• COMUNICATO

    di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

    Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha comunicato, con una semplice email, l’avvio di un processo penale extragiudiziale nei miei confronti, con l’accusa di essere incorso nel delitto di scisma e contestandomi di aver negato la legittimità di «Papa Francesco», di aver rotto la comunione «con Lui» e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II. Mi si convoca al Palazzo del Sant’Uffizio il 20 Giugno, in persona o rappresentato da un Avvocato. Presumo che anche la condanna sia già pronta, visto il processo extragiudiziale.

    Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore. Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi.

    Occorre che l’Episcopato, il Clero e il popolo di Dio si interroghino seriamente se sia coerente con la professione della Fede Cattolica assistere passivamente alla sistematica distruzione della Chiesa da parte dei suoi vertici, esattamente come altri eversori stanno distruggendo la società civile. Il globalismo chiede la sostituzione etnica: Bergoglio promuove l’immigrazione incontrollata e chiede l’integrazione delle culture e delle religioni. Il globalismo sostiene l’ideologia LGBTQ+: Bergoglio autorizza la benedizione delle coppie omosessuali e impone ai fedeli l’accettazione dell’omosessualismo, mentre copre gli scandali dei suoi protetti e li promuove ai più alti posti di responsabilità. Il globalismo impone l’agenda green: Bergoglio rende culto all’idolo della Pachamama, scrive deliranti encicliche sull’ambiente, sostiene l’Agenda 2030 e attacca chi mette in discussione la teoria sul riscaldamento globale di origine antropica. Esorbita dal proprio ruolo in questioni di stretta pertinenza della scienza, ma sempre e solo in una direzione, che è quella diametralmente opposta a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Ha imposto l’uso dei sieri genici sperimentali, che hanno provocato danni gravissimi, decessi e sterilità, definendoli «un atto d’amore», in cambio dei finanziamenti delle industrie farmaceutiche e delle fondazioni filantropiche. La sua totale consentaneità con la religione di Davos è scandalosa. Ovunque i governi al servizio del Word Economic Forum hanno introdotto o esteso l’aborto, promosso il vizio, legittimato le unioni omosessuali o la transizione di genere, incentivato l’eutanasia e tollerato la persecuzione dei Cattolici, non una parola è stata spesa in difesa della Fede o della Morale minacciate, a sostegno delle battaglie civili di tanti Cattolici abbandonati dal Vaticano e dai Vescovi. Non una parola per i Cattolici perseguitati in Cina, complice la Santa Sede che considera i miliardi di Pechino più importanti della vita e della libertà di migliaia di Cinesi fedeli alla Chiesa Romana. Nessuno scisma, nella “chiesa sinodale” presieduta da Bergoglio, si ravvisa né da parte dell’Episcopato Tedesco, né dei Vescovi di nomina governativa consacrati in Cina senza il mandato di Roma. Perché la loro azione è coerente con la distruzione della Chiesa, e quindi va dissimulata, minimizzata, tollerata e infine incoraggiata. In questi undici anni di “pontificato” la Chiesa Cattolica è stata umiliata e screditata soprattutto a causa degli scandali e della corruzione dei vertici della Gerarchia, totalmente ignorati mentre il più spietato autoritarismo vaticano infieriva su Sacerdoti e Religiosi fedeli, piccole comunità di Monache tradizionali, comunità legate alla Messa in latino.

    Questo zelo a senso unico ricorda il fanatismo di Cromwell, tipico di chi sfida la Provvidenza nella presunzione di sapersi finalmente in cima alla piramide gerarchica, libero di fare e disfare a piacimento senza che nessuno obbietti alcunché. E quest’opera di distruzione, questa volontà di rinunciare alla salvezza delle anime in nome di una pace umana che nega Dio non è un’invenzione di Bergoglio, ma lo scopo principale (e inconfessabile) di chi ha usato un Concilio per contraddire il Magistero cattolico e iniziare a demolire la Chiesa dall’interno, per piccoli passi, ma sempre in un’unica direzione, sempre con l’indulgente tolleranza o la colpevole inazione, se non addirittura l’esplicita approvazione delle Autorità romane. La Chiesa Cattolica è stata occupata lentamente ma inesorabilmente e a Bergoglio è stato dato l’incarico di farla diventare un’agenzia filantropica, la “chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente” al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa Cattolica: è la sua contraffazione.

    La Rinunzia di Benedetto XVI e la nomina da parte della Mafia di San Gallo di un successore in linea con i diktat dell’Agenda 2030 doveva consentire – e ha effettivamente consentito – di gestire il golpe globale con la complicità e l’autorevolezza della Chiesa di Roma. Bergoglio è per la Chiesa ciò che altri leader mondiali sono per le loro Nazioni: traditori, eversori, liquidatori finali della società tradizionale e certi dell’impunità. Il vizio di consenso (vitium consensus) da parte di Bergoglio nell’accettare l’elezione si basa appunto sull’evidente alienità della sua azione di governo e di magistero rispetto a ciò che qualsiasi Cattolico di qualsiasi tempo si aspetta dal Vicario di Cristo e dal Successore del Principe degli Apostoli. Tutto ciò che Bergoglio compie costituisce un’offesa e una provocazione a tutta la Chiesa Cattolica, ai suoi Santi di tutti i tempi, ai Martiri che sono stati uccisi in odium Fidei, ai Papi di tutti i tempi fino al Concilio Vaticano II.

