• BASTARDI SENZA GLORIA NE' FUTURO!
    Un anno fa, Julia suonava il pianoforte nella sua casa a Khiam, nel sud del Libano. Oggi i soldati israeliani si filmano mentre giocano tra le rovine della sua casa.
    Prima dell'inizio della guerra in Libano, questa donna libanese, Julia, ha condiviso un video mentre suonava il pianoforte a casa sua.
    Qualche giorno fa ha scoperto le foto della sua casa, distrutta e bruciata, nei post condivisi dai soldati israeliani!

    Julia Ali: “La mia casa a Khiam (nel sud del Libano). Anni di ricordi, anni trascorsi a suonare questo pianoforte. Il mio cuore è a pezzi".
    MA VOI STATE TRANQUILLI! NON SONO TUTTI UGUALI!

    BASTARDS WITHOUT GLORY OR FUTURE!
    A year ago, Julia was playing the piano in her home in Khiam, southern Lebanon. Today, Israeli soldiers film themselves playing in the ruins of his house.
    Before the war began in Lebanon, this Lebanese woman, Julia, shared a video of herself playing the piano in her home.
    A few days ago he discovered photos of his house, destroyed and burned, in the posts shared by Israeli soldiers!

    Julia Ali: “My house in Khiam (southern Lebanon). Years of memories, years spent playing this piano. My heart is broken."
    BUT YOU ARE QUIET! THEY ARE NOT ALL THE SAME!



    Fonte: https://t.me/lanuovanormalita

    #gaza
    #freegaza
    #freepalestine
    #lebanon
    #freelebanon
    BASTARDI SENZA GLORIA NE' FUTURO! Un anno fa, Julia suonava il pianoforte nella sua casa a Khiam, nel sud del Libano. Oggi i soldati israeliani si filmano mentre giocano tra le rovine della sua casa. Prima dell'inizio della guerra in Libano, questa donna libanese, Julia, ha condiviso un video mentre suonava il pianoforte a casa sua. Qualche giorno fa ha scoperto le foto della sua casa, distrutta e bruciata, nei post condivisi dai soldati israeliani! Julia Ali: “La mia casa a Khiam (nel sud del Libano). Anni di ricordi, anni trascorsi a suonare questo pianoforte. Il mio cuore è a pezzi". MA VOI STATE TRANQUILLI! NON SONO TUTTI UGUALI! 😂😂😂 BASTARDS WITHOUT GLORY OR FUTURE! A year ago, Julia was playing the piano in her home in Khiam, southern Lebanon. Today, Israeli soldiers film themselves playing in the ruins of his house. Before the war began in Lebanon, this Lebanese woman, Julia, shared a video of herself playing the piano in her home. A few days ago he discovered photos of his house, destroyed and burned, in the posts shared by Israeli soldiers! Julia Ali: “My house in Khiam (southern Lebanon). Years of memories, years spent playing this piano. My heart is broken." BUT YOU ARE QUIET! THEY ARE NOT ALL THE SAME! Fonte: https://t.me/lanuovanormalita #gaza #freegaza #freepalestine #lebanon #freelebanon
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  • ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia

    Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia.

    L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”.

    La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale.

    A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane.

    Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin.

