• “Il Conclave non eleggerà il successore di Francesco”. Il cardinale Müller sulle “ambiguità” di Bergoglio

    Il teologo conservatore: "Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale"

    “”Ogni Papa deve servire la missione di San Pietro: è servus servorum Dei. Il futuro Papa non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro”. In vista del Conclave, il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, teologo ed esponente dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio, ci tiene a precisarlo. Anzi, ad auspicarlo, viste le critiche che, in un’intervista a Repubblica, rinnova al Papato di Francesco. “Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale. Questo piace a tanta gente secolarizzata, l’élite, gli oligarchi, che vorrebbero il Papa come un simbolo della loro religione, ma il Papa non è un simbolo della religione secolarizzata”.

    “Si è chiuso un capitolo nella storia della Chiesa – afferma Müller – Chiaramente l’ultimo giudizio tocca a Dio, non possiamo giudicare le persone. Se parliamo del pontificato, invece, ci sono diverse opinioni. È unanime l’apprezzamento per l’impegno di Francesco con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia. Dall’altra parte, però, in alcuni momenti è stato un pò ambiguo, ad esempio quando con Eugenio Scalfari ha parlato di resurrezione. Con papa Benedetto abbiamo avuto la chiarezza teologica perfetta, ma ognuno ha i suoi carismi e le sue capacità e penso che papa Francesco li avesse più nella dimensione sociale”.

    Già in passato il cardinale ha criticato le assemblee convocate dal Papa, definendole un semplice simposio: “I vescovi hanno una autorità che non si può confondere con la possibilità di tutti i battezzati di parlare. È un simposio, legittimo, ma non è un sinodo, non è un’espressione del magistero della Chiesa. Chiaramente quelli che capiscono nulla o poco della teologia cattolica dicono: adesso il Papa cambia la Chiesa da autocrazia a democrazia. Ma la premessa sbagliata è confondere la Chiesa con un’organizzazione politica, come il World economic forum o l’Onu”.

    Quanto al confronto con i musulmani “dialogo sì, ma evitare ogni forma di relativismo: la fede cattolica non è un’espressione singolare di una religione universale del mondo creata dal forum di Davos”. Ancora, in merito alla benedizione delle coppie omosessuali, Muller afferma che il prossimo Papa “deve chiarire. Il documento approvato sotto Francesco voleva aiutare pastoralmente queste persone ma non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio”. Infine, la Cina: “Si deve fare un compromesso con questi potenti dittatori ma non possiamo tradire i principi della nostra fede, – ha sottolineato Muller – non possiamo accettare che i comunisti atei, nemici dell’umanità, scrivano i nostri libri del catechismo o portino nelle chiese l’immagine di Xi Jinping. Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi”.

