• Dichiarazioni della Dottoressa Maria Grazia Dondoni sulla PsicoPandemia.

    TUTTA LA VERITA' SULLA PSICOPANDEMIA, ESPRESSA DA UN MEDICO VERO!
    Straordinario intervento della d.ssa Maria Grazia Dondini, un Medico che fa onore alla vera Ars Medica!

    Ho scritto Medico con la emme maiuscola per differenziare la Dondini dai tantissimi quanto inutili laureati in medicina. Ce ne sono troppi in circolazione, da qui l'utilità del diserbante....

    Personalmente non ho il medico di base dall'incarnazione precedente, ma per la vorrei veramente come mio medico!!
    Lo capite in che mani siamo? Capite quanto vitale sia diventare autonomi e artefici della propria salute e del proprio benessere?
    MP

    Fonte: https://t.me/AndreaTosattoOfficial
    Dichiarazioni della Dottoressa Maria Grazia Dondoni sulla PsicoPandemia. TUTTA LA VERITA' SULLA PSICOPANDEMIA, ESPRESSA DA UN MEDICO VERO! 👏 Straordinario intervento della d.ssa Maria Grazia Dondini, un Medico che fa onore alla vera Ars Medica! Ho scritto Medico con la emme maiuscola per differenziare la Dondini dai tantissimi quanto inutili laureati in medicina. Ce ne sono troppi in circolazione, da qui l'utilità del diserbante.... Personalmente non ho il medico di base dall'incarnazione precedente, ma per la vorrei veramente come mio medico!! Lo capite in che mani siamo? Capite quanto vitale sia diventare autonomi e artefici della propria salute e del proprio benessere? MP Fonte: https://t.me/AndreaTosattoOfficial
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  • Sardegna sotto attacco: fermiamo lo scempio eolico

    Nota: min 1:25 la produzione annuale di energia della Sardegna è di 12mila GWh e il consumo è di 8mila GWh

    Venerdì 23 Agosto alle ore 19:30 sarò a Cagliari.
    Info e prenotazioni qui: https://shorturl.at/p7wOg

    Sardegna: diecimila firme in pochi giorni per la legge contro la speculazione energetica
    https://www.lindipendente.online/2024...

    Fonte delle notizie contenute nel video: orthobenessere.com

    Seguimi su Telegram: https://t.me/matteogracis

    https://www.youtube.com/watch?v=iMkXp0AUJjg
    Sardegna sotto attacco: fermiamo lo scempio eolico Nota: min 1:25 la produzione annuale di energia della Sardegna è di 12mila GWh e il consumo è di 8mila GWh 🔋 Venerdì 23 Agosto alle ore 19:30 sarò a Cagliari. Info e prenotazioni qui: https://shorturl.at/p7wOg 📌 Sardegna: diecimila firme in pochi giorni per la legge contro la speculazione energetica https://www.lindipendente.online/2024... Fonte delle notizie contenute nel video: orthobenessere.com 🔖 Seguimi su Telegram: https://t.me/matteogracis 📲 https://www.youtube.com/watch?v=iMkXp0AUJjg
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  • Dichiarazione Balfour scritta nel 1917 a Lord Rothschild...

    Stranamente, lo stesso anno che i comunisti ebrei bolscevichi rovesciarono la Russia..

    Dev' esser stata, una di quelle che chiamiamo.. coincidenze..??!!

    E come vedete, Israele è l'unico paese al mondo senza confini..

    Cresce anno in anno, sottraendo terre dai Palestinesi e altri.

    Non è MAI stato uno stato pacifico..

    Non ha MAI cercato la pace.

    Non ha MAI aiutato i suoi vicini.

    Si sono solo impadroniti di tutto quello che non era loro, con attacchi e guerre continue, che venivano pagati dai contribuenti americani, con la scusa che i Palestinesi erano e sono i cattivi... e grazie a loro, li tengono sotto controllo.

    Il loro comportamento non fa onore a Israele, e cade in disgrazia anche tutto quello che riguarda il Sionismo..!!!

    Se si fossero insediati in quella terra, portando la pace e benessere per tutti, sarebbe stata un'altra storia..

