• Roberto Vannacci

    Smontiamo le bugie di Ursula Von der Leyen!
    Nel suo discorso di ieri, la presidente della Commissione europea ha dichiarato che la Russia spende fino al 9% del PIL per la difesa, mentre l’Europa si ferma all’1,9%. Ma i numeri reali raccontano un’altra storia:
    Spese per la difesa nel 2024
    - Russia: 7,1% del PIL (145 miliardi di dollari), secondo l'istituto svedese SIPRI
    - Unione Europea: 326 miliardi di dollari già spesi nel 2024, secondo le stime dell'Agenzia Europea per la Difesa (Eda)
    Dov’è l’urgenza di cui parla Von der Leyen? L’Europa spende già oltre il doppio rispetto alla Russia in termini assoluti.
    Questa narrazione manipolata sembra più un tentativo di giustificare nuovi progetti costosi e accentratori, come il “mercato unico della difesa”, che rischiano di pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini europei senza reali benefici per la nostra sicurezza.
    La Lega dice NO a bugie e sprechi. Serve trasparenza e responsabilità: la priorità deve essere proteggere i cittadini europei senza cedere alla propaganda di chi vuole centralizzare ancora di più il potere a Bruxelles.

    Roberto Vannacci

    Let's debunk Ursula Von der Leyen's lies!
    In her speech yesterday, the President of the European Commission stated that Russia spends up to 9% of GDP on defense, while Europe stops at 1.9%. But the real numbers tell a different story:
    Defense spending in 2024
    - Russia: 7.1% of GDP ($145 billion), according to the Swedish institute SIPRI
    - European Union: $326 billion already spent in 2024, according to estimates by the European Defense Agency (EDA)
    Where is the urgency that Von der Leyen talks about? Europe already spends more than double what Russia does in absolute terms.
    This manipulated narrative seems more like an attempt to justify new expensive and centralizing projects, such as the "single defense market", which risk weighing further on the pockets of European citizens without real benefits for our security.
    The League says NO to lies and waste. Transparency and responsibility are needed: the priority must be to protect European citizens without giving in to the propaganda of those who want to further centralize power in Brussels.

    Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1862921888634200247?t=DrgNCxVREk_oJ4bDenZWhw&s=19
    Roberto Vannacci Smontiamo le bugie di Ursula Von der Leyen! Nel suo discorso di ieri, la presidente della Commissione europea ha dichiarato che la Russia spende fino al 9% del PIL per la difesa, mentre l’Europa si ferma all’1,9%. Ma i numeri reali raccontano un’altra storia: Spese per la difesa nel 2024 - Russia: 7,1% del PIL (145 miliardi di dollari), secondo l'istituto svedese SIPRI - Unione Europea: 326 miliardi di dollari già spesi nel 2024, secondo le stime dell'Agenzia Europea per la Difesa (Eda) Dov’è l’urgenza di cui parla Von der Leyen? L’Europa spende già oltre il doppio rispetto alla Russia in termini assoluti. Questa narrazione manipolata sembra più un tentativo di giustificare nuovi progetti costosi e accentratori, come il “mercato unico della difesa”, che rischiano di pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini europei senza reali benefici per la nostra sicurezza. La Lega dice NO a bugie e sprechi. Serve trasparenza e responsabilità: la priorità deve essere proteggere i cittadini europei senza cedere alla propaganda di chi vuole centralizzare ancora di più il potere a Bruxelles. Roberto Vannacci Let's debunk Ursula Von der Leyen's lies! In her speech yesterday, the President of the European Commission stated that Russia spends up to 9% of GDP on defense, while Europe stops at 1.9%. But the real numbers tell a different story: Defense spending in 2024 - Russia: 7.1% of GDP ($145 billion), according to the Swedish institute SIPRI - European Union: $326 billion already spent in 2024, according to estimates by the European Defense Agency (EDA) Where is the urgency that Von der Leyen talks about? Europe already spends more than double what Russia does in absolute terms. This manipulated narrative seems more like an attempt to justify new expensive and centralizing projects, such as the "single defense market", which risk weighing further on the pockets of European citizens without real benefits for our security. The League says NO to lies and waste. Transparency and responsibility are needed: the priority must be to protect European citizens without giving in to the propaganda of those who want to further centralize power in Brussels. Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1862921888634200247?t=DrgNCxVREk_oJ4bDenZWhw&s=19
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  • Due auto della Polizia che si scontrano alle 4 del mattino quando quella strada di Roma a quell'ora è deserta. Negli ultimi 3 anni i numeri di incidenti con scontri frontali stanno andando alle stelle. Cosa diranno ora per coprire le cause di questo incidente? Quale altra bugia diranno per nascondere la strage dei "malori improvvisi" nella Polizia?