    Questa è anche e principalmente un’offesa al divino Capo della Chiesa, Nostro Signore Gesù Cristo, la Cui sacra autorità Bergoglio esercita in danno al Corpo Mistico, con un’azione che è troppo sistematica e coerente per poter apparire frutto di mera incapacità. Nell’opera di Bergoglio e della sua cerchia si concretizza il monito del Signore: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di agnelli, ma che nell’intimo sono lupi rapaci (Mt 7, 15). Con costoro mi onoro di non avere né volere alcuna comunione ecclesiale: la loro è una lobby, che dissimula la propria complicità con i padroni del mondo per ingannare tante anime e impedire ogni resistenza all’instaurazione del Regno dell’Anticristo.

    Dinanzi alle accuse del Dicastero rivendico, come Successore degli Apostoli, di essere in piena comunione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con il Magistero dei Romani Pontefici e con l’ininterrotta Tradizione dottrinale, morale e liturgica che essi hanno fedelmente custodito.

    Ripudio gli errori neomodernisti insiti nel Concilio Vaticano II e nel cosiddetto “magistero postconciliare”, in particolare in materia di collegialità, di ecumenismo, di libertà religiosa, di laicità dello Stato e di liturgia.

    Ripudio, respingo e condanno gli scandali, gli errori e le eresie di Jorge Mario Bergoglio, che manifesta una gestione assolutamente tirannica del potere, esercitata contro lo scopo che legittima l’Autorità nella Chiesa: un’autorità che è vicaria di quella di Cristo, e che come tale a Lui solo deve obbedire. Questa separazione del Papato dal proprio principio legittimante che è Cristo Pontefice trasforma il ministerium in una tirannide autoreferenziale.

    Con questa “chiesa bergogliana”, nessun Cattolico degno di questo nome può essere in comunione, perché essa agisce in palese discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo.

    Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Uffizio, l’Arcivescovo Marcel Lefebvre venne convocato e accusato di scisma per aver rifiutato il Vaticano II. La sua difesa è la mia, le sue parole sono le mie, miei sono i suoi argomenti dinanzi ai quali le Autorità romane non hanno potuto condannarlo per eresia, dovendo aspettare che consacrasse dei Vescovi per avere il pretesto di dichiararlo scismatico e revocargli la scomunica quando ormai era morto. Lo schema si ripete anche dopo che dieci lustri hanno dimostrato la scelta profetica di Mons. Lefebvre.

    In questi tempi di apostasia, i Cattolici troveranno nei Pastori fedeli al mandato ricevuto da Nostro Signore un esempio e un incoraggiamento a permanere nella Verità di Cristo.

    Depositum custodi, secondo l’esortazione dell’Apostolo: avvicinandosi il momento in cui dovrò rendere conto al Figlio di Dio di ogni mia azione, intendo perseverare nel bonum certamen e non venir meno alla testimonianza di Fede che è richiesta a chi come Vescovo è insignito della pienezza del Sacerdozio e costituito Successore degli Apostoli.

    Invito tutti i Cattolici a pregare perché il Signore venga in soccorso della Sua Chiesa e infonda coraggio a quanti sono perseguitati a causa della Fede.

    + Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
    COMUNICATO di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha comunicato, con una semplice email, l’avvio di un processo penale extragiudiziale nei miei confronti, con l’accusa di essere incorso nel delitto di scisma e contestandomi di aver negato la legittimità di «Papa Francesco», di aver rotto la comunione «con Lui» e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II. Mi si convoca al Palazzo del Sant’Uffizio il 20 Giugno, in persona o rappresentato da un Avvocato. Presumo che anche la condanna sia già pronta, visto il processo extragiudiziale. Considero le accuse rivolte nei miei riguardi come un motivo di onore. Credo che la formulazione stessa dei capi d’accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana “chiesa sinodale” è necessaria metastasi. Occorre che l’Episcopato, il Clero e il popolo di Dio si interroghino seriamente se sia coerente con la professione della Fede Cattolica assistere passivamente alla sistematica distruzione della Chiesa da parte dei suoi vertici, esattamente come altri eversori stanno distruggendo la società civile. Il globalismo chiede la sostituzione etnica: Bergoglio promuove l’immigrazione incontrollata e chiede l’integrazione delle culture e delle religioni. Il globalismo sostiene l’ideologia LGBTQ+: Bergoglio autorizza la benedizione delle coppie omosessuali e impone ai fedeli l’accettazione dell’omosessualismo, mentre copre gli scandali dei suoi protetti e li promuove ai più alti posti di responsabilità. Il globalismo impone l’agenda green: Bergoglio rende culto all’idolo della Pachamama, scrive deliranti encicliche sull’ambiente, sostiene l’Agenda 2030 e attacca chi mette in discussione la teoria sul riscaldamento globale di origine antropica. Esorbita dal proprio ruolo in questioni di stretta pertinenza della scienza, ma sempre e solo in una direzione, che è quella diametralmente opposta a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Ha imposto l’uso dei sieri genici sperimentali, che hanno provocato danni gravissimi, decessi e sterilità, definendoli «un atto d’amore», in cambio dei finanziamenti delle industrie farmaceutiche e delle fondazioni filantropiche. La sua totale consentaneità con la religione di Davos è scandalosa. Ovunque i governi al servizio del Word Economic Forum hanno introdotto o esteso l’aborto, promosso il vizio, legittimato le unioni omosessuali o la transizione di genere, incentivato l’eutanasia e tollerato la persecuzione dei Cattolici, non una parola è stata spesa in difesa della Fede o della Morale minacciate, a sostegno delle battaglie civili di tanti Cattolici abbandonati dal Vaticano e dai Vescovi. Non una parola per i Cattolici perseguitati in Cina, complice la Santa Sede che considera i miliardi di Pechino più importanti della vita e della libertà di migliaia di Cinesi fedeli alla Chiesa Romana. Nessuno scisma, nella “chiesa sinodale” presieduta da Bergoglio, si ravvisa né da parte dell’Episcopato Tedesco, né dei Vescovi di nomina governativa consacrati in Cina senza il mandato di Roma. Perché la loro azione è coerente con la distruzione della Chiesa, e quindi va dissimulata, minimizzata, tollerata e infine incoraggiata. In questi undici anni di “pontificato” la Chiesa Cattolica è stata umiliata e screditata soprattutto a causa degli scandali e della corruzione dei vertici della Gerarchia, totalmente ignorati mentre il più spietato autoritarismo vaticano infieriva su Sacerdoti e Religiosi fedeli, piccole comunità di Monache tradizionali, comunità legate alla Messa in latino. Questo zelo a senso unico ricorda il fanatismo di Cromwell, tipico di chi sfida la Provvidenza nella presunzione di sapersi finalmente in cima alla piramide gerarchica, libero di fare e disfare a piacimento senza che nessuno obbietti alcunché. E quest’opera di distruzione, questa volontà di rinunciare alla salvezza delle anime in nome di una pace umana che nega Dio non è un’invenzione di Bergoglio, ma lo scopo principale (e inconfessabile) di chi ha usato un Concilio per contraddire il Magistero cattolico e iniziare a demolire la Chiesa dall’interno, per piccoli passi, ma sempre in un’unica direzione, sempre con l’indulgente tolleranza o la colpevole inazione, se non addirittura l’esplicita approvazione delle Autorità romane. La Chiesa Cattolica è stata occupata lentamente ma inesorabilmente e a Bergoglio è stato dato l’incarico di farla diventare un’agenzia filantropica, la “chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente” al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa Cattolica: è la sua contraffazione. La Rinunzia di Benedetto XVI e la nomina da parte della Mafia di San Gallo di un successore in linea con i diktat dell’Agenda 2030 doveva consentire – e ha effettivamente consentito – di gestire il golpe globale con la complicità e l’autorevolezza della Chiesa di Roma. Bergoglio è per la Chiesa ciò che altri leader mondiali sono per le loro Nazioni: traditori, eversori, liquidatori finali della società tradizionale e certi dell’impunità. Il vizio di consenso (vitium consensus) da parte di Bergoglio nell’accettare l’elezione si basa appunto sull’evidente alienità della sua azione di governo e di magistero rispetto a ciò che qualsiasi Cattolico di qualsiasi tempo si aspetta dal Vicario di Cristo e dal Successore del Principe degli Apostoli. Tutto ciò che Bergoglio compie costituisce un’offesa e una provocazione a tutta la Chiesa Cattolica, ai suoi Santi di tutti i tempi, ai Martiri che sono stati uccisi in odium Fidei, ai Papi di tutti i tempi fino al Concilio Vaticano II. Questa è anche e principalmente un’offesa al divino Capo della Chiesa, Nostro Signore Gesù Cristo, la Cui sacra autorità Bergoglio esercita in danno al Corpo Mistico, con un’azione che è troppo sistematica e coerente per poter apparire frutto di mera incapacità. Nell’opera di Bergoglio e della sua cerchia si concretizza il monito del Signore: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di agnelli, ma che nell’intimo sono lupi rapaci (Mt 7, 15). Con costoro mi onoro di non avere né volere alcuna comunione ecclesiale: la loro è una lobby, che dissimula la propria complicità con i padroni del mondo per ingannare tante anime e impedire ogni resistenza all’instaurazione del Regno dell’Anticristo. Dinanzi alle accuse del Dicastero rivendico, come Successore degli Apostoli, di essere in piena comunione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con il Magistero dei Romani Pontefici e con l’ininterrotta Tradizione dottrinale, morale e liturgica che essi hanno fedelmente custodito. Ripudio gli errori neomodernisti insiti nel Concilio Vaticano II e nel cosiddetto “magistero postconciliare”, in particolare in materia di collegialità, di ecumenismo, di libertà religiosa, di laicità dello Stato e di liturgia. Ripudio, respingo e condanno gli scandali, gli errori e le eresie di Jorge Mario Bergoglio, che manifesta una gestione assolutamente tirannica del potere, esercitata contro lo scopo che legittima l’Autorità nella Chiesa: un’autorità che è vicaria di quella di Cristo, e che come tale a Lui solo deve obbedire. Questa separazione del Papato dal proprio principio legittimante che è Cristo Pontefice trasforma il ministerium in una tirannide autoreferenziale. Con questa “chiesa bergogliana”, nessun Cattolico degno di questo nome può essere in comunione, perché essa agisce in palese discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo. Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Uffizio, l’Arcivescovo Marcel Lefebvre venne convocato e accusato di scisma per aver rifiutato il Vaticano II. La sua difesa è la mia, le sue parole sono le mie, miei sono i suoi argomenti dinanzi ai quali le Autorità romane non hanno potuto condannarlo per eresia, dovendo aspettare che consacrasse dei Vescovi per avere il pretesto di dichiararlo scismatico e revocargli la scomunica quando ormai era morto. Lo schema si ripete anche dopo che dieci lustri hanno dimostrato la scelta profetica di Mons. Lefebvre. In questi tempi di apostasia, i Cattolici troveranno nei Pastori fedeli al mandato ricevuto da Nostro Signore un esempio e un incoraggiamento a permanere nella Verità di Cristo. Depositum custodi, secondo l’esortazione dell’Apostolo: avvicinandosi il momento in cui dovrò rendere conto al Figlio di Dio di ogni mia azione, intendo perseverare nel bonum certamen e non venir meno alla testimonianza di Fede che è richiesta a chi come Vescovo è insignito della pienezza del Sacerdozio e costituito Successore degli Apostoli. Invito tutti i Cattolici a pregare perché il Signore venga in soccorso della Sua Chiesa e infonda coraggio a quanti sono perseguitati a causa della Fede. + Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
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  • Il World Economic Forum (WEF) ha chiesto una "demolizione controllata" del sistema alimentare globale come parte di una grande "reinvenzione" del modo in cui gli esseri umani consumano il cibo

