• VOGLIAMO UNA INIZIATIVA CONTRO I POTENTATI SANITARI CHE LUCRANO SUL COVID

    MPL ha chiesto alle organizzazioni presenti su territorio nazionale, un iniziativa in presenza e SOTTO LE SEDI delle istituzioni che avallano e diffondono campagne deliranti da vaccinazione 'Covid'.
    L'iniziativa da tenersi a novembre in contemporanea in varie città.
    maggiori informazioni nei prossimi giorni.

    (In foto: pubblicità vaccinazione anti-influenzale e anti-Covid in provincia di Parma
    https://www.ausl.pr.it/comunicazione_stampa/campagne_informative_1/influenza_covid_vaccinazioni.aspx


    MPL
    Fonte: https://t.me/movimentoperleliberta
    VOGLIAMO UNA INIZIATIVA CONTRO I POTENTATI SANITARI CHE LUCRANO SUL COVID MPL ha chiesto alle organizzazioni presenti su territorio nazionale, un iniziativa in presenza e SOTTO LE SEDI delle istituzioni che avallano e diffondono campagne deliranti da vaccinazione 'Covid'. L'iniziativa da tenersi a novembre in contemporanea in varie città. maggiori informazioni nei prossimi giorni. (In foto: pubblicità vaccinazione anti-influenzale e anti-Covid in provincia di Parma https://www.ausl.pr.it/comunicazione_stampa/campagne_informative_1/influenza_covid_vaccinazioni.aspx 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿MPL Fonte: https://t.me/movimentoperleliberta
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  • ORRORE SENZA FINE!
    Per il terzo giorno consecutivo Israele continua a bombardare il Libano. Il governo di Beirut ha aggiornato a 51 morti il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti. E mentre i vertici dell’esercito di Tel Aviv preparano i soldati all’invasione di terra, il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Proprio gli Stati Uniti manifestano particolare preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile”, ha detto Joe Biden al talk show The View, “ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”. Secondo fonti anonime citate dall’emittente libanese LBCI, i tavoli hanno registrato “progressi significativi” e raggiunto “una fase seria e avanzata”, tanto che già giovedì mattina potrebbero emergere “risultati operativi“. Intanto, però, decine di soldati a stelle e strisce sono stati dispiegati a Cipro e si stanno preparando a una serie di eventualità, inclusa la possibile evacuazione dei cittadini Usa dal Libano.

    Netanyahu: “Non ci fermeremo” – Sul campo, infatti, tutto lascia pensare che le operazioni proseguiranno. Da un lato, le Idf (Israeli defence forces, le forze armate di Tel Aviv) hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato, perché non è ancora sicuro: “Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione”. Dall’altro, hanno annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti da schierare nel nord di Israele, al confine con il Libano: questa mossa, affermano, “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah, garantire la protezione dei cittadini dello Stato di Israele e creare le condizioni per il ritorno sicuro degli sfollati del nord nelle loro case”. Soprattutto, in un video registrato dal suo ufficio, Netanyahu ha affermato che Israele “userà tutta la sua forza” contro Hezbollah per far tornare i civili residenti nel nord del Paese, dopo l’ondata di razzi lanciati dal movimento sciita: “Stiamo infliggendo a Hezbollah colpi che non potevano immaginare, lo stiamo facendo con la forza e con l’astuzia. Posso promettervi una cosa: non ci fermeremo finché non torneranno a casa”, ha giurato. Il premier ha convocato per mercoledì sera il gabinetto di sicurezza a Tel Aviv e dovrebbe poi partire per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu.
    Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali”
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    I generali alle truppe: “Preparatevi all’invasione” – Non solo: il capo dell’esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. A confermare che Israele stia preparando l’invasione di terra sono anche le ultime parole del capo di Stato maggiore Herzi Halevi: “Sentite i jet. Abbiamo attaccato tutto il giorno, sia per preparare il terreno per il vostro possibile ingresso che per continuare a danneggiare Hezbollah”, ha detto alle truppe durante una simulazione di offensiva di terra, secondo quanto riporta il Times of Israel. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare, incontrerete i miliziani e gli dimostrerete che cosa significa affrontare un esercito professionale, altamente qualificata e con esperienza di battaglia. Li distruggerete”, ha aggiunto.

    I morti – Intanto Israele sta attaccando in aree montuose al di fuori delle tradizionali roccaforti di Hezbollah: secondo il ministero della Salute libanese un attacco sul villaggio di Joun nei monti Chouf, a sud-est di Beirut, ha ucciso quattro persone. Altre quattro sono morte nella regione di Baalbeck. Un ulterioreattacco ha ucciso tre persone a Maaysra, villaggio sciita in un’area montuosa a maggioranza cristiana a circa 25 chilometri a nord di Beirut, dove secondo i residenti sentiti dall’Afp “una casa e un caffè” sono stati distrutti. La casa, secondo testimonianze riportate dal quotidiano L’Orient Today, apparteneva alla famiglia di Ali Amro, esponente di Hezbollah ucciso il 4 agosto a Houla, nel sud del paese. Amro viveva nell’abitazione ed era responsabile dei settori Mont-Liban e Northern all’interno dell’organizzazione. Altre otto persone sono state uccise nel sud del paese: finora il totale dei morti si avvicina alle 600 vittime.
    Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran
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    Gli sfollati – Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l’Onu invece il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie, ha spiegato, “arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone – molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all’aperto aspettando il loro turno”, ha aggiunto. L’Unhcr, insieme alla Mezzaluna rossa siriana, sta fornendo acqua, materassi, coperte e cibo. Molte persone “compresi bambini”, ha osservato, risultano feriti nei “recenti attacchi”.

    Hezbollah lancia un missile verso Israele – Nella notte il sistema di difesa aerea “David’s Sling” ha intercettato il “primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele”, ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano in seguito a un allarme scattato a Tel Aviv, Netanya e nelle aree circostanti. Il partito armato ha confermato l’attacco: “La resistenza islamica ha lanciato un missile balistico Qader 1 alle 6:30 (le 5:30 in Italia, ndr) di mercoledì mirando al quartier generale del Mossad nella periferia di Tel Aviv”. “Il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona”, ha replicato il portavoce internazionale dell’Idf, il tenente colonnello Nadav Shoshani, “è un po’ più a est e a nord di quell’area. Il loro missile ha attivato gli allarmi a Netanya e Tel Aviv lungo la costa”. Secondo Shoshani il missile si stava dirigendo verso aree civili della città. È andato a segno, invece, un razzo lanciato contro il kibbutz Sàar, nella Galilea occidentale: tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave. Secondo le Idf, in totale, nel corso della giornata sono stati lanciati 110 razzi dal Libano verso Israele.
    Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano”
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    Tel Aviv: “Due droni dall’Iraq” – A quanto riferiscono le forze armate israeliane, due droni sono stati lanciati dalle milizie sciite irachene contro Eilat, località balneare nel sud di Israele. Uno è stato intercettato, mentre l’altro è esploso: due persone sono rimaste leggermente ferite dalle schegge. La rete Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ha riferito che a inviare gli ordigni è stata la Resistenza islamica in Iraq, un’organizzazione composta da milizie filo-iraniane. Lo scrive Ynet. Intanto le difese aeree siriane hanno intercettato presunti missili israeliani diretti contro Tartus, la seconda città portuale più grande della Siria e sede di basi militari russe, non lontano dal confine nord del Libano. Lo hanno riferito fonti dell’esercito siriano citate dalla Reuters. Il canale televisivo saudita Al-Hadath ha riferito di un “attacco israeliano” e di esplosioni. Il Cremlino ha consigliato ai cittadini russi di lasciare il Libano per motivi di sicurezza: “Si stanno adottando tutte le misure per raccomandare ai nostri cittadini di lasciare il territorio libanese il più rapidamente possibile, utilizzando le opportunità di trasporto commerciale disponibili. Ciò è necessario per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha affermato portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Stesso invito rivolto dal Regno Unito ai cittadini britannici: quelli ancora presenti devono “lasciare immediatamente” il Paese, ha detto il premier Keir Starmer.
    Hai già letto 5 articoli

    Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/25/libano-nuovi-raid-di-israele-esercito-ai-civili-non-tornate-a-casa-beirut-500mila-sfollati-hezbollah-lancia-il-1-missile-verso-tel-aviv-intercettato/7706742/
    ORRORE SENZA FINE! Per il terzo giorno consecutivo Israele continua a bombardare il Libano. Il governo di Beirut ha aggiornato a 51 morti il bilancio delle vittime di mercoledì, che si aggiungono alle centinaia dei giorni precedenti. E mentre i vertici dell’esercito di Tel Aviv preparano i soldati all’invasione di terra, il premier Benjamin Netanyahu ha dato il via libera ai colloqui con gli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nel Paese: Washington, però, non parla direttamente con Hezbollah, quindi i contatti saranno indiretti attraverso i governo libanese, francese e di altri Paesi europei. Proprio gli Stati Uniti manifestano particolare preoccupazione per un allargamento del conflitto: “Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile”, ha detto Joe Biden al talk show The View, “ma io credo ancora che si possa arrivare a un accordo che cambi tutta la regione”. Secondo fonti anonime citate dall’emittente libanese LBCI, i tavoli hanno registrato “progressi significativi” e raggiunto “una fase seria e avanzata”, tanto che già giovedì mattina potrebbero emergere “risultati operativi“. Intanto, però, decine di soldati a stelle e strisce sono stati dispiegati a Cipro e si stanno preparando a una serie di eventualità, inclusa la possibile evacuazione dei cittadini Usa dal Libano. Netanyahu: “Non ci fermeremo” – Sul campo, infatti, tutto lascia pensare che le operazioni proseguiranno. Da un lato, le Idf (Israeli defence forces, le forze armate di Tel Aviv) hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato, perché non è ancora sicuro: “Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione”. Dall’altro, hanno annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti da schierare nel nord di Israele, al confine con il Libano: questa mossa, affermano, “consentirà di continuare lo sforzo di combattimento contro l’organizzazione terroristica Hezbollah, garantire la protezione dei cittadini dello Stato di Israele e creare le condizioni per il ritorno sicuro degli sfollati del nord nelle loro case”. Soprattutto, in un video registrato dal suo ufficio, Netanyahu ha affermato che Israele “userà tutta la sua forza” contro Hezbollah per far tornare i civili residenti nel nord del Paese, dopo l’ondata di razzi lanciati dal movimento sciita: “Stiamo infliggendo a Hezbollah colpi che non potevano immaginare, lo stiamo facendo con la forza e con l’astuzia. Posso promettervi una cosa: non ci fermeremo finché non torneranno a casa”, ha giurato. Il premier ha convocato per mercoledì sera il gabinetto di sicurezza a Tel Aviv e dovrebbe poi partire per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale dell’Onu. Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali” Leggi Anche Anche Unifil condanna i raid di Israele in Libano: “Attacchi ai civili sono una violazione delle leggi umanitarie internazionali” I generali alle truppe: “Preparatevi all’invasione” – Non solo: il capo dell’esercito israeliano ha detto ai soldati di prepararsi per un “possibile ingresso” in Libano. “Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere“, ha affermato il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. A confermare che Israele stia preparando l’invasione di terra sono anche le ultime parole del capo di Stato maggiore Herzi Halevi: “Sentite i jet. Abbiamo attaccato tutto il giorno, sia per preparare il terreno per il vostro possibile ingresso che per continuare a danneggiare Hezbollah”, ha detto alle truppe durante una simulazione di offensiva di terra, secondo quanto riporta il Times of Israel. “I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare, incontrerete i miliziani e gli dimostrerete che cosa significa affrontare un esercito professionale, altamente qualificata e con esperienza di battaglia. Li distruggerete”, ha aggiunto. I morti – Intanto Israele sta attaccando in aree montuose al di fuori delle tradizionali roccaforti di Hezbollah: secondo il ministero della Salute libanese un attacco sul villaggio di Joun nei monti Chouf, a sud-est di Beirut, ha ucciso quattro persone. Altre quattro sono morte nella regione di Baalbeck. Un ulterioreattacco ha ucciso tre persone a Maaysra, villaggio sciita in un’area montuosa a maggioranza cristiana a circa 25 chilometri a nord di Beirut, dove secondo i residenti sentiti dall’Afp “una casa e un caffè” sono stati distrutti. La casa, secondo testimonianze riportate dal quotidiano L’Orient Today, apparteneva alla famiglia di Ali Amro, esponente di Hezbollah ucciso il 4 agosto a Houla, nel sud del paese. Amro viveva nell’abitazione ed era responsabile dei settori Mont-Liban e Northern all’interno dell’organizzazione. Altre otto persone sono state uccise nel sud del paese: finora il totale dei morti si avvicina alle 600 vittime. Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran Leggi Anche Missili anti-nave, razzi guidati e droni: ecco l’arsenale da 150mila “pezzi” di Hezbollah. Ha un armamento da esercito grazie all’Iran Gli sfollati – Secondo il ministero degli Esteri di Beirut gli sfollati “sono mezzo milione“. Per l’Onu invece il loro numero si aggira attorno ai novantamila. Rula Amin, portavoce per il Medioriente e il Nord Africa dell’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) ha riferito che migliaia di persone sono fuggite attraversando il confine con la Siria. Le famiglie, ha spiegato, “arrivano in autobus e in auto, ma viaggiano anche a piedi. Folle di persone – molte delle quali sono donne, bambini piccoli e persino neonati continuano ad attendere di poter entrare. Molti dovranno passare la notte all’aperto aspettando il loro turno”, ha aggiunto. L’Unhcr, insieme alla Mezzaluna rossa siriana, sta fornendo acqua, materassi, coperte e cibo. Molte persone “compresi bambini”, ha osservato, risultano feriti nei “recenti attacchi”. Hezbollah lancia un missile verso Israele – Nella notte il sistema di difesa aerea “David’s Sling” ha intercettato il “primo missile mai lanciato da Hezbollah verso il centro di Israele”, ha riferito il portavoce dell’esercito israeliano in seguito a un allarme scattato a Tel Aviv, Netanya e nelle aree circostanti. Il partito armato ha confermato l’attacco: “La resistenza islamica ha lanciato un missile balistico Qader 1 alle 6:30 (le 5:30 in Italia, ndr) di mercoledì mirando al quartier generale del Mossad nella periferia di Tel Aviv”. “Il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona”, ha replicato il portavoce internazionale dell’Idf, il tenente colonnello Nadav Shoshani, “è un po’ più a est e a nord di quell’area. Il loro missile ha attivato gli allarmi a Netanya e Tel Aviv lungo la costa”. Secondo Shoshani il missile si stava dirigendo verso aree civili della città. È andato a segno, invece, un razzo lanciato contro il kibbutz Sàar, nella Galilea occidentale: tre persone sono rimaste ferite, una in modo grave. Secondo le Idf, in totale, nel corso della giornata sono stati lanciati 110 razzi dal Libano verso Israele. Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano” Leggi Anche Meloni all’Onu: “Subito un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Israele rispetti il diritto e tuteli i civili, anche in Libano” Tel Aviv: “Due droni dall’Iraq” – A quanto riferiscono le forze armate israeliane, due droni sono stati lanciati dalle milizie sciite irachene contro Eilat, località balneare nel sud di Israele. Uno è stato intercettato, mentre l’altro è esploso: due persone sono rimaste leggermente ferite dalle schegge. La rete Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ha riferito che a inviare gli ordigni è stata la Resistenza islamica in Iraq, un’organizzazione composta da milizie filo-iraniane. Lo scrive Ynet. Intanto le difese aeree siriane hanno intercettato presunti missili israeliani diretti contro Tartus, la seconda città portuale più grande della Siria e sede di basi militari russe, non lontano dal confine nord del Libano. Lo hanno riferito fonti dell’esercito siriano citate dalla Reuters. Il canale televisivo saudita Al-Hadath ha riferito di un “attacco israeliano” e di esplosioni. Il Cremlino ha consigliato ai cittadini russi di lasciare il Libano per motivi di sicurezza: “Si stanno adottando tutte le misure per raccomandare ai nostri cittadini di lasciare il territorio libanese il più rapidamente possibile, utilizzando le opportunità di trasporto commerciale disponibili. Ciò è necessario per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha affermato portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Stesso invito rivolto dal Regno Unito ai cittadini britannici: quelli ancora presenti devono “lasciare immediatamente” il Paese, ha detto il premier Keir Starmer. Hai già letto 5 articoli Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/25/libano-nuovi-raid-di-israele-esercito-ai-civili-non-tornate-a-casa-beirut-500mila-sfollati-hezbollah-lancia-il-1-missile-verso-tel-aviv-intercettato/7706742/
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  • IT Wallet, entra nella seconda fase
    Terminato il periodo di test, tutto è pronto per il passaggio successivo, quello di validazione dei documenti.