    Fonte: https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist/34911
    ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia. L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”. La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale. A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane. Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin. Fonte: https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist/34911
    T.ME
    Giorgio Bianchi Photojournalist
    ⚡️Commento dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia Il 13 settembre 2024, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov è stato invitato presso il Ministero degli Esteri della Repubblica Italiana. Il motivo di questa manovra diplomatica risiede nel fatto che la parte italiana sarebbe rimasta “sorpresa” di fronte all’inserimento di Stefania Battistini, giornalista del servizio pubblico italiano RAI, nella lista dei ricercati internazionali della Russia. L’Ambasciatore ha fatto presente che non ci sia alcuna ragione ad avvalare la “sorpresa” nei confronti della posizione, peraltro legittima e molto netta, espressa dagli organi competenti russi. Il fatto che una cittadina italiana si sia introdotta illegalmente sul territorio russo unendosi a formazioni militari composte da soldati ucraini nel corso di un’operazione terroristica ai danni di uno dei soggetti territoriali della Federazione Russa, la regione di Kursk, costituisce una grave violazione. Tale condotta comporta che il soggetto debba assumersi la responsabilità ai sensi della legislazione della Federazione Russa. La giustizia dovrà avere il suo corso e spetta al Tribunale a prendere una decisione sul “caso Battistini”. La Russia tratta con grande riguardo i giornalisti e gli operatori dei media che nell’ambito della loro attività professionale si trovano a operare in zone geografiche ad alto rischio, come ad esempio nelle zone di conflitto, ma che lo fanno nel rispetto delle regole e della prassi esistente. Per fare un esempio, nel marzo del 2022 ad alcuni giornalisti italiani accreditati in Russia fu accordato il permesso di recarsi nelle zone interessate dall’Operazione Militare Speciale affinché potessero preparare dei reportage al riguardo. Tuttavia, per motivi sconosciuti alla parte russa, la dirigenza della RAI vietò poi ai giornalisti di assolvere al loro dovere professionale. A testimoniare la grande attenzione rivolta agli aspetti umanitari propri dell’attività dei giornalisti c’è anche l’episodio del salvataggio da parte dei soldati russi del giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito durante un’esplosione mentre si trovava in un campo minato ucraino nella regione di Kherson e abbandonato al suo destino dalle Forze armate ucraine. In quell’occasione, i militari e i medici russi misero a rischio la propria vita per trarre in salvo Mattia Sorbi portandolo via da quella zona di pericolo, e si assicurarono di fornirgli cure mediche in un ospedale russo. In seguito, il giornalista fu trasferito fino alla località di Mineral’nye Vody e poi riportato in Italia, a Milano, con un volo di evacuazione in accordo con le autorità italiane. Ai rappresentanti italiani è stato espresso un vivo auspicio di rivolgere l’attenzione alle formazioni armate controllate dal regime di Kiev, le quali danno intenzionalmente la caccia ai giornalisti che si trovano legalmente nei territori interessati dalle ostilità. Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale, più di 30 giornalisti sono morti per mano di tali formazioni militari. Solo nel 2024, a seguito di attacchi mirati ai giornalisti e condotti dalle Forze armate ucraine con l’uso di droni, hanno perso la vita l’inviato di guerra della testata russa “Izvestija” Semën Eremin, il fotoreporter del portale di informazione russo “News. ru” Nikita Tsitsagi e uno dei cameraman della troupe del canale televisivo russo NTV Valerij Kožin.
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  • L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione

    L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area.
    Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi.

    Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante.

    Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa.

    https://www.youtube.com/watch?v=UdIVS5AacG8

    PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK:

    https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area. Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi. Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante. Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa. https://www.youtube.com/watch?v=UdIVS5AacG8 PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK: https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/ 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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  • L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione

    L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area.
    Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi.

    Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante.

    Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa.

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    L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area. Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi. Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante. Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa. https://www.youtube.com/watch?v=UdIVS5AacG8 PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK: https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/ 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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  • Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi

    165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione.

    A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti.

    Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora.

    La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City.

    Segue...

    https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html

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    Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi 165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione. A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti. Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora. La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City. Segue... https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    IT.INSIDEOVER.COM
    A Gaza ogni due giorni un giornalista viene ucciso
    Due reporter di Al Jazeera sono stati uccisi da un missile dell’IDF. Dall’inizio della guerra sono 165 i giornalisti morti nella Striscia.
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  • NUOVOATLANTE
    di Alessandro Orsini
    Samp-T. L’Italia si appresta a fornire il secondo, ma aiuterà solo la guerra

    Nel gennaio 2024 la Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, il sistema di difesa antiaerea più costoso e sofisticato di cui l’Italia disponga con tempi di consegna lunghissimi. Più volte questa rubrica ha sollevato la questione chiedendo al ministro della Difesa, Guido Crosetto, di pronunciarsi a riguardo: è vero che la Russia ha distrutto un Samp-T italiano? Questa risposta non è mai giunta. Dunque, vi sono elementi sufficienti per ritenere che la Russia abbia realmente distrutto il primo Samp-T italiano e che Crosetto stia consegnando un secondo Samp-T all’Ucraina perché il primo non c’è più o è a brandelli. Le considerazioni da fare sono numerose.

