• Sviluppo positivo, se i “pseudo-esperti” nazionali non verranno semplicemente sostituiti con il diktat dell’OMS e dell’UE
    E cioè: non vorrei che a livello nazionale venisse giustamente smantellato l’oscena e assurda “PSEUDO-ESPERTOCRAZIA” , accettando poi - però - in caso di asserita “emergenza sanitaria” il diktat dell’OMS e dell’UE!
    Non dimentichiamo che il contratto pandemico è solo stato rinviato (di un anno) e a livello dell’UE, purtroppo, a novembre 2022 (anche con i voti dell’attuale governo italiano e dei parlamentari italiani della maggioranza) sono stati implementati, con Regolamento del Parlamento e del Consiglio UE, già i pericolosi principi di ONE HEALTH e HEALTH IN ALL POLICIES. L’Italia, dunque, deve rendersi libera e autonoma in questo campo fondamentale per una democrazia rispettosa dei Diritti Umani da pericolosi diktat eurounionali e evitare definitivamente quelli internazionali dell’OMS.

    Fonte:https://x.com/RHolzeisen/status/1808350889347801487?t=uf2486X8V977FMGmapEygw&s=19
    ‼️Sviluppo positivo, se i “pseudo-esperti” nazionali non verranno semplicemente sostituiti con il diktat dell’OMS e dell’UE ‼️ E cioè: non vorrei che a livello nazionale venisse giustamente smantellato l’oscena e assurda “PSEUDO-ESPERTOCRAZIA” , accettando poi - però - in caso di asserita “emergenza sanitaria” il diktat dell’OMS e dell’UE! Non dimentichiamo che il contratto pandemico è solo stato rinviato (di un anno) e a livello dell’UE, purtroppo, a novembre 2022 (anche con i voti dell’attuale governo italiano e dei parlamentari italiani della maggioranza) sono stati implementati, con Regolamento del Parlamento e del Consiglio UE, già i pericolosi principi di ONE HEALTH e HEALTH IN ALL POLICIES. L’Italia, dunque, deve rendersi libera e autonoma in questo campo fondamentale per una democrazia rispettosa dei Diritti Umani da pericolosi diktat eurounionali e evitare definitivamente quelli internazionali dell’OMS. Fonte:https://x.com/RHolzeisen/status/1808350889347801487?t=uf2486X8V977FMGmapEygw&s=19
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  • Sentite anche questa…. Nel 1996 vennero pubblicati dei documenti lampanti. Dopo OWNING THE WEATHER IN 2025, vorrei ricordare un altro documento, sempre relativo al 2025. È stato pubblicato per la prima volta su questo sito nel 2022. Probabilmente è superfluo immaginare i punti di arrivo, ci stanno dicendo cosa intendono fare. È importante leggere i loro documenti invece di fantasticare. La realtà supera le nostre fantasie, che sono davvero il frutto del male. Avrebbe avuto molto senso indagare sull’arricchimento atmosferico in questa spolverata, che si è verificata nei giorni scorsi. Ho citato molte volte le affermazioni di Esther Dyson, figlia di Freeman Dyson, PADRE DELLA BIOSFERA ARTIFICIALE.

    “Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e ad una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza” .

    ************
    Fonte:
    https://t.me/NogeoingegneriaNews

    Nell’agosto 1996, la US Air Force ha pubblicato un rapporto scientifico-militare sullo sviluppo delle nanotecnologie per scopi militari entro l’anno 2025. Il contenuto prevede l’uso di nanosensori nell’ambiente attraverso l’irrorazione aerea. Il documento descrive un nuovo sistema di monitoraggio basato sulla nanotecnologia. Questi minuscoli nanosensori ad alta tecnologia distribuiti in tutto l’ambiente avranno il compito di trasmettere a una rete di computer tutti i dati raccolti, in modo che l’intelligenza artificiale possa elaborarli immediatamente e predire in tempo reale le intenzioni del nemico. Entro il 2025, questi nanosensori dovrebbero essere in grado di svolgere le loro funzioni.

    A pagina 20 del documento, si legge: “Entro il 2025, la nanotecnologia permetterà l’uso di sensori più sottili di un capello umano che possono raggiungere l’obiettivo attraverso gli esseri umani, l’acqua, il cibo o dell’ aria.”

    Il termine “smart dust”, coniato da Kristofer Pister, professore all’Università della California, Berkeley, è riferito a questi piccolissimi sensori che sono abbastanza economici da diffondersi come polvere.

    Nel racconto di fantascienza The Unknown di Christopher Anvil del 1972, tre piloti spaziali si trovano afflitti da “circuiti spia ultraminiaturizzati”. Minuscoli computer usati per lo spionaggio e non più grandi di un granello di polvere.

    Nel 1972, le spie elettroniche grandi come la polvere erano roba lontana. Ma oggi sono una realtà.

    Se volete essere aggiornati sulle ultime novità, iscrivetevi al CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews.