    @Liberaveritas2
    🆘Dichiarazione Balfour scritta nel 1917 a Lord Rothschild... Stranamente, lo stesso anno che i comunisti ebrei bolscevichi rovesciarono la Russia.. Dev' esser stata, una di quelle che chiamiamo.. coincidenze..??!! E come vedete, Israele è l'unico paese al mondo senza confini.. Cresce anno in anno, sottraendo terre dai Palestinesi e altri. Non è MAI stato uno stato pacifico.. Non ha MAI cercato la pace. Non ha MAI aiutato i suoi vicini. Si sono solo impadroniti di tutto quello che non era loro, con attacchi e guerre continue, che venivano pagati dai contribuenti americani, con la scusa che i Palestinesi erano e sono i cattivi... e grazie a loro, li tengono sotto controllo. Il loro comportamento non fa onore a Israele, e cade in disgrazia anche tutto quello che riguarda il Sionismo..!!! Se si fossero insediati in quella terra, portando la pace e benessere per tutti, sarebbe stata un'altra storia.. @Liberaveritas2
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  • LA DOMANDA NON È SE CI SARÀ LA GUERRA, MA QUALE GUERRA CI SARÀ

    Un paio di giorni fa il presidente serbo Vučić ha espresso il suo forte timore che 3-4 mesi ci separino dalla Terza Guerra Mondiale. Che si tratti di una valutazione realistica o magari di eccessiva apprensione da parte di chi ha già esperito sulla propria pelle la natura “eminentemente difensiva” della Nato, è quanto scopriremo solo vivendo.

    Possiamo però sin d’ora fare qualche considerazione generale sulle linee di tendenza che si profilano.

    Dal punto di vista di un confronto diretto tra grandi potenze militari la questione cruciale riguarda la percezione interna di un carattere “decisivo” del conflitto regionale in corso. Per la Russia è chiarissimo, e lo è stato sin dall’inizio, che si trattasse di una minaccia percepita come esistenziale. L’asimmetria del confronto qui dev’essere ben percepita: nel conflitto russo-ucraino la Russia è formalmente l’aggressore, avendo violato i confini ucraini con le sue truppe, ma la Russia si percepisce aggredita perché ha visto anno dopo anno i preparativi Nato ai propri confini (esercitazioni congiunte, costruzione di infrastrutture militari, il cambio di regime di Maidan, la persecuzione delle proprie minoranze in Ucraina, ecc.). Questi eventi sono stati lamentati come prodromi o ad un’aggressione diretta o ad un posizionamento di vantaggio strategico che metteva potenzialmente in scacco le difese russe. È qui necessario tener ferme alcune premesse storiche e geografiche: la Russia è sempre stata particolarmente esposta alle minacce sul fronte occidentale, dove è stata più volte attaccata, dove non ci sono barriere naturali degne di nota, e dove si trovano le principali città, a partire da Mosca. Questi timori sono stati espressi da vari governi russi innumerevoli volte, per anni, e solo il controllo occidentale sulla narrativa pubblica ha impedito che questo fatto fosse generalmente riconosciuto prima dello scoppio della guerra. Non l’Occidente ma la Russia vive una sfida militare alle proprie porte da vent’anni; non è l’Occidente ma la Russia ad essere oggi colpita sul proprio territorio dalle armi di una potente alleanza militare ostile, con il supporto tecnologico e informativo della stessa.

    Per la Russia, dunque, non c’è spazio per “passi indietro”, perché si è già arrivati ai confini, al limite che minaccia la propria esistenza statuale: fare passi indietro significa perdere la capacità di mantenersi integra.

    Che dire degli USA e della Nato? Qui dal punto di vista delle minacce dirette la situazione è molto differente, eppure nelle linee di fondo non è dissimile. Gli USA non stanno versando sangue, né stanno subendo danni infrastrutturali dall’attuale confronto con la Russia. E tuttavia il problema qui è di natura sistemica: la narrativa che ha sostenuto la fiducia nel sistema occidentale, militare e finanziario, impone al sistema di presentare un orizzonte di crescita, dominio e forza internazionale. L’iniziativa russa, sostenuta in modo defilato ma sostanziale dalla Cina, ha messo in moto un processo di “insubordinazione” nel mondo extra-occidentale, che rappresenta un effetto domino devastante per l’egemonia politica ed economica dell’Occidente a guida americana. Veder scossa la propria capacità di imporre trattati a sé favorevoli in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Asia minaccia frontalmente il modello di sviluppo occidentale, modello già in crisi per ragioni interne, e che conta da sempre sulla possibilità di estrarre plusvalore dal mondo meno industrializzato (come risorse naturali, energetiche, manodopera a basso costo, ecc.). Il sistema hobbesiano della competizione economica infinita appare tollerabile solo finché le proprie popolazioni appartengono solo in modo marginale alla sfera dei perdenti in questa competizione. Quando la lotta economica di tutti contro tutti comincia ad erodere significativamente i modi di vita del proletariato europeo o americano, l’allarme scatta, perché l’unità dei sistemi occidentali è fornita soltanto dalla promessa di un benessere (comparativamente) diffuso.

