ISRAELE PUO' PERMETTERSI DI NON RISPETTARE UNA RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU?

Lunedì 25 marzo, finalmente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato, con 14 voti favorevoli e l'astensione degli Stati Uniti, una risoluzione che stabilisce il "cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza. Tale importante decisione arriva dopo tre voti contrari ad altrettante proposte di risoluzioni, posti ovviamente dagli Stati Uniti d'America, membro permanente e quindi in grado di bloccare l'approvazione di tale atto. Dovremmo essere tutti contenti, in quanto in tal modo si consentono gli aiuti umanitari, che anche recentemente erano stati bloccati da Israele. Invece no: i nostri cosiddetti mezzi di informazione cercano di trovare il "pelo nell'uovo" per sostenere che questa risoluzione non sia vincolante. E sulla base di quali motivi? Sulla base delle dichiarazioni dei portavoce degli Stati Uniti (sic!) Matthew Miller e Linda Thomas Greenfield, luminari del diritto internazionale e soprattutto assolutamente imparziali ed equidistanti da parti politico-istituzionali! La Thpmas Greenfield è stata capace di dire, quando le è stato chiesto perché ritiene che questa risoluzione non sia vincolante, che non lo sia in quanto tale sarebbe la loro interpretazione! Logica ferrea, dunque: non sarebbe vincolante perché loro hanno stabilito che non lo sia! Realmente l'occidente codino agli interessi del grande capitale risulta sempre più ridicolo e addirittura grottesco nel patetico tentativo di giustificare un eventuale disapplicazione di tale risoluzione; i giornalisti arrivano addirittura a citare la Corea del Sud, sosterrebbe che la risoluzione non utilizza il verbo "decidere" e che non è stata adottata "nell'ambito del capitolo VII". Questioni di lana caprina, come si suol dire, anche perché è l'articolo 25, che non fa parte del capitolo VII, a determinare il fatto che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza siano vincolanti. E lo ha confermato la stessa Corte Internazionale di Giustizia, supremo organo giurisdizionale dell'ONU, nel 1971. A quale titolo allora Israele potrebbe non rispettare tale risoluzione? Perché usa la forza militare? Perché può influenzare la finanza mondiale? Perché può far interpretare a proprio piacimento le norme e gli atti di diritto internazionale dallo Stato più potete del mondo, che è prono ai suoi interessi?
ISRAELE PUO' PERMETTERSI DI NON RISPETTARE UNA RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU? Lunedì 25 marzo, finalmente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato, con 14 voti favorevoli e l'astensione degli Stati Uniti, una risoluzione che stabilisce il "cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza. Tale importante decisione arriva dopo tre voti contrari ad altrettante proposte di risoluzioni, posti ovviamente dagli Stati Uniti d'America, membro permanente e quindi in grado di bloccare l'approvazione di tale atto. Dovremmo essere tutti contenti, in quanto in tal modo si consentono gli aiuti umanitari, che anche recentemente erano stati bloccati da Israele. Invece no: i nostri cosiddetti mezzi di informazione cercano di trovare il "pelo nell'uovo" per sostenere che questa risoluzione non sia vincolante. E sulla base di quali motivi? Sulla base delle dichiarazioni dei portavoce degli Stati Uniti (sic!) Matthew Miller e Linda Thomas Greenfield, luminari del diritto internazionale e soprattutto assolutamente imparziali ed equidistanti da parti politico-istituzionali! La Thpmas Greenfield è stata capace di dire, quando le è stato chiesto perché ritiene che questa risoluzione non sia vincolante, che non lo sia in quanto tale sarebbe la loro interpretazione! Logica ferrea, dunque: non sarebbe vincolante perché loro hanno stabilito che non lo sia! Realmente l'occidente codino agli interessi del grande capitale risulta sempre più ridicolo e addirittura grottesco nel patetico tentativo di giustificare un eventuale disapplicazione di tale risoluzione; i giornalisti arrivano addirittura a citare la Corea del Sud, sosterrebbe che la risoluzione non utilizza il verbo "decidere" e che non è stata adottata "nell'ambito del capitolo VII". Questioni di lana caprina, come si suol dire, anche perché è l'articolo 25, che non fa parte del capitolo VII, a determinare il fatto che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza siano vincolanti. E lo ha confermato la stessa Corte Internazionale di Giustizia, supremo organo giurisdizionale dell'ONU, nel 1971. A quale titolo allora Israele potrebbe non rispettare tale risoluzione? Perché usa la forza militare? Perché può influenzare la finanza mondiale? Perché può far interpretare a proprio piacimento le norme e gli atti di diritto internazionale dallo Stato più potete del mondo, che è prono ai suoi interessi?
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