SCUOLA DI DEMOCRAZIA?

Nel mio Istituto, il "Marie Curie/Piero Sraffa" di Milano, è sempre stato osteggiato il diritto di assemblea degli studenti, soprattutto per quanto riguarda le Assemblee d'Istituto. Spesso ho l'impressione di essere l'unico, tra i 175 insegnanti della scuola, a ricordare i decreti delegati del 1974 e la possibilità di richiedere un'Assemblea di classe e una d'istituto al mese. Come sono l'unico a far notare che i decreti delegati ammettono la possibilità che l'Assemblea d'istituto sia richiesta da almeno un decimo degli studenti della scuola (quindi circa 150, essendo gli alunni quasi 1.500).

Succede addirittura che la scuola non voglia concedere l'Assemblea d'Istituto, come è accaduto a febbraio. In quel caso ho dovuto intervenire personalmente, accompagnando gli studenti in segreteria e rimanendo finché non fosse stata concessa l'Assemblea. Ma anche in tale occasione il diritto degli studenti non è stato rispettato, in quanto gli studenti avevano chiesto, come data, il 28 febbraio, mentre, non sia sa bene perché, l'istituto ha concesso l'Assemblea il 6 marzo. O meglio, si può ipotizzare un perché, in quanto in tal modo non è stata concessa l'Assemblea di febbraio e quindi gli studenti hanno perso le ore di una mattinata destinate a tale riunione: infatti decreti delegati non ammettono che le ore siano cumulabili.

Ma non è finita qui: l'ultima decisione, presa dalla presidenza, è stata quella di convocare, alla fine del mese di aprile, il Comitato Studentesco in Aula Magna e poi di indire delle "Assemblee straordinarie" classe per classe, facendo svolgere le riunioni ciascuna nella propria aula.

Questo credo di non averlo mai visto, in 37 anni di "onorato servizio": non mi risulta che sia possibile indire assemblee di classe straordinarie, come mi risulta invece che le stesse assemblee debbano essere richieste dai rappresentanti degli studenti e non dalla presidenza.

Non permettere che sia tenuta l'Assemblea di tutti gli studenti, peraltro, significa impedire il confronto e i dibattito tra le ragazze e i ragazzi di tutta la scuola e quindi si concretizza in una diminuzione di democrazia all'interno dell'Istituto.

E che dire dell'ordine del giorno di tali assemblee straordinarie? Era un "sondaggio" sui pro e contro della "riforma" dell'anno prossimo, sondaggio che avrebbe potuto (e dovuto) essere svolto in altro modo, non utilizzando le ore per l'Assemblea degli studenti, la quale appunto deve essere richiesta dagli studenti stessi per parlare degli argomenti che decidono loro.

prof. Pietro Marinelli

Insegnante di quello che una volta era il diritto
SCUOLA DI DEMOCRAZIA? Nel mio Istituto, il "Marie Curie/Piero Sraffa" di Milano, è sempre stato osteggiato il diritto di assemblea degli studenti, soprattutto per quanto riguarda le Assemblee d'Istituto. Spesso ho l'impressione di essere l'unico, tra i 175 insegnanti della scuola, a ricordare i decreti delegati del 1974 e la possibilità di richiedere un'Assemblea di classe e una d'istituto al mese. Come sono l'unico a far notare che i decreti delegati ammettono la possibilità che l'Assemblea d'istituto sia richiesta da almeno un decimo degli studenti della scuola (quindi circa 150, essendo gli alunni quasi 1.500). Succede addirittura che la scuola non voglia concedere l'Assemblea d'Istituto, come è accaduto a febbraio. In quel caso ho dovuto intervenire personalmente, accompagnando gli studenti in segreteria e rimanendo finché non fosse stata concessa l'Assemblea. Ma anche in tale occasione il diritto degli studenti non è stato rispettato, in quanto gli studenti avevano chiesto, come data, il 28 febbraio, mentre, non sia sa bene perché, l'istituto ha concesso l'Assemblea il 6 marzo. O meglio, si può ipotizzare un perché, in quanto in tal modo non è stata concessa l'Assemblea di febbraio e quindi gli studenti hanno perso le ore di una mattinata destinate a tale riunione: infatti decreti delegati non ammettono che le ore siano cumulabili. Ma non è finita qui: l'ultima decisione, presa dalla presidenza, è stata quella di convocare, alla fine del mese di aprile, il Comitato Studentesco in Aula Magna e poi di indire delle "Assemblee straordinarie" classe per classe, facendo svolgere le riunioni ciascuna nella propria aula. Questo credo di non averlo mai visto, in 37 anni di "onorato servizio": non mi risulta che sia possibile indire assemblee di classe straordinarie, come mi risulta invece che le stesse assemblee debbano essere richieste dai rappresentanti degli studenti e non dalla presidenza. Non permettere che sia tenuta l'Assemblea di tutti gli studenti, peraltro, significa impedire il confronto e i dibattito tra le ragazze e i ragazzi di tutta la scuola e quindi si concretizza in una diminuzione di democrazia all'interno dell'Istituto. E che dire dell'ordine del giorno di tali assemblee straordinarie? Era un "sondaggio" sui pro e contro della "riforma" dell'anno prossimo, sondaggio che avrebbe potuto (e dovuto) essere svolto in altro modo, non utilizzando le ore per l'Assemblea degli studenti, la quale appunto deve essere richiesta dagli studenti stessi per parlare degli argomenti che decidono loro. prof. Pietro Marinelli Insegnante di quello che una volta era il diritto
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