    Questo significa che, per ragioni diverse, anche nell’Occidente a guida americana l’attuale “insubordinazione internazionale” fomentata dalla Russia rappresenta un rischio esistenziale: essa porta alla luce i “limiti intrinseci allo sviluppo” che i critici del modello capitalista hanno riconosciuto da tempo e che ora bussano alle porte.

    Nessuno dei due contendenti può dunque permettersi un’aperta sconfitta.

    Ci sono margini per un onorevole pareggio? Non molti e sempre di meno. Più passa il tempo, maggiori sono gli investimenti economici e umani nel conflitto, minori sono gli spazi per un esito che non appaia come una sconfitta all’una o all’altra parte. Per dire, è chiaro che le condizioni degli accordi di Minsk II, che erano rivendicati dalla Russia prima dell’inizio della guerra, se accettati oggi rappresenterebbero una grave sconfitta per i russi, lasciando 8 milioni di russofoni in balia politica di quegli stessi che li hanno perseguitati prima e bombardati poi. Più passa il tempo, maggiori i costi, più i risultati accettati come minimi per ciascuna delle parti si ampliano.

    Questo quadro rende la possibilità di un conflitto diretto, ogni giorno che passa, sempre più probabile,.

    Si apre però qui una questione essenziale, che riguarda la NATURA del conflitto.

    La possibilità, paventata e temuta, che si pervenga ad un diretto scontro senza esclusione di colpi, dunque ad una guerra anche nucleare, non può essere esclusa. Per quanto entrambe le parti in conflitto comprendano bene il carattere potenzialmente terminale di un tale confronto, qui il rischio proviene non tanto dalla programmazione esplicita della guerra quanto dalla logica dell’escalation, che può far arrivare alla soglia della deflagrazione, pensando di controllarla, per poi sorpassarla magari per un fraintendimento, per un eccesso di timore o di sospetto.

    Ma personalmente credo che le possibilità di un conflitto nucleare diretto siano ancora relativamente basse, non trascurabili, ma basse.

    Lo scenario che invece credo sia altamente probabile, direi certo, salvo gli scenari peggiori di cui sopra, è quello dello sviluppo di forme inusitate e devastanti di GUERRA IBRIDA.

    Per “guerra ibrida” (hybrid warfare) si intende una strategia militare che impiega una varietà di tattiche atte a portare nocumento all’avversario, limitando il ricorso alla guerra convenzionale e privilegiando invece forme di attacco non dichiarate, che possono sempre ricadere nella “plausible deniability”, nell’area grigia delle cose non pienamente dimostrabili di cui si può negare la responsabilità. Il problema è che oggi gli spazi per queste forme di guerra sono enormi, incomparabilmente superiori a tutto ciò che il passato ci ha consegnato.

    Sono parte della guerra ibrida il supporto ad atti terroristici, anche da parte di gruppi terzi. Il terrorismo può infatti essere di tipo diretto, come attacchi ad infrastrutture strategiche da parte di qualche commando infiltrato (ma qui c’è sempre il rischio che qualcuno venga preso è che la “deniability” venga meno.) E poi c’è la possibilità, tutt’altro che complessa, di sostenere, manipolare, armare gruppuscoli già esistenti che odiano l’avversario, ma che mai avrebbero le risorse per attentati in grande stile (questi sono, ad esempio, i termini in cui viene oggi letto in Russia l’attentato al Crocus City Hall del 24 marzo, i cui autori diretti sono del Tagikistan, ma la cui preparazione rinvia per i russi ai servizi segreti ucraini).

    Possono rientrare nella guerra ibrida anche atti terroristici che non appaiono tali, come sabotaggi, apparenti malfunzionamenti infrastrutturali, incidenti aerei, ferroviari, ecc.

    Possono rientrare nella guerra ibrida forme di guerra batteriologica mirata, ad esempio con patogeni selezionati per colpire in modo privilegiato certi gruppi etnici. E anche qui l’apparenza può essere quella del caso o dell’accidente.

    Possono essere esempi di guerra ibrida attacchi cibernetici di varia natura, destinati a entità finanziarie, a database, archivi, ecc.