    CONTINUA QUI

    IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
    Sentite anche questa…. Nel 1996 vennero pubblicati dei documenti lampanti. Dopo OWNING THE WEATHER IN 2025, vorrei ricordare un altro documento, sempre relativo al 2025. È stato pubblicato per la prima volta su questo sito nel 2022. Probabilmente è superfluo immaginare i punti di arrivo, ci stanno dicendo cosa intendono fare. È importante leggere i loro documenti invece di fantasticare. La realtà supera le nostre fantasie, che sono davvero il frutto del male. Avrebbe avuto molto senso indagare sull’arricchimento atmosferico in questa spolverata, che si è verificata nei giorni scorsi. Ho citato molte volte le affermazioni di Esther Dyson, figlia di Freeman Dyson, PADRE DELLA BIOSFERA ARTIFICIALE. “Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e ad una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza” . ************ Fonte: https://t.me/NogeoingegneriaNews Nell’agosto 1996, la US Air Force ha pubblicato un rapporto scientifico-militare sullo sviluppo delle nanotecnologie per scopi militari entro l’anno 2025. Il contenuto prevede l’uso di nanosensori nell’ambiente attraverso l’irrorazione aerea. Il documento descrive un nuovo sistema di monitoraggio basato sulla nanotecnologia. Questi minuscoli nanosensori ad alta tecnologia distribuiti in tutto l’ambiente avranno il compito di trasmettere a una rete di computer tutti i dati raccolti, in modo che l’intelligenza artificiale possa elaborarli immediatamente e predire in tempo reale le intenzioni del nemico. Entro il 2025, questi nanosensori dovrebbero essere in grado di svolgere le loro funzioni. A pagina 20 del documento, si legge: “Entro il 2025, la nanotecnologia permetterà l’uso di sensori più sottili di un capello umano che possono raggiungere l’obiettivo attraverso gli esseri umani, l’acqua, il cibo o dell’ aria.” Il termine “smart dust”, coniato da Kristofer Pister, professore all’Università della California, Berkeley, è riferito a questi piccolissimi sensori che sono abbastanza economici da diffondersi come polvere. Nel racconto di fantascienza The Unknown di Christopher Anvil del 1972, tre piloti spaziali si trovano afflitti da “circuiti spia ultraminiaturizzati”. Minuscoli computer usati per lo spionaggio e non più grandi di un granello di polvere. Nel 1972, le spie elettroniche grandi come la polvere erano roba lontana. Ma oggi sono una realtà. Se volete essere aggiornati sulle ultime novità, iscrivetevi al CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews. CONTINUA QUI IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
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  • Google è così potente che ci "nasconde" altri sistemi di ricerca. Semplicemente non sospettiamo la maggior parte di loro.
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  • SECONDO UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLE AUTOPSIE NEI DECESSI POST VACCINAZIONE COVID-19, "IL 73,9% DEI DECESSI CAUSATO DIRETTAMENTE O ASSOCIATO ALLA VACCINAZIONE COVID-19"
    Punti salienti
    • Abbiamo scoperto che la vaccinazione COVID-19 è stata direttamente la causa o ha contribuito in modo significativo al 73,9% dei decessi.
    • I nostri dati suggeriscono un’alta probabilità di un nesso causale tra la vaccinazione contro il COVID-19 e il decesso.
    • Questi risultati indicano l’urgente necessità di chiarire i meccanismi fisiopatologici della morte con l’obiettivo di stratificare il rischio ed evitare la morte per il gran numero di individui che hanno assunto o riceveranno uno o più vaccini COVID-19 in futuro.
    • Questa revisione aiuta a fornire alla comunità medica e forense una migliore comprensione degli eventi avversi fatali del vaccino COVID-19.

    Riassunto
    Il rapido sviluppo dei vaccini contro il COVID-19, combinato con un elevato numero di segnalazioni di eventi avversi, ha portato a preoccupazioni sui possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica delle nanoparticelle lipidiche (LNP) e dell'mRNA, il danno tissutale associato alla proteina Spike, la trombogenicità, la disfunzione del sistema immunitario e la cancerogenicità. Lo scopo di questa revisione sistematica è indagare i possibili collegamenti causali tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e la morte utilizzando autopsie e analisi post mortem.

    Conclusioni
    La coerenza osservata tra i casi in questa revisione con i meccanismi noti di lesioni e morte del vaccino COVID-19, insieme alla conferma dell’autopsia da parte del giudizio medico, suggerisce che esiste un’alta probabilità di un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e la morte. Sono necessari ulteriori accertamenti urgenti per fare chiarezza.
    Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0379073824001968

    Fonte: Segui Giubbe Rosse
    SECONDO UNA REVISIONE SISTEMATICA DELLE AUTOPSIE NEI DECESSI POST VACCINAZIONE COVID-19, "IL 73,9% DEI DECESSI CAUSATO DIRETTAMENTE O ASSOCIATO ALLA VACCINAZIONE COVID-19" Punti salienti • Abbiamo scoperto che la vaccinazione COVID-19 è stata direttamente la causa o ha contribuito in modo significativo al 73,9% dei decessi. • I nostri dati suggeriscono un’alta probabilità di un nesso causale tra la vaccinazione contro il COVID-19 e il decesso. • Questi risultati indicano l’urgente necessità di chiarire i meccanismi fisiopatologici della morte con l’obiettivo di stratificare il rischio ed evitare la morte per il gran numero di individui che hanno assunto o riceveranno uno o più vaccini COVID-19 in futuro. • Questa revisione aiuta a fornire alla comunità medica e forense una migliore comprensione degli eventi avversi fatali del vaccino COVID-19. Riassunto Il rapido sviluppo dei vaccini contro il COVID-19, combinato con un elevato numero di segnalazioni di eventi avversi, ha portato a preoccupazioni sui possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica delle nanoparticelle lipidiche (LNP) e dell'mRNA, il danno tissutale associato alla proteina Spike, la trombogenicità, la disfunzione del sistema immunitario e la cancerogenicità. Lo scopo di questa revisione sistematica è indagare i possibili collegamenti causali tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e la morte utilizzando autopsie e analisi post mortem. Conclusioni La coerenza osservata tra i casi in questa revisione con i meccanismi noti di lesioni e morte del vaccino COVID-19, insieme alla conferma dell’autopsia da parte del giudizio medico, suggerisce che esiste un’alta probabilità di un nesso causale tra i vaccini COVID-19 e la morte. Sono necessari ulteriori accertamenti urgenti per fare chiarezza. Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0379073824001968 🟥 Fonte: Segui Giubbe Rosse
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  • LA DOMANDA NON È SE CI SARÀ LA GUERRA, MA QUALE GUERRA CI SARÀ

    Un paio di giorni fa il presidente serbo Vučić ha espresso il suo forte timore che 3-4 mesi ci separino dalla Terza Guerra Mondiale. Che si tratti di una valutazione realistica o magari di eccessiva apprensione da parte di chi ha già esperito sulla propria pelle la natura “eminentemente difensiva” della Nato, è quanto scopriremo solo vivendo.

    Possiamo però sin d’ora fare qualche considerazione generale sulle linee di tendenza che si profilano.