    Gli utenti che hanno preso parte alla sperimentazione, dal 15 luglio, accedendo all’appIO – tramite Spid o Carta d’identità elettronica (Cie), o scaricandola da Play store per Android o da Apple store per iPhone, hanno ricevuto un avviso con la comunicazione che si è parte del test e il riferimento all’icona per IT Wallet, dove caricare i 3 documenti ammessi in questa prima fase. La validazione dei documenti, è uno step successivo che arriverà tra settembre e ottobre. L’accesso al portafoglio sarà possibile per tutti gli italiani che hanno raggiunto la maggiore età: potranno inizialmente caricare la versione digitale dei primi tre documenti disponibili, dopodiché la categoria sarà ampliata. L’obiettivo è di rendere tutti i documenti verificabili da IT Wallet dal 2025, compresi passaporto, certificato di nascita e tessera elettorale.

    Fonte: https://t.me/NoDigitalChannel
    IT Wallet, entra nella seconda fase Terminato il periodo di test, tutto è pronto per il passaggio successivo, quello di validazione dei documenti. Gli utenti che hanno preso parte alla sperimentazione, dal 15 luglio, accedendo all’appIO – tramite Spid o Carta d’identità elettronica (Cie), o scaricandola da Play store per Android o da Apple store per iPhone, hanno ricevuto un avviso con la comunicazione che si è parte del test e il riferimento all’icona per IT Wallet, dove caricare i 3 documenti ammessi in questa prima fase. La validazione dei documenti, è uno step successivo che arriverà tra settembre e ottobre. L’accesso al portafoglio sarà possibile per tutti gli italiani che hanno raggiunto la maggiore età: potranno inizialmente caricare la versione digitale dei primi tre documenti disponibili, dopodiché la categoria sarà ampliata. L’obiettivo è di rendere tutti i documenti verificabili da IT Wallet dal 2025, compresi passaporto, certificato di nascita e tessera elettorale. Fonte: https://t.me/NoDigitalChannel
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  • Si salvi chi può.
    È un fatto, non esiste più la responsabilità dei funzionari pubblici per i danni arrecati ai cittadini dall’assunzione di farmaci pericolosi per la salute umana.

    Angelo Di Lorenzo
    Avvocati Liberi

    È un fatto, non esiste più la responsabilità dei funzionari pubblici per i danni arrecati ai cittadini dall’assunzione di farmaci pericolosi per la salute umana.

    Dopo aver ammalorato l’intera popolazione con l’imposizione di assumere obbligatoriamente farmaci imperfetti e sperimentali, ora si continua a raccomandarne l’assunzione con la consapevolezza degli effetti avversi che essi provocano alle persone, soprattutto ai fragili, agli anziani, ai bambini ed alle donne in gravidanza.

    L’indicazione arriva dalla circolare del Ministero della Salute del 16.9.2024 recante le ’raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2024/2025 anti Covid-19’, precisamente dal solito Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria Francesco Vaia, che dirige la politica sanitaria dell’attuale governo in perfetta continuità con quello precedente, solo che cambia la comunicazione: al termine “obbligo” si sostituisce la parola “raccomandazione”, indirizzata ad una serie di soggetti (tra cui quasi tutte le istituzioni governative e regionali, molte società scientifiche, le principali imprese di trasporto e agli ordini dei medici), i quali poi provvederanno, come di costume, a trasformarla in obbligo di fatto al momento dell’applicazione concreta, esattamente come è stato per la recente raccomandazione del DG Vaia indirizzato a tutte le strutture sanitarie di imporre mascherine e tamponi per l’accesso ai servizi sanitari.

