• Travaglio: "esperti"di sondaggi? da 20 anni esperti di fallimenti:
    Lungo elenco...fino alla Harris, il popolo non sceglie l'élite, vota chi è simile a sè, è stufo dell'IMMIGRAZIONE INCONT.,del POLITICAM.CORRETTO, della GLOBALIZZAZIONE, IMPOVERITO, bisognerebbe domandarselo perchè...

    Fonte:https://x.com/sconnesso_/status/1856660436940157085?t=VpgaaiCqRLGY9AcqjpM4lA&s=19
    Travaglio: "esperti"di sondaggi? da 20 anni esperti di fallimenti: Lungo elenco...fino alla Harris, il popolo non sceglie l'élite, vota chi è simile a sè, è stufo dell'IMMIGRAZIONE INCONT.,del POLITICAM.CORRETTO, della GLOBALIZZAZIONE, IMPOVERITO, bisognerebbe domandarselo perchè... Fonte:https://x.com/sconnesso_/status/1856660436940157085?t=VpgaaiCqRLGY9AcqjpM4lA&s=19
    Like
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 659 Visualizzazioni 6
  • Israele - Palestina
    S04E26
    POSSIAMO IGNORARE TUTTO QUESTO???
    ATTENZIONE: IMMAGINI di UNA CRUDELTÀ TERRIBILE!
    Immagini che non vedrete mai in TV.

    Le bellezze dell'unica democrazia in medio oriente, grande creazione dei Rothschild

    In Israele da sempre stuprare, violentare, abusare sessualmente anche fino alla morte di un Palestinese, è una cosa normale e ben tollerata. Indifferentemente dall'età, anche che sia una bambina o un bambino.

    Infatti come raccontano gli stessi stupratori in TV "Israele dovrebbe consentirlo per legge".

    Non ci credete?

    E questo è niente, in un recente sondaggio relativo a uno stupro di gruppo trasmesso in TV, il 65% degli israeliani si è dichiarato favorevole a non condannare gli stupratori.

    In questo video c'è anche un estratto di un simpatico documentario israeliano, dove raccontano RIDENDO quanto sia bello farsi le bambine, lasciarle mezze morte e poi incenerirle.
    Scoprirete anche perché i campi di detenzione israeliani vengono chiamati "il paradiso dei (medici) tirocinanti".

    P.S. l'Italia è il terzo paese fornitore di armi a Israele dopo USA e Germania.
    BRAVI!!!

    Fonte: https://t.me/buffonatedistato/8279
    Israele - Palestina

    #freegaza
    #freepalestine
    🇮🇱 Israele - Palestina 🇵🇸 S04E26 POSSIAMO IGNORARE TUTTO QUESTO??? ATTENZIONE: IMMAGINI di UNA CRUDELTÀ TERRIBILE! Immagini che non vedrete mai in TV. 🔴 Le bellezze dell'unica democrazia in medio oriente, grande creazione dei Rothschild In Israele da sempre stuprare, violentare, abusare sessualmente anche fino alla morte di un Palestinese, è una cosa normale e ben tollerata. Indifferentemente dall'età, anche che sia una bambina o un bambino. Infatti come raccontano gli stessi stupratori in TV "Israele dovrebbe consentirlo per legge". Non ci credete? E questo è niente, in un recente sondaggio relativo a uno stupro di gruppo trasmesso in TV, il 65% degli israeliani si è dichiarato favorevole a non condannare gli stupratori. In questo video c'è anche un estratto di un simpatico documentario israeliano, dove raccontano RIDENDO quanto sia bello farsi le bambine, lasciarle mezze morte e poi incenerirle. Scoprirete anche perché i campi di detenzione israeliani vengono chiamati "il paradiso dei (medici) tirocinanti". P.S. l'Italia è il terzo paese fornitore di armi a Israele dopo USA e Germania. BRAVI!!! Fonte: https://t.me/buffonatedistato/8279 🇮🇱 Israele - Palestina 🇵🇸 #freegaza #freepalestine
    Angry
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 2K Visualizzazioni 8
  • Il Tg La7 distorce un sondaggio per far sembrare gli italiani favorevoli a colpire la Russia

