSITO di DUROV e della SICUREZZA e PRIVACY di TELEGRAM. Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano ha intervistato Benjamin Sonntag, ingegnere informatico esperto di sicurezza e imprenditore nel settore informatico. Alla nostra richiesta di sapere se ha mai lavorato o fatto consulenze per un concorrente di Telegram, Sonntag ha dichiarato di non averlo mai fatto. Secondo l’esperto di sicurezza Michał Woźniak, Telegram non è né sicuro né criptato: solo quando viene usato nella modalità “secret chats”, Telegram offre la crittografia end-to-end, quella per cui i messaggi, che si scambiano due persone chattando, sono accessibili solo ed esclusivamente a loro due, e non a terze parti. Ma la crittografia end-to-end deve essere esplicitamente attivata da ciascun utente, e le “secret chats” non sono disponibili per i gruppi e per i canali. Dunque sembra che Telegram sia tutt’altro che sicuro per i criminali che vogliano usarlo per trafficare droga, armi o pedopornografia. E’ d’accordo? Sono del tutto d’accordo. Credo che il 99,9 percento di tutti i messaggi scambiati via Telegram siano inviati in modalità tale che l’azienda Telegram li possa leggere. I messaggi vengono inviati in forma criptata ai server di Telegram, e quindi se qualcuno sorveglia internet, non li legge, ma l’azienda può leggerli in chiaro sui loro server. Il fatto che la crittografia end-to-end debba essere attivata per ogni chat – e che quindi non sia l’impostazione automatica – ha enormi conseguenze! La maggior parte di chi usa Telegram non modifica le impostazioni predefinite. E su Telegram, la crittografia end-to-end non è disponibile su nessuna chat di gruppo, che è uno dei modi in cui questo social network è più usato. Durov è accusato di dodici presunti reati, incluso: “il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità competenti, informazioni o documenti necessari per eseguire intercettazioni legali”, eppure, secondo un’inchiesta del Der Spiegel, Telegram ha più volte consegnato i dati degli utenti alla polizia federale tedesca. Lei crede che Durov sia stato arrestato per la mancata collaborazione con gli investigatori francesi oppure crede che ci sia altro? Da quello che vedo come operatore della rete – gestisco un piccolo internet provider in Francia – ogni nazione ha modi diversi di far rispettare la legge. Forse la Germania e l’India, che hanno ottenuto entrambe alcuni dati da Telegram alcuni anni fa, hanno fatto più pressioni e sono state più minacciose della Francia, o forse i loro casi [giudiziari] sono stati considerati legittimi da Telegram, a suo tempo. Secondo me, è più probabile che la Francia non abbia mai davvero cercato di minacciare Telegram prima di adesso, oppure pretendeva troppi dati su troppi casi e Telegram ha deciso di non obbedire alle richieste. Io non vedo perché il caso dovrebbe riguardare qualcos’altro, se non un sistema giudiziario che cerca di fare il proprio lavoro. Soprattutto perché la polizia in Francia sa che Telegram non è criptato e quindi sa che Telegram potrebbe avere informazioni molto interessanti su quei casi oggetto di indagini penali…Io la vedo come una motivazione molto buona (e sufficiente) per arrestarlo per questa ragione”. Edward Snowden è stato molto diretto: “L’arresto di Durov è un attacco ai diritti umani fondamentali, come le libertà di parola e di associazione. Sono sorpreso e