    Source:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/24/il-conclave-non-eleggera-il-successore-di-francesco-il-cardinale-muller-sulle-ambiguita-di-bergoglio/7963801/
    “Il Conclave non eleggerà il successore di Francesco”. Il cardinale Müller sulle “ambiguità” di Bergoglio Il teologo conservatore: "Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale" “”Ogni Papa deve servire la missione di San Pietro: è servus servorum Dei. Il futuro Papa non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro”. In vista del Conclave, il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, teologo ed esponente dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio, ci tiene a precisarlo. Anzi, ad auspicarlo, viste le critiche che, in un’intervista a Repubblica, rinnova al Papato di Francesco. “Tutti devono ricordarsi che siamo corpo mistico di Cristo e non una organizzazione internazionale umanitaria e sociale. Questo piace a tanta gente secolarizzata, l’élite, gli oligarchi, che vorrebbero il Papa come un simbolo della loro religione, ma il Papa non è un simbolo della religione secolarizzata”. “Si è chiuso un capitolo nella storia della Chiesa – afferma Müller – Chiaramente l’ultimo giudizio tocca a Dio, non possiamo giudicare le persone. Se parliamo del pontificato, invece, ci sono diverse opinioni. È unanime l’apprezzamento per l’impegno di Francesco con i migranti, i poveri e per superare le divisioni tra il centro e la periferia. Dall’altra parte, però, in alcuni momenti è stato un pò ambiguo, ad esempio quando con Eugenio Scalfari ha parlato di resurrezione. Con papa Benedetto abbiamo avuto la chiarezza teologica perfetta, ma ognuno ha i suoi carismi e le sue capacità e penso che papa Francesco li avesse più nella dimensione sociale”. Già in passato il cardinale ha criticato le assemblee convocate dal Papa, definendole un semplice simposio: “I vescovi hanno una autorità che non si può confondere con la possibilità di tutti i battezzati di parlare. È un simposio, legittimo, ma non è un sinodo, non è un’espressione del magistero della Chiesa. Chiaramente quelli che capiscono nulla o poco della teologia cattolica dicono: adesso il Papa cambia la Chiesa da autocrazia a democrazia. Ma la premessa sbagliata è confondere la Chiesa con un’organizzazione politica, come il World economic forum o l’Onu”. Quanto al confronto con i musulmani “dialogo sì, ma evitare ogni forma di relativismo: la fede cattolica non è un’espressione singolare di una religione universale del mondo creata dal forum di Davos”. Ancora, in merito alla benedizione delle coppie omosessuali, Muller afferma che il prossimo Papa “deve chiarire. Il documento approvato sotto Francesco voleva aiutare pastoralmente queste persone ma non si deve relativizzare la dottrina cattolica del matrimonio”. Infine, la Cina: “Si deve fare un compromesso con questi potenti dittatori ma non possiamo tradire i principi della nostra fede, – ha sottolineato Muller – non possiamo accettare che i comunisti atei, nemici dell’umanità, scrivano i nostri libri del catechismo o portino nelle chiese l’immagine di Xi Jinping. Non possiamo accettare che i comunisti nominino i vescovi”. Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/24/il-conclave-non-eleggera-il-successore-di-francesco-il-cardinale-muller-sulle-ambiguita-di-bergoglio/7963801/
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  • NON SIAMO ISOLE

    Questa volta ho evitato di unirmi al solito carosello di post, foto d'archivio, citazioni a effetto e commemorazioni che sembrano più esercizi di stile che autentici tributi. No, niente faccioni sorridenti o articoli preconfezionati. E neanche lo sport preferito del nostro Paese: infilare polemica politica anche nel momento del silenzio.

    Stavolta non mi va.
    Non perché non ci sia da dire — ma perché forse c'è più valore nel fermarsi e riflettere davvero.
    In mezzo al rumore, mi è tornata alla mente una frase semplice ma potente di Papa Francesco pronunciata durante l'Udienza generale dell'11 Settembre del 2013:

    "I cristiani non sono isole."

    Ora, anche chi — come me — vive la politica come un fatto laico, non può ignorare la potenza di questo pensiero. Lo trovo estremamente attuale, quasi più urgente oggi che allora.

    Nel nostro panorama politico, si parla tanto di "comunità". Ma spesso è solo una parola riempita di strategia e vuotata di sostanza. A volte siamo "comunità" solo quando ci conviene, per rafforzare l'identità del nostro piccolo gruppo. Altre volte, invece, la competizione — quella sì feroce — ci frammenta e ci isola.
    Papa Francesco ci ricorda che la fede — come l’impegno civile e politico — non si vive da soli.
    Non esistono battaglie giuste condotte in solitaria, così come non esistono isole felici autosufficienti.
    Ogni individuo, ogni movimento, ogni partito è parte di un tutto. E quel tutto, ci piaccia o no, funziona solo se interconnesso.
    Non possiamo pensare di brillare nel nostro piccolo arcipelago se attorno il mare si alza e affonda gli altri. Non si vince da soli. E se si perde, si perde tutti.

    "I cristiani non sono isole" significa proprio questo: vivere insieme, condividere, sostenersi. Ed è un messaggio che, al netto della fede, tocca corde profondamente umane e civiche.
    Ecco perché oggi, senza troppa retorica, voglio ringraziare Papa Francesco.
    Perché ci ha lasciato un pensiero che possiamo (e dovremmo) portare fuori dalla Chiesa, per applicarlo anche al nostro fragile tessuto politico e sociale.

    Non so se avremo la forza di trasformarlo in pratica.
    Ma almeno, grazie a lui, abbiamo una direzione.