    Dunque parliamo di un indirizzo dato consapevolmente, conoscendo i pericoli degli eventi avversi e l’assoluta inesistenza di un rapporto favorevole del rischio/beneficio, ma tant’è, seppure l’assunzione di tali farmaci procuri lesioni o addirittura la morte, gli autori della propaganda vaccinale sanno perfettamente che non risponderanno di nulla, perché loro sì che sono immuni; perché se immuni lo sono stati gli Speranza & Co., a maggior ragione lo saranno Schillaci, Vaia & Co.

    Ecco quindi che si raccomanda la vaccinazione contro la variante JN.1 della malattia Covid-19 (ovviamente nessuno parla più di immunizzazione), con una dose di richiamo annuale come per l’antinfluenzale, da somministrarsi in via prioritaria agli over 80, agli ospiti delle RSA, agli individui ad alta fragilità con sistema immunitario compromesso e agli operatori sanitari e sociosanitari.

    Attenzione però, nell’ottica dell’immunità dei decisori di questi atti medici, i prodotti farmaceutici sono destinati anche ai guariti, perché “l’aver contratto una infezione da SARS-CoV-2, anche recente, dopo il precedente richiamo, non rappresenta un controindicazione alla vaccinazione”.

    E lo stesso vale per le donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum”, comprese le donne in allattamento, nonché per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni ai quali, se sani, saranno inoculati poverini con 3 dosi (di cui la seconda a 3 settimane dalla prima e la terza a 8 settimane dalla seconda).

    Follia impunita

    Pensare poi come estenderla a tutti Facile

    Si consiglia la somministrazione alle persone fragili tra i 6 mesi e i 59 anni nonché ai familiari, ai conviventi e ai caregiver di persone con gravi fragilità, tanto che importa che se si registrano aumenti esponenziali di tumori ed infarti tra i giovani, la colpa è dello "stile di vita" non dei farmaci che lo Stato fa assumere loro.

    C’è da chiedersi poi su che basi sarebbe stato accertato questo nesso causale di tipo sociale ed escluso, invece, quello scientifico ma, come abbiamo capito, qui di diritto e di scienza non si parla più, perché la politica ed il liberismo sfrenato hanno cancellato ogni forma di responsabilità pubblica e giustificato ogni tipo di abuso.

    Non ci resta che sperare nella prudenza e nell’istinto di autoconservazione dei cittadini, altrimenti rimarranno soli, perché se subiranno effetti avversi non troveranno un SSN pronto a curarli, anzi, saranno rinnegati e colpevolizzati per il proprio stile di vita sregolato.

    Fonte: Avvocati Liberi
    Si salvi chi può. È un fatto, non esiste più la responsabilità dei funzionari pubblici per i danni arrecati ai cittadini dall’assunzione di farmaci pericolosi per la salute umana. Angelo Di Lorenzo Avvocati Liberi È un fatto, non esiste più la responsabilità dei funzionari pubblici per i danni arrecati ai cittadini dall’assunzione di farmaci pericolosi per la salute umana. Dopo aver ammalorato l’intera popolazione con l’imposizione di assumere obbligatoriamente farmaci imperfetti e sperimentali, ora si continua a raccomandarne l’assunzione con la consapevolezza degli effetti avversi che essi provocano alle persone, soprattutto ai fragili, agli anziani, ai bambini ed alle donne in gravidanza. L’indicazione arriva dalla circolare del Ministero della Salute del 16.9.2024 recante le ’raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2024/2025 anti Covid-19’, precisamente dal solito Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria Francesco Vaia, che dirige la politica sanitaria dell’attuale governo in perfetta continuità con quello precedente, solo che cambia la comunicazione: al termine “obbligo” si sostituisce la parola “raccomandazione”, indirizzata ad una serie di soggetti (tra cui quasi tutte le istituzioni governative e regionali, molte società scientifiche, le principali imprese di trasporto e agli ordini dei medici), i quali poi provvederanno, come di costume, a trasformarla in obbligo di fatto al momento dell’applicazione concreta, esattamente come è stato per la recente raccomandazione del DG Vaia indirizzato a tutte le strutture sanitarie di imporre mascherine e tamponi per l’accesso ai servizi sanitari. Dunque parliamo di un indirizzo dato consapevolmente, conoscendo i pericoli degli eventi avversi e l’assoluta inesistenza di un rapporto favorevole del rischio/beneficio, ma tant’è, seppure l’assunzione di tali farmaci procuri lesioni o addirittura la morte, gli autori della propaganda vaccinale sanno perfettamente che non risponderanno di nulla, perché loro sì che sono immuni; perché se immuni lo sono stati gli Speranza & Co., a maggior ragione lo saranno Schillaci, Vaia & Co. Ecco quindi che si raccomanda la vaccinazione contro la variante JN.1 della malattia Covid-19 (ovviamente nessuno parla più di immunizzazione), con una dose di richiamo annuale come per l’antinfluenzale, da somministrarsi in via prioritaria agli over 80, agli ospiti delle RSA, agli individui ad alta fragilità con sistema immunitario compromesso e agli operatori sanitari e sociosanitari. Attenzione però, nell’ottica dell’immunità dei decisori di questi atti medici, i prodotti farmaceutici sono destinati anche ai guariti, perché “l’aver contratto una infezione da SARS-CoV-2, anche recente, dopo il precedente richiamo, non rappresenta un controindicazione alla vaccinazione”. E lo stesso vale per le donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum”, comprese le donne in allattamento, nonché per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni ai quali, se sani, saranno inoculati poverini con 3 dosi (di cui la seconda a 3 settimane dalla prima e la terza a 8 settimane dalla seconda). Follia impunita Pensare poi come estenderla a tutti Facile Si consiglia la somministrazione alle persone fragili tra i 6 mesi e i 59 anni nonché ai familiari, ai conviventi e ai caregiver di persone con gravi fragilità, tanto che importa che se si registrano aumenti esponenziali di tumori ed infarti tra i giovani, la colpa è dello "stile di vita" non dei farmaci che lo Stato fa assumere loro. C’è da chiedersi poi su che basi sarebbe stato accertato questo nesso causale di tipo sociale ed escluso, invece, quello scientifico ma, come abbiamo capito, qui di diritto e di scienza non si parla più, perché la politica ed il liberismo sfrenato hanno cancellato ogni forma di responsabilità pubblica e giustificato ogni tipo di abuso. Non ci resta che sperare nella prudenza e nell’istinto di autoconservazione dei cittadini, altrimenti rimarranno soli, perché se subiranno effetti avversi non troveranno un SSN pronto a curarli, anzi, saranno rinnegati e colpevolizzati per il proprio stile di vita sregolato. Fonte: Avvocati Liberi
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  • ESPLOSIONI DISPOSITIVI IN LIBANO: CI SAREBBE LA MANINA DEI SERVIZI ISRAELIANI

    I walkie talkie, cercapersone esplosi in Libano li ha prodotti Israele. Lo ha riferito il New York Times, citando tre ufficiali dell'intelligence israeliana informati dell'operazione, che hanno dichiarato al giornale che sono state create almeno altre due società fittizie per nascondere che i produttori dei cercapersone facevano capo ai servizi segreti israeliani. La Bac Consulting, l'azienda ungherese produttrice dei cercapersone esplosi in Libano, era una società fittizia israeliana.

