• Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE!

    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …

    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.

    Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.

    L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”.

    A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”.

    In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
    Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE! Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione … Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”. Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”. L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”. A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”. In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
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    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
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  • SICUREZZA DEMOCRATICA (un appello)

    Siamo troppo distratti, o forse assuefatti, alle ingiustizie quotidiane per accorgerci di come passi sotto silenzio uno degli appelli più necessari per il nostro Paese. Un'Italia stretta tra il bisogno di nuove guide spirituali e la solidarietà a guerre lontane... mentre perde sempre più il contatto con la realtà.
    Un popolo che si adegua a ogni "porcata" — di destra o di sinistra — senza più fiato, senza più reazione.
    Ma per fortuna esistono ancora voci fuori dalla politica attiva, capaci di risvegliare l'attenzione. Voci che oggi denunciano uno dei decreti più scellerati degli ultimi anni: il DDL Sicurezza, approvato con procedura d'urgenza dal governo Meloni.
    Un disastro — per contenuti, forma e modalità di attuazione — che, a mio parere, affonda le sue radici in una malapolitica falsa e ipocrita. Una politica che rifugge il termine "fascismo" ma che, nei fatti, ne ricalca le logiche più oscure: paura e repressione come strumenti di governo. Due sentimenti tossici, lontani anni luce dalle necessità dei tempi che viviamo.

    Per questo oggi rilancio con forza l'appello "Per la Sicurezza democratica", firmato da 257 professori universitari di diritto pubblico di tutta Italia — tra cui giganti come Ugo De Siervo, Gaetano Silvestri, Gustavo Zagrebelsky, Enzo Cheli, Paolo Maddalena, ex Presidenti e Vice-Presidenti della Corte Costituzionale.
    Un documento che si aggiunge alle prese di posizione di magistrati, avvocati penalisti e docenti di diritto penale.
    Il cuore della denuncia è chiaro: il DDL Sicurezza tradisce un’impostazione autoritaria, illiberale e antidemocratica, che punta a governare con la paura e non governare la paura.

    ⚫️I punti critici più gravi?
    - La possibilità per la polizia di portare armi non di ordinanza anche fuori servizio.

    - Inasprimento delle pene per reati generici legati a manifestazioni pubbliche, violando il principio di tipicità e limitando la libertà di riunione costituzionalmente garantita.

    - Norme vaghe e pericolose sull'occupazione di edifici o terreni, lasciate alla completa discrezionalità degli inquirenti.

    ❗️L’uso strumentale della procedura di urgenza/emergenza per approvare misure repressive, forzando il normale iter parlamentare e riducendo il confronto democratico.

    Come ha detto il professor Zaccaria, l’equilibrio tra individuo e autorità è rotto a favore di quest'ultima. È questo il futuro che vogliamo

    Serve il nostro megafono❗️
    Appelli come questi non godono di prime pagine, non fanno rumore nei talk show. Vengono ignorati perché sono liberi da ideologie di parte, ancorati solo alla competenza e al senso costituzionale.

    Ma noi possiamo diventare il loro megafono.
    Rilanciamo, condividiamo, parliamone.
    Perché tra poche settimane arriveranno anche 5 quesiti referendari fondamentali in nome della giustizia e della democrazia partecipativa. E oggi, più che mai, dobbiamo decidere se far rifiorire una "nuova primavera italiana" fatta di voto, impegno, consapevolezza.
    Svegliarsi o rassegnarsi.
    Io scelgo la prima.
    E tu?

