• Manutenzione dei fiumi in #Cina

    #Emilia #Romagna
    #Alluvione
    #Alluvioneromagna
    #Alluvioneemiliaromagna
    #Bonaccini
    #Schlein
    Manutenzione dei fiumi in #Cina #Emilia #Romagna #Alluvione #Alluvioneromagna #Alluvioneemiliaromagna #Bonaccini 👏👏👏👏 #Schlein 👏👏👏👏
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  • Alluvione Emilia Romagna.
    ED ECCO LA FACCIA di PALTA che conferma l'ipotesi di Mazzucco. COME VOLEVASI DIMOSTRARE!

    Landini: "E' chiaro che quello che è successo in Emilia è dovuto ad un cambiamento climatico che richiede degli interventi molto precisi"

    Fonte: https://x.com/RobertoAvventu2/status/1837830710503034974?t=FLX6Z-oKF-5QOIrmsPEv_A&s=19
    Alluvione Emilia Romagna. ED ECCO LA FACCIA di PALTA che conferma l'ipotesi di Mazzucco. COME VOLEVASI DIMOSTRARE! Landini: "E' chiaro che quello che è successo in Emilia è dovuto ad un cambiamento climatico che richiede degli interventi molto precisi" 🤮 Fonte: https://x.com/RobertoAvventu2/status/1837830710503034974?t=FLX6Z-oKF-5QOIrmsPEv_A&s=19
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  • PENSO SIA PROPRIO ANDATA in QUESTO MODO!
    Secondo Massimo Mazzucco, in Emilia Romagna non si sono fatti i lavori non per risparmiare soldi, ma volutamente per ottenere risultati catastrofici. Questo permetterebbe di incolpare il cambiamento climatico e favorire l'adozione dell'agenda green, che arricchisce un numero ristretto di persone.
    FONTE: Border Nights
    #21settembre #EmiliaRomagna #Mazzucco #alluvione @border_nights @MaxMazzucco
    PENSO SIA PROPRIO ANDATA in QUESTO MODO! Secondo Massimo Mazzucco, in Emilia Romagna non si sono fatti i lavori non per risparmiare soldi, ma volutamente per ottenere risultati catastrofici. Questo permetterebbe di incolpare il cambiamento climatico e favorire l'adozione dell'agenda green, che arricchisce un numero ristretto di persone. FONTE: Border Nights #21settembre #EmiliaRomagna #Mazzucco #alluvione @border_nights @MaxMazzucco
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  • Palermo fa i conti con la siccità: acqua razionata in periferia. Il dramma di Nicosia, dove arriverà ogni 7 giorni: “Non potremo più usare i water”.

    Alla fine tocca anche a Palermo fare i conti con la siccità e dover sperimentare il razionamento dell’acqua. Dopo il braccio di ferro negli scorsi mesi tra il sindaco Roberto Lagalla e il presidente della Regione Renato Schifani, che aveva chiesto una frenata poi di fatto arrivata, il capoluogo siciliano – già in sofferenza per una raccolta dell’immondizia deficitaria – adesso subirà un nuovo disagio. Dal 7 ottobre alcuni quartieri periferici (pari al 25 per cento del tessuto urbano) subiranno un giorno di stop del servizio idrico alla settimana. “Lo scontro politico non ha fatto che ritardare una misura urgente per preservare le risorse idriche e farle durare più a lungo possibile, adesso potrebbe essere troppo tardi”, punta il dito Beppe Amato, responsabile risorse idriche di Legambiente. Mentre Salvo Cocina, capo della Protezione civile regionale, spiega che “la misura è stata adottata per esigenze di risparmio idrico ma anche come sperimentazione, per mettere, cioè, alla prova il sistema idrico cittadino in previsione dello scenario peggiore, ovvero che non piova il prossimo autunno”.