    Secondo il rapporto, i cercapersone hanno iniziato a essere spediti in Libano nel 2022, ma la fornitura è aumentata quando il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato l'uso dei telefoni cellulari come pericoloso.

    Secondo quanto riportato dal New York Times, inoltre, il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha raccomandato per anni l'uso da parte del gruppo islamista di cercapersone anziché di telefoni per comunicare. Secondo il rapporto, l'intelligence statunitense stima che Nasrallah ritenga che si tratti di una forma di comunicazione più sicura, poiché i cercapersone non rivelano la posizione dell'utente.

    Il capo del Partito di Dio era inoltre preoccupato per i messaggi ricevuti da alleati anonimi, secondo cui Israele avrebbe migliorato le sue capacità di hackerare i telefoni - hanno dichiarato al giornale alcuni funzionari dell'intelligence statunitense. Per questo motivo, Nasrallah avrebbe vietato l'uso dei cellulari durante le riunioni di Hezbollah e avrebbe ordinato che i piani del gruppo terroristico non vengano mai comunicati tramite telefono, nemmeno tramite app di messaggistica criptata.

    Azienda giapponese: "Walkie-talkie esplosi ritirati 10 anni fa"

    L'azienda giapponese Icom afferma intanto dal canto suo di aver smesso di produrre il modello di walkie-talkie, presumibilmente utilizzato nelle recenti esplosioni in Libano, circa 10 anni fa. "L'IC-V82 è una radio portatile che è stata prodotta ed esportata, anche in Medio Oriente, dal 2004 a ottobre 2014. È stata messa fuori produzione circa 10 anni fa e da allora non è stata più spedita dalla nostra azienda", afferma Icom in una dichiarazione.

    Una nuova ondata di esplosioni ha devastato il Libano ieri pomeriggio e hanno riguardato soprattutto walkie-talkie utilizzati dai membri di Hezbollah, il giorno dopo che migliaia di persone erano rimaste ferite, quando i loro cercapersone sono esplosi in un attacco coordinato, la cui responsabilità è stata ampiamente attribuita a Israele dopo mesi di scontri transfrontalieri.

    Fonte: NY
    Times

    https://youtu.be/zkH6ILsT_xs?feature=shared
    ESPLOSIONI DISPOSITIVI IN LIBANO: CI SAREBBE LA MANINA DEI SERVIZI ISRAELIANI I walkie talkie, cercapersone esplosi in Libano li ha prodotti Israele. Lo ha riferito il New York Times, citando tre ufficiali dell'intelligence israeliana informati dell'operazione, che hanno dichiarato al giornale che sono state create almeno altre due società fittizie per nascondere che i produttori dei cercapersone facevano capo ai servizi segreti israeliani. La Bac Consulting, l'azienda ungherese produttrice dei cercapersone esplosi in Libano, era una società fittizia israeliana. Secondo il rapporto, i cercapersone hanno iniziato a essere spediti in Libano nel 2022, ma la fornitura è aumentata quando il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato l'uso dei telefoni cellulari come pericoloso. Secondo quanto riportato dal New York Times, inoltre, il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha raccomandato per anni l'uso da parte del gruppo islamista di cercapersone anziché di telefoni per comunicare. Secondo il rapporto, l'intelligence statunitense stima che Nasrallah ritenga che si tratti di una forma di comunicazione più sicura, poiché i cercapersone non rivelano la posizione dell'utente. Il capo del Partito di Dio era inoltre preoccupato per i messaggi ricevuti da alleati anonimi, secondo cui Israele avrebbe migliorato le sue capacità di hackerare i telefoni - hanno dichiarato al giornale alcuni funzionari dell'intelligence statunitense. Per questo motivo, Nasrallah avrebbe vietato l'uso dei cellulari durante le riunioni di Hezbollah e avrebbe ordinato che i piani del gruppo terroristico non vengano mai comunicati tramite telefono, nemmeno tramite app di messaggistica criptata. ▪️Azienda giapponese: "Walkie-talkie esplosi ritirati 10 anni fa" L'azienda giapponese Icom afferma intanto dal canto suo di aver smesso di produrre il modello di walkie-talkie, presumibilmente utilizzato nelle recenti esplosioni in Libano, circa 10 anni fa. "L'IC-V82 è una radio portatile che è stata prodotta ed esportata, anche in Medio Oriente, dal 2004 a ottobre 2014. È stata messa fuori produzione circa 10 anni fa e da allora non è stata più spedita dalla nostra azienda", afferma Icom in una dichiarazione. Una nuova ondata di esplosioni ha devastato il Libano ieri pomeriggio e hanno riguardato soprattutto walkie-talkie utilizzati dai membri di Hezbollah, il giorno dopo che migliaia di persone erano rimaste ferite, quando i loro cercapersone sono esplosi in un attacco coordinato, la cui responsabilità è stata ampiamente attribuita a Israele dopo mesi di scontri transfrontalieri. Fonte: NY Times https://youtu.be/zkH6ILsT_xs?feature=shared
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  • Nine killed, 2,750 wounded in Hezbollah pager blasts across Lebanon
    Telecommunications devices used by the group explode simultaneously in different parts of Lebanon

    Nove morti e 2.750 feriti nelle esplosioni dei cercapersone di Hezbollah in tutto il Libano
    I dispositivi di telecomunicazione utilizzati dal gruppo esplodono simultaneamente in diverse parti del Libano

    https://aje.io/h8xsq6
    Nine killed, 2,750 wounded in Hezbollah pager blasts across Lebanon Telecommunications devices used by the group explode simultaneously in different parts of Lebanon Nove morti e 2.750 feriti nelle esplosioni dei cercapersone di Hezbollah in tutto il Libano I dispositivi di telecomunicazione utilizzati dal gruppo esplodono simultaneamente in diverse parti del Libano https://aje.io/h8xsq6
    AJE.IO
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    Telecommunications devices used by the group explode simultaneously in different parts of Lebanon.
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  • Confederazione Legale dei Diritti dell’Uomo

    AIFA RISPONDE ALL’ISTANZA DI ACCESSO CIVICO DI CONFEDERAZIONE LEGALE

    Confederazione Legale ha presentato un’istanza di accesso civico generalizzato diretta ad AIFA per ottenere, se esiste, il rapporto aggiornato di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 che è ancora fermo al mese di dicembre 2022.
    Con pec del 13 settembre 2024 AIFA ha risposto facendo presente che, in considerazione dell’andamento stabile delle segnalazioni e in linea con l’approccio delle altre agenzie europee ha deciso di non redigere più un rapporto dedicato sui vaccini Covid-19. I rapporti di farmacovigilanza confluiranno in quello annuale su tutti gli altri vaccini. Quello per il 2023 ad oggi ancora non è pronto. D’altro canto, sottolinea AIFA, non c’è un obbligo di pubblicazione dei rapporti di farmacovigilanza.



