• Questi sono i bambini che vengono “utilizzati” per scavare nelle miniere da cui si estraggono i materiali necessari per costruire le batterie delle auto elettriche.

    Pensateci ogni volta che vi propongono l’acquisto di un’auto elettrica con la scusa della sostenibilità…

    Fonte: https://twitter.com/tradori/status/1793602335903801599?t=bibDBQqCiTAGC8bGCxxMHg&s=19

    #autoelettrica
    #sfruttamentominorile

    Questi sono i bambini che vengono “utilizzati” per scavare nelle miniere da cui si estraggono i materiali necessari per costruire le batterie delle auto elettriche. Pensateci ogni volta che vi propongono l’acquisto di un’auto elettrica con la scusa della sostenibilità… Fonte: https://twitter.com/tradori/status/1793602335903801599?t=bibDBQqCiTAGC8bGCxxMHg&s=19 #autoelettrica #sfruttamentominorile
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  • Ecco cosa vuole davvero questa gente!


    https://dituttoedipiu.altervista.org/lavoro-e-salari-da-fame-i-working-poor-italiani-vittime-di-bruxelles/


    #LavoroPrecario #WorkingPoor #SalaridaFame #Bruxelles #Povertà #IngiustiziaSociale #Sfruttamento #Economia #LavoroDignitoso #Precarietà #Disuguaglianza #PoliticheSociali #Sostegno #Riforme #Occupazione #CrisiEconomica #LavoroStabile #Ridistribuzione #RedditoMinimo #DirittiLavoratori #Sindacati #Conflitto #Equità #RiduzionePovertà #Lavoratori #GiustiziaSociale #Solidarietà #PoliticaEconomica #Welfare #RiformeLavorative
    Ecco cosa vuole davvero questa gente! https://dituttoedipiu.altervista.org/lavoro-e-salari-da-fame-i-working-poor-italiani-vittime-di-bruxelles/ #LavoroPrecario #WorkingPoor #SalaridaFame #Bruxelles #Povertà #IngiustiziaSociale #Sfruttamento #Economia #LavoroDignitoso #Precarietà #Disuguaglianza #PoliticheSociali #Sostegno #Riforme #Occupazione #CrisiEconomica #LavoroStabile #Ridistribuzione #RedditoMinimo #DirittiLavoratori #Sindacati #Conflitto #Equità #RiduzionePovertà #Lavoratori #GiustiziaSociale #Solidarietà #PoliticaEconomica #Welfare #RiformeLavorative
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    Lavoro e salari da fame: i "working poor" italiani vittime di - D
    Un'analisi allarmante dipinge un quadro desolante: quasi 8,5 milioni di italiani, pari al 15% della popolazione, si trovano intrappolati nella morsa della povertà.
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  • VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE

    Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo

    Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti.

    L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica.

    L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”.

    Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente.

    Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati.

    Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale.

    A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino.

    La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue.

    La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo.

    Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano.

    Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame.

    Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici.

