Che il palazzo abbattuto a Sumy dal missile russo fosse un obiettivo militare gli ucraini lo sapevano.
Che fare in quel luogo un raduno di militari, la domenica delle palme, avrebbe comportato un possibile bombardamento dei Russi gli ucraini lo sapevano.
Che abbiano invitato i civili, per assistere al raduno dei militari ucraini premiati per l'invasione del Kursk, mettendoli a rischio, gli ucraini lo sapevano.
Che il sindaco di Sumy abbia protestato con forza contro l'esercito ucraino, per aver dato l'ordine di invitare i civili, mette a rischio la vita dello stesso sindaco. Lo sappiamo.
Che Zelensky sia una scheggia impazzita, che organizza queste sceneggiate per incolpare la Russia, e che cerca in tutti i modi di evitare un accordo per il cessate il fuoco, sapendo che il primo ad essere defenestrato sarebbe lui, è ormai chiaro a chi ha un minimo di sale in zucca.
Che l'informazione mainstream vada dietro alle sceneggiate di Zelesky per rintuzzare odio e russofobia, è ormai acclarato.
Che gli ucraini siano le prime vittime di questa follia autodistruttiva di Zelesky, con rastrellamenti violenti per mandare i pochi ucraini rimasti al fronte, con stragi di civili preparate ad hoc, non importa a costoro. È risaputo.
Che si continui a ignorare che la Russia ha vinto sul campo e che sarebbe necessario intavolare una trattativa capace di salvare il salvabile chiedendo a Zelesky di porre fine alla distruzione del suo popolo, è come mettersi il prosciutto sugli occhi. Lo vediamo.
Che con la Russia non si scherza e che sia necessario ristabilire rapporti di buon vicinato è la strada maestra, ma rappresenta un doppio salto mortale per chi, come l'attuale Europa, sta facendo un riarmo insensato e altamente inutile, votandosi all'autodistruzione come Zelesky ha fatto con gli ucraini. È tangibile.
Ora ci bombarderanno di servizi pietosi, per dipingere ancora una volta la Russia come il regno del male da abbattere con urgenza, come stanno facendo da tre anni.
E si continua a spargere sangue, a manipolare le menti, a reprimere ogni voce critica.
Il regno del male non è a est.
Pina Fasciani
Che fare in quel luogo un raduno di militari, la domenica delle palme, avrebbe comportato un possibile bombardamento dei Russi gli ucraini lo sapevano.
Che abbiano invitato i civili, per assistere al raduno dei militari ucraini premiati per l'invasione del Kursk, mettendoli a rischio, gli ucraini lo sapevano.
Che il sindaco di Sumy abbia protestato con forza contro l'esercito ucraino, per aver dato l'ordine di invitare i civili, mette a rischio la vita dello stesso sindaco. Lo sappiamo.
Che Zelensky sia una scheggia impazzita, che organizza queste sceneggiate per incolpare la Russia, e che cerca in tutti i modi di evitare un accordo per il cessate il fuoco, sapendo che il primo ad essere defenestrato sarebbe lui, è ormai chiaro a chi ha un minimo di sale in zucca.
Che l'informazione mainstream vada dietro alle sceneggiate di Zelesky per rintuzzare odio e russofobia, è ormai acclarato.
Che gli ucraini siano le prime vittime di questa follia autodistruttiva di Zelesky, con rastrellamenti violenti per mandare i pochi ucraini rimasti al fronte, con stragi di civili preparate ad hoc, non importa a costoro. È risaputo.
Che si continui a ignorare che la Russia ha vinto sul campo e che sarebbe necessario intavolare una trattativa capace di salvare il salvabile chiedendo a Zelesky di porre fine alla distruzione del suo popolo, è come mettersi il prosciutto sugli occhi. Lo vediamo.
Che con la Russia non si scherza e che sia necessario ristabilire rapporti di buon vicinato è la strada maestra, ma rappresenta un doppio salto mortale per chi, come l'attuale Europa, sta facendo un riarmo insensato e altamente inutile, votandosi all'autodistruzione come Zelesky ha fatto con gli ucraini. È tangibile.
Ora ci bombarderanno di servizi pietosi, per dipingere ancora una volta la Russia come il regno del male da abbattere con urgenza, come stanno facendo da tre anni.
E si continua a spargere sangue, a manipolare le menti, a reprimere ogni voce critica.
Il regno del male non è a est.
Pina Fasciani
Che il palazzo abbattuto a Sumy dal missile russo fosse un obiettivo militare gli ucraini lo sapevano.
Che fare in quel luogo un raduno di militari, la domenica delle palme, avrebbe comportato un possibile bombardamento dei Russi gli ucraini lo sapevano.
Che abbiano invitato i civili, per assistere al raduno dei militari ucraini premiati per l'invasione del Kursk, mettendoli a rischio, gli ucraini lo sapevano.
Che il sindaco di Sumy abbia protestato con forza contro l'esercito ucraino, per aver dato l'ordine di invitare i civili, mette a rischio la vita dello stesso sindaco. Lo sappiamo.
Che Zelensky sia una scheggia impazzita, che organizza queste sceneggiate per incolpare la Russia, e che cerca in tutti i modi di evitare un accordo per il cessate il fuoco, sapendo che il primo ad essere defenestrato sarebbe lui, è ormai chiaro a chi ha un minimo di sale in zucca.
Che l'informazione mainstream vada dietro alle sceneggiate di Zelesky per rintuzzare odio e russofobia, è ormai acclarato.
Che gli ucraini siano le prime vittime di questa follia autodistruttiva di Zelesky, con rastrellamenti violenti per mandare i pochi ucraini rimasti al fronte, con stragi di civili preparate ad hoc, non importa a costoro. È risaputo.
Che si continui a ignorare che la Russia ha vinto sul campo e che sarebbe necessario intavolare una trattativa capace di salvare il salvabile chiedendo a Zelesky di porre fine alla distruzione del suo popolo, è come mettersi il prosciutto sugli occhi. Lo vediamo.
Che con la Russia non si scherza e che sia necessario ristabilire rapporti di buon vicinato è la strada maestra, ma rappresenta un doppio salto mortale per chi, come l'attuale Europa, sta facendo un riarmo insensato e altamente inutile, votandosi all'autodistruzione come Zelesky ha fatto con gli ucraini. È tangibile.
Ora ci bombarderanno di servizi pietosi, per dipingere ancora una volta la Russia come il regno del male da abbattere con urgenza, come stanno facendo da tre anni.
E si continua a spargere sangue, a manipolare le menti, a reprimere ogni voce critica.
Il regno del male non è a est.
Pina Fasciani
