A proposito del PNRR.... siccome se ne parla in maniera molto parziale e tendenzialmente strumentale, ho scritto un articolo per cercare di spiegare che cosa effettivamente sia "Italia domani", cioè il Piano di Ripresa e Resilienza
Si parla molto del PNRR e troppo spesso si dà un giudizio parziale se non addirittura negativo sullo stesso, senza esattamente sapere né cosa sia né come possa essere utilizzato concretamente. Quasi sempre poi i mezzi di comunicazione enfatizzano l’aspetto della digitalizzazione, che, come vedremo, è solo una delle sei “missioni” del Piano stesso. Diciamo anzitutto che l’elaborazione di tale Piano fu iniziata dal Governo Conte II e poi portata a termine dal Governo di Mario Draghi.
Ma che cos’è il PNRR? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si inserisce all’interno del NGEU, (Next Generation Europea Union), che è il Programma dell’Unione Europea per la Generazione Futura, un pacchetto di 750 miliardi di euro: un fiume di denaro da immettere nelle economie dei Paesi UE, per reagire alla crisi economica conseguente alla pandemia. Denaro che viene erogato sotto due forme: le sovvenzioni (che sono a fondo perduto, cioè i soldi non devono essere restituiti) e prestiti a tassi agevolati (molto più bassi dei tassi d’interesse del mercato). La principale componente del NGEU è il RRF (Recovery and Resilience Facility), Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, che ha a disposizione 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 sono sovvenzioni e 360 prestiti a tassi agevolati. Questo a livello europeo; e all’Italia, cosa spetta? Per il nostro Paese sono stati stanziati 222,1 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere altri 26 miliardi per il reintegro delle risorse del “Fondo Sviluppo e Coesione”; in totale perciò sono 248 miliardi di euro. Per impiegare tali fondi
il Governo italiano ha presentato “Italia Domani”, appunto il nome del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede investimenti, collegati ad un pacchetto di riforme, finanziati per 191,5 miliardi dall’RRF - Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto; e 122,6 miliardi in prestiti. La Commissione ha anticipato il 13% del totale per avviare gli interventi ma l’erogazione degli importi successivi è vincolata al raggiungimento di specifici Milestone e Target (M&T). Per realizzare tutti gli investimenti l’Italia ha integrato il Piano con altre fonti di finanziamento. In particolare: 30,6 miliardi provenienti dal Fondo Nazionale Complementare.
A che cosa sono destinati tutti questi soldi?
Gli obiettivi generali sono tre:
1) digitalizzazione e innovazione;
2) transizione ecologica;
3) inclusione sociale.
Questi “assi strategici” vengono poi declinati in sei ambiti di applicazione, denominati “missioni”:
1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura (a cui vengono destinati in totale 49,36 miliardi);
2) Rivoluzione verde e Transizione Ecologica (68,34);
3) Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile (31,46);
4) Istruzione e Ricerca (33,81);
5) Inclusione e Coesione (29,83);
6) Salute (20,29).
Come si può vedere (anche sul sito del Governo italiano), i finanziamenti sono abbastanza distribuiti, pur essendo privilegiata la missione della Rivoluzione Verde e quella della Digitalizzazione.
Essendo un insegnante e avendo la preoccupazione di poter lavorare in sicurezza e con condizioni di salute accettabili, io sono particolarmente attento alle possibilità che il PNRR offre di ristrutturare gli edifici scolastici. Perciò vorrei porre l’attenzione sulla quarta missione, Istruzione e ricerca, che, per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, prevede:
M2C3 - Investimento 1.1 «Costruzione di nuove scuole» Le nuove scuole saranno sicure, inclusive, innovative, altamente sostenibili.
M4C1 - Investimento 1.1 «Asili nido e scuole dell’infanzia» Si prevedono la costruzione o la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia, per aumentare l’offerta di servizi educativi della fascia 0-6. M4C1 - Investimento 1.3 «Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola» Si prevedono palestre nuove o rinnovate per aumentare l’offerta di attività sportiva già dalle prime classi della primaria su tutto il territorio nazionale.
M4C1 - Investimento 3.3 «Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole» L’investimento si concentrerà sulla ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici.
Detto in termini più concreti, ristrutturazione di scuole per 2,4 milioni di metri quadrati.
Come realizzare tali obiettivi?
Occorre che siano presentati progetti per effettuare tali investimenti, e tali progetti devono essere preparati dall’Ente competente (per i locali scolastici – la Città Metropolitana), spediti al Ministro responsabile del PNRR (Raffaele Fitto) che li invierà alla Commissione europea.