    https://drive.google.com/file/d/1pJbxwFOIvLggN1HbbTGxT3iw_ITS_o4D/view?usp=drivesdk

    Un vaccino nuovo messo sul mercato senza completare la sperimentazione e reso obbligatorio per legge non merita, ad avviso dell’AIFA, una vigilanza rafforzata né la redazione di un rapporto separato, come avvenuto fino a dicembre 2022.
    Eppure, sul proprio sito AIFA annuncia trionfalmente di avere tra i propri fini quelli della “trasparenza e comunicazione, principi-cardine di buona amministrazione nei confronti dei cittadini e di tutti i portatori di interesse rispetto all’azione pubblica (…) allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo su obiettivi, azioni e utilizzo delle risorse pubbliche.” Sempre sul proprio sito AIFA chiarisce, però, che “trasparenza e comunicazione” hanno un limite rappresentato dal “debito contemperamento di interessi obiettivamente rilevanti di tipo soggettivo o industriale”. In altri termini, la trasparenza e la comunicazione finiscono dove cominciano gli interessi economici delle case farmaceutiche.

    Confederazione Legale per i Diritti dell’Uomo

    confederazionelegale.it

    Per sostenere la Confederazione Legale per i Diritti dell’Uomo:
    confederazionelegale.it/sostienici

    Fonte:
    https://x.com/RHolzeisen/status/1836052650279792646?t=j-jZUWpvr8A4h8jXGtRSvQ&s=19
    🔷 Confederazione Legale dei Diritti dell’Uomo AIFA RISPONDE ALL’ISTANZA DI ACCESSO CIVICO DI CONFEDERAZIONE LEGALE Confederazione Legale ha presentato un’istanza di accesso civico generalizzato diretta ad AIFA per ottenere, se esiste, il rapporto aggiornato di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 che è ancora fermo al mese di dicembre 2022. Con pec del 13 settembre 2024 AIFA ha risposto facendo presente che, in considerazione dell’andamento stabile delle segnalazioni e in linea con l’approccio delle altre agenzie europee ha deciso di non redigere più un rapporto dedicato sui vaccini Covid-19. I rapporti di farmacovigilanza confluiranno in quello annuale su tutti gli altri vaccini. Quello per il 2023 ad oggi ancora non è pronto. D’altro canto, sottolinea AIFA, non c’è un obbligo di pubblicazione dei rapporti di farmacovigilanza. 👇👇👇 https://drive.google.com/file/d/1pJbxwFOIvLggN1HbbTGxT3iw_ITS_o4D/view?usp=drivesdk Un vaccino nuovo messo sul mercato senza completare la sperimentazione e reso obbligatorio per legge non merita, ad avviso dell’AIFA, una vigilanza rafforzata né la redazione di un rapporto separato, come avvenuto fino a dicembre 2022. Eppure, sul proprio sito AIFA annuncia trionfalmente di avere tra i propri fini quelli della “trasparenza e comunicazione, principi-cardine di buona amministrazione nei confronti dei cittadini e di tutti i portatori di interesse rispetto all’azione pubblica (…) allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo su obiettivi, azioni e utilizzo delle risorse pubbliche.” Sempre sul proprio sito AIFA chiarisce, però, che “trasparenza e comunicazione” hanno un limite rappresentato dal “debito contemperamento di interessi obiettivamente rilevanti di tipo soggettivo o industriale”. In altri termini, la trasparenza e la comunicazione finiscono dove cominciano gli interessi economici delle case farmaceutiche. 🔷 Confederazione Legale per i Diritti dell’Uomo ➡️ confederazionelegale.it ➡️ Per sostenere la Confederazione Legale per i Diritti dell’Uomo: confederazionelegale.it/sostienici Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1836052650279792646?t=j-jZUWpvr8A4h8jXGtRSvQ&s=19
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  • A PROPOSITO di DUROV e della SICUREZZA e PRIVACY di TELEGRAM.

    Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano ha intervistato Benjamin Sonntag, ingegnere informatico esperto di sicurezza e imprenditore nel settore informatico. Alla nostra richiesta di sapere se ha mai lavorato o fatto consulenze per un concorrente di Telegram, Sonntag ha dichiarato di non averlo mai fatto.

    Secondo l’esperto di sicurezza Michał Woźniak, Telegram non è né sicuro né criptato: solo quando viene usato nella modalità “secret chats”, Telegram offre la crittografia end-to-end, quella per cui i messaggi, che si scambiano due persone chattando, sono accessibili solo ed esclusivamente a loro due, e non a terze parti. Ma la crittografia end-to-end deve essere esplicitamente attivata da ciascun utente, e le “secret chats” non sono disponibili per i gruppi e per i canali. Dunque sembra che Telegram sia tutt’altro che sicuro per i criminali che vogliano usarlo per trafficare droga, armi o pedopornografia. E’ d’accordo?

    Sono del tutto d’accordo. Credo che il 99,9 percento di tutti i messaggi scambiati via Telegram siano inviati in modalità tale che l’azienda Telegram li possa leggere. I messaggi vengono inviati in forma criptata ai server di Telegram, e quindi se qualcuno sorveglia internet, non li legge, ma l’azienda può leggerli in chiaro sui loro server. Il fatto che la crittografia end-to-end debba essere attivata per ogni chat – e che quindi non sia l’impostazione automatica – ha enormi conseguenze! La maggior parte di chi usa Telegram non modifica le impostazioni predefinite. E su Telegram, la crittografia end-to-end non è disponibile su nessuna chat di gruppo, che è uno dei modi in cui questo social network è più usato.

    Durov è accusato di dodici presunti reati, incluso: “il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità competenti, informazioni o documenti necessari per eseguire intercettazioni legali”, eppure, secondo un’inchiesta del Der Spiegel, Telegram ha più volte consegnato i dati degli utenti alla polizia federale tedesca. Lei crede che Durov sia stato arrestato per la mancata collaborazione con gli investigatori francesi oppure crede che ci sia altro?

    Da quello che vedo come operatore della rete – gestisco un piccolo internet provider in Francia – ogni nazione ha modi diversi di far rispettare la legge. Forse la Germania e l’India, che hanno ottenuto entrambe alcuni dati da Telegram alcuni anni fa, hanno fatto più pressioni e sono state più minacciose della Francia, o forse i loro casi [giudiziari] sono stati considerati legittimi da Telegram, a suo tempo. Secondo me, è più probabile che la Francia non abbia mai davvero cercato di minacciare Telegram prima di adesso, oppure pretendeva troppi dati su troppi casi e Telegram ha deciso di non obbedire alle richieste. Io non vedo perché il caso dovrebbe riguardare qualcos’altro, se non un sistema giudiziario che cerca di fare il proprio lavoro. Soprattutto perché la polizia in Francia sa che Telegram non è criptato e quindi sa che Telegram potrebbe avere informazioni molto interessanti su quei casi oggetto di indagini penali…Io la vedo come una motivazione molto buona (e sufficiente) per arrestarlo per questa ragione”.