    Leggi l'appello :

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/27/decreto-sicurezza-il-testo-integrale-dellappello-e-i-nomi-dei-257-giuristi-che-lo-hanno-sottoscritto/7967103/

    #️⃣ #SicurezzaDemocratica #NoAlDDLsicurezza #Costituzione #LibertàDiManifestare #DirittiCivili #ItaliaDemocratica #PrimaveraItaliana #ReferendumGiustizia2025 #DifendiamoLaDemocrazia
    SICUREZZA DEMOCRATICA ✊ (un appello) Siamo troppo distratti, o forse assuefatti, alle ingiustizie quotidiane per accorgerci di come passi sotto silenzio uno degli appelli più necessari per il nostro Paese. Un'Italia stretta tra il bisogno di nuove guide spirituali e la solidarietà a guerre lontane... mentre perde sempre più il contatto con la realtà. Un popolo che si adegua a ogni "porcata" — di destra o di sinistra — senza più fiato, senza più reazione. Ma per fortuna esistono ancora voci fuori dalla politica attiva, capaci di risvegliare l'attenzione. Voci che oggi denunciano uno dei decreti più scellerati degli ultimi anni: il DDL Sicurezza, approvato con procedura d'urgenza dal governo Meloni. Un disastro — per contenuti, forma e modalità di attuazione — che, a mio parere, affonda le sue radici in una malapolitica falsa e ipocrita. Una politica che rifugge il termine "fascismo" ma che, nei fatti, ne ricalca le logiche più oscure: paura e repressione come strumenti di governo. Due sentimenti tossici, lontani anni luce dalle necessità dei tempi che viviamo. Per questo oggi rilancio con forza l'appello "Per la Sicurezza democratica", firmato da 257 professori universitari di diritto pubblico di tutta Italia — tra cui giganti come Ugo De Siervo, Gaetano Silvestri, Gustavo Zagrebelsky, Enzo Cheli, Paolo Maddalena, ex Presidenti e Vice-Presidenti della Corte Costituzionale. Un documento che si aggiunge alle prese di posizione di magistrati, avvocati penalisti e docenti di diritto penale. Il cuore della denuncia è chiaro: il DDL Sicurezza tradisce un’impostazione autoritaria, illiberale e antidemocratica, che punta a governare con la paura e non governare la paura. ⚫️I punti critici più gravi? - La possibilità per la polizia di portare armi non di ordinanza anche fuori servizio. - Inasprimento delle pene per reati generici legati a manifestazioni pubbliche, violando il principio di tipicità e limitando la libertà di riunione costituzionalmente garantita. - Norme vaghe e pericolose sull'occupazione di edifici o terreni, lasciate alla completa discrezionalità degli inquirenti. ❗️L’uso strumentale della procedura di urgenza/emergenza per approvare misure repressive, forzando il normale iter parlamentare e riducendo il confronto democratico. Come ha detto il professor Zaccaria, l’equilibrio tra individuo e autorità è rotto a favore di quest'ultima. È questo il futuro che vogliamo⁉️ Serve il nostro megafono❗️ Appelli come questi non godono di prime pagine, non fanno rumore nei talk show. Vengono ignorati perché sono liberi da ideologie di parte, ancorati solo alla competenza e al senso costituzionale. Ma noi possiamo diventare il loro megafono. Rilanciamo, condividiamo, parliamone. Perché tra poche settimane arriveranno anche 5 quesiti referendari fondamentali in nome della giustizia e della democrazia partecipativa. E oggi, più che mai, dobbiamo decidere se far rifiorire una "nuova primavera italiana" fatta di voto, impegno, consapevolezza. Svegliarsi o rassegnarsi. Io scelgo la prima. E tu? 👉 Leggi l'appello : https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/27/decreto-sicurezza-il-testo-integrale-dellappello-e-i-nomi-dei-257-giuristi-che-lo-hanno-sottoscritto/7967103/ #️⃣ #SicurezzaDemocratica #NoAlDDLsicurezza #Costituzione #LibertàDiManifestare #DirittiCivili #ItaliaDemocratica #PrimaveraItaliana #ReferendumGiustizia2025 #DifendiamoLaDemocrazia
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  • «Francesco l'antipapa», rimosso il Direttore della Giustizia Minorile delle Regioni Emilia Romagna e Marche Antonio Pappalardo

    Siamo giunti al punto più liberticida, profetizzato da George Orwell: la punizione di un individuo colpevole di aver commesso uno psicoreato

