• L'Iran minaccia di colpire “tutte le infrastrutture di Israele” in caso di risposta israeliana.

    Dopo gli attacchi missilistici contro Israele, il presidente iraniano ha affermato che il suo Paese ha "il diritto di difendersi".

    L'Iran ha annunciato la fine dell'operazione contro Israele. L'Iran ha lanciato 180 missili contro Israele.

    Dichiarazione ufficiale del Ministro della Difesa iraniano: “Abbiamo colpito obiettivi militari e di sicurezza (israeliani) e le nostre operazioni sono legittime. Avvertiamo che se ci risponderanno, lanceremo ondate di missili più grandi verso Israele. »

    Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi:
    “Questa sera abbiamo esercitato il nostro diritto di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, prendendo di mira solo i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e in Libano.
    La nostra azione è finita a meno che il regime israeliano non decida di provocare ulteriori ritorsioni. In questo caso, la nostra risposta sarà più forte e potente. "

    Capo di Stato Maggiore iraniano Mohammad Bagheri:
    "Stiamo colpendo obiettivi militari con missili, ma se Israele risponde, distruggeremo l'intera infrastruttura. In questo attacco, abbiamo colpito 3 principali basi aeree israeliane, inclusa la base Nafatim, che ospita caccia F-35. Sono state tutte distrutte. compreso un quartier generale del Mossad."

    Dichiarazione dello Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane:

    “A seguito delle azioni illegittime del regime sionista, nell’assassinare i nostri consiglieri militari in Siria e Libano, e nell’assassinare i leader della resistenza, in particolare i martiri Ismael Haniyeh e Sayyed Hassan Nasrallah, e soprattutto i suoi massacri nella Striscia di Gaza e in Libano , era necessaria una dura risposta militare.

    La Repubblica Islamica dell’Iran, negli ultimi 45 anni, non ha mai iniziato una guerra, ma non esiterà ad agire per legittima difesa con forza e potenza esemplari.

    Lo Stato Maggiore delle Forze Armate ringrazia tutti i diversi rami delle forze armate che hanno partecipato all'operazione odierna: la Forza Aerospaziale dell'IRGC, l'Esercito e il Ministero della Difesa.

    Se il regime sionista reagirà contro l’Iran, dovrà attendere la distruzione delle sue infrastrutture militari nei territori palestinesi occupati. In caso di sostegno diretto degli Stati Uniti a Israele in qualsiasi attacco all’Iran, le sue strutture e basi nella regione saranno prese di mira in modo duro e deplorevole.

    SOLO IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO SU QUESTO CANALE!
    https://t.me/lanuovanormalita
    L'Iran minaccia di colpire “tutte le infrastrutture di Israele” in caso di risposta israeliana. Dopo gli attacchi missilistici contro Israele, il presidente iraniano ha affermato che il suo Paese ha "il diritto di difendersi". L'Iran ha annunciato la fine dell'operazione contro Israele. L'Iran ha lanciato 180 missili contro Israele. Dichiarazione ufficiale del Ministro della Difesa iraniano: “Abbiamo colpito obiettivi militari e di sicurezza (israeliani) e le nostre operazioni sono legittime. Avvertiamo che se ci risponderanno, lanceremo ondate di missili più grandi verso Israele. » Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi: “Questa sera abbiamo esercitato il nostro diritto di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, prendendo di mira solo i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e in Libano. La nostra azione è finita a meno che il regime israeliano non decida di provocare ulteriori ritorsioni. In questo caso, la nostra risposta sarà più forte e potente. " Capo di Stato Maggiore iraniano Mohammad Bagheri: "Stiamo colpendo obiettivi militari con missili, ma se Israele risponde, distruggeremo l'intera infrastruttura. In questo attacco, abbiamo colpito 3 principali basi aeree israeliane, inclusa la base Nafatim, che ospita caccia F-35. Sono state tutte distrutte. compreso un quartier generale del Mossad." Dichiarazione dello Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane: “A seguito delle azioni illegittime del regime sionista, nell’assassinare i nostri consiglieri militari in Siria e Libano, e nell’assassinare i leader della resistenza, in particolare i martiri Ismael Haniyeh e Sayyed Hassan Nasrallah, e soprattutto i suoi massacri nella Striscia di Gaza e in Libano , era necessaria una dura risposta militare. La Repubblica Islamica dell’Iran, negli ultimi 45 anni, non ha mai iniziato una guerra, ma non esiterà ad agire per legittima difesa con forza e potenza esemplari. Lo Stato Maggiore delle Forze Armate ringrazia tutti i diversi rami delle forze armate che hanno partecipato all'operazione odierna: la Forza Aerospaziale dell'IRGC, l'Esercito e il Ministero della Difesa. Se il regime sionista reagirà contro l’Iran, dovrà attendere la distruzione delle sue infrastrutture militari nei territori palestinesi occupati. In caso di sostegno diretto degli Stati Uniti a Israele in qualsiasi attacco all’Iran, le sue strutture e basi nella regione saranno prese di mira in modo duro e deplorevole. SOLO IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO SU QUESTO CANALE! https://t.me/lanuovanormalita
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  • ORRORE SENZA FINE!
    Per il terzo giorno consecutivo Israele continua a bombardare il Libano. Il governo di Beirut ha aggiornato a 51 morti il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti. E mentre i vertici dell’esercito di Tel Aviv preparano i soldati all’invasione di terra, il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Proprio gli Stati Uniti manifestano particolare preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile”, ha detto Joe Biden al talk show The View, “ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”. Secondo fonti anonime citate dall’emittente libanese LBCI, i tavoli hanno registrato “progressi significativi” e raggiunto “una fase seria e avanzata”, tanto che già giovedì mattina potrebbero emergere “risultati operativi“. Intanto, però, decine di soldati a stelle e strisce sono stati dispiegati a Cipro e si stanno preparando a una serie di eventualità, inclusa la possibile evacuazione dei cittadini Usa dal Libano.