    Dal punto di vista di un confronto diretto tra grandi potenze militari la questione cruciale riguarda la percezione interna di un carattere “decisivo” del conflitto regionale in corso. Per la Russia è chiarissimo, e lo è stato sin dall’inizio, che si trattasse di una minaccia percepita come esistenziale. L’asimmetria del confronto qui dev’essere ben percepita: nel conflitto russo-ucraino la Russia è formalmente l’aggressore, avendo violato i confini ucraini con le sue truppe, ma la Russia si percepisce aggredita perché ha visto anno dopo anno i preparativi Nato ai propri confini (esercitazioni congiunte, costruzione di infrastrutture militari, il cambio di regime di Maidan, la persecuzione delle proprie minoranze in Ucraina, ecc.). Questi eventi sono stati lamentati come prodromi o ad un’aggressione diretta o ad un posizionamento di vantaggio strategico che metteva potenzialmente in scacco le difese russe. È qui necessario tener ferme alcune premesse storiche e geografiche: la Russia è sempre stata particolarmente esposta alle minacce sul fronte occidentale, dove è stata più volte attaccata, dove non ci sono barriere naturali degne di nota, e dove si trovano le principali città, a partire da Mosca. Questi timori sono stati espressi da vari governi russi innumerevoli volte, per anni, e solo il controllo occidentale sulla narrativa pubblica ha impedito che questo fatto fosse generalmente riconosciuto prima dello scoppio della guerra. Non l’Occidente ma la Russia vive una sfida militare alle proprie porte da vent’anni; non è l’Occidente ma la Russia ad essere oggi colpita sul proprio territorio dalle armi di una potente alleanza militare ostile, con il supporto tecnologico e informativo della stessa.

    Per la Russia, dunque, non c’è spazio per “passi indietro”, perché si è già arrivati ai confini, al limite che minaccia la propria esistenza statuale: fare passi indietro significa perdere la capacità di mantenersi integra.

    Che dire degli USA e della Nato? Qui dal punto di vista delle minacce dirette la situazione è molto differente, eppure nelle linee di fondo non è dissimile. Gli USA non stanno versando sangue, né stanno subendo danni infrastrutturali dall’attuale confronto con la Russia. E tuttavia il problema qui è di natura sistemica: la narrativa che ha sostenuto la fiducia nel sistema occidentale, militare e finanziario, impone al sistema di presentare un orizzonte di crescita, dominio e forza internazionale. L’iniziativa russa, sostenuta in modo defilato ma sostanziale dalla Cina, ha messo in moto un processo di “insubordinazione” nel mondo extra-occidentale, che rappresenta un effetto domino devastante per l’egemonia politica ed economica dell’Occidente a guida americana. Veder scossa la propria capacità di imporre trattati a sé favorevoli in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Asia minaccia frontalmente il modello di sviluppo occidentale, modello già in crisi per ragioni interne, e che conta da sempre sulla possibilità di estrarre plusvalore dal mondo meno industrializzato (come risorse naturali, energetiche, manodopera a basso costo, ecc.). Il sistema hobbesiano della competizione economica infinita appare tollerabile solo finché le proprie popolazioni appartengono solo in modo marginale alla sfera dei perdenti in questa competizione. Quando la lotta economica di tutti contro tutti comincia ad erodere significativamente i modi di vita del proletariato europeo o americano, l’allarme scatta, perché l’unità dei sistemi occidentali è fornita soltanto dalla promessa di un benessere (comparativamente) diffuso.

    Questo significa che, per ragioni diverse, anche nell’Occidente a guida americana l’attuale “insubordinazione internazionale” fomentata dalla Russia rappresenta un rischio esistenziale: essa porta alla luce i “limiti intrinseci allo sviluppo” che i critici del modello capitalista hanno riconosciuto da tempo e che ora bussano alle porte.

    Nessuno dei due contendenti può dunque permettersi un’aperta sconfitta.

    Ci sono margini per un onorevole pareggio? Non molti e sempre di meno. Più passa il tempo, maggiori sono gli investimenti economici e umani nel conflitto, minori sono gli spazi per un esito che non appaia come una sconfitta all’una o all’altra parte. Per dire, è chiaro che le condizioni degli accordi di Minsk II, che erano rivendicati dalla Russia prima dell’inizio della guerra, se accettati oggi rappresenterebbero una grave sconfitta per i russi, lasciando 8 milioni di russofoni in balia politica di quegli stessi che li hanno perseguitati prima e bombardati poi. Più passa il tempo, maggiori i costi, più i risultati accettati come minimi per ciascuna delle parti si ampliano.

    Questo quadro rende la possibilità di un conflitto diretto, ogni giorno che passa, sempre più probabile,.

    Si apre però qui una questione essenziale, che riguarda la NATURA del conflitto.

    La possibilità, paventata e temuta, che si pervenga ad un diretto scontro senza esclusione di colpi, dunque ad una guerra anche nucleare, non può essere esclusa. Per quanto entrambe le parti in conflitto comprendano bene il carattere potenzialmente terminale di un tale confronto, qui il rischio proviene non tanto dalla programmazione esplicita della guerra quanto dalla logica dell’escalation, che può far arrivare alla soglia della deflagrazione, pensando di controllarla, per poi sorpassarla magari per un fraintendimento, per un eccesso di timore o di sospetto.

    Ma personalmente credo che le possibilità di un conflitto nucleare diretto siano ancora relativamente basse, non trascurabili, ma basse.

    Lo scenario che invece credo sia altamente probabile, direi certo, salvo gli scenari peggiori di cui sopra, è quello dello sviluppo di forme inusitate e devastanti di GUERRA IBRIDA.

    Per “guerra ibrida” (hybrid warfare) si intende una strategia militare che impiega una varietà di tattiche atte a portare nocumento all’avversario, limitando il ricorso alla guerra convenzionale e privilegiando invece forme di attacco non dichiarate, che possono sempre ricadere nella “plausible deniability”, nell’area grigia delle cose non pienamente dimostrabili di cui si può negare la responsabilità. Il problema è che oggi gli spazi per queste forme di guerra sono enormi, incomparabilmente superiori a tutto ciò che il passato ci ha consegnato.