    Two police cars colliding at 4 in the morning when that street in Rome is deserted at that time. In the last 3 years the number of head-on collisions has skyrocketed. What will they say now to cover up the causes of this accident? What other lie will they tell to hide the massacre of "sudden illnesses" in the Police?
    Due auto della Polizia che si scontrano alle 4 del mattino quando quella strada di Roma a quell'ora è deserta. Negli ultimi 3 anni i numeri di incidenti con scontri frontali stanno andando alle stelle. Cosa diranno ora per coprire le cause di questo incidente? Quale altra bugia diranno per nascondere la strage dei "malori improvvisi" nella Polizia? Two police cars colliding at 4 in the morning when that street in Rome is deserted at that time. In the last 3 years the number of head-on collisions has skyrocketed. What will they say now to cover up the causes of this accident? What other lie will they tell to hide the massacre of "sudden illnesses" in the Police?
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  • L'Everest restituisce dopo 100 anni un piede e lo scarpone di Andrew Irvine: perché si potrebbe riscrivere la storia dell'alpinismo

    di
    Alessandro Sala
    12 ottobre 2024
    Il resto del corpo dell'alpinista britannico potrebbe trovarsi non lontano. Se si recuperasse anche la macchina fotografica si potrebbe stabilire se lui e George Mallory riuscirono ad arrivare in vetta nella spedizione del 1924. E si riscriverebbe la storia dell'alpinismo


    A distanza di cento anni è stato ritrovato sul monte Everest uno scarpone, con all’interno un piede avvolto in una calza, che con tutta probabilità apparteneva a Andrew Irvine, il compagno di scalata di George Mallory: i due alpinisti britannici furono i primi, nel 1924, a compiere una spedizione che aveva tutti i numeri per poter giungere al successo. La scoperta è stata fatta a settembre da un team di alpinisti e filmmaker impegnati in un progetto del National Geographic che lo ha annunciato ieri.

    Ancora oggi non sappiamo se Irvine e Mallory riuscirono oppure no a raggiungere la vetta: da quell’avventura, infatti, non ritornarono mai per poterlo raccontare. A lungo di loro non si ebbero più tracce, dopo l'ultima volta che i compagni li videro partire per quello che avrebbe dovuto essere lo strappo finale. Il corpo di Mallory venne ritrovato solo nel 1999, ancora quasi intatto, a non troppa distanza dalla cima, tanto che si riaprì il dibattito sull'effettiva possibilità che i due alpinisti fossero davvero riusciti nell'intento. Tuttavia non venne mai rinvenuta la loro macchina fotografica che avrebbe potuto contenere la prova di un eventuale successo (o insuccesso). Di Irvine, invece, era stata ritrovata soltanto la piccozza.

    Il nuovo ritrovamento potrebbe ora riaccendere le speranze di fare luce sul caso. Che si tratti del suo scarpone e del suo piede sarebbe testimoniato dalla presenza, sul calzettone, di una etichetta con la dicitura A. C. Irvine. Il secondo nome dell'alpinista era appunto Comyn. Difficile insomma che, proprio in quel luogo, possa trattarsi di una coincidenza. La certezza assoluta si potrà avere solo con analisi genetiche, ma già ora non sembrano esservi dubbi. Il resto del corpo di Irvine potrebbe trovarsi da qualche parte nell’area in cui è stato ritrovato lo scarpone, anche se le dinamiche di spostamento delle masse ghiacciate potrebbero, in un secolo, averlo spostato, per intero o in più parti, anche molto lontano. Tuttavia è un primo indizio che può indicare dove eventualmente concentrare nuove ricerche.

    Proprio Irvine, secondo la ricostruzione del National Geographic - che lanciando la notizia ha anche pubblicato le immagini scattate dal filmmaker Jimmy Chin -, era addetto alla gestione dell’attrezzatura fotografica. Ritrovare l’apparecchio con la pellicola all’interno ed eventuali altri rullini, sempre che si siano conservati e siano ancora lavorabili, potrebbe dare dunque una risposta certa sull’esito della loro impresa. E, nel caso si dimostrasse che in vetta ci arrivarono, si dovrebbe riscrivere la storia dell’alpinismo. L’Everest venne infatti conquistato ufficialmente solo tren’anni più tardi, nel 1953, dal neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzign Norgay che vi giunsero dal Colle Sud della cresta Sud-Est.

