• “In tutto il mondo, c’è stato un silenzio assordante sulle morti in eccesso da parte dei governi e dei media tradizionali, che non molto tempo fa erano piuttosto fissati sul numero di morti giornaliere per Covid.”
    Perché secondo voi? Leggete.

    https://www.sabinopaciolla.com/squarciare-il-velo-del-silenzio-sulle-morti-in-eccesso/
    “In tutto il mondo, c’è stato un silenzio assordante sulle morti in eccesso da parte dei governi e dei media tradizionali, che non molto tempo fa erano piuttosto fissati sul numero di morti giornaliere per Covid.” Perché secondo voi? Leggete. https://www.sabinopaciolla.com/squarciare-il-velo-del-silenzio-sulle-morti-in-eccesso/
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    Squarciare il velo del silenzio sulle morti in eccesso
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  • CARI AMICI, SILENZIO, SILENZIO, SILENZIO IN ITALIA, O MEGLIO NELLA ITALIA GOVERNATA DA PARASSITI IRRESPONSABILI E INCAPACI !!!! AH, C'E' LO SCANDALETTO DEL MINISTRO SANGIULIANO - FATECI CASO, MINISTRO DELLA ISTRUZIONE- CON QUELLA, CHIAMATA "CONSIGLIERA" !!!!! CHE VERGOGNA, CHE VERGOGNA, CHE VERGOGNA !!!! DIMISSIONI DI SANGIULIANO E DI QUESTO SPETTACOLARE GOVERNO, IL PEGGIORE IN ASSOLUTO IN QUESTA POVERA ITALIA. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, SILENZIO, SILENZIO, SILENZIO IN ITALIA, O MEGLIO NELLA ITALIA GOVERNATA DA PARASSITI IRRESPONSABILI E INCAPACI !!!! AH, C'E' LO SCANDALETTO DEL MINISTRO SANGIULIANO - FATECI CASO, MINISTRO DELLA ISTRUZIONE- CON QUELLA, CHIAMATA "CONSIGLIERA" !!!!! CHE VERGOGNA, CHE VERGOGNA, CHE VERGOGNA !!!! DIMISSIONI DI SANGIULIANO E DI QUESTO SPETTACOLARE GOVERNO, IL PEGGIORE IN ASSOLUTO IN QUESTA POVERA ITALIA. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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  • "A Washington DC, in una stazione della metropolitana, in una fredda mattina di gennaio del 2007, un uomo con un violino suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante quel periodo, circa 2000 persone attraversarono la stazione, la maggior parte delle quali si recava al lavoro.

    Dopo circa quattro minuti, un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per qualche secondo, poi riprese a camminare in fretta per rispettare i suoi impegni. Circa quattro minuti dopo, il violinista ricevette il suo primo dollaro. Una donna gettò del denaro nel cappello e, senza fermarsi, continuò a camminare. Dopo sei minuti, un giovane si appoggiò al muro per ascoltare, poi guardò l'orologio e riprese a camminare. Dopo dieci minuti, un bambino di tre anni si fermò, ma la madre lo tirò via in fretta. Il bambino si fermò di nuovo a guardare il violinista, ma la madre lo spinse con forza e il bambino continuò a camminare, girando la testa tutto il tempo. Questa scena si ripeté con diversi altri bambini, ma ogni genitore - senza eccezione - costrinse i propri figli a proseguire in fretta.

    Dopo quarantacinque minuti: Il musicista suonò ininterrottamente. Solo sei persone si fermarono e ascoltarono per un breve momento. Circa venti persone diedero del denaro, ma continuarono a camminare al loro ritmo normale. L'uomo raccolse un totale di 32 dollari.

    Dopo un'ora:
    Finì di suonare e il silenzio prese il sopravvento. Nessuno se ne accorse e nessuno applaudì. Non ci fu alcun riconoscimento.

    Nessuno sapeva che il violinista fosse Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti del mondo. Suonò uno dei pezzi più intricati mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Due giorni prima, Joshua Bell aveva fatto il tutto esaurito in un teatro di Boston, dove i biglietti avevano un prezzo medio di 100 dollari per ascoltarlo suonare la stessa musica.

    Questa è una storia vera. Joshua Bell, che suonava in incognito nella stazione della metropolitana di D.C., fu organizzato dal Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.

    Questo esperimento sollevò diverse domande:
    In un ambiente comune, in un'ora inappropriata, siamo in grado di percepire la bellezza?
    E se sì, ci fermiamo ad apprezzarla?
    Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?

    Una possibile conclusione raggiunta da questo esperimento potrebbe essere questa:
    Se non abbiamo un momento per fermarci e ascoltare uno dei migliori musicisti del mondo, che suona alcune delle migliori musiche mai scritte, con uno degli strumenti più belli mai creati…
    Quante altre cose stiamo perdendo mentre corriamo attraverso la vita?"**