    Netanyahu: “Non ci fermeremo” – Sul campo, infatti, tutto lascia pensare che le operazioni proseguiranno. Da un lato, le Idf (Israeli defence forces, le forze armate di Tel Aviv) hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato, perché non è ancora sicuro: “Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione”. Dall’altro, hanno annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti da schierare nel nord di Israele, al confine con il Libano: questa mossa, affermano, “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah, garantire la protezione dei cittadini dello Stato di Israele e creare le condizioni per il ritorno sicuro degli sfollati del nord nelle loro case”. Soprattutto, in un video registrato dal suo ufficio, Netanyahu ha affermato che Israele “userà tutta la sua forza” contro Hezbollah per far tornare i civili residenti nel nord del Paese, dopo l’ondata di razzi lanciati dal movimento sciita: “Stiamo infliggendo a Hezbollah colpi che non potevano immaginare, lo stiamo facendo con la forza e con l’astuzia. Posso promettervi una cosa: non ci fermeremo finché non torneranno a casa”, ha giurato. Il premier ha convocato per mercoledì sera il gabinetto di sicurezza a Tel Aviv e dovrebbe poi partire per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu.
    Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali”
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    I generali alle truppe: “Preparatevi all’invasione” – Non solo: il capo dell’esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. A confermare che Israele stia preparando l’invasione di terra sono anche le ultime parole del capo di Stato maggiore Herzi Halevi: “Sentite i jet. Abbiamo attaccato tutto il giorno, sia per preparare il terreno per il vostro possibile ingresso che per continuare a danneggiare Hezbollah”, ha detto alle truppe durante una simulazione di offensiva di terra, secondo quanto riporta il Times of Israel. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare, incontrerete i miliziani e gli dimostrerete che cosa significa affrontare un esercito professionale, altamente qualificata e con esperienza di battaglia. Li distruggerete”, ha aggiunto.

    I morti – Intanto Israele sta attaccando in aree montuose al di fuori delle tradizionali roccaforti di Hezbollah: secondo il ministero della Salute libanese un attacco sul villaggio di Joun nei monti Chouf, a sud-est di Beirut, ha ucciso quattro persone. Altre quattro sono morte nella regione di Baalbeck. Un ulterioreattacco ha ucciso tre persone a Maaysra, villaggio sciita in un’area montuosa a maggioranza cristiana a circa 25 chilometri a nord di Beirut, dove secondo i residenti sentiti dall’Afp “una casa e un caffè” sono stati distrutti. La casa, secondo testimonianze riportate dal quotidiano L’Orient Today, apparteneva alla famiglia di Ali Amro, esponente di Hezbollah ucciso il 4 agosto a Houla, nel sud del paese. Amro viveva nell’abitazione ed era responsabile dei settori Mont-Liban e Northern all’interno dell’organizzazione. Altre otto persone sono state uccise nel sud del paese: finora il totale dei morti si avvicina alle 600 vittime.
    Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran
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    Gli sfollati – Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l’Onu invece il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie, ha spiegato, “arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone – molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all’aperto aspettando il loro turno”, ha aggiunto. L’Unhcr, insieme alla Mezzaluna rossa siriana, sta fornendo acqua, materassi, coperte e cibo. Molte persone “compresi bambini”, ha osservato, risultano feriti nei “recenti attacchi”.

