• CARI AMICI,NON C'E' NIENTE DI NUOVO, IN QUESTA ITALIA, SE NON LE STESSE PREOCCUPAZIONI DI SEMPRE. E' GIUNTO IL MOMENTO IN CUI L'ITALIA DOVREBBE AVRE ALCUNI VANTAGGI DALLA SUA POSIZIONE O SITUAZIONE DI COLONIA DEGLI USA, DAL 1943, ATTRAVERSO IL PATTO DI CASSIBILE. MA LA SOGGIACENZA DELL'ITALIA E' ANCHE NEI CONFRONTI DELLA INGHILTERRA, PER CUI OGNI ITALIANO E' ISCRITTO NEL REGISTRO DI LONDRA !!!!! DOVREBBE ATTRAVERSO LA ELEZIONE DI TRUMP, GODERE LA SOLUZIONE DI TRE QUESTIONI, MOLTO IMPORTANTI E CIOE' LA PRIMA, LA FINE DELLA QUESTIONE DELLA CIRCOLAZIONE DELLE ARMI BIOLOGICHE DESTINATE AD UCCIDERE, SPACCIATE PER VACCINI ; LA SECONDA, LA FINE DELLA ATTIVITA' CRIMINALE DELLA GEO INGEGNERIA CON LO SPARGIMENTO DI METALLI NEI CIELI E DI MINERALI E SOSTANZE TOSSICHE , ALTAMENTE CANCEROGENE ; LA TERZA, E' LA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE DELLA IMMIGRAZIONE ILLEGALE !!!! SPERO CHE TRUMP NON SI TIRI INDIETRO ED ANZI ATTUI IL PROGRAMMA CHE HA PROMESSO DI ATTUARE NEGLI USA, CONSISTENTE ANCHE IN ALTRI ELEMENTI IMPORTANTI !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI,NON C'E' NIENTE DI NUOVO, IN QUESTA ITALIA, SE NON LE STESSE PREOCCUPAZIONI DI SEMPRE. E' GIUNTO IL MOMENTO IN CUI L'ITALIA DOVREBBE AVRE ALCUNI VANTAGGI DALLA SUA POSIZIONE O SITUAZIONE DI COLONIA DEGLI USA, DAL 1943, ATTRAVERSO IL PATTO DI CASSIBILE. MA LA SOGGIACENZA DELL'ITALIA E' ANCHE NEI CONFRONTI DELLA INGHILTERRA, PER CUI OGNI ITALIANO E' ISCRITTO NEL REGISTRO DI LONDRA !!!!! DOVREBBE ATTRAVERSO LA ELEZIONE DI TRUMP, GODERE LA SOLUZIONE DI TRE QUESTIONI, MOLTO IMPORTANTI E CIOE' LA PRIMA, LA FINE DELLA QUESTIONE DELLA CIRCOLAZIONE DELLE ARMI BIOLOGICHE DESTINATE AD UCCIDERE, SPACCIATE PER VACCINI ; LA SECONDA, LA FINE DELLA ATTIVITA' CRIMINALE DELLA GEO INGEGNERIA CON LO SPARGIMENTO DI METALLI NEI CIELI E DI MINERALI E SOSTANZE TOSSICHE , ALTAMENTE CANCEROGENE ; LA TERZA, E' LA SOLUZIONE DELLA QUESTIONE DELLA IMMIGRAZIONE ILLEGALE !!!! SPERO CHE TRUMP NON SI TIRI INDIETRO ED ANZI ATTUI IL PROGRAMMA CHE HA PROMESSO DI ATTUARE NEGLI USA, CONSISTENTE ANCHE IN ALTRI ELEMENTI IMPORTANTI !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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  • Le batterie non creano elettricità, ma immagazzinano elettricità prodotta altrove, specialmente attraverso carbone, uranio, centrali elettriche naturali o generatori a diesel.

    Quindi l'affermazione che un'auto elettrica è un veicolo a zero emissioni non è affatto vera, perché l'elettricità prodotta proviene da centrali elettriche e molte di esse bruciano carbone o gas.

    Quindi oggi il 40%? delle auto elettriche sulla strada sono basate sul carbonio.

    Ma non è tutto.

    Chi è entusiasta delle auto elettriche e di una rivoluzione verde dovrebbe dare un'occhiata più da vicino alle batterie, ma anche alle turbine eoliche e ai pannelli solari.