    Uno scenario pressoché apocalittico ma che deve essere comunque considerato, secondo gli esperti della Regione. Le prime settimane di settembre non hanno portato il sollievo sperato: le piogge sono state scarse e la situazione “è di molto peggiorata – indica Amato – soprattutto perché le precipitazioni non hanno aumentato le risorse nelle dighe: questo vuol dire che i terreni hanno assorbito molta acqua e se c’è questa esigenza idrogeologica, ovvero se i terreni hanno bisogno di tutta quest’acqua, vuol dire che le piogge serviranno soprattutto ai terreni non aumentando la disponibilità in diga: una situazione gravissima”. Dopo avere perso la diga Fanaco, prosciugata da un paio di settimane, a destare particolare preoccupazione è adesso l’Ancipa, la diga sui Nebrodi che serve le zone interne della Sicilia. Non a caso dal 14 settembre comuni come Nicosia, Troina, Gagliano, Valguarnera ed Enna hanno subito un aggravio del razionamento: “Siamo passati da 4 a sette giorni ma questa cosa non è possibile, non ce la facciamo e siamo pronti a proteste eclatanti”, avverte Fabio Bruno, presidente del Movimento per la difesa dei territori.

    E spiega: “A Nicosia, comune in provincia di Enna, non ci sono abitanti con serbatoi capienti, tutti con un massimo di 500 o mille litri di capienza, per questo non si riesce a stare una settimana senz’acqua: non si può andare avanti in questo modo, bisogna trovare un’altra soluzione”. La Protezione civile ha già disposto l’invio di altre autobotti e la realizzazione di serbatoi comunali dove andare a rifornirsi. Ma per Bruno non è questa una soluzione praticabile: “Noi chiediamo che l’acqua venga razionata con un intervallo minore: 5 giorni e non sette, non siamo certi di farcela così ma è un inizio”. Altrimenti dall’entroterra siculo promettono battaglia: “Il consumo maggiore è quello del water, vuol dire che per risparmiare davvero sul consumo, dovremmo tornare al medioevo, e allora noi siamo pronti a gettare i nostri water e a mostrare al mondo il nostro disagio, se servirà”, avverte il presidente del Movimento per la difesa dei territori.

    Con la fine dell’estate l’emergenza si è dunque aggravata, soprattutto nelle zone interne, dove, non avendo avuto disagi precedenti, gli abitanti non sono equipaggiati per un razionamento così prolungato. Senza contare che in quelle zone sono stati trovati pochi pozzi, che nei mesi estivi hanno rappresentato la soluzione d’emergenza per le zone in maggiore sofferenza. La Protezione civile ha chiesto ai comuni di setacciare i propri territori per scovare altre risorse idriche e in molti casi ne sono stati trovati, come a Trapani, dove sono stati riattivati i vecchi pozzi. Idem a Messina, dove 6 nuovi pozzi adesso servono la città e il Comune ha potuto chiudere il centro operativo attivato per fronteggiare la siccità. Mentre per il prossimo maggio si attendono i dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, già finanziati con i fondi Fsc per 90 milioni e con altri 10 stanziati dalla Regione. Serviranno come “stabilizzatori”, spiega Cocina. In altre parole serviranno a rendere stabile l’approvvigionamento idrico a prescindere dalla piovosità soggetta a brusche oscillazioni a causa dei cambiamenti climatici.