    Quando il gruppo di Nat Geo si è imbattuto in quello strano oggetto che emergeva dal ghiaccio in parziale scioglimento ha capito subito, dalla forgia dello scarpone e dai materiali di cui era composto, che si trattava di qualcosa che la montagna riconsegnava da un lontano passato. Cuoio, para, chiodi di ferro. Nulla di simile al moderno equipaggiamento super tecnico e colorato. «Quando ho sollevato il calzino - spiega Chin sul National Geographic - ho visto l'etichetta. Ho guardato i miei compagni e abbiamo subito capito di trovarci di fronte a qualcosa di unico. Qualunque spedizione sull'Everest segue inevitabilmente l'ombra di Irvine e Mallory». Il suo pensiero è però andato subito ai famigliari di Irvine: «Quando perdi qualcuno e non sai cosa gli sia successo è difficile da accettare - dice ancora il filmmaker, che ha subito informato gli eredi dell'alpinista, in particolare la pronipote Julie Summers, che oggi ha 64 anni e che nel 2001 aveva scritto una biografia dello zio -. Avere anche solo qualche informazione ma definitiva su dove possa essere finito Andrew è sicuramente utile per loro. Ed è anche un grande indizio per la comunità alpinistica che ancora si interroga cosa sia successo su quella montagna cento anni fa».

    Prima di partire per la spedizione, ai giornalisti che gli chiedevano perché volesse a tutti i costi scalare quella montagna, visto che non era il suo primo tentativo, Mallory rispose con una frase che è poi diventata un classico delle citazioni. Disse semplicemente: «Perché è lì». La stessa risposta che si potrebbe dare ora qualora venisse rimessa in pista una nuova spedizione finalizzata a cercare Irvine: perché anche lui è lì.


    12 ottobre 2024

    © RIPRODUZIONE RISERVATA


    Fonte: https://www.corriere.it/cronache/24_ottobre_12/andrew-irvine-trovato-un-suo-scarpone-sull-everest-si-riapre-il-caso-sulla-conquista-del-tetto-del-mondo-b1ea8044-8991-4bc8-8ae2-df071aff6xlk_amp.shtml
    L'Everest restituisce dopo 100 anni un piede e lo scarpone di Andrew Irvine: perché si potrebbe riscrivere la storia dell'alpinismo di Alessandro Sala 12 ottobre 2024 Il resto del corpo dell'alpinista britannico potrebbe trovarsi non lontano. Se si recuperasse anche la macchina fotografica si potrebbe stabilire se lui e George Mallory riuscirono ad arrivare in vetta nella spedizione del 1924. E si riscriverebbe la storia dell'alpinismo A distanza di cento anni è stato ritrovato sul monte Everest uno scarpone, con all’interno un piede avvolto in una calza, che con tutta probabilità apparteneva a Andrew Irvine, il compagno di scalata di George Mallory: i due alpinisti britannici furono i primi, nel 1924, a compiere una spedizione che aveva tutti i numeri per poter giungere al successo. La scoperta è stata fatta a settembre da un team di alpinisti e filmmaker impegnati in un progetto del National Geographic che lo ha annunciato ieri. Ancora oggi non sappiamo se Irvine e Mallory riuscirono oppure no a raggiungere la vetta: da quell’avventura, infatti, non ritornarono mai per poterlo raccontare. A lungo di loro non si ebbero più tracce, dopo l'ultima volta che i compagni li videro partire per quello che avrebbe dovuto essere lo strappo finale. Il corpo di Mallory venne ritrovato solo nel 1999, ancora quasi intatto, a non troppa distanza dalla cima, tanto che si riaprì il dibattito sull'effettiva possibilità che i due alpinisti fossero davvero riusciti nell'intento. Tuttavia non venne mai rinvenuta la loro macchina fotografica che avrebbe potuto contenere la prova di un eventuale successo (o insuccesso). Di Irvine, invece, era stata ritrovata soltanto la piccozza. Il nuovo ritrovamento potrebbe ora riaccendere le speranze di fare luce sul caso. Che si tratti del suo scarpone e del suo piede sarebbe testimoniato dalla presenza, sul calzettone, di una etichetta con la dicitura A. C. Irvine. Il secondo nome dell'alpinista era appunto Comyn. Difficile insomma che, proprio in quel luogo, possa trattarsi di una coincidenza. La certezza assoluta si potrà avere solo con analisi genetiche, ma già ora non sembrano esservi dubbi. Il resto del corpo di Irvine potrebbe trovarsi da qualche parte nell’area in cui è stato ritrovato lo