    La prima è che potremmo essere in errore. Se così fosse, la colpa sarebbe di Crosetto. Nascondendo tutto ciò che accade alle armi italiane in Ucraina, Crosetto costringe gli studiosi di sicurezza internazionale a procurarsi le informazioni nei modi più complicati, incerti e precari. Le informazioni sono indispensabili per sottoporre il potere pubblico al controllo democratico. Se il ministro della Difesa fa sparire le informazioni, ecco che sparisce anche la possibilità del controllo democratico. La seconda considerazione ha a che vedere con la vera ragione per cui Crosetto nasconde agli italiani le armi che invia a Zelensky e la loro “fine”. Secondo Crosetto, l’invio degli armamenti deve essere secretato “per ragioni di sicurezza nazionale”. Ma è falso giacché Putin conosce perfettamente le armi che l’Italia dà a Zelensky. Soltanto gli italiani non sanno niente. I russi non votano per eleggere il governo italiano; gli italiani, invece, sì. Ne consegue che i primi possono sapere tutto delle armi che Zelensky riceve da Crosetto mentre i secondi non devono sapere niente. Soltanto gli italiani devono rimanere all’oscuro dei fatti. Crosetto non pone il segreto sulle armi che invia in Ucraina per “motivi nazionali”, ma per interessi elettorali, Se gli italiani sapessero che Crosetto sta distruggendo il loro sistema di difesa aerea, perderebbe voti.

    La terza considerazione riguarda il fallimento totale della strategia di Crosetto, il quale aveva assicurato che l’esecrazione della diplomazia e il solo invio di armi avrebbe protetto la vita dei civili ucraini. Ma il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev conferma che i civili ucraini vengono uccisi copiosamente. I fatti dimostrano che questa rubrica ha avuto ragione: il modo migliore di proteggere la vita dei bambini ucraini era la mediazione diplomatica da avviare prepotentemente sin dal primo giorno di guerra. Crosetto, invece, ha sempre assicurato che gli ucraini sarebbero stati protetti dalle armi della Nato molto più che dalla diplomazia. Infatti, Crosetto non ha mai fatto nulla per favorire un incontro tra Meloni e Putin come quello che Putin ha appena avuto con Orban. Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina. Questa è la regolarità che governa la guerra. Concludiamo con una nuova previsione: grazie alle nuove armi che Crosetto si accinge a dare a Zelensky, l’Ucraina sarà sempre più distrutta, i morti ucraini saranno sempre più numerosi e l’Ucraina perderà sempre più territori. Come se non bastasse, gli italiani rischiano di ritrovarsi senza difesa aerea mentre la corsa verso la Terza guerra mondiale prosegue. Giorgia Meloni ha sempre detto che gli italiani non pagheranno niente per questa guerra. Eppure, l’intero sistema Samp-T ha un costo abnorme, che pagheranno gli italiani.