    In un inquietante articolo pubblicato giovedì sul proprio sito web, il WEF ha dichiarato che il consumo di carne e le forme di allevamento tradizionali devono essere bandite per evitare la cosiddetta "ebollizione globale".

    Nell'articolo, intitolato "Feeding the future: why Renovation and Reinvention are key to save our food system", Juliana Weltman Glezer, collaboratrice del WEF per il progetto "New Frontiers of Nutrition", lancia l'allarme sulle emissioni di gas serra causate dalla produzione di cibo e avverte di un aumento del 60% della domanda di cibo quando la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi.

    Ne dà notizia Dailywire: L'articolo paragona poi la revisione del sistema alimentare alla transizione globale verso le energie rinnovabili, come l'energia solare ed eolica e i veicoli elettrici.
    "La transizione alimentare comporta una trasformazione altrettanto completa, con due diverse fasi di cambiamento: Rinnovamento e Reinvenzione", scrive Glezer.

    "Mentre il rinnovamento apporta miglioramenti incrementali lungo la catena del valore alimentare, la reinvenzione mira a un cambiamento sistemico: il riorientamento su larga scala della produzione alimentare in modo da alterare le strutture di base dell'industria alimentare moderna".
    ⚠️ Il World Economic Forum (WEF) ha chiesto una "demolizione controllata" del sistema alimentare globale come parte di una grande "reinvenzione" del modo in cui gli esseri umani consumano il cibo In un inquietante articolo pubblicato giovedì sul proprio sito web, il WEF ha dichiarato che il consumo di carne e le forme di allevamento tradizionali devono essere bandite per evitare la cosiddetta "ebollizione globale". Nell'articolo, intitolato "Feeding the future: why Renovation and Reinvention are key to save our food system", Juliana Weltman Glezer, collaboratrice del WEF per il progetto "New Frontiers of Nutrition", lancia l'allarme sulle emissioni di gas serra causate dalla produzione di cibo e avverte di un aumento del 60% della domanda di cibo quando la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi. Ne dà notizia Dailywire: L'articolo paragona poi la revisione del sistema alimentare alla transizione globale verso le energie rinnovabili, come l'energia solare ed eolica e i veicoli elettrici. "La transizione alimentare comporta una trasformazione altrettanto completa, con due diverse fasi di cambiamento: Rinnovamento e Reinvenzione", scrive Glezer. "Mentre il rinnovamento apporta miglioramenti incrementali lungo la catena del valore alimentare, la reinvenzione mira a un cambiamento sistemico: il riorientamento su larga scala della produzione alimentare in modo da alterare le strutture di base dell'industria alimentare moderna".
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  • Comprendere le "Smart Cities", le "città 15 minuti" e come possiamo sconfiggerle


    https://dituttoedipiu.altervista.org/la-citta-dei-15-minuti-tra-utopia-digitale-e-distopia-controllata/


    #SmartCities #Città15Minuti #Urbanistica #PianificazioneUrbana #MobilitàSostenibile #VitaUrbana #InnovazioneTecnologica #Sostenibilità #Ecologia #TransizioneEnergetica #InfrastruttureVerdi #ComunitàLocale #QualitàdellaVita #Digitalizzazione #ServiziUrbani #ResilienzaUrbana #ArchitetturaModerna #SpaziPubblici #TecnologiaUrbana #SalutePubblica #Ambiente #PoliticheUrbane #SmartLiving #UrbanInnovation #CittàIntelligente #RivoluzioneUrbana #FuturoUrbano #GestioneEnergetica #GreenCities #TrasformazioneUrbana
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    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    La città dei 15 minuti: tra utopia digitale e distopia controllata - D TUTTO E D+
    La città dei 15 minuti: tra utopia digitale e distopia controllata - In un mondo sempre più interconnesso, il concetto di "Smart City"
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  • Uno studio ha calcolato la cifra di quanto ci costerà la casa green