    #PapaFrancesco #NonSiamoIsole #Comunità #PoliticaEtica #ResponsabilitàCollettiva #Riflessioni #FedeEPotere #PensieroCivico #Solidarietà
    NON SIAMO ISOLE 🌍✝️ Questa volta ho evitato di unirmi al solito carosello di post, foto d'archivio, citazioni a effetto e commemorazioni che sembrano più esercizi di stile che autentici tributi. No, niente faccioni sorridenti o articoli preconfezionati. E neanche lo sport preferito del nostro Paese: infilare polemica politica anche nel momento del silenzio. Stavolta non mi va. Non perché non ci sia da dire — ma perché forse c'è più valore nel fermarsi e riflettere davvero. In mezzo al rumore, mi è tornata alla mente una frase semplice ma potente di Papa Francesco pronunciata durante l'Udienza generale dell'11 Settembre del 2013: "I cristiani non sono isole." Ora, anche chi — come me — vive la politica come un fatto laico, non può ignorare la potenza di questo pensiero. Lo trovo estremamente attuale, quasi più urgente oggi che allora. Nel nostro panorama politico, si parla tanto di "comunità". Ma spesso è solo una parola riempita di strategia e vuotata di sostanza. A volte siamo "comunità" solo quando ci conviene, per rafforzare l'identità del nostro piccolo gruppo. Altre volte, invece, la competizione — quella sì feroce — ci frammenta e ci isola. Papa Francesco ci ricorda che la fede — come l’impegno civile e politico — non si vive da soli. Non esistono battaglie giuste condotte in solitaria, così come non esistono isole felici autosufficienti. Ogni individuo, ogni movimento, ogni partito è parte di un tutto. E quel tutto, ci piaccia o no, funziona solo se interconnesso. Non possiamo pensare di brillare nel nostro piccolo arcipelago se attorno il mare si alza e affonda gli altri. Non si vince da soli. E se si perde, si perde tutti. "I cristiani non sono isole" significa proprio questo: vivere insieme, condividere, sostenersi. Ed è un messaggio che, al netto della fede, tocca corde profondamente umane e civiche. Ecco perché oggi, senza troppa retorica, voglio ringraziare Papa Francesco. Perché ci ha lasciato un pensiero che possiamo (e dovremmo) portare fuori dalla Chiesa, per applicarlo anche al nostro fragile tessuto politico e sociale. Non so se avremo la forza di trasformarlo in pratica. Ma almeno, grazie a lui, abbiamo una direzione. #PapaFrancesco #NonSiamoIsole #Comunità #PoliticaEtica #ResponsabilitàCollettiva #Riflessioni #FedeEPotere #PensieroCivico #Solidarietà
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  • L'eurodeputata spagnola Irene Montero dice in faccia alla Kallas perché la “Kallas va rimossa e processata da un tribunale Onu”(cit)
    Grazie @IreneMontero
    “Alto rappresentante, 6 giorni e 730 palestinesi uccisi dopo la rottura unilaterale del cessate il fuoco.
    Lei va in Israele

    Spanish MEP Irene Montero tells Kallas to her face why “Kallas should be removed and tried by a UN court” (quote)
    Thanks @IreneMontero
    “High Representative, 6 days and 730 Palestinians killed after the unilateral breaking of the ceasefire.
    You go to Israel
    L'eurodeputata spagnola Irene Montero dice in faccia alla Kallas perché la “Kallas va rimossa e processata da un tribunale Onu”(cit) Grazie @IreneMontero “Alto rappresentante, 6 giorni e 730 palestinesi uccisi dopo la rottura unilaterale del cessate il fuoco. Lei va in Israele Spanish MEP Irene Montero tells Kallas to her face why “Kallas should be removed and tried by a UN court” (quote) Thanks @IreneMontero “High Representative, 6 days and 730 Palestinians killed after the unilateral breaking of the ceasefire. You go to Israel
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  • The Grayzone ha ottenuto registrazioni audio trapelate dalla convention AIPAC del 2025, in cui il direttore esecutivo dell'AIPAC, Elliot Brandt, si è vantato di aver esercitato un'influenza diretta nella nomina:

    1. del Segretario di Stato,
    2. del Consigliere per la Sicurezza Nazionale e
    3. dell'Ambasciatore all'ONU degli Stati Uniti.