    Una tipica batteria di auto elettrica pesa 450 kg, grande circa quanto una valigia. Contiene 11 kg di litio, 27 kg di nichel, 20 kg di manganese, 14 kg di cobalto, 90 kg di rame e 180 kg di alluminio, acciaio e plastica. Ci sono più di 6.000 cellule individuali agli ioni di litio all'interno.

    Per fare ogni batteria BEV, dovrai trattare 11.000 kg di sale per litio, 15.000 kg di minerale per cobalto, 2.270 kg di resina per nichel e 11.000 kg di minerale di rame.

    In totale, devi estrarre 225.000 kg di terra per una batteria.

    Il problema più grande con i sistemi solari sono i prodotti chimici usati per convertire il silicato nella ghiaia usata per i pannelli.

    Per produrre abbastanza silicio pulito, deve essere trattato con acido cloridrico, acido solforico, fluoruro, tricloroetano e acetone.

    Inoltre, sono necessari gallio, arseniuro, diselenuro di rame-indiano-galio e tellururo di cadmio, che sono anch'essi altamente tossici.

    La polvere di silicone rappresenta un pericolo per i lavoratori e le piastrelle non possono essere riciclate.

    Le turbine eoliche non sono plus-ultra in termini di costi e distruzione ambientale.

    Ogni mulino a vento pesa 1.688 tonnellate (equivalente al peso di 23 case) e contiene 1300 tonnellate di cemento, 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro e terre rare difficili da ottenere Neodimio, Praseodimio e Disprosio.

    Ognuna delle tre pale pesa 40.000 kg e ha una vita di vita compresa tra 15 e 20 anni, dopo i quali devono essere sostituite. Non possiamo riciclare pale rotori usate.

    Certamente queste tecnologie possono avere il loro posto, ma bisogna guardare oltre il mito della libertà di emissione. Going Green può sembrare un ideale utopistico, ma se guardi i costi nascosti e incorporati in modo realistico e imparziale, scoprirai che "Going Green" oggi fa più danni all'ambiente terrestre di quanto sembri.

    Non mi oppongo alle miniere, ai veicoli elettrici, all'energia eolica o solare. Ma la realtà non è così idilliaca.

    Fonte: Utopia.
    Le batterie non creano elettricità, ma immagazzinano elettricità prodotta altrove, specialmente attraverso carbone, uranio, centrali elettriche naturali o generatori a diesel. Quindi l'affermazione che un'auto elettrica è un veicolo a zero emissioni non è affatto vera, perché l'elettricità prodotta proviene da centrali elettriche e molte di esse bruciano carbone o gas. Quindi oggi il 40%? delle auto elettriche sulla strada sono basate sul carbonio. Ma non è tutto. Chi è entusiasta delle auto elettriche e di una rivoluzione verde dovrebbe dare un'occhiata più da vicino alle batterie, ma anche alle turbine eoliche e ai pannelli solari. Una tipica batteria di auto elettrica pesa 450 kg, grande circa quanto una valigia. Contiene 11 kg di litio, 27 kg di nichel, 20 kg di manganese, 14 kg di cobalto, 90 kg di rame e 180 kg di alluminio, acciaio e plastica. Ci sono più di 6.000 cellule individuali agli ioni di litio all'interno. Per fare ogni batteria BEV, dovrai trattare 11.000 kg di sale per litio, 15.000 kg di minerale per cobalto, 2.270 kg di resina per nichel e 11.000 kg di minerale di rame. In totale, devi estrarre 225.000 kg di terra per una batteria. Il problema più grande con i sistemi solari sono i prodotti chimici usati per convertire il silicato nella ghiaia usata per i pannelli. Per produrre abbastanza silicio pulito, deve essere trattato con acido cloridrico, acido solforico, fluoruro, tricloroetano e acetone. Inoltre, sono necessari gallio, arseniuro, diselenuro di rame-indiano-galio e tellururo di cadmio, che sono anch'essi altamente tossici. La polvere di silicone rappresenta un pericolo per i lavoratori e le piastrelle non possono essere riciclate. Le turbine eoliche non sono plus-ultra in termini di costi e distruzione ambientale. Ogni mulino a vento pesa 1.688 tonnellate (equivalente al peso di 23 case) e contiene 1300 tonnellate di cemento, 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro e terre rare difficili da ottenere Neodimio, Praseodimio e Disprosio. Ognuna delle tre pale pesa 40.000 kg e ha una vita di vita compresa tra 15 e 20 anni, dopo i quali devono essere sostituite. Non possiamo riciclare pale rotori usate. Certamente queste tecnologie possono avere il loro posto, ma bisogna guardare oltre il mito della libertà di emissione. Going Green può sembrare un ideale utopistico, ma se guardi i costi nascosti e incorporati in modo realistico e imparziale, scoprirai che "Going Green" oggi fa più danni all'ambiente terrestre di quanto sembri. Non mi oppongo alle miniere, ai veicoli elettrici, all'energia eolica o solare. Ma la realtà non è così idilliaca. Fonte: Utopia.
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  • Calcium carbonate serves as a cost-effective filler that allows manufacturers to use less PVC resin in the production of pipes. The mineral’s unique properties enable it to blend seamlessly with the PVC compound, ensuring that the pipes maintain their structural integrity and durability. This reduction in resin usage directly translates to less reliance on petrochemical resources, aligning with the broader goals of resource conservation and sustainable manufacturing.

