• In Germania ci sono giudici che non hanno smesso di adempiere il loro dovere: accertare la VERITÀ MATERIALE! Le decisioni di rigetto (per infondatezza o manifesta infondatezza della questione sollevata) della Corte Costituzionale hanno solo efficacia inter partes, cioè nel processo in cui sono state sollevate
    È un concetto fondamentale che dovrebbe essere chiaro ad ogni laureato in giurisprudenza, ma che - sorprendentemente - nelle aule giudiziarie italiane nei processi riguardanti l’obbligo “vaccinale”-Covid-19 è evaporizzato.
    E, dunque, tranne rare eccezioni, la magistratura italiana - in clamorosa violazione dell’obbligo dell’accertamento della VERITÀ MATERIALE (art. 24 e 101 Cost.) nell’ambito del suo dovere di indagare sulla base di quanto è stato esposto/denunciato e documentato nel processo (art. 112 Cost.), si trincea dietro alle decisioni della Corte Costituzionale che evidentemente sono basate su presupposti fattuali fasulli e fortemente condizionate da questioni di legittimità sollevate purtroppo anche in modo del tutto contraddittorio.
    Le decisioni della Consulta di rigetto hanno una mera efficacia inter partes nel rispettivo procedimento in cui le questioni erano state sollevate!
    Mentre le sentenze di accoglimento sono decisioni di accertamento, alle quali la Costituzione ricollega effetti generali sotto certi aspetti costitutivi – perché la legge viene definitivamente e irrimediabilmente eliminata dall’ordinamento -, l’efficacia delle sentenze di rigetto è totalmente diversa, non contenendo alcuna certificazione dello status di conformità della legge alla Costituzione.
    La pronuncia di rigetto, quindi, non impedisce che la stessa questione venga in futuro risollevata.
    Le decisioni di rigetto non obbligano in alcun modo la magistratura innanzitutto per quanto riguarda il loro contenuto riferito agli asseriti “fatti” presupposti (presunta efficacia e sicurezza e presunta natura non sperimentale dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19), sui quali si poggiano le erronee decisioni della Consulta. Sono tali asseriti “fatti” che inficiano alla radice la fondatezza delle decisioni della Consulta e, dunque, l’autorevolezza e la legittimità costituzionale delle sentenze della Consulta.
    È necessario che la magistratura del merito adempi innanzitutto al suo obbligo di un’accurato accertamento della VERITÀ MATERIALE prima di mandare nuove questioni di legittimità alla Consulta.
    E poi, ci sono in Italia tanti contenziosi pendenti, in cui per una serie di motivi, i ricorsi presentati dai cittadini potrebbero essere accolti senza alcuna necessità di sollevare nuovamente questione di legittimità costituzionale - e ciò sempre però sulla base di un accurato (e non a priori dogmaticamente escluso) accertamento della VERITÀ MATERIALE.
    Il Tribunale Amministrativo di Osnabrück, presieduto dal suo autorevole presidente, ha dato a tutti gli osservatori del processo un’impressionante conferma che c’è una magistratura in Europa che sa fare il suo mestiere e non ha dimenticato il testo sul quale ha prestato giuramento all’atto dell’ affidamento dell’incarico fondamentale per la sopravvivenza delle Stato di Diritto e, dunque, della Democrazia.
    ‼️In Germania ci sono giudici che non hanno smesso di adempiere il loro dovere: accertare la VERITÀ MATERIALE! Le decisioni di rigetto (per infondatezza o manifesta infondatezza della questione sollevata) della Corte Costituzionale hanno solo efficacia inter partes, cioè nel processo in cui sono state sollevate‼️ È un concetto fondamentale che dovrebbe essere chiaro ad ogni laureato in giurisprudenza, ma che - sorprendentemente - nelle aule giudiziarie italiane nei processi riguardanti l’obbligo “vaccinale”-Covid-19 è evaporizzato. E, dunque, tranne rare eccezioni, la magistratura italiana - in clamorosa violazione dell’obbligo dell’accertamento della VERITÀ MATERIALE (art. 24 e 101 Cost.) nell’ambito del suo dovere di indagare sulla base di quanto è stato esposto/denunciato e documentato nel processo (art. 112 Cost.), si trincea dietro alle decisioni della Corte Costituzionale che evidentemente sono basate su presupposti fattuali fasulli e fortemente condizionate da questioni di legittimità sollevate purtroppo anche in modo del tutto contraddittorio. Le decisioni della Consulta di rigetto hanno una mera efficacia inter partes nel rispettivo procedimento in cui le questioni erano state sollevate! Mentre le sentenze di accoglimento sono decisioni di accertamento, alle quali la Costituzione ricollega effetti generali sotto certi aspetti costitutivi – perché la legge viene definitivamente e irrimediabilmente eliminata dall’ordinamento -, l’efficacia delle sentenze di rigetto è totalmente diversa, non contenendo alcuna certificazione dello status di conformità della legge alla Costituzione. La pronuncia di rigetto, quindi, non impedisce che la stessa questione venga in futuro risollevata. Le decisioni di rigetto non obbligano in alcun modo la magistratura innanzitutto per quanto riguarda il loro contenuto riferito agli asseriti “fatti” presupposti (presunta efficacia e sicurezza e presunta natura non sperimentale dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19), sui quali si poggiano le erronee decisioni della Consulta. Sono tali asseriti “fatti” che inficiano alla radice la fondatezza delle decisioni della Consulta e, dunque, l’autorevolezza e la legittimità costituzionale delle sentenze della Consulta. È necessario che la magistratura del merito adempi innanzitutto al suo obbligo di un’accurato accertamento della VERITÀ MATERIALE prima di mandare nuove questioni di legittimità alla Consulta. E poi, ci sono in Italia tanti contenziosi pendenti, in cui per una serie di motivi, i ricorsi presentati dai cittadini potrebbero essere accolti senza alcuna necessità di sollevare nuovamente questione di legittimità costituzionale - e ciò sempre però sulla base di un accurato (e non a priori dogmaticamente escluso) accertamento della VERITÀ MATERIALE. Il Tribunale Amministrativo di Osnabrück, presieduto dal suo autorevole presidente, ha dato a tutti gli osservatori del processo un’impressionante conferma che c’è una magistratura in Europa che sa fare il suo mestiere e non ha dimenticato il testo sul quale ha prestato giuramento all’atto dell’ affidamento dell’incarico fondamentale per la sopravvivenza delle Stato di Diritto e, dunque, della Democrazia.
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  • QUESTO È SCANDALOSO!!!

