• Julian Assange.
    July will be a month of upheaval. A month when all the dirty things of this government will be exposed.
    The current president is disgusting to people not only in the United States but all over the world. In a few days we will send something that will destroy and expose these Kabbalahs.

    Information will be only among the people who want good for this country, and not the manipulators.

    Make sure you attract this to more people!

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    Julian Assange. July will be a month of upheaval. A month when all the dirty things of this government will be exposed. The current president is disgusting to people not only in the United States but all over the world. In a few days we will send something that will destroy and expose these Kabbalahs. Information will be only among the people who want good for this country, and not the manipulators. Make sure you attract this to more people! MAKE THIS VIRAL! JOIN PRIVATE LINK👇 https://t.me/+U-q-8ANfxDg1N2Jk
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  • (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – E niente, non ce la fanno proprio i cosiddetti “giornalisti” italiani a rendere omaggio a Julian Assange, il collega (senza offesa per lui) che ha nobilitato la professione mentre loro la sputtanavano a suon di veline, marchette e autobavagli. Non ce la fanno a scandalizzarsi perché Usa e Uk, celebri culle della democrazia, l’hanno costretto a vivere per 12 anni da sepolto vivo prima nell’ambasciata ecuadoregna e poi in una cella d’isolamento senza uno straccio di processo. Non ce la fanno a dire che il presunto Impero del Bene ha trasformato un attivista pieno di entusiasmo, di valori e di coraggio in una larva umana con 12 anni di accuse false (persino di stupro), persecuzioni politiche, torture psicologiche e progetti di “ucciderlo con un drone” (brillante idea di Hillary Clinton), fino a estorcergli in cambio della vita una confessione e un patteggiamento per un delitto inesistente, che per le Convenzioni internazionali è una medaglia da Pulitzer: svelare notizie vere e documenti autentici sui segreti e sui crimini del potere.

    #marcotravaglio
    #travaglio
    (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – E niente, non ce la fanno proprio i cosiddetti “giornalisti” italiani a rendere omaggio a Julian Assange, il collega (senza offesa per lui) che ha nobilitato la professione mentre loro la sputtanavano a suon di veline, marchette e autobavagli. Non ce la fanno a scandalizzarsi perché Usa e Uk, celebri culle della democrazia, l’hanno costretto a vivere per 12 anni da sepolto vivo prima nell’ambasciata ecuadoregna e poi in una cella d’isolamento senza uno straccio di processo. Non ce la fanno a dire che il presunto Impero del Bene ha trasformato un attivista pieno di entusiasmo, di valori e di coraggio in una larva umana con 12 anni di accuse false (persino di stupro), persecuzioni politiche, torture psicologiche e progetti di “ucciderlo con un drone” (brillante idea di Hillary Clinton), fino a estorcergli in cambio della vita una confessione e un patteggiamento per un delitto inesistente, che per le Convenzioni internazionali è una medaglia da Pulitzer: svelare notizie vere e documenti autentici sui segreti e sui crimini del potere. #marcotravaglio #travaglio
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  • DIFFIDATE di Google, YouTube, Instagram e Facebook sono loro i veri creatori di FAKE NEWS. E quando non le creano, bloccano ad arte le notizie vere come è successo con i sieri Genici sperimentali.

    "Assange non è un giornalista". "Ha messo a rischio le fonti". "Fu al servizio di Putin". Ecco smontate 10 fake news sul padre di WikiLeaks - Il Fatto Quotidiano
    Tutte le bugie (dei giornalisti) su Julian Assange: il nostro fact checking...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/29/assange-non-e-un-giornalista-ha-messo-a-rischio-le-fonti-fu-al-servizio-di-putin-ecco-smontate-10-fake-news-sul-padre-di-wikileaks/7605852/
    DIFFIDATE di Google, YouTube, Instagram e Facebook sono loro i veri creatori di FAKE NEWS. E quando non le creano, bloccano ad arte le notizie vere come è successo con i sieri Genici sperimentali. "Assange non è un giornalista". "Ha messo a rischio le fonti". "Fu al servizio di Putin". Ecco smontate 10 fake news sul padre di WikiLeaks - Il Fatto Quotidiano Tutte le bugie (dei giornalisti) su Julian Assange: il nostro fact checking... https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/29/assange-non-e-un-giornalista-ha-messo-a-rischio-le-fonti-fu-al-servizio-di-putin-ecco-smontate-10-fake-news-sul-padre-di-wikileaks/7605852/
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  • JULIAN ASSANGE ESCE DI PRIGIONE