    Hezbollah lancia un missile verso Israele – Nella notte il sistema di difesa aerea “David’s Sling” ha intercettato il “primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele”, ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano in seguito a un allarme scattato a Tel Aviv, Netanya e nelle aree circostanti. Il partito armato ha confermato l’attacco: “La resistenza islamica ha lanciato un missile balistico Qader 1 alle 6:30 (le 5:30 in Italia, ndr) di mercoledì mirando al quartier generale del Mossad nella periferia di Tel Aviv”. “Il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona”, ha replicato il portavoce internazionale dell’Idf, il tenente colonnello Nadav Shoshani, “è un po’ più a est e a nord di quell’area. Il loro missile ha attivato gli allarmi a Netanya e Tel Aviv lungo la costa”. Secondo Shoshani il missile si stava dirigendo verso aree civili della città. È andato a segno, invece, un razzo lanciato contro il kibbutz Sàar, nella Galilea occidentale: tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave. Secondo le Idf, in totale, nel corso della giornata sono stati lanciati 110 razzi dal Libano verso Israele.
    Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano”
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    Tel Aviv: “Due droni dall’Iraq” – A quanto riferiscono le forze armate israeliane, due droni sono stati lanciati dalle milizie sciite irachene contro Eilat, località balneare nel sud di Israele. Uno è stato intercettato, mentre l’altro è esploso: due persone sono rimaste leggermente ferite dalle schegge. La rete Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ha riferito che a inviare gli ordigni è stata la Resistenza islamica in Iraq, un’organizzazione composta da milizie filo-iraniane. Lo scrive Ynet. Intanto le difese aeree siriane hanno intercettato presunti missili israeliani diretti contro Tartus, la seconda città portuale più grande della Siria e sede di basi militari russe, non lontano dal confine nord del Libano. Lo hanno riferito fonti dell’esercito siriano citate dalla Reuters. Il canale televisivo saudita Al-Hadath ha riferito di un “attacco israeliano” e di esplosioni. Il Cremlino ha consigliato ai cittadini russi di lasciare il Libano per motivi di sicurezza: “Si stanno adottando tutte le misure per raccomandare ai nostri cittadini di lasciare il territorio libanese il più rapidamente possibile, utilizzando le opportunità di trasporto commerciale disponibili. Ciò è necessario per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha affermato portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Stesso invito rivolto dal Regno Unito ai cittadini britannici: quelli ancora presenti devono “lasciare immediatamente” il Paese, ha detto il premier Keir Starmer.
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    Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/25/libano-nuovi-raid-di-israele-esercito-ai-civili-non-tornate-a-casa-beirut-500mila-sfollati-hezbollah-lancia-il-1-missile-verso-tel-aviv-intercettato/7706742/
    ORRORE SENZA FINE! Per il terzo giorno consecutivo Israele continua a bombardare il Libano. Il governo di Beirut ha aggiornato a 51 morti il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti. E mentre i vertici dell’esercito di Tel Aviv preparano i soldati all’invasione di terra, il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Proprio gli Stati Uniti manifestano particolare preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile”, ha detto Joe Biden al talk show The View, “ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”. Secondo fonti anonime citate dall’emittente libanese LBCI, i tavoli hanno registrato “progressi significativi” e raggiunto “una fase seria e avanzata”, tanto che già giovedì mattina potrebbero emergere “risultati operativi“. Intanto, però, decine di soldati a stelle e strisce sono stati dispiegati a Cipro e si stanno preparando a una serie di eventualità, inclusa la possibile evacuazione dei cittadini Usa dal Libano. Netanyahu: “Non ci fermeremo” – Sul campo, infatti, tutto lascia pensare che le operazioni proseguiranno. Da un lato, le Idf (Israeli defence forces, le forze armate di Tel Aviv) hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato, perché non è ancora sicuro: “Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione”. Dall’altro, hanno annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti da schierare nel nord di Israele, al confine con il Libano: questa mossa, affermano, “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah, garantire la protezione dei cittadini dello Stato di Israele e creare le condizioni per il ritorno sicuro degli sfollati del nord nelle loro case”. Soprattutto, in un video registrato dal suo ufficio, Netanyahu ha affermato che Israele “userà tutta la sua forza” contro Hezbollah per far tornare i civili residenti nel nord del Paese, dopo l’ondata di razzi lanciati dal movimento sciita: “Stiamo infliggendo a Hezbollah colpi che non potevano immaginare, lo stiamo facendo con la forza e con l’astuzia. Posso promettervi una cosa: non ci fermeremo finché non torneranno a casa”, ha giurato. Il premier ha convocato per mercoledì sera il gabinetto di sicurezza a Tel Aviv e dovrebbe poi partire per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu. Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali” Leggi Anche Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali” I generali alle truppe: “Preparatevi all’invasione” – Non solo: il capo dell’esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. A confermare che Israele stia preparando l’invasione di terra sono anche le ultime parole del capo di Stato maggiore Herzi Halevi: “Sentite i jet. Abbiamo attaccato tutto il giorno, sia per preparare il terreno per il vostro possibile ingresso che per continuare a danneggiare Hezbollah”, ha detto alle truppe durante una simulazione di offensiva di terra, secondo quanto riporta il Times of Israel. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare, incontrerete i miliziani e gli dimostrerete che cosa significa affrontare un esercito professionale, altamente qualificata e con esperienza di battaglia. Li distruggerete”, ha aggiunto. I morti – Intanto Israele sta attaccando in aree montuose al di fuori delle tradizionali roccaforti di Hezbollah: secondo il ministero della Salute libanese un attacco sul villaggio di Joun nei monti Chouf, a sud-est di Beirut, ha ucciso quattro persone. Altre quattro sono morte nella regione di Baalbeck. Un ulterioreattacco ha ucciso tre persone a Maaysra, villaggio sciita in un’area montuosa a maggioranza cristiana a circa 25 chilometri a nord di Beirut, dove secondo i residenti sentiti dall’Afp “una casa e un caffè” sono stati distrutti. La casa, secondo testimonianze riportate dal quotidiano L’Orient Today, apparteneva alla famiglia di Ali Amro, esponente di Hezbollah ucciso il 4 agosto a Houla, nel sud del paese. Amro viveva nell’abitazione ed era responsabile dei settori Mont-Liban e Northern all’interno dell’organizzazione. Altre otto persone sono state uccise nel sud del paese: finora il totale dei morti si avvicina alle 600 vittime. Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran Leggi Anche Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran Gli sfollati – Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l’Onu invece il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie, ha spiegato, “arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone – molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all’aperto aspettando il loro turno”, ha aggiunto. L’Unhcr, insieme alla Mezzaluna rossa siriana, sta fornendo acqua, materassi, coperte e cibo. Molte persone “compresi bambini”, ha osservato, risultano feriti nei “recenti attacchi”. Hezbollah lancia un missile verso Israele – Nella notte il sistema di difesa aerea “David’s Sling” ha intercettato il “primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele”, ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano in seguito a un allarme scattato a Tel Aviv, Netanya e nelle aree circostanti. Il partito armato ha confermato l’attacco: “La resistenza islamica ha lanciato un missile balistico Qader 1 alle 6:30 (le 5:30 in Italia, ndr) di mercoledì mirando al quartier generale del Mossad nella periferia di Tel Aviv”. “Il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona”, ha replicato il portavoce internazionale dell’Idf, il tenente colonnello Nadav Shoshani, “è un po’ più a est e a nord di quell’area. Il loro missile ha attivato gli allarmi a Netanya e Tel Aviv lungo la costa”. Secondo Shoshani il missile si stava dirigendo verso aree civili della città. È andato a segno, invece, un razzo lanciato contro il kibbutz Sàar, nella Galilea occidentale: tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave. Secondo le Idf, in totale, nel corso della giornata sono stati lanciati 110 razzi dal Libano verso Israele. Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano” Leggi Anche Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano” Tel Aviv: “Due droni dall’Iraq” – A quanto riferiscono le forze armate israeliane, due droni sono stati lanciati dalle milizie sciite irachene contro Eilat, località balneare nel sud di Israele. Uno è stato intercettato, mentre l’altro è esploso: due persone sono rimaste leggermente ferite dalle schegge. La rete Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ha riferito che a inviare gli ordigni è stata la Resistenza islamica in Iraq, un’organizzazione composta da milizie filo-iraniane. Lo scrive Ynet. Intanto le difese aeree siriane hanno intercettato presunti missili israeliani diretti contro Tartus, la seconda città portuale più grande della Siria e sede di basi militari russe, non lontano dal confine nord del Libano. Lo hanno riferito fonti dell’esercito siriano citate dalla Reuters. Il canale televisivo saudita Al-Hadath ha riferito di un “attacco israeliano” e di esplosioni. Il Cremlino ha consigliato ai cittadini russi di lasciare il Libano per motivi di sicurezza: “Si stanno adottando tutte le misure per raccomandare ai nostri cittadini di lasciare il territorio libanese il più rapidamente possibile, utilizzando le opportunità di trasporto commerciale disponibili. Ciò è necessario per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha affermato portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Stesso invito rivolto dal Regno Unito ai cittadini britannici: quelli ancora presenti devono “lasciare immediatamente” il Paese, ha detto il premier Keir Starmer. Hai già letto 5 articoli Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/25/libano-nuovi-raid-di-israele-esercito-ai-civili-non-tornate-a-casa-beirut-500mila-sfollati-hezbollah-lancia-il-1-missile-verso-tel-aviv-intercettato/7706742/
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  • BISOGNA FERMARLI ORA! SI SENTONO i PROBLEMI del MONDO!
    Libano, Israele attacca di nuovo Beirut: razzi contro un edificio civile, almeno 12 morti e 66 feriti. “Uccisi 5 bambini”.