scarpone, anche se le dinamiche di spostamento delle masse ghiacciate potrebbero, in un secolo, averlo spostato, per intero o in più parti, anche molto lontano. Tuttavia è un primo indizio che può indicare dove eventualmente concentrare nuove ricerche. Proprio Irvine, secondo la ricostruzione del National Geographic - che lanciando la notizia ha anche pubblicato le immagini scattate dal filmmaker Jimmy Chin -, era addetto alla gestione dell’attrezzatura fotografica. Ritrovare l’apparecchio con la pellicola all’interno ed eventuali altri rullini, sempre che si siano conservati e siano ancora lavorabili, potrebbe dare dunque una risposta certa sull’esito della loro impresa. E, nel caso si dimostrasse che in vetta ci arrivarono, si dovrebbe riscrivere la storia dell’alpinismo. L’Everest venne infatti conquistato ufficialmente solo tren’anni più tardi, nel 1953, dal neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzign Norgay che vi giunsero dal Colle Sud della cresta Sud-Est. Quando il gruppo di Nat Geo si è imbattuto in quello strano oggetto che emergeva dal ghiaccio in parziale scioglimento ha capito subito, dalla forgia dello scarpone e dai materiali di cui era composto, che si trattava di qualcosa che la montagna riconsegnava da un lontano passato. Cuoio, para, chiodi di ferro. Nulla di simile al moderno equipaggiamento super tecnico e colorato. «Quando ho sollevato il calzino - spiega Chin sul National Geographic - ho visto l'etichetta. Ho guardato i miei compagni e abbiamo subito capito di trovarci di fronte a qualcosa di unico. Qualunque spedizione sull'Everest segue inevitabilmente l'ombra di Irvine e Mallory». Il suo pensiero è però andato subito ai famigliari di Irvine: «Quando perdi qualcuno e non sai cosa gli sia successo è difficile da accettare - dice ancora il filmmaker, che ha subito informato gli eredi dell'alpinista, in particolare la pronipote Julie Summers, che oggi ha 64 anni e che nel 2001 aveva scritto una biografia dello zio -. Avere anche solo qualche informazione ma definitiva su dove possa essere finito Andrew è sicuramente utile per loro. Ed è anche un grande indizio per la comunità alpinistica che ancora si interroga cosa sia successo su quella montagna cento anni fa». Prima di partire per la spedizione, ai giornalisti che gli chiedevano perché volesse a tutti i costi scalare quella montagna, visto che non era il suo primo tentativo, Mallory rispose con una frase che è poi diventata un classico delle citazioni. Disse semplicemente: «Perché è lì». La stessa risposta che si potrebbe dare ora qualora venisse rimessa in pista una nuova spedizione finalizzata a cercare Irvine: perché anche lui è lì. 12 ottobre 2024 © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: https://www.corriere.it/cronache/24_ottobre_12/andrew-irvine-trovato-un-suo-scarpone-sull-everest-si-riapre-il-caso-sulla-conquista-del-tetto-del-mondo-b1ea8044-8991-4bc8-8ae2-df071aff6xlk_amp.shtml
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  • Trentadue anni fa Amato, di notte, prelevò soldi sui conti degli italiani. Il ricordo di Monorchio, ex ragioniere dello Stato.
    Andrea Monorchio, 32 anni dopo, svela cosa è successo la notte del prelievo forzoso sui conti degli italiani. Si sono infatti riaccesi i riflettori su ciò che accadde tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo Amato operò un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Si trattò di una mossa senza precedenti per quanto riguarda la storia del nostro Paese, una norma varata per fronteggiare la speculazione dei mercati che si stavano accanendo sulla lira. Ma il provvedimento non sortì l’effetto sperato: l’economia italiana rimase comunque sull’orlo della recessione.
    “La decisione fu assunta in un incontro tra il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze Giovanni Goria – ha raccontato Monorchio al Corriere della Sera -. Era notte fonda ed eravamo riuniti a Palazzo Chigi, alle prese con i numeri della manovra. Mancavano tra i sei e gli ottomila miliardi. A un certo punto – ha proseguito – Goria disse ad Amato: ‘Andiamo di là’. Tornarono dopo venti minuti e il premier disse ai ministri: ‘Potete andare a dormire. Non lei Monorchio‘”.