    Possono essere momenti di una guerra ibrida attacchi speculativi finanziari, volti a creare occasioni che rendano i mercati internazionali un’arma per destabilizzare un paese.

    E poi esistono innumerevoli ambiti di guerra ibrida di cui ancora non abbiamo esempi espliciti, ma che sono oggi tecnologicamente disponibili. Pensiamo ad esempio alle accuse mosse neanche troppo velatamente dal ministro degli esteri turco agli USA di essere dietro al terremoto in Turchia e Siria del 2023. Che oggi vi siano modi per indurre, in punti tettonicamente predisposti, eventi tellurici è stato oggetto di studio militare (se lo studio si sia mai tradotto in realtà è questione che ignoriamo).

    E naturalmente possono essere parte di una guerra ibrida eventi critici volti a condizionare specifici eventi elettorali, come la creazione di vittime ad hoc, di capri espiatori, o operazioni di discredito alla vigilia delle elezioni, ecc.

    Se l’orizzonte di una durevole e intensa guerra ibrida è l’orizzonte che abbiamo di fronte nei prossimi anni, è, a mio avviso, necessario tener ferme due cose.

    La prima è che per la natura stessa della guerra ibrida, intenzionalmente opaca ed inesplicita, i margini di strumentalizzazione interna sono amplissimi. Può così accadere che qualcosa sia effettivamente un evento di guerra ibrida mossa da una potenza estera, ma può anche accadere che qualcosa sia un mero incidente, oppure un’operazione interna false flag volta a condizionare il fronte interno (le operazioni “sotto falsa bandiera” sono di una semplicità disarmante in un contesto in cui per definizione le bandiere negli attacchi reali non vengono esposte).

    Se, come si dice, la prima vittima della guerra è la verità, in una guerra ibrida la verità pubblica tende a dissolversi in maniera integrale: semplicemente tutto è potenzialmente strumentale per qualcuno.
    Una simile atmosfera di sospetto coltivato ad arte e di condizionamenti occulti tende a consolidare in posizioni di potere chi già detiene il potere, e tende a rendere massimamente difficile la costruzione di qualunque iniziativa politica eterodossa, estranea al potere già consolidato.