    La direttiva europea sull’efficientamento energetico degli immobili, pur modificata, resta irricevibile. E lo dimostrano dati clamorosi


    https://dituttoedipiu.altervista.org/case-green-un-fardello-da-1000-miliardi-per-litalia/

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    Uno studio ha calcolato la cifra di quanto ci costerà la casa green La direttiva europea sull’efficientamento energetico degli immobili, pur modificata, resta irricevibile. E lo dimostrano dati clamorosi https://dituttoedipiu.altervista.org/case-green-un-fardello-da-1000-miliardi-per-litalia/ #CaseGreen #EfficientamentoEnergetico #Immobili #DirettivaEuropea #CostiCasaGreen #EnergiaSostenibile #Riscaldamento #IsolamentoTermico #Rinnovabili #Sostenibilità #Ambiente #RiduzioneEmissioni #ImpattoAmbientale #Ristrutturazioni #EcoBonus #IncentiviFiscali #RisparmioEnergetico #GreenBuilding #CaseSostenibili #EfficienzaEnergetica #CostiRistrutturazione #Italia #PoliticheAmbientali #TransizioneEnergetica #AbitazioniEcologiche #SostenibilitàAmbientale #EfficienzaEdilizia #NormativeEuropee #InvestimentiGreen #RiscaldamentoEfficiente
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    Case Green - Un fardello da 1000 miliardi per l'Italia - D TUTTO E D+
    Case Green - Un fardello da 1000 miliardi per l'Italia In Italia, l'allarme assume toni apocalittici: secondo uno studio di Deloitte
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  • Ogni scusa é buona é per tassare...Grazie Europa


    https://dituttoedipiu.altervista.org/tassa-ets-ue-rincari-record-carburanti-nel-2027/


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    Tassa Ets UE: Rincari record carburanti nel 2027 - D TUTTO E D+
    Tassa Ets UE: Rincari record carburanti nel 2027 La Stangata dell’Ets: Quando Bruxelles Inciampa sul Prezzo della Benzina Non c'è tregua per gli automobilisti italiani, sempre più vessati da una giostra di rincari sul costo della benzina e del diesel. Non bastano le altalene dei mercati o le tensioni geopolitiche nello Stretto di Hormuz, ora è l'Unione Europea a metterci lo zampino con
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  • A quanto pare...



    https://dituttoedipiu.altervista.org/klaus-schwab-si-dimette-da-capo-del-wef-ma-il-suo-programma-va-avanti/

    #KlausSchwab #WEF #WorldEconomicForum #dimissioni #programma #futuro #progetti #iniziative #leadership #svolta #economia #impatto #globalizzazione #sostenibilità #innovazione #sviluppo #tecnologia #governance #imprenditoria #ambiente #società #cambiamento #transizione #economiaDigitale #stakeholder #collaborazione #impegno #strategie #sviluppoSostenibile #politiche #soluzioni
    A quanto pare... https://dituttoedipiu.altervista.org/klaus-schwab-si-dimette-da-capo-del-wef-ma-il-suo-programma-va-avanti/ #KlausSchwab #WEF #WorldEconomicForum #dimissioni #programma #futuro #progetti #iniziative #leadership #svolta #economia #impatto #globalizzazione #sostenibilità #innovazione #sviluppo #tecnologia #governance #imprenditoria #ambiente #società #cambiamento #transizione #economiaDigitale #stakeholder #collaborazione #impegno #strategie #sviluppoSostenibile #politiche #soluzioni
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    Klaus Schwab si dimette da capo del WEF. Ma il suo programma va avanti - D TUTTO E D+
    Klaus Schwab si dimette da capo del WEF. Ma il suo programma va avanti Il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab ha annunciato che si ritirerà dal suo ruolo, dopo più di 50 anni alla guida dell’evento, secondo la piattaforma di notizie americana Semafor. L’ articolo cita una lettera di Schwab allo staff martedì in cui delinea la sua intenzione di passare al
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  • BRUCIA in ETERNO!!!

    "Dalla UE ci invitano a ricordare i valori fondanti dell'Europa. A credere negli ideali. Ad essere uniti, solidali, democratici perché ci saranno grandi sfide: la transizione ecologica, le pandemie,
    le guerre.
    Sono quelli che hanno distrutto la sanità, l'istruzione, i diritti sociali, che ci hanno ricattato, che ci raccontano "non avrai nulla e sarai felice"...ma hanno un disperato bisogno di affluenza alle urne.
    Mai come questa volta.
    Devono fare cose molto impopolari e hanno tremendamente bisogno di numeri di affluenza per poter dire che la maggioranza è con loro.
    E chi non è d'accordo è un disagiato, un gatekeeper, un complottista.
    Useranno l'affluenza alle urne come giustificazione per quello che hanno già deciso". WI

    Brucia in eterno!!!