    #EnricoMentana #fakenews #tgla7

    Fonte: https://www.lindipendente.online/2024/09/30/il-tg-la7-distorce-un-sondaggio-per-far-sembrare-gli-italiani-favorevoli-a-colpire-la-russia/?s=09
    ‼️Il Tg La7 distorce un sondaggio per far sembrare gli italiani favorevoli a colpire la Russia #EnricoMentana #fakenews #tgla7 Fonte: https://www.lindipendente.online/2024/09/30/il-tg-la7-distorce-un-sondaggio-per-far-sembrare-gli-italiani-favorevoli-a-colpire-la-russia/?s=09
    Haha
    Yay
    2
    0 Commenti 0 Condivisioni 1K Visualizzazioni
  • Avv. Migliaccio scrive al Presidente Mattarella: L’obbligo vaccinale previsto dal D.L. 44/2021 e le sentenze n.ri 14, 15 e 16 del 2023 della Corte Costituzionale sono illegittimi e incostituzionali. Intervenga e faccia annullare tutte le sanzioni e conseguenze subite da coloro che non hanno adempiuto legittimamente al pretestuoso, incostituzionale ed arbitrario obbligo vaccinale da SARS-CoV-2 fondato sulla non veritiera affermazione di immunizzazione e prevenzione del contagio.
    CLAMOROSO AIFA e i bugiardini: i vaccini SARS-CoV-2 “da sempre” non immunizzano e non prevengono il contagio!
    Partecipa al sondaggio sull'obbligo vaccinale sul nostro canale YouTube:
    https://www.youtube.com/@RobyMaster/community Iscriviti gratuitamente: https://t.me/dentrolanotizia

    Avv. Migliaccio scrive al Presidente Mattarella: L’obbligo vaccinale previsto dal D.L. 44/2021 e le sentenze n.ri 14, 15 e 16 del 2023 della Corte Costituzionale sono illegittimi e incostituzionali. Intervenga e faccia annullare tutte le sanzioni e conseguenze subite da coloro che non hanno adempiuto legittimamente al pretestuoso, incostituzionale ed arbitrario obbligo vaccinale da SARS-CoV-2 fondato sulla non veritiera affermazione di immunizzazione e prevenzione del contagio. CLAMOROSO AIFA e i bugiardini: i vaccini SARS-CoV-2 “da sempre” non immunizzano e non prevengono il contagio! Partecipa al sondaggio sull'obbligo vaccinale sul nostro canale YouTube: https://www.youtube.com/@RobyMaster/community Iscriviti gratuitamente: https://t.me/dentrolanotizia
    0 Commenti 0 Condivisioni 4K Visualizzazioni 8
  • TRUMP DEVE MORIRE

    Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro.

    La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata.

    Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino.

    La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco.

    Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo.

    L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo.

    Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show.

    Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine.

    Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre.

    Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile.

    Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato.

    Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata.

    Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco.

    Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta.

