• L'International Boxing Association (IBA) ritiene opportuno affrontare le recenti dichiarazioni dei media riguardanti gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif, in particolare per quanto riguarda la loro partecipazione ai Giochi olimpici di Parigi 2024.

    Desideriamo fare le seguenti osservazioni a riguardo:

    Il 24 marzo 2023, l'IBA ha squalificato gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif dagli IBA Women's World Boxing Championships di Nuova Delhi 2023. Questa squalifica è stata il risultato del loro mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per la partecipazione alla competizione femminile, come stabilito nei regolamenti IBA. Questa decisione, presa dopo un'attenta revisione, è stata estremamente importante e necessaria per mantenere il livello di correttezza e la massima integrità della competizione.

    Da notare che gli atleti non sono stati sottoposti a un esame del testosterone, ma sono stati sottoposti a un test separato e riconosciuto, i cui dettagli rimangono riservati. Questo test ha indicato in modo conclusivo che entrambe le atlete non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti e sono state ritenute avere vantaggi competitivi rispetto alle altre atlete.

    La decisione presa dall'IBA il 24 marzo 2023 è stata successivamente ratificata dal Consiglio di amministrazione dell'IBA il 25 marzo 2023. Il verbale ufficiale di questa decisione è disponibile sul sito Web dell'IBA.

    La squalifica si basava su due test condotti su entrambe le atlete come segue:

    Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Istanbul 2022.
    Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Nuova Delhi 2023.

    Per chiarezza.

    Lin Yu-ting non ha presentato ricorso contro la decisione dell'IBA alla Corte arbitrale dello sport (CAS), rendendo così la decisione legalmente vincolante.
    Imane Khelif ha inizialmente presentato ricorso contro la decisione al CAS, ma ha ritirato il ricorso durante il processo, rendendo anche lei la decisione dell'IBA legalmente vincolante. I nostri comitati hanno esaminato e approvato rigorosamente la decisione presa durante i Campionati del mondo. Mentre l'IBA rimane impegnata a garantire l'equità competitiva in tutti i nostri eventi, esprimiamo preoccupazione per l'applicazione incoerente dei criteri di ammissibilità da parte di altre organizzazioni sportive, comprese quelle che supervisionano i Giochi olimpici. Le diverse normative del CIO su queste questioni, in cui l'IBA non è coinvolta, sollevano seri interrogativi sia sull'equità competitiva che sulla sicurezza degli atleti.

    Per chiarimenti sul motivo per cui il CIO consente agli atleti con vantaggi competitivi di competere nei propri eventi, invitiamo le parti interessate a cercare risposte direttamente dal CIO.