    Fonte: https://twitter.com/itsmeback_/status/1791090802149507138?t=Ees5FoowlCWlP9Vq00DxIA&s=19
    BRUCIA in ETERNO!!! "Dalla UE ci invitano a ricordare i valori fondanti dell'Europa. A credere negli ideali. Ad essere uniti, solidali, democratici perché ci saranno grandi sfide: la transizione ecologica, le pandemie, le guerre. Sono quelli che hanno distrutto la sanità, l'istruzione, i diritti sociali, che ci hanno ricattato, che ci raccontano "non avrai nulla e sarai felice"...ma hanno un disperato bisogno di affluenza alle urne. Mai come questa volta. Devono fare cose molto impopolari e hanno tremendamente bisogno di numeri di affluenza per poter dire che la maggioranza è con loro. E chi non è d'accordo è un disagiato, un gatekeeper, un complottista. Useranno l'affluenza alle urne come giustificazione per quello che hanno già deciso". WI Brucia in eterno!!! Fonte: https://twitter.com/itsmeback_/status/1791090802149507138?t=Ees5FoowlCWlP9Vq00DxIA&s=19
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  • Transizione ecologica! Natura morta!
    Transizione ecologica! Natura morta!
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  • VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE

    Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo

    Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti.

    L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica.

    L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”.

    Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente.

    Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati.

    Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale.

    A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino.

    La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue.

    La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo.

    Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano.

    Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame.

    Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici.

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    VOLETE SAPERE COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEI RICHIEDENTI ASILO DAL "CIVILISSIMO" REGNO UNITO? ECCO A VOI UN ARTICOLO ILLUMINANTE Il Regno Unito deporta decine di migliaia di rifugiati nel Rwanda in guerra col Congo Nel silenzio e nell’acquiescenza generali, il Regno Unito ha iniziato a deportare i richiedenti asilo presenti nel proprio territorio nazionale nel Rwanda, mentre la tensione fra il piccolo stato africano e la confinante Repubblica Democratica del Congo sale alle stelle, con lo spiegamento in territorio congolese di 3000 soldati rwandesi armati di droni, lanciagranate e mezzi pesanti. L’analista Stephanie Wolters, dell’Istituto Sudafricano di Affari Internazionali, ha dichiarato: “Non siamo mai stati così vicini alla guerra aperta fra il Rwanda e il Congo”. Ad aggravare il contesto, il 29 febbraio è cominciato il ritiro della Monuc dal Congo: la più antica, costosa e sostanzialmente inefficace missione di peace-keeping ONU del mondo, che ad ogni modo costituiva un minimo diaframma, più diplomatico che reale, di deterrenza e contenimento di una violenza già endemica. L’accordo fra Regno Unito e Rwanda è stato ratificato nel dicembre 2023, ma l’annuncio del trattato, le negoziazioni e una prima deportazione di richiedenti asilo risalgono all’aprile del 2022. Il Segretario di Stato inglese James Cleverly ha dichiarato che “il Rwanda è un paese sicuro”. Una delle clausole del trattato, che risuona persino irridente, riguarda il divieto imposto a Kigali di non inviare i richiedenti asilo verso “paesi non sicuri”. Il tutto mentre la tensione, storicamente alta, con il Congo sta per esplodere nell’ennesima guerra regionale, dalle conseguenze imprevedibili considerato il contesto geopolitico incandescente. Louis Gitinywa, analista politico rwandese, parla senza mezzi termini di “brutale manifestazione di neo-colonialismo ed imperialismo occidentale”. La parte economica dell’accordo prevede un versamento di circa 300 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo il reporter della BBC Dominic Casciani, l’accordo dovrebbe interessare la deportazione di 52.000 persone, senza troppi riguardi nei confronti dell’origine dei rifugiati. Tre considerazioni personali. La prima di ordine storico: a quanto pare, dopo la dichiarazione di Balfour del 1917 all’origine del conflitto israelo-palestinese che vive in questi mesi il suo episodio più tragico, la Corona inglese non perde il vizio di considerare il resto del mondo, e nel caso specifico l’Africa, una sorta di “terra di nessuno”, o per dirla più crudamente una discarica nella quale si possono deportare con assoluta non-chalance popoli o, alla bisogna, masse enormi di disgraziati. Disgraziati che non di rado lo sono proprio grazie a politiche, anche belliche, dissennate messe a terra dall’Occidente liberale. A margine, bisogna notare che i deportati non sono tecnicamente dei clandestini, ma appunto dei richiedenti asilo: uno status giuridico molto preciso, violando il quale il Regno Unito si macchierebbe di un reato internazionale molto grave. Nel caso di una richiesta d’asilo, si tratta di stabilire se il richiedente abbia diritto o meno. La deportazione in un paese terzo – nemmeno quello di origine, nel qual caso si dovrebbe parlare di rimpatrio – è una clamorosa violazione dei diritti del richiedente, e persino di quelli di un clandestino. La seconda. Data la situazione ormai deteriorata fra Congo e Rwanda, non è improbabile che questi richiedenti asilo siano impiegati come carne da cannone dal regime di Kagame, che attualmente dispone di circa 33.000 effettivi. Essendo il 90% di questi rifugiati deportati uomini in età militare, la maggior parte di loro potrebbero ingrossare le fila non tanto dell’RDF, l’esercito regolare rwandese, quanto quelle degli oltre 120 gruppi di “ribelli” che insanguinano l’Ituri, il Nord e il Sud Kivu, le tre regioni orientali del Congo fra le più ricche di minerali preziosi, fra i come il litio, il cobalto, il coltan e le terre rare, materie prime indispensabili per la transizione elettrica e digitale sulla quale l’Occidente pare aver puntato le sue fiches residue. La terza. È plausibile che la parte occulta di questo accordo riguardi proprio il traffico illecito di questi minerali. Russia e Cina, che possiedono o controllano i maggiori giacimenti mondiali di queste risorse chiave – la Cina si è affrettata a stipulare accordi minerari con l’Afghanistan tornato sotto il controllo talebano dopo la fuga americana – sono state proditoriamente rese ostili, dunque lo sfruttamento del Congo diventa un obiettivo primario se l’Occidente vuole mantenere i propri obiettivi politici ed industriali. Il Rwanda pacificato, diventato rapidamente un centro d’interessi anglo-americano (coi francesi confinati nello scomodo ruolo di responsabili del genocidio rwandese) funziona da decenni come borsa nera dei minerali trafugati in Congo. Il Congo da parte sua conta circa 350.000 effettivi regolari, mal pagati e peggio armati dispersi in un territorio incontrollabile. Per quanto meglio armato, l’esercito rwandese rimane – o meglio: rimaneva – troppo esiguo per impensierire il gigante africano. Questa vergognosa iniziativa iniziativa inglese può provocare, nel giro di qualche mese, un brusco innalzamento del livello dello scontro, rafforzando il saccheggio del Congo e causando un aumento esponenziale delle violenze contro la popolazione civile, già stremata da decenni di violenze nella sostanziale indifferenza non soltanto della comunità internazionale, ma dello stesso establishment congolese, con il presidente appena rieletto Tshisekedi accusato apertamente di aver sottoscritto un accordo segreto col suo omologo rwandese Paul Kagame. Questo pessimo trattato fra il Regno Unito e il Rwanda verrà ricordato come un caso da manuale di perversione politica e diplomatica, con evidenti aspetti criminali e riflessi potenzialmente catastrofici. Pluto
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  • SCOOP DELLA TESTATA GIORNALISTICA “POLITICO EUROPE”: URSULA VON DER LEYEN INDAGATA DALLA PROCURA EUROPEA NELL’AFFAIRE VACCINI PFIZERGATE!