    Pluto
    TRUMP DEVE MORIRE Ci sono due notizie recenti che vanno osservate da vicino, e messe in relazione fra loro. La prima. Si attende ad ore il passo indietro di Joe Biden, a favore della candidatura della sua vice Kamala Harris, complice il quinto Covid preso dal presidente: uno dopo ogni vaccinazione alla quale POTUS si è sottoposto. L’infezione è “mild”, moderata. Questo colpo di scena, se arriverà, sarà dopo settimane di resistenze in seguito alla figuraccia nell’irrituale dibattito presidenziale di giugno – tuttavia non risolve il problema dei democratici: nonostante i sondaggi accreditino altri potenziali candidati come Michelle Obama, Gavin Newsom e la stessa Harris intorno alle stesse percentuali di Biden (a sua volta dato 2-3 punti sotto Trump) la realtà appare molto meno confortante, con le chances di battere un Trump lanciatissimo ridotte ad un lumicino. La seconda. Di cinque giorni fa – quindi posteriore all’attentato di Butler a Trump – la notizia data dalla premiata ditta Cia-Mossad di un piano iraniano per assassinare Trump. Il piano, affermano le fonti, sarebbe una vendetta per l’assassinio del generale Soleimani, perpetrato nel 2020 proprio da Cia e Mossad sotto la presidenza Trump. C’è chi dice senza l’avallo presidenziale: il presidente ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco. Quale che sia la verità fattuale – non credo alla versione, vagamente naïve, di Trump nemico giurato del deep state e contrario all’assassinio di Soleimani – la possibilità che emerge dal combinato disposto del “groviglio armonioso” Dem e dell’attentato fallito a Trump è un secondo attentato al candidato repubblicano, questa volta più radicale. Penso ad un’autobomba o qualcosa di più devastante, ad imitazione del bombardamento che a Baghdad ha colpito il corteo di Soleimani, uccidendolo. L’ipotesi può sembrare folle, ma ha senso. Esaminiamo il “campo largo” della storia recente: gli Stati Uniti, dopo decenni di guerre “minori” e proxy war contro avversari manifestamente inferiori – Iraq, Libia, Serbia, Siria – hanno ora vitale (o letale, a seconda dei punti di vista) bisogno di uno scontro con un nemico all’altezza. Una nemesi, per citare il mito greco. Che si chiami Russia, Cina o Iran è secondario. Solo la vittoria in uno scontro di questo tipo garantirebbe un’egemonia stabile per almeno un secolo. Ne hanno bisogno perché sono una superpotenza cultural-militare. L’idea stessa di superpotenza è un dato di cultura, figlio di decenni di costosissima propaganda che hanno reso il modello americano vincente sul piano psichico. La superpotenza americana è immagine cinematografica: non soltanto il cinema la riflette, ma la realtà stessa dell’esercizio del potere si è dovuta adattare al linguaggio dell’immagine. La politica americana, le campagne elettorali sono puro show. Il problema è che non tutto il mondo è sensibile alla propaganda: non lo è l’impero russo, non lo è quello cinese, non lo è il più piccolo ma non meno agguerrito, quello iraniano. Allora, complice il velo di Maya della propaganda che prima distrugge il nemico sul piano spirituale (il male assoluto, Hitler e via dicendo), bisogna sottometterlo militarmente. Solo dopo averne distrutto l’immagine. Non solo. Per garantirsi uno scontro che ponga da subito gli Stati Uniti sul piano superiore – spirituale e morale – dell’immagine pubblica, bisogna che sia la nemesi ad attaccare. È stato così a Pearl Harbour, è stato così con l’incidente del Tonchino che diede agio a Johnson di attaccare il Vietnam senza una formale dichiarazione di guerra, è stato così l’11 settembre. Mentre nei tre casi citati il popolo americano si è mostrato compatto sotto l’ombrello dell’ideale, a questa curva della storia gli U.S.A. arrivano profondamente logori, sfilacciati, divisi. Qualche autorevole commentatore sostiene sull’orlo della guerra civile. Ecco allora che per ricompattare il fronte interno bisogna che la nemesi esterna uccida quella interna, vale a dire Donald Trump, l’Hitler americano come Putin è l’Hitler Russo, Assad l’Hitler siriano e via dicendo. Solo in questo modo, pensano gli strateghi occulti registi di queste operazioni, una società in frantumi tornerebbe ad unirsi. È un calcolo cinico, ma per certi aspetti fondato. Così avverrebbe lo scontro contro una delle superpotenze rivali – la più debole, in un certo senso: tuttavia visto l’esito del Vietnam bisognerebbe comunque fare attenzione, anche perché l’Iran non è il Vietnam, essendo militarmente superiore – che dovrebbe porre fine all’emergente mondo multipolare, garantendo al plesso americano una supremazia incontrastata. Una guerra, fra l’altro, avrebbe l’indiscutibile pregio di rinviare ad libitum le elezioni presidenziali, consentendo ai Dem di conservare presidenza, camera e senato, i tre pilastri del potere democratico o come volete chiamare ciò che ne resta. Allo stato attuale, rischiano di abbandonare tutti i tavoli da gioco. Per queste ragioni brevemente esposte, ritengo che proveranno ad uccidere ancora Donald Trump addossando la colpa all’Iran. Data la situazione generale, non hanno altra scelta. Pluto
    0 Commenti 0 Condivisioni 7K Visualizzazioni
  • Si avvicina lo scenario impensabile di 1 bambino su 2 con autismo negli Stati Uniti