    Cordiali saluti,

    International Boxing Association

    https://www.iba.sport/news/statement-made-by-the-international-boxing-association-regarding-athletes-disqualifications-in-world-boxing-championships-2023/?fbclid=IwY2xjawEdSG1leHRuA2FlbQIxMQABHXEdVVSNEEor82OeysdLqhUb6xdtl24MOq34DfVJaWUKBGBTS5Hes7n5Mg_aem_Ld-HxiymIK_4DLcl2-uGTA
    L'International Boxing Association (IBA) ritiene opportuno affrontare le recenti dichiarazioni dei media riguardanti gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif, in particolare per quanto riguarda la loro partecipazione ai Giochi olimpici di Parigi 2024. Desideriamo fare le seguenti osservazioni a riguardo: Il 24 marzo 2023, l'IBA ha squalificato gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif dagli IBA Women's World Boxing Championships di Nuova Delhi 2023. Questa squalifica è stata il risultato del loro mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per la partecipazione alla competizione femminile, come stabilito nei regolamenti IBA. Questa decisione, presa dopo un'attenta revisione, è stata estremamente importante e necessaria per mantenere il livello di correttezza e la massima integrità della competizione. Da notare che gli atleti non sono stati sottoposti a un esame del testosterone, ma sono stati sottoposti a un test separato e riconosciuto, i cui dettagli rimangono riservati. Questo test ha indicato in modo conclusivo che entrambe le atlete non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti e sono state ritenute avere vantaggi competitivi rispetto alle altre atlete. La decisione presa dall'IBA il 24 marzo 2023 è stata successivamente ratificata dal Consiglio di amministrazione dell'IBA il 25 marzo 2023. Il verbale ufficiale di questa decisione è disponibile sul sito Web dell'IBA. La squalifica si basava su due test condotti su entrambe le atlete come segue: Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Istanbul 2022. Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Nuova Delhi 2023. Per chiarezza. Lin Yu-ting non ha presentato ricorso contro la decisione dell'IBA alla Corte arbitrale dello sport (CAS), rendendo così la decisione legalmente vincolante. Imane Khelif ha inizialmente presentato ricorso contro la decisione al CAS, ma ha ritirato il ricorso durante il processo, rendendo anche lei la decisione dell'IBA legalmente vincolante. I nostri comitati hanno esaminato e approvato rigorosamente la decisione presa durante i Campionati del mondo. Mentre l'IBA rimane impegnata a garantire l'equità competitiva in tutti i nostri eventi, esprimiamo preoccupazione per l'applicazione incoerente dei criteri di ammissibilità da parte di altre organizzazioni sportive, comprese quelle che supervisionano i Giochi olimpici. Le diverse normative del CIO su queste questioni, in cui l'IBA non è coinvolta, sollevano seri interrogativi sia sull'equità competitiva che sulla sicurezza degli atleti. Per chiarimenti sul motivo per cui il CIO consente agli atleti con vantaggi competitivi di competere nei propri eventi, invitiamo le parti interessate a cercare risposte direttamente dal CIO. Cordiali saluti, International Boxing Association https://www.iba.sport/news/statement-made-by-the-international-boxing-association-regarding-athletes-disqualifications-in-world-boxing-championships-2023/?fbclid=IwY2xjawEdSG1leHRuA2FlbQIxMQABHXEdVVSNEEor82OeysdLqhUb6xdtl24MOq34DfVJaWUKBGBTS5Hes7n5Mg_aem_Ld-HxiymIK_4DLcl2-uGTA
    WWW.IBA.SPORT
    Statement made by the International Boxing Association regarding Athletes Disqualifications in World Boxing Championships 2023
    As stated, the International Boxing Association (IBA) feels it appropriate at this prevalent time, to address recent media statements regarding those athletes Lin Yu-ting and Imane Khelif, particularly regarding their participation in the Paris Olympic Games 2024. We wish to make ...
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  • Von der Leyen intercettata risponde sullo Pfizergate - “L’esatto opposto di ciò che dice Speranza”

    https://dituttoedipiu.altervista.org/il-mistero-dei-messaggi-scomparsi-von-der-leyen-risponde-sul-pfizergate/

    #VonDerLeyen #Pfizergate #Speranza #Politica #UE #Vaccini #Scandalo #Comunicazione #MessaggiScomparsi #SalutePubblica #Corruzione #Covid19 #CommissioneEuropea #Trasparenza #Indagine #Giornalismo #Risposte #Mistero #Interrogativi #Critiche #Controversie #Denunce #Rivelazioni #Opacità #Investigazione #Sanità #UnioneEuropea #Fatti #Scoperte
    Von der Leyen intercettata risponde sullo Pfizergate - “L’esatto opposto di ciò che dice Speranza” https://dituttoedipiu.altervista.org/il-mistero-dei-messaggi-scomparsi-von-der-leyen-risponde-sul-pfizergate/ #VonDerLeyen #Pfizergate #Speranza #Politica #UE #Vaccini #Scandalo #Comunicazione #MessaggiScomparsi #SalutePubblica #Corruzione #Covid19 #CommissioneEuropea #Trasparenza #Indagine #Giornalismo #Risposte #Mistero #Interrogativi #Critiche #Controversie #Denunce #Rivelazioni #Opacità #Investigazione #Sanità #UnioneEuropea #Fatti #Scoperte
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    Il mistero dei messaggi scomparsi: Von der Leyen risponde sul Pfizergate -
    Nel cuore dell'Europa, l'ombra del Pfizergate continua a gettare un'ombra impenetrabile sui corridoi del potere. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, è stata
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  • Nell'arena politica europea, la Direttiva "Casa Green" emerge come un'ombra minacciosa, sollevando interrogativi sui costi e le conseguenze di una politica ambientale ambiziosa. Approvata nonostante l'opposizione dell'Italia, la direttiva promette riduzioni delle emissioni a fronte di investimenti finanziari massicci, alimentando il dibattito sull'efficacia e la sostenibilità delle politiche climatiche.