    The Love Rabbi - Yisroel Bernath
    "A Washington DC, in una stazione della metropolitana, in una fredda mattina di gennaio del 2007, un uomo con un violino suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante quel periodo, circa 2000 persone attraversarono la stazione, la maggior parte delle quali si recava al lavoro. Dopo circa quattro minuti, un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per qualche secondo, poi riprese a camminare in fretta per rispettare i suoi impegni. Circa quattro minuti dopo, il violinista ricevette il suo primo dollaro. Una donna gettò del denaro nel cappello e, senza fermarsi, continuò a camminare. Dopo sei minuti, un giovane si appoggiò al muro per ascoltare, poi guardò l'orologio e riprese a camminare. Dopo dieci minuti, un bambino di tre anni si fermò, ma la madre lo tirò via in fretta. Il bambino si fermò di nuovo a guardare il violinista, ma la madre lo spinse con forza e il bambino continuò a camminare, girando la testa tutto il tempo. Questa scena si ripeté con diversi altri bambini, ma ogni genitore - senza eccezione - costrinse i propri figli a proseguire in fretta. Dopo quarantacinque minuti: Il musicista suonò ininterrottamente. Solo sei persone si fermarono e ascoltarono per un breve momento. Circa venti persone diedero del denaro, ma continuarono a camminare al loro ritmo normale. L'uomo raccolse un totale di 32 dollari. Dopo un'ora: Finì di suonare e il silenzio prese il sopravvento. Nessuno se ne accorse e nessuno applaudì. Non ci fu alcun riconoscimento. Nessuno sapeva che il violinista fosse Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti del mondo. Suonò uno dei pezzi più intricati mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Due giorni prima, Joshua Bell aveva fatto il tutto esaurito in un teatro di Boston, dove i biglietti avevano un prezzo medio di 100 dollari per ascoltarlo suonare la stessa musica. Questa è una storia vera. Joshua Bell, che suonava in incognito nella stazione della metropolitana di D.C., fu organizzato dal Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. Questo esperimento sollevò diverse domande: In un ambiente comune, in un'ora inappropriata, siamo in grado di percepire la bellezza? E se sì, ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato? Una possibile conclusione raggiunta da questo esperimento potrebbe essere questa: Se non abbiamo un momento per fermarci e ascoltare uno dei migliori musicisti del mondo, che suona alcune delle migliori musiche mai scritte, con uno degli strumenti più belli mai creati… Quante altre cose stiamo perdendo mentre corriamo attraverso la vita?"** The Love Rabbi - Yisroel Bernath
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  • GOOGLE E GLI ACCORDI SEGRETI CON I GOVERNI
    Ilario RadioRadio
    Usciamo per un attimo dal pallone. Vorrei un momento di attenzione. Quanti di voi sanno che recentemente il Tribunale di Roma ha condannato Google per aver demonetizzato il canale You Tube di RadioRadio? Una decisione illegittima presa all'epoca del Covid. Una censura violenta di un colosso mondiale contro un mezzo di comunicazione che aveva solo tentato di arginare una narrazione a senso unico. La libertà d'informazione in Italia, se si toccano OMS e questioni sanitarie sui social, non può esistere. Sapete perché?
    Perché Google ha firmato degli accordi con i singoli governi e interviene mettendo a tacere le voci dissonanti. Questa clamorosa notizia è emersa nel corso delle udienze che sono seguite alla denuncia che RadioRadio ha fatto contro Google. Sono stati gli avvocati del colosso americano a confessare al Giudice questo accordo col Governo Italiano. Tutto in spregio alla Costituzione. Dovrebbe essere notizia da prime pagine e da servizi nei TG e approfondimenti nelle trasmissioni di informazione. Invece a parte un paio di giornali nessuno ha avuto l'orgoglio di gridare forte contro Google "giù le mani dalla libera informazione". L'ordine dei giornalisti tace, a conferma che c'è qualcosa di poco chiaro nel nostro Paese sul fronte della comunicazione libera.
    Il Presidente Mattarella ieri è intervenuto con parole forti, vorrei tanto che avesse letto le motivazioni del Tribunale di Roma con le quali Google (You Tube) è stata condannata ad un risarcimento (ridicolo rispetto al danno reale) e alla immediata rimonetizzazione. Sapete cosa sta accadendo da settimane a seguito della sentenza? Nulla. L'arroganza dei prepotenti si permette di non rispettare le decisioni del Giudice. Vogliono che RadioRadio firmi un nuovo accordo dove si impegna a non parlare dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e delle decisioni del Governo in caso di pandemie. Follia. Non firmeremo mai questo ricatto. Ma intanto Google ci fa danni e noi non possiamo che gridarlo forte nel vergognoso silenzio generale.
    Non ci restate che voi per poter diffondere questo post in modo che lo possano leggere tutti.
    Grazie per quello che farete.
    GOOGLE E GLI ACCORDI SEGRETI CON I GOVERNI Ilario RadioRadio Usciamo per un attimo dal pallone. Vorrei un momento di attenzione. Quanti di voi sanno che recentemente il Tribunale di Roma ha condannato Google per aver demonetizzato il canale You Tube di RadioRadio? Una decisione illegittima presa all'epoca del Covid. Una censura violenta di un colosso mondiale contro un mezzo di comunicazione che aveva solo tentato di arginare una narrazione a senso unico. La libertà d'informazione in Italia, se si toccano OMS e questioni sanitarie sui social, non può esistere. Sapete perché? Perché Google ha firmato degli accordi con i singoli governi e interviene mettendo a tacere le voci dissonanti. Questa clamorosa notizia è emersa nel corso delle udienze che sono seguite alla denuncia che RadioRadio ha fatto contro Google. Sono stati gli avvocati del colosso americano a confessare al Giudice questo accordo col Governo Italiano. Tutto in spregio alla Costituzione. Dovrebbe essere notizia da prime pagine e da servizi nei TG e approfondimenti nelle trasmissioni di informazione. Invece a parte un paio di giornali nessuno ha avuto l'orgoglio di gridare forte contro Google "giù le mani dalla libera informazione". L'ordine dei giornalisti tace, a conferma che c'è qualcosa di poco chiaro nel nostro Paese sul fronte della comunicazione libera. Il Presidente Mattarella ieri è intervenuto con parole forti, vorrei tanto che avesse letto le motivazioni del Tribunale di Roma con le quali Google (You Tube) è stata condannata ad un risarcimento (ridicolo rispetto al danno reale) e alla immediata rimonetizzazione. Sapete cosa sta accadendo da settimane a seguito della sentenza? Nulla. L'arroganza dei prepotenti si permette di non rispettare le decisioni del Giudice. Vogliono che RadioRadio firmi un nuovo accordo dove si impegna a non parlare dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e delle decisioni del Governo in caso di pandemie. Follia. Non firmeremo mai questo ricatto. Ma intanto Google ci fa danni e noi non possiamo che gridarlo forte nel vergognoso silenzio generale. Non ci restate che voi per poter diffondere questo post in modo che lo possano leggere tutti. Grazie per quello che farete.
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  • Silenzio assoluto di Bergoglio sull'attentato a Trump e sulla cerimonia satanica delle Olimpiadi di Parigi. Il silenzio di Bergoglio ci dice che non è affatto contento che l'alta finanza non sia riuscita a uccidere Trump così come gli oltraggi a Cristo non lo disturbano affatto, anche perché lui è il primo a farli.