    Sono parte della guerra ibrida il supporto ad atti terroristici, anche da parte di gruppi terzi. Il terrorismo può infatti essere di tipo diretto, come attacchi ad infrastrutture strategiche da parte di qualche commando infiltrato (ma qui c’è sempre il rischio che qualcuno venga preso è che la “deniability” venga meno.) E poi c’è la possibilità, tutt’altro che complessa, di sostenere, manipolare, armare gruppuscoli già esistenti che odiano l’avversario, ma che mai avrebbero le risorse per attentati in grande stile (questi sono, ad esempio, i termini in cui viene oggi letto in Russia l’attentato al Crocus City Hall del 24 marzo, i cui autori diretti sono del Tagikistan, ma la cui preparazione rinvia per i russi ai servizi segreti ucraini).

    Possono rientrare nella guerra ibrida anche atti terroristici che non appaiono tali, come sabotaggi, apparenti malfunzionamenti infrastrutturali, incidenti aerei, ferroviari, ecc.

    Possono rientrare nella guerra ibrida forme di guerra batteriologica mirata, ad esempio con patogeni selezionati per colpire in modo privilegiato certi gruppi etnici. E anche qui l’apparenza può essere quella del caso o dell’accidente.

    Possono essere esempi di guerra ibrida attacchi cibernetici di varia natura, destinati a entità finanziarie, a database, archivi, ecc.

    Possono essere momenti di una guerra ibrida attacchi speculativi finanziari, volti a creare occasioni che rendano i mercati internazionali un’arma per destabilizzare un paese.

    E poi esistono innumerevoli ambiti di guerra ibrida di cui ancora non abbiamo esempi espliciti, ma che sono oggi tecnologicamente disponibili. Pensiamo ad esempio alle accuse mosse neanche troppo velatamente dal ministro degli esteri turco agli USA di essere dietro al terremoto in Turchia e Siria del 2023. Che oggi vi siano modi per indurre, in punti tettonicamente predisposti, eventi tellurici è stato oggetto di studio militare (se lo studio si sia mai tradotto in realtà è questione che ignoriamo).

    E naturalmente possono essere parte di una guerra ibrida eventi critici volti a condizionare specifici eventi elettorali, come la creazione di vittime ad hoc, di capri espiatori, o operazioni di discredito alla vigilia delle elezioni, ecc.

    Se l’orizzonte di una durevole e intensa guerra ibrida è l’orizzonte che abbiamo di fronte nei prossimi anni, è, a mio avviso, necessario tener ferme due cose.

    La prima è che per la natura stessa della guerra ibrida, intenzionalmente opaca ed inesplicita, i margini di strumentalizzazione interna sono amplissimi. Può così accadere che qualcosa sia effettivamente un evento di guerra ibrida mossa da una potenza estera, ma può anche accadere che qualcosa sia un mero incidente, oppure un’operazione interna false flag volta a condizionare il fronte interno (le operazioni “sotto falsa bandiera” sono di una semplicità disarmante in un contesto in cui per definizione le bandiere negli attacchi reali non vengono esposte).

    Se, come si dice, la prima vittima della guerra è la verità, in una guerra ibrida la verità pubblica tende a dissolversi in maniera integrale: semplicemente tutto è potenzialmente strumentale per qualcuno.
    Una simile atmosfera di sospetto coltivato ad arte e di condizionamenti occulti tende a consolidare in posizioni di potere chi già detiene il potere, e tende a rendere massimamente difficile la costruzione di qualunque iniziativa politica eterodossa, estranea al potere già consolidato.