    SCRITTI BELLICI
    Il caso Durov
    Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.”
    Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA).
    In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro:
    fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti;
    collaborare con le autorità nazionali se richiesto;
    denunciare i reati.
    Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame):

    condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online;
    collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze;
    prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.
    In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.”
    Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso:
    In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
    I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti
    1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.”
    2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
    3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.”
    Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali.
    Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali.
    Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto.
    Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA.
    Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.”
    Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto.
    Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura.
    Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi.
    Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024


    Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
    QUESTO È SCANDALOSO!!! SCRITTI BELLICI Il caso Durov Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.” Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA). In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro: fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti; collaborare con le autorità nazionali se richiesto; denunciare i reati. Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame): condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online; collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze; prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale. In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.” Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso: In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti 1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.” 2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” 3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.” Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali. Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali. Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto. Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA. Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.” Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto. Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura. Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi. Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024 Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
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  • “Mentre l’attenzione pubblica era distratta da proteste, sommosse e lockdown, BlackRock è improvvisamente emersa dall’ombra diventando la “quarta autorità” che controlla la quantità di denaro stampato dalla banca centrale a seconda delle necessità.

    È Sempre più evidente che il “Great Reset” del World Economic Forum sia una sofisticata operazione di pubbliche relazioni per nascondere le profonde trasformazioni che stanno avvenendo dietro le quinte, ma in pubblico.
    … perché la connessione tra politica monetaria e politica fiscale è: il fascismo.

    La definizione tecnica e storica del “fascismo” non ha molto a che fare con “nazionalisti”, “razzismo” o simili. L’analisi economica è cruciale in quanto il fascismo è essenzialmente una “riorganizzazione dell’economia da parte dello Stato“. Questa è anche la definizione tecnica che Richard Werner, l’economista finanziario britannico più noto, ha dato del “fascismo” – e lo ha fatto in vari forum e libri dal 2014.
    Secondo questa definizione tecnica e storicamente fondata, il “fascismo” nel XXI secolo comporta la fine della “divisione istituzionale del potere” (vedi sopra) e il dominio di attori privati (nella fattispecie BlackRock) nel finanziamento delle attività politiche e private attraverso la “coordinazione politica” tra governi, banche centrali e il settore finanziario privato.”