    di F. Q. | 20 Settembre 2024
    Prende fuoco la polveriera Israele-Libano. Un caccia F-35 dell’aviazione militare di Tel Aviv ha lanciato un “attacco mirato” a Beirut con due missili contro un edificio residenziale nel quartiere del Dahieh, roccaforte di Hezbollah, nella periferia sud della capitale. I media mostrano immagini del cratere dell’edificio distrutto: nei video si sentono urla e pianti, gente che accorre a cercare vittime sotto le macerie, sirene di ambulanze. Il ministero dell’Informazione libanese ha riferito che cinque bambini sono morti nel raid, su un totale al momento di 12 vittime e 66 feriti secondo i dati del Ministero della Salute libanese. È il terzo attacco su Beirut dall’inizio della guerra: a luglio, un raid ha ucciso il capo militare del Partito di Dio Fuad Shukr. A gennaio era stato eliminato il vice leader di Hamas, Saleh al-Arouri, che si trovava nella capitale libanese. Immediata la reazione di Hezbollah che ha annunciato di aver colpito una base dell’intelligence israeliana nel nord di Israele. “I nostri obiettivi sono chiari, le nostre azioni parlano da sole”, ha invece commentato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

    Media locali e israeliani riferiscono che l’obiettivo del raid potrebbe essere Naim Qassem, numero due di Hezbollah. Qassem non ha un ruolo politico rilevante all’interno del Partito di Dio ma è una figura di rappresentanza pubblica visto che il leader, Hasan Nasrallah, è da anni nascosto in località segreta. Secondo Al Jazeera e il giornalista di Axios Barak Ravid “uno degli obiettivi era il comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, ricercato dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento negli attentati all’ambasciata americana e alla caserma dei marines a Beirut nel 1983″. Secondo le Idf, con lui sono morti altri 10 comandanti di Hezbollah.

    L’ambasciata iraniana in Libano ha condannato la “follia israeliana” dopo l’attacco mortale alla roccaforte di Hezbollah: “Condanniamo con la massima fermezza la follia e l’arroganza israeliana che ha superato ogni limite prendendo di mira le aree residenziali nei sobborghi meridionali di Beirut”, si legge su X. L’Onu si è detta “molto preoccupata” per la situazione e chiede “moderazione”: “Siamo molto preoccupati per l’intensificarsi dell’escalation attorno alla Linea Blu, compreso l’attacco mortale di oggi a Beirut. Chiediamo a tutte le parti di allentare immediatamente l’escalation. Tutti devono esercitare la massima moderazione”, ha affermato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale Antonio Guterres.

    Tra ieri sera e questa mattina Israele era tornato a bombardare il Libano meridionale. “Da questo (ieri, ndr) pomeriggio, le forze aeree hanno colpito circa 100 lanciarazzi e altre infrastrutture terroristiche per un totale di 1.000 bocche da fuoco“, hanno fatto sapere giovedì sera le Israel Defense Forces. I media libanesi hanno riferito che ci sono stati fra i 50 e le 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l’operazione più pesante dall’inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah “proseguiranno” e ha parlato di “una nuova fase della guerra“, iniziata il 17 e 18 settembre quando il Mossad, i servizi segreti esteri di Tel Aviv, ha fatto esplodere cercapersone e walkie-talkie del Partito di Dio uccidendo 32 combattenti, diversi civili e ferendo altre 3mila persone. “Una dichiarazione di guerra”, l’ha definita il leader della milizia libanese, Hassan Nasrallah in un discorso tenuto ieri alla nazione.

    Ai raid israeliani Beirut aveva risposto lanciando razzi. In tre ondate ha scagliato 150 ordigni – circa 60 nella prima, 70 nella seconda e 20 nella terza, sull’Alta Galilea. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità di “attacchi missilistici” contro tre siti militari israeliani. In particolare secondo l’organizzazione, un missile teleguidato ha distrutto una postazione di soldati israeliani a Metulla e diversi altri siti lungo il confine, tra cui diverse basi di difesa aerea e il quartier generale di una brigata corazzata israeliana che ha dichiarato di aver colpito per la prima volta. Hezbollah ha aggiunto che i razzi erano una rappresaglia per gli attacchi israeliani a villaggi e case nel sud del Libano e un segnale di a sostegno alla “resistenza coraggiosa e onorevole” del popolo palestinese.

    Israele potrebbe aver pianificato l’attacco con i cercapersone per circa 15 anni. Un funzionario dell’intelligence americana ha riferito all’emittente Abc che un’operazione del genere richiede un lungo processo che comporta la creazione di società fittizie con molteplici livelli di sotterfugi per consentire agli agenti di inserirsi nella catena di fornitura. Alcuni dei soggetti coinvolti, ha aggiunto il funzionario, probabilmente non sapevano di essere al servizio dell’intelligence israeliana. La fonte ha anche osservato che in passato la Cia ha evitato di ricorrere a un attacco del genere perché era considerato un rischio elevato per i civili.