    Questo punto ci porta ad una seconda conclusione: la direzione primaria in cui si deve muovere, in questo contesto storico, una politica critica, una politica d’opposizione autentica, deve avere al centro della propria agenda la RICHIESTA DI PACE (che vuol dire convivenza, riduzione della conflittualità internazionale, allentamento delle tensioni, accettazione della pluralità di prospettive, accettazione di un multipolarismo con pari dignità dei vari poli, ecc.) e il RIFIUTO DELL’EMERGENZIALISMO (rifiuto della creazione costante di ansia, terrore, di sindromi dell’attacco o della catastrofe incombente, per manipolare la volontà pubblica).
    Volontà di pace, nel senso più comprensivo, e rifiuto dell’atteggiamento emergenzialista, dovrebbero essere al centro di ogni iniziativa politica che si voglia capace di resistere ai tempi oscuri in cui siamo stati sospinti.
    LA DOMANDA NON È SE CI SARÀ LA GUERRA, MA QUALE GUERRA CI SARÀ Un paio di giorni fa il presidente serbo Vučić ha espresso il suo forte timore che 3-4 mesi ci separino dalla Terza Guerra Mondiale. Che si tratti di una valutazione realistica o magari di eccessiva apprensione da parte di chi ha già esperito sulla propria pelle la natura “eminentemente difensiva” della Nato, è quanto scopriremo solo vivendo. Possiamo però sin d’ora fare qualche considerazione generale sulle linee di tendenza che si profilano. Dal punto di vista di un confronto diretto tra grandi potenze militari la questione cruciale riguarda la percezione interna di un carattere “decisivo” del conflitto regionale in corso. Per la Russia è chiarissimo, e lo è stato sin dall’inizio, che si trattasse di una minaccia percepita come esistenziale. L’asimmetria del confronto qui dev’essere ben percepita: nel conflitto russo-ucraino la Russia è formalmente l’aggressore, avendo violato i confini ucraini con le sue truppe, ma la Russia si percepisce aggredita perché ha visto anno dopo anno i preparativi Nato ai propri confini (esercitazioni congiunte, costruzione di infrastrutture militari, il cambio di regime di Maidan, la persecuzione delle proprie minoranze in Ucraina, ecc.). Questi eventi sono stati lamentati come prodromi o ad un’aggressione diretta o ad un posizionamento di vantaggio strategico che metteva potenzialmente in scacco le difese russe. È qui necessario tener ferme alcune premesse storiche e geografiche: la Russia è sempre stata particolarmente esposta alle minacce sul fronte occidentale, dove è stata più volte attaccata, dove non ci sono barriere naturali degne di nota, e dove si trovano le principali città, a partire da Mosca. Questi timori sono stati espressi da vari governi russi innumerevoli volte, per anni, e solo il controllo occidentale sulla narrativa pubblica ha impedito che questo fatto fosse generalmente riconosciuto prima dello scoppio della guerra. Non l’Occidente ma la Russia vive una sfida militare alle proprie porte da vent’anni; non è l’Occidente ma la Russia ad essere oggi colpita sul proprio territorio dalle armi di una potente alleanza militare ostile, con il supporto tecnologico e informativo della stessa. Per la Russia, dunque, non c’è spazio per “passi indietro”, perché si è già arrivati ai confini, al limite che minaccia la propria esistenza statuale: fare passi indietro significa perdere la capacità di mantenersi integra. Che dire degli USA e della Nato? Qui dal punto di vista delle minacce dirette la situazione è molto differente, eppure nelle linee di fondo non è dissimile. Gli USA non stanno versando sangue, né stanno subendo danni infrastrutturali dall’attuale confronto con la Russia. E tuttavia il problema qui è di natura sistemica: la narrativa che ha sostenuto la fiducia nel sistema occidentale, militare e finanziario, impone al sistema di presentare un orizzonte di crescita, dominio e forza internazionale. L’iniziativa russa, sostenuta in modo defilato ma sostanziale dalla Cina, ha messo in moto un processo di “insubordinazione” nel mondo extra-occidentale, che rappresenta un effetto domino devastante per l’egemonia politica ed economica dell’Occidente a guida americana. Veder scossa la propria capacità di imporre trattati a sé favorevoli in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Asia minaccia frontalmente il modello di sviluppo occidentale, modello già in crisi per ragioni interne, e che conta da sempre sulla possibilità di estrarre plusvalore dal mondo meno industrializzato (come risorse naturali, energetiche, manodopera a basso costo, ecc.). Il sistema hobbesiano della competizione economica infinita appare tollerabile solo finché le proprie popolazioni appartengono solo in modo marginale alla sfera dei perdenti in questa competizione. Quando la lotta economica di tutti contro tutti comincia ad erodere significativamente i modi di vita del proletariato europeo o americano, l’allarme scatta, perché l’unità dei sistemi occidentali è fornita soltanto dalla promessa di un benessere (comparativamente) diffuso. Questo significa che, per ragioni diverse, anche nell’Occidente a guida americana l’attuale “insubordinazione internazionale” fomentata dalla Russia rappresenta un rischio esistenziale: essa porta alla luce i “limiti intrinseci allo sviluppo” che i critici del modello capitalista hanno riconosciuto da tempo e che ora bussano alle porte. Nessuno dei due contendenti può dunque permettersi un’aperta sconfitta. Ci sono margini per un onorevole pareggio? Non molti e sempre di meno. Più passa il tempo, maggiori sono gli investimenti economici e umani nel conflitto, minori sono gli spazi per un esito che non appaia come una sconfitta all’una o all’altra parte. Per dire, è chiaro che le condizioni degli accordi di Minsk II, che erano rivendicati dalla Russia prima dell’inizio della guerra, se accettati oggi rappresenterebbero una grave sconfitta per i russi, lasciando 8 milioni di russofoni in balia politica di quegli stessi che li hanno perseguitati prima e bombardati poi. Più passa il tempo, maggiori i costi, più i risultati accettati come minimi per ciascuna delle parti si ampliano. Questo quadro rende la possibilità di un conflitto diretto, ogni giorno che passa, sempre più probabile,. Si apre però qui una questione essenziale, che riguarda la NATURA del conflitto. La possibilità, paventata e temuta, che si pervenga ad un diretto scontro senza esclusione di colpi, dunque ad una guerra anche nucleare, non può essere esclusa. Per quanto entrambe le parti in conflitto comprendano bene il carattere potenzialmente terminale di un tale confronto, qui il rischio proviene non tanto dalla programmazione esplicita della guerra quanto dalla logica dell’escalation, che può far arrivare alla soglia della deflagrazione, pensando di controllarla, per poi sorpassarla magari per un fraintendimento, per un eccesso di timore o di sospetto. Ma personalmente credo che le possibilità di un conflitto nucleare diretto siano ancora relativamente basse, non trascurabili, ma basse. Lo scenario che invece credo sia altamente probabile, direi certo, salvo gli scenari peggiori di cui sopra, è quello dello sviluppo di forme inusitate e devastanti di GUERRA IBRIDA. Per “guerra ibrida” (hybrid warfare) si intende una strategia militare che impiega una varietà di tattiche atte a portare nocumento all’avversario, limitando il ricorso alla guerra convenzionale e privilegiando invece forme di attacco non dichiarate, che possono sempre ricadere nella “plausible deniability”, nell’area grigia delle cose non pienamente dimostrabili di cui si può negare la responsabilità. Il problema è che oggi gli spazi per queste forme di guerra sono enormi, incomparabilmente superiori a tutto ciò che il passato ci ha consegnato. Sono parte della guerra ibrida il supporto ad atti terroristici, anche da parte di gruppi terzi. Il terrorismo può infatti essere di tipo diretto, come attacchi ad infrastrutture strategiche da parte di qualche commando infiltrato (ma qui c’è sempre il rischio che qualcuno venga preso è che la “deniability” venga meno.) E poi c’è la possibilità, tutt’altro che complessa, di sostenere, manipolare, armare gruppuscoli già esistenti che odiano l’avversario, ma che mai avrebbero le risorse per attentati in grande stile (questi sono, ad esempio, i termini in cui viene oggi letto in Russia l’attentato al Crocus City Hall del 24 marzo, i cui autori diretti sono del Tagikistan, ma la cui preparazione rinvia per i russi ai servizi segreti ucraini). Possono rientrare nella guerra ibrida anche atti terroristici che non appaiono tali, come sabotaggi, apparenti malfunzionamenti infrastrutturali, incidenti aerei, ferroviari, ecc. Possono rientrare nella guerra ibrida forme di guerra batteriologica mirata, ad esempio con patogeni selezionati per colpire in modo privilegiato certi gruppi etnici. E anche qui l’apparenza può essere quella del caso o dell’accidente. Possono essere esempi di guerra ibrida attacchi cibernetici di varia natura, destinati a entità finanziarie, a database, archivi, ecc. Possono essere momenti di una guerra ibrida attacchi speculativi finanziari, volti a creare occasioni che rendano i mercati internazionali un’arma per destabilizzare un paese. E poi esistono innumerevoli ambiti di guerra ibrida di cui ancora non abbiamo esempi espliciti, ma che sono oggi tecnologicamente disponibili. Pensiamo ad esempio alle accuse mosse neanche troppo velatamente dal ministro degli esteri turco agli USA di essere dietro al terremoto in Turchia e Siria del 2023. Che oggi vi siano modi per indurre, in punti tettonicamente predisposti, eventi tellurici è stato oggetto di studio militare (se lo studio si sia mai tradotto in realtà è questione che ignoriamo). E naturalmente possono essere parte di una guerra ibrida eventi critici volti a condizionare specifici eventi elettorali, come la creazione di vittime ad hoc, di capri espiatori, o operazioni di discredito alla vigilia delle elezioni, ecc. Se l’orizzonte di una durevole e intensa guerra ibrida è l’orizzonte che abbiamo di fronte nei prossimi anni, è, a mio avviso, necessario tener ferme due cose. La prima è che per la natura stessa della guerra ibrida, intenzionalmente opaca ed inesplicita, i margini di strumentalizzazione interna sono amplissimi. Può così accadere che qualcosa sia effettivamente un evento di guerra ibrida mossa da una potenza estera, ma può anche accadere che qualcosa sia un mero incidente, oppure un’operazione interna false flag volta a condizionare il fronte interno (le operazioni “sotto falsa bandiera” sono di una semplicità disarmante in un contesto in cui per definizione le bandiere negli attacchi reali non vengono esposte). Se, come si dice, la prima vittima della guerra è la verità, in una guerra ibrida la verità pubblica tende a dissolversi in maniera integrale: semplicemente tutto è potenzialmente strumentale per qualcuno. Una simile atmosfera di sospetto coltivato ad arte e di condizionamenti occulti tende a consolidare in posizioni di potere chi già detiene il potere, e tende a rendere massimamente difficile la costruzione di qualunque iniziativa politica eterodossa, estranea al potere già consolidato. Questo punto ci porta ad una seconda conclusione: la direzione primaria in cui si deve muovere, in questo contesto storico, una politica critica, una politica d’opposizione autentica, deve avere al centro della propria agenda la RICHIESTA DI PACE (che vuol dire convivenza, riduzione della conflittualità internazionale, allentamento delle tensioni, accettazione della pluralità di prospettive, accettazione di un multipolarismo con pari dignità dei vari poli, ecc.) e il RIFIUTO DELL’EMERGENZIALISMO (rifiuto della creazione costante di ansia, terrore, di sindromi dell’attacco o della catastrofe incombente, per manipolare la volontà pubblica). Volontà di pace, nel senso più comprensivo, e rifiuto dell’atteggiamento emergenzialista, dovrebbero essere al centro di ogni iniziativa politica che si voglia capace di resistere ai tempi oscuri in cui siamo stati sospinti.
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  • Incontro online dedicato a genitori ed insegnanti alle prese con la “Scuola 4.0” istituita con il D.M.161/2022