    Questo punto ci porta ad una seconda conclusione: la direzione primaria in cui si deve muovere, in questo contesto storico, una politica critica, una politica d’opposizione autentica, deve avere al centro della propria agenda la RICHIESTA DI PACE (che vuol dire convivenza, riduzione della conflittualità internazionale, allentamento delle tensioni, accettazione della pluralità di prospettive, accettazione di un multipolarismo con pari dignità dei vari poli, ecc.) e il RIFIUTO DELL’EMERGENZIALISMO (rifiuto della creazione costante di ansia, terrore, di sindromi dell’attacco o della catastrofe incombente, per manipolare la volontà pubblica).
    Volontà di pace, nel senso più comprensivo, e rifiuto dell’atteggiamento emergenzialista, dovrebbero essere al centro di ogni iniziativa politica che si voglia capace di resistere ai tempi oscuri in cui siamo stati sospinti.
    LA DOMANDA NON È SE CI SARÀ LA GUERRA, MA QUALE GUERRA CI SARÀ Un paio di giorni fa il presidente serbo Vučić ha espresso il suo forte timore che 3-4 mesi ci separino dalla Terza Guerra Mondiale. Che si tratti di una valutazione realistica o magari di eccessiva apprensione da parte di chi ha già esperito sulla propria pelle la natura “eminentemente difensiva” della Nato, è quanto scopriremo solo vivendo. Possiamo però sin d’ora fare qualche considerazione generale sulle linee di tendenza che si profilano. Dal punto di vista di un confronto diretto tra grandi potenze militari la questione cruciale riguarda la percezione interna di un carattere “decisivo” del conflitto regionale in corso. Per la Russia è chiarissimo, e lo è stato sin dall’inizio, che si trattasse di una minaccia percepita come esistenziale. L’asimmetria del confronto qui dev’essere ben percepita: nel conflitto russo-ucraino la Russia è formalmente l’aggressore, avendo violato i confini ucraini con le sue truppe, ma la Russia si percepisce aggredita perché ha visto anno dopo anno i preparativi Nato ai propri confini (esercitazioni congiunte, costruzione di infrastrutture militari, il cambio di regime di Maidan, la persecuzione delle proprie minoranze in Ucraina, ecc.). Questi eventi sono stati lamentati come prodromi o ad un’aggressione diretta o ad un posizionamento di vantaggio strategico che metteva potenzialmente in scacco le difese russe. È qui necessario tener ferme alcune premesse storiche e geografiche: la Russia è sempre stata particolarmente esposta alle minacce sul fronte occidentale, dove è stata più volte attaccata, dove non ci sono barriere naturali degne di nota, e dove si trovano le principali città, a partire da Mosca. Questi timori sono stati espressi da vari governi russi innumerevoli volte, per anni, e solo il controllo occidentale sulla narrativa pubblica ha impedito che questo fatto fosse generalmente riconosciuto prima dello scoppio della guerra. Non l’Occidente ma la Russia vive una sfida militare alle proprie porte da vent’anni; non è l’Occidente ma la Russia ad essere oggi colpita sul proprio territorio dalle armi di una potente alleanza militare ostile, con il supporto tecnologico e informativo della stessa. Per la Russia, dunque, non c’è spazio per “passi indietro”, perché si è già arrivati ai confini, al limite che minaccia la propria esistenza statuale: fare passi indietro significa perdere la capacità di mantenersi integra. Che dire degli USA e della Nato? Qui dal punto di vista delle minacce dirette la situazione è molto differente, eppure nelle linee di fondo non è dissimile. Gli USA non stanno versando sangue, né stanno subendo danni infrastrutturali dall’attuale confronto con la Russia. E tuttavia il problema qui è di natura sistemica: la narrativa che ha sostenuto la fiducia nel sistema occidentale, militare e finanziario, impone al sistema di presentare un orizzonte di crescita, dominio e forza internazionale. L’iniziativa russa, sostenuta in modo defilato ma sostanziale dalla Cina, ha messo in moto un processo di “insubordinazione” nel mondo extra-occidentale, che rappresenta un effetto domino devastante per l’egemonia politica ed economica dell’Occidente a guida americana. Veder scossa la propria capacità di imporre trattati a sé favorevoli in Africa, America Latina, Medio Oriente ed Asia minaccia frontalmente il modello di sviluppo occidentale, modello già in crisi per ragioni interne, e che conta da sempre sulla possibilità di estrarre plusvalore dal mondo meno industrializzato (come risorse naturali, energetiche, manodopera a basso costo, ecc.). Il sistema hobbesiano della competizione economica infinita appare tollerabile solo finché le proprie popolazioni appartengono solo in modo marginale alla sfera dei perdenti in questa competizione. Quando la lotta economica di tutti contro tutti comincia ad erodere significativamente i modi di vita del proletariato europeo o americano, l’allarme scatta, perché l’unità dei sistemi occidentali è fornita soltanto dalla promessa di un benessere (comparativamente) diffuso. Questo significa che, per ragioni diverse, anche nell’Occidente a guida americana l’attuale “insubordinazione internazionale” fomentata dalla Russia rappresenta un rischio esistenziale: essa porta alla luce i “limiti intrinseci allo sviluppo” che i critici del modello capitalista hanno riconosciuto da tempo e che ora bussano alle porte. Nessuno dei due contendenti può dunque permettersi un’aperta sconfitta. Ci sono margini per un onorevole pareggio? Non molti e sempre di meno. Più passa il tempo, maggiori sono gli investimenti economici e umani nel conflitto, minori sono gli spazi per un esito che non appaia come una sconfitta all’una o all’altra parte. Per dire, è chiaro che le condizioni degli accordi di Minsk II, che erano rivendicati dalla Russia prima dell’inizio della guerra, se accettati oggi rappresenterebbero una grave sconfitta per i russi, lasciando 8 milioni di russofoni in balia politica di quegli stessi che li hanno perseguitati prima e bombardati poi. Più passa il