    Mentre guitti come Roberto Benigni al soldo della RAI cantano “la Costituzione più bella del mondo” (definita “la peggiore dei Paesi Occidentali” da Francesco Cossiga), ancora una volta – come già accaduto in tempi pandemici – la ratio legis di una norma costituzionale viene calpestata in danno di un cittadino italiano reo questa volta di avere commesso uno psicoreato. Il Dottor Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia Minorile di Emilia Romagna e Marche, è stato rimosso dal suo incarico da parte del Ministero della Giustizia perché reo di avere esercitato il proprio sacrosanto diritto di pensarla come molti altri (ma non come il mainstream) su una questione estremamente complessa. L'articolo 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
    Non è un segreto che in molti aderiscano alla tesi secondo la quale Benedetto XVI non avrebbe inteso rinunziare al munus apostolico ma soltanto al ministerium. Esistono libri estremamente seri sul tema, scritti da studiosi che hanno approfondito la tematica e portato prove a sostegno della tesi esposta. Ciò nonostante, quando Antonio Pappalardo ha commentato sul canale Telegram Logos et Libertas che Bergoglio era l'antipapa e un usurpatore (e che per questo meritava una pena giusta), si è scatenato il finimondo, la lapidazione mediatica, le solite accuse infamanti (no-vax, contrario alle migrazioni, ai diritti Lgbtq+ e alle politiche dell’Ue e dell'OMS) e in men che non si dica il Ministero della Giustizia lo ha sollevato dall'incarico.
    Lo psicoreato (thoughtcrime in lingua inglese, crimethink in neolingua) è la denominazione che George Orwell, nel suo romanzo 1984, dà al più pervasivo strumento repressivo delle istituzioni totalitarie. Commette uno psicoreato chiunque contrasti le teorie del Grande Fratello. Il Grande Fratello non tollera il dissenso. Non importa se la tesi sostenuta sia avvalorata da studi scientifici. Meno ancora importa se la tesi sostenuta sia oggettivamente e incontrovertibilmente vera: lo psicocriminale va punito.
    Oggi è toccato al Dottor Antonio Pappalardo, domani potrebbe toccare ad Antonio Socci o ad Alessandro Barbero, rei di psicoreati.
    Rischia molto il Professor Barbero, che in un video che circola (senza tagli o censure) paragona il nostro tempo agli anni immediatamente precedenti la Prima Guerra Mondiale e avverte che il riarmo nel Secolo scorso non portò a maggior sicurezza, ma direttamente alla guerra. In sintesi, il riarmo porta alla guerra, la guerra non è pace, e – checché ne pensino le Signore von der Leyen e Kallas – sarebbe il caso di considerare che la convivenza pacifica si fonda sul rispetto reciproco, non sulla deterrenza armata.
    Io sono d'accordo al 100% col Dottor Antonio Pappalardo, ma anche se non lo fossi sarei pronto a difenderlo per affermare l'importanza nel diritto costituzionale dell'Art. 21.
    Purtroppo, bastardi liberticidi ricoprono incarichi apicali e fanno della nostra Costituzione, dei nostri diritti fondamentali, carta straccia, perché temono il dissenso. E le pecore li venerano, in gregge credono a tutte le balle propinate per mantenerle docili, asservite.