    Come spiegato dal diretto interessato, Monorchio rimase del tutto allo scuro delle intenzioni di Amato: “La decisione del prelievo forzoso fu tenuta segreta per evidenti motivi: se fosse trapelato qualcosa il sistema sarebbe collassato. Nessuno fu informato: non i ministri, non il capo dello Stato e nemmeno il governatore di Bankitalia”.

    “Amato semplicemente la saltò – ha sottolineato Monorchio -. Quando verranno desecretati i verbali della riunione, si vedrà che tra i provvedimenti citati quello del prelievo forzoso non è agli atti. Per non menzionarlo, il premier si trincerò dietro una sorta di scioglilingua e passò avanti. La decisione rimase segreta fino alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”. Non solo: quando la misura fu ufficializzata, “il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che era solito chiamarmi ogni giorno, quella volta non chiamò. Ciampi (allora governatore di Bankitalia) invece andò su tutte le furie. Chiamò Amato ed ebbe con lui uno scontro verbale violento”.
    L’85enne economista ribadisce che non era d’accordo con la misura e lascia intendere che fosse evitabile. Tuttavia, “tra le urla del governatore di Bankitalia e il silenzio del presidente della Repubblica, l’Italia alla fine si salvò“.
    Trentadue anni fa Amato, di notte, prelevò soldi sui conti degli italiani. Il ricordo di Monorchio, ex ragioniere dello Stato. Andrea Monorchio, 32 anni dopo, svela cosa è successo la notte del prelievo forzoso sui conti degli italiani. Si sono infatti riaccesi i riflettori su ciò che accadde tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo Amato operò un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Si trattò di una mossa senza precedenti per quanto riguarda la storia del nostro Paese, una norma varata per fronteggiare la speculazione dei mercati che si stavano accanendo sulla lira. Ma il provvedimento non sortì l’effetto sperato: l’economia italiana rimase comunque sull’orlo della recessione. “La decisione fu assunta in un incontro tra il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze Giovanni Goria – ha raccontato Monorchio al Corriere della Sera -. Era notte fonda ed eravamo riuniti a Palazzo Chigi, alle prese con i numeri della manovra. Mancavano tra i sei e gli ottomila miliardi. A un certo punto – ha proseguito – Goria disse ad Amato: ‘Andiamo di là’. Tornarono dopo venti minuti e il premier disse ai ministri: ‘Potete andare a dormire. Non lei Monorchio‘”. Come spiegato dal diretto interessato, Monorchio rimase del tutto allo scuro delle intenzioni di Amato: “La decisione del prelievo forzoso fu tenuta segreta per evidenti motivi: se fosse trapelato qualcosa il sistema sarebbe collassato. Nessuno fu informato: non i ministri, non il capo dello Stato e nemmeno il governatore di Bankitalia”. “Amato semplicemente la saltò – ha sottolineato Monorchio -. Quando verranno desecretati i verbali della riunione, si vedrà che tra i provvedimenti citati quello del prelievo forzoso non è agli atti. Per non menzionarlo, il premier si trincerò dietro una sorta di scioglilingua e passò avanti. La decisione rimase segreta fino alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”. Non solo: quando la misura fu ufficializzata, “il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che era solito chiamarmi ogni giorno, quella volta non chiamò. Ciampi (allora governatore di Bankitalia) invece andò su tutte le furie. Chiamò Amato ed ebbe con lui uno scontro verbale violento”. L’85enne economista ribadisce che non era d’accordo con la misura e lascia intendere che fosse evitabile. Tuttavia, “tra le urla del governatore di Bankitalia e il silenzio del presidente della Repubblica, l’Italia alla fine si salvò“.
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  • FINALMENTE! USA, presentato disegno di legge ampiamente condiviso per revocare la protezione dalla responsabilità per i produttori di vaccini, incluso i sieri ad mRNA covid-19! La legislazione propone che le aziende big pharma fraudolente paghino direttamente per gli eventi avversi! Rischio di bancarotta! I numeri ufficiali aggiornati degli eventi avversi e decessi a seguito dei sieri covid-19!

    Fonte: Dentro la notizia
    FINALMENTE! USA, presentato disegno di legge ampiamente condiviso per revocare la protezione dalla responsabilità per i produttori di vaccini, incluso i sieri ad mRNA covid-19! La legislazione propone che le aziende big pharma fraudolente paghino direttamente per gli eventi avversi! Rischio di bancarotta! I numeri ufficiali aggiornati degli eventi avversi e decessi a seguito dei sieri covid-19! Fonte: Dentro la notizia
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  • MOLLOV. Come si cambia per non morire (cit)

    Francia.

    Pavel Durov ha dichiarato che d'ora in poi Telegram fornirà indirizzi IP, numeri di telefono e altre informazioni degli utenti alle forze dell'ordine e alle agenzie governative in risposta alle richieste pertinenti.

    La mossa arriva a meno di un mese dal suo arresto in Francia.


    Lo hanno riprogrammato? Microchippato? Minacciato? Han fatto ammuina? Vabbè, è stato bello finchè è durato

