• ARRESTATO IL PRESIDENTE DI ASTRAZENECA IN CINA Ieri, mercoledì 7 novembre è stato arrestato il Presidente della multinazionale farmaceutica anglosvedese AstraZeneca, Leon Wang. Al momento è ancora in custodia cautelare (Fonte Reuters). L'indagine riguarda almeno due farmaci AstraZeneca molto diffusi anche in Italia, il Tagrisso somministrato ai malati di cancro ai polmoni e l'immunoterapico Imjudo. L'agenzia di stampa cinese Caixin ha affermato che alcuni dipendenti AstraZeneca hanno confessato di aver manomesso i referti medici dei pazienti perché erano sottoposti a un'enorme pressione per vendere i farmaci e raggiungere gli obiettivi.

    https://www.lavocedibolzano.it/modificati-i-risultati-dei-test-in-cina-arrestato-il-presidente-di-astrazeneca/

    https://reuters.com/business/healt hcare-pharmaceuticals/ astrazeneca -chinas-investigation-into-exec-separate-medical-insurance-probe-2024-11-06/

    https:// amp.scmp.com/ news/cina/pol itica/articolo/3285128/report-finds-china-targeted-astrazeneca-fraud-probe-over-cancer-treatment
    ARRESTATO IL PRESIDENTE DI ASTRAZENECA IN CINA Ieri, mercoledì 7 novembre è stato arrestato il Presidente della multinazionale farmaceutica anglosvedese AstraZeneca, Leon Wang. Al momento è ancora in custodia cautelare (Fonte Reuters). L'indagine riguarda almeno due farmaci AstraZeneca molto diffusi anche in Italia, il Tagrisso somministrato ai malati di cancro ai polmoni e l'immunoterapico Imjudo. L'agenzia di stampa cinese Caixin ha affermato che alcuni dipendenti AstraZeneca hanno confessato di aver manomesso i referti medici dei pazienti perché erano sottoposti a un'enorme pressione per vendere i farmaci e raggiungere gli obiettivi. https://www.lavocedibolzano.it/modificati-i-risultati-dei-test-in-cina-arrestato-il-presidente-di-astrazeneca/ https://reuters.com/business/healt hcare-pharmaceuticals/ astrazeneca -chinas-investigation-into-exec-separate-medical-insurance-probe-2024-11-06/ https:// amp.scmp.com/ news/cina/pol itica/articolo/3285128/report-finds-china-targeted-astrazeneca-fraud-probe-over-cancer-treatment
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    Modificati i risultati dei test: in Cina arrestato il presidente di Astrazeneca
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  • Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?"

    Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione.

    3) "Indagine sui crimini di guerra a Gaza", https://www.youtube.com/watch?v=kPE6vbKix6A , un documentario, realizzato dall'Unità investigativa di Al Jazeera, che espone e denuncia "i crimini di guerra israeliani nella striscia di Gaza per mezzo delle migliaia di foto e di video pubblicati online dagli stessi soldati durante il conflitto dell'ultimo anno".

    “L’Occidente non può nascondersi, non può rivendicare una sua ignoranza. Nessuno può dire che non lo sapeva [...] Questo è il primo genocidio in diretta streaming della storia. Se le persone sono ignoranti, lo sono intenzionalmente", Susan Abulhawa, scrittrice palestinese e attivista per i diritti umani

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?" Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione. 3) "Indagine sui crimini di guerra a Gaza", https://www.youtube.com/watch?v=kPE6vbKix6A , un documentario, realizzato dall'Unità investigativa di Al Jazeera, che espone e denuncia "i crimini di guerra israeliani nella striscia di Gaza per mezzo delle migliaia di foto e di video pubblicati online dagli stessi soldati durante il conflitto dell'ultimo anno". “L’Occidente non può nascondersi, non può rivendicare una sua ignoranza. Nessuno può dire che non lo sapeva [...] Questo è il primo genocidio in diretta streaming della storia. Se le persone sono ignoranti, lo sono intenzionalmente", Susan Abulhawa, scrittrice palestinese e attivista per i diritti umani Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
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  • Da oggi sui nostri canali sono pubblicati i video dei lavori della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla gestione sanitaria dovuta alla diffusione del virus Sars-CoV2, consultabili e scaricabili attraverso i link in calce al presente avviso.

    Intanto pubblichiamo un estratto (6 min.) di cosa è accaduto durante l'ultima audizione del 8.10.2024 in replica a quanto detto dal rappresentante di un comitato vittima della gestione sanitaria

    https://www.youtube.com/watch?v=pMCTrNkWbE8

    L’art. 16 del Regolamento interno sul funzionamento della Commissione permette l’intervento dei Commissari in aula per fare delle domande agli auditi ("Le domande sono rivolte ai testimoni, o alle persone ascoltate nella forma della libera audizione, dal Presidente e dai singoli componenti della Commissione presenti nell'ordine e nei modi fissati dal Presidente, che ne valuta l'ammissibilità").

    Se queste sono le regole che la Commissione si è data, allora perché viene permesso un intervento al commissario Giuseppe Conte che dichiara di non voler fare domande all’audito ma semplicemente di “non condividere” i contenuti per lui inaccettabili dell’esposizione della rappresentante di un comitato delle vittime della sua gestione

    Come si permette il commissario Conte di fare la morale alle persone che vengono invitate a testimoniare le proprie esperienze, il proprio vissuto e le proprie opinioni

    Ma cosa ci fa lì l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte che è uno dei soggetti su cui cade l’indagine

    Ma come è possibile che il commissario Conte inviti gli auditi ad interloquire fuori dai lavori dell’aula, a telecamere spente

    Ma soprattutto come è possibile che il Presidente della Commissione permetta tutto ciò, zittendo gli altri commissari che protestano perché a loro, secondo regolamento, sarebbe concesso solo intervenire per fare domande agli auditi, mentre al commissario Conte è consentito di intervenire senza fare domande ma per esprimere le proprie opinioni personali e i propri giudizi sulle relazioni altrui

    Come è possibile che il Presidente della Commissione tenti di mutare uno degli auditi sminuendo il suo narrato e la sua tragedia dicendo che “anche mia nonna è morta”

    Tutto questo è successo e molto altro è documentato dalle sedute della Commissione d’inchiesta che pubblichiamo in forma integrale nell’apposita sezione dedicata del nostro sito https://www.gallery.avvocatiliberi.legal/categories/commissione-parlamentare-di-inchiesta/

    Guada le sessioni di lavoro della Commissione sul nostro canale YouTube https://www.youtube.com/@avvocatiliberi4246

    Segui ALI su telegram qui

    Per sostenere Avvocati Liberi qui
    Da oggi sui nostri canali sono pubblicati i video dei lavori della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla gestione sanitaria dovuta alla diffusione del virus Sars-CoV2, consultabili e scaricabili attraverso i link in calce al presente avviso. Intanto pubblichiamo un estratto (6 min.) di cosa è accaduto durante l'ultima audizione del 8.10.2024 in replica a quanto detto dal rappresentante di un comitato vittima della gestione sanitaria 👇👇👇 https://www.youtube.com/watch?v=pMCTrNkWbE8 L’art. 16 del Regolamento interno sul funzionamento della Commissione permette l’intervento dei Commissari in aula per fare delle domande agli auditi ("Le domande sono rivolte ai testimoni, o alle persone ascoltate nella forma della libera audizione, dal Presidente e dai singoli