USA-LINDSEY GRAHAM: "SE FANNO QUESTO A ISRAELE, I PROSSIMI SAREMO NOI"
Così il senatore repubblicano Lindsey Graham ieri durante un'audizione della sottocommissione per gli stanziamenti del Senato degli Stati Uniti:
"Se tutto va bene, insieme troveremo un modo per placare il nostro disappunto nei confronti della Corte penale internazionale, perché se fanno questo a Israele, i prossimi saremo noi. In fin dei conti, quello che spero che accada è che si stabiliscano sanzioni contro la Corte penale internazionale per questo oltraggio non solo per aiutare i nostri amici in Israele, ma anche per proteggere noi stessi nel tempo."
Graham è uno di quei falchi a cui tutto si può rimproverare, meno che di non essere onesto nel dire sempre brutalmente in faccia ciò che pensa. E, a suo modo, ha pure ragione. Ha capito perfettamente che siamo di fronte a un passaggio storico epocale. Un momento in cui un paria come il Sudafrica si permette di denunciare uno stato intoccabile e storicamente protetto dagli USA come Israele presso la CPI. La questione, inutile dirlo, va ben oltre lo specifico caso del presunto genocidio a Gaza. Se cade l'inviolabilità di Israele, viene messa in discussione anche la supremazia americana e l'ordine mondiale che ha retto per quasi 70 anni. Viene meno quel principio, non scritto ma implicito, per cui esistono paesi di serie A e paesi di serie B e la gravità dei crimini si giudica in base al fatto che chi li commette sia un paese amico o alleato degli USA o piuttosto un paese rivale. Di questo passo, qualunque paria si sentirà in diritto un giorno di denunciare alla CPI i crimini commessi dagli USA in Afghanistan o in Iraq. "La CPI è stata creata per l’Africa e per i delinquenti come Putin" ha detto brutalmente un leader occidentale non specificato al procuratore della CPI Karim Khan. La legge non è uguale per tutti, ci ricorda Graham. Amen.
Da Giubbe Rosse https://t.me/rossobruni
Così il senatore repubblicano Lindsey Graham ieri durante un'audizione della sottocommissione per gli stanziamenti del Senato degli Stati Uniti:
"Se tutto va bene, insieme troveremo un modo per placare il nostro disappunto nei confronti della Corte penale internazionale, perché se fanno questo a Israele, i prossimi saremo noi. In fin dei conti, quello che spero che accada è che si stabiliscano sanzioni contro la Corte penale internazionale per questo oltraggio non solo per aiutare i nostri amici in Israele, ma anche per proteggere noi stessi nel tempo."
Graham è uno di quei falchi a cui tutto si può rimproverare, meno che di non essere onesto nel dire sempre brutalmente in faccia ciò che pensa. E, a suo modo, ha pure ragione. Ha capito perfettamente che siamo di fronte a un passaggio storico epocale. Un momento in cui un paria come il Sudafrica si permette di denunciare uno stato intoccabile e storicamente protetto dagli USA come Israele presso la CPI. La questione, inutile dirlo, va ben oltre lo specifico caso del presunto genocidio a Gaza. Se cade l'inviolabilità di Israele, viene messa in discussione anche la supremazia americana e l'ordine mondiale che ha retto per quasi 70 anni. Viene meno quel principio, non scritto ma implicito, per cui esistono paesi di serie A e paesi di serie B e la gravità dei crimini si giudica in base al fatto che chi li commette sia un paese amico o alleato degli USA o piuttosto un paese rivale. Di questo passo, qualunque paria si sentirà in diritto un giorno di denunciare alla CPI i crimini commessi dagli USA in Afghanistan o in Iraq. "La CPI è stata creata per l’Africa e per i delinquenti come Putin" ha detto brutalmente un leader occidentale non specificato al procuratore della CPI Karim Khan. La legge non è uguale per tutti, ci ricorda Graham. Amen.
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USA-LINDSEY GRAHAM: "SE FANNO QUESTO A ISRAELE, I PROSSIMI SAREMO NOI"
Così il senatore repubblicano Lindsey Graham ieri durante un'audizione della sottocommissione per gli stanziamenti del Senato degli Stati Uniti:
"Se tutto va bene, insieme troveremo un modo per placare il nostro disappunto nei confronti della Corte penale internazionale, perché se fanno questo a Israele, i prossimi saremo noi. In fin dei conti, quello che spero che accada è che si stabiliscano sanzioni contro la Corte penale internazionale per questo oltraggio non solo per aiutare i nostri amici in Israele, ma anche per proteggere noi stessi nel tempo."
Graham è uno di quei falchi a cui tutto si può rimproverare, meno che di non essere onesto nel dire sempre brutalmente in faccia ciò che pensa. E, a suo modo, ha pure ragione. Ha capito perfettamente che siamo di fronte a un passaggio storico epocale. Un momento in cui un paria come il Sudafrica si permette di denunciare uno stato intoccabile e storicamente protetto dagli USA come Israele presso la CPI. La questione, inutile dirlo, va ben oltre lo specifico caso del presunto genocidio a Gaza. Se cade l'inviolabilità di Israele, viene messa in discussione anche la supremazia americana e l'ordine mondiale che ha retto per quasi 70 anni. Viene meno quel principio, non scritto ma implicito, per cui esistono paesi di serie A e paesi di serie B e la gravità dei crimini si giudica in base al fatto che chi li commette sia un paese amico o alleato degli USA o piuttosto un paese rivale. Di questo passo, qualunque paria si sentirà in diritto un giorno di denunciare alla CPI i crimini commessi dagli USA in Afghanistan o in Iraq. "La CPI è stata creata per l’Africa e per i delinquenti come Putin" ha detto brutalmente un leader occidentale non specificato al procuratore della CPI Karim Khan. La legge non è uguale per tutti, ci ricorda Graham. Amen.
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