tempo, maggiori i costi, più i risultati accettati come minimi per ciascuna delle parti si ampliano. Questo quadro rende la possibilità di un conflitto diretto, ogni giorno che passa, sempre più probabile,. Si apre però qui una questione essenziale, che riguarda la NATURA del conflitto. La possibilità, paventata e temuta, che si pervenga ad un diretto scontro senza esclusione di colpi, dunque ad una guerra anche nucleare, non può essere esclusa. Per quanto entrambe le parti in conflitto comprendano bene il carattere potenzialmente terminale di un tale confronto, qui il rischio proviene non tanto dalla programmazione esplicita della guerra quanto dalla logica dell’escalation, che può far arrivare alla soglia della deflagrazione, pensando di controllarla, per poi sorpassarla magari per un fraintendimento, per un eccesso di timore o di sospetto. Ma personalmente credo che le possibilità di un conflitto nucleare diretto siano ancora relativamente basse, non trascurabili, ma basse. Lo scenario che invece credo sia altamente probabile, direi certo, salvo gli scenari peggiori di cui sopra, è quello dello sviluppo di forme inusitate e devastanti di GUERRA IBRIDA. Per “guerra ibrida” (hybrid warfare) si intende una strategia militare che impiega una varietà di tattiche atte a portare nocumento all’avversario, limitando il ricorso alla guerra convenzionale e privilegiando invece forme di attacco non dichiarate, che possono sempre ricadere nella “plausible deniability”, nell’area grigia delle cose non pienamente dimostrabili di cui si può negare la responsabilità. Il problema è che oggi gli spazi per queste forme di guerra sono enormi, incomparabilmente superiori a tutto ciò che il passato ci ha consegnato. Sono parte della guerra ibrida il supporto ad atti terroristici, anche da parte di gruppi terzi. Il terrorismo può infatti essere di tipo diretto, come attacchi ad infrastrutture strategiche da parte di qualche commando infiltrato (ma qui c’è sempre il rischio che qualcuno venga preso è che la “deniability” venga meno.) E poi c’è la possibilità, tutt’altro che complessa, di sostenere, manipolare, armare gruppuscoli già esistenti che odiano l’avversario, ma che mai avrebbero le risorse per attentati in grande stile (questi sono, ad esempio, i termini in cui viene oggi letto in Russia l’attentato al Crocus City Hall del 24 marzo, i cui autori diretti sono del Tagikistan, ma la cui preparazione rinvia per i russi ai servizi segreti ucraini). Possono rientrare nella guerra ibrida anche atti terroristici che non appaiono tali, come sabotaggi, apparenti malfunzionamenti infrastrutturali, incidenti aerei, ferroviari, ecc. Possono rientrare nella guerra ibrida forme di guerra batteriologica mirata, ad esempio con patogeni selezionati per colpire in modo privilegiato certi gruppi etnici. E anche qui l’apparenza può essere quella del caso o dell’accidente. Possono essere esempi di guerra ibrida attacchi cibernetici di varia natura, destinati a entità finanziarie, a database, archivi, ecc. Possono essere momenti di una guerra ibrida attacchi speculativi finanziari, volti a creare occasioni che rendano i mercati internazionali un’arma per destabilizzare un paese. E poi esistono innumerevoli ambiti di guerra ibrida di cui ancora non abbiamo esempi espliciti, ma che sono oggi tecnologicamente disponibili. Pensiamo ad esempio alle accuse mosse neanche troppo velatamente dal ministro degli esteri turco agli USA di essere dietro al terremoto in Turchia e Siria del 2023. Che oggi vi siano modi per indurre, in punti tettonicamente predisposti, eventi tellurici è stato oggetto di studio militare (se lo studio si sia mai tradotto in realtà è questione che ignoriamo). E naturalmente possono essere parte di una guerra ibrida eventi critici volti a condizionare specifici eventi elettorali, come la creazione di vittime ad hoc, di capri espiatori, o operazioni di discredito alla vigilia delle elezioni, ecc. Se l’orizzonte di una durevole e intensa guerra ibrida è l’orizzonte che abbiamo di fronte nei prossimi anni, è, a mio avviso, necessario tener ferme due cose. La prima è che per la natura stessa della guerra ibrida, intenzionalmente opaca ed inesplicita, i margini di strumentalizzazione interna sono amplissimi. Può così accadere che qualcosa sia effettivamente un evento di guerra ibrida mossa da una potenza estera, ma può anche accadere che qualcosa sia un mero incidente, oppure un’operazione interna false flag volta a condizionare il fronte interno (le operazioni “sotto falsa bandiera” sono di una semplicità disarmante in un contesto in cui per definizione le bandiere negli attacchi reali non vengono esposte). Se, come si dice, la prima vittima della guerra è la verità, in una guerra ibrida la verità pubblica tende a dissolversi in maniera integrale: semplicemente tutto è potenzialmente strumentale per qualcuno. Una simile atmosfera di sospetto coltivato ad arte e di condizionamenti occulti tende a consolidare in posizioni di potere chi già detiene il potere, e tende a rendere massimamente difficile la costruzione di qualunque iniziativa politica eterodossa, estranea al potere già consolidato. Questo punto ci porta ad una seconda conclusione: la direzione primaria in cui si deve muovere, in questo contesto storico, una politica critica, una politica d’opposizione autentica, deve avere al centro della propria agenda la RICHIESTA DI PACE (che vuol dire convivenza, riduzione della conflittualità internazionale, allentamento delle tensioni, accettazione della pluralità di prospettive, accettazione di un multipolarismo con pari dignità dei vari poli, ecc.) e il RIFIUTO DELL’EMERGENZIALISMO (rifiuto della creazione costante di ansia, terrore, di sindromi dell’attacco o della catastrofe incombente, per manipolare la volontà pubblica). 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  • L’OMS presenta il piano per aggirare gli Stati - “Controllo e persuasione in ogni ambito quotidiano”


