“NON SONO STATI HITLER O HIMMLER A DEPORTARMI, PICCHIARMI, AD UCCIDERE I MIEI FAMILIARI. FURONO IL LATTAIO, IL VICINO DI CASA, IL CALZOLAIO, IL DOTTORE, A CUI FU DATA UN‘UNIFORME E CREDETTERO DI ESSERE LA RAZZA SUPERIORE”

Karl Stojka (20 aprile 1931, Wampersdorf; 10 aprile 2003 Wien) fu un artista austriaco di etnia rom Lovari, sopravvissuto all’Olocausto.
Karl era il quarto di sei figli di una famiglia Rom di religione cattolica ed era nato nel paesino di Wampersdorf, in Austria. Gli Stojka appartenevano ad una tribù zingara chiamata Lowara Roma, che tradizionalmente conduceva una vita nomade commerciando in cavalli. Vivevano in un carro con il quale viaggiavano, ma trascorrevano gli inverni a Vienna, la capitale austriaca. Gli antenati di Karl avevano cominciato a vivere in Austria duecento anni prima.
“NON SONO STATI HITLER O HIMMLER A DEPORTARMI, PICCHIARMI, AD UCCIDERE I MIEI FAMILIARI. FURONO IL LATTAIO, IL VICINO DI CASA, IL CALZOLAIO, IL DOTTORE, A CUI FU DATA UN‘UNIFORME E CREDETTERO DI ESSERE LA RAZZA SUPERIORE” Karl Stojka (20 aprile 1931, Wampersdorf; 10 aprile 2003 Wien) fu un artista austriaco di etnia rom Lovari, sopravvissuto all’Olocausto. Karl era il quarto di sei figli di una famiglia Rom di religione cattolica ed era nato nel paesino di Wampersdorf, in Austria. Gli Stojka appartenevano ad una tribù zingara chiamata Lowara Roma, che tradizionalmente conduceva una vita nomade commerciando in cavalli. Vivevano in un carro con il quale viaggiavano, ma trascorrevano gli inverni a Vienna, la capitale austriaca. Gli antenati di Karl avevano cominciato a vivere in Austria duecento anni prima.
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