    https://newsacademy.it/geopolitica/2023/09/13/dietro-le-quinte-del-teatro-del-great-reset-si-nasconde-loperazione-going-direct-di-blackrock/
    “Mentre l’attenzione pubblica era distratta da proteste, sommosse e lockdown, BlackRock è improvvisamente emersa dall’ombra diventando la “quarta autorità” che controlla la quantità di denaro stampato dalla banca centrale a seconda delle necessità. È Sempre più evidente che il “Great Reset” del World Economic Forum sia una sofisticata operazione di pubbliche relazioni per nascondere le profonde trasformazioni che stanno avvenendo dietro le quinte, ma in pubblico. … perché la connessione tra politica monetaria e politica fiscale è: il fascismo. La definizione tecnica e storica del “fascismo” non ha molto a che fare con “nazionalisti”, “razzismo” o simili. L’analisi economica è cruciale in quanto il fascismo è essenzialmente una “riorganizzazione dell’economia da parte dello Stato“. Questa è anche la definizione tecnica che Richard Werner, l’economista finanziario britannico più noto, ha dato del “fascismo” – e lo ha fatto in vari forum e libri dal 2014. Secondo questa definizione tecnica e storicamente fondata, il “fascismo” nel XXI secolo comporta la fine della “divisione istituzionale del potere” (vedi sopra) e il dominio di attori privati (nella fattispecie BlackRock) nel finanziamento delle attività politiche e private attraverso la “coordinazione politica” tra governi, banche centrali e il settore finanziario privato.” https://newsacademy.it/geopolitica/2023/09/13/dietro-le-quinte-del-teatro-del-great-reset-si-nasconde-loperazione-going-direct-di-blackrock/
    NEWSACADEMY.IT
    DIETRO LE QUINTE DEL TEATRO DEL GREAT RESET SI NASCONDE L’OPERAZIONE “GOING DIRECT” DI BLACKROCK
    Il "Great Reset" del World Economic Forum è sulla bocca di molti critici del globalismo, ma una più attenta analisi rivela che l'agenda proposta da Klaus Schwab è poco più di un'ampia operazione di pubbliche relazioni. Ma a cosa serve? Serve a dare attuazione al piano dei banchieri centrali discusso pubblicamente alla fine di agosto 2019 a Jackson Hole, Wyoming. Questo piano, chiamato "Going Direct", mette fine al mito dell'indipendenza delle banche centrali e rappresenta la conclusione di un lento colpo di Stato finanziario contro le persone.
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  • DA LEGGERE CON ATTENZIONE!
    L‘Italia come nessun altro paese europeo nella morsa dei produttori dei vaccini grazie ad una politica corrotta e/o incapace

    La Lorenzin & Co. nel 2014 hanno venduto e ridotto la popolazione italiana a cavie per i produttori dei vaccini. L’introduzione dell‘obbligo vaccinale pediatrico nel 2017 è stata una tappa importante di questo „patto col diavolo“.
    Poi nel 2020, con la p(l)andemia orchestrata - guarda caso - strumentalizzando proprio l‘Italia tra abuso/uso sistematico al di fuori dei parametri scientifici dei test molecolari, omessa cura tempestiva dei malati ecc., i veri padroni dell‘OMS sino andati all‘attacco globale.
    Nonostante che i cosiddetti „vaccini“-Covid-19 non avessero alcuna efficacia e non fossero stati autorizzati per prevenire la diffusione del virus, e nonostante che non fosse mai stata provata la loro efficacia nella prevenzione della malattia grave e nonostante che queste sostanze sperimentali causino morti e altri gravi effetti collaterali, vengono utilizzati anche dall‘attuale governo per argomentare la necessità di una politica „vaccinale“ incisiva che lotti contro l’esitazione vaccinale e contro quello che definiscono disinformazione.
    Vedi il piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico dell‘attuale governo

    https://drive.google.com/file/d/1YQ8Bss-jz4U6OF2_1WCjSERoaWD89_oe/view?usp=drivesdk

    L‘attuale ministro alla (non-)salute è un bravo esecutore di quanto deciso (insieme a lui) a livello dell‘UE. Vedi qui le conclusioni del Consiglio UE del 29.11.2022

    https://drive.google.com/file/d/1yb-nNDWNy6wD-bySL_nrKGpLoyQTHiUR/view?usp=drivesdk

    Con l‘AGENDA EUROPEA DI IMMUNIZZAZIONE 2030 (elaborata dall‘OMS sotto la guida di GAVI, e cioè dell’associazione dei produttori dei vaccini) la morsa in cui noi cittadini italiani - grazie a una politica/a politici nazionale/i corrotti e/o incapaci ci troviamo, sta aumentando nel suo livello.


    https://drive.google.com/file/d/16JKutdnFWqsafD4DANJK5ravX6dHFWZa/view?usp=drivesdk

    Fino a quando Schillaci & Co. non prendono le distanze in generale dalla somministrazione in campagne „vaccinali“ di prodotti sperimentali a base genica e dall‘imposizione di un trattamento folle dei nostri bambini con 10 vaccini, la cui efficacia e sicurezza non è mai stata dimostrata con veri studi clinici (e cioè con studi clinici con veri gruppi di controllo), dobbiamo partire dal presupposto che Schillaci & Co. aspirino al premio per il „immunization champion“ e „vaccine hero“, messo in palio da GAVI & Co. pubblicamente nell‘Agenda Europea di immunizzazione 2030! In realtà la corruzione è ufficializzata … basta leggere con attenzione.
    Dunque: insistiamo nella richiesta della TRASPARENZA che è il miglior modo per ufficializzare la responsabilità di chi continua a ridurci a cavia di big pharma. E lo facciamo in prima linea per tutelare i nostri figli.