    di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 25 aprile 2025
    «Francesco l'antipapa», rimosso il Direttore della Giustizia Minorile delle Regioni Emilia Romagna e Marche Antonio Pappalardo Siamo giunti al punto più liberticida, profetizzato da George Orwell: la punizione di un individuo colpevole di aver commesso uno psicoreato Mentre guitti come Roberto Benigni al soldo della RAI cantano “la Costituzione più bella del mondo” (definita “la peggiore dei Paesi Occidentali” da Francesco Cossiga), ancora una volta – come già accaduto in tempi pandemici – la ratio legis di una norma costituzionale viene calpestata in danno di un cittadino italiano reo questa volta di avere commesso uno psicoreato. Il Dottor Antonio Pappalardo, direttore della Giustizia Minorile di Emilia Romagna e Marche, è stato rimosso dal suo incarico da parte del Ministero della Giustizia perché reo di avere esercitato il proprio sacrosanto diritto di pensarla come molti altri (ma non come il mainstream) su una questione estremamente complessa. L'articolo 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Non è un segreto che in molti aderiscano alla tesi secondo la quale Benedetto XVI non avrebbe inteso rinunziare al munus apostolico ma soltanto al ministerium. Esistono libri estremamente seri sul tema, scritti da studiosi che hanno approfondito la tematica e portato prove a sostegno della tesi esposta. Ciò nonostante, quando Antonio Pappalardo ha commentato sul canale Telegram Logos et Libertas che Bergoglio era l'antipapa e un usurpatore (e che per questo meritava una pena giusta), si è scatenato il finimondo, la lapidazione mediatica, le solite accuse infamanti (no-vax, contrario alle migrazioni, ai diritti Lgbtq+ e alle politiche dell’Ue e dell'OMS) e in men che non si dica il Ministero della Giustizia lo ha sollevato dall'incarico. Lo psicoreato (thoughtcrime in lingua inglese, crimethink in neolingua) è la denominazione che George Orwell, nel suo romanzo 1984, dà al più pervasivo strumento repressivo delle istituzioni totalitarie. Commette uno psicoreato chiunque contrasti le teorie del Grande Fratello. Il Grande Fratello non tollera il dissenso. Non importa se la tesi sostenuta sia avvalorata da studi scientifici. Meno ancora importa se la tesi sostenuta sia oggettivamente e incontrovertibilmente vera: lo psicocriminale va punito. Oggi è toccato al Dottor Antonio Pappalardo, domani potrebbe toccare ad Antonio Socci o ad Alessandro Barbero, rei di psicoreati. Rischia molto il Professor Barbero, che in un video che circola (senza tagli o censure) paragona il nostro tempo agli anni immediatamente precedenti la Prima Guerra Mondiale e avverte che il riarmo nel Secolo scorso non portò a maggior sicurezza, ma direttamente alla guerra. In sintesi, il riarmo porta alla guerra, la guerra non è pace, e – checché ne pensino le Signore von der Leyen e Kallas – sarebbe il caso di considerare che la convivenza pacifica si fonda sul rispetto reciproco, non sulla deterrenza armata. Io sono d'accordo al 100% col Dottor Antonio Pappalardo, ma anche se non lo fossi sarei pronto a difenderlo per affermare l'importanza nel diritto costituzionale dell'Art. 21. Purtroppo, bastardi liberticidi ricoprono incarichi apicali e fanno della nostra Costituzione, dei nostri diritti fondamentali, carta straccia, perché temono il dissenso. E le pecore li venerano, in gregge credono a tutte le balle propinate per mantenerle docili, asservite. di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 25 aprile 2025
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  • ⚫️ 25 APRILE 2025 | IN PIAZZA PER NON DIMENTICARE ⚫️

    Un altro 25 Aprile vissuto in piazza, insieme al Coordinamento per la Pace - Milano, alla Brigata Immortale Garibaldi e a tutte le associazioni e i comitati che da oltre tre anni portano avanti, con costanza e determinazione, tre richieste fondamentali: pace, equità e informazione corretta.

    Post completo + reportage:

    https://www.facebook.com/share/p/14w8payAKpM/

    W il 25 Aprile. Sempre.