    “IL CERVELLO CHE SI NUTRE DI SODDISFAZIONI DIGITALI”
    Zoom 12 Giugno h.21

    Uno sguardo sulla fine dell’intelligenza di due generazioni, abbandonate alla tecnologia digitale da genitori ignari dei bisogni di un cervello in via di sviluppo e affidati ad una scuola immersa nel burnout e con gli stipendi più bassi d’Europa.

    SENZA LA CONOSCENZA DEGLI EFFETTI DEL DIGITALE SULL’APPRENDIMENTO, DOPO QUEST’ESTATE SARÀ DIFFICILE QUALSIASI RECUPERO.

    Non possiamo che augurare un sincero “in bocca al lupo” a tutti i giovani e le famiglie che affronteranno l’anno scolastico 2024/2025

    Per partecipare all’ultima zoom che terremo su questo argomento scrivere ad artestudioshakel@gmail.com
    Incontro online dedicato a genitori ed insegnanti alle prese con la “Scuola 4.0” istituita con il D.M.161/2022 “IL CERVELLO CHE SI NUTRE DI SODDISFAZIONI DIGITALI” Zoom 12 Giugno h.21 Uno sguardo sulla fine dell’intelligenza di due generazioni, abbandonate alla tecnologia digitale da genitori ignari dei bisogni di un cervello in via di sviluppo e affidati ad una scuola immersa nel burnout e con gli stipendi più bassi d’Europa. SENZA LA CONOSCENZA DEGLI EFFETTI DEL DIGITALE SULL’APPRENDIMENTO, DOPO QUEST’ESTATE SARÀ DIFFICILE QUALSIASI RECUPERO. Non possiamo che augurare un sincero “in bocca al lupo” a tutti i giovani e le famiglie che affronteranno l’anno scolastico 2024/2025 Per partecipare all’ultima zoom che terremo su questo argomento scrivere ad artestudioshakel@gmail.com
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  • Già si stanno preparando per la pandemia del futuro...

    https://dituttoedipiu.altervista.org/il-vaccino-mrna-contro-linfluenza-aviaria-e-in-fase-di-sviluppo-esperimenti-fatti-con-lenzima-luciferasi/
    Già si stanno preparando per la pandemia del futuro... https://dituttoedipiu.altervista.org/il-vaccino-mrna-contro-linfluenza-aviaria-e-in-fase-di-sviluppo-esperimenti-fatti-con-lenzima-luciferasi/
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    Il vaccino mRNA contro l’influenza aviaria è in fase di sviluppo. Esperimenti fatti con l’enzima Luciferasi - D TUTTO E D+
    Il vaccino mRNA contro l’influenza aviaria è in fase di sviluppo. Esperimenti fatti con l’enzima Luciferasi Il centro medico accademico Penn Medicine News ha emesso giovedì un comunicato stampa in cui informa che i ricercatori hanno pubblicato uno studio che documenta il loro lavoro nella creazione di un vaccino basato sulla tecnologia mRNA per quella che giornali ed establishment sembrano indicare come una imminente pandemia di influenza aviaria. Sebbene da
    0 Commenti 0 Condivisioni 1434 Visualizzazioni
  • Una startup agro-biotecnologica con sede a Boston ha recentemente raccolto 26,5 milioni di dollari per “ridurre le emissioni di gas serra” attraverso lo sviluppo di un “vaccino al metano”. Breakthrough Energy Ventures, fondata da Gates, ha guidato il round di finanziamento.