    Ma i tre dissalatori riguardano solo il 5 per cento dell’isola e non posso essere una soluzione nella parte interna, dove l’acqua dal mare dovrebbero non solo essere dissalata ma anche pompata in altezza. In queste zone più impervie sono anche pochi i pozzi scovati finora, situazione molto critica che ha spinto all’aggravio del razionamento. Nel frattempo però i pesci restano dove sono: durante l’estate una delle ipotesi vagliate dai tecnici era stata quella di spostarli dagli invasi per poter prelevare più acqua. Soluzione che finora non è stata adottata ma neanche del tutto esclusa: i pesci sono ancora sotto osservazione, in caso servisse e in attesa di un’autorizzazione ambientale, senza la quale l’operazione di travaso da una diga a un’altra non si può fare. Ma non si esclude nulla in Sicilia, dove la Protezione civile sta valutando lo scenario peggiore: “Non è il più probabile – spiegano dai vertici– ma le statistiche non davano probabile neanche la terza alluvione a Bologna: il cambiamento climatico ci impone di valutare scenari imprevedibili e di avere massima cautela”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/21/palermo-acqua-razionata-siccita-nicosia/7702353/
    Palermo fa i conti con la siccità: acqua razionata in periferia. Il dramma di Nicosia, dove arriverà ogni 7 giorni: “Non potremo più usare i water”. Alla fine tocca anche a Palermo fare i conti con la siccità e dover sperimentare il razionamento dell’acqua. Dopo il braccio di ferro negli scorsi mesi tra il sindaco Roberto Lagalla e il presidente della Regione Renato Schifani, che aveva chiesto una frenata poi di fatto arrivata, il capoluogo siciliano – già in sofferenza per una raccolta dell’immondizia deficitaria – adesso subirà un nuovo disagio. Dal 7 ottobre alcuni quartieri periferici (pari al 25 per cento del tessuto urbano) subiranno un giorno di stop del servizio idrico alla settimana. “Lo scontro politico non ha fatto che ritardare una misura urgente per preservare le risorse idriche e farle durare più a lungo possibile, adesso potrebbe essere troppo tardi”, punta il dito Beppe Amato, responsabile risorse idriche di Legambiente. Mentre Salvo Cocina, capo della Protezione civile regionale, spiega che “la misura è stata adottata per esigenze di risparmio idrico ma anche come sperimentazione, per mettere, cioè, alla prova il sistema idrico cittadino in previsione dello scenario peggiore, ovvero che non piova il prossimo autunno”. Uno scenario pressoché apocalittico ma che deve essere comunque considerato, secondo gli esperti della Regione. Le prime settimane di settembre non hanno portato il sollievo sperato: le piogge sono state scarse e la situazione “è di molto peggiorata – indica Amato – soprattutto perché le precipitazioni non hanno aumentato le risorse nelle dighe: questo vuol dire che i terreni hanno assorbito molta acqua e se c’è questa esigenza idrogeologica, ovvero se i terreni hanno bisogno di tutta quest’acqua, vuol dire che le piogge serviranno soprattutto ai terreni non aumentando la disponibilità in diga: una situazione gravissima”. Dopo avere perso la diga Fanaco, prosciugata da un paio di settimane, a destare particolare preoccupazione è adesso l’Ancipa, la diga sui Nebrodi che serve le zone interne della Sicilia. Non a caso dal 14 settembre comuni come Nicosia, Troina, Gagliano, Valguarnera ed Enna hanno subito un aggravio del razionamento: “Siamo passati da 4 a sette giorni ma questa cosa non è possibile, non ce la facciamo e siamo pronti a proteste eclatanti”, avverte Fabio Bruno, presidente del Movimento per la difesa dei territori. E spiega: “A Nicosia, comune in provincia di Enna, non ci sono abitanti con serbatoi capienti, tutti con un massimo di 500 o mille litri di capienza, per questo non si riesce a stare una settimana senz’acqua: non si può andare avanti in questo modo, bisogna trovare un’altra soluzione”. La Protezione civile ha già disposto l’invio di altre autobotti e la realizzazione di serbatoi comunali dove andare a rifornirsi. Ma per Bruno non è questa una soluzione praticabile: “Noi chiediamo che l’acqua venga razionata con un intervallo minore: 5 giorni e non sette, non siamo certi di farcela così ma è un inizio”. Altrimenti dall’entroterra siculo promettono battaglia: “Il consumo maggiore è quello del water, vuol dire che per risparmiare davvero sul consumo, dovremmo tornare al medioevo, e allora noi siamo pronti a gettare i nostri water e a mostrare al mondo il nostro disagio, se servirà”, avverte il presidente del Movimento per la difesa dei territori. Con la fine dell’estate l’emergenza si è dunque aggravata, soprattutto nelle zone interne, dove, non avendo avuto disagi precedenti, gli abitanti non sono equipaggiati per un razionamento così prolungato. Senza contare che in quelle zone sono stati trovati pochi pozzi, che nei mesi estivi hanno rappresentato la soluzione d’emergenza per le zone in maggiore sofferenza. La Protezione civile ha chiesto ai comuni di setacciare i propri territori per scovare altre risorse idriche e in molti casi ne sono stati trovati, come a Trapani, dove sono stati riattivati i vecchi pozzi. Idem a Messina, dove 6 nuovi pozzi adesso servono la città e il Comune ha potuto chiudere il centro operativo attivato per fronteggiare la siccità. Mentre per il prossimo maggio si attendono i dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, già finanziati con i fondi Fsc per 90 milioni e con altri 10 stanziati dalla Regione. Serviranno come “stabilizzatori”, spiega Cocina. In altre parole serviranno a rendere stabile l’approvvigionamento idrico a prescindere dalla piovosità soggetta a brusche oscillazioni a causa dei cambiamenti climatici. Ma i tre dissalatori riguardano solo il 5 per cento dell’isola e non posso essere una soluzione nella parte interna, dove l’acqua dal mare dovrebbero non solo essere dissalata ma anche pompata in altezza. In queste zone più impervie sono anche pochi i pozzi scovati finora, situazione molto critica che ha spinto all’aggravio del razionamento. Nel frattempo però i pesci restano dove sono: durante l’estate una delle ipotesi vagliate dai tecnici era stata quella di spostarli dagli invasi per poter prelevare più acqua. Soluzione che finora non è stata adottata ma neanche del tutto esclusa: i pesci sono ancora sotto osservazione, in caso servisse e in attesa di un’autorizzazione ambientale, senza la quale l’operazione di travaso da una diga a un’altra non si può fare. Ma non si esclude nulla in Sicilia, dove la Protezione civile sta valutando lo scenario peggiore: “Non è il più probabile – spiegano dai vertici– ma le statistiche non davano probabile neanche la terza alluvione a Bologna: il cambiamento climatico ci impone di valutare scenari imprevedibili e di avere massima cautela”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/21/palermo-acqua-razionata-siccita-nicosia/7702353/
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  • Perché Ravenna ha messo le auto elettriche e ibride in quarantena
    Facciamo chiarezza su un argomento di discussione: la quarantena alle auto elettriche e ibride di Ravenna dopo l'alluvione in Emilia-Romagna???