    #25Aprile2025 #Resistenza #Milano #Attivismo #DirittiUmani #MemoriaAttiva #CoordinamentoPace #BrigataGaribaldi #RestiamoUmani #ControOgniGuerra
    ⚫️✊ 25 APRILE 2025 | IN PIAZZA PER NON DIMENTICARE ✊⚫️ Un altro 25 Aprile vissuto in piazza, insieme al Coordinamento per la Pace - Milano, alla Brigata Immortale Garibaldi e a tutte le associazioni e i comitati che da oltre tre anni portano avanti, con costanza e determinazione, tre richieste fondamentali: pace, equità e informazione corretta. Post completo + 📷 reportage: https://www.facebook.com/share/p/14w8payAKpM/ W il 25 Aprile. Sempre. #25Aprile2025 #Resistenza #Milano #Attivismo #DirittiUmani #MemoriaAttiva #CoordinamentoPace #BrigataGaribaldi #RestiamoUmani #ControOgniGuerra
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  • Dopo 40 giorni di internamento finalmente la delegazione di avvocati sui diritti umani incontra Enrico. Enrico Giannini e apparso sedato ,molto provato ed emozionato. Nonostante il suo rifiuto , e la volontà di non voler prendere psicofarmaci " ESSENDO UNO SANO DI MENTE"gli è stato coattivamente somministratO psicofarmaci dal lager di concentramento psichiatrico. FORZA ENRICO NON SI MOLLA. Per chi non lo sapesse Enrico Gianini 3 l'operatore aeroportuale di Malpensa che ha denunciato le scie chimiche con tanto di prove analizzate e certificate.
    Dopo 40 giorni di internamento finalmente la delegazione di avvocati sui diritti umani incontra Enrico. Enrico Giannini e apparso sedato ,molto provato ed emozionato. Nonostante il suo rifiuto , e la volontà di non voler prendere psicofarmaci " ESSENDO UNO SANO DI MENTE"gli è stato coattivamente somministratO psicofarmaci dal lager di concentramento psichiatrico. FORZA ENRICO NON SI MOLLA. Per chi non lo sapesse Enrico Gianini 3 l'operatore aeroportuale di Malpensa che ha denunciato le scie chimiche con tanto di prove analizzate e certificate.
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  • Manifestazione nazionale – 12 Aprile, Milano, ore 14:00

    Prosegue questo sabato pomeriggio di primavera insieme a tutte le realtà del Coordinamento per la Pace – Milano, in corteo da Piazza Duca D’Aosta, per la manifestazione nazionale contro il genocidio in Palestina.

    Post completo:
    https://www.facebook.com/share/p/16M23E2L5t/

    #Milano12Aprile #FreePalestine #CoordinamentoPerLaPace #StopGenocidio #DirittiUmani #NoAllaGuerra #PalestinaLibera #PeaceNow #ControIlDDLsicurezza #RestiamoUmani
    Manifestazione nazionale – 12 Aprile, Milano, ore 14:00 ✊🇵🇸 Prosegue questo sabato pomeriggio di primavera insieme a tutte le realtà del Coordinamento per la Pace – Milano, in corteo da Piazza Duca D’Aosta, per la manifestazione nazionale contro il genocidio in Palestina. Post completo: https://www.facebook.com/share/p/16M23E2L5t/ #Milano12Aprile ✊ #FreePalestine 🇵🇸 #CoordinamentoPerLaPace #StopGenocidio #DirittiUmani #NoAllaGuerra #PalestinaLibera #PeaceNow #ControIlDDLsicurezza #RestiamoUmani
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  • Dopo aver lasciato correre e in un certo senso giustificato e sostenuto i decreti per invio di armi in Ucraina, dopo aver ricevuto per due volte al Quirinale il presidente di israele Isaac Herzog mentre era in corso il gen*cidio.

    Dopo non aver mai condannato esplicitamente il crimin@le di guerra Netanyahu, dopo aver paragonato la Russia al Terzo Reich, dopo aver ricordato a Hiroshima davanti ai morti della bomba atomica statunitense che il problema atomico è la Russia senza mai menzionare gli unici carnefici nucleari della storia, ne arriva un'altra.

    Sergio Mattarella ha appena firmato il decreto sicurezza. Da oggi chi dissente è un criminale. Chi protesta un nemico dello Stato da perseguire penalmente. Questo decreto fa a pezzi chiunque voglia dire al potere politico che non è d'accordo con le sue scelte.