    https://drive.google.com/file/d/16Y5cviOE9YDcO7jG5rlM7EyMYbKccExq/view?usp=drivesdk


    https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true

    Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1811627393687155076?t=A1S_MyFa30HTROPfcPSEJA&s=19
    DA LEGGERE CON ATTENZIONE! ‼️L‘Italia come nessun altro paese europeo nella morsa dei produttori dei vaccini grazie ad una politica corrotta e/o incapace‼️ La Lorenzin & Co. nel 2014 hanno venduto e ridotto la popolazione italiana a cavie per i produttori dei vaccini. L’introduzione dell‘obbligo vaccinale pediatrico nel 2017 è stata una tappa importante di questo „patto col diavolo“. Poi nel 2020, con la p(l)andemia orchestrata - guarda caso - strumentalizzando proprio l‘Italia tra abuso/uso sistematico al di fuori dei parametri scientifici dei test molecolari, omessa cura tempestiva dei malati ecc., i veri padroni dell‘OMS sino andati all‘attacco globale. Nonostante che i cosiddetti „vaccini“-Covid-19 non avessero alcuna efficacia e non fossero stati autorizzati per prevenire la diffusione del virus, e nonostante che non fosse mai stata provata la loro efficacia nella prevenzione della malattia grave e nonostante che queste sostanze sperimentali causino morti e altri gravi effetti collaterali, vengono utilizzati anche dall‘attuale governo per argomentare la necessità di una politica „vaccinale“ incisiva che lotti contro l’esitazione vaccinale e contro quello che definiscono disinformazione. Vedi il piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico dell‘attuale governo 👇👇👇 https://drive.google.com/file/d/1YQ8Bss-jz4U6OF2_1WCjSERoaWD89_oe/view?usp=drivesdk L‘attuale ministro alla (non-)salute è un bravo esecutore di quanto deciso (insieme a lui) a livello dell‘UE. Vedi qui le conclusioni del Consiglio UE del 29.11.2022 👇👇👇 https://drive.google.com/file/d/1yb-nNDWNy6wD-bySL_nrKGpLoyQTHiUR/view?usp=drivesdk Con l‘AGENDA EUROPEA DI IMMUNIZZAZIONE 2030 (elaborata dall‘OMS sotto la guida di GAVI, e cioè dell’associazione dei produttori dei vaccini) la morsa in cui noi cittadini italiani - grazie a una politica/a politici nazionale/i corrotti e/o incapaci ci troviamo, sta aumentando nel suo livello. 👇👇👇 https://drive.google.com/file/d/16JKutdnFWqsafD4DANJK5ravX6dHFWZa/view?usp=drivesdk Fino a quando Schillaci & Co. non prendono le distanze in generale dalla somministrazione in campagne „vaccinali“ di prodotti sperimentali a base genica e dall‘imposizione di un trattamento folle dei nostri bambini con 10 vaccini, la cui efficacia e sicurezza non è mai stata dimostrata con veri studi clinici (e cioè con studi clinici con veri gruppi di controllo), dobbiamo partire dal presupposto che Schillaci & Co. aspirino al premio per il „immunization champion“ e „vaccine hero“, messo in palio da GAVI & Co. pubblicamente nell‘Agenda Europea di immunizzazione 2030! In realtà la corruzione è ufficializzata … basta leggere con attenzione. Dunque: insistiamo nella richiesta della TRASPARENZA che è il miglior modo per ufficializzare la responsabilità di chi continua a ridurci a cavia di big pharma. E lo facciamo in prima linea per tutelare i nostri figli. 👇👇👇 https://drive.google.com/file/d/16Y5cviOE9YDcO7jG5rlM7EyMYbKccExq/view?usp=drivesdk 👇👇👇 https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1811627393687155076?t=A1S_MyFa30HTROPfcPSEJA&s=19
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  • SECONDO UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLE AUTOPSIE NEI DECESSI POST VACCINAZIONE COVID-19, "IL 73,9% DEI DECESSI CAUSATO DIRETTAMENTE O ASSOCIATO ALLA VACCINAZIONE COVID-19"
    Punti salienti
    • Abbiamo scoperto che la vaccinazione COVID-19 è stata direttamente la causa o ha contribuito in modo significativo al 73,9% dei decessi.
    • I nostri dati suggeriscono un’alta probabilità di un nesso causale tra la vaccinazione contro il COVID-19 e il decesso.
    • Questi risultati indicano l’urgente necessità di chiarire i meccanismi fisiopatologici della morte con l’obiettivo di stratificare il rischio ed evitare la morte per il gran numero di individui che hanno assunto o riceveranno uno o più vaccini COVID-19 in futuro.
    • Questa revisione aiuta a fornire alla comunità medica e forense una migliore comprensione degli eventi avversi fatali del vaccino COVID-19.

    Riassunto
    Il rapido sviluppo dei vaccini contro il COVID-19, combinato con un elevato numero di segnalazioni di eventi avversi, ha portato a preoccupazioni sui possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica delle nanoparticelle lipidiche (LNP) e dell'mRNA, il danno tissutale associato alla proteina Spike, la trombogenicità, la disfunzione del sistema immunitario e la cancerogenicità. Lo scopo di questa revisione sistematica è indagare i possibili collegamenti causali tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e la morte utilizzando autopsie e analisi post mortem.