molto rattristato che Macron sia sceso al livello di prendere ostaggi come mezzo per ottenere l’accesso alle comunicazioni private”. E’ un dato di fatto che le autorità francesi non amino la crittografia e a dicembre scorso Disclose, il nostro giornale e altri media hanno rivelato che la Francia, l’Italia, la Finlandia, la Grecia, Cipro, Malta e la Svezia volevano usare gli spyware per spiare i giornalisti. Crede che l’arresto di Durov sia parte della guerra alla crittografia in Francia? Trovo triste che Edward Snowden sia caduto in trappola, perché il caso è molto più complicato. Prima di tutto, Telegram non è criptato: il 99,9 percento non lo è, e lo 0,1 percento che lo è fa comunque uscire i dati di chi comunica con chi, che è di per se, molto interessante per le forze di polizia. E dunque questo caso non può essere collegato all’amore o all’odio della crittografia da parte delle autorità francesi, è completamente irrilevante. Purtroppo, ci sono attivisti di tutto il mondo che credono che Telegram sia sicuro: non lo è! Ritengo che combattere per la crittografia end-to-end sia molto importante, ma Telegram non ha alcuna relazione con questa battaglia! E per favore non mescoliamo questo caso con la questione dello spionaggio dei giornalisti: è una false flag…I giornalisti investigativi responsabili non dovrebbero mai usare Telegram per nulla di importante. Va considerato sicuro come un SMS o un’email: per niente affatto sicuri! Secondo fatto: Telegram non è, nella maggior parte dei casi, ‘una comunicazione privata’: ci sono migliaia di chat di gruppo che possono avere fino a 200.000 utenti ciascuna. Queste dovrebbero essere chiaramente considerate da un giudice come ‘spazi pubblici’ e ‘conversazioni pubbliche’, non ‘comunicazioni private’. Di conseguenza, le leggi e i regolamenti applicati nella maggior parte delle nazioni sono molto diverse rispetto a quelli per le comunicazioni puramente private. Nel caso dell’arresto di Durov, alcune indagini penali collegate all’arresto hanno a che fare con chat di gruppi in cui alcune persone hanno scambiato contenuti pedopornografici o altri contenuti illegali su queste chat di gruppo. E dunque io capisco il punto di vista del ministero della Giustizia che vorrebbe porre fine a questa situazione. Concludendo, sono piuttosto sicuro che il caso Durov non abbia nulla a che fare con la guerra per la crittografia in Francia. Il che non vuole dire che la Francia ami la crittografia end-to-end, ovviamente. I cittadini dovrebbero usare la crittografia end-to-end (come Signal) ogni volta che possono e combattere per il diritto ad avere comunicazioni private, ma Telegram non è un soggetto positivo in questa battaglia… . Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/08/28/durov-arrestato-lattivista-benjamin-sonntag-nulla-a-che-fare-con-la-privacy-meglio-usare-sistemi-diversi-da-telegram/7671404/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Durov arrestato, l'attivista Benjamin Sonntag: “Nulla a che fare con la privacy. Meglio usare sistemi diversi da Telegram” - Il Fatto Quotidiano
    LEGGI – Fuga da Telegram. Zuckerberg ammette: “Pressati su Biden jr.” Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano …
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  • MAINSTREAM
    Chi ha creato il sistema centralizzato della comunicazione?
    30° Tignano Festival Luglio '17