    Fonte: https://x.com/CesareSacchetti/status/1817821071908757973

    Silenzio assoluto di Bergoglio sull'attentato a Trump e sulla cerimonia satanica delle Olimpiadi di Parigi. Il silenzio di Bergoglio ci dice che non è affatto contento che l'alta finanza non sia riuscita a uccidere Trump così come gli oltraggi a Cristo non lo disturbano affatto, anche perché lui è il primo a farli. Fonte: https://x.com/CesareSacchetti/status/1817821071908757973
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  • Alla luce dei fatti di oggi, vaccinarsi non è un atto d'amore (cit. Bergoglio), ma un attentato alla propria vita.

    Paragonabile al suicidio.

    Il governo è muto.
    La sanità è muta.
    Le società sportive non parlano.
    Il CONI è in assoluto silenzio.
    La magistratura è muta.
    La cittadinanza dorme.

    ..e la strage avanza.
    Alla luce dei fatti di oggi, vaccinarsi non è un atto d'amore (cit. Bergoglio), ma un attentato alla propria vita. Paragonabile al suicidio. Il governo è muto. La sanità è muta. Le società sportive non parlano. Il CONI è in assoluto silenzio. La magistratura è muta. La cittadinanza dorme. ..e la strage avanza.
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  • La morte negata - il docufilm di Alessandro Amori è ora anche su Scenario.press

    Durante lo stato di emergenza covid le linee guida e i protocolli sanitari imposti dal governo, hanno impedito ai familiari, di seguire la degenza in ospedale dei propri cari, in molti casi di comunicare telefonicamente e di poter vedere il corpo del defunto in quanto riconsegnato in un sacco nero. Ciò ha contribuito ad interrompere il fisiologico processo di elaborazione del lutto con grandi sofferenze e gravi ripercussioni psicologiche. A distanza di tre anni questo lutto negato incontra tutt’ora un muro di silenzio e omertà che questo documentario si propone di infrangere.

    https://rumble.com/v58ouol-la-morte-negata-il-docufilm-di-alessandro-amori.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce

    MASSIMA DIFFUSIONE!

    Titolo: La morte negata
    Dur: 1h 03m 34s
    Produzione: Playmastermovie
    Produttore: Alessandro Amori
    Regia: Alessandro Amori
    Riprese e montaggio: Alessandro Amori
    Musiche: Nicola Bottos
    La morte negata - il docufilm di Alessandro Amori è ora anche su Scenario.press Durante lo stato di emergenza covid le linee guida e i protocolli sanitari imposti dal governo, hanno impedito ai familiari, di seguire la degenza in ospedale dei propri cari, in molti casi di comunicare telefonicamente e di poter vedere il corpo del defunto in quanto riconsegnato in un sacco nero. Ciò ha contribuito ad interrompere il fisiologico processo di elaborazione del lutto con grandi sofferenze e gravi ripercussioni psicologiche. A distanza di tre anni questo lutto negato incontra tutt’ora un muro di silenzio e omertà che questo documentario si propone di infrangere. https://rumble.com/v58ouol-la-morte-negata-il-docufilm-di-alessandro-amori.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce MASSIMA DIFFUSIONE! Titolo: La morte negata Dur: 1h 03m 34s Produzione: Playmastermovie Produttore: Alessandro Amori Regia: Alessandro Amori Riprese e montaggio: Alessandro Amori Musiche: Nicola Bottos
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  • IL REGNO UNITO VUOLE DEPORTARE I RICHIEDENTI ASILO IN RWANDA, MA NON CI RIESCE

    Quando cambia un governo, spesso si scopre qualche altarino di quello precedente, come se il nuovo governo dovesse mandate un segnale di discontinuità: noi siamo diversi, noi siamo migliori. Il Regno Unito, eccezionale in molte cose e non tutte lodevoli, in questa si adegua al tran-tran.

    La notizia data dal ministro degli Interni Yvette Copper del nuovo governo Starmer circa il fallimento della deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda approvata dal precedente governo Sunak, ha risvolti davvero notevoli, quasi esilaranti se non riguardasse la vita di decine di migliaia di persone.

    Deportazione pianificata dal governo tory di Boris Johnson e messa a terra da quello di Sunak, che prevedeva il versamento di una cospicua somma di denaro al Rwanda di Paul Kagame, appena rieletto col il 99,15% dei voti per il quarto mandato. 209 milioni di sterline la cifra promessa al ruandese: poco più che una mancia, data la vastità e la portata del piano in questione, ma consideriamolo un acconto in credito alla buona volontà.

    Il buon Kagame, ex militare, è incredibilmente riuscito a migliorare costantemente le proprie performance elettorali: dopo la leggera flessione del 2010 (93%) seguita alla prima elezione del 2003 (95%), ha preso il 98% nel 2017 per planare sul morbido 99% e spiccioli della settimana scorsa.

    La rivista Africa lo definisce, con una punta di ironia, “l’autocrate che piace”. A chi? Ruandesi a parte, che ad eccezione di uno sparuto scarto di lavorazione proprio non riescono a rinunciare all’allampanato Paul, piace sicuramente all’Occidente democratico, le cui responsabilità nel genocidio ruandese sono un dato storico acquisito. Lo stesso Occidente che fregia Putin dell’augusto titolo di dittatore sanguinario se prende un ridicolo (rispetto alle performance di Kagame) 87%, di fronte all’ennesimo utile negro da cortile si arresta in estatica e soprattutto silenziosa contemplazione.

    Il fatto che lo stesso Sunak sia un immigrato indiano diversamente bianco, per quanto di famiglia parsimoniosamente miliardaria, smentisce una volta di più (casomai ce ne fosse il bisogno) la vulgata secondo la quale un membro di una categoria sociale non possa agire contro la categoria alla quale appartiene.