    Edward Snowden è stato molto diretto: “L’arresto di Durov è un attacco ai diritti umani fondamentali, come le libertà di parola e di associazione. Sono sorpreso e molto rattristato che Macron sia sceso al livello di prendere ostaggi come mezzo per ottenere l’accesso alle comunicazioni private”. E’ un dato di fatto che le autorità francesi non amino la crittografia e a dicembre scorso Disclose, il nostro giornale e altri media hanno rivelato che la Francia, l’Italia, la Finlandia, la Grecia, Cipro, Malta e la Svezia volevano usare gli spyware per spiare i giornalisti. Crede che l’arresto di Durov sia parte della guerra alla crittografia in Francia?

    Trovo triste che Edward Snowden sia caduto in trappola, perché il caso è molto più complicato. Prima di tutto, Telegram non è criptato: il 99,9 percento non lo è, e lo 0,1 percento che lo è fa comunque uscire i dati di chi comunica con chi, che è di per se, molto interessante per le forze di polizia. E dunque questo caso non può essere collegato all’amore o all’odio della crittografia da parte delle autorità francesi, è completamente irrilevante. Purtroppo, ci sono attivisti di tutto il mondo che credono che Telegram sia sicuro: non lo è! Ritengo che combattere per la crittografia end-to-end sia molto importante, ma Telegram non ha alcuna relazione con questa battaglia! E per favore non mescoliamo questo caso con la questione dello spionaggio dei giornalisti: è una false flag…I giornalisti investigativi responsabili non dovrebbero mai usare Telegram per nulla di importante. Va considerato sicuro come un SMS o un’email: per niente affatto sicuri!

    Secondo fatto: Telegram non è, nella maggior parte dei casi, ‘una comunicazione privata’: ci sono migliaia di chat di gruppo che possono avere fino a 200.000 utenti ciascuna. Queste dovrebbero essere chiaramente considerate da un giudice come ‘spazi pubblici’ e ‘conversazioni pubbliche’, non ‘comunicazioni private’. Di conseguenza, le leggi e i regolamenti applicati nella maggior parte delle nazioni sono molto diverse rispetto a quelli per le comunicazioni puramente private.

    Nel caso dell’arresto di Durov, alcune indagini penali collegate all’arresto hanno a che fare con chat di gruppi in cui alcune persone hanno scambiato contenuti pedopornografici o altri contenuti illegali su queste chat di gruppo. E dunque io capisco il punto di vista del ministero della Giustizia che vorrebbe porre fine a questa situazione. Concludendo, sono piuttosto sicuro che il caso Durov non abbia nulla a che fare con la guerra per la crittografia in Francia. Il che non vuole dire che la Francia ami la crittografia end-to-end, ovviamente. I cittadini dovrebbero usare la crittografia end-to-end (come Signal) ogni volta che possono e combattere per il diritto ad avere comunicazioni private, ma Telegram non è un soggetto positivo in questa battaglia… .

    Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/08/28/durov-arrestato-lattivista-benjamin-sonntag-nulla-a-che-fare-con-la-privacy-meglio-usare-sistemi-diversi-da-telegram/7671404/
    A PROPOSITO di DUROV e della SICUREZZA e PRIVACY di TELEGRAM. Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano ha intervistato Benjamin Sonntag, ingegnere informatico esperto di sicurezza e imprenditore nel settore informatico. Alla nostra richiesta di sapere se ha mai lavorato o fatto consulenze per un concorrente di Telegram, Sonntag ha dichiarato di non averlo mai fatto. Secondo l’esperto di sicurezza Michał Woźniak, Telegram non è né sicuro né criptato: solo quando viene usato nella modalità “secret chats”, Telegram offre la crittografia end-to-end, quella per cui i messaggi, che si scambiano due persone chattando, sono accessibili solo ed esclusivamente a loro due, e non a terze parti. Ma la crittografia end-to-end deve essere esplicitamente attivata da ciascun utente, e le “secret chats” non sono disponibili per i gruppi e per i canali. Dunque sembra che Telegram sia tutt’altro che sicuro per i criminali che vogliano usarlo per trafficare droga, armi o pedopornografia. E’ d’accordo? Sono del tutto d’accordo. Credo che il 99,9 percento di tutti i messaggi scambiati via Telegram siano inviati in modalità tale che l’azienda Telegram li possa leggere. I messaggi vengono inviati in forma criptata ai server di Telegram, e quindi se qualcuno sorveglia internet, non li legge, ma l’azienda può leggerli in chiaro sui loro server. Il fatto che la crittografia end-to-end debba essere attivata per ogni chat – e che quindi non sia l’impostazione automatica – ha enormi conseguenze! La maggior parte di chi usa Telegram non modifica le impostazioni predefinite. E su Telegram, la crittografia end-to-end non è disponibile su nessuna chat di gruppo, che è uno dei modi in cui questo social network è più usato. Durov è accusato di dodici presunti reati, incluso: “il rifiuto di comunicare, su richiesta delle autorità competenti, informazioni o documenti necessari per eseguire intercettazioni legali”, eppure, secondo un’inchiesta del Der Spiegel, Telegram ha più volte consegnato i dati degli utenti alla polizia federale tedesca. Lei crede che Durov sia stato arrestato per la mancata collaborazione con gli investigatori francesi oppure crede che ci sia altro? Da quello che vedo come operatore della rete – gestisco un piccolo internet provider in Francia – ogni nazione ha modi diversi di far rispettare la legge. Forse la Germania e l’India, che hanno ottenuto entrambe alcuni dati da Telegram alcuni anni fa, hanno fatto più pressioni e sono state più minacciose della Francia, o forse i loro casi [giudiziari] sono stati considerati legittimi da Telegram, a suo tempo. Secondo me, è più probabile che la Francia non abbia mai davvero cercato di minacciare Telegram prima di adesso, oppure pretendeva troppi dati su troppi casi e Telegram ha deciso di non obbedire alle richieste. Io non vedo perché il caso dovrebbe riguardare qualcos’altro, se non un sistema giudiziario che cerca di fare il proprio lavoro. Soprattutto perché la polizia in Francia sa che Telegram non è criptato e quindi sa che Telegram potrebbe avere informazioni molto interessanti su quei casi oggetto di indagini penali…Io la vedo come una motivazione molto buona (e sufficiente) per arrestarlo per questa ragione”. Edward Snowden è stato molto diretto: “L’arresto di Durov è un attacco ai diritti umani fondamentali, come le libertà di parola e di associazione. Sono sorpreso e molto rattristato che Macron sia sceso al livello di prendere ostaggi come mezzo per ottenere l’accesso alle comunicazioni private”. E’ un dato di fatto che le autorità francesi non amino la crittografia e a dicembre scorso Disclose, il nostro giornale e altri media hanno rivelato che la Francia, l’Italia, la Finlandia, la Grecia, Cipro, Malta e la Svezia volevano usare gli spyware per spiare i giornalisti. Crede che l’arresto di Durov sia parte della guerra alla crittografia in Francia? Trovo triste che Edward Snowden sia caduto in trappola, perché il caso è molto più complicato. Prima di tutto, Telegram non è criptato: il 99,9 percento non lo è, e lo 0,1 percento che lo è fa comunque uscire i dati di chi comunica con chi, che è di per se, molto interessante per le forze di polizia. E dunque questo caso non può essere collegato all’amore o all’odio della crittografia da parte delle autorità francesi, è completamente irrilevante. Purtroppo, ci sono attivisti di tutto il mondo che credono che Telegram sia sicuro: non lo è! Ritengo che combattere per la crittografia end-to-end sia molto importante, ma Telegram non ha alcuna relazione con questa battaglia! E per favore non mescoliamo questo caso con la questione dello spionaggio dei giornalisti: è una false flag…I giornalisti investigativi responsabili non dovrebbero mai usare Telegram per nulla di importante. Va considerato sicuro come un SMS o un’email: per niente affatto sicuri! Secondo fatto: Telegram non è, nella maggior parte dei casi, ‘una comunicazione privata’: ci sono migliaia di chat di gruppo che possono avere fino a 200.000 utenti ciascuna. Queste dovrebbero essere chiaramente considerate da un giudice come ‘spazi pubblici’ e ‘conversazioni pubbliche’, non ‘comunicazioni private’. Di conseguenza, le leggi e i regolamenti applicati nella maggior parte delle nazioni sono molto diverse rispetto a quelli per le comunicazioni puramente private. Nel caso dell’arresto di Durov, alcune indagini penali collegate all’arresto hanno a che fare con chat di gruppi in cui alcune persone hanno scambiato contenuti pedopornografici o altri contenuti illegali su queste chat di gruppo. E dunque io capisco il punto di vista del ministero della Giustizia che vorrebbe porre fine a questa situazione. Concludendo, sono piuttosto sicuro che il caso Durov non abbia nulla a che fare con la guerra per la crittografia in Francia. Il che non vuole dire che la Francia ami la crittografia end-to-end, ovviamente. I cittadini dovrebbero usare la crittografia end-to-end (come Signal) ogni volta che possono e combattere per il diritto ad avere comunicazioni private, ma Telegram non è un soggetto positivo in questa battaglia… . Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/08/28/durov-arrestato-lattivista-benjamin-sonntag-nulla-a-che-fare-con-la-privacy-meglio-usare-sistemi-diversi-da-telegram/7671404/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Durov arrestato, l'attivista Benjamin Sonntag: “Nulla a che fare con la privacy. Meglio usare sistemi diversi da Telegram” - Il Fatto Quotidiano
    LEGGI – Fuga da Telegram. Zuckerberg ammette: “Pressati su Biden jr.” Insieme con l’organizzazione no profit La Quadrature Du Net, che ha co-fondato, è uno dei protagonisti del dibattito pubblico francese contro la sorveglianza e contro la censura su internet e a favore dei diritti digitali in Francia. Sul caso Pavel Durov, il Fatto Quotidiano …
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  • MAINSTREAM
    Chi ha creato il sistema centralizzato della comunicazione?
    30° Tignano Festival Luglio '17