    Questo decreto attacca frontalmente i diritti costituzionali come la libertà di manifestazione del pensiero e di dissenso e legittima gli abusi di potere. Fa a pezzi l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà di riunione e associazione.

    Questo decreto, inoltre, è quel decreto che consentirà agli agenti dei servizi segreti di comandare le organizzazioni criminali. Vedendo la storia dell'Italia, dove tra strategia della tensione, stragi, poteri occulti, sabotaggi, depistaggi eccetera eccetera, questa "legalizzazione" è pericolosissima.

    Questo decreto è una vergogna. L'ennesima vergogna. Questo decreto non andava firmato. Ma Mattarella l'ha firmato nonostante oltre al contenuto da regime dittatoriale avesse una procedura di approvazione decisamente da autocrazia. Concludo: adesso voglio vedere cosa diranno di Mattarella tutti quelli che ne hanno dette di cotte e di crude contro il governo per questo decreto. Voglio anche vedere tutti quei blogger della sinistra rosé che non vanno a letto se prima non danno la slinguazzata quotidiana al "grande presidente e meno male che c'è lui"...

    https://giuseppesalamone.substack.com/p/sergio-mattarella-il-firma-tutto

    T.me/GiuseppeSalamone
    Dopo aver lasciato correre e in un certo senso giustificato e sostenuto i decreti per invio di armi in Ucraina, dopo aver ricevuto per due volte al Quirinale il presidente di israele Isaac Herzog mentre era in corso il gen*cidio. Dopo non aver mai condannato esplicitamente il crimin@le di guerra Netanyahu, dopo aver paragonato la Russia al Terzo Reich, dopo aver ricordato a Hiroshima davanti ai morti della bomba atomica statunitense che il problema atomico è la Russia senza mai menzionare gli unici carnefici nucleari della storia, ne arriva un'altra. Sergio Mattarella ha appena firmato il decreto sicurezza. Da oggi chi dissente è un criminale. Chi protesta un nemico dello Stato da perseguire penalmente. Questo decreto fa a pezzi chiunque voglia dire al potere politico che non è d'accordo con le sue scelte. Questo decreto attacca frontalmente i diritti costituzionali come la libertà di manifestazione del pensiero e di dissenso e legittima gli abusi di potere. Fa a pezzi l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà di riunione e associazione. Questo decreto, inoltre, è quel decreto che consentirà agli agenti dei servizi segreti di comandare le organizzazioni criminali. Vedendo la storia dell'Italia, dove tra strategia della tensione, stragi, poteri occulti, sabotaggi, depistaggi eccetera eccetera, questa "legalizzazione" è pericolosissima. Questo decreto è una vergogna. L'ennesima vergogna. Questo decreto non andava firmato. Ma Mattarella l'ha firmato nonostante oltre al contenuto da regime dittatoriale avesse una procedura di approvazione decisamente da autocrazia. Concludo: adesso voglio vedere cosa diranno di Mattarella tutti quelli che ne hanno dette di cotte e di crude contro il governo per questo decreto. Voglio anche vedere tutti quei blogger della sinistra rosé che non vanno a letto se prima non danno la slinguazzata quotidiana al "grande presidente e meno male che c'è lui"... https://giuseppesalamone.substack.com/p/sergio-mattarella-il-firma-tutto T.me/GiuseppeSalamone
    GIUSEPPESALAMONE.SUBSTACK.COM
    Sergio Mattarella: il firma tutto!
    Da oggi in Italia la criminalizzazione del dissenso è legale. Una vergogna!
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  • BRUTALE CENSURA DI STATO DEI DOCUFILM DI RUSSIA TODAY IERI A UDINE