    Eppure Sunak si è mostrato totalmente rispettoso degli usi e costumi del proprio paese di origine, specialmente per quanto riguarda la divisione in caste della società: ci sono i paria, gli intoccabili e privi di diritti, e poi su su fino a quelli come Sunak. Ma questi sono dettagli che non devono scalfire il mito del buon selvaggio, vero pilastro della narrazione accogliente e inclusiva.

    Il perché appartenere ad una certa categoria impedisca di danneggiarla è un mistero più complesso della Trinità, ma a quanto pare viene massicciamente creduto, e senza andare tanto per il sottile: l’Africa in festa per l’elezione di Obama ha subito preso contatto col fatto che all’africano Barack (pare sia nato in Kenya) dell’Africa non cale né tanto né poco. Per non parlare della della rielezione di Von der Leyen: in quanto donna e madre, ella è naturalmente inclusiva ed incapace di scatenare guerre. Ci mancherebbe altro: lo sanno bene tanto i russi quanto gli ucraini. Come lo sanno gli inglesi, che spedirono Johnson ad ordinare a Zelensky, pronto a negoziare la pace coi russi, di continuare la guerra senza se e senza ma. Come lo sa la premier per un giorno Liz Truss, altra donna accogliente e inclusiva che cinguettò di essere pronta a schiacciare il bottone della bomba nucleare. Sparita dalla circolazione, il che data la coazione a riproporre sempre le stesse eminenti figure dell’Occidente democratico un po’ stupisce e un po’ preoccupa: che fine ha fatto?

    Dopo di che, per tornare alla denuncia della Copper, vengono i sempre sgradevoli conti della serva. La Copper non solo quantifica lo sperpero in oltre un miliardo di euro nel varo della fantasiosa ed accogliente iniziativa, contro la quale il sempre vigile Papa Francesco, sempre prodigo di parole taglienti verso ciò che disapprova, non ha emesso una sillaba. Ma aggiunge che il governo precedente aveva preventivato un

    modesto contributo all’iniziativa di almeno 10 miliardi di sterline, ovvero circa 12 miliardi di euro, senza riferire al parlamento.

    Kagame, il quale ha già beneficiato dell’ennesimo “aiuto alla sviluppo” occidentale, si è affrettato a dichiarare che nonostante il piano sia miseramente fallito, non è tenuto a restituire la caparra. Ci mancherebbe altro: se il cliente rinuncia alla vacanza, paga. È un vero peccato, perché date le tensioni col vicino Congo (leggi: guerra) questa marcia indietro priva i rwandesi di molta ottima carne da cannone: decine di migliaia di uomini in età militare che sarebbero andati ad ingrossare le fila degli oltre 120 gruppi di “ribelli” operanti nel Nord e nel Sud Kivu, che nel silenzio generale – anche del governo di Kinshasa in altre faccende affaccendato – assiste ai continui massacri di civili inermi e al saccheggio di risorse naturali che fanno rimpiangere l’epoca coloniale come un’età dell’oro.

    Ci sono tre considerazioni sintetiche e quasi istintive da fare in conclusione. La prima è che questa globalizzazione della paura e del malaffare per via statuale, a parere di chi scrive nasconde il più colossale giro di mazzette e creazione di fondi neri mai apparso sulla trista scena del mondo. Mentre il denaro dei servi sciocchi che non emettono scontrini viene spiato e contabilizzato fino all’ultimo centesimo, capitali enormi, esentasse e fuori controllo si aggirano per il mondo destinati ai fini più luridi e inumani. Questo mi pare il fine di gran parte degli “aiuti umanitari” e del “sostegno della comunità internazionale” a questa o quella guerra civile e democratica.

    La seconda è che viviamo sottomessi ad apparati e istituzioni pubbliche che non rispondono più ai popoli che le hanno custodite e legittimate talvolta per secoli, le quali dilapidano la ricchezza in operazioni apertamente contrarie non solo al diritto internazionale ma anche agli interessi particolari del paese, estendendosi anche ad altri paesi come un cancro.

    La terza è che mentre notizie del tutto trascurabili vengono pompate a dismisura, queste notizie scomode non è che non vengano date, ma sono del tutto ignorate. Una possibile ragione è l’abituare lentamente l’opinione pubblica alla normalità dello scandalo e del malaffare, predisponendola alla sua accettazione come fatto trascurabile. Mentre noi inveiamo contro il mostro di turno e il pericolo mortale del momento, milioni di uomini vengono spostati e ammassati come roba vecchia dalla soffitta alla cantina, giustificando il passaggio di mano di somme enormi di denaro sottratte alla sanità, alla giustizia, ai servizi essenziali, alla pace e alla prosperità di tutti.