    Le operazioni sembrano proseguire anche in altri Paesi dell’area. Diversi media arabi hanno riferito riportano che Israele ha attaccato un veicolo sulla strada dell’aeroporto di Damasco, in Siria, e secondo il canale saudita al Hadath diversi membri della milizia filo-iraniana “le brigate Hezbollah in Iraq” sarebbero state eliminati. Secondo la tv pubblica Kan, “un’alta personalità” è stata uccisa nell’operazione.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/20/libano-nuovi-raid-delle-israel-defense-forces-distrutti-100-lanciarazzi-pronti-a-essere-usati-e-la-piu-grande-operazione-dal-7-ottobre/7700562/
    BISOGNA FERMARLI ORA! SI SENTONO i PROBLEMI del MONDO! Libano, Israele attacca di nuovo Beirut: razzi contro un edificio civile, almeno 12 morti e 66 feriti. “Uccisi 5 bambini”. di F. Q. | 20 Settembre 2024 Prende fuoco la polveriera Israele-Libano. Un caccia F-35 dell’aviazione militare di Tel Aviv ha lanciato un “attacco mirato” a Beirut con due missili contro un edificio residenziale nel quartiere del Dahieh, roccaforte di Hezbollah, nella periferia sud della capitale. I media mostrano immagini del cratere dell’edificio distrutto: nei video si sentono urla e pianti, gente che accorre a cercare vittime sotto le macerie, sirene di ambulanze. Il ministero dell’Informazione libanese ha riferito che cinque bambini sono morti nel raid, su un totale al momento di 12 vittime e 66 feriti secondo i dati del Ministero della Salute libanese. È il terzo attacco su Beirut dall’inizio della guerra: a luglio, un raid ha ucciso il capo militare del Partito di Dio Fuad Shukr. A gennaio era stato eliminato il vice leader di Hamas, Saleh al-Arouri, che si trovava nella capitale libanese. Immediata la reazione di Hezbollah che ha annunciato di aver colpito una base dell’intelligence israeliana nel nord di Israele. “I nostri obiettivi sono chiari, le nostre azioni parlano da sole”, ha invece commentato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Media locali e israeliani riferiscono che l’obiettivo del raid potrebbe essere Naim Qassem, numero due di Hezbollah. Qassem non ha un ruolo politico rilevante all’interno del Partito di Dio ma è una figura di rappresentanza pubblica visto che il leader, Hasan Nasrallah, è da anni nascosto in località segreta. Secondo Al Jazeera e il giornalista di Axios Barak Ravid “uno degli obiettivi era il comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil, ricercato dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento negli attentati all’ambasciata americana e alla caserma dei marines a Beirut nel 1983″. Secondo le Idf, con lui sono morti altri 10 comandanti di Hezbollah. L’ambasciata iraniana in Libano ha condannato la “follia israeliana” dopo l’attacco mortale alla roccaforte di Hezbollah: “Condanniamo con la massima fermezza la follia e l’arroganza israeliana che ha superato ogni limite prendendo di mira le aree residenziali nei sobborghi meridionali di Beirut”, si legge su X. L’Onu si è detta “molto preoccupata” per la situazione e chiede “moderazione”: “Siamo molto preoccupati per l’intensificarsi dell’escalation attorno alla Linea Blu, compreso l’attacco mortale di oggi a Beirut. Chiediamo a tutte le parti di allentare immediatamente l’escalation. Tutti devono esercitare la massima moderazione”, ha affermato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale Antonio Guterres. Tra ieri sera e questa mattina Israele era tornato a bombardare il Libano meridionale. “Da questo (ieri, ndr) pomeriggio, le forze aeree hanno colpito circa 100 lanciarazzi e altre infrastrutture terroristiche per un totale di 1.000 bocche da fuoco“, hanno fatto sapere giovedì sera le Israel Defense Forces. I media libanesi hanno riferito che ci sono stati fra i 50 e le 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l’operazione più pesante dall’inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah “proseguiranno” e ha parlato di “una nuova fase della guerra“, iniziata il 17 e 18 settembre quando il Mossad, i servizi segreti esteri di Tel Aviv, ha fatto esplodere cercapersone e walkie-talkie del Partito di Dio uccidendo 32 combattenti, diversi civili e ferendo altre 3mila persone. “Una dichiarazione di guerra”, l’ha definita il leader della milizia libanese, Hassan Nasrallah in un discorso tenuto ieri alla nazione. Ai raid israeliani Beirut aveva risposto lanciando razzi. In tre ondate ha scagliato 150 ordigni – circa 60 nella prima, 70 nella seconda e 20 nella terza, sull’Alta Galilea. Hezbollah ha rivendicato la responsabilità di “attacchi missilistici” contro tre siti militari israeliani. In particolare secondo l’organizzazione, un missile teleguidato ha distrutto una postazione di soldati israeliani a Metulla e diversi altri siti lungo il confine, tra cui diverse basi di difesa aerea e il quartier generale di una brigata corazzata israeliana che ha dichiarato di aver colpito per la prima volta. Hezbollah ha aggiunto che i razzi erano una rappresaglia per gli attacchi israeliani a villaggi e case nel sud del Libano e un segnale di a sostegno alla “resistenza coraggiosa e onorevole” del popolo palestinese. Israele potrebbe aver pianificato l’attacco con i cercapersone per circa 15 anni. Un funzionario dell’intelligence americana ha riferito all’emittente Abc che un’operazione del genere richiede un lungo processo che comporta la creazione di società fittizie con molteplici livelli di sotterfugi per consentire agli agenti di inserirsi nella catena di fornitura. Alcuni dei soggetti coinvolti, ha aggiunto il funzionario, probabilmente non sapevano di essere al servizio dell’intelligence israeliana. La fonte ha anche osservato che in passato la Cia ha evitato di ricorrere a un attacco del genere perché era considerato un rischio elevato per i civili. Le operazioni sembrano proseguire anche in altri Paesi dell’area. Diversi media arabi hanno riferito riportano che Israele ha attaccato un veicolo sulla strada dell’aeroporto di Damasco, in Siria, e secondo il canale saudita al Hadath diversi membri della milizia filo-iraniana “le brigate Hezbollah in Iraq” sarebbero state eliminati. Secondo la tv pubblica Kan, “un’alta personalità” è stata uccisa nell’operazione. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/20/libano-nuovi-raid-delle-israel-defense-forces-distrutti-100-lanciarazzi-pronti-a-essere-usati-e-la-piu-grande-operazione-dal-7-ottobre/7700562/
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  • ORA IN LIBANO ESPLODONO ANCHE GLI IPHONE APPLE
    Secondo numerose fonti gli israeliani starebbero facendo esplodere a Beirut, soprattutto all'interno di negozi affollati, addirittura il vanto della tecnologia USA: gli iPhone Apple.
    Ieri un portavoce del governo USA aveva negato di avere qualsiasi informazione sulle misteriose esplosioni. Oggi invece la stampa Mainstream afferma che Israele aveva preavvertito gli americani della diabolica operazione. Il mistero s'infittisce, ma certo il buon nome della Apple non esce rafforzato dalla vicenda.
    Continuano intanto le illazioni più disparate su come il Mossad riuscirebbe a fare esplodere contemporaneamente così tanti dispositivi, tecnologicamente diversi tra loro, quasi sapesse esattamente dove si trovano, cosa sta facendo l'utilizzatore, e a che distanza di trova dal dispositivo. 🫣
    🇱🇧 🇮🇱 ORA IN LIBANO ESPLODONO ANCHE GLI IPHONE APPLE❓ Secondo numerose fonti gli israeliani starebbero facendo esplodere a Beirut, soprattutto all'interno di negozi affollati, addirittura il vanto della tecnologia USA: gli iPhone Apple. Ieri un portavoce del governo USA aveva negato di avere qualsiasi informazione sulle misteriose esplosioni. Oggi invece la stampa Mainstream afferma che Israele aveva preavvertito gli americani della diabolica operazione. Il mistero s'infittisce, ma certo il buon nome della Apple non esce rafforzato dalla vicenda. Continuano intanto le illazioni più disparate su come il Mossad riuscirebbe a fare esplodere contemporaneamente così tanti dispositivi, tecnologicamente diversi tra loro, quasi sapesse esattamente dove si trovano, cosa sta facendo l'utilizzatore, e a che distanza di trova dal dispositivo. 😱🫣
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  • AFFONDAMENTO del BAYESIAN.
    LEGGETE con ATTENZIONE!

