• Attentato a Trump! LA PISTOLA FUMANTE!
    EMERGE LA VERITÀ dei FATTI!

    Fonte: https://x.com/itsmeback_/status/1814549276069917053?t=_tGpEgXBShR2ra3pAfe_tQ&s=19
    Attentato a Trump! LA PISTOLA FUMANTE! EMERGE LA VERITÀ dei FATTI! Fonte: https://x.com/itsmeback_/status/1814549276069917053?t=_tGpEgXBShR2ra3pAfe_tQ&s=19
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  • TRUMP DEVE MORIRE

    Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro.

    La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata.

    Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino.

    La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco.

    Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo.

    L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo.

    Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show.

    Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine.

    Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre.

    Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile.

    Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato.

    Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata.

    Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco.

    Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta.

    Pluto
    TRUMP DEVE MORIRE Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro. La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata. Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino. La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco. Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo. L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo. Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show. Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine. Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre. Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile. Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato. Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata. Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco. Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta. Pluto
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  • I CASI DELLA VITA
    - I software Microsoft si sono fermati in tutto il mondo perché un impiegato ha sbagliato l'aggiornamento di sistema.
    - Una finanziaria vicina a BlackRock ha giocato 500 mln. sul crollo delle azioni di Trump il giorno prima dell'attentato perché un impiegato ha spinto il bottone sbagliato.
    - L'attentatore di Trump era un pazzo fortunato appostatosi per caso nell'unico posto che la polizia pensava fosse controllato dall'FBI e l'FBI pensava fosse controllato dalla polizia.
    - Un drone Houthi ha colpito Tel Aviv perché un militare si è dimenticato di intercettarlo.
    - Il ponte di Baltimora è crollato perché un piroscafo ha centrato il pilone centrale per un difetto del software.
    - La centrale idroelettrica di Suviana è esplosa per un errore di manutenzione.
    - Il virus SARS-COV-2 è scappato per errore da un laboratorio cinese che faceva innocui esperimenti sui pipistrelli.
    I CASI DELLA VITA - I software Microsoft si sono fermati in tutto il mondo perché un impiegato ha sbagliato l'aggiornamento di sistema. - Una finanziaria vicina a BlackRock ha giocato 500 mln. sul crollo delle azioni di Trump il giorno prima dell'attentato perché un impiegato ha spinto il bottone sbagliato. - L'attentatore di Trump era un pazzo fortunato appostatosi per caso nell'unico posto che la polizia pensava fosse controllato dall'FBI e l'FBI pensava fosse controllato dalla polizia. - Un drone Houthi ha colpito Tel Aviv perché un militare si è dimenticato di intercettarlo. - Il ponte di Baltimora è crollato perché un piroscafo ha centrato il pilone centrale per un difetto del software. - La centrale idroelettrica di Suviana è esplosa per un errore di manutenzione. - Il virus SARS-COV-2 è scappato per errore da un laboratorio cinese che faceva innocui esperimenti sui pipistrelli.
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  • Crooks si aggirava attorno all'edificio dove poi è salito per sparare a Trump già un'ora prima dell'attentato. È fuori discussione che il ragazzino di BlackRock aveva pesanti sponde dall'interno.
    Crooks si aggirava attorno all'edificio dove poi è salito per sparare a Trump già un'ora prima dell'attentato. È fuori discussione che il ragazzino di BlackRock aveva pesanti sponde dall'interno.
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  • Donald Trump: a proposito di vaccini...

    Discorso fatto qualche giorno prima dell’attentato.
    Sentite con attenzione quello che dice. Quando si toccano gli enormi interessi di Big Pharma.

    Donald Trump: speaking of vaccines...

    Speech made a few days before the attack.
    Listen carefully to what he says. When you touch on the enormous interests of Big Pharma.


    Fonte: https://x.com/itsmeback_/status/1813588894669238539
    Donald Trump: a proposito di vaccini... Discorso fatto qualche giorno prima dell’attentato. Sentite con attenzione quello che dice. Quando si toccano gli enormi interessi di Big Pharma. Donald Trump: speaking of vaccines... Speech made a few days before the attack. Listen carefully to what he says. When you touch on the enormous interests of Big Pharma. 👇👇👇 Fonte: https://x.com/itsmeback_/status/1813588894669238539
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  • “In nome della “libertà” si può uccidere”:
    Dugin ha spiegato chi c’è dietro l’attentato alla vita di Trump.

    Il filosofo Alexander Dugin ha definito ciò che è accaduto negli Stati Uniti abbastanza prevedibile.

    “Non c’è dubbio che tutto sia organizzato dai globalisti con il sostegno di quella parte del Deep State che li sostiene.