    Pluto
    IL REGNO UNITO VUOLE DEPORTARE I RICHIEDENTI ASILO IN RWANDA, MA NON CI RIESCE Quando cambia un governo, spesso si scopre qualche altarino di quello precedente, come se il nuovo governo dovesse mandate un segnale di discontinuità: noi siamo diversi, noi siamo migliori. Il Regno Unito, eccezionale in molte cose e non tutte lodevoli, in questa si adegua al tran-tran. La notizia data dal ministro degli Interni Yvette Copper del nuovo governo Starmer circa il fallimento della deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda approvata dal precedente governo Sunak, ha risvolti davvero notevoli, quasi esilaranti se non riguardasse la vita di decine di migliaia di persone. Deportazione pianificata dal governo tory di Boris Johnson e messa a terra da quello di Sunak, che prevedeva il versamento di una cospicua somma di denaro al Rwanda di Paul Kagame, appena rieletto col il 99,15% dei voti per il quarto mandato. 209 milioni di sterline la cifra promessa al ruandese: poco più che una mancia, data la vastità e la portata del piano in questione, ma consideriamolo un acconto in credito alla buona volontà. Il buon Kagame, ex militare, è incredibilmente riuscito a migliorare costantemente le proprie performance elettorali: dopo la leggera flessione del 2010 (93%) seguita alla prima elezione del 2003 (95%), ha preso il 98% nel 2017 per planare sul morbido 99% e spiccioli della settimana scorsa. La rivista Africa lo definisce, con una punta di ironia, “l’autocrate che piace”. A chi? Ruandesi a parte, che ad eccezione di uno sparuto scarto di lavorazione proprio non riescono a rinunciare all’allampanato Paul, piace sicuramente all’Occidente democratico, le cui responsabilità nel genocidio ruandese sono un dato storico acquisito. Lo stesso Occidente che fregia Putin dell’augusto titolo di dittatore sanguinario se prende un ridicolo (rispetto alle performance di Kagame) 87%, di fronte all’ennesimo utile negro da cortile si arresta in estatica e soprattutto silenziosa contemplazione. Il fatto che lo stesso Sunak sia un immigrato indiano diversamente bianco, per quanto di famiglia parsimoniosamente miliardaria, smentisce una volta di più (casomai ce ne fosse il bisogno) la vulgata secondo la quale un membro di una categoria sociale non possa agire contro la categoria alla quale appartiene. Eppure Sunak si è mostrato totalmente rispettoso degli usi e costumi del proprio paese di origine, specialmente per quanto riguarda la divisione in caste della società: ci sono i paria, gli intoccabili e privi di diritti, e poi su su fino a quelli come Sunak. Ma questi sono dettagli che non devono scalfire il mito del buon selvaggio, vero pilastro della narrazione accogliente e inclusiva. Il perché appartenere ad una certa categoria impedisca di danneggiarla è un mistero più complesso della Trinità, ma a quanto pare viene massicciamente creduto, e senza andare tanto per il sottile: l’Africa in festa per l’elezione di Obama ha subito preso contatto col fatto che all’africano Barack (pare sia nato in Kenya) dell’Africa non cale né tanto né poco. Per non parlare della della rielezione di Von der Leyen: in quanto donna e madre, ella è naturalmente inclusiva ed incapace di scatenare guerre. Ci mancherebbe altro: lo sanno bene tanto i russi quanto gli ucraini. Come lo sanno gli inglesi, che spedirono Johnson ad ordinare a Zelensky, pronto a negoziare la pace coi russi, di continuare la guerra senza se e senza ma. Come lo sa la premier per un giorno Liz Truss, altra donna accogliente e inclusiva che cinguettò di essere pronta a schiacciare il bottone della bomba nucleare. Sparita dalla circolazione, il che data la coazione a riproporre sempre le stesse eminenti figure dell’Occidente democratico un po’ stupisce e un po’ preoccupa: che fine ha fatto? Dopo di che, per tornare alla denuncia della Copper, vengono i sempre sgradevoli conti della serva. La Copper non solo quantifica lo sperpero in oltre un miliardo di euro nel varo della fantasiosa ed accogliente iniziativa, contro la quale il sempre vigile Papa Francesco, sempre prodigo di parole taglienti verso ciò che disapprova, non ha emesso una sillaba. Ma aggiunge che il governo precedente aveva preventivato un modesto contributo all’iniziativa di almeno 10 miliardi di sterline, ovvero circa 12 miliardi di euro, senza riferire al parlamento. Kagame, il quale ha già beneficiato dell’ennesimo “aiuto alla sviluppo” occidentale, si è affrettato a dichiarare che nonostante il piano sia miseramente fallito, non è tenuto a restituire la caparra. Ci mancherebbe altro: se il cliente rinuncia alla vacanza, paga. È un vero peccato, perché date le tensioni col vicino Congo (leggi: guerra) questa marcia indietro priva i rwandesi di molta ottima carne da cannone: decine di migliaia di uomini in età militare che sarebbero andati ad ingrossare le fila degli oltre 120 gruppi di “ribelli” operanti nel Nord e nel Sud Kivu, che nel silenzio generale – anche del governo di Kinshasa in altre faccende affaccendato – assiste ai continui massacri di civili inermi e al saccheggio di risorse naturali che fanno rimpiangere l’epoca coloniale come un’età dell’oro. Ci sono tre considerazioni sintetiche e quasi istintive da fare in conclusione. La prima è che questa globalizzazione della paura e del malaffare per via statuale, a parere di chi scrive nasconde il più colossale giro di mazzette e creazione di fondi neri mai apparso sulla trista scena del mondo. Mentre il denaro dei servi sciocchi che non emettono scontrini viene spiato e contabilizzato fino all’ultimo centesimo, capitali enormi, esentasse e fuori controllo si aggirano per il mondo destinati ai fini più luridi e inumani. Questo mi pare il fine di gran parte degli “aiuti umanitari” e del “sostegno della comunità internazionale” a questa o quella guerra civile e democratica. La seconda è che viviamo sottomessi ad apparati e istituzioni pubbliche che non rispondono più ai popoli che le hanno custodite e legittimate talvolta per secoli, le quali dilapidano la ricchezza in operazioni apertamente contrarie non solo al diritto internazionale ma anche agli interessi particolari del paese, estendendosi anche ad altri paesi come un cancro. La terza è che mentre notizie del tutto trascurabili vengono pompate a dismisura, queste notizie scomode non è che non vengano date, ma sono del tutto ignorate. Una possibile ragione è l’abituare lentamente l’opinione pubblica alla normalità dello scandalo e del malaffare, predisponendola alla sua accettazione come fatto trascurabile. Mentre noi inveiamo contro il mostro di turno e il pericolo mortale del momento, milioni di uomini vengono spostati e ammassati come roba vecchia dalla soffitta alla cantina, giustificando il passaggio di mano di somme enormi di denaro sottratte alla sanità, alla giustizia, ai servizi essenziali, alla pace e alla prosperità di tutti. Pluto
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  • VANNO AVANTI NEL SILENZIO E NELLA COMPLICITÀ DELL'OCCIDENTE. BISOGNA FERMARLI!