    Julian Assange è stato liberato e sta viaggiando verso l’Australia, la sua nazione di origine. Ma dovrà fare ancora una fermata importante, alle Isole Marianne, prima di essere completamente libero. Le Marianne sono infatti un territorio americano del Pacifico, e qui Assange dovrebbe firmare con il giudice locale l’accordo patteggiato con il governo USA, che prevede la rinuncia da parte degli Stati Uniti di ulteriori persecuzioni penali contro di lui, in cambio di una sua parziale ammissione di colpa. Dopodichè gli Stati Uniti chiederanno una condanna pari o inferiore al periodo già scontato in prigione da Assange, il quale potrà ritenersi un uomo libero a tutti gli effetti.

    Tutto questo ovviamente è solo il teatrino esteriore, che permetterà agli Stati Uniti di dire che “Assange ha riconosciuto di essere colpevole, e ha già espiato la sua colpa in prigione”. Ma la sostanza del problema non cambia di una virgola: Assange è stato perseguitato per quindici anni semplicemente per aver fatto il suo mestiere di giornalista. Ovvero, ha reso pubblici dei documenti che aveva ricevuto dall’analista-whistleblower Bradley Manning (oggi Chelsea Manning, dopo il cambio di sesso).

    Proprio per capire la reale valenza di questa persecuzione, basterà pensare che Chelsea Manning ha fatto solo sette anni di prigione, per avere trafugato dei documenti secretati, mentre Assange ne ha fatti praticamente il doppio (se calcoliamo anche i sette anni di clausura nella ambasciata ecuadoriana a Londra) solo per averli resi pubblici.

    Il messaggio degli USA quindi è stato chiaro, ed è diretto a tutti gli altri giornalisti del mondo occidentale: “Anche se vi capitassero fra le mani dei documenti scottanti, non provateci nemmeno lontanamente a pubblicarli. Altrimenti farete la stessa fine che ha fatto Assange.”

    Né peraltro dobbiamo illuderci che la liberazione di Assange sia in qualche modo legata ad un remoto principio di giustizia, che avrebbe finalmente prevalso sulla palese ingiustizia perpetrata fino ad oggi contro di lui. Questa liberazione è stata chiaramente voluta dall’amministrazione Biden in questo momento politico, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Biden infatti sta già subendo una emorragia di voti nella sua base democratica, a causa della sua posizione spudoratamente a favore di Israele, e non poteva certo permettersi ulteriori attacchi da parte dei suoi elettori nel caso di una estradizione di Assange negli Stati Uniti.

    È stata quindi una scelta politica quella di perseguitarlo per 15 anni, così come è stata una scelta politica quella di ridargli la libertà proprio in questo momento. I valori per cui tutti noi combattiamo - libertà, giustizia e democrazia - in questo caso non c’entrano nulla. E’ questo purtroppo il vero messaggio che possiamo trarre da questa triste storia: viviamo in un’epoca di pragmatismo assoluto, dove i valori più importanti possono essere tranquillamente calpestati a seconda del fine politico più urgente in quel momento.

    Certamente, la liberazione di Assange ci fa un enorme piacere per la sua persona, ma dal punto di vista della dittatura travestita da democrazia nella quale viviamo, non cambia assolutamente nulla.