    Secondo un portavoce della Procura belga di Liegi, i principali procuratori europei stanno indagando sulle accuse di illeciti penali in relazione ai negoziati sui vaccini tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer . Negli ultimi mesi gli investigatori della Procura europea (EPPO) hanno preso il posto della procura belga che indagava su von der Leyen per "interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di SMS, corruzione e conflitto di interessi", secondo i documenti legali visionati da POLITICO e un portavoce della Procura di Liegi.
    L'indagine era stata originariamente aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi all'inizio del 2023 dopo una denuncia penale presentata da Frédéric Baldan. Successivamente si sono uniti i governi ungherese e polacco, anche se quest’ultimo è in procinto di ritirare la sua denuncia dopo la vittoria elettorale di un governo filo-UE guidato da Donald Tusk, come riferito a POLITICO da un portavoce del governo polacco. La denuncia di Baldan era incentrata su un presunto scambio di messaggi tra von der Leyen e il capo della Pfizer Albert Bourla nel periodo precedente al più grande accordo sui vaccini dell’UE al culmine della pandemia di Covid-19, in una vicenda soprannominata “Pfizergate”. Il New York Times, che per primo aveva rivelato che lo scambio era avvenuto mentre i due leader discutevano i termini dell'accordo, ha avviato una denuncia parallela contro la Commissione dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto dei messaggi in seguito ad una richiesta di accesso ai documenti. La notizia che la Procura europea sta ora indagando sul caso rischia di sottoporre a ulteriore esame il ruolo della presidente della Commissione nel mega accordo sui vaccini , che aveva un valore stimato di oltre 20 miliardi di euro. L'EPPO conduce indagini paneuropee sui crimini finanziari e, in teoria, potrebbe sequestrare telefoni e altro materiale rilevante dagli uffici della Commissione o in altri paesi europei come la Germania, paese nativo di von der Leyen. Lo sviluppo del procedimento arriva in un momento delicato per il capo dell'UE, mentre affronta la transizione verso quello che gli osservatori di Bruxelles si aspettano sarà un secondo mandato alla guida della Commissione europea, con sede nel Palazzo Berlaymont a Bruxelles. La Commissione finora si è rifiutata di rivelare il contenuto degli SMS e nemmeno di confermarne l'esistenza. L’accordo, negoziato al culmine della pandemia nel 2021, era originariamente visto come un trionfo per von der Leyen. Ma l’enorme quantità di vaccini acquistati da allora ha sollevato perplessità, con POLITICO che ha rivelato alla fine dello scorso anno che c’erano almeno 4 miliardi di euro di dosi sprecate. Da allora il contratto per il vaccino con Pfizer è stato rinegoziato. Gli attivisti per la trasparenza e alcuni oppositori politici hanno cercato di fare pressione sulla Commissione affinché discutesse il caso, ma von der Leyen finora ha evitato di affrontarlo. In risposta ad una domanda diretta, postale da POLITICO sugli SMS mancanti, von der Leyen aveva detto: “Tutto il necessario al riguardo è stato detto e scambiato. E aspetteremo i risultati”. Nel 2022, l'EPPO ha annunciato che stava esaminando più in generale l'approvvigionamento di vaccini da parte dell'UE, ma questa è la prima volta che la Procura è stata collegata esplicitamente a Pfizergate. Il caso ora esaminato dall’EPPO riunisce diversi aspetti legali, politici e finanziari e si interseca con le cause legali che il colosso farmaceutico Pfizer ha intentato contro Ungheria e Polonia.