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    VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti. L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica. L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”. Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente. Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati. Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale. A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino. La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue. La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo. Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano. Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame. Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici. Pluto
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  • PERCHÉ EMERGONO LE ACCUSE RUSSE SULLE FALSITÀ DELLE MISSIONI APOLLO
    Naturalmente sui Media Mainstream e sui motori di ricerca americani (che applicano una forma di censura e filtraggio delle notizie) non c'è una parola sulle pesanti accuse di falsità delle foto lunari americane formulate in questi giorni in Russia alla presenza di Putin stesso. Presumo inoltre che la NASA, che ha a libro paga migliaia di falsi "informatori scientifici", debunker e troll li stia già attivando per nascondere lo scandalo sui Social (non erano loro che fino a ieri dicevano: "È tutto vero! Se mentissimo i russi lo direbbero!"?).
    Alcune considerazioni sono però necessarie.
    Anzitutto non si devono abbracciare teorie per partito preso, come fosse una guerra d'informazione. C'è sempre la possibilità che gli attacchi russi siano strumentali, e i dati su cui si basano le accuse di falsità delle foto lunari NASA (che non sono stati divulgati) siano errati, e abbiano ragione gli americani.
    Ma la vicenda probabilmente ha poco a che fare con "dispetti reciproci" dovuti alla tensione USA/Russia. Le grandi potenze non agiscono in modo umorale, ma per calcolo, quando c'è la possibilità di una vantaggio politico ed economico.
    Pochi sanno che gli americani stanno facendo firmare ai loro amici e alleati (l'Italia ha subito aderito, l'ultima in ordine di tempo è stata l'india) una serie di accordi internazionali, denominati Artemis Accords, che in cambio di un qualche coinvolgimento nei nuovi programmi lunari, di fatto assicurano agli USA ampie zone di sfruttamento esclusivo della Luna. E ciò in corrispondenza dei siti di tutti gli allunaggi Apollo o di discesa della sonde Surveyor degli anni '60.
    E'ovvio che la "cordata" concorrente, a guida cinese e russa (esponenti del PC cinese già tre anni fa avevano insinuato che le missioni Apollo non fossero mai esistite), ha tutto l'interesse a contestare il fondamento stesso di queste aree di esclusiva.
    Le grandi potenze ragionano in prospettiva, e qualcuno ricorderà un mio post nel quale mesi fa riferivo che un amico banchiere mi aveva confidato che stavano già cercando fondi per lo sfruttamento minerario della Luna, suddividendola in lotti.
    Che le missioni Apollo siano molto dubbie si può comunque dedurre anche da considerazioni generali.
    Se gli USA non hanno oggi la tecnologia nemmeno per avvicinarsi con una sonda (tenteranno forse tra qualche mese), e l'improbabile super missile di Musk esplode sempre, come fecero con la tecnologia degli anni '60 ad andare e tornare senza test preliminari per sei volte assicurando anche il supporto vitale a tre astronauti per 8-10 giorni ogni volta
    Infine, le recenti rivelazioni russe sembrano basarsi anche su una netta differenza, finora osservata da pochi, tra le foto lunari americane e quelle cinesi.
    La Luna non ha né atmosfera, né vulcanismo, ne masse d'acqua e quindi il suolo dovrebbe essere geologicamente abbastanza uniforme. Però nelle foto in piena luce fatte dai cinesi la sabbia lunare appare sempre giallastra, mentre in quelle americane sempre grigio chiaro e molto riflettente (un po' come ce la siamo sempre immaginata noi da Terra).
    Una delle due serie fotografiche perciò è probabilmente falsa.
    I software russi, anche sulla base di altri elementi (che non sono stati divulgati), hanno concluso che sono false tutte le foto della NASA, e autentiche quelle cinesi.