Va aggiunto infine che spesso la Pubblica Amministrazione italiana non impiega tutti i fondi a sua disposizione in quanto non presenta i progetti relativi, perciò non è male sollecitare la predisposizione degli stessi e il loro invio alle autorità competenti.
prof. Pietro Marinelli
Si parla molto del PNRR e troppo spesso si dà un giudizio parziale se non addirittura negativo sullo stesso, senza esattamente sapere né cosa sia né come possa essere utilizzato concretamente. Quasi sempre poi i mezzi di comunicazione enfatizzano l’aspetto della digitalizzazione, che, come vedremo, è solo una delle sei “missioni” del Piano stesso. Diciamo anzitutto che l’elaborazione di tale Piano fu iniziata dal Governo Conte II e poi portata a termine dal Governo di Mario Draghi.
Ma che cos’è il PNRR? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si inserisce all’interno del NGEU, (Next Generation Europea Union), che è il Programma dell’Unione Europea per la Generazione Futura, un pacchetto di 750 miliardi di euro: un fiume di denaro da immettere nelle economie dei Paesi UE, per reagire alla crisi economica conseguente alla pandemia. Denaro che viene erogato sotto due forme: le sovvenzioni (che sono a fondo perduto, cioè i soldi non devono essere restituiti) e prestiti a tassi agevolati (molto più bassi dei tassi d’interesse del mercato). La principale componente del NGEU è il RRF (Recovery and Resilience Facility), Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, che ha a disposizione 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 sono sovvenzioni e 360 prestiti a tassi agevolati. Questo a livello europeo; e all’Italia, cosa spetta? Per il nostro Paese sono stati stanziati 222,1 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere altri 26 miliardi per il reintegro delle risorse del “Fondo Sviluppo e Coesione”; in totale perciò sono 248 miliardi di euro. Per impiegare tali fondi
il Governo italiano ha presentato “Italia Domani”, appunto il nome del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede investimenti, collegati ad un pacchetto di riforme, finanziati per 191,5 miliardi dall’RRF - Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto; e 122,6 miliardi in prestiti. La Commissione ha anticipato il 13% del totale per avviare gli interventi ma l’erogazione degli importi successivi è vincolata al raggiungimento di specifici Milestone e Target (M&T). Per realizzare tutti gli investimenti l’Italia ha integrato il Piano con altre fonti di finanziamento. In particolare: 30,6 miliardi provenienti dal Fondo Nazionale Complementare.
A che cosa sono destinati tutti questi soldi?
Gli obiettivi generali sono tre:
1) digitalizzazione e innovazione;
2) transizione ecologica;
3) inclusione sociale.
Questi “assi strategici” vengono poi declinati in sei ambiti di applicazione, denominati “missioni”:
1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura (a cui vengono destinati in totale 49,36 miliardi);
2) Rivoluzione verde e Transizione Ecologica (68,34);
3) Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile (31,46);
4) Istruzione e Ricerca (33,81);
5) Inclusione e Coesione (29,83);
6) Salute (20,29).
Come si può vedere (anche sul sito del Governo italiano), i finanziamenti sono abbastanza distribuiti, pur essendo privilegiata la missione della Rivoluzione Verde e quella della Digitalizzazione.
Essendo un insegnante e avendo la preoccupazione di poter lavorare in sicurezza e con condizioni di salute accettabili, io sono particolarmente attento alle possibilità che il PNRR offre di ristrutturare gli edifici scolastici. Perciò vorrei porre l’attenzione sulla quarta missione, Istruzione e ricerca, che, per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, prevede:
M2C3 - Investimento 1.1 «Costruzione di nuove scuole» Le nuove scuole saranno sicure, inclusive, innovative, altamente sostenibili.
M4C1 - Investimento 1.1 «Asili nido e scuole dell’infanzia» Si prevedono la costruzione o la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia, per aumentare l’offerta di servizi educativi della fascia 0-6. M4C1 - Investimento 1.3 «Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola» Si prevedono palestre nuove o rinnovate per aumentare l’offerta di attività sportiva già dalle prime classi della primaria su tutto il territorio nazionale.
M4C1 - Investimento 3.3 «Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole» L’investimento si concentrerà sulla ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici.
Detto in termini più concreti, ristrutturazione di scuole per 2,4 milioni di metri quadrati.
Come realizzare tali obiettivi?
Occorre che siano presentati progetti per effettuare tali investimenti, e tali progetti devono essere preparati dall’Ente competente (per i locali scolastici – la Città Metropolitana), spediti al Ministro responsabile del PNRR (Raffaele Fitto) che li invierà alla Commissione europea.