    Nelle ultime ore, l'arresto in Francia di Pavel Durov, CEO di Telegram, sembra inserirsi in un disegno preciso che si sta delineando da decenni. Viviamo in un'epoca in cui l'informazione è sempre più centralizzata e veicolata da un ristretto numero di persone che ne controllano il flusso. Ogni mezzo di comunicazione che racconta una verità diversa da quella stabilita dall'agenda dominante deve essere fermato, a qualunque costo.

    Telegram, grazie alla sua diffusione capillare e alla libertà di espressione che vi si può ancora trovare, è diventato uno strumento di informazione troppo potente e fuori dal controllo di questi poteri. Al contrario di altre piattaforme, non è soggetto alla censura imposta dai fact-checkers, spesso controllati da intelligenze artificiali al servizio delle solite note società.

    Giulietto Chiesa fu tra i primi a denunciare questa realtà, in Italia e nel mondo, quando ancora non era così evidente. Oggi, ciò che lui aveva previsto si manifesta chiaramente davanti agli occhi di tutti.

    #giuliettochiesa
    #controlloglobale
    MAINSTREAM Chi ha creato il sistema centralizzato della comunicazione? 30° Tignano Festival Luglio '17 Nelle ultime ore, l'arresto in Francia di Pavel Durov, CEO di Telegram, sembra inserirsi in un disegno preciso che si sta delineando da decenni. Viviamo in un'epoca in cui l'informazione è sempre più centralizzata e veicolata da un ristretto numero di persone che ne controllano il flusso. Ogni mezzo di comunicazione che racconta una verità diversa da quella stabilita dall'agenda dominante deve essere fermato, a qualunque costo. Telegram, grazie alla sua diffusione capillare e alla libertà di espressione che vi si può ancora trovare, è diventato uno strumento di informazione troppo potente e fuori dal controllo di questi poteri. Al contrario di altre piattaforme, non è soggetto alla censura imposta dai fact-checkers, spesso controllati da intelligenze artificiali al servizio delle solite note società. Giulietto Chiesa fu tra i primi a denunciare questa realtà, in Italia e nel mondo, quando ancora non era così evidente. Oggi, ciò che lui aveva previsto si manifesta chiaramente davanti agli occhi di tutti. #giuliettochiesa #controlloglobale
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  • I responsabili della campagna “vaccinale”-Covid-19 sapevano sin dall’inizio dell’enorme numero di morti e altri gravi eventi irreversibili. Ma anziché sospendere subito l’inoculo, hanno ingaggiato - con i soldi dei cittadini-cavie - esperti di comunicazione per ingannare a 360 gradi la popolazione e hanno persino introdotto l’obbligo “vaccinale”. Questo è successo in Italia, nel Canada e in tutti i paesi con governi al servizio di Gavi & Co.

    Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1826465073969189057?t=EAyDs_CBziuFCuFrQQArpA&s=19
    ‼️I responsabili della campagna “vaccinale”-Covid-19 sapevano sin dall’inizio dell’enorme numero di morti e altri gravi eventi irreversibili. Ma anziché sospendere subito l’inoculo, hanno ingaggiato - con i soldi dei cittadini-cavie - esperti di comunicazione per ingannare a 360 gradi la popolazione e hanno persino introdotto l’obbligo “vaccinale”. Questo è successo in Italia, nel Canada e in tutti i paesi con governi al servizio di Gavi & Co. Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1826465073969189057?t=EAyDs_CBziuFCuFrQQArpA&s=19
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