    https://insideevs.it/news/669295/perche-ravenna-quarantena-auto-elettriche/?fbclid=IwY2xjawFbswlleHRuA2FlbQIxMQABHdbNqKca25O2acRWqVBMdY3XslIhQzrfoFzhtH8Fm3ctn7RtlYAxzWpV3Q_aem_xIvVsWwhSSta4GWMQsauZg
    Perché Ravenna ha messo le auto elettriche e ibride in quarantena Facciamo chiarezza su un argomento di discussione: la quarantena alle auto elettriche e ibride di Ravenna dopo l'alluvione in Emilia-Romagna??? https://insideevs.it/news/669295/perche-ravenna-quarantena-auto-elettriche/?fbclid=IwY2xjawFbswlleHRuA2FlbQIxMQABHdbNqKca25O2acRWqVBMdY3XslIhQzrfoFzhtH8Fm3ctn7RtlYAxzWpV3Q_aem_xIvVsWwhSSta4GWMQsauZg
    INSIDEEVS.IT
    Perché Ravenna ha messo le auto elettriche e ibride in quarantena
    Facciamo chiarezza su un argomento di discussione: la quarantena alle auto elettriche e ibride di Ravenna dopo l'alluvione in Emilia-Romagna
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  • Alluvione Emilia Romagna, la foto che smaschera chi si riempie la bocca con il clima: hanno tagliato gli alberi sugli argini, ma nessuno ha fatto levare i tronchi che, puntualmente, hanno fatto da diga..
    Alluvione Emilia Romagna, la foto che smaschera chi si riempie la bocca con il clima: hanno tagliato gli alberi sugli argini, ma nessuno ha fatto levare i tronchi che, puntualmente, hanno fatto da diga..
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  • FIUME LAMONE. Emilia Romagna.
    19 Settembre 2024.