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/22/raid-di-israele-con-aerei-e-carri-armati-a-khan-yunis-settanta-palestinesi-sono-stati-uccisi-200-i-feriti/7632749/
    VANNO AVANTI NEL SILENZIO E NELLA COMPLICITÀ DELL'OCCIDENTE. BISOGNA FERMARLI! https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/22/raid-di-israele-con-aerei-e-carri-armati-a-khan-yunis-settanta-palestinesi-sono-stati-uccisi-200-i-feriti/7632749/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Raid di Israele con aerei e carri armati a Khan Yunis: "Settanta palestinesi sono stati uccisi, 200 i feriti" - Il Fatto Quotidiano
    L'esercito aveva chiesto alla popolazione di evacuare "temporaneamente" la zona spostandosi a Mawasi, sulla costa
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  • Vigano’, Bergoglio, CL , la Chiesa e i cristiani

    In questo periodo i mezzi di comunicazione fanno un gran parlare del contrasto tra l’Arcivescovo Carlo Maria Vigano’ e il Papa; si sono buttati a pesce sulla questione dello scisma e sulla scomunica comminata a Vigano’ perché non si è sottomesso al Papa e perché ha dichiarato che il Concilio Vaticano II è stato l’origine di tutti i mali che soffre la Chiesa attuale. Sono diventati tutti esperti vaticanisti, i giornalisti, e discettano di questioni teologiche e canoniche con una disinvoltura che sembra far credere che non si siano mai interessati d’altro in vita loro. Ci inondano di notizie anche sulla crisi di CL, che non vedevano l’ora si dissolvesse in problematiche interne e sparisse dalla vita sociale. Tutto viene messo sulla pubblica piazza con dovizia di particolari e gran compiacimento delle discordie tra i responsabili e tra essi e il Vaticano.

    Questa situazione mi ha fatto sorgere alcune domande: anzitutto “come stanno realmente le cose?” E poi, perché i giornalisti parlano solo delle difficoltà e dei contrasti e mai delle cose positive che avvengono ad opera di chi fa parte della Chiesa? O meglio, perché esasperano quel 2 per cento di problemi e tralasciano di prendere in considerazione il rimanente 98 per cento di azioni, di rapporti umani di realtà concrete messe in piedi dai cristiani che sono di enorme sostegno per la gente? Perché non parlano mai, ad esempio, dell’impressionante numero di aiuti umanitari originato dall’esperienza di Comunione e Liberazione? Oppure dell’incredibile slancio missionario prodotto da tutto il modo cattolico, dalla metà dell’Ottocento in avanti?

    Tanto per fare un esempio, io, che sono nell’ambito cattolico da cinquant’anni, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Giuseppe Allamano e dei suoi Missionari della Consolata solo quando sono andato in Africa e precisamente in Costa d’Avorio. Lì ho visto ciò che fanno questi giganti della fede: a Marandallah, nel cuore del Paese, hanno messo in piedi un villaggio intero, con tanto di “Jardin de l’amitié”, un enorme parco per i bambini, con giochi e spazi utilizzabili. Questo può apparire ovvio nel Nord Italia, nel quale ci sono sempre stati gli Oratori, ma in Africa è una cosa dell’altro mondo, in quanto nelle loro mentalità i bambini non sono considerati finché non arrivano all’età adulta. In Africa sono molto considerati gli anziani, tanto che mangiano tutto quello che vogliono, poi gli adulti, e infine i bambini, ai quali spetta ciò che rimane. E’ per tale motivo che magari si ammalano di anemia: perché mangiano solo il riso bianco che avanza, ma non la carne, spazzolata dagli adulti. Nessuno dice poi che nell’islam e nelle religioni tribali non c’è alcuna attività pensata per i bambini, i quali vengono lasciati a loro stessi e crescono per strada. Ma i Missionari della Consolata avevano costruito addirittura un ospedale, così che le autorità civili avevano lasciato andare in rovina l’ospedale statale, perché tanto c’era già quello dei preti.

    E questo è solo un esempio, ma si potrebbe parlare dell’opera dei Missionari del PIME, che hanno missioni perfino in Tailandia e Cambogia, dei Comboniani, dei Francescani, e chi più ne ha più ne metta.

    Come mai io non sapevo nulla di tutto ciò? Perché i giornalisti, di queste cose, parlano in maniera talmente veloce, frammentaria e superficiale che non rimane nella testa della gente. Le buttano lì con noncuranza e in maniera occasionale e casuale. Le notizie che invece vogliono far rimanere ben impresse nella mentalità dei più vengono date di continuo, in modo martellante e ossessivo, con una sorta di “bombardamento mediatico”. Basti pensare ai “tormentoni” riguardanti fatti accaduti magari decenni fa che vengono ripresi sistematicamente, mentre la stragrande maggioranza dei conflitti armati presenti nel mondo è totalmente obliterata.

    Sempre più spesso viene data l’interpretazione del fatto prima ancora di cercare di darne una descrizione completa e di andare a fondo delle motivazioni che potrebbero esserci alla base di esso. Il metodo con cui vengono fornite le notizie del nostro mondo cosiddetto democratico è sempre più simile a quello di un regime totalitario che cerca in tutti i modi di far pensare le persone in un determinato modo.
    Tale metodo viene applicato “scientificamente” soprattutto alla Chiesa, rea di essere una realtà non immediatamente assimilabile a quella di una organizzazione statale. La virulenza con la quale i giornalisti attaccano la Chiesa, in particolare quella cattolica, non ha paragoni con nessun’altra realtà, né religiosa né civile. Il silenzio quasi tombale sulle persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in molti Paesi del mondo ha come termine di confronto, forse, solo il silenzio che copre tutte le guerre “minori”, cioè il conflitti che fa comodo all’Occidente tenere nascosti, di cui è pieno il mondo definito “terzo” appunto dagli Stati ricchi del pianeta.