    https://dituttoedipiu.altervista.org/casa-green-una-direttiva-che-sara-un-costoso-disastro-di-cui-pagheremo-tutti-il-conto/
    Nell'arena politica europea, la Direttiva "Casa Green" emerge come un'ombra minacciosa, sollevando interrogativi sui costi e le conseguenze di una politica ambientale ambiziosa. Approvata nonostante l'opposizione dell'Italia, la direttiva promette riduzioni delle emissioni a fronte di investimenti finanziari massicci, alimentando il dibattito sull'efficacia e la sostenibilità delle politiche climatiche. https://dituttoedipiu.altervista.org/casa-green-una-direttiva-che-sara-un-costoso-disastro-di-cui-pagheremo-tutti-il-conto/
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    “Casa green”: una direttiva che sarà un costoso disastro, di cui - D TUTT
    Il Consiglio fa passare, con il voto contrario dell’Italia, la direttiva Casa Green. Costerà centinaia di miliardi per avere riduzioni minime delle emissioni, ma questo vuole il credo assoluto del ca
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  • De Donno: una tragica fine, un'eredità morale immensa

    Due anni fa, nel tardo pomeriggio del 27 luglio 2021, veniva trovato impiccato nella sua abitazione un grande medico, il dottor Giuseppe De Donno. Era diventato celebre per le sue battaglie pro terapia del plasma contro la Covid-19 e per aver salvato tanti malati gravi quando ancora si era nella fase critica dell'emergenza, quando gli ospedali erano pieni di pazienti gravi e le terapie intensive al collasso.
    Insieme al suo gruppo di lavoro utilizzò il plasma convalescente per trattare i malati e salvò molte persone. TUTTAVIA, non fu ascoltato. Anzi fu attaccato e denigrato. Il Ministero della Salute gli tolse la sperimentazione per darla a Pisa, che in realtà non aveva alcuna esperienza in questo campo, dopodiché la sua terapia fu bocciata da AIFA e ISS.
    Amareggiato De Donno cambiò vita e, da primario di pneumologia del Poma di Mantova, scelse di tornare a fare il medico di Medicina Generale a Porto Mantovano. Dopo poco, però, è stato ritrovato morto.

    Subito i media hanno parlato di suicidio, in realtà rimangono aperti molti interrogativi e in tanti pensano che sia impossibile che si sia tolto la vita.
    Anche perché era profondamente religioso e legatissimo ai suoi familiari ai quali non avrebbe lasciato neppure un biglietto. E anche alcuni dei suoi amici più intimi hanno raccontato, sgomenti, che non c'erano stati segnali che potessero far pensare a un gesto estremo e che, anzi, l'avevano visto finalmente sereno negli ultimi giorni con il nuovo lavoro di medico di base.

    Coincidenza, è venuto a mancare proprio alla vigilia dell'arrivo delle cure con gli anticorpi monoclonali, farmaci cari, a differenza del plasma convalescente (che non ha limiti di brevetto ed è poco costoso da produrre poiché molti singoli donatori possono fornire più unità). De Donno aveva, sì, trovato una soluzione, ma che avrebbe inevitabilmente frenato il mercato degli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 (che sono diventati disponibili a partire dal 7 agosto 2021, guarda caso una settimana dopo la sua morte).
    Inoltre aveva messo in dubbio la vaccinazione che era stata avviata su scala mondiale a fine dicembre 2020 (riguardo questo aveva anche scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza ponendo domande ben precise e manifestando dubbi in merito al profilo di sicurezza di quei farmaci approvati in così poco tempo).

    Fino al giorno della sua tragica fine, il 27 luglio di 2 anni fa, il Dottor Giuseppe De Donno ha continuato a svolgere la sua professione con grande dedizione e a difendere la validità della cura con il plasma iperimmune.
    FA MALE, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE, ripensare a tutto ciò che è accaduto e si stringe il cuore nel rivedere L'ULTIMA INTERVISTA di questo medico che dichiarava di essere "orgogliosamente figlio di un carabiniere" e di avere "la trasparenza come punto di riferimento della vita"-
    Di questo servizio, realizzato dalle Iene, sono da scalfire in eterno nella mente gli ultimi minuti, in particolare i due minuti che vanno dal minuto 6.54 al minuto 8.54: mostrano un uomo che, con i suoi occhi al limite delle lacrime, con il suo sorriso tanto buono quanto amaro, con le sue mezze parole e i suoi penetranti silenzi, fa capire tante cose:



    https://www.iene.mediaset.it/video/plasma-iperimmune-de-donno-aveva-ragione_1136534.shtml