    Il tasso di 1 su 36 è l'ultimo dato ampiamente riportato dai media ormai da più di un anno.
    Ma quel tasso è obsoleto di circa quattro anni: infatti il CDC deve ancora pubblicare i risultati del suo sondaggio ADDM Network del 2022 e, quando lo farà, probabilmente entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo, il tasso sarà ancora obsoleto di almeno due anni.
    Di questo passo, è del tutto possibile che la previsione della Dott.ssa Stephanie Seneff secondo cui la metà dei bambini in negli Stati Uniti potrebbe essere diagnosticato l’ASD entro il 2032 potrebbe diventare realtà: poiché la previsione di Seneff sembra sempre meno fantascienza e gli Stati Uniti si avvicinano sempre più a una pietra miliare dell’autismo che verrebbe certamente definita catastrofica (accettando anche che 1 bambino autistico su 36 non sia abbastanza catastrofico ...), saremo portati ad immaginare che i medici, gli scienziati e i funzionari della sanità pubblica, così come i leader politici, i media e la popolazione in generale, siano alla disperata ricerca di cosa si nasconde dietro questa epica epidemia.
    Ma non è così, purtroppo!
    La cosa migliore che si può sentir dire oggi sulla crescita dell’autismo è che le ragioni di ciò “non sono completamente comprese e sono probabilmente complesse”.
    Ma la cosa più strana in assoluto è la generale mancanza di interesse o addirittura curiosità nei confronti di questa vera e propria “epidemia”: in questo caso non sembra esistere alcuna emergenza sanitaria che spinga qualcuno a cercare di capirne le cause.
    L’unica cosa che accade è che si parla molto di “consapevolezza dell’autismo”. Quest’anno le Nazioni Unite hanno addirittura proclamato una Giornata mondiale della sensibilizzazione sull’autismo, il 2 aprile: In tal senso, sembra esserci più che altro un movimento sociale per NORMALIZZARE l’autismo e accettare il disturbo neuro-immune caratterizzato da infiammazione cronica semplicemente come una variazione genetica, introducendo definizioni innovative e devianti per definire questa condizione come “neurodivergente” o “neurodiverso”.

