LIBERTΓ DI STAMPA: fake o farsa?
Anche oggi Γ¨ una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: βoggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamoβ. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della LibertΓ di Stampa fa giΓ ridere di suo β o meglio, fa piangere.
Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualitΓ piΓΉ grande: lβadattamento allβassurdo.
Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste?
Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate?
NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario.
A parlare, infatti, Γ¨ la classifica annuale di Reporters sans frontiΓ¨res e lo fa senza mezze misure: lβItalia Γ¨ il Paese peggiore dellβEuropa occidentale per libertΓ di stampa, scesa dal 46Β° al 49Β° posto. Bravi tutti.
Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata βlegge bavaglioβ, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy.
Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito β a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional.
E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertΓ di stampa nel mondo Γ¨ ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metΓ della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione βmolto graveβ.
Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55Β° al 57Β°, con un clima sempre piΓΉ tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe.
Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione βbuonaβ. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito Γ¨ al 20Β°, la Germania retrocede a causa dellβestrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago.
E noi che facciamo?
Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertΓ mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietΓ e silenzi. La veritΓ Γ¨ che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: nΓ© ai governi, nΓ© alle lobby, nΓ© alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere.
E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilitΓ del potere.
Allora sapete che vi dico?
Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso.
Questa Γ¨ la nostra resistenza.
La nostra libertΓ non Γ¨ un hashtag. Γ una lotta.
#WorldPressFreedomDay #LibertΓ DiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
Anche oggi Γ¨ una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: βoggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamoβ. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della LibertΓ di Stampa fa giΓ ridere di suo β o meglio, fa piangere.
Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualitΓ piΓΉ grande: lβadattamento allβassurdo.
Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste?
Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate?
NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario.
A parlare, infatti, Γ¨ la classifica annuale di Reporters sans frontiΓ¨res e lo fa senza mezze misure: lβItalia Γ¨ il Paese peggiore dellβEuropa occidentale per libertΓ di stampa, scesa dal 46Β° al 49Β° posto. Bravi tutti.
Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata βlegge bavaglioβ, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy.
Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito β a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional.
E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertΓ di stampa nel mondo Γ¨ ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metΓ della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione βmolto graveβ.
Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55Β° al 57Β°, con un clima sempre piΓΉ tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe.
Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione βbuonaβ. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito Γ¨ al 20Β°, la Germania retrocede a causa dellβestrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago.
E noi che facciamo?
Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertΓ mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietΓ e silenzi. La veritΓ Γ¨ che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: nΓ© ai governi, nΓ© alle lobby, nΓ© alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere.
E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilitΓ del potere.
Allora sapete che vi dico?
Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso.
Questa Γ¨ la nostra resistenza.
La nostra libertΓ non Γ¨ un hashtag. Γ una lotta.
#WorldPressFreedomDay #LibertΓ DiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
LIBERTΓ DI STAMPA: fake o farsa?
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Anche oggi Γ¨ una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: βoggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamoβ. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della LibertΓ di Stampa fa giΓ ridere di suo β o meglio, fa piangere.
Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualitΓ piΓΉ grande: lβadattamento allβassurdo.
Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste?
Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate?
NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario.
A parlare, infatti, Γ¨ la classifica annuale di Reporters sans frontiΓ¨res e lo fa senza mezze misure: lβItalia Γ¨ il Paese peggiore dellβEuropa occidentale per libertΓ di stampa, scesa dal 46Β° al 49Β° posto. Bravi tutti.
Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata βlegge bavaglioβ, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy.
Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito β a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional.
E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertΓ di stampa nel mondo Γ¨ ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metΓ della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione βmolto graveβ.
Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55Β° al 57Β°, con un clima sempre piΓΉ tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe.
Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione βbuonaβ. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito Γ¨ al 20Β°, la Germania retrocede a causa dellβestrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago.
E noi che facciamo?
Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertΓ mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietΓ e silenzi. La veritΓ Γ¨ che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: nΓ© ai governi, nΓ© alle lobby, nΓ© alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere.
E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilitΓ del potere.
Allora sapete che vi dico?
πͺπ Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso.
Questa Γ¨ la nostra resistenza.
La nostra libertΓ non Γ¨ un hashtag. Γ una lotta.
#WorldPressFreedomDay #LibertΓ DiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
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