    L’unico modo per mantenere il nonno il Dissennatore al potere è uccidere Trump, che in queste circostanze quasi sicuramente vincerà.
    In sostanza, c’è stato un tentativo di colpo di stato negli Stati Uniti”.
    - Lui ha spiegato.

    In Ucraina hanno ammesso apertamente di aver tentato più volte di compiere un attacco terroristico contro Putin.
    In Slovacchia c'è stato un attentato alla vita del primo ministro Fico.

    Ora - un attentato alla vita di Trump.

    Secondo Dugin, questo è il vero volto dell’egemonia e di un mondo unipolare.
    Chiunque ostacoli il globalismo è soggetto alla demonizzazione e poi alla liquidazione fisica.

    “Non c’è dubbio che la responsabilità del tentato omicidio di Trump, il leader della corsa presidenziale negli Stati Uniti, ricade sul gruppo formato da Obama, Blinken, Hillary Clinton e il completamente fuori di testa Biden, che ha già avvertito che “la libertà è superiore alla democrazia”, e quindi la democrazia e le sue leggi sono ora sospese, sospese.

    In nome della “libertà” (di continuare a governare) si può uccidere”,
    - scrive il filosofo.

    Ora nel mondo l’unico potere dell’Occidente si sta trasformando in multipolarità.

    E Trump è uno dei suoi poli. I globalisti non si preoccupano degli Stati Uniti come tutti gli altri. Hanno bisogno del potere planetario, del potere assoluto del capitale sovranazionale, ha sottolineato Alexander Dugin.

    Questo è il motivo per cui stiamo assistendo ad una transizione verso tattiche di terrorismo diretto.

    Dugin ha chiesto un duro colpo alla rete globalista:
    "Se non li fermiamo adesso, ci distruggeranno tutti."

    Fonte: Vincenzo Lorussot.me/multipolarenews
    “In nome della “libertà” si può uccidere”: Dugin ha spiegato chi c’è dietro l’attentato alla vita di Trump. Il filosofo Alexander Dugin ha definito ciò che è accaduto negli Stati Uniti abbastanza prevedibile. “Non c’è dubbio che tutto sia organizzato dai globalisti con il sostegno di quella parte del Deep State che li sostiene. L’unico modo per mantenere il nonno il Dissennatore al potere è uccidere Trump, che in queste circostanze quasi sicuramente vincerà. In sostanza, c’è stato un tentativo di colpo di stato negli Stati Uniti”. - Lui ha spiegato. In Ucraina hanno ammesso apertamente di aver tentato più volte di compiere un attacco terroristico contro Putin. In Slovacchia c'è stato un attentato alla vita del primo ministro Fico. Ora - un attentato alla vita di Trump. Secondo Dugin, questo è il vero volto dell’egemonia e di un mondo unipolare. Chiunque ostacoli il globalismo è soggetto alla demonizzazione e poi alla liquidazione fisica. “Non c’è dubbio che la responsabilità del tentato omicidio di Trump, il leader della corsa presidenziale negli Stati Uniti, ricade sul gruppo formato da Obama, Blinken, Hillary Clinton e il completamente fuori di testa Biden, che ha già avvertito che “la libertà è superiore alla democrazia”, e quindi la democrazia e le sue leggi sono ora sospese, sospese. In nome della “libertà” (di continuare a governare) si può uccidere”, - scrive il filosofo. Ora nel mondo l’unico potere dell’Occidente si sta trasformando in multipolarità. E Trump è uno dei suoi poli. I globalisti non si preoccupano degli Stati Uniti come tutti gli altri. Hanno bisogno del potere planetario, del potere assoluto del capitale sovranazionale, ha sottolineato Alexander Dugin. Questo è il motivo per cui stiamo assistendo ad una transizione verso tattiche di terrorismo diretto. Dugin ha chiesto un duro colpo alla rete globalista: "Se non li fermiamo adesso, ci distruggeranno tutti." Fonte: Vincenzo Lorussot.me/multipolarenews
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  • ATTENTATO A TRUMP. NUOVO FILMATO
    Un nuovo filmato mostra l'assassino di Donald Trump posizionato sul tetto prima della sparatoria.
    Molte persone lo hanno visto e segnalato alle forze dell'ordine, ma non è stata intrapresa o non è stato possibile intraprendere alcuna azione.
    "Agente, è sul tetto", grida la gente.