    Fonte: https://www.comilva.org/informazione/editoriale-comilva/si-avvicina-lo-scenario-impensabile-di-1-bambino-su-2-con-autismo
    Si avvicina lo scenario impensabile di 1 bambino su 2 con autismo negli Stati Uniti Il tasso di 1 su 36 è l'ultimo dato ampiamente riportato dai media ormai da più di un anno. Ma quel tasso è obsoleto di circa quattro anni: infatti il CDC deve ancora pubblicare i risultati del suo sondaggio ADDM Network del 2022 e, quando lo farà, probabilmente entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo, il tasso sarà ancora obsoleto di almeno due anni. Di questo passo, è del tutto possibile che la previsione della Dott.ssa Stephanie Seneff secondo cui la metà dei bambini in negli Stati Uniti potrebbe essere diagnosticato l’ASD entro il 2032 potrebbe diventare realtà: poiché la previsione di Seneff sembra sempre meno fantascienza e gli Stati Uniti si avvicinano sempre più a una pietra miliare dell’autismo che verrebbe certamente definita catastrofica (accettando anche che 1 bambino autistico su 36 non sia abbastanza catastrofico ...), saremo portati ad immaginare che i medici, gli scienziati e i funzionari della sanità pubblica, così come i leader politici, i media e la popolazione in generale, siano alla disperata ricerca di cosa si nasconde dietro questa epica epidemia. Ma non è così, purtroppo! La cosa migliore che si può sentir dire oggi sulla crescita dell’autismo è che le ragioni di ciò “non sono completamente comprese e sono probabilmente complesse”. Ma la cosa più strana in assoluto è la generale mancanza di interesse o addirittura curiosità nei confronti di questa vera e propria “epidemia”: in questo caso non sembra esistere alcuna emergenza sanitaria che spinga qualcuno a cercare di capirne le cause. L’unica cosa che accade è che si parla molto di “consapevolezza dell’autismo”. Quest’anno le Nazioni Unite hanno addirittura proclamato una Giornata mondiale della sensibilizzazione sull’autismo, il 2 aprile: In tal senso, sembra esserci più che altro un movimento sociale per NORMALIZZARE l’autismo e accettare il disturbo neuro-immune caratterizzato da infiammazione cronica semplicemente come una variazione genetica, introducendo definizioni innovative e devianti per definire questa condizione come “neurodivergente” o “neurodiverso”. 👉 Fonte: https://www.comilva.org/informazione/editoriale-comilva/si-avvicina-lo-scenario-impensabile-di-1-bambino-su-2-con-autismo
    Angry
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 5K Visualizzazioni
  • Sempre più consumatori scontenti dei veicoli alla spina: la nostalgia di benzina e diesel


    https://dituttoedipiu.altervista.org/auto-elettriche-e-boom-di-pentiti-il-sondaggio-che-affossa-la-religione-green/
    Sempre più consumatori scontenti dei veicoli alla spina: la nostalgia di benzina e diesel https://dituttoedipiu.altervista.org/auto-elettriche-e-boom-di-pentiti-il-sondaggio-che-affossa-la-religione-green/
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    Auto elettriche, è boom di pentiti: il sondaggio che affossa la religione green - D TUTTO E D+
    Auto elettriche, è boom di pentiti: il sondaggio che affossa la religione green Altro che boom delle auto elettriche: più passa il tempo, più aumentano le brutte notizie per la religione green. Le difficoltà sono note: il mercato è fermo, c’è una naturale resistenza al cambiamento e i prezzi sono inaccessibili per la stragrande
    Like
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 809 Visualizzazioni
  • Andrea Zhok, [27 Giu 2024 alle 16:59]
    La premier estone Kaja Kallas, neonominata responsabile per la politica estera dell'UE al posto di Josep Borrell, in un discorso a fianco dell'uscente presidente della Nato Stoltenberg, si è espressa così sul conflitto russo-ucraino:
    "Dobbiamo definire la vittoria come il nostro obiettivo in guerra, perché non si può vincere una guerra se la vittoria non è definita come l'obiettivo".

    Dal che evinciamo, nel caso a qualcuno fosse sfuggito, che siamo già in guerra con la Russia, solo non lo avevamo dichiarato.

    La premier estone, capo del Partito Riformatore Estone (liberale), non ha peraltro mai fatto mistero delle proprie posizioni.

    Un paio di mesi fa si era espressa a favore dello smembramento della Russia.

    Testualmente: "La sconfitta della Russia non sarebbe poi così grave. Allora potrebbe davvero avvenire un cambiamento. Ci sono molte nazioni che fanno parte della Russia. Se ci fossero più stati piccoli, la situazione non sarebbe così grave. Non è poi così male se una grande potenza diventa molto più piccola".

    In altre occasioni la Kallas non ha perduto occasione per manifestare la più viscerale russofobia, espressa tra l'altro in una vera e propria campagna contro la Chiesa Russo-Ortodossa, il cui patriarca Evgeny è stato espulso e di cui è stato chiesta la messa al bando in quanto "organizzazione terroristica".
    (Bisogna ricordare che in Estonia circa un quarto della popolazione è russofona e, non da oggi, viene percepita come una cittadinanza di serie B.)