    Stasera puntata a dir poco imbarazzante di Bruno Vespa che si è presentato con il plastico (sic) del Bayesian e con l'amministratore dell'Italian Sea Group, Giovanni Costantino. Costantino ha accusato, senza prove, l'equipaggio di aver causato l'affondamento del Bayesian per aver lasciato il portellone aperto nonostante questa storia sia stato già smentita. Inoltre anche nell'assurda ipotesi che lo fosse stato, ci vogliono ore e ore prima che la barca affondi, non certo due minuti.

    Costantino prova poi ancora a ripetere la storiella del maltempo quando i vari testimoni del posto mi hanno riferito che a Porticello quella sera non c'è stata nessuna tromba d'aria, ma soltanto un acquazzone. Le altre barche non hanno infatti avuto problemi. È affondato solo il Bayesian perché questa barca è stata attaccata per gli ospiti "eccellenti" che c'erano a bordo, legati al Mossad come Lynch. Il mainstream ancora prova a raccontarci le storielle, ma ormai a crederci sono rimasti solo Vespa e i suoi due spettatori.
    AFFONDAMENTO del BAYESIAN. LEGGETE con ATTENZIONE! Stasera puntata a dir poco imbarazzante di Bruno Vespa che si è presentato con il plastico (sic) del Bayesian e con l'amministratore dell'Italian Sea Group, Giovanni Costantino. Costantino ha accusato, senza prove, l'equipaggio di aver causato l'affondamento del Bayesian per aver lasciato il portellone aperto nonostante questa storia sia stato già smentita. Inoltre anche nell'assurda ipotesi che lo fosse stato, ci vogliono ore e ore prima che la barca affondi, non certo due minuti. Costantino prova poi ancora a ripetere la storiella del maltempo quando i vari testimoni del posto mi hanno riferito che a Porticello quella sera non c'è stata nessuna tromba d'aria, ma soltanto un acquazzone. Le altre barche non hanno infatti avuto problemi. È affondato solo il Bayesian perché questa barca è stata attaccata per gli ospiti "eccellenti" che c'erano a bordo, legati al Mossad come Lynch. Il mainstream ancora prova a raccontarci le storielle, ma ormai a crederci sono rimasti solo Vespa e i suoi due spettatori.
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  • TRUMP DEVE MORIRE

    Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro.

    La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata.

    Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino.

    La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco.

    Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo.

    L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo.

    Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show.

    Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine.

    Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre.

    Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile.

    Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato.

    Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata.

    Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco.

    Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta.

    Pluto
    TRUMP DEVE MORIRE Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro. La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata. Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino. La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco. Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo. L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo. Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show. Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine. Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre. Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile. Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato. Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata. Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco. Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta. Pluto
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  • Diciannove anni fa e precisamente il 5 luglio del 2005, il programma NEXT di Rai News 24 intervistò Giovanni Galloni. Fu un giurista, vicepresidente del CSM, deputato e ministro della Repubblica italiana, molto vicino ad Aldo Moro.
    Nel corso dell' intervista ebbe a dire che le B.R. erano state infiltrate da agenti appartenenti alla CIA e al Mossad ( Israele nonostante storicamente vada lamentando che i Paesi confinanti tramino contro di esso, trova sempre il tempo e delle ragioni per trovarsi laddove non ci aspetterebbe di trovarlo ).
    Alla domanda se il capo stazione della CIA italiana potesse agire senza preoccuparsi di relazionarsi con i nostri servizi e le nostre istituzioni, Giovanni Galloni rispose che i rapporti sussistevano ma erano insufficienti, inadeguati.
    Se la CIA e il Mossad potevano, grazie ai propri infiltrati , conoscere le mosse, i progetti e, soprattutto, i covi delle B.R., perché il quello dove era trattenuto Aldo Moro non venne individuato per tempo, al contrario di quanto accadde poche settimane dopo il sequestro dello statista, allorché fu rapito un esponente statunitense da parte sempre delle B.R. ma in quindici giorni fu scoperto il covo presso il quale era trattenuto e quindi liberato?


    https://youtu.be/BYT7o0a2ScY?si=-ZCjN517QqOPzcKs
    Diciannove anni fa e precisamente il 5 luglio del 2005, il programma NEXT di Rai News 24 intervistò Giovanni Galloni. Fu un giurista, vicepresidente del CSM, deputato e ministro della Repubblica italiana, molto vicino ad Aldo Moro. Nel corso dell' intervista ebbe a dire che le B.R. erano state infiltrate da agenti appartenenti alla CIA e al Mossad ( Israele nonostante storicamente vada lamentando che i Paesi confinanti tramino contro di esso, trova sempre il tempo e delle ragioni per trovarsi laddove non ci aspetterebbe di trovarlo ). Alla domanda se il capo stazione della CIA italiana potesse agire senza preoccuparsi di relazionarsi con i nostri servizi e le nostre istituzioni, Giovanni Galloni rispose che i rapporti sussistevano ma erano insufficienti, inadeguati. Se la CIA e il Mossad potevano, grazie ai propri infiltrati , conoscere le mosse, i progetti e, soprattutto, i covi delle B.R., perché il quello dove era trattenuto Aldo Moro non venne individuato per tempo, al contrario di quanto accadde poche settimane dopo il sequestro dello statista, allorché fu rapito un esponente statunitense da parte sempre delle B.R. ma in quindici giorni fu scoperto il covo presso il quale era trattenuto e quindi liberato? 👇 https://youtu.be/BYT7o0a2ScY?si=-ZCjN517QqOPzcKs
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  • BREAKING NEWS: JULIAN ASSANGE IS FREE! THE FIGHT HAS JUST BEGAN!