    Si è vantato, anche di avere accesso alle loro conversazioni per assicurarsi che continuino a seguire l'agenda di Israele

    L’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) è un’organizzazione sionista creata nel 1951 con il ruolo di rafforzare l’alleanza strategica tra Stati Uniti e Israele per la creazione del "Grande Israele". AIPAC promuove il sostegno militare, diplomatico ed economico a Israele, contribuendo alla stabilità regionale e alla difesa dei valori democratici comuni.

    Insomma, il CEO dell'AIPAC ci sta dicendo che è l'AIPAC a dettare l'agenda di Trump, come peraltro era stato già detto in questo documentario

    https://www.youtube.com/watch?v=zBzHEYlFjpA
    The Grayzone ha ottenuto registrazioni audio trapelate dalla convention AIPAC del 2025, in cui il direttore esecutivo dell'AIPAC, Elliot Brandt, si è vantato di aver esercitato un'influenza diretta nella nomina: 1. del Segretario di Stato, 2. del Consigliere per la Sicurezza Nazionale e 3. dell'Ambasciatore all'ONU degli Stati Uniti. Si è vantato, anche di avere accesso alle loro conversazioni per assicurarsi che continuino a seguire l'agenda di Israele L’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) è un’organizzazione sionista creata nel 1951 con il ruolo di rafforzare l’alleanza strategica tra Stati Uniti e Israele per la creazione del "Grande Israele". AIPAC promuove il sostegno militare, diplomatico ed economico a Israele, contribuendo alla stabilità regionale e alla difesa dei valori democratici comuni. Insomma, il CEO dell'AIPAC ci sta dicendo che è l'AIPAC a dettare l'agenda di Trump, come peraltro era stato già detto in questo documentario 👇👇👇 https://www.youtube.com/watch?v=zBzHEYlFjpA
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  • Busto Arsizio, sabato 5 aprile 2025.
    In piazza, davanti al monumento ai caduti, a testimonianza della resistenza senza tempo di chi lotta per la libertà e per l'indipendenza della propria terra dall'occupazione, si è issata più alta di tutte la bandiera palestinese, simbolo della volontà universale di autodeterminazione dei popoli. Anche solo per un momento, quella piazza è diventata parte della Palestina, in solidarietà alla sua lotta e in contrasto alle "nostre" istituzioni nazionali che sostengono invece la guerra, il genocidio e l'occupazione coloniale. Palestina libera!

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    Busto Arsizio, sabato 5 aprile 2025. In piazza, davanti al monumento ai caduti, a testimonianza della resistenza senza tempo di chi lotta per la libertà e per l'indipendenza della propria terra dall'occupazione, si è issata più alta di tutte la bandiera palestinese, simbolo della volontà universale di autodeterminazione dei popoli. Anche solo per un momento, quella piazza è diventata parte della Palestina, in solidarietà alla sua lotta e in contrasto alle "nostre" istituzioni nazionali che sostengono invece la guerra, il genocidio e l'occupazione coloniale. Palestina libera! Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
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  • GENOCIDIO PREMEDITATO

    Lo sapevano benissimo deii decessi e i danni che avrebbero causato alla salute pubblica, per cui non hanno attenuanti: ergastolo!

    Link del documento:
    https://t.co/cwiqeO8TZA

    Source: https://x.com/Robertonuzzoam/status/1906760166000775530?t=8ALW2xscu7gD7VStMO9jJA&s=19
    GENOCIDIO PREMEDITATO Lo sapevano benissimo deii decessi e i danni che avrebbero causato alla salute pubblica, per cui non hanno attenuanti: ergastolo! Link del documento: https://t.co/cwiqeO8TZA Source: https://x.com/Robertonuzzoam/status/1906760166000775530?t=8ALW2xscu7gD7VStMO9jJA&s=19
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  • Putin: soluzione pacifica della crisi ucraina, ma non a spese della Russia

    Nel suo discorso rivolto ai marinai sommergibilisti a Murmansk, Vladimir Putin ha auspicato la soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Sul tavolo ci sono diverse opzioni: elezioni in Ucraina e la firma del trattato di pace con il potere legittimo che gode dell’ampio sostegno della popolazione. Soluzione ad interim, onde garantire il sereno svolgimento delle presidenziali e politiche l’amministrazione temporanea dell’Ucraina sotto l’egida dell’ONU. Punti fermi la denazificazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina...