    Conclusioni
    La coerenza osservata tra i casi in questa revisione con i meccanismi noti di lesioni e morte del vaccino COVID-19, insieme alla conferma dell’autopsia da parte del giudizio medico, suggerisce che esiste un’alta probabilità di un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e la morte. Sono necessari ulteriori accertamenti urgenti per fare chiarezza.
    Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0379073824001968

    Fonte: Segui Giubbe Rosse
    SECONDO UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLE AUTOPSIE NEI DECESSI POST VACCINAZIONE COVID-19, "IL 73,9% DEI DECESSI CAUSATO DIRETTAMENTE O ASSOCIATO ALLA VACCINAZIONE COVID-19" Punti salienti • Abbiamo scoperto che la vaccinazione COVID-19 è stata direttamente la causa o ha contribuito in modo significativo al 73,9% dei decessi. • I nostri dati suggeriscono un’alta probabilità di un nesso causale tra la vaccinazione contro il COVID-19 e il decesso. • Questi risultati indicano l’urgente necessità di chiarire i meccanismi fisiopatologici della morte con l’obiettivo di stratificare il rischio ed evitare la morte per il gran numero di individui che hanno assunto o riceveranno uno o più vaccini COVID-19 in futuro. • Questa revisione aiuta a fornire alla comunità medica e forense una migliore comprensione degli eventi avversi fatali del vaccino COVID-19. Riassunto Il rapido sviluppo dei vaccini contro il COVID-19, combinato con un elevato numero di segnalazioni di eventi avversi, ha portato a preoccupazioni sui possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica delle nanoparticelle lipidiche (LNP) e dell'mRNA, il danno tissutale associato alla proteina Spike, la trombogenicità, la disfunzione del sistema immunitario e la cancerogenicità. Lo scopo di questa revisione sistematica è indagare i possibili collegamenti causali tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e la morte utilizzando autopsie e analisi post mortem. Conclusioni La coerenza osservata tra i casi in questa revisione con i meccanismi noti di lesioni e morte del vaccino COVID-19, insieme alla conferma dell’autopsia da parte del giudizio medico, suggerisce che esiste un’alta probabilità di un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e la morte. Sono necessari ulteriori accertamenti urgenti per fare chiarezza. Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0379073824001968 🟥 Fonte: Segui Giubbe Rosse
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  • Pubblichiamo qui in allegato l'ATLANTE DELL’INFANZIA (A RISCHIO) IN ITALIA - 2023 - A cura di Save the Children - lasciamo a voi le considerazioni ed i commenti sul futuro della scuola e delle nuove generazioni.

    PREFAZIONE

    La pandemia di Covid19 ha segnato un punto di svolta fondamentale della
    nostra epoca. C’è un prima e un dopo su molte cose e, indubbiamente, uno dei
    fattori che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nel corso dei mesi
    del lockdown e in quelli successivi è stata la tecnologia digitale. Anche in
    questo caso, c’è un prima e un dopo, sia nel modo in cui queste tecnologie
    sono state utilizzate, sia nel modo in cui le abbiamo interpretate e vissute.
    In quell’ormai lontano 2020, ci sono stati giorni difficili in cui i nostri computer, i
    tablet e gli smartphone ci hanno tenuti vivi, nel vero senso della parola. Hanno fatto
    sì che la nostra vita procedesse sebbene fossimo segregati in casa, ci hanno permesso il contatto quotidiano con amici e parenti, sebbene mutuato attraverso lo schermo di un PC o di uno smartphone, mentre tutto il resto fuori era fermo.

    Abbiamo fatto aperitivi con gli amici collegati al pc, abbiamo ordinato la spesa, letto
    libri, guardato film, lavorato, studiato. Ma è stato davvero proprio così? O meglio, è
    stato così per tutti? La tecnologia è stata fondamentale per una parte del mondo e
    della società che ne aveva ampio accesso, ma per un’altra fetta di popolazione, a
    tutte le latitudini, questa accelerazione tecnologica ha significato l’emarginazione.
    Coloro che erano già indietro, che non avevano accesso ai dispositivi digitali, si sono
    visti tagliati fuori da ogni genere di attività. Hanno dovuto faticare molto di più per
    poter fruire dei servizi e trovare risposte ai loro bisogni, spesso vitali, in un momento
    in cui ci dicevamo “nessuno deve rimanere indietro”.

    Prima del maggio 2020, secondo un rapporto UNESCO, il 60% dei programmi
    nazionali di apprendimento a distanza si affidava esclusivamente a piattaforme
    connesse a internet, ma quasi mezzo miliardo di giovani – ovvero circa la metà degli
    studenti delle scuole primarie e secondarie di tutto il mondo non
    disponeva di una connessione a casa e veniva così escluso dalla partecipazione.
    Secondo i dati e le indagini citati nel rapporto, nel 2020 negli Stati Uniti, per esempio, un terzo degli
    studenti, dalla scuola dell’infanzia al dodicesimo anno di età, è stato escluso
    dall’istruzione a causa di connessioni a internet o hardware inadeguati. Per quanto
    riguarda i risultati dell’apprendimento degli studenti, secondo i ricercatori
    dell’UNESCO, questi si sono bloccati o sono diminuiti drasticamente quando le
    scuole hanno utilizzato l’edtech (education technology) in sostituzione
    dell’insegnamento in presenza, anche quando i bambini avevano accesso a dispositivi
    digitali e connessioni a internet...