    Ieri a Udine, durante la manifestazione pace e libertà, è stata compiuta l’ennesima vergogna di stato, che questa volta ha colpito duramente la libertà di pensiero ed espressione sancita dall’art. 21 della costituzione.
    Più ci penso e più mi sembra tutto così surreale. Siamo stati circondati da 80 agenti tra celerini, polizia, carabiniere e digos pronti ad intervenire, su ordine del vicario del Prefetto, quindi il Governo, con la forza bruta per sequestrare l’impianto audio e video.
    Sinceramente non mi aspettavo che arrivassero a tanto.
    Tutto per due video documentari. Ecco la banalità del male, che si sta rendendo sempre più ridicolo ma spietato nelle azioni.
    Questa repressione di stato è ancora più grave perché fatta verso persone oneste e pacifiche, che democraticamente vogliono esercitare i propri diritti.
    Nonostante tale vergogna, alla fine non sono riusciti a censurare la verità, che gli fa tanto paura, perché i contenuti di questi documentari, sono emersi con i bellissimi interventi fatti in piazza.

    Sicuramente tale episodio ci è servito a comprendere maggiormente la gravità e il pericolo di questa deriva autoritaria che sta peggiorando sempre di più negli ultimi anni, quindi sarà ancora più importante non arrenderci e andare avanti con coraggio per cambiare le cose.
    Per quanto riguarda le proiezioni dei docufilm sicuramente saranno riproposte in sale private, ma allo stesso tempo valuteremo un ricorso contro le gravissime prescrizioni del Questore di Udine che di fatto violano l’art. 21 creando un precedente gravissimo, certo consapevoli che controllano anche gran parte del sistema giudiziario e non sarà facile avere giustizia.

    Concludo ringraziandovi di cuore per la bella e sentita partecipazione.

    Ripudio la #guerra, l’#UE e la #censura

    Forza e coraggio, uniti possiamo cambiare le cose!

    Ugo Rossi - Consigliere Comunale di Trieste e Portavoce Insieme Liberi

    Source: https://t.me/ugorossiecoing/2212
    BRUTALE CENSURA DI STATO DEI DOCUFILM DI RUSSIA TODAY IERI A UDINE Ieri a Udine, durante la manifestazione pace e libertà, è stata compiuta l’ennesima vergogna di stato, che questa volta ha colpito duramente la libertà di pensiero ed espressione sancita dall’art. 21 della costituzione. Più ci penso e più mi sembra tutto così surreale. Siamo stati circondati da 80 agenti tra celerini, polizia, carabiniere e digos pronti ad intervenire, su ordine del vicario del Prefetto, quindi il Governo, con la forza bruta per sequestrare l’impianto audio e video. Sinceramente non mi aspettavo che arrivassero a tanto. Tutto per due video documentari. Ecco la banalità del male, che si sta rendendo sempre più ridicolo ma spietato nelle azioni. Questa repressione di stato è ancora più grave perché fatta verso persone oneste e pacifiche, che democraticamente vogliono esercitare i propri diritti. Nonostante tale vergogna, alla fine non sono riusciti a censurare la verità, che gli fa tanto paura, perché i contenuti di questi documentari, sono emersi con i bellissimi interventi fatti in piazza. Sicuramente tale episodio ci è servito a comprendere maggiormente la gravità e il pericolo di questa deriva autoritaria che sta peggiorando sempre di più negli ultimi anni, quindi sarà ancora più importante non arrenderci e andare avanti con coraggio per cambiare le cose. Per quanto riguarda le proiezioni dei docufilm sicuramente saranno riproposte in sale private, ma allo stesso tempo valuteremo un ricorso contro le gravissime prescrizioni del Questore di Udine che di fatto violano l’art. 21 creando un precedente gravissimo, certo consapevoli che controllano anche gran parte del sistema giudiziario e non sarà facile avere giustizia. Concludo ringraziandovi di cuore per la bella e sentita partecipazione. Ripudio la #guerra, l’#UE e la #censura Forza e coraggio, uniti possiamo cambiare le cose! Ugo Rossi - Consigliere Comunale di Trieste e Portavoce Insieme Liberi Source: https://t.me/ugorossiecoing/2212
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  • "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE."

    Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità.

    Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ?

    Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi.

    Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa.

    Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare.

    Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale !

    Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo.

    Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente.

    Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin.
    Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue.

    A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
    "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE." Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità. Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ? Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi. Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa. Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare. Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale ! Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo. Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente. Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin. Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue. A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
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  • Le Pen: “La condanna è una decisione politica. Violato lo stato di diritto”
    di F. Q.
    La leader del Rassemblent National si scaglia contro i magistrati dopo la sentenza di colpevolezza per le accuse di appropriazione indebita di fondi Ue

    Una “decisione politica” che ha “violato lo stato di diritto”. Marine Le Pen si scaglia contro la magistratura dopo la condanna a 5 anni per appropriazione indebita di fondi Ue che la rende ineleggibile stoppando la sua corsa all’Eliseo nel 2027. Intervistata in diretta da TF1, ha bollato la sentenza come “politica” per “impedirmi di candidarmi alle elezioni presidenziali”. E ha quindi aggiunto: “Credo che lo stato di diritto sia stato totalmente violato perché impedisce un ricorso effettivo, che è un diritto garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Quindi ha parlato di “un giorno funesto per la democrazia”.

    Il tribunale di Parigi l’ha dichiarata colpevole, insiem ad altri 8 eurodeputati, di appropriazione indebita di fondi pubblici perché – sostengono i giudici – ha fatto “pagare al Parlamento europeo delle persone (12 assistenti parlamentari, ndr) che lavoravano in realtà per il partito” a livello nazionale e non europeo, portando a una frode nei confronti dell’Unione europea che ammonta a 2,9 milioni di euro. Le responsabilità riconosciute alla leader sono pesanti: “È al centro di questo sistema, dal 2009, con autorità”, ha detto la presidente del tribunale Bénédicte de Perthuis.

    “Farò appello perché sono innocente”, ha aggiunto Le Pen. “I giudici di primo grado possono sbagliarsi. Fin dalle prime ore, pensavo che saremmo stati giudicati in modo parziale”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/31/marine-le-pen-condanna-decisione-politica-news/7935335/
    Le Pen: “La condanna è una decisione politica. Violato lo stato di diritto” di F. Q. La leader del Rassemblent National si scaglia contro i magistrati dopo la sentenza di colpevolezza per le accuse di appropriazione indebita di fondi Ue Una “decisione politica” che ha “violato lo stato di diritto”. Marine Le Pen si scaglia contro la magistratura dopo la condanna a 5 anni per appropriazione indebita di fondi Ue che la rende ineleggibile stoppando la sua corsa all’Eliseo nel 2027. Intervistata in diretta da TF1, ha bollato la sentenza come “politica” per “impedirmi di candidarmi alle elezioni presidenziali”. E ha quindi aggiunto: “Credo che lo stato di diritto sia stato totalmente violato perché impedisce un ricorso effettivo, che è un diritto garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Quindi ha parlato di “un giorno funesto per la democrazia”. Il tribunale di Parigi l’ha dichiarata colpevole, insiem ad altri 8 eurodeputati, di appropriazione indebita di fondi pubblici perché – sostengono i giudici – ha fatto “pagare al Parlamento europeo delle persone (12 assistenti parlamentari, ndr) che lavoravano in realtà per il partito” a livello nazionale e non europeo, portando a una frode nei confronti dell’Unione europea che ammonta a 2,9 milioni di euro. Le responsabilità riconosciute alla leader sono pesanti: “È al centro di questo sistema, dal 2009, con autorità”, ha detto la presidente del tribunale Bénédicte de Perthuis. “Farò appello perché sono innocente”, ha aggiunto Le Pen. “I giudici di primo grado possono sbagliarsi. Fin dalle prime ore, pensavo che saremmo stati giudicati in modo parziale”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/31/marine-le-pen-condanna-decisione-politica-news/7935335/
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