    Massimo Mazzucco
    JULIAN ASSANGE ESCE DI PRIGIONE Julian Assange è stato liberato e sta viaggiando verso l’Australia, la sua nazione di origine. Ma dovrà fare ancora una fermata importante, alle Isole Marianne, prima di essere completamente libero. Le Marianne sono infatti un territorio americano del Pacifico, e qui Assange dovrebbe firmare con il giudice locale l’accordo patteggiato con il governo USA, che prevede la rinuncia da parte degli Stati Uniti di ulteriori persecuzioni penali contro di lui, in cambio di una sua parziale ammissione di colpa. Dopodichè gli Stati Uniti chiederanno una condanna pari o inferiore al periodo già scontato in prigione da Assange, il quale potrà ritenersi un uomo libero a tutti gli effetti. Tutto questo ovviamente è solo il teatrino esteriore, che permetterà agli Stati Uniti di dire che “Assange ha riconosciuto di essere colpevole, e ha già espiato la sua colpa in prigione”. Ma la sostanza del problema non cambia di una virgola: Assange è stato perseguitato per quindici anni semplicemente per aver fatto il suo mestiere di giornalista. Ovvero, ha reso pubblici dei documenti che aveva ricevuto dall’analista-whistleblower Bradley Manning (oggi Chelsea Manning, dopo il cambio di sesso). Proprio per capire la reale valenza di questa persecuzione, basterà pensare che Chelsea Manning ha fatto solo sette anni di prigione, per avere trafugato dei documenti secretati, mentre Assange ne ha fatti praticamente il doppio (se calcoliamo anche i sette anni di clausura nella ambasciata ecuadoriana a Londra) solo per averli resi pubblici. Il messaggio degli USA quindi è stato chiaro, ed è diretto a tutti gli altri giornalisti del mondo occidentale: “Anche se vi capitassero fra le mani dei documenti scottanti, non provateci nemmeno lontanamente a pubblicarli. Altrimenti farete la stessa fine che ha fatto Assange.” Né peraltro dobbiamo illuderci che la liberazione di Assange sia in qualche modo legata ad un remoto principio di giustizia, che avrebbe finalmente prevalso sulla palese ingiustizia perpetrata fino ad oggi contro di lui. Questa liberazione è stata chiaramente voluta dall’amministrazione Biden in questo momento politico, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Biden infatti sta già subendo una emorragia di voti nella sua base democratica, a causa della sua posizione spudoratamente a favore di Israele, e non poteva certo permettersi ulteriori attacchi da parte dei suoi elettori nel caso di una estradizione di Assange negli Stati Uniti. È stata quindi una scelta politica quella di perseguitarlo per 15 anni, così come è stata una scelta politica quella di ridargli la libertà proprio in questo momento. I valori per cui tutti noi combattiamo - libertà, giustizia e democrazia - in questo caso non c’entrano nulla. E’ questo purtroppo il vero messaggio che possiamo trarre da questa triste storia: viviamo in un’epoca di pragmatismo assoluto, dove i valori più importanti possono essere tranquillamente calpestati a seconda del fine politico più urgente in quel momento. Certamente, la liberazione di Assange ci fa un enorme piacere per la sua persona, ma dal punto di vista della dittatura travestita da democrazia nella quale viviamo, non cambia assolutamente nulla. Massimo Mazzucco
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  • BREAKING NEWS: JULIAN ASSANGE IS FREE! THE FIGHT HAS JUST BEGAN!

    IN EXACTLY 24 HOURS TUCKER CARLSON IS DOING LIVE INTERVIEW WITH JULIAN ASSANGE RIGHT HERE ON TELEGRAM!

    Julian Assange will EXPOSE the CIA, the TRUTH about 9/11, JOHN PODESTA, CLINTON FAMILY’S CRIMES, BRIBES, MURDERS, the TRUTH about who is behind JOE BIDEN, the LIZARD PEOPLE, Epstein’s CIA/MOSSAD affiliations and MUCH MORE!

    The LIVE INTERVIEW will be broadcasted on TUCKER CARLSON’S UNCENSORED PRIVATE TELEGRAM CHANNEL!

    EXPOSING EVERYTHING AND EVERYONE IN ORDER TO GET FREEDOM AND JUSTICE!