    Neonati allo schermo

    In un mondo fatto di chiaroscuri, gli effetti del digitale sono in parte positivi, in parte negativi,
    ma sull’età evolutiva sembrano prevalere questi ultimi. Eppure, nel nostro Paese sono tanti i
    bambini persino molto piccoli che trascorrono del tempo davanti a uno schermo. I risultati
    della nuova indagine del Sistema di Sorveglianza Bambini 0­2 anni dell’Istituto Superiore di
    Sanità (ISS), presentata a marzo 2023 delinea un quadro preoccupante sotto questo profilo
    1. L’indagine si è svolta tra giugno e ottobre 2022 con interviste in tutte le regioni italiane ad
    eccezione del Molise e della Provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente hanno risposto ai questionari 35.550 mamme con tassi di partecipazione a livello regionale compresi tra l’89,2% e il 98,6%. Un campione, dunque, molto vasto da cui è emerso che in Italia il 22,1% dei bambini di 2­5 mesi passa del tempo davanti a schermi che possono essere tv, computer, tablet o telefoni cellulari.
    Esiste una differenza di esposizione legata al territorio: in particolare si va dal 13,6%
    della Provincia autonoma di Trento al 30,3% riscontrato in Puglia. La maggior parte dei bambini esposti passa meno di un’ora al giorno davanti a uno schermo, ma dall’1,9% (Veneto) al 9,1% (Calabria) vi trascorre almeno 1-­2 ore.
    I livelli di esposizione crescono all’aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-­15 mesi, i bambini che passano almeno 1-­2 ore al giorno davanti a uno schermo diventano una percentuale significativa che varia tra il 6,5% di Trento e il 39,3% della Calabria.
    Se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la
    percentuale di bambine e bambini che ha una esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, vale a dire 1 su 2. In generale, le percentuali sono più alte nelle regioni del Sud.

    Questi risultati hanno spinto l’ISS a fornire indicazioni, in particolare sulla “necessità di informare i genitori ­ e tutti gli adulti che si occupano del bambino ­ dei rischi legati all’uso delle tecnologie audiovisive e digitali in età precoce. Un ruolo importante in questa azione preventiva può essere svolto dagli operatori socio­sanitari e dagli educatori che hanno frequenti contatti con i genitori”.

    Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2019 ha stilato nuove linee guida su
    “attività fisica, comportamento sedentario e sonno” in cui si raccomanda un tempo limite di
    esposizione agli schermi per i bambini fino a 5 anni. In particolare, fino a 2 anni d’età questo
    tempo dovrebbe essere pari a zero, mentre da 2 a 5 anni non dovrebbe superare un’ora al giorno, possibilmente meno. Tra i rischi dello stare davanti a uno schermo vi è quello di favorire comportamenti sedentari che compromettono la salute dei bambini. È stato infatti dimostrato un legame tra l’esposizione agli schermi e l’obesità dovuto a diversi fattori: oltre alla mancanza di movimento, un aumento del consumo di cibo mentre si guarda lo schermo, l’esposizione a pubblicità di cibi e bevande non sane che influenzano le preferenze alimentari dei bambini, la riduzione della durata del sonno...
    Pubblichiamo qui in allegato l'ATLANTE DELL’INFANZIA (A RISCHIO) IN ITALIA - 2023 - A cura di Save the Children - lasciamo a voi le considerazioni ed i commenti sul futuro della scuola e delle nuove generazioni. PREFAZIONE La pandemia di Covid19 ha segnato un punto di svolta fondamentale della nostra epoca. C’è un prima e un dopo su molte cose e, indubbiamente, uno dei fattori che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nel corso dei mesi del lockdown e in quelli successivi è stata la tecnologia digitale. Anche in questo caso, c’è un prima e un dopo, sia nel modo in cui queste tecnologie sono state utilizzate, sia nel modo in cui le abbiamo interpretate e vissute. In quell’ormai lontano 2020, ci sono stati giorni difficili in cui i nostri computer, i tablet e gli smartphone ci hanno tenuti vivi, nel vero senso della parola. Hanno fatto sì che la nostra vita procedesse sebbene fossimo segregati in casa, ci hanno permesso il contatto quotidiano con amici e parenti, sebbene mutuato attraverso lo schermo di un PC o di uno smartphone, mentre tutto il resto fuori era fermo. Abbiamo fatto aperitivi con gli amici collegati al pc, abbiamo ordinato la spesa, letto libri, guardato film, lavorato, studiato. Ma è stato davvero proprio così? O meglio, è stato così per tutti? La tecnologia è stata fondamentale per una parte del mondo e della società che ne aveva ampio accesso, ma per un’altra fetta di popolazione, a tutte le latitudini, questa accelerazione tecnologica ha significato l’emarginazione. Coloro che erano già indietro, che non avevano accesso ai dispositivi digitali, si sono visti tagliati fuori da ogni genere di attività. Hanno dovuto faticare molto di più per poter fruire dei servizi e trovare risposte ai loro bisogni, spesso vitali, in un momento in cui ci dicevamo “nessuno deve rimanere indietro”. Prima del maggio 2020, secondo un rapporto UNESCO, il 60% dei programmi nazionali di apprendimento a distanza si affidava esclusivamente a piattaforme connesse a internet, ma quasi mezzo miliardo di giovani – ovvero circa la metà degli studenti delle scuole primarie e secondarie di tutto il mondo non disponeva di una connessione a casa e veniva così escluso dalla partecipazione. Secondo i dati e le indagini citati nel rapporto, nel 2020 negli Stati Uniti, per esempio, un terzo degli studenti, dalla scuola dell’infanzia al dodicesimo anno di età, è stato escluso dall’istruzione a causa di connessioni a internet o hardware inadeguati. Per quanto riguarda i risultati dell’apprendimento degli studenti, secondo i ricercatori dell’UNESCO, questi si sono bloccati o sono diminuiti drasticamente quando le scuole hanno utilizzato l’edtech (education technology) in sostituzione dell’insegnamento in presenza, anche quando i bambini avevano accesso a dispositivi digitali e connessioni a internet... Neonati allo schermo In un mondo fatto di chiaroscuri, gli effetti del digitale sono in parte positivi, in parte negativi, ma sull’età evolutiva sembrano prevalere questi ultimi. Eppure, nel nostro Paese sono tanti i bambini persino molto piccoli che trascorrono del tempo davanti a uno schermo. I risultati della nuova indagine del Sistema di Sorveglianza Bambini 0­2 anni dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presentata a marzo 2023 delinea un quadro preoccupante sotto questo profilo 1. L’indagine si è svolta tra giugno e ottobre 2022 con interviste in tutte le regioni italiane ad eccezione del Molise e della Provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente hanno risposto ai questionari 35.550 mamme con tassi di partecipazione a livello regionale compresi tra l’89,2% e il 98,6%. Un campione, dunque, molto vasto da cui è emerso che in Italia il 22,1% dei bambini di 2­5 mesi passa del tempo davanti a schermi che possono essere tv, computer, tablet o telefoni cellulari. Esiste una differenza di esposizione legata al territorio: in particolare si va dal 13,6% della Provincia autonoma di Trento al 30,3% riscontrato in Puglia. La maggior parte dei bambini esposti passa meno di un’ora al giorno davanti a uno schermo, ma dall’1,9% (Veneto) al 9,1% (Calabria) vi trascorre almeno 1-­2 ore. I livelli di esposizione crescono all’aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-­15 mesi, i bambini che passano almeno 1-­2 ore al giorno davanti a uno schermo diventano una percentuale significativa che varia tra il 6,5% di Trento e il 39,3% della Calabria. Se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la percentuale di bambine e bambini che ha una esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, vale a dire 1 su 2. In generale, le percentuali sono più alte nelle regioni del Sud. Questi risultati hanno spinto l’ISS a fornire indicazioni, in particolare sulla “necessità di informare i genitori ­ e tutti gli adulti che si occupano del bambino ­ dei rischi legati all’uso delle tecnologie audiovisive e digitali in età precoce. Un ruolo importante in questa azione preventiva può essere svolto dagli operatori socio­sanitari e dagli educatori che hanno frequenti contatti con i genitori”. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2019 ha stilato nuove linee guida su “attività fisica, comportamento sedentario e sonno” in cui si raccomanda un tempo limite di esposizione agli schermi per i bambini fino a 5 anni. In particolare, fino a 2 anni d’età questo tempo dovrebbe essere pari a zero, mentre da 2 a 5 anni non dovrebbe superare un’ora al giorno, possibilmente meno. Tra i rischi dello stare davanti a uno schermo vi è quello di favorire comportamenti sedentari che compromettono la salute dei bambini. È stato infatti dimostrato un legame tra l’esposizione agli schermi e l’obesità dovuto a diversi fattori: oltre alla mancanza di movimento, un aumento del consumo di cibo mentre si guarda lo schermo, l’esposizione a pubblicità di cibi e bevande non sane che influenzano le preferenze alimentari dei bambini, la riduzione della durata del sonno...
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  • Massima attenzione all’operato dell’UE e del governo italiano - l’UE già a novembre 2022 ha implementato anticipatamente parti essenziali delle modifiche al RSI e del Trattato Pandemico per i quali Tedros & Co. spingono

    Come già ieri sera da me evidenziato, l’intervento del delegato belga - che all’Assemblea Mondiale della Sanità in corso a Ginevra ricopre anche il ruolo di rappresentante dell’UE e degli Stati membri, in quanto Stati membri dell’UE (e, dunque anche dell’Italia … ) - ha confermato che l’Unione Europea e, dunque i governi degli Stati membri - continuano a riconoscere:
    - la LEADERSHIP DELL’OMS
    - l’asserita necessità di una forte e sistematica LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE E MISINFORMAZIONE (… ovviamente intesa come lotta alle voci critiche nei confronti dell’operato dell’OMS e dell’UE)
    - l’adozione dei pericolosissimi principi (perché si prestano a politiche segnate da disumano totalitarismo) del ONE HEALTH e HEALTH IN ALL POLICIES