    https://dituttoedipiu.altervista.org/bill-gates-investe-milioni-in-vaccini-climatici-per-ridurre-le-emissioni-di-metano-delle-mucche/
    Una startup agro-biotecnologica con sede a Boston ha recentemente raccolto 26,5 milioni di dollari per “ridurre le emissioni di gas serra” attraverso lo sviluppo di un “vaccino al metano”. Breakthrough Energy Ventures, fondata da Gates, ha guidato il round di finanziamento. https://dituttoedipiu.altervista.org/bill-gates-investe-milioni-in-vaccini-climatici-per-ridurre-le-emissioni-di-metano-delle-mucche/
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    BILL GATES INVESTE MILIONI IN “VACCINI CLIMATICI” PER RIDURRE LE EMISSIONI DI METANO DELLE MUCCHE - D TUTTO E D+
    BILL GATES INVESTE MILIONI IN “VACCINI CLIMATICI” PER RIDURRE LE EMISSIONI DI METANO DELLE MUCCHE L’articolo che segue è un esempio della follia in fiore che circonda la narrativa odierna sul clima. Non sorprende che Bill Gates sia ancora una volta il protagonista. Dati sufficienti sono già stati raccolti in questo dossier, un dossier di progetti diabolici che stanno trasformando il nostro mondo in un’incubo. ****************** Una startup agrobiotecnologica di
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  • https://t.me/c/1382425293/1/5668
    TELEGRAM IMPLEMENTERÀ IL FACT CHECKING?

    A seguito di un aggiornamento nell'algoritmo di crawling è stato annunciato informalmente che Telegram aggiungerà una funzione relativa ai fatti verificati.

    1) DOVE SI TROVA

    Il file impattato che mostra questo spoiler è il public.xml, ed è presente nel repository Github (https://github.com/MarshalX/telegram-crawler) del crawler del client Telegram per Android, ossia nella sezione dell'applicazione che si occupa di cercare e fornire risultati dei canali e dei gruppi pubblici nella barra di ricerca.
    Il codice impattato è stato rilasciato dal polacco Ilya Siamionau (https://www.linkedin.com/in/marshalx/), denominato in arte come MarshalX (https://marshal.dev/), il 26/05/2024 e riguarda più precisamente il codice che va dalla riga 3385 alla riga 3392:

    _______________________________________________________________________________________________
    "<string name="FactCheck">Fact Check</string>
    <string name="FactCheckDeleted">Fact check removed.</string>
    <string name="FactCheckDialog">Fact Check</string>
    <string name="FactCheckEdited">Fact check updated.</string>
    <string name="FactCheckFooter">This clarification was provided by a fact checking agency assigned by the department of the government of your country (%s) responsible for combating misinformation.</string>
    <string name="FactCheckPlaceholder">Add Fact or Context</string>
    <string name="FactCheckToast">This clarification was provided by a fact checking agency assigned by the department of the government of your country (%s) responsible for combating misinformation.</string>
    <string name="FactCheckWhat">what’s this?</string>"
    _______________________________________________________________________________________________

    2) CHE COSA SI PUÒ DEDURRE?

    Innanzitutto, a meno che non facciano un analogo aggiornamento anche per PC, questa nuova funziona sarà implementata solo sui client android, sia la versione scaricabile dal playstore sia quella scaricabile direttamente dal sito di Telegram. La funzione, da quello che si può capire dalle righe di codice, consiste nel poter aggiungere risposte o confutazioni ai post che verranno segnalati come "disinformazione". Traducendo in Italiano, è possibile inserire "chiarificazioni" che dovranno essere fornite da un'agenzia di fact checking assegnata a telegram dal dipartimento del governo del proprio paese responsabile per la lotta alla "disinformazione". Altra cosa che possono fare è segnalare, come fanno di solito sui social, il "contesto mancante" o aggiungere un fatto per cambiare l'interpretazione di un post. Non è chiaro, perché non è specificato, se questo fact checking sarà fatto da esseri umani o da algoritmi tramite parole chiave, ma è più probabile una combinazione delle due, soprattutto per i canali grandi.

    3) COME IMPATTERÀ

    Questo renderà più visibili i canali o i post verificati a discapito di quelli non verificati. Non si sa ancora se il fact checking sarà riservato agli utenti premium o meno e non si sa ancora quale sarà il criterio che permetterà di discriminare un contenuto verificato da uno non verificato. In ogni caso è prevista la presenza di banner e di altri strumenti per segnalare al lettore eventuali post "condannati", la cui fruibilità sarà resa più difficile. In aggiunta è possibile che i canali che saranno accusati di "disinformazione" potranno essere penalizzati dall'algoritmo dei canali consigliati e demonetizzati, quest'ultima cosa sta già in parte avvenendo.

    CONCLUSIONI

    Da quando Telegram introdusse la monetizzazione mi accorsi che la piattaforma stesse prendendo una brutta piega (https://t.me/dereinzigeitalia/937), visto che questo avrebbe potuto dare agli inserzionisti voce in capitolo sui contenuti da mostrare. Adesso, invece, se lo sviluppo della funzione di fact checking dovesse essere implementata, i canali di controinformazione e di controcultura saranno fortemente penalizzati. Attualmente Durov non ha fatto alcun annuncio ufficiale sul suo canale e quindi formalmente l'introduzione di questa nuova funzione non è stata ancora annunciata. Tuttavia nel codice è presente e sta lì. L'unica possibilità è segnalare il nostro scontento a Durov per fargli capire che l'introduzione di questa funzione sarà deleteria per le sue entrate, visto che gli interessano solo i soldi, o trovare piattaforme alternative a Telegram come Session (https://t.me/dereinzigeitalia/674) e Briar.