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    NUOVOATLANTE di Alessandro Orsini Samp-T. L’Italia si appresta a fornire il secondo, ma aiuterà solo la guerra Nel gennaio 2024 la Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, il sistema di difesa antiaerea più costoso e sofisticato di cui l’Italia disponga con tempi di consegna lunghissimi. Più volte questa rubrica ha sollevato la questione chiedendo al ministro della Difesa, Guido Crosetto, di pronunciarsi a riguardo: è vero che la Russia ha distrutto un Samp-T italiano? Questa risposta non è mai giunta. Dunque, vi sono elementi sufficienti per ritenere che la Russia abbia realmente distrutto il primo Samp-T italiano e che Crosetto stia consegnando un secondo Samp-T all’Ucraina perché il primo non c’è più o è a brandelli. Le considerazioni da fare sono numerose. La prima è che potremmo essere in errore. Se così fosse, la colpa sarebbe di Crosetto. Nascondendo tutto ciò che accade alle armi italiane in Ucraina, Crosetto costringe gli studiosi di sicurezza internazionale a procurarsi le informazioni nei modi più complicati, incerti e precari. Le informazioni sono indispensabili per sottoporre il potere pubblico al controllo democratico. Se il ministro della Difesa fa sparire le informazioni, ecco che sparisce anche la possibilità del controllo democratico. La seconda considerazione ha a che vedere con la vera ragione per cui Crosetto nasconde agli italiani le armi che invia a Zelensky e la loro “fine”. Secondo Crosetto, l’invio degli armamenti deve essere secretato “per ragioni di sicurezza nazionale”. Ma è falso giacché Putin conosce perfettamente le armi che l’Italia dà a Zelensky. Soltanto gli italiani non sanno niente. I russi non votano per eleggere il governo italiano; gli italiani, invece, sì. Ne consegue che i primi possono sapere tutto delle armi che Zelensky riceve da Crosetto mentre i secondi non devono sapere niente. Soltanto gli italiani devono rimanere all’oscuro dei fatti. Crosetto non pone il segreto sulle armi che invia in Ucraina per “motivi nazionali”, ma per interessi elettorali, Se gli italiani sapessero che Crosetto sta distruggendo il loro sistema di difesa aerea, perderebbe voti. La terza considerazione riguarda il fallimento totale della strategia di Crosetto, il quale aveva assicurato che l’esecrazione della diplomazia e il solo invio di armi avrebbe protetto la vita dei civili ucraini. Ma il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev conferma che i civili ucraini vengono uccisi copiosamente. I fatti dimostrano che questa rubrica ha avuto ragione: il modo migliore di proteggere la vita dei bambini ucraini era la mediazione diplomatica da avviare prepotentemente sin dal primo giorno di guerra. Crosetto, invece, ha sempre assicurato che gli ucraini sarebbero stati protetti dalle armi della Nato molto più che dalla diplomazia. Infatti, Crosetto non ha mai fatto nulla per favorire un incontro tra Meloni e Putin come quello che Putin ha appena avuto con Orban. Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina. Questa è la regolarità che governa la guerra. Concludiamo con una nuova previsione: grazie alle nuove armi che Crosetto si accinge a dare a Zelensky, l’Ucraina sarà sempre più distrutta, i morti ucraini saranno sempre più numerosi e l’Ucraina perderà sempre più territori. Come se non bastasse, gli italiani rischiano di ritrovarsi senza difesa aerea mentre la corsa verso la Terza guerra mondiale prosegue. Giorgia Meloni ha sempre detto che gli italiani non pagheranno niente per questa guerra. Eppure, l’intero sistema Samp-T ha un costo abnorme, che pagheranno gli italiani. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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  • "SICK LIES"

    New York Post goes after Fauci for his lies about dangerous virus research at the Wuhan institute of Virology.

    It's only going to get worse for these liars.
    (friend sent me this photo from a NY bodega.)

    "BENZOGNE MALATE"

    Il New York Post insegue Fauci per le sue bugie sulla ricerca sui virus pericolosi presso l’istituto di virologia di Wuhan.

    Le cose potranno solo peggiorare per questi bugiardi.
    (un amico mi ha inviato questa foto da una bodega di New York.)
    "SICK LIES" New York Post goes after Fauci for his lies about dangerous virus research at the Wuhan institute of Virology. It's only going to get worse for these liars. (friend sent me this photo from a NY bodega.) "BENZOGNE MALATE" Il New York Post insegue Fauci per le sue bugie sulla ricerca sui virus pericolosi presso l’istituto di virologia di Wuhan. Le cose potranno solo peggiorare per questi bugiardi. (un amico mi ha inviato questa foto da una bodega di New York.)
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  • Sui giornali italiani tutti i giorni è pesce d'aprile.

    Questa è una balla (anzi una manipolazione professionale della realtà) che gira ovunque da un paio di giorni.