    https://www.zjhongtian.com/news/industry-news/the-use-of-calcium-carbonate-in-pvc-pipes.html
    Calcium carbonate serves as a cost-effective filler that allows manufacturers to use less PVC resin in the production of pipes. The mineral’s unique properties enable it to blend seamlessly with the PVC compound, ensuring that the pipes maintain their structural integrity and durability. This reduction in resin usage directly translates to less reliance on petrochemical resources, aligning with the broader goals of resource conservation and sustainable manufacturing. https://www.zjhongtian.com/news/industry-news/the-use-of-calcium-carbonate-in-pvc-pipes.html
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  • Calcium carbonate serves as a cost-effective filler that allows manufacturers to use less PVC resin in the production of pipes. The mineral’s unique properties enable it to blend seamlessly with the PVC compound, ensuring that the pipes maintain their structural integrity and durability. This reduction in resin usage directly translates to less reliance on petrochemical resources, aligning with the broader goals of resource conservation and sustainable manufacturing.

    Energy Savings: The integration of calcium carbonate into PVC formulations can also energy savings during production. The processing temperature required for calcium carbonate-filled PVC compounds is often lower than that for pure PVC resin. This reduction in energy consumption not only lowers production costs but also decreases the overall carbon emissions associated with the manufacturing process.
    https://www.zjhongtian.com/news/industry-news/the-use-of-calcium-carbonate-in-pvc-pipes.html
    Calcium carbonate serves as a cost-effective filler that allows manufacturers to use less PVC resin in the production of pipes. The mineral’s unique properties enable it to blend seamlessly with the PVC compound, ensuring that the pipes maintain their structural integrity and durability. This reduction in resin usage directly translates to less reliance on petrochemical resources, aligning with the broader goals of resource conservation and sustainable manufacturing. Energy Savings: The integration of calcium carbonate into PVC formulations can also energy savings during production. The processing temperature required for calcium carbonate-filled PVC compounds is often lower than that for pure PVC resin. This reduction in energy consumption not only lowers production costs but also decreases the overall carbon emissions associated with the manufacturing process. https://www.zjhongtian.com/news/industry-news/the-use-of-calcium-carbonate-in-pvc-pipes.html
    OEM use of calcium carbonate in pvc pipes Manufacturer
    OEM use of calcium carbonate in pvc pipes Manufacturer In this article, we will explore the various reasons behind the use of calcium carbonate in PVC pipes, its benefits, and its impact on the industry.
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  • ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia

    Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia.

    L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”.

    La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale.

    A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane.

    Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin.