    Rimarchevole anche la rappresentatività democratica della Kallas, che presiede la politica estera UE in quanto premier di un paese con la popolazione del Friuli Venezia Giulia (ma con un PIL inferiore di un terzo).
    Si dirà, però è almeno amata dal suo popolo.
    Forse, ma direi timidamente, visto che da un sondaggio del dicembre scorso il 71% degli estoni ne chiedeva le dimissioni.

    Riassumendo, a capo della "diplomazia" europea, in una fase di potenziale guerra nucleare con la Russia, i vertici europei hanno deciso di porre una figura sostanzialmente priva di legittimazione democratica, patentemente russofoba, e che, come si è espressa, non prende in considerazione alcun piano B nei confronti della Russia: esiste solo il piano A, sconfiggerla.

    Ok, poi per piacere non dite che non vi avevano avvertito. https://t.me/andreazhok/409
    Andrea Zhok, [27 Giu 2024 alle 16:59] La premier estone Kaja Kallas, neonominata responsabile per la politica estera dell'UE al posto di Josep Borrell, in un discorso a fianco dell'uscente presidente della Nato Stoltenberg, si è espressa così sul conflitto russo-ucraino: "Dobbiamo definire la vittoria come il nostro obiettivo in guerra, perché non si può vincere una guerra se la vittoria non è definita come l'obiettivo". Dal che evinciamo, nel caso a qualcuno fosse sfuggito, che siamo già in guerra con la Russia, solo non lo avevamo dichiarato. La premier estone, capo del Partito Riformatore Estone (liberale), non ha peraltro mai fatto mistero delle proprie posizioni. Un paio di mesi fa si era espressa a favore dello smembramento della Russia. Testualmente: "La sconfitta della Russia non sarebbe poi così grave. Allora potrebbe davvero avvenire un cambiamento. Ci sono molte nazioni che fanno parte della Russia. Se ci fossero più stati piccoli, la situazione non sarebbe così grave. Non è poi così male se una grande potenza diventa molto più piccola". In altre occasioni la Kallas non ha perduto occasione per manifestare la più viscerale russofobia, espressa tra l'altro in una vera e propria campagna contro la Chiesa Russo-Ortodossa, il cui patriarca Evgeny è stato espulso e di cui è stato chiesta la messa al bando in quanto "organizzazione terroristica". (Bisogna ricordare che in Estonia circa un quarto della popolazione è russofona e, non da oggi, viene percepita come una cittadinanza di serie B.) Rimarchevole anche la rappresentatività democratica della Kallas, che presiede la politica estera UE in quanto premier di un paese con la popolazione del Friuli Venezia Giulia (ma con un PIL inferiore di un terzo). Si dirà, però è almeno amata dal suo popolo. Forse, ma direi timidamente, visto che da un sondaggio del dicembre scorso il 71% degli estoni ne chiedeva le dimissioni. Riassumendo, a capo della "diplomazia" europea, in una fase di potenziale guerra nucleare con la Russia, i vertici europei hanno deciso di porre una figura sostanzialmente priva di legittimazione democratica, patentemente russofoba, e che, come si è espressa, non prende in considerazione alcun piano B nei confronti della Russia: esiste solo il piano A, sconfiggerla. Ok, poi per piacere non dite che non vi avevano avvertito. https://t.me/andreazhok/409
    T.ME
    Andrea Zhok
    La premier estone Kaja Kallas, neonominata responsabile per la politica estera dell'UE al posto di Josep Borrell, in un discorso a fianco dell'uscente presidente della Nato Stoltenberg, si è espressa così sul conflitto russo-ucraino: "Dobbiamo definire la vittoria come il nostro obiettivo in guerra, perché non si può vincere una guerra se la vittoria non è definita come l'obiettivo". Dal che evinciamo, nel caso a qualcuno fosse sfuggito, che siamo già in guerra con la Russia, solo non lo avevamo dichiarato. La premier estone, capo del Partito Riformatore Estone (liberale), non ha peraltro mai fatto mistero delle proprie posizioni. Un paio di mesi fa si era espressa a favore dello smembramento della Russia. Testualmente: "La sconfitta della Russia non sarebbe poi così grave. Allora potrebbe davvero avvenire un cambiamento. Ci sono molte nazioni che fanno parte della Russia. Se ci fossero più stati piccoli, la situazione non sarebbe così grave. Non è poi così male se una grande potenza diventa molto più piccola".…
    0 Commenti 0 Condivisioni 3K Visualizzazioni
  • - MAGGIORANZA DEI TEDESCHI CONTRARIA ALL'USO DI ARMI TEDESCHE CONTRO LA RUSSIA
    Secondo un sondaggio, molti tedeschi criticano l'autorizzazione concessa all'Ucraina dal governo tedesco di utilizzare armi tedesche su base limitata contro obiettivi in Russia. La maggioranza relativa degli intervistati, pari al 43%, giudica la decisione (piuttosto) sbagliata, secondo un sondaggio rappresentativo Insa per la rivista "Focus". Il 38% lo considera (piuttosto) corretta. L'8% non si preoccupa della decisione, un altro otto per cento può farlo e il tre per cento non vuole rispondere alla domanda.
    Alla domanda se la Germania metta in pericolo la propria sicurezza sostenendo l'Ucraina, il 58% degli intervistati ha risposto sì, il 28%no, il 14% non sa o non risponde.
    Fonte: Handelsblatt