    Nelle ultime ore, l'arresto in Francia di Pavel Durov, CEO di Telegram, sembra inserirsi in un disegno preciso che si sta delineando da decenni. Viviamo in un'epoca in cui l'informazione è sempre più centralizzata e veicolata da un ristretto numero di persone che ne controllano il flusso. Ogni mezzo di comunicazione che racconta una verità diversa da quella stabilita dall'agenda dominante deve essere fermato, a qualunque costo.

    Telegram, grazie alla sua diffusione capillare e alla libertà di espressione che vi si può ancora trovare, è diventato uno strumento di informazione troppo potente e fuori dal controllo di questi poteri. Al contrario di altre piattaforme, non è soggetto alla censura imposta dai fact-checkers, spesso controllati da intelligenze artificiali al servizio delle solite note società.

    Giulietto Chiesa fu tra i primi a denunciare questa realtà, in Italia e nel mondo, quando ancora non era così evidente. Oggi, ciò che lui aveva previsto si manifesta chiaramente davanti agli occhi di tutti.

    #giuliettochiesa
    #controlloglobale
    MAINSTREAM Chi ha creato il sistema centralizzato della comunicazione? 30° Tignano Festival Luglio '17 Nelle ultime ore, l'arresto in Francia di Pavel Durov, CEO di Telegram, sembra inserirsi in un disegno preciso che si sta delineando da decenni. Viviamo in un'epoca in cui l'informazione è sempre più centralizzata e veicolata da un ristretto numero di persone che ne controllano il flusso. Ogni mezzo di comunicazione che racconta una verità diversa da quella stabilita dall'agenda dominante deve essere fermato, a qualunque costo. Telegram, grazie alla sua diffusione capillare e alla libertà di espressione che vi si può ancora trovare, è diventato uno strumento di informazione troppo potente e fuori dal controllo di questi poteri. Al contrario di altre piattaforme, non è soggetto alla censura imposta dai fact-checkers, spesso controllati da intelligenze artificiali al servizio delle solite note società. Giulietto Chiesa fu tra i primi a denunciare questa realtà, in Italia e nel mondo, quando ancora non era così evidente. Oggi, ciò che lui aveva previsto si manifesta chiaramente davanti agli occhi di tutti. #giuliettochiesa #controlloglobale
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  • Il boss di Rumble lascia l'Europa dopo l'arresto di Durov

    Il fondatore e amministratore delegato del servizio di video hosting Rumble, Chris Pavlovski, si trovava a Parigi al momento dell'arresto di Pavel Durov. Ora è partito per il Canada prima del previsto, ha annunciato domenica su X.

    Sono un po' in ritardo, ma per una buona ragione: ho appena lasciato l'Europa sano e salvo” ha detto Pavlovski.

    Ha scritto:

    “La Francia ha minacciato Rumble e ora ha superato la linea rossa arrestando l'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, per la presunta mancata censura del parlato.

    Rumble non sopporterà questo comportamento e lotterà con tutti i mezzi legali per la libertà di espressione, un diritto umano universale. Attualmente stiamo combattendo nei tribunali francesi e speriamo nell'immediato rilascio di Pawel Durow”.

    Fonte: https://de.rt.com/europa/216824-rote-linie-ueberschriten-rumble-chef-verlasst-europa-nach-durows-verhaftung/

    25/08/2024
    https://t.me/c/1399985034/15775
    Il boss di Rumble lascia l'Europa dopo l'arresto di Durov Il fondatore e amministratore delegato del servizio di video hosting Rumble, Chris Pavlovski, si trovava a Parigi al momento dell'arresto di Pavel Durov. Ora è partito per il Canada prima del previsto, ha annunciato domenica su X. “ Sono un po' in ritardo, ma per una buona ragione: ho appena lasciato l'Europa sano e salvo” ha detto Pavlovski. Ha scritto: “La Francia ha minacciato Rumble e ora ha superato la linea rossa arrestando l'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, per la presunta mancata censura del parlato. Rumble non sopporterà questo comportamento e lotterà con tutti i mezzi legali per la libertà di espressione, un diritto umano universale. Attualmente stiamo combattendo nei tribunali francesi e speriamo nell'immediato rilascio di Pawel Durow”. Fonte: https://de.rt.com/europa/216824-rote-linie-ueberschriten-rumble-chef-verlasst-europa-nach-durows-verhaftung/ 25/08/2024 https://t.me/c/1399985034/15775
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  • di Redazione

    La Francia censura Telegram, arrestato il CEO Durov; Carlson: "Ad arrestare chi consente libertà di espressione non è Putin ma Paese Ue filo Usa"

    Pavel Durov sarà sottoposto a carcerazione preventiva per il timore di fuga; accuse di complicità in diversi crimini perché sulla sua piattaforma non avrebbe disposto sistemi di controllo dei contenuti

    https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/636002/la-francia-censura-telegram-arrestato-il-ceo-durov-carlson-ad-arrestare-chi-consente-liberta-di-espressione-non-e-putin-ma-paese-ue-filo-usa-.html
    di Redazione La Francia censura Telegram, arrestato il CEO Durov; Carlson: "Ad arrestare chi consente libertà di espressione non è Putin ma Paese Ue filo Usa" Pavel Durov sarà sottoposto a carcerazione preventiva per il timore di fuga; accuse di complicità in diversi crimini perché sulla sua piattaforma non avrebbe disposto sistemi di controllo dei contenuti https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/636002/la-francia-censura-telegram-arrestato-il-ceo-durov-carlson-ad-arrestare-chi-consente-liberta-di-espressione-non-e-putin-ma-paese-ue-filo-usa-.html
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    La Francia censura Telegram, arrestato il CEO Durov, Carlson: "Ad arrestare chi consente libertà di espressione non è Putin ma Paese Ue filo Usa"
    Pavel Durov sarà sottoposto a carcerazione preventiva per il timore di fuga; accuse di complicità in diversi crimini perché sulla sua piattaforma nonavrebbe disposto sistemi di controllo dei contenuti
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  • CENSURA EUROPEA - ARRESTATO DUROV FONDATORE DI TELEGRAM