    https://youtu.be/d8nnalXzh9k?si=j9FBxT6c7_IcBfsH
    Putin: soluzione pacifica della crisi ucraina, ma non a spese della Russia Nel suo discorso rivolto ai marinai sommergibilisti a Murmansk, Vladimir Putin ha auspicato la soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Sul tavolo ci sono diverse opzioni: elezioni in Ucraina e la firma del trattato di pace con il potere legittimo che gode dell’ampio sostegno della popolazione. Soluzione ad interim, onde garantire il sereno svolgimento delle presidenziali e politiche l’amministrazione temporanea dell’Ucraina sotto l’egida dell’ONU. Punti fermi la denazificazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina... https://youtu.be/d8nnalXzh9k?si=j9FBxT6c7_IcBfsH
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  • ORRORE SENZA FINE!
    Gaza, Onu e Mezzaluna Rossa: "Recuperati i corpi di 15 soccorritori uccisi da Israele. Erano sepolti in una fossa comune con le loro ambulanze" - Il Fatto Quotidiano
    In una serie di post su X Jonathan Whittall, capo dell'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari a Gaza, ha confermato che i corpi sono stati seppelliti.

    Operatori umanitari uccisi nelle loro ambulanze mentre si recavano sul posto di un bombardamento. I corpi sepolti insieme ai mezzi “schiacciati” in “una fossa comune”. E’ l’altra faccia dell’operazione militare avviata il 18 marzo dalle Israel Defense Forces a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo la fine della tregua con Hamas. Il nuovo spaccato è emerso domenica, quando la Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato di aver recuperato i corpi di 15 soccorritori uccisi dall’esercito israeliano che il 23 marzo ha aperto il fuoco contro alcuni veicoli di soccorso. Otto di questi appartengono a medici della Palestine Red Crescent Society, ha fatto sapere l’organizzazione, sei erano membri della Protezione civile di Gaza e uno appartiene a un dipendente di un’agenzia delle Nazioni Unite. Un altro medico risulta ancora disperso.

    L’organizzazione ha affermato che le persone uccise “sono state prese di mira dalle forze di occupazione israeliane mentre svolgevano i loro compiti umanitari e si dirigevano verso la zona di Hashashin a Rafah per prestare i primi soccorsi a un certo numero di persone ferite dai bombardamenti israeliani nella zona”. In una precedente dichiarazione la Mezzaluna Rossa aveva affermato che i corpi “sono stati recuperati con difficoltà poiché erano sepolti nella sabbia, e alcuni mostravano segni di decomposizione”. Anche la Protezione civile di Gaza ha reso noto il recupero di 15 cadaveri, aggiungendo che il dipendente dell’Onu deceduto apparteneva all’Unrwa, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, da mesi nel mirino di Israele che la considera vicina ad Hamas.

    Jonathan Whittall, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) a Gaza, ha confermato che i corpi sono stati sepolti. Il funzionario dell’Onu ha raccontato su X che il suo personale aveva supportato la Palestine Red Crescent Society e la Protezione civile nel recupero dei corpi da “una fossa comune a Rafah segnalata dalla luce di emergenza di una delle loro ambulanze distrutte”. “Sette giorni fa, mentre le forze israeliane avanzavano su #Rafah – ricostruisce Whittall in 6 post sul social network -, 10 PRCS (membri della Mezzaluna Rossa, ndr) e 6 soccorritori della Protezione Civile sono stati inviati a raccogliere i feriti. Sono state colpite tutte e cinque le ambulanze e un camion dei pompieri, insieme a un veicolo delle Nazioni Unite arrivato più tardi”. “Un sopravvissuto ha raccontato che le forze israeliane avevano ucciso entrambi i membri dell’equipaggio nella sua ambulanza. Per giorni, l’Ocha ha coordinato il raggiungimento del sito, ma il nostro accesso è stato concesso solo 5 giorni dopo“.

    “Tornando il giorno successivo – prosegue il capo della struttura dell’Onu -, siamo finalmente riusciti a raggiungere il sito e abbiamo scoperto una scena devastante: ambulanze, il veicolo delle Nazioni Unite e il camion dei pompieri erano stati schiacciati e parzialmente sepolti. Dopo ore di scavi, abbiamo recuperato un corpo: un lavoratore della Protezione Civile sotto il suo camion dei pompieri”. “Oggi – si legge nell’ultimo dei 6 post -, il primo giorno dell’Eid, siamo tornati e abbiamo recuperato i corpi sepolti di 8 PRCS, 6 della Protezione civile e 1 membro dello staff ONU. Sono stati uccisi nelle loro uniformi. Alla guida dei loro veicoli chiaramente contrassegnati. Indossando i loro guanti. Mentre andavano a salvare vite”.