    Fonte: Giubbe Rosse
    Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
    🇩🇪-🇷🇺 MAGGIORANZA DEI TEDESCHI CONTRARIA ALL'USO DI ARMI TEDESCHE CONTRO LA RUSSIA Secondo un sondaggio, molti tedeschi criticano l'autorizzazione concessa all'Ucraina dal governo tedesco di utilizzare armi tedesche su base limitata contro obiettivi in Russia. La maggioranza relativa degli intervistati, pari al 43%, giudica la decisione (piuttosto) sbagliata, secondo un sondaggio rappresentativo Insa per la rivista "Focus". Il 38% lo considera (piuttosto) corretta. L'8% non si preoccupa della decisione, un altro otto per cento può farlo e il tre per cento non vuole rispondere alla domanda. Alla domanda se la Germania metta in pericolo la propria sicurezza sostenendo l'Ucraina, il 58% degli intervistati ha risposto sì, il 28%no, il 14% non sa o non risponde. Fonte: Handelsblatt 🟥 Fonte: Giubbe Rosse Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
    Like
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 4K Visualizzazioni
  • VOLETE VERAMENTE VOTARE PER LA LISTA che PORTA il SUO NOME?
    L'interpretazione di Cateno De Luca fa impallidire persino quella magistrale di Al Pacino in "Scarface"

    Dopo questo video i sondaggi hanno registrato un ulteriore picco di astensionisti per le Europee.
    MI DISPIACE per COLORO CHE SONO SALITI SUL TRENO SBAGLIATO!

    https://www.scenario.press/posts/17294
    VOLETE VERAMENTE VOTARE PER LA LISTA che PORTA il SUO NOME? L'interpretazione di Cateno De Luca fa impallidire persino quella magistrale di Al Pacino in "Scarface" Dopo questo video i sondaggi hanno registrato un ulteriore picco di astensionisti per le Europee. MI DISPIACE per COLORO CHE SONO SALITI SUL TRENO SBAGLIATO! https://www.scenario.press/posts/17294
    WWW.SCENARIO.PRESS
    Balaklava - L'interpretazione di Cateno De Luca fa impallidire...
    L'interpretazione di Cateno De Luca fa impallidire persino quella magistrale di Al Pacino in "Scarface" Dopo questo video i sondaggi hanno registrato un ulteriore picco di astensionisti per le Europee. MI DISPIACE per COLORO CHE SONO SALITI SUL TRENO SBAGLIATO! Grazie Cateno:...
    0 Commenti 0 Condivisioni 934 Visualizzazioni
Altri risultati