    #trump
    #attacktrump
    #attentatoatrump
    ATTENTATO A TRUMP. NUOVO FILMATO Un nuovo filmato mostra l'assassino di Donald Trump posizionato sul tetto prima della sparatoria. Molte persone lo hanno visto e segnalato alle forze dell'ordine, ma non è stata intrapresa o non è stato possibile intraprendere alcuna azione. "Agente, è sul tetto", grida la gente. #trump #attacktrump #attentatoatrump
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  • PIUTTOSTO SINGOLARE!
    L'attentatore Thomas Matthew Crooks in un video promozionale di Blackrock "Invest in the future of Americans" di qualche mese fa.
    PIUTTOSTO SINGOLARE! L'attentatore Thomas Matthew Crooks in un video promozionale di Blackrock "Invest in the future of Americans" di qualche mese fa.
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  • CARI AMICI, CREDO CHE CI SIA DA DIRE POCO, IN RELAZIONE AL GRAVISSIMO EPISODIO CHE POTEVA COSTARE LA VITA A DONALD TRUMP, LA SERA DI SABATO SCORSO, ALLE ORE 23,00 ITALIANE, QUANDO A BUTLER IN PENSYILVANIA, , SONO STATI SPARATI DIECI COLPI DA L GIOVANE ATTENTATORE UCCISO, DA UN TETTO SUL QUALE IL CROOKS ERA SALITO, TETTO DISTANTE 150 METRI DAL LUOGO DEL COMIZIO. MENOMALE CHE NON E' STATO CENTRATO IN FRONTE, , L'ORATORE !!!!! COMUNQUE, LA FORTISSIMA TEMPRA HA CONSENTITO A DONALD TRUMP, DI PRESIEDERE LA CONVENTION REPUBBLICANA, ALLE 2,00 ORA ITALIANA !!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, CREDO CHE CI SIA DA DIRE POCO, IN RELAZIONE AL GRAVISSIMO EPISODIO CHE POTEVA COSTARE LA VITA A DONALD TRUMP, LA SERA DI SABATO SCORSO, ALLE ORE 23,00 ITALIANE, QUANDO A BUTLER IN PENSYILVANIA, , SONO STATI SPARATI DIECI COLPI DA L GIOVANE ATTENTATORE UCCISO, DA UN TETTO SUL QUALE IL CROOKS ERA SALITO, TETTO DISTANTE 150 METRI DAL LUOGO DEL COMIZIO. MENOMALE CHE NON E' STATO CENTRATO IN FRONTE, , L'ORATORE !!!!! COMUNQUE, LA FORTISSIMA TEMPRA HA CONSENTITO A DONALD TRUMP, DI PRESIEDERE LA CONVENTION REPUBBLICANA, ALLE 2,00 ORA ITALIANA !!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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  • Questa è l'intera sequenza dell'attentato a Trump. La pallottola gli ha portato via un pezzo di orecchio. Se si fosse mosso dall'altra parte, a quest'ora staremmo parlando di un epilogo molto diverso da quello che abbiamo visto. Trump ce l'ha fatta. Nel corso degli anni, ha subito diversi attentati solo che non sono mai stati di dominio pubblico. In uno di questi, è stato persino utilizzato un drone che ha sparato contro la finestra della sua camera a Mar-a-Lago. Trump è il primo presidente dal 1963 che non è stato deciso dal Council on Foreign Relations o dalla lobby sionista. Se qualcuno crede ancora che Trump sia sionista, che i BRICS siano il mondialismo, e gli altri depistaggi della falsa controinformazione, questo qualcuno allora sappia che sta facendo il gioco del mondialismo. Sta attaccando quei leader che si sono schierati contro il Nuovo Ordine Mondiale e che hanno impedito che l'umanità finisse preda della peggiore dittatura della storia.

    Fonte:https://x.com/CesareSacchetti/status/1812398845508059542?t=78sr_-b4Ri_aSN33FkWrLw&s=19
    Questa è l'intera sequenza dell'attentato a Trump. La pallottola gli ha portato via un pezzo di orecchio. Se si fosse mosso dall'altra parte, a quest'ora staremmo parlando di un epilogo molto diverso da quello che abbiamo visto. Trump ce l'ha fatta. Nel corso degli anni, ha subito diversi attentati solo che non sono mai stati di dominio pubblico. In uno di questi, è stato persino utilizzato un drone che ha sparato contro la finestra della sua camera a Mar-a-Lago. Trump è il primo presidente dal 1963 che non è stato deciso dal Council on Foreign Relations o dalla lobby sionista. Se qualcuno crede ancora che Trump sia sionista, che i BRICS siano il mondialismo, e gli altri depistaggi della falsa controinformazione, questo qualcuno allora sappia che sta facendo il gioco del mondialismo. Sta attaccando quei leader che si sono schierati contro il Nuovo Ordine Mondiale e che hanno impedito che l'umanità finisse preda della peggiore dittatura della storia. Fonte:https://x.com/CesareSacchetti/status/1812398845508059542?t=78sr_-b4Ri_aSN33FkWrLw&s=19
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