    L’incidente è avvenuto il 23 marzo nel quartiere Tal al-Sultan, a Rafah, vicino al confine egiziano, pochi giorni dopo che l’esercito aveva ripreso i bombardamenti su Gaza dopo una tregua durata quasi due mesi. La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) ha affermato di essere “indignata per la morte degli otto medici”. “Erano umanitari – ha affermato il segretario generale dell’IFRC Jagan Chapagain -. Indossavano emblemi che avrebbero dovuto proteggerli; le loro ambulanze erano contrassegnate con chiarezza”. “Il diritto umanitario internazionale non potrebbe essere più chiaro: i civili devono essere protetti; gli operatori umanitari devono essere protetti. I servizi sanitari devono essere protetti”, conclude la nota della Ficr, secondo cui l’incidente rappresenta l’attacco più mortale ai danni degli operatori della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo dal 2017.

    Il Comitato Internazionale della Croce Rossa si è detto “inorridito” dal fatto che i medici “siano stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro”. “I loro corpi sono stati identificati oggi e sono stati recuperati per una dignitosa sepoltura”, ha affermato il Cicr. “L’elevato numero di personale medico ucciso durante questo conflitto è devastante”, ha aggiunto.

    Sabato la Mezzaluna Rossa aveva accusato le autorità israeliane di essersi rifiutate di consentire le operazioni di ricerca del suo equipaggio. L’esercito israeliano ha ammesso che le sue truppe avevano aperto il fuoco sulle ambulanze, dichiarando che le sue forze hanno “aperto il fuoco contro i veicoli di Hamas ed eliminato diversi terroristi di Hamas” e condannando “l’uso ripetuto” da parte di “organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza di ambulanze per scopi terroristici”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/31/gaza-onu-mezzaluna-rossa-corpi-israele-sepolti-fossa-comune-ambulanze/7934877/
    ORRORE SENZA FINE! Gaza, Onu e Mezzaluna Rossa: "Recuperati i corpi di 15 soccorritori uccisi da Israele. Erano sepolti in una fossa comune con le loro ambulanze" - Il Fatto Quotidiano In una serie di post su X Jonathan Whittall, capo dell'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari a Gaza, ha confermato che i corpi sono stati seppelliti. Operatori umanitari uccisi nelle loro ambulanze mentre si recavano sul posto di un bombardamento. I corpi sepolti insieme ai mezzi “schiacciati” in “una fossa comune”. E’ l’altra faccia dell’operazione militare avviata il 18 marzo dalle Israel Defense Forces a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dopo la fine della tregua con Hamas. Il nuovo spaccato è emerso domenica, quando la Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato di aver recuperato i corpi di 15 soccorritori uccisi dall’esercito israeliano che il 23 marzo ha aperto il fuoco contro alcuni veicoli di soccorso. Otto di questi appartengono a medici della Palestine Red Crescent Society, ha fatto sapere l’organizzazione, sei erano membri della Protezione civile di Gaza e uno appartiene a un dipendente di un’agenzia delle Nazioni Unite. Un altro medico risulta ancora disperso. L’organizzazione ha affermato che le persone uccise “sono state prese di mira dalle forze di occupazione israeliane mentre svolgevano i loro compiti umanitari e si dirigevano verso la zona di Hashashin a Rafah per prestare i primi soccorsi a un certo numero di persone ferite dai bombardamenti israeliani nella zona”. In una precedente dichiarazione la Mezzaluna Rossa aveva affermato che i corpi “sono stati recuperati con difficoltà poiché erano sepolti nella sabbia, e alcuni mostravano segni di decomposizione”. Anche la Protezione civile di Gaza ha reso noto il recupero di 15 cadaveri, aggiungendo che il dipendente dell’Onu deceduto apparteneva all’Unrwa, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, da mesi nel mirino di Israele che la considera vicina ad Hamas. Jonathan Whittall, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) a Gaza, ha confermato che i corpi sono stati sepolti. Il funzionario dell’Onu ha raccontato su X che il suo personale aveva supportato la Palestine Red Crescent Society