    Fonte: https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist/34911
    ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia. L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”. La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale. A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane. Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin. Fonte: https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist/34911
    T.ME
    Giorgio Bianchi Photojournalist
    ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia. L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”. La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale. A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane. Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin.
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  • LE RISORSE MINERARIE DIETRO LA GUERRA IN UCRAINA: “NON VOGLIAMO DARE ALLA RUSSIA 10-12 TRILIONI DI DOLLARI IN MINERALI ” “L’Ucraina è una “miniera d’oro” aveva detto il senatore americano Lindsey Graham “Consentire una vittoria russa nel conflitto priverebbe l’America dell’accesso a vaste risorse minerarie”, affermava Graham nel corso di una intervista, con ‘Face the Nation .
    L’Ucraina ha il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% di grafite. Oltre a ossidi di litio, nichel e cobalto. Questa situazione di base è stata riportata su questo sito web. Non è una vera e propria notizia, ma è bene ricordarla. Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: per avere accesso alle risorse minerarie, l’Occidente chiede a Kiev di continuare la guerra fino all’ultimo ucraino
    https://www.nogeoingegneria.com/motivazioni/risorse/le-risorse-minerarie-dietro-la-guerra-in-ucraina-non-vogliamo-dare-alla-russia-10-12-trilioni-di-dollari-in-minerali/
    LE RISORSE MINERARIE DIETRO LA GUERRA IN UCRAINA: “NON VOGLIAMO DARE ALLA RUSSIA 10-12 TRILIONI DI DOLLARI IN MINERALI ” “L’Ucraina è una “miniera d’oro” aveva detto il senatore americano Lindsey Graham “Consentire una vittoria russa nel conflitto priverebbe l’America dell’accesso a vaste risorse minerarie”, affermava Graham nel corso di una intervista, con ‘Face the Nation . L’Ucraina ha il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% di grafite. Oltre a ossidi di litio, nichel e cobalto. Questa situazione di base è stata riportata su questo sito web. Non è una vera e propria notizia, ma è bene ricordarla. Vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: per avere accesso alle risorse minerarie, l’Occidente chiede a Kiev di continuare la guerra fino all’ultimo ucraino https://www.nogeoingegneria.com/motivazioni/risorse/le-risorse-minerarie-dietro-la-guerra-in-ucraina-non-vogliamo-dare-alla-russia-10-12-trilioni-di-dollari-in-minerali/
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    LE RISORSE MINERARIE DIETRO LA GUERRA IN UCRAINA: “NON VOGLIAMO DARE ALLA RUSSIA 10-12 TRILIONI DI DOLLARI IN MINERALI ”
    “L’Ucraina è una “miniera d’oro” aveva detto il senatore americano Lindsey Graham “Consentire una vittoria russa nel conflitto priverebbe l’America dell’accesso a vaste risorse minerarie”, affermava Graham nel corso di una intervista, con ‘Face the Nation . L’Ucraina ha il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% di grafite.
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  • Lindsey Graham, il pagliaccio senatore americano guerrafondaio, ha spiegato perché l’occidente ha bisogno dell’Ucraina

    L’Ucraina dispone di risorse minerarie critiche per un valore compreso tra 10 e 12 trilioni di dollari. Potrebbero diventare il paese più ricco d’Europa

    Non voglio dare questi soldi e beni a Putin affinché li condivida con la Cina

    Se aiutiamo l’Ucraina adesso, potrà diventare il miglior partner commerciale che abbiamo mai sognato

    Questi 10-12 trilioni di dollari in minerali critici potrebbero essere utilizzati dall’Ucraina e dall’occidente piuttosto che dati a Putin e alla Cina

    È molto importante il modo in cui finirà l’Ucraina. Aiutiamoli a vincere una guerra che non possiamo permetterci di perdere

    Troviamo una soluzione a questa guerra. Sono seduti su una miniera d'oro. Dare a Putin dieci o dodicimila miliardi di dollari di minerali essenziali da condividere con la Cina è ridicolo

    E finalmente dicono in modo chiaro quello che tutti sanno da sempre ma che nessuno aveva ancora detto

    Come sempre e come ogni guerra degli Stati Uniti e della NATO si basa su quante materie prima ha la Nazione che attaccano o che difendono e quanto loro posso rubare e saccheggiare in materie prime a quella Nazione

    E più ucraini crepano nel conflitto e meglio è per loro perché così si prendono le materie prime senza neanche dare le briciole al popolo se il popolo non c'è più

    Questi maledetti demoni che comandano l'occidente sono un cancro da debellare alla radice!
    🇺🇸🤡 Lindsey Graham, il pagliaccio senatore americano guerrafondaio, ha spiegato perché l’occidente ha bisogno dell’Ucraina L’Ucraina dispone di risorse minerarie critiche per un valore compreso tra 10 e 12 trilioni di dollari. Potrebbero diventare il paese più ricco d’Europa Non voglio dare questi soldi e beni a Putin affinché li condivida con la Cina Se aiutiamo l’Ucraina adesso, potrà diventare il miglior partner commerciale che abbiamo mai sognato Questi 10-12 trilioni di dollari in minerali critici potrebbero essere utilizzati dall’Ucraina e dall’occidente piuttosto che dati a Putin e alla Cina È molto importante il modo in cui finirà l’Ucraina. Aiutiamoli a vincere una guerra che non possiamo permetterci di perdere Troviamo una soluzione a questa guerra. Sono seduti su una miniera d'oro. Dare a Putin dieci o dodicimila miliardi di dollari di minerali essenziali da condividere con la Cina è ridicolo ⬆️ E finalmente dicono in modo chiaro quello che tutti sanno da sempre ma che nessuno aveva ancora detto Come sempre e come ogni guerra degli Stati Uniti e della NATO si basa su quante materie prima ha la Nazione che attaccano o che difendono e quanto loro posso rubare e saccheggiare in materie prime a quella Nazione E più ucraini crepano nel conflitto e meglio è per loro perché così si prendono le materie prime senza neanche dare le briciole al popolo se il popolo non c'è più Questi maledetti demoni che comandano l'occidente sono un cancro da debellare alla radice!
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  • Riproponiamo questo video del 2019, rimosso ovviamente da YouTube, in cui la dottoressa Loretta Bolgan espone alla Camera dei Deputati i risultati di quanto ritrovato in campioni di vaccini pediatrici esaminati.