    IN EXACTLY 24 HOURS TUCKER CARLSON IS DOING LIVE INTERVIEW WITH JULIAN ASSANGE RIGHT HERE ON TELEGRAM!

    Julian Assange will EXPOSE the CIA, the TRUTH about 9/11, JOHN PODESTA, CLINTON FAMILY’S CRIMES, BRIBES, MURDERS, the TRUTH about who is behind JOE BIDEN, the LIZARD PEOPLE, Epstein’s CIA/MOSSAD affiliations and MUCH MORE!

    The LIVE INTERVIEW will be broadcasted on TUCKER CARLSON’S UNCENSORED PRIVATE TELEGRAM CHANNEL!

    EXPOSING EVERYTHING AND EVERYONE IN ORDER TO GET FREEDOM AND JUSTICE!

    LIVE LINK
    https://t.me/+If_cY_LmHV03YTQ1
    BREAKING NEWS🚨: JULIAN ASSANGE IS FREE! THE FIGHT HAS JUST BEGAN! IN EXACTLY 24 HOURS TUCKER CARLSON IS DOING LIVE INTERVIEW WITH JULIAN ASSANGE RIGHT HERE ON TELEGRAM! Julian Assange will EXPOSE the CIA, the TRUTH about 9/11, JOHN PODESTA, CLINTON FAMILY’S CRIMES, BRIBES, MURDERS, the TRUTH about who is behind JOE BIDEN, the LIZARD PEOPLE, Epstein’s CIA/MOSSAD affiliations and MUCH MORE! The LIVE INTERVIEW will be broadcasted on TUCKER CARLSON’S UNCENSORED PRIVATE TELEGRAM CHANNEL! EXPOSING EVERYTHING AND EVERYONE IN ORDER TO GET FREEDOM AND JUSTICE! LIVE LINK👇 https://t.me/+If_cY_LmHV03YTQ1
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  • COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MORTE di RAISI?
    SI È TRATTATO di un ATTENTATO?