    https://www.politico.eu/article/pfizergate-covid-vaccine-scandal-european-prosecutors-eu-commission/
    SCOOP DELLA TESTATA GIORNALISTICA “POLITICO EUROPE”: URSULA VON DER LEYEN INDAGATA DALLA PROCURA EUROPEA NELL’AFFAIRE VACCINI PFIZERGATE! Secondo un portavoce della Procura belga di Liegi, i principali procuratori europei stanno indagando sulle accuse di illeciti penali in relazione ai negoziati sui vaccini tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer . Negli ultimi mesi gli investigatori della Procura europea (EPPO) hanno preso il posto della procura belga che indagava su von der Leyen per "interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di SMS, corruzione e conflitto di interessi", secondo i documenti legali visionati da POLITICO e un portavoce della Procura di Liegi. L'indagine era stata originariamente aperta dalle autorità giudiziarie belghe nella città di Liegi all'inizio del 2023 dopo una denuncia penale presentata da Frédéric Baldan. Successivamente si sono uniti i governi ungherese e polacco, anche se quest’ultimo è in procinto di ritirare la sua denuncia dopo la vittoria elettorale di un governo filo-UE guidato da Donald Tusk, come riferito a POLITICO da un portavoce del governo polacco. La denuncia di Baldan era incentrata su un presunto scambio di messaggi tra von der Leyen e il capo della Pfizer Albert Bourla nel periodo precedente al più grande accordo sui vaccini dell’UE al culmine della pandemia di Covid-19, in una vicenda soprannominata “Pfizergate”. Il New York Times, che per primo aveva rivelato che lo scambio era avvenuto mentre i due leader discutevano i termini dell'accordo, ha avviato una denuncia parallela contro la Commissione dopo che questa si era rifiutata di rivelare il contenuto dei messaggi in seguito ad una richiesta di accesso ai documenti. La notizia che la Procura europea sta ora indagando sul caso rischia di sottoporre a ulteriore esame il ruolo della presidente della Commissione nel mega accordo sui vaccini , che aveva un valore stimato di oltre 20 miliardi di euro. L'EPPO conduce indagini paneuropee sui crimini finanziari e, in teoria, potrebbe sequestrare telefoni e altro materiale rilevante dagli uffici della Commissione o in altri paesi europei come la Germania, paese nativo di von der Leyen. Lo sviluppo del procedimento arriva in un momento delicato per il capo dell'UE, mentre affronta la transizione verso quello che gli osservatori di Bruxelles si aspettano sarà un secondo mandato alla guida della Commissione europea, con sede nel Palazzo Berlaymont a Bruxelles. La Commissione finora si è rifiutata di rivelare il contenuto degli SMS e nemmeno di confermarne l'esistenza. L’accordo, negoziato al culmine della pandemia nel 2021, era originariamente visto come un trionfo per von der Leyen. Ma l’enorme quantità di vaccini acquistati da allora ha sollevato perplessità, con POLITICO che ha rivelato alla fine dello scorso anno che c’erano almeno 4 miliardi di euro di dosi sprecate. Da allora il contratto per il vaccino con Pfizer è stato rinegoziato. Gli attivisti per la trasparenza e alcuni oppositori politici hanno cercato di fare pressione sulla Commissione affinché discutesse il caso, ma von der Leyen finora ha evitato di affrontarlo. In risposta ad una domanda diretta, postale da POLITICO sugli SMS mancanti, von der Leyen aveva detto: “Tutto il necessario al riguardo è stato detto e scambiato. E aspetteremo i risultati”. Nel 2022, l'EPPO ha annunciato che stava esaminando più in generale l'approvvigionamento di vaccini da parte dell'UE, ma questa è la prima volta che la Procura è stata collegata esplicitamente a Pfizergate. Il caso ora esaminato dall’EPPO riunisce diversi aspetti legali, politici e finanziari e si interseca con le cause legali che il colosso farmaceutico Pfizer ha intentato contro Ungheria e Polonia. https://www.politico.eu/article/pfizergate-covid-vaccine-scandal-european-prosecutors-eu-commission/
    WWW.POLITICO.EU
    European prosecutors take over Belgian probe into Pfizergate
    European Public Prosecutor’s Office looking into texts between Ursula von der Leyen and boss of Pfizer.
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