    Putin avrebbe firmato un decreto per l'arruolamento obbligatorio nelle forze armate di 147.000 cittadini russi fra i 18 e i 30 anni. In realtà non saranno arruolati per la guerra in Ucraina ma andranno a fare il servizio militare obbligatorio. Questa chiamata avviene 2 volte l'anno, in primavera e in autunno, e il numero di chiamati alla leva è simile a quello dello scorso anno e degli anni precedenti.

    Niente di anomalo quindi, ma col titolo a effetto si vuol dare l'impressione che saranno mandati a combattere in Ucraina. Non è così, lì ci sono i volontari, i professionisti e i riservisti.

    Ma così il lettore resta con l'impressione che la Russia abbia finito i soldati e debba arruolare i ragazzini per mandarli al fronte, ovviamente senza addestramento e senza calzini, armati di pale al posto dei fucili....

    Da "Giorgio Bianchi photojournalist"
    Sui giornali italiani tutti i giorni è pesce d'aprile. Questa è una balla (anzi una manipolazione professionale della realtà) che gira ovunque da un paio di giorni. Putin avrebbe firmato un decreto per l'arruolamento obbligatorio nelle forze armate di 147.000 cittadini russi fra i 18 e i 30 anni. In realtà non saranno arruolati per la guerra in Ucraina ma andranno a fare il servizio militare obbligatorio. Questa chiamata avviene 2 volte l'anno, in primavera e in autunno, e il numero di chiamati alla leva è simile a quello dello scorso anno e degli anni precedenti. Niente di anomalo quindi, ma col titolo a effetto si vuol dare l'impressione che saranno mandati a combattere in Ucraina. Non è così, lì ci sono i volontari, i professionisti e i riservisti. Ma così il lettore resta con l'impressione che la Russia abbia finito i soldati e debba arruolare i ragazzini per mandarli al fronte, ovviamente senza addestramento e senza calzini, armati di pale al posto dei fucili.... Da "Giorgio Bianchi photojournalist"
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  • GAZA: L'INFORMAZIONE DISTORTA DELL'OCCIDENTE
    https://rumble.com/v4lqhs3-gaza-linformazione-distorta-delloccidente.html

    Video Credits Convegno e Manifestazioni: Roberto Carlando - studioarcphotography.com

    #gaza
    #genocidio
    #savegaza
    #stopwar
    #robertocarlando
    GAZA: L'INFORMAZIONE DISTORTA DELL'OCCIDENTE https://rumble.com/v4lqhs3-gaza-linformazione-distorta-delloccidente.html Video Credits Convegno e Manifestazioni: Roberto Carlando - studioarcphotography.com #gaza #genocidio #savegaza #stopwar #robertocarlando
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  • Giorgio Bianchi Photojournalist, [26 Mar 2024 alle 14:41]
    Nessuna Porta di Brandeburgo illuminata, nessun "Je suis", nessun cordoglio istituzionale di rilievo per i 139 morti del Crocus City Hall. Morti in taluni casi seviziati coi coltelli dopo essere stati uccisi con le armi da fuoco.

    In compenso, ci si straccia le vesti per i maltrattamenti sui terroristi.
    In tv è un continuum. L'ultimo in ordine di tempo poco fa su la7, Paolo Mieli, che col presentatore di l'Aria che Tira si mostrava atterrito e definiva assurde e scioccanti le condizioni in cui versavano gli attentatori in tribunale.
    A parlare, giornalisti e intellettuali dei circuiti filo atlantisti, di estimatori delle "democrazie occidentali" che i terroristi li hanno sistematicamente "neutralizzati" all'istante pure quando potevano essere presi vivi. Di soggetti che fanno degli States il proprio riferimento ideologico. Parliamo degli States di Abu Ghraib e Guantanamo, degli States che in nome della "sicurezza nazionale" hanno elaborato, autorizzato e praticato tecniche di tortura note col nome di INTERROGATORIO POTENZIATO.