    Link video rimosso da YouTube:
    https://youtu.be/TkLklf7kGK0


    "Commissione Parlamentare di Inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, 17a Legislatura Camera dei Deputati"
    Relatrice: Loretta Bolgan

    Ecco in sintesi cosa i ricercatori hanno trovato nei vaccini pediatrici analizzati :

    - FETI ABORTITI
    - RNA CONTAMINANTE
    - DNA UMANO COMPLETO
    - DNA DI SCIMMIA (CANCEROGENO)
    - DNA DI TOPO
    - DNA DI PAPILLOMA VIRUS (CANCEROGENO)
    - FORMALDEIDE (CANCEROGENA)
    - ALLUMINIO (CANCEROGENO, ALZHEIMER)
    - CELLULE EMBRIONALI DI POLLO
    - ERBICIDI
    - ACARICIDI
    - TOSSINE CHIMICHE
    - COMPOSTI NON IDENTIFICATI
    - MATERIALE GENETICO SINTETICO

    - 4 VIRUS CONTAMINANTI:
    - LEUCEMIA AVIARIA
    - ANEMIA EQUINA
    - RETROVIRUS ENDOGENO
    - ALLERGENI PERICOLOSI PERCHE' PRODUCONO ANTICORPI PERICOLOSI.
    - ALTRO

    I RISULTATI SONO DAVVERO SCIOCCANTI

    #IoNonDimentico

    SOTTOTITOLI IN ITALIANO IN ESCLUSIVA PER T.ME/LVOGRUPPO
    Riproponiamo questo video del 2019, rimosso ovviamente da YouTube, in cui la dottoressa Loretta Bolgan espone alla Camera dei Deputati i risultati di quanto ritrovato in campioni di vaccini pediatrici esaminati. Link video rimosso da YouTube: https://youtu.be/TkLklf7kGK0 ⏩"Commissione Parlamentare di Inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, 17a Legislatura Camera dei Deputati" Relatrice: Loretta Bolgan Ecco in sintesi cosa i ricercatori hanno trovato nei vaccini pediatrici analizzati : - FETI ABORTITI - RNA CONTAMINANTE - DNA UMANO COMPLETO - DNA DI SCIMMIA (CANCEROGENO) - DNA DI TOPO - DNA DI PAPILLOMA VIRUS (CANCEROGENO) - FORMALDEIDE (CANCEROGENA) - ALLUMINIO (CANCEROGENO, ALZHEIMER) - CELLULE EMBRIONALI DI POLLO - ERBICIDI - ACARICIDI - TOSSINE CHIMICHE - COMPOSTI NON IDENTIFICATI - MATERIALE GENETICO SINTETICO - 4 VIRUS CONTAMINANTI: - LEUCEMIA AVIARIA - ANEMIA EQUINA - RETROVIRUS ENDOGENO - ALLERGENI PERICOLOSI PERCHE' PRODUCONO ANTICORPI PERICOLOSI. - ALTRO 🔴 I RISULTATI SONO DAVVERO SCIOCCANTI‼️ #IoNonDimentico SOTTOTITOLI IN ITALIANO IN ESCLUSIVA PER T.ME/LVOGRUPPO
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  • VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE

    Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo

    Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti.

    L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica.

    L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”.

    Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente.

    Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati.

    Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale.

    A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino.

    La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue.

    La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo.

    Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano.

    Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame.

    Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici.

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    VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti. L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica. L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”. Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente. Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati. Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale. A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino. La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue. La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo. Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano. Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame. Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici. Pluto
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