    #alluvioneemilia
    #disastroemiliaromagna
    #fiumelamone
    FIUME LAMONE. Emilia Romagna. 19 Settembre 2024. #alluvioneemilia #disastroemiliaromagna #fiumelamone
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  • E COME OGNI ANNO CI RISIAMO!!!

    Alluvione in Emilia Romagna, fiumi esondati e migliaia di sfollati
    Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di Faenza, massima allerta anche a Ravenna. Salvataggi in gommone ed elicottero. Appello dei sindaci: 'Restate ai piani alti o lasciate le case'. Scuole chiuse, treni sospesi
    19 settembre 2024, 13:04

    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/09/19/alluvioni-in-emilia-romagna-migliaia-di-sfollati_3ca23833-75f1-4d3d-b56c-011c7ee646a5.html
    E COME OGNI ANNO CI RISIAMO!!! Alluvione in Emilia Romagna, fiumi esondati e migliaia di sfollati Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di Faenza, massima allerta anche a Ravenna. Salvataggi in gommone ed elicottero. Appello dei sindaci: 'Restate ai piani alti o lasciate le case'. Scuole chiuse, treni sospesi 19 settembre 2024, 13:04 https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/09/19/alluvioni-in-emilia-romagna-migliaia-di-sfollati_3ca23833-75f1-4d3d-b56c-011c7ee646a5.html
    WWW.ANSA.IT
    Alluvione in Emilia Romagna, fiumi esondati e migliaia di sfollati - Notizie - Ansa.it
    Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di Faenza, massima allerta anche a Ravenna. Almeno 1000 persone hanno passato la notte nei centri di accoglienza. Salvataggi in gommone ed elicottero. Appello dei sindaci: 'Restate ai piani alti o lasciate le case'. Priolo, 'in alcuni punti superati i massimi storici' (ANSA)
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  • Se esiste ancora qualche terrapiattista che crede che le scie degli aerei siano vapore e che i malori improvvisi siano colpa del caldo o dello stress, si legga questo.
    https://www.ilsole24ore.com/art/alluvione-dubai-provocata-dall-uomo-come-funziona-cloud-seeding-AFieuPbD
    Se esiste ancora qualche terrapiattista che crede che le scie degli aerei siano vapore e che i malori improvvisi siano colpa del caldo o dello stress, si legga questo. https://www.ilsole24ore.com/art/alluvione-dubai-provocata-dall-uomo-come-funziona-cloud-seeding-AFieuPbD
    WWW.ILSOLE24ORE.COM
    Alluvione a Dubai provocata dall’uomo? Come funziona il «cloud seeding»
    Il Centro nazionale di meteorologia di Dubai ha dichiarato di aver «seminato» le nuvole dal 14 al 15 aprile
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  • Gravissima alluvione
    a Figline di Prato, adesso.

    https://twitter.com/itsmeback_/status/1720176963677991144?t=P4U-Tvrfk7hRHNz6PrUEwQ&s=19
    Gravissima alluvione a Figline di Prato, adesso. https://twitter.com/itsmeback_/status/1720176963677991144?t=P4U-Tvrfk7hRHNz6PrUEwQ&s=19
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