    LIVE LINK
    https://t.me/+If_cY_LmHV03YTQ1
    BREAKING NEWS🚨: JULIAN ASSANGE IS FREE! THE FIGHT HAS JUST BEGAN! IN EXACTLY 24 HOURS TUCKER CARLSON IS DOING LIVE INTERVIEW WITH JULIAN ASSANGE RIGHT HERE ON TELEGRAM! Julian Assange will EXPOSE the CIA, the TRUTH about 9/11, JOHN PODESTA, CLINTON FAMILY’S CRIMES, BRIBES, MURDERS, the TRUTH about who is behind JOE BIDEN, the LIZARD PEOPLE, Epstein’s CIA/MOSSAD affiliations and MUCH MORE! The LIVE INTERVIEW will be broadcasted on TUCKER CARLSON’S UNCENSORED PRIVATE TELEGRAM CHANNEL! EXPOSING EVERYTHING AND EVERYONE IN ORDER TO GET FREEDOM AND JUSTICE! LIVE LINK👇 https://t.me/+If_cY_LmHV03YTQ1
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  • UNA GRANDE NOTIZIA. QUELLO CHE MOLTI di NOI ASPETTAVANO da ANNI.
    Oggi è un grande giorno per tutti noi e per la sua famiglia.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/25/julian-assange-e-un-uomo-libero-ha-patteggiato-con-la-giustizia-americana-ed-e-uscito-dal-carcere-ha-lasciato-il-regno-unito/7599921/
    UNA GRANDE NOTIZIA. QUELLO CHE MOLTI di NOI ASPETTAVANO da ANNI. Oggi è un grande giorno per tutti noi e per la sua famiglia. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/25/julian-assange-e-un-uomo-libero-ha-patteggiato-con-la-giustizia-americana-ed-e-uscito-dal-carcere-ha-lasciato-il-regno-unito/7599921/
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  • Roberto Gambardella.
    Trent'anni fa venivano uccisi in Somalia Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Poche ore prima della loro " esecuzione" ( questo fu il titolo del libro scritto dai genitori con Maurizio Torre alta e Mariangela Gritta Grainer, quest' ultima portavoce dell' associazione Ilaria Alpi) riferirà via telefono alla redazione del TG3 di "essere finalmente in possesso di cose grosse" che sarebbero state rese note da ella stessa via satellite in occasione del TG3 delle ore 19.00. Era il 20 marzo 1994 quando sia Ilaria che Miran Hrovatin vennero uccisi impedendo loro di far conoscere ai telespettatori del tg3 le trame oscure e vergognose del traffico di armi, provenienti anche da aziende italiane, come la Oto Melara, con il benestare del governo, all' epoca presieduto da Craxi ( certamente un traffico già attivo anche durante precedenti governi), e rifiuti tossici e radioattivi. La Somalia all' epoca era ritenuta la
    " pattumiera" dei rifiuti che non si volevano smaltire nei territori nostrani.
    Era, la Somalia, in quel periodo funestata da una efferrata guerra intestina ove si muovevano disinvoltamente i servizi segreti italiani e non solo; vi era anche la presenza di un agente di Gladio, Vincendo Li Causi, che due mesi prima dell' uccisione dei due giornalisti venne ucciso perché informatore di Ilaria Alpi.
    I signori della guerra somala pur di prevalere l' uno sull' altro misero a disposizione larghe porzioni del territorio somalo ai Paesi occidentali affinché essi si liberassero delle scorie radioattive e tossiche in cambio di armi, per lo più vecchiotte ma ancora idonee per produrre morte e desolazione. I genitori di Ilaria morirono, il babbo a luglio del 2010 e la mamma a giugno del 2018, senza poter avere giustizia e verità.
    Giorgio Alpi: " c'è un legame che unisce le stragi che insanguinarono il nostro Paese e l' assassinio di Ilaria e Hrovatin. Giustizia e verità sono un diritto per chi è stato colpito e un dovere per chi ha responsabilità pubbliche".
    Luciana Costa Alpi: " Sono stanca di illudermi, ma farò di tutto perché l' inchiesta non finisca archiviata. È stato fatto di tutto pur di coprire chi ha voluto eliminare mia figlia ".
    Così si espresse sul mensile Il Dibattito a settembre del 1999 l' ex sindaco di Reggio Calabria Francesco Gangemi:
    " Ilaria Alpi si era recata in Somalia per un' indagine sulla movimentazione clandestina dei rifiuti radioattivi ad opera di faccendieri tutelato dai servizi segreti, dagli Stati di mezzo mondo, non escluso il governo italiano e dalla 'ndrangheta calabrese. (...) voglio informare i lettori e le autorità che eventuali rappresaglie che dovessi subire, non sarebbero riconducibili alla 'ndragheta o altre organizzazioni criminali, bensì ai servizi segreti e assoggettati a taluni magistrati inadempienti ai loro doveri d' ufficio e al governo, che rimane il fulcro delle attività sporche che stanno inginocchiando l' umanità intera a fronte di vantaggi di varia natura."