    Fonte:  t.me/ArsenaleKappa
    MOLLOV. Come si cambia per non morire (cit) Francia. Pavel Durov ha dichiarato che d'ora in poi Telegram fornirà indirizzi IP, numeri di telefono e altre informazioni degli utenti alle forze dell'ordine e alle agenzie governative in risposta alle richieste pertinenti. La mossa arriva a meno di un mese dal suo arresto in Francia. Lo hanno riprogrammato? Microchippato? Minacciato? Han fatto ammuina? Vabbè, è stato bello finchè è durato Fonte:  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥ㅤ
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  • L'overtourism sul Lago di Como cambia i ristoranti. Lo chef di Bellagio: "Menu e prenotazioni aggiornati così" - ComoZero
    Da un osservatorio privilegiato – Bellagio, la perla del Lago di Como – Luigi Gandola, chef e patron del ristorante Salice Blu di Bellagio, traccia un primo bilancio parziale della stagione estiva 2024 del Lago di Como, che ha registrato numeri da capogiro, riempiendo hotel, B&B, appartamenti, ristoranti e bar, ma portando anche alcuni operatori […]
    https://comozero.it/attualita/overtourism-sul-lago-di-como-cambia-i-ristoranti-lo-chef-gandola-salice-blu-di-bellagio-menu-e-prenotazioni-aggiornati-cosi/
    L'overtourism sul Lago di Como cambia i ristoranti. Lo chef di Bellagio: "Menu e prenotazioni aggiornati così" - ComoZero Da un osservatorio privilegiato – Bellagio, la perla del Lago di Como – Luigi Gandola, chef e patron del ristorante Salice Blu di Bellagio, traccia un primo bilancio parziale della stagione estiva 2024 del Lago di Como, che ha registrato numeri da capogiro, riempiendo hotel, B&B, appartamenti, ristoranti e bar, ma portando anche alcuni operatori […] https://comozero.it/attualita/overtourism-sul-lago-di-como-cambia-i-ristoranti-lo-chef-gandola-salice-blu-di-bellagio-menu-e-prenotazioni-aggiornati-cosi/
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    L'overtourism sul Lago di Como cambia i ristoranti. Lo chef di Bellagio: "Menu e prenotazioni aggiornati così" - ComoZero
    Da un osservatorio privilegiato – Bellagio, la perla del Lago di Como – Luigi Gandola, chef e patron del ristorante Salice Blu di Bellagio, traccia un primo bilancio parziale della stagione estiva 2024 del Lago di Como, che ha registrato numeri da capogiro, riempiendo hotel, B&B, appartamenti, ristoranti e bar, ma portando anche alcuni operatori […]
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  • Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi

    165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione.

    A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti.

    Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora.

    La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City.

    Segue...

    https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi 165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione. A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti. Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora. La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City. Segue... https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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    A Gaza ogni due giorni un giornalista viene ucciso
    Due reporter di Al Jazeera sono stati uccisi da un missile dell’IDF. Dall’inizio della guerra sono 165 i giornalisti morti nella Striscia.
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  • ECCESSO DI MORTALITÀ DOPO L'ANNO PANDEMICO | OLGA MILANESE INCONTRA IL PROF. VAIA, DIRETTORE GENERALE DELLA PREVENZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE

    Il 1° luglio sono stata ricevuta dal prof. Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, grazie anche all’intervento di Carola Profeta e Nicoletta Di Santo, per parlare degli studi sull’eccesso di mortalità registrato in Italia dopo il 2020, coordinati dall’associazione che presiedo, Umanità e Ragione.

    Ho evidenziato che l’eccesso di mortalità in Italia registrato dopo l’anno pandemico consta di numeri importanti (parliamo infatti di più di 63mila morti in eccesso nel 2021, pari al +10%, e circa 68mila nel 2022, pari al +11%) e che è compito del Ministero non ignorare il dato, attivarsi ed indagare sulle cause di questa mortalità, così come fu fatto per il 2020.

    Il Ministero ha il compito istituzionale di studiare e risolvere le problematiche che stanno determinando questi numeri, impattando sulla vita dei cittadini, prevenire futuri ulteriori eccessi di mortalità e dare una risposta ai familiari delle persone prematuramente scomparse in questi anni.

    Per far sì che sia perseguita questa finalità, ho offerto il supporto dei professionisti che hanno lavorato ai Report pubblicati da U&R, sollecitando ancora una volta la pubblicazione di tutti i dati sulla mortalità necessari per poter inquadrare il fenomeno e giungere a delle risposte.

    Il prof. Vaia ha assunto l’impegno di riproporre la costituzione di una Commissione di natura non politica, ma tecnica, specificamente deputata ad investigare su questo tema e a valutare la gestione sanitaria di questi anni.

    Confidiamo nel fatto che il prof. Vaia manterrà fede a quanto detto ma soprattutto auspichiamo che il Ministero della salute si ponga finalmente in una posizione di discontinuità con il passato ed intraprenda la strada della trasparenza e della completezza delle informazioni che attengono alla salute dei cittadini e che sono quindi di estremo interesse pubblico.