    https://twitter.com/M25016096/status/1728791495765823610?t=EVaD8t-mEsnDZShn0VlXqA&s=19
    PERCHÉ EMERGONO LE ACCUSE RUSSE SULLE FALSITÀ DELLE MISSIONI APOLLO Naturalmente sui Media Mainstream e sui motori di ricerca americani (che applicano una forma di censura e filtraggio delle notizie) non c'è una parola sulle pesanti accuse di falsità delle foto lunari americane formulate in questi giorni in Russia alla presenza di Putin stesso. Presumo inoltre che la NASA, che ha a libro paga migliaia di falsi "informatori scientifici", debunker e troll li stia già attivando per nascondere lo scandalo sui Social (non erano loro che fino a ieri dicevano: "È tutto vero! Se mentissimo i russi lo direbbero!"?). Alcune considerazioni sono però necessarie. Anzitutto non si devono abbracciare teorie per partito preso, come fosse una guerra d'informazione. C'è sempre la possibilità che gli attacchi russi siano strumentali, e i dati su cui si basano le accuse di falsità delle foto lunari NASA (che non sono stati divulgati) siano errati, e abbiano ragione gli americani. Ma la vicenda probabilmente ha poco a che fare con "dispetti reciproci" dovuti alla tensione USA/Russia. Le grandi potenze non agiscono in modo umorale, ma per calcolo, quando c'è la possibilità di una vantaggio politico ed economico. Pochi sanno che gli americani stanno facendo firmare ai loro amici e alleati (l'Italia ha subito aderito, l'ultima in ordine di tempo è stata l'india) una serie di accordi internazionali, denominati Artemis Accords, che in cambio di un qualche coinvolgimento nei nuovi programmi lunari, di fatto assicurano agli USA ampie zone di sfruttamento esclusivo della Luna. E ciò in corrispondenza dei siti di tutti gli allunaggi Apollo o di discesa della sonde Surveyor degli anni '60. E'ovvio che la "cordata" concorrente, a guida cinese e russa (esponenti del PC cinese già tre anni fa avevano insinuato che le missioni Apollo non fossero mai esistite), ha tutto l'interesse a contestare il fondamento stesso di queste aree di esclusiva. Le grandi potenze ragionano in prospettiva, e qualcuno ricorderà un mio post nel quale mesi fa riferivo che un amico banchiere mi aveva confidato che stavano già cercando fondi per lo sfruttamento minerario della Luna, suddividendola in lotti. Che le missioni Apollo siano molto dubbie si può comunque dedurre anche da considerazioni generali. Se gli USA non hanno oggi la tecnologia nemmeno per avvicinarsi con una sonda (tenteranno forse tra qualche mese), e l'improbabile super missile di Musk esplode sempre, come fecero con la tecnologia degli anni '60 ad andare e tornare senza test preliminari per sei volte assicurando anche il supporto vitale a tre astronauti per 8-10 giorni ogni volta❓ Infine, le recenti rivelazioni russe sembrano basarsi anche su una netta differenza, finora osservata da pochi, tra le foto lunari americane e quelle cinesi. La Luna non ha né atmosfera, né vulcanismo, ne masse d'acqua e quindi il suolo dovrebbe essere geologicamente abbastanza uniforme. Però nelle foto in piena luce fatte dai cinesi la sabbia lunare appare sempre giallastra, mentre in quelle americane sempre grigio chiaro e molto riflettente (un po' come ce la siamo sempre immaginata noi da Terra). Una delle due serie fotografiche perciò è probabilmente falsa. I software russi, anche sulla base di altri elementi (che non sono stati divulgati), hanno concluso che sono false tutte le foto della NASA, e autentiche quelle cinesi. 😏 https://twitter.com/M25016096/status/1728791495765823610?t=EVaD8t-mEsnDZShn0VlXqA&s=19
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  • CARI AMICI, LA NOVITA' E' QUELLA DELLA FIGURACCIA MONDIALE FATTA DALL'AFFARISTA DI PALAZZO CHIGI, NELLA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI PACE PER LA FINE DEL CONFLITTO TRA RUSSIA ED UCRAINA !!!!L'INFAME AFFARISTA HA FATTO IL COMPITINO DETTATOGLI IN AMERICA, ESPONENDO IL POPOLO ITALIANO AD UNA FIGURA MISERA !!!!IL DRAGHI, A DIGIUNO DI POLITICA ED ABILE SOLO NELLO SFRUTTAMENTO A SANGUE DEL PROSSIMO, DEVE SOLO SPARIRE, AL PIU' PRESTO DA PALAZZO CHIGI , ANZI, IO PREFERIREI DAL GLOBO TERRESTRE !!!! IGNORAVA, IL MISERABILE MILIARDARIO- CHE STA TRASCINANDO L'ITALIA NEL BARATRO -CHE IL PIANO NON PUO' ESSERE PRESENTATO CHE DA UN PAESE DICHIARATOSI, NEUTRALE !!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, LA NOVITA' E' QUELLA DELLA FIGURACCIA MONDIALE FATTA DALL'AFFARISTA DI PALAZZO CHIGI, NELLA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI PACE PER LA FINE DEL CONFLITTO TRA RUSSIA ED UCRAINA !!!!L'INFAME AFFARISTA HA FATTO IL COMPITINO DETTATOGLI IN AMERICA, ESPONENDO IL POPOLO ITALIANO AD UNA FIGURA MISERA !!!!IL DRAGHI, A DIGIUNO DI POLITICA ED ABILE SOLO NELLO SFRUTTAMENTO A SANGUE DEL PROSSIMO, DEVE SOLO SPARIRE, AL PIU' PRESTO DA PALAZZO CHIGI , ANZI, IO PREFERIREI DAL GLOBO TERRESTRE !!!! IGNORAVA, IL MISERABILE MILIARDARIO- CHE STA TRASCINANDO L'ITALIA NEL BARATRO -CHE IL PIANO NON PUO' ESSERE PRESENTATO CHE DA UN PAESE DICHIARATOSI, NEUTRALE !!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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