Va aggiunto infine che spesso la Pubblica Amministrazione italiana non impiega tutti i fondi a sua disposizione in quanto non presenta i progetti relativi, perciò non è male sollecitare la predisposizione degli stessi e il loro invio alle autorità competenti.
prof. Pietro Marinelli
A proposito del PNRR.... siccome se ne parla in maniera molto parziale e tendenzialmente strumentale, ho scritto un articolo per cercare di spiegare che cosa effettivamente sia "Italia domani", cioè il Piano di Ripresa e Resilienza
Si parla molto del PNRR e troppo spesso si dà un giudizio parziale se non addirittura negativo sullo stesso, senza esattamente sapere né cosa sia né come possa essere utilizzato concretamente. Quasi sempre poi i mezzi di comunicazione enfatizzano l’aspetto della digitalizzazione, che, come vedremo, è solo una delle sei “missioni” del Piano stesso. Diciamo anzitutto che l’elaborazione di tale Piano fu iniziata dal Governo Conte II e poi portata a termine dal Governo di Mario Draghi.
Ma che cos’è il PNRR? Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si inserisce all’interno del NGEU, (Next Generation Europea Union), che è il Programma dell’Unione Europea per la Generazione Futura, un pacchetto di 750 miliardi di euro: un fiume di denaro da immettere nelle economie dei Paesi UE, per reagire alla crisi economica conseguente alla pandemia. Denaro che viene erogato sotto due forme: le sovvenzioni (che sono a fondo perduto, cioè i soldi non devono essere restituiti) e prestiti a tassi agevolati (molto più bassi dei tassi d’interesse del mercato). La principale componente del NGEU è il RRF (Recovery and Resilience Facility), Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, che ha a disposizione 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 sono sovvenzioni e 360 prestiti a tassi agevolati. Questo a livello europeo; e all’Italia, cosa spetta? Per il nostro Paese sono stati stanziati 222,1 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere altri 26 miliardi per il reintegro delle risorse del “Fondo Sviluppo e Coesione”; in totale perciò sono 248 miliardi di euro. Per impiegare tali fondi
il Governo italiano ha presentato “Italia Domani”, appunto il nome del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede investimenti, collegati ad un pacchetto di riforme, finanziati per 191,5 miliardi dall’RRF - Dispositivo per la Ripresa e Resilienza, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni a fondo perduto; e 122,6 miliardi in prestiti. La Commissione ha anticipato il 13% del totale per avviare gli interventi ma l’erogazione degli importi successivi è vincolata al raggiungimento di specifici Milestone e Target (M&T). Per realizzare tutti gli investimenti l’Italia ha integrato il Piano con altre fonti di finanziamento. In particolare: 30,6 miliardi provenienti dal Fondo Nazionale Complementare.
A che cosa sono destinati tutti questi soldi?
Gli obiettivi generali sono tre:
1) digitalizzazione e innovazione;
2) transizione ecologica;
3) inclusione sociale.
Questi “assi strategici” vengono poi declinati in sei ambiti di applicazione, denominati “missioni”:
1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura (a cui vengono destinati in totale 49,36 miliardi);
2) Rivoluzione verde e Transizione Ecologica (68,34);
3) Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile (31,46);
4) Istruzione e Ricerca (33,81);
5) Inclusione e Coesione (29,83);
6) Salute (20,29).
Come si può vedere (anche sul sito del Governo italiano), i finanziamenti sono abbastanza distribuiti, pur essendo privilegiata la missione della Rivoluzione Verde e quella della Digitalizzazione.
Essendo un insegnante e avendo la preoccupazione di poter lavorare in sicurezza e con condizioni di salute accettabili, io sono particolarmente attento alle possibilità che il PNRR offre di ristrutturare gli edifici scolastici. Perciò vorrei porre l’attenzione sulla quarta missione, Istruzione e ricerca, che, per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture, prevede:
M2C3 - Investimento 1.1 «Costruzione di nuove scuole» Le nuove scuole saranno sicure, inclusive, innovative, altamente sostenibili.
M4C1 - Investimento 1.1 «Asili nido e scuole dell’infanzia» Si prevedono la costruzione o la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia, per aumentare l’offerta di servizi educativi della fascia 0-6. M4C1 - Investimento 1.3 «Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola» Si prevedono palestre nuove o rinnovate per aumentare l’offerta di attività sportiva già dalle prime classi della primaria su tutto il territorio nazionale.
M4C1 - Investimento 3.3 «Messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole» L’investimento si concentrerà sulla ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione energetica degli edifici.
Detto in termini più concreti, ristrutturazione di scuole per 2,4 milioni di metri quadrati.
Come realizzare tali obiettivi?
Occorre che siano presentati progetti per effettuare tali investimenti, e tali progetti devono essere preparati dall’Ente competente (per i locali scolastici – la Città Metropolitana), spediti al Ministro responsabile del PNRR (Raffaele Fitto) che li invierà alla Commissione europea.
Va aggiunto infine che spesso la Pubblica Amministrazione italiana non impiega tutti i fondi a sua disposizione in quanto non presenta i progetti relativi, perciò non è male sollecitare la predisposizione degli stessi e il loro invio alle autorità competenti.
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