    Iscriviti a Der Einzige
    https://t.me/dereinzigeitalia
    https://t.me/c/1382425293/1/5668 TELEGRAM IMPLEMENTERÀ IL FACT CHECKING? A seguito di un aggiornamento nell'algoritmo di crawling è stato annunciato informalmente che Telegram aggiungerà una funzione relativa ai fatti verificati. 1) DOVE SI TROVA Il file impattato che mostra questo spoiler è il public.xml, ed è presente nel repository Github (https://github.com/MarshalX/telegram-crawler) del crawler del client Telegram per Android, ossia nella sezione dell'applicazione che si occupa di cercare e fornire risultati dei canali e dei gruppi pubblici nella barra di ricerca. Il codice impattato è stato rilasciato dal polacco Ilya Siamionau (https://www.linkedin.com/in/marshalx/), denominato in arte come MarshalX (https://marshal.dev/), il 26/05/2024 e riguarda più precisamente il codice che va dalla riga 3385 alla riga 3392: _______________________________________________________________________________________________ "<string name="FactCheck">Fact Check</string> <string name="FactCheckDeleted">Fact check removed.</string> <string name="FactCheckDialog">Fact Check</string> <string name="FactCheckEdited">Fact check updated.</string> <string name="FactCheckFooter">This clarification was provided by a fact checking agency assigned by the department of the government of your country (%s) responsible for combating misinformation.</string> <string name="FactCheckPlaceholder">Add Fact or Context</string> <string name="FactCheckToast">This clarification was provided by a fact checking agency assigned by the department of the government of your country (%s) responsible for combating misinformation.</string> <string name="FactCheckWhat">what’s this?</string>" _______________________________________________________________________________________________ 2) CHE COSA SI PUÒ DEDURRE? Innanzitutto, a meno che non facciano un analogo aggiornamento anche per PC, questa nuova funziona sarà implementata solo sui client android, sia la versione scaricabile dal playstore sia quella scaricabile direttamente dal sito di Telegram. La funzione, da quello che si può capire dalle righe di codice, consiste nel poter aggiungere risposte o confutazioni ai post che verranno segnalati come "disinformazione". Traducendo in Italiano, è possibile inserire "chiarificazioni" che dovranno essere fornite da un'agenzia di fact checking assegnata a telegram dal dipartimento del governo del proprio paese responsabile per la lotta alla "disinformazione". Altra cosa che possono fare è segnalare, come fanno di solito sui social, il "contesto mancante" o aggiungere un fatto per cambiare l'interpretazione di un post. Non è chiaro, perché non è specificato, se questo fact checking sarà fatto da esseri umani o da algoritmi tramite parole chiave, ma è più probabile una combinazione delle due, soprattutto per i canali grandi. 3) COME IMPATTERÀ Questo renderà più visibili i canali o i post verificati a discapito di quelli non verificati. Non si sa ancora se il fact checking sarà riservato agli utenti premium o meno e non si sa ancora quale sarà il criterio che permetterà di discriminare un contenuto verificato da uno non verificato. In ogni caso è prevista la presenza di banner e di altri strumenti per segnalare al lettore eventuali post "condannati", la cui fruibilità sarà resa più difficile. In aggiunta è possibile che i canali che saranno accusati di "disinformazione" potranno essere penalizzati dall'algoritmo dei canali consigliati e demonetizzati, quest'ultima cosa sta già in parte avvenendo. CONCLUSIONI Da quando Telegram introdusse la monetizzazione mi accorsi che la piattaforma stesse prendendo una brutta piega (https://t.me/dereinzigeitalia/937), visto che questo avrebbe potuto dare agli inserzionisti voce in capitolo sui contenuti da mostrare. Adesso, invece, se lo sviluppo della funzione di fact checking dovesse essere implementata, i canali di controinformazione e di controcultura saranno fortemente penalizzati. Attualmente Durov non ha fatto alcun annuncio ufficiale sul suo canale e quindi formalmente l'introduzione di questa nuova funzione non è stata ancora annunciata. Tuttavia nel codice è presente e sta lì. L'unica possibilità è segnalare il nostro scontento a Durov per fargli capire che l'introduzione di questa funzione sarà deleteria per le sue entrate, visto che gli interessano solo i soldi, o trovare piattaforme alternative a Telegram come Session (https://t.me/dereinzigeitalia/674) e Briar. Iscriviti a Der Einzige https://t.me/dereinzigeitalia
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  • La Russia ci salverà!
    S02E01

    Il 15 Febbraio 2023 il ministro russo dello sviluppo digitale, Maksut Shadayev ha chiesto esplicitamente di accelerare tramite un decreto ad hoc l'implementazione dell'ID digitale per sostituire, in alcuni casi, il passaporto interno ovvero la carta d'identità in un ID digitale, comodamente dal proprio smartphone!

    Strano che non facendo parte dell'NWO, comunque vanno avanti ad implementare quanto descritto dall'agenda 2030.

    Come in Colombia
    https://t.me/buffonatedistato/5023

    O le Nazioni Unite
    https://t.me/buffonatedistato/4444

    Anche in Spagna
    https://t.me/buffonatedistato/5108

    Questi smartphone devono avere delle caratteristiche grandiose, non si scaricano, non si rompono, non si perdono mai, sono infallibili! proprio come i documenti cartacei! e allora perché tutta questa fretta ad avere la qualunque dentro il telefonino? ma non vi preoccupate che Putin è dalla nostra parte!

    La Russia ci salverà
    https://t.me/buffonatedistato/5062
    🇷🇺 La Russia ci salverà! 🇷🇺 S02E01 Il 15 Febbraio 2023 il ministro russo dello sviluppo digitale, Maksut Shadayev ha chiesto esplicitamente di accelerare tramite un decreto ad hoc l'implementazione dell'ID digitale per sostituire, in alcuni casi, il passaporto interno ovvero la carta d'identità in un ID digitale, comodamente dal proprio smartphone! Strano che non facendo parte dell'NWO, comunque vanno avanti ad implementare quanto descritto dall'agenda 2030. 🔴 Come in Colombia https://t.me/buffonatedistato/5023 🔴 O le Nazioni Unite https://t.me/buffonatedistato/4444 🔴 Anche in Spagna https://t.me/buffonatedistato/5108 Questi smartphone devono avere delle caratteristiche grandiose, non si scaricano, non si rompono, non si perdono mai, sono infallibili! proprio come i documenti cartacei! e allora perché tutta questa fretta ad avere la qualunque dentro il telefonino? ma non vi preoccupate che Putin è dalla nostra parte! La Russia ci salverà https://t.me/buffonatedistato/5062
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