    Da Wikipedia leggiamo che esse indicano il "programma di tortura sistematica dei detenuti da parte della CIA, della DIA e di vari componenti delle Forse armate Usa in siti segreti mondiali, inclusi Bagram, Guantánamo e Abu Ghraib, autorizzati dai funzionari della presidenza di George W. Bush.
    Tra i metodi utilizzati, percosse, legamento in contorte posizioni di stress, incappucciamento, soggezione a rumori assordanti, sonno disturbato, privazione del sonno fino al punto di avere allucinazioni, privazione di cibo o bevande e negazione di cure mediche per ferite, così come annegamento simulato (waterboarding), walling, umiliazioni sessuali, soggezione al caldo o al freddo estremi e reclusione in piccole scatole simili a delle bare. Alcune di queste tecniche rientrano nella categoria nota come "tortura bianca". Diversi detenuti hanno sopportato una "reidratazione rettale", "rianimazione con fluidi rettali" e "alimentazione rettale". Oltre a brutalizzare i detenuti, furono fatte minacce alle loro famiglie come maltrattamenti ai bambini, minacce di abusi sessuali o di tagliare la gola alle madri dei detenuti."

    Ne parla anche un film che ho visto recentemente, The Report, che denuncia lo scandalo di Abu Ghraib ma che, trattandosi di una produzione Netflix, finisce naturalmente per salvare il sistema politico e della giustizia americano.

    https://youtu.be/Urb32YWVKHA?si=FU5FCEULzT2U21vy
    Giorgio Bianchi Photojournalist, [26 Mar 2024 alle 14:41] Nessuna Porta di Brandeburgo illuminata, nessun "Je suis", nessun cordoglio istituzionale di rilievo per i 139 morti del Crocus City Hall. Morti in taluni casi seviziati coi coltelli dopo essere stati uccisi con le armi da fuoco. In compenso, ci si straccia le vesti per i maltrattamenti sui terroristi. In tv è un continuum. L'ultimo in ordine di tempo poco fa su la7, Paolo Mieli, che col presentatore di l'Aria che Tira si mostrava atterrito e definiva assurde e scioccanti le condizioni in cui versavano gli attentatori in tribunale. A parlare, giornalisti e intellettuali dei circuiti filo atlantisti, di estimatori delle "democrazie occidentali" che i terroristi li hanno sistematicamente "neutralizzati" all'istante pure quando potevano essere presi vivi. Di soggetti che fanno degli States il proprio riferimento ideologico. Parliamo degli States di Abu Ghraib e Guantanamo, degli States che in nome della "sicurezza nazionale" hanno elaborato, autorizzato e praticato tecniche di tortura note col nome di INTERROGATORIO POTENZIATO. Da Wikipedia leggiamo che esse indicano il "programma di tortura sistematica dei detenuti da parte della CIA, della DIA e di vari componenti delle Forse armate Usa in siti segreti mondiali, inclusi Bagram, Guantánamo e Abu Ghraib, autorizzati dai funzionari della presidenza di George W. Bush. Tra i metodi utilizzati, percosse, legamento in contorte posizioni di stress, incappucciamento, soggezione a rumori assordanti, sonno disturbato, privazione del sonno fino al punto di avere allucinazioni, privazione di cibo o bevande e negazione di cure mediche per ferite, così come annegamento simulato (waterboarding), walling, umiliazioni sessuali, soggezione al caldo o al freddo estremi e reclusione in piccole scatole simili a delle bare. Alcune di queste tecniche rientrano nella categoria nota come "tortura bianca". Diversi detenuti hanno sopportato una "reidratazione rettale", "rianimazione con fluidi rettali" e "alimentazione rettale". Oltre a brutalizzare i detenuti, furono fatte minacce alle loro famiglie come maltrattamenti ai bambini, minacce di abusi sessuali o di tagliare la gola alle madri dei detenuti." Ne parla anche un film che ho visto recentemente, The Report, che denuncia lo scandalo di Abu Ghraib ma che, trattandosi di una produzione Netflix, finisce naturalmente per salvare il sistema politico e della giustizia americano. https://youtu.be/Urb32YWVKHA?si=FU5FCEULzT2U21vy
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