    Ecco in azione il democratico atto Legislativo Europeo "Digital Service Act". Se non censuri, in più sei russo, TI ARRESTANO.

    Giorno dopo giorno la dittatura tecnologica diventa sempre più estrema. Se non agiamo subito con una sana ribellione presto sarà troppo tardi.

    Vi rammento che in Francia basta che un medico osi criticare un trattamento sanitario come il vaccino per essere arrestato.

    Aprite gli occhi adesso altrimenti sarà troppo tardi e non potrete più uscire dalla gabbia digitale che vi stanno costruendo intorno.

    Guardate tutte le telecamere che stanno installando nelle città. Pensate che servono per la vostra sicurezza o per controllare le masse?

    Se il governo avesse a cuore la sicurezza pubblica manderebbe la polizia antisommossa a ripulire le città dai veri criminali e invece la usa per manganellare i manifestanti pacifici.

    Ugo Rossi - Consigliere Comunale Trieste e Portavoce di INSIEME LIBERI

    👉🏻UNISCITI: Fonte: https://t.me/ugorossiecoing
    CENSURA EUROPEA - ARRESTATO DUROV FONDATORE DI TELEGRAM Ecco in azione il democratico atto Legislativo Europeo "Digital Service Act". Se non censuri, in più sei russo, TI ARRESTANO. Giorno dopo giorno la dittatura tecnologica diventa sempre più estrema. Se non agiamo subito con una sana ribellione presto sarà troppo tardi. Vi rammento che in Francia basta che un medico osi criticare un trattamento sanitario come il vaccino per essere arrestato. Aprite gli occhi adesso altrimenti sarà troppo tardi e non potrete più uscire dalla gabbia digitale che vi stanno costruendo intorno. Guardate tutte le telecamere che stanno installando nelle città. Pensate che servono per la vostra sicurezza o per controllare le masse? Se il governo avesse a cuore la sicurezza pubblica manderebbe la polizia antisommossa a ripulire le città dai veri criminali e invece la usa per manganellare i manifestanti pacifici. Ugo Rossi - Consigliere Comunale Trieste e Portavoce di INSIEME LIBERI 👉🏻UNISCITI: Fonte: https://t.me/ugorossiecoing
    T.ME
    eco ing. Ugo Rossi
    Consigliere Comunale di Trieste e Portavoce di Insieme Liberi. Eco ingegnere libero professionista. Cittadino attivo impegnato per la libertà ed i diritti di tutti gli esseri viventi. sogna un mondo basato sulla felicità e lavora per costruirlo.
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  • QUESTO È SCANDALOSO!!!

    SCRITTI BELLICI
    Il caso Durov
    Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.”
    Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA).
    In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro:
    fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti;
    collaborare con le autorità nazionali se richiesto;
    denunciare i reati.
    Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame):

    condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online;
    collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze;
    prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.
    In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.”
    Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso:
    In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
    I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti
    1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.”
    2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
    3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.”
    Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali.
    Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali.
    Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto.
    Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA.
    Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.”
    Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto.
    Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura.
    Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi.
    Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024


    Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
    QUESTO È SCANDALOSO!!! SCRITTI BELLICI Il caso Durov Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.” Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA). In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro: fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti; collaborare con le autorità nazionali se richiesto; denunciare i reati. Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame): condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online; collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze; prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale. In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.” Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso: In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti 1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.” 2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” 3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.” Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali. Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali. Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto. Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA. Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.” Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto. Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura. Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi. Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024 Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
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