    https://dituttoedipiu.altervista.org/il-piano-delloms-per-governare-le-nostre-vite/

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    L’OMS presenta il piano per aggirare gli Stati - “Controllo e persuasione in ogni ambito quotidiano” https://dituttoedipiu.altervista.org/il-piano-delloms-per-governare-le-nostre-vite/ #OMS #ControlloGlobale #Persuasione #VitaQuotidiana #GovernanceGlobale #SalutePubblica #StrategieOMS #Manipolazione #SaluteMentale #Prevenzione #Pandemia #SaluteGlobale #PoliticheSanitarie #InfluenzaOMS #SicurezzaSanitaria #BenessereGlobale #SorveglianzaSanitaria #SanitàPubblica #RegolamentazioneSanitaria #PianoGlobale #Vaccinazione #MonitoraggioSanitario #CooperazioneInternazionale #OMS2024 #SaluteMondo #PoliticheGlobali #EmergenzeSanitarie #IniziativeSanitarie #SaluteInternazionale #RiformaSanitaria
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    Il piano dell'OMS per governare le nostre vite - D TUTTO E D+
    Il piano dell'OMS per governare le nostre vite L'Organizzazione Mondiale della Sanità, un tempo rispettata istituzione dedita alla tutela
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  • È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC

    https://dituttoedipiu.altervista.org/e-ora-di-ammettere-gli-effetti-collaterali-significativi-dei-vaccini-covid-ex-direttore-cdc/

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    È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC https://dituttoedipiu.altervista.org/e-ora-di-ammettere-gli-effetti-collaterali-significativi-dei-vaccini-covid-ex-direttore-cdc/ #COVID19 #vaccini #effetticollaterali #CDC #pandemia #salutepubblica #vaccinazione #sicurezza #efficacia #scienza #informazione #opinione #conseguenze #rischio #benessere #prevenzione #dati #studio #ricerca #sanità #politica #virus #salute #immunizzazione #vaccinare #protezione #emergenza #dibattito #società #sviluppo
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    È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC - D TUTTO E D+
    È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC Il dottor Robert Redfield, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) – l’ente americano per il controllo delle epidemie – è tornato a far parlare di sé, arrivando ad affermare la scorsa settimana che molti funzionari che cercavano di avvertire la popolazione dei potenziali problemi con i vaccini COVID-19
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  • Giustamente l'UE non pensa al benessere del popolo...


    https://dituttoedipiu.altervista.org/come-la-ue-ha-privatizzato-il-nostro-cibo-per-il-bene-delle-multinazionali/

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    Giustamente l'UE non pensa al benessere del popolo... https://dituttoedipiu.altervista.org/come-la-ue-ha-privatizzato-il-nostro-cibo-per-il-bene-delle-multinazionali/ #UE #privatizzazione #cibo #multinazionali #benessere #popolo #politica #economia #diritti #giustizia #società #alimentazione #sicurezzaalimentare #agricoltura #sostenibilità #salute #regolamenti #normative #mercato #consumatori #trasparenza #corruzione #lobby #profitto #ambiente #dirittiumani #imprese #commercio #disuguaglianza #dirittidelconsumatore
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    COME LA UE HA PRIVATIZZATO IL NOSTRO CIBO: PER IL BENE DELLE MULTINAZIONALI - D TUTTO E D+
    COME LA UE HA PRIVATIZZATO IL NOSTRO CIBO: PER IL BENE DELLE MULTINAZIONALI Di Daniele Ioannilli Il Passo del Brennero ha un’altitudine di soli 1372 metri. Nella Storia è quindi stata una porta da e per l’Italia molto favorevole: è da qui che passarono le legioni romane alla conquista dell’Europa e successivamente gli imperatori tedeschi diretti a Roma dal Papa per ottenerne l’investitura. Ed è da qui che
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  • “I miei consigli per chi ha avuto o teme di avere effetti avversi da vaccino” - Dott. Di Bella


    https://dituttoedipiu.altervista.org/oltre-i-vaccini-esplorando-le-opzioni-di-prevenzione-con-il-dottor-di-bella/