    #dedonno
    #plasmaiperimmune
    #dottordedonno
    #dedonnoeroe
    De Donno: una tragica fine, un'eredità morale immensa Due anni fa, nel tardo pomeriggio del 27 luglio 2021, veniva trovato impiccato nella sua abitazione un grande medico, il dottor Giuseppe De Donno. Era diventato celebre per le sue battaglie pro terapia del plasma contro la Covid-19 e per aver salvato tanti malati gravi quando ancora si era nella fase critica dell'emergenza, quando gli ospedali erano pieni di pazienti gravi e le terapie intensive al collasso. Insieme al suo gruppo di lavoro utilizzò il plasma convalescente per trattare i malati e salvò molte persone. TUTTAVIA, non fu ascoltato. Anzi fu attaccato e denigrato. Il Ministero della Salute gli tolse la sperimentazione per darla a Pisa, che in realtà non aveva alcuna esperienza in questo campo, dopodiché la sua terapia fu bocciata da AIFA e ISS. Amareggiato De Donno cambiò vita e, da primario di pneumologia del Poma di Mantova, scelse di tornare a fare il medico di Medicina Generale a Porto Mantovano. Dopo poco, però, è stato ritrovato morto. Subito i media hanno parlato di suicidio, in realtà rimangono aperti molti interrogativi e in tanti pensano che sia impossibile che si sia tolto la vita. Anche perché era profondamente religioso e legatissimo ai suoi familiari ai quali non avrebbe lasciato neppure un biglietto. E anche alcuni dei suoi amici più intimi hanno raccontato, sgomenti, che non c'erano stati segnali che potessero far pensare a un gesto estremo e che, anzi, l'avevano visto finalmente sereno negli ultimi giorni con il nuovo lavoro di medico di base. Coincidenza, è venuto a mancare proprio alla vigilia dell'arrivo delle cure con gli anticorpi monoclonali, farmaci cari, a differenza del plasma convalescente (che non ha limiti di brevetto ed è poco costoso da produrre poiché molti singoli donatori possono fornire più unità). De Donno aveva, sì, trovato una soluzione, ma che avrebbe inevitabilmente frenato il mercato degli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 (che sono diventati disponibili a partire dal 7 agosto 2021, guarda caso una settimana dopo la sua morte). Inoltre aveva messo in dubbio la vaccinazione che era stata avviata su scala mondiale a fine dicembre 2020 (riguardo questo aveva anche scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza ponendo domande ben precise e manifestando dubbi in merito al profilo di sicurezza di quei farmaci approvati in così poco tempo). Fino al giorno della sua tragica fine, il 27 luglio di 2 anni fa, il Dottor Giuseppe De Donno ha continuato a svolgere la sua professione con grande dedizione e a difendere la validità della cura con il plasma iperimmune. FA MALE, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE, ripensare a tutto ciò che è accaduto e si stringe il cuore nel rivedere L'ULTIMA INTERVISTA di questo medico che dichiarava di essere "orgogliosamente figlio di un carabiniere" e di avere "la trasparenza come punto di riferimento della vita"- Di questo servizio, realizzato dalle Iene, sono da scalfire in eterno nella mente gli ultimi minuti, in particolare i due minuti che vanno dal minuto 6.54 al minuto 8.54: mostrano un uomo che, con i suoi occhi al limite delle lacrime, con il suo sorriso tanto buono quanto amaro, con le sue mezze parole e i suoi penetranti silenzi, fa capire tante cose: ⬇️ ⬇️ ⬇️ https://www.iene.mediaset.it/video/plasma-iperimmune-de-donno-aveva-ragione_1136534.shtml #dedonno #plasmaiperimmune #dottordedonno #dedonnoeroe
    WWW.IENE.MEDIASET.IT
    Plasma iperimmune, De Donno aveva ragione - Le Iene
    Con Alessandro Politi e Marco Fubini vogliamo rendere giustizia a Giuseppe De Donno, che 8 mesi si è tolto la vita. Nel 2020 aveva lavorato al primo studio occidentale sull'uso del plasma iperimmune dei convalescenti contro il Covid. La gran parte della comunità scientifica non lo riteneva valido, oggi uno studio molto autorevole sostiene invece che funziona. Le Iene puntata del 13 aprile
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