    Vi chiediamo di condividere questa notizia nei vostri profili, nelle vostre storie o nei gruppi che trattano tali tematiche per diffondere l'informazione
    ECCESSO DI MORTALITÀ DOPO L'ANNO PANDEMICO | OLGA MILANESE INCONTRA IL PROF. VAIA, DIRETTORE GENERALE DELLA PREVENZIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE Il 1° luglio sono stata ricevuta dal prof. Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, grazie anche all’intervento di Carola Profeta e Nicoletta Di Santo, per parlare degli studi sull’eccesso di mortalità registrato in Italia dopo il 2020, coordinati dall’associazione che presiedo, Umanità e Ragione. Ho evidenziato che l’eccesso di mortalità in Italia registrato dopo l’anno pandemico consta di numeri importanti (parliamo infatti di più di 63mila morti in eccesso nel 2021, pari al +10%, e circa 68mila nel 2022, pari al +11%) e che è compito del Ministero non ignorare il dato, attivarsi ed indagare sulle cause di questa mortalità, così come fu fatto per il 2020. Il Ministero ha il compito istituzionale di studiare e risolvere le problematiche che stanno determinando questi numeri, impattando sulla vita dei cittadini, prevenire futuri ulteriori eccessi di mortalità e dare una risposta ai familiari delle persone prematuramente scomparse in questi anni. Per far sì che sia perseguita questa finalità, ho offerto il supporto dei professionisti che hanno lavorato ai Report pubblicati da U&R, sollecitando ancora una volta la pubblicazione di tutti i dati sulla mortalità necessari per poter inquadrare il fenomeno e giungere a delle risposte. Il prof. Vaia ha assunto l’impegno di riproporre la costituzione di una Commissione di natura non politica, ma tecnica, specificamente deputata ad investigare su questo tema e a valutare la gestione sanitaria di questi anni. Confidiamo nel fatto che il prof. Vaia manterrà fede a quanto detto ma soprattutto auspichiamo che il Ministero della salute si ponga finalmente in una posizione di discontinuità con il passato ed intraprenda la strada della trasparenza e della completezza delle informazioni che attengono alla salute dei cittadini e che sono quindi di estremo interesse pubblico. 🔥Vi chiediamo di condividere questa notizia nei vostri profili, nelle vostre storie o nei gruppi che trattano tali tematiche per diffondere l'informazione
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  • L’abolizione dell’infame Legge Lorenzin è un atto dovuto per ogni paese civile, al quale la salute dei bambini e, dunque, il futuro del paese stanno realmente a cuore
    Non c’è una sostanza il cui inoculo ai nostri bambini è imposta con l’infame legge Lorenzin la cui efficacia e sicurezza siano state confermate sulla base di uno studio clinico con un vero gruppo placebo (e cioè di controllo). Gli “pseudo-studi” per i vaccini prevedono tutti l’applicazione di vaccini comparabili (e, dunque, non di una sostanza neutrale come, invece, uno studio clinico richiederebbe) e, pertanto, non c’è la prova nè dell’efficacia e tantomeno della sicurezza dei vaccini pediatrici! La loro imposizione è del tutto incostituzionale!
    Da consigliera della Provincia Autonoma di Bolzano e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige ho lanciato un’azione TRASPARENZA PER LA DFESA DELLA VITA E SALUTE DEI NOSTRI FIGLI proprio su questo fatto decisivo, di cui la stragrande parte dei genitori e della popolazione in generale non ha alcuna consapevolezza.


    https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true

    Ho già ottenuto in aula del Consiglio Provinciale conferma da parte dell’assessore alla (non-)Salute HUBERT MESSNER che questi studi clinici con veri gruppi di controllo per i vaccini pediatrici non esistono. E, comunque, HUBERT MESSNER, da assessore alla (non-)Salute insiste sul programma vaccinale pediatrico.

    https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true

    E i genitori, che hanno presentato l’istanza di ostensione della documentazione degli studi clinici con veri gruppi di controllo (da me preparato) - intanto, dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige hanno ottenuto come risposta semplicemente due allegati inviati via mail - che non contiene una risposta alla risposta alla domanda posta - e che sono: uno l’Assessment Report dell’EMA in lingua inglese per il vaccino esavalente (è un vaccino obbligatorio che viene in genere somministrato entro il primo anno di vita, contro difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B: tutte patologie di tipo infettive) e un altro documento in lingua inglese per il vaccino quadrivalente (anti-morbillo-parotite-rosolia e anti-varicella).
    Entrambi i documenti confermano che per gli “studi clinici” - che in realtà sono un FAKE - sono stati applicati sul gruppo di controllo vaccini paragonabili.
    Ovviamente questo operato non corrisponde ad uno studio clinico - ma alla più grande TRUFFA è MANIPOLAZIONE che ormai già da troppi decenni avviene in quel settore farmaceutico che si presta meglio di ogni altro per creare in un perpetuum mobile un mercato senza limiti, creando - con l’iniezione di sostanze che contengono anche adiuvanti di ogni genere (alluminio ecc.) malati cronici tra i bambini in numeri che crescono esponenzialmente, oltre che anche morti e visibilmente gravemente danneggiati per la vita,
    A livello provinciale e regionale continuerò politicamente a sostenere i tanti genitori e nonni che desiderano l’immediata abolizione della legge Lorenzin, e da avvocato lo faccio con altri colleghi a livello nazionale.
    Dunque, ben venga questa iniziativa di @borghi_claudio.
    Deve però cadere l‘obbligo per TUTTI i vaccini!
    Ora staremo a vedere chi dei parlamentari voterà a favore e chi contro l’abolizione dell‘infame e certo non salutare obbligo introdotto su richiesta di GAVI e Co. dalla Lorenzin e da altri politici che sono degli esemplari esecutori degli ordini impartiti da coloro che hanno tutt‘altro a cuore (…ammesso che ne abbiano uno), ma certo non la salute dei nostri bambini e, dunque, il nostro futuro come popolazione.

    Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1809932492931018885?t=l8iY6lkV4PoNHjynowDnUw&s=19
    ‼️L’abolizione dell’infame Legge Lorenzin è un atto dovuto per ogni paese civile, al quale la salute dei bambini e, dunque, il futuro del paese stanno realmente a cuore‼️ Non c’è una sostanza il cui inoculo ai nostri bambini è imposta con l’infame legge Lorenzin la cui efficacia e sicurezza siano state confermate sulla base di uno studio clinico con un vero gruppo placebo (e cioè di controllo). Gli “pseudo-studi” per i vaccini prevedono tutti l’applicazione di vaccini comparabili (e, dunque, non di una sostanza neutrale come, invece, uno studio clinico richiederebbe) e, pertanto, non c’è la prova nè dell’efficacia e tantomeno della sicurezza dei vaccini pediatrici! La loro imposizione è del tutto incostituzionale! Da consigliera della Provincia Autonoma di Bolzano e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige ho lanciato un’azione TRASPARENZA PER LA DFESA DELLA VITA E SALUTE DEI NOSTRI FIGLI proprio su questo fatto decisivo, di cui la stragrande parte dei genitori e della popolazione in generale non ha alcuna consapevolezza. 👇👇👇 https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true Ho già ottenuto in aula del Consiglio Provinciale conferma da parte dell’assessore alla (non-)Salute HUBERT MESSNER che questi studi clinici con veri gruppi di controllo per i vaccini pediatrici non esistono. E, comunque, HUBERT MESSNER, da assessore alla (non-)Salute insiste sul programma vaccinale pediatrico. https://docs.google.com/document/d/1dDiVYeIJctf8h8DKlAOiP0eSrmQoHJbv/edit?usp=drivesdk&ouid=103241220935954280155&rtpof=true&sd=true E i genitori, che hanno presentato l’istanza di ostensione della documentazione degli studi clinici con veri gruppi di controllo (da me preparato) - intanto, dall’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige hanno ottenuto come risposta semplicemente due allegati inviati via mail - che non contiene una risposta alla risposta alla domanda posta - e che sono: uno l’Assessment Report dell’EMA in lingua inglese per il vaccino esavalente (è un vaccino obbligatorio che viene in genere somministrato entro il primo anno di vita, contro difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B: tutte patologie di tipo infettive) e un altro documento in lingua inglese per il vaccino quadrivalente (anti-morbillo-parotite-rosolia e anti-varicella). Entrambi i documenti confermano che per gli “studi clinici” - che in realtà sono un FAKE - sono stati applicati sul gruppo di controllo vaccini paragonabili. Ovviamente questo operato non corrisponde ad uno studio clinico - ma alla più grande TRUFFA è MANIPOLAZIONE che ormai già da troppi decenni avviene in quel settore farmaceutico che si presta meglio di ogni altro per creare in un perpetuum mobile un mercato senza limiti, creando - con l’iniezione di sostanze che contengono anche adiuvanti di ogni genere (alluminio ecc.) malati cronici tra i bambini in numeri che crescono esponenzialmente, oltre che anche morti e visibilmente gravemente danneggiati per la vita, A livello provinciale e regionale continuerò politicamente a sostenere i tanti genitori e nonni che desiderano l’immediata abolizione della legge Lorenzin, e da avvocato lo faccio con altri colleghi a livello nazionale. Dunque, ben venga questa iniziativa di @borghi_claudio. Deve però cadere l‘obbligo per TUTTI i vaccini! Ora staremo a vedere chi dei parlamentari voterà a favore e chi contro l’abolizione dell‘infame e certo non salutare obbligo introdotto su richiesta di GAVI e Co. dalla Lorenzin e da altri politici che sono degli esemplari esecutori degli ordini impartiti da coloro che hanno tutt‘altro a cuore (…ammesso che ne abbiano uno), ma certo non la salute dei nostri bambini e, dunque, il nostro futuro come popolazione. Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1809932492931018885?t=l8iY6lkV4PoNHjynowDnUw&s=19
    DOCS.GOOGLE.COM
    IT Bozza_istanza_per_accesso_a_studi_con_vero_gruppo_di_controllo_vaccini.docx
    (Bozza per l’esercizio del Diritto di Accesso con richiesta di copia degli studi clinici con vero gruppo di controllo per la conferma dell’efficacia e sicurezza dei vaccini pediatrici obbligatori) All’ Azienda Sanitaria Locale di .... Direzione Generale Indirizzo Pec:.......... ISTA...
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