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    “I miei consigli per chi ha avuto o teme di avere effetti avversi da vaccino” - Dott. Di Bella https://dituttoedipiu.altervista.org/oltre-i-vaccini-esplorando-le-opzioni-di-prevenzione-con-il-dottor-di-bella/ #Vaccini #EffettiCollaterali #Prevenzione #Dottore #ConsigliMedici #Salute #MedicinaAlternativa #Benessere #Opzioni #RimediNaturali #Sintomi #Trattamenti #MedicinaIntegrativa #Immunizzazione #BenessereFisico #BenessereMentale #CuraPersonale #StileDiVita #Guarigione #BenessereOlistico #MedicinaTradizionale #ScelteSane #SaluteNaturale #CorpoESpirito #Consapevolezza #Autocura #MedicinaComplementare #OpzioniTerapeutiche #RicercaScientifica
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    Oltre i vaccini: esplorando le opzioni di prevenzione con il Dottor Di - D
    Nell'era delle opinioni contrastanti e spesso confuse nel campo della medicina, il Dottor Giuseppe Di Bella emerge come una voce unica e coraggiosa, pronto a sfidare lo status quo con le sue
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  • Miliardari come Bill Gates, attraverso le loro potenti fondazioni, stanno finanziando la ricerca medica globale.
    Secondo voi hanno a cuore la nostra salute oppure é semplicemente tutta una speculazione economica?

    https://dituttoedipiu.altervista.org/il-nuovo-ordine-sanitario-globale-lascesa-delle-fondazioni-di-bill-gates/

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    Miliardari come Bill Gates, attraverso le loro potenti fondazioni, stanno finanziando la ricerca medica globale. Secondo voi hanno a cuore la nostra salute oppure é semplicemente tutta una speculazione economica? https://dituttoedipiu.altervista.org/il-nuovo-ordine-sanitario-globale-lascesa-delle-fondazioni-di-bill-gates/ #BillGates #fondazioni #ricercamedica #salute #speculazione #economia #Miliardari #globalizzazione #potere #investimenti #controllo #farmaceutica #filantropia #influenza #pandemia #vaccini #istituzioni #politica #interessi #mondo #scienza #benessere #sviluppo #tecnologia #risorse #sostenibilità #cambiamento #sociale #equità
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    Il nuovo ordine sanitario globale - L'ascesa delle fondazioni di Bill
    Bill Gates e i miliardari filantropi: verso un futuro di salute privata? Un nuovo ordine sanitario globale? Nel panorama geopolitico attuale, dove la pandemia da Covid-19 ha scosso le fondamenta di
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  • Il dibattito sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid continua a dividere opinioni e generare polemiche. Recentemente, un importante studio internazionale ha analizzato gli effetti avversi di tre tra i principali vaccini utilizzati nel mondo: Pfizer, Moderna e AstraZeneca.

    https://dituttoedipiu.altervista.org/ecco-lenorme-studio-che-rivela-gli-effetti-avversi-dei-vaccini/

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    Il dibattito sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid continua a dividere opinioni e generare polemiche. Recentemente, un importante studio internazionale ha analizzato gli effetti avversi di tre tra i principali vaccini utilizzati nel mondo: Pfizer, Moderna e AstraZeneca. https://dituttoedipiu.altervista.org/ecco-lenorme-studio-che-rivela-gli-effetti-avversi-dei-vaccini/ #Vaccini #Covid19 #Efficacia #Sicurezza #Studio #Internazionale #EffettiAvversi #Pfizer #Moderna #AstraZeneca #Opinioni #Polemiche #Salute #Sanità #Virus #Pandemia #Ricerca #Analisi #Dati #Immunizzazione #Protezione #Controversie #Iniezioni #EffettiCollaterali #Salvavita #Prevenzione #Benessere #Scienza #Sperimentazione #Campioni #Statistiche
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    Ecco l’enorme studio che rivela gli effetti avversi dei vaccini - D TUTTO E
    L’esame su quasi 100 milioni di soggetti vaccinati, che in complesso hanno ricevuto circa 250 milioni di dosi Antonio Cassone è un infettivologo che insegna in alcune università italiane, oltre ad inn
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