    Come distruggere la Chiesa? Non ce la fece nemmeno la rivoluzione francese e Napoleone, dall’esterno; allora occorre far entrare al suo interno il “fumo di satana”, come disse Paolo VI, cioè un pensiero non cattolico che diventi predominante. E il pensiero non cattolico che si vuol introdurre è quello della cosiddetta democrazia liberale: la Chiesa, si dice, deve rispettare i diritti dell’uomo, la parità di genere, i diritti degli omosessuali e via discorrendo. Si applica sempre più spesso il metodo dell’elezione diretta dei responsabili e dei capi, metodo che apparentemente sembra più giusto, ma rischia di non tenere conto dell’essenza della Chiesa, che è quella di essere una “comunione gerarchica”.

    Intendiamoci, non è che il metodo democratico sia generato dal diavolo; le stesse elezioni democratiche hanno origine dall’elezione dell’abate nei monasteri. I Greci infatti avevano forme di governo basate più su criteri oligarchici che democratici. E’ con il Medioevo che tutti i monaci votano per eleggere il loro “capo”. Tutto il nostro sistema democratico ha avuto impulso decisivo dalla vita cristiana e in particolare dalla vita monastica. Non è un caso che la democrazia si sia affermata nei Paesi a tradizione cristiana e non negli Stati a preminenza islamica o buddista-induista.

    Ma se la mentalità democratica prende il sopravvento nella Chiesa, allora il punto è avere la “maggioranza”, e sconfiggere l’”opposizione”; si riduce tutto ad una gara per ottenere consensi e vince chi ne ottiene di più. Si rientra nella logica di potere, perché anche il sistema democratico è un mezzo per raggiungere le leve di governo di una organizzazione.

    C’è un altro aspetto da considerare, che riguarda più i cattolici cosiddetti “tradizionalisti” Un altro modo di intendere la Chiesa è quello di identificarla con la gerarchia, con il Papa, i Cardinali e i Vescovi. Ho fatto tante discussioni a questo proposito, con chi sosteneva che la Chiesa è “una gerarchia”. Addirittura qualcuno arrivava ad affermare che “La Chiesa è il Papa”. Ora, io rispondevo che la gerarchia è essenziale alla natura della Chiesa cattolica, ma non la esaurisce: la Chiesa è formata da Papa, cardinali, vescovi, preti, suore, monaci, ma, vivaddio, anche dai fedeli laici, siano essi sposati o consacrati: in una parola, da tutti i battezzati. In quest’ottica anche gli ortodossi e i protestanti sono Chiesa, in quanto uniti a Cristo con il battesimo. Poi aggiungevo: una definizione un po’ più completa della Chiesa è quella di “comunione gerarchica”, che mantiene la sua natura di “realtà etnica sui generis”, come disse sempre Paolo VI. La Chiesa, insomma, non è riducibile ad una qualsiasi realtà sociale organizzativa, ma ha una specificità che le deriva dalla sua costituzione durante l’Ultima cena, nella quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato il Suo corpo e il Suo sangue perché potessimo essere salvati.

    La Chiesa, insomma, è una realtà umana nella quale si rende presente il divino: è una unità di persone nella quale si manifesta, in quanto realmente presente, Gesù Cristo stesso. Allora, chi è che comanda nella Chiesa? Chi è il vero “capo della Chiesa? Il Papa? No! Gesù Cristo!