e la Protezione civile nel recupero dei corpi da “una fossa comune a Rafah segnalata dalla luce di emergenza di una delle loro ambulanze distrutte”. “Sette giorni fa, mentre le forze israeliane avanzavano su #Rafah – ricostruisce Whittall in 6 post sul social network -, 10 PRCS (membri della Mezzaluna Rossa, ndr) e 6 soccorritori della Protezione Civile sono stati inviati a raccogliere i feriti. Sono state colpite tutte e cinque le ambulanze e un camion dei pompieri, insieme a un veicolo delle Nazioni Unite arrivato più tardi”. “Un sopravvissuto ha raccontato che le forze israeliane avevano ucciso entrambi i membri dell’equipaggio nella sua ambulanza. Per giorni, l’Ocha ha coordinato il raggiungimento del sito, ma il nostro accesso è stato concesso solo 5 giorni dopo“. “Tornando il giorno successivo – prosegue il capo della struttura dell’Onu -, siamo finalmente riusciti a raggiungere il sito e abbiamo scoperto una scena devastante: ambulanze, il veicolo delle Nazioni Unite e il camion dei pompieri erano stati schiacciati e parzialmente sepolti. Dopo ore di scavi, abbiamo recuperato un corpo: un lavoratore della Protezione Civile sotto il suo camion dei pompieri”. “Oggi – si legge nell’ultimo dei 6 post -, il primo giorno dell’Eid, siamo tornati e abbiamo recuperato i corpi sepolti di 8 PRCS, 6 della Protezione civile e 1 membro dello staff ONU. Sono stati uccisi nelle loro uniformi. Alla guida dei loro veicoli chiaramente contrassegnati. Indossando i loro guanti. Mentre andavano a salvare vite”. L’incidente è avvenuto il 23 marzo nel quartiere Tal al-Sultan, a Rafah, vicino al confine egiziano, pochi giorni dopo che l’esercito aveva ripreso i bombardamenti su Gaza dopo una tregua durata quasi due mesi. La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) ha affermato di essere “indignata per la morte degli otto medici”. “Erano umanitari – ha affermato il segretario generale dell’IFRC Jagan Chapagain -. Indossavano emblemi che avrebbero dovuto proteggerli; le loro ambulanze erano contrassegnate con chiarezza”. “Il diritto umanitario internazionale non potrebbe essere più chiaro: i civili devono essere protetti; gli operatori umanitari devono essere protetti. I servizi sanitari devono essere protetti”, conclude la nota della Ficr, secondo cui l’incidente rappresenta l’attacco più mortale ai danni degli operatori della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa in tutto il mondo dal 2017. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa si è detto “inorridito” dal fatto che i medici “siano stati uccisi mentre svolgevano il loro lavoro”. “I loro corpi sono stati identificati oggi e sono stati recuperati per una dignitosa sepoltura”, ha affermato il Cicr. “L’elevato numero di personale medico ucciso durante questo conflitto è devastante”, ha aggiunto. Sabato la Mezzaluna Rossa aveva accusato le autorità israeliane di essersi rifiutate di consentire le operazioni di ricerca del suo equipaggio. L’esercito israeliano ha ammesso che le sue truppe avevano aperto il fuoco sulle ambulanze, dichiarando che le sue forze hanno “aperto il fuoco contro i veicoli di Hamas ed eliminato diversi terroristi di Hamas” e condannando “l’uso ripetuto” da parte di “organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza di ambulanze per scopi terroristici”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/31/gaza-onu-mezzaluna-rossa-corpi-israele-sepolti-fossa-comune-ambulanze/7934877/
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    Gaza, Onu e Mezzaluna Rossa: "Recuperati i corpi di 15 soccorritori uccisi da Israele. Erano sepolti in una fossa comune con le loro ambulanze" - Il Fatto Quotidiano
    In una serie di post su X Jonathan Whittall, capo dell'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari a Gaza, ha confermato che i corpi sono stati seppelliti
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  • Vladimir Putin ha lanciato l'idea di una “amministrazione transitoria" per l'Ucraina sotto l'egida dell'Onu, al fine di organizzare elezioni presidenziali democratiche nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità. Una proposta che mi sembra di buon senso.