    Dal quotidiano Libero di oggi pag.12 un articolo dedicato a quanto accaduto all' Iran.
    Sulla prima pagina la redazione non si trattiene dal sostenere che il mondo ora sogna la fine del regime iraniano, passando all' articolo la stessa non esclude, quando ancora non vi sono prove, che possa essersi trattato di un attentato voluto dai numerosi nemici della Repubblica Islamica, la quale è ritenuta ( sulla base di..? ), parere sempre dalla redazione di Libero, esportatrice di morte (sic!). Libero rammenta ai suoi lettori che poco più di un mese fa l' Iran ha colpito Israele con 300 missili e droni... però non fa alcun accenno che si era trattato di una reazione all' abbattimento della propria ambasciata in terra siriana da parte dell' artiglieria Israeliana. Una dimenticanza che, presumibilmente, può fare credere ai lettori che l' Iran bombarda senza alcuna ragione pertanto merita la condanna della comunità internazionale.
    Interessante quando riporta la notizia che la visita in Azerbaijan, dove si era recato il presidente della Repubblica Islamica, " fa pensare al Mossad il quale avrebbe nel paese basi allo scopo di sorvegliare e infiltrare agevolmente il vicino Iran, basi concesse da Aliyev in cambio della fornitura di sofisticate armi di produzione israeliana { missili Lora e droni Hermes }, utilizzati per reprimere le aspirazioni indipendentistiche della popolazione del Nagorno-Karabakh."
    Ufficialmente la visita in Azerbaijan era stata programmata per presiedere all' inaugurazione di due dighe idroelettriche, realizzate anche con la partecipazione dell' Iran, e l' avvio del ponte di Adhband.
    Dal Sole 24 ore del 5 ottobre 2023, si apprende che Israele coltiva molteplici interessi in Azerbaijan, energetici ( il 40% del petrolio Israeliano proviene dal territorio azero), economici ( il governo azero è un grande acquirente di armi israeliane. Il 70% dell' armamenti delle ff.aa.azere proviene dall' industria israeliana) e strategici ( ha basi militari che le permettono di monitorare l' Iran, sempre negate sia da Israele che dall' Azerbaijan).
    È recente quanto accaduto, anche in quell' episodio, ai danni del primo ministro della Slovacchia ed ora, stavolta conclusasi con la morte, un evento simile ( per la redazione di Libero potrebbe trattasi di un attentato ) ai danni di alti rappresentanti del governo iraniano.
    Il governo azero mal sopporta il sostegno ( sempre dal Sole 24 ore) iraniano all' Armenia.
    L' ambasciata armena in Israele ha più volte denunciato l' appoggio israeliano al governo azero ricevendo solo delle smentite.
    Come potrebbe reagire il governo iraniano qualora venisse accertato che l' elicottero è caduto perché abbattuto su decisione del Mossad ? L' Iran risponderebbe inasprendo ulteriormente la già infuocata regione mediorientale ? Gli USA interverrebbero? Se venisse richiesto alla NATO, ci sarebbe anche l' Italia.?
    COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MORTE di RAISI? SI È TRATTATO di un ATTENTATO? Dal quotidiano Libero di oggi pag.12 un articolo dedicato a quanto accaduto all' Iran. Sulla prima pagina la redazione non si trattiene dal sostenere che il mondo ora sogna la fine del regime iraniano, passando all' articolo la stessa non esclude, quando ancora non vi sono prove, che possa essersi trattato di un attentato voluto dai numerosi nemici della Repubblica Islamica, la quale è ritenuta ( sulla base di..? ), parere sempre dalla redazione di Libero, esportatrice di morte (sic!). Libero rammenta ai suoi lettori che poco più di un mese fa l' Iran ha colpito Israele con 300 missili e droni... però non fa alcun accenno che si era trattato di una reazione all' abbattimento della propria ambasciata in terra siriana da parte dell' artiglieria Israeliana. Una dimenticanza che, presumibilmente, può fare credere ai lettori che l' Iran bombarda senza alcuna ragione pertanto merita la condanna della comunità internazionale. Interessante quando riporta la notizia che la visita in Azerbaijan, dove si era recato il presidente della Repubblica Islamica, " fa pensare al Mossad il quale avrebbe nel paese basi allo scopo di sorvegliare e infiltrare agevolmente il vicino Iran, basi concesse da Aliyev in cambio della fornitura di sofisticate armi di produzione israeliana { missili Lora e droni Hermes }, utilizzati per reprimere le aspirazioni indipendentistiche della popolazione del Nagorno-Karabakh." Ufficialmente la visita in Azerbaijan era stata programmata per presiedere all' inaugurazione di due dighe idroelettriche, realizzate anche con la partecipazione dell' Iran, e l' avvio del ponte di Adhband. Dal Sole 24 ore del 5 ottobre 2023, si apprende che Israele coltiva molteplici interessi in Azerbaijan, energetici ( il 40% del petrolio Israeliano proviene dal territorio azero), economici ( il governo azero è un grande acquirente di armi israeliane. Il 70% dell' armamenti delle ff.aa.azere proviene dall' industria israeliana) e strategici ( ha basi militari che le permettono di monitorare l' Iran, sempre negate sia da Israele che dall' Azerbaijan). È recente quanto accaduto, anche in quell' episodio, ai danni del primo ministro della Slovacchia ed ora, stavolta conclusasi con la morte, un evento simile ( per la redazione di Libero potrebbe trattasi di un attentato ) ai danni di alti rappresentanti del governo iraniano. Il governo azero mal sopporta il sostegno ( sempre dal Sole 24 ore) iraniano all' Armenia. L' ambasciata armena in Israele ha più volte denunciato l' appoggio israeliano al governo azero ricevendo solo delle smentite. Come potrebbe reagire il governo iraniano qualora venisse accertato che l' elicottero è caduto perché abbattuto su decisione del Mossad ? L' Iran risponderebbe inasprendo ulteriormente la già infuocata regione mediorientale ? Gli USA interverrebbero? Se venisse richiesto alla NATO, ci sarebbe anche l' Italia.?
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  • Se è risaputo che in Qatar vi si trovano gli alti esponenti di Hamas, i quali senza che debbano o sentano l' esigenza di muoversi da quello stesso territorio impartiscono gli ordini ai guerriglieri presenti a Gaza, perché il governo israeliano non ne chiede alle autorità del Qatar la loro estradizione?
    Non sarà perché il Qatar gode, in forza della legislazione degli USA, del privilegio noto come
    " Major non NATO ally ?" ( Maggior alleato non NATO ). Gli USA assegnano siffatta designazione a quegli Stati ai quali sono  concessi una serie di prerogative nei rapporti con essi nei settori della difesa e della cooperazione in ambito della sicurezza pur non facendo parte dell' alleanza atlantica. Gli Stati Major non NATO ally si avvantaggiano di risorse finanziarie, commerciali e militari, come fossero membri a tutti gli effetti della NATO.
    Di seguito alcuni   privilegi concessi dalla legislazione statunitense agli MNNA :
    *l'idoneità a essere scelti come luoghi per stoccare, al di fuori delle strutture militari statunitensi, le riserve di materiale bellico di proprietà degli Stati Uniti;
    * La possibilità di stipulare accordi reciproci con gli Stati Uniti nel campo della formazione militare, su base bilaterale o multilaterale, previo il rimborso di tutti i costi diretti statunitensi.
    Oltre a quello status, il Qatar  da gran tempo gode, stando alle dichiarazioni di un alto funzionario europeo rese note dall' agenzia Ansa del dicembre 2022, di un " generale favore strategico"
    Che Hamas avesse fin dal suo esordio goduto dei buoni uffici del Mossad e ....della CIA allo scopo di indebolire l' OLP e fargli perdere consensi, lo rese noto un senatore USA, Ron Paul esponente della corrente libertaria e non interventista del partito repubblicano.
    Il senatore Ron Paul, sebbene abbia quasi raggiunto i novant'anni, continua a propugnare con tenacia il ritiro delle truppe USA ovunque siano state stanziate; incalza il governo dal desistere di continuare ad essere
    " il poliziotto nel mondo"; chiede la fine dell' embargo nei confronti di Cuba; l' interruzione dei finanziamenti ad Israele; l' uscita degli USA da tutte le organizzazioni sovranazionali come l' ONU, la NATO, il WTO; il ritorno all' originario spirito neutralista in politica estera.
    ...subentrasse questo senatore alla presidenza USA.
    Se è risaputo che in Qatar vi si trovano gli alti esponenti di Hamas, i quali senza che debbano o sentano l' esigenza di muoversi da quello stesso territorio impartiscono gli ordini ai guerriglieri presenti a Gaza, perché il governo israeliano non ne chiede alle autorità del Qatar la loro estradizione? Non sarà perché il Qatar gode, in forza della legislazione degli USA, del privilegio noto come " Major non NATO ally ?" ( Maggior alleato non NATO ). Gli USA assegnano siffatta designazione a quegli Stati ai quali sono  concessi una serie di prerogative nei rapporti con essi nei settori della difesa e della cooperazione in ambito della sicurezza pur non facendo parte dell' alleanza atlantica. Gli Stati Major non NATO ally si avvantaggiano di risorse finanziarie, commerciali e militari, come fossero membri a tutti gli effetti della NATO. Di seguito alcuni   privilegi concessi dalla legislazione statunitense agli MNNA : *l'idoneità a essere scelti come luoghi per stoccare, al di fuori delle strutture militari statunitensi, le riserve di materiale bellico di proprietà degli Stati Uniti; * La possibilità di stipulare accordi reciproci con gli Stati Uniti nel campo della formazione militare, su base bilaterale o multilaterale, previo il rimborso di tutti i costi diretti statunitensi. Oltre a quello status, il Qatar  da gran tempo gode, stando alle dichiarazioni di un alto funzionario europeo rese note dall' agenzia Ansa del dicembre 2022, di un " generale favore strategico" Che Hamas avesse fin dal suo esordio goduto dei buoni uffici del Mossad e ....della CIA allo scopo di indebolire l' OLP e fargli perdere consensi, lo rese noto un senatore USA, Ron Paul esponente della corrente libertaria e non interventista del partito repubblicano. Il senatore Ron Paul, sebbene abbia quasi raggiunto i novant'anni, continua a propugnare con tenacia il ritiro delle truppe USA ovunque siano state stanziate; incalza il governo dal desistere di continuare ad essere " il poliziotto nel mondo"; chiede la fine dell' embargo nei confronti di Cuba; l' interruzione dei finanziamenti ad Israele; l' uscita degli USA da tutte le organizzazioni sovranazionali come l' ONU, la NATO, il WTO; il ritorno all' originario spirito neutralista in politica estera. ...subentrasse questo senatore alla presidenza USA.
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