    Mi viene in mente la frase del cardinal Siri, dopo il Conclave del 1958, nel quale era certo di essere eletto Papa: “Tutti erano d’accordo per votare me; c’erano solo tre persone non lo volevano: il Padre, il Figlio e lo Spirito santo”.
    Vigano’, Bergoglio, CL , la Chiesa e i cristiani In questo periodo i mezzi di comunicazione fanno un gran parlare del contrasto tra l’Arcivescovo Carlo Maria Vigano’ e il Papa; si sono buttati a pesce sulla questione dello scisma e sulla scomunica comminata a Vigano’ perché non si è sottomesso al Papa e perché ha dichiarato che il Concilio Vaticano II è stato l’origine di tutti i mali che soffre la Chiesa attuale. Sono diventati tutti esperti vaticanisti, i giornalisti, e discettano di questioni teologiche e canoniche con una disinvoltura che sembra far credere che non si siano mai interessati d’altro in vita loro. Ci inondano di notizie anche sulla crisi di CL, che non vedevano l’ora si dissolvesse in problematiche interne e sparisse dalla vita sociale. Tutto viene messo sulla pubblica piazza con dovizia di particolari e gran compiacimento delle discordie tra i responsabili e tra essi e il Vaticano. Questa situazione mi ha fatto sorgere alcune domande: anzitutto “come stanno realmente le cose?” E poi, perché i giornalisti parlano solo delle difficoltà e dei contrasti e mai delle cose positive che avvengono ad opera di chi fa parte della Chiesa? O meglio, perché esasperano quel 2 per cento di problemi e tralasciano di prendere in considerazione il rimanente 98 per cento di azioni, di rapporti umani di realtà concrete messe in piedi dai cristiani che sono di enorme sostegno per la gente? Perché non parlano mai, ad esempio, dell’impressionante numero di aiuti umanitari originato dall’esperienza di Comunione e Liberazione? Oppure dell’incredibile slancio missionario prodotto da tutto il modo cattolico, dalla metà dell’Ottocento in avanti? Tanto per fare un esempio, io, che sono nell’ambito cattolico da cinquant’anni, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Giuseppe Allamano e dei suoi Missionari della Consolata solo quando sono andato in Africa e precisamente in Costa d’Avorio. Lì ho visto ciò che fanno questi giganti della fede: a Marandallah, nel cuore del Paese, hanno messo in piedi un villaggio intero, con tanto di “Jardin de l’amitié”, un enorme parco per i bambini, con giochi e spazi utilizzabili. Questo può apparire ovvio nel Nord Italia, nel quale ci sono sempre stati gli Oratori, ma in Africa è una cosa dell’altro mondo, in quanto nelle loro mentalità i bambini non sono considerati finché non arrivano all’età adulta. In Africa sono molto considerati gli anziani, tanto che mangiano tutto quello che vogliono, poi gli adulti, e infine i bambini, ai quali spetta ciò che rimane. E’ per tale motivo che magari si ammalano di anemia: perché mangiano solo il riso bianco che avanza, ma non la carne, spazzolata dagli adulti. Nessuno dice poi che nell’islam e nelle religioni tribali non c’è alcuna attività pensata per i bambini, i quali vengono lasciati a loro stessi e crescono per strada. Ma i Missionari della Consolata avevano costruito addirittura un ospedale, così che le autorità civili avevano lasciato andare in rovina l’ospedale statale, perché tanto c’era già quello dei preti. E questo è solo un esempio, ma si potrebbe parlare dell’opera dei Missionari del PIME, che hanno missioni perfino in Tailandia e Cambogia, dei Comboniani, dei Francescani, e chi più ne ha più ne metta. Come mai io non sapevo nulla di tutto ciò? Perché i giornalisti, di queste cose, parlano in maniera talmente veloce, frammentaria e superficiale che non rimane nella testa della gente. Le buttano lì con noncuranza e in maniera occasionale e casuale. Le notizie che invece vogliono far rimanere ben impresse nella mentalità dei più vengono date di continuo, in modo martellante e ossessivo, con una sorta di “bombardamento mediatico”. Basti pensare ai “tormentoni” riguardanti fatti accaduti magari decenni fa che vengono ripresi sistematicamente, mentre la stragrande maggioranza dei conflitti armati presenti nel mondo è totalmente obliterata. Sempre più spesso viene data l’interpretazione del fatto prima ancora di cercare di darne una descrizione completa e di andare a fondo delle motivazioni che potrebbero esserci alla base di esso. Il metodo con cui vengono fornite le notizie del nostro mondo cosiddetto democratico è sempre più simile a quello di un regime totalitario che cerca in tutti i modi di far pensare le persone in un determinato modo. Tale metodo viene applicato “scientificamente” soprattutto alla Chiesa, rea di essere una realtà non immediatamente assimilabile a quella di una organizzazione statale. La virulenza con la quale i giornalisti attaccano la Chiesa, in particolare quella cattolica, non ha paragoni con nessun’altra realtà, né religiosa né civile. Il silenzio quasi tombale sulle persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in molti Paesi del mondo ha come termine di confronto, forse, solo il silenzio che copre tutte le guerre “minori”, cioè il conflitti che fa comodo all’Occidente tenere nascosti, di cui è pieno il mondo definito “terzo” appunto dagli Stati ricchi del pianeta. Come distruggere la Chiesa? Non ce la fece nemmeno la rivoluzione francese e Napoleone, dall’esterno; allora occorre far entrare al suo interno il “fumo di satana”, come disse Paolo VI, cioè un pensiero non cattolico che diventi predominante. E il pensiero non cattolico che si vuol introdurre è quello della cosiddetta democrazia liberale: la Chiesa, si dice, deve rispettare i diritti dell’uomo, la parità di genere, i diritti degli omosessuali e via discorrendo. Si applica sempre più spesso il metodo dell’elezione diretta dei responsabili e dei capi, metodo che apparentemente sembra più giusto, ma rischia di non tenere conto dell’essenza della Chiesa, che è quella di essere una “comunione gerarchica”. Intendiamoci, non è che il metodo democratico sia generato dal diavolo; le stesse elezioni democratiche hanno origine dall’elezione dell’abate nei monasteri. I Greci infatti avevano forme di governo basate più su criteri oligarchici che democratici. E’ con il Medioevo che tutti i monaci votano per eleggere il loro “capo”. Tutto il nostro sistema democratico ha avuto impulso decisivo dalla vita cristiana e in particolare dalla vita monastica. Non è un caso che la democrazia si sia affermata nei Paesi a tradizione cristiana e non negli Stati a preminenza islamica o buddista-induista. Ma se la mentalità democratica prende il sopravvento nella Chiesa, allora il punto è avere la “maggioranza”, e sconfiggere l’”opposizione”; si riduce tutto ad una gara per ottenere consensi e vince chi ne ottiene di più. Si rientra nella logica di potere, perché anche il sistema democratico è un mezzo per raggiungere le leve di governo di una organizzazione. C’è un altro aspetto da considerare, che riguarda più i cattolici cosiddetti “tradizionalisti” Un altro modo di intendere la Chiesa è quello di identificarla con la gerarchia, con il Papa, i Cardinali e i Vescovi. Ho fatto tante discussioni a questo proposito, con chi sosteneva che la Chiesa è “una gerarchia”. Addirittura qualcuno arrivava ad affermare che “La Chiesa è il Papa”. Ora, io rispondevo che la gerarchia è essenziale alla natura della Chiesa cattolica, ma non la esaurisce: la Chiesa è formata da Papa, cardinali, vescovi, preti, suore, monaci, ma, vivaddio, anche dai fedeli laici, siano essi sposati o consacrati: in una parola, da tutti i battezzati. In quest’ottica anche gli ortodossi e i protestanti sono Chiesa, in quanto uniti a Cristo con il battesimo. Poi aggiungevo: una definizione un po’ più completa della Chiesa è quella di “comunione gerarchica”, che mantiene la sua natura di “realtà etnica sui generis”, come disse sempre Paolo VI. La Chiesa, insomma, non è riducibile ad una qualsiasi realtà sociale organizzativa, ma ha una specificità che le deriva dalla sua costituzione durante l’Ultima cena, nella quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato il Suo corpo e il Suo sangue perché potessimo essere salvati. La Chiesa, insomma, è una realtà umana nella quale si rende presente il divino: è una unità di persone nella quale si manifesta, in quanto realmente presente, Gesù Cristo stesso. Allora, chi è che comanda nella Chiesa? Chi è il vero “capo della Chiesa? Il Papa? No! Gesù Cristo! Mi viene in mente la frase del cardinal Siri, dopo il Conclave del 1958, nel quale era certo di essere eletto Papa: “Tutti erano d’accordo per votare me; c’erano solo tre persone non lo volevano: il Padre, il Figlio e lo Spirito santo”.
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