    Cosa rimane dei due giornalisti del TG3? Nulla. Inchiesta zittita, dimenticata, archiviata. Silenzio, solo silenzio.
    Giustizia per i danneggiati, che siamo tutti noi. Una giornalista, la cui giovane età venne spenta a 31 anni, appassionata del suo lavoro, coraggiosa, onesta ( qualità poco o per nulla presenti in molti giornalisti), punita per aver voluto fare luce sulle vergogne perseguite da personaggi, servizi, istituzioni dediti a corrompere e portare morte e desolazione, anziché difendere il bene comune.
    Il mio augurio che un pensiero venga riservato ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, che non indietreggiarono di fronte ai rischi e pericoli pur di informare la società civile, in occasione dei presidi a difesa del giornalista, tale seppur privo della tessera dell' ordine del giornalismo, Julian Assange.
    Lieto pomeriggio....
    Roberto Gambardella. Trent'anni fa venivano uccisi in Somalia Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Poche ore prima della loro " esecuzione" ( questo fu il titolo del libro scritto dai genitori con Maurizio Torre alta e Mariangela Gritta Grainer, quest' ultima portavoce dell' associazione Ilaria Alpi) riferirà via telefono alla redazione del TG3 di "essere finalmente in possesso di cose grosse" che sarebbero state rese note da ella stessa via satellite in occasione del TG3 delle ore 19.00. Era il 20 marzo 1994 quando sia Ilaria che Miran Hrovatin vennero uccisi impedendo loro di far conoscere ai telespettatori del tg3 le trame oscure e vergognose del traffico di armi, provenienti anche da aziende italiane, come la Oto Melara, con il benestare del governo, all' epoca presieduto da Craxi ( certamente un traffico già attivo anche durante precedenti governi), e rifiuti tossici e radioattivi. La Somalia all' epoca era ritenuta la " pattumiera" dei rifiuti che non si volevano smaltire nei territori nostrani. Era, la Somalia, in quel periodo funestata da una efferrata guerra intestina ove si muovevano disinvoltamente i servizi segreti italiani e non solo; vi era anche la presenza di un agente di Gladio, Vincendo Li Causi, che due mesi prima dell' uccisione dei due giornalisti venne ucciso perché informatore di Ilaria Alpi. I signori della guerra somala pur di prevalere l' uno sull' altro misero a disposizione larghe porzioni del territorio somalo ai Paesi occidentali affinché essi si liberassero delle scorie radioattive e tossiche in cambio di armi, per lo più vecchiotte ma ancora idonee per produrre morte e desolazione. I genitori di Ilaria morirono, il babbo a luglio del 2010 e la mamma a giugno del 2018, senza poter avere giustizia e verità. Giorgio Alpi: " c'è un legame che unisce le stragi che insanguinarono il nostro Paese e l' assassinio di Ilaria e Hrovatin. Giustizia e verità sono un diritto per chi è stato colpito e un dovere per chi ha responsabilità pubbliche". Luciana Costa Alpi: " Sono stanca di illudermi, ma farò di tutto perché l' inchiesta non finisca archiviata. È stato fatto di tutto pur di coprire chi ha voluto eliminare mia figlia ". Così si espresse sul mensile Il Dibattito a settembre del 1999 l' ex sindaco di Reggio Calabria Francesco Gangemi: " Ilaria Alpi si era recata in Somalia per un' indagine sulla movimentazione clandestina dei rifiuti radioattivi ad opera di faccendieri tutelato dai servizi segreti, dagli Stati di mezzo mondo, non escluso il governo italiano e dalla 'ndrangheta calabrese. (...) voglio informare i lettori e le autorità che eventuali rappresaglie che dovessi subire, non sarebbero riconducibili alla 'ndragheta o altre organizzazioni criminali, bensì ai servizi segreti e assoggettati a taluni magistrati inadempienti ai loro doveri d' ufficio e al governo, che rimane il fulcro delle attività sporche che stanno inginocchiando l' umanità intera a fronte di vantaggi di varia natura." Cosa rimane dei due giornalisti del TG3? Nulla. Inchiesta zittita, dimenticata, archiviata. Silenzio, solo silenzio. Giustizia per i danneggiati, che siamo tutti noi. Una giornalista, la cui giovane età venne spenta a 31 anni, appassionata del suo lavoro, coraggiosa, onesta ( qualità poco o per nulla presenti in molti giornalisti), punita per aver voluto fare luce sulle vergogne perseguite da personaggi, servizi, istituzioni dediti a corrompere e portare morte e desolazione, anziché difendere il bene comune. Il mio augurio che un pensiero venga riservato ad Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, che non indietreggiarono di fronte ai rischi e pericoli pur di informare la società civile, in occasione dei presidi a difesa del giornalista, tale seppur privo della tessera dell' ordine del giornalismo, Julian Assange. Lieto pomeriggio....
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  • Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024
    Il grande intervento di Moni Ovadia contro la politica guerrafondaia degli Stati Uniti e per chiedere a gran voce la liberazione immediata di Julian Assange ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti.