    Se Zelensky è convinto di avere tutto questo sostegno da parte del popolo ucraino, perché non dovrebbe accettare? Perchè colui che ha sospeso l'attività di 11 partiti politici nel marzo 2022, dovrebbe avere paura del voto? Perché colui che ha cancellato per legge la libertà di stampa in Ucraina, dovrebbe spaventarsi per un'ipotesi del genere? Perché colui che ha messo al bando la chiesa ortodossa legata al patriarcato di Mosca (la chiesa più seguita in Ucraina), dovrebbe temere la prospettiva di far esprimere il proprio popolo?

    Beh, io qualche idea in realtà ce l'avrei.

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    Vladimir Putin ha lanciato l'idea di una “amministrazione transitoria" per l'Ucraina sotto l'egida dell'Onu, al fine di organizzare elezioni presidenziali democratiche nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità. Una proposta che mi sembra di buon senso. Se Zelensky è convinto di avere tutto questo sostegno da parte del popolo ucraino, perché non dovrebbe accettare? Perchè colui che ha sospeso l'attività di 11 partiti politici nel marzo 2022, dovrebbe avere paura del voto? Perché colui che ha cancellato per legge la libertà di stampa in Ucraina, dovrebbe spaventarsi per un'ipotesi del genere? Perché colui che ha messo al bando la chiesa ortodossa legata al patriarcato di Mosca (la chiesa più seguita in Ucraina), dovrebbe temere la prospettiva di far esprimere il proprio popolo? Beh, io qualche idea in realtà ce l'avrei. ⬛️ Segui il canale Telegram ufficiale di Matteo Montevecchi👇🏻 https://t.me/MatteoMontevecchi
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    Matteo Montevecchi
    "Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario". George Orwell
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  • Discorso integrale di Roger Waters alle Nazioni Unite – 17 febbraio 2025
    https://www.youtube.com/watch?v=RYBM8XGxI3Q

    MASSIMA DIFFUSIONE!

    Discorso integrale di Roger Waters alle Nazioni Unite – 17 febbraio 2025
    🎙 Traduzione e doppiaggio in italiano a cura di Frontezero

    In questo intervento all’ONU, Roger Waters denuncia la responsabilità dei leader occidentali nello scoppio della guerra in Ucraina, nella violazione degli accordi di Minsk, e nel promuovere l’espansione della NATO.
    Waters smaschera l’ipocrisia della politica internazionale, chiedendo a gran voce il ritorno al dialogo e al buon senso.

    Chi è Roger Waters?
    Roger Waters è musicista, autore e co-fondatore dei Pink Floyd, celebre band rock britannica. Noto per il suo impegno politico e sociale, è autore di concept album storici come The Wall e Animals. Negli ultimi anni ha portato avanti una forte attività di denuncia contro le guerre, le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani.

    Questo video propone il doppiaggio fedele in italiano del discorso integrale tenuto da Waters il 17 febbraio 2025 presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

    #rogerwaters
    #russiaucraina
    #russiaukrainewar
    Discorso integrale di Roger Waters alle Nazioni Unite – 17 febbraio 2025 https://www.youtube.com/watch?v=RYBM8XGxI3Q MASSIMA DIFFUSIONE! 🇺🇳 Discorso integrale di Roger Waters alle Nazioni Unite – 17 febbraio 2025 🎙 Traduzione e doppiaggio in italiano a cura di Frontezero In questo intervento all’ONU, Roger Waters denuncia la responsabilità dei leader occidentali nello scoppio della guerra in Ucraina, nella violazione degli accordi di Minsk, e nel promuovere l’espansione della NATO. Waters smaschera l’ipocrisia della politica internazionale, chiedendo a gran voce il ritorno al dialogo e al buon senso. 📌 Chi è Roger Waters? Roger Waters è musicista, autore e co-fondatore dei Pink Floyd, celebre band rock britannica. Noto per il suo impegno politico e sociale, è autore di concept album storici come The Wall e Animals. Negli ultimi anni ha portato avanti una forte attività di denuncia contro le guerre, le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani. 🔊 Questo video propone il doppiaggio fedele in italiano del discorso integrale tenuto da Waters il 17 febbraio 2025 presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. #rogerwaters #russiaucraina #russiaukrainewar
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