VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI)
Parlamento Show
Ci siamo cascati di nuovo…
Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.
Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.
âïž Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?
Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo.
âïžâïžUn testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo.
Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici.
Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.
La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera.
Cita cose tipo:
«La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
e
«La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
Standing ovation? Macché. Bagno di fischi.
L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.
Ora io mi domando (e domando anche a voi):
Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.
E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
Povera Italia.
#Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
Parlamento Show
Ci siamo cascati di nuovo…
Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.
Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.
âïž Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?
Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo.
âïžâïžUn testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo.
Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici.
Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.
La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera.
Cita cose tipo:
«La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
e
«La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
Standing ovation? Macché. Bagno di fischi.
L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.
Ora io mi domando (e domando anche a voi):
Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.
E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
Povera Italia.
#Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
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Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.
Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.
đâïž Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?
Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo. đ
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Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
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Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.
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Cita cose tipo:
«La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
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«La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
Standing ovation? Macché. Bagno di fischi. đ
L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.
Ora io mi domando (e domando anche a voi):
Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.
E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
Povera Italia. đźđč
#Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
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