    Insomma, non meraviglia più di tanto il fatto che il Ministro alla (…) Salute Schillaci strizzi l’occhialino a Tedros, dato che purtroppo era il rappresentante dell’attuale governo a votare nel Consiglio dell’UE ed erano tutti i parlamentari europei italiani (tranne Francesca Donato) a votare a favore del Regolamento (UE) 2371/2022


    drive.google.com/file/d/1OH3_hW…

    con il quale anticipatamente è stato già implementato ULTRA VIRES (al di fuori dei poteri!) - all’insaputa dei cittadini - quanto il rappresentante dell’UE ieri in seduta del Comitato A dell’Assemblea Mondiale della Sanità ha dichiarato.
    Vedi qui la registrazione della seduta di ieri del Comitato A (WHA77 - Committee A 27 May 2024) - l’intervento del delegato Belga e rappresentante dell’UE inizia da 19 minuti e 50 secondi


    who.int/about/accounta…

    Fonte:

    https://x.com/RHolzeisen/status/1795335423809437839?t=_RtqNiw7LwL6zwTqzgGVNw&s=19
    ‼️Massima attenzione all’operato dell’UE e del governo italiano - l’UE già a novembre 2022 ha implementato anticipatamente parti essenziali delle modifiche al RSI e del Trattato Pandemico per i quali Tedros & Co. spingono‼️ Come già ieri sera da me evidenziato, l’intervento del delegato belga - che all’Assemblea Mondiale della Sanità in corso a Ginevra ricopre anche il ruolo di rappresentante dell’UE e degli Stati membri, in quanto Stati membri dell’UE (e, dunque anche dell’Italia … ) - ha confermato che l’Unione Europea e, dunque i governi degli Stati membri - continuano a riconoscere: - la LEADERSHIP DELL’OMS - l’asserita necessità di una forte e sistematica LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE E MISINFORMAZIONE (… ovviamente intesa come lotta alle voci critiche nei confronti dell’operato dell’OMS e dell’UE) - l’adozione dei pericolosissimi principi (perché si prestano a politiche segnate da disumano totalitarismo) del ONE HEALTH e HEALTH IN ALL POLICIES Insomma, non meraviglia più di tanto il fatto che il Ministro alla (…) Salute Schillaci strizzi l’occhialino a Tedros, dato che purtroppo era il rappresentante dell’attuale governo a votare nel Consiglio dell’UE ed erano tutti i parlamentari europei italiani (tranne Francesca Donato) a votare a favore del Regolamento (UE) 2371/2022 👇👇👇 drive.google.com/file/d/1OH3_hW… con il quale anticipatamente è stato già implementato ULTRA VIRES (al di fuori dei poteri!) - all’insaputa dei cittadini - quanto il rappresentante dell’UE ieri in seduta del Comitato A dell’Assemblea Mondiale della Sanità ha dichiarato. Vedi qui la registrazione della seduta di ieri del Comitato A (WHA77 - Committee A 27 May 2024) - l’intervento del delegato Belga e rappresentante dell’UE inizia da 19 minuti e 50 secondi 👇👇👇 who.int/about/accounta… Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1795335423809437839?t=_RtqNiw7LwL6zwTqzgGVNw&s=19
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  • Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di uno degli spettatori presenti

    Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee.
    Modera Walter Monici di Scenario.press

    Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione

    https://rumble.com/v4xbk29-voto-o-astensione-europee-2024-arco-della-pace-intervento-di-uno-spettatore.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce


    #elezionieuropee2024
    #astensioneeuropee
    #votoeuropee
    Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di uno degli spettatori presenti Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee. Modera Walter Monici di Scenario.press Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione https://rumble.com/v4xbk29-voto-o-astensione-europee-2024-arco-della-pace-intervento-di-uno-spettatore.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #elezionieuropee2024 #astensioneeuropee #votoeuropee
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  • Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di una spettatrice

    Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee.
    Modera Walter Monici di Scenario.press

    Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione

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    Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di una spettatrice Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee. Modera Walter Monici di Scenario.press Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione https://rumble.com/v4xbji9-voto-o-astensione-europee-2024-arco-della-pace-intervento-di-una-spettatric.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #interventidelpubblico #elezionieuropee2024 #astensioneeuropee #votoeuropee
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  • Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di una spettatrice

    Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee.
    Modera Walter Monici di Scenario.press

    Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione

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    Voto o astensione - Europee 2024 - Milano, Arco della Pace - 19/05/2024 - Intervento di una spettatrice Dibattito pubblico sulla necessità di voto o astensione alle prossime elezioni europee. Modera Walter Monici di Scenario.press Incontro organizzato da Scenario.press - libera espressione https://rumble.com/v4xbk5l-voto-o-astensione-europee-2024-arco-della-pace-intervento-di-una-spettatric.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #interventidelpubblico #elezionieuropee2024 #astensioneeuropee #votoeuropee
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