    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024
    Moni Ovadia's great intervention against the warmongering policy of the United States and to loudly demand the immediate release of Julian Assange and avoid extradition to the United States.

    https://rumble.com/v51xxtr-anything-to-say-tour-free-assange-now-milano-piazza-castello-intervento-di-.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce


    #moniovadia
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    #assangelibero
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    #milano
    #milanpiazzacastello
    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024 Il grande intervento di Moni Ovadia contro la politica guerrafondaia degli Stati Uniti e per chiedere a gran voce la liberazione immediata di Julian Assange ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti. Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024 Moni Ovadia's great intervention against the warmongering policy of the United States and to loudly demand the immediate release of Julian Assange and avoid extradition to the United States. https://rumble.com/v51xxtr-anything-to-say-tour-free-assange-now-milano-piazza-castello-intervento-di-.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #moniovadia #ovadia #stellaassange #freeassange #freeassangenow #assangelibero #julianassange #anythingtosay #milano #milanpiazzacastello
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  • Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024
    Intervento di Lorena di Como for Assange e del giornalista de "Il fatto quotidiano" Gianni Barbacetto per chiedere a gran voce la liberazione immediata di Julian Assange ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti.

    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024
    Speech by Lorena di Como for Assange and the journalist of "Il Fatto Daily" Gianni Barbacetto to loudly ask for the immediate release of Julian Assange and avoid extradition to the United States.

    https://rumble.com/v51xujl-anything-to-say-tour-free-assange-now-intervento-di-lorena-di-como-for-assa.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce

    #giannibarbaceto
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    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024 Intervento di Lorena di Como for Assange e del giornalista de "Il fatto quotidiano" Gianni Barbacetto per chiedere a gran voce la liberazione immediata di Julian Assange ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti. Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024 Speech by Lorena di Como for Assange and the journalist of "Il Fatto Daily" Gianni Barbacetto to loudly ask for the immediate release of Julian Assange and avoid extradition to the United States. https://rumble.com/v51xujl-anything-to-say-tour-free-assange-now-intervento-di-lorena-di-como-for-assa.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #giannibarbaceto #lorena #comoforassange #stellaassange #freeassange #freeassangenow #assangelibero #julianassange #anythingtosay #milano #milanpiazzacastello
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  • Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024
    Intervento di Stella Assange moglie di Julian Assange per chiedere a gran voce la sua liberazione immediata ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti.

    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024
    Intervention by Stella Assange, wife of Julian Assange to loudly ask for his release and avoid extradition to the United States.

    https://rumble.com/v51xs81-anything-to-say-tour-free-assange-now-milano-speech-of-stella-assange.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce

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    Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milano Piazza Castello - 16 Giugno 2024 Intervento di Stella Assange moglie di Julian Assange per chiedere a gran voce la sua liberazione immediata ed evitare l'estradizione negli Stati Uniti. Anything to Say Tour - FREE ASSANGE NOW - Milan Piazza Castello - 16 June 2024 Intervention by Stella Assange, wife of Julian Assange to loudly ask for his release and avoid extradition to the United States. https://rumble.com/v51xs81-anything-to-say-tour-free-assange-now-milano-speech-of-stella-assange.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #stellaassange #freeassange #freeassangenow #assangelibero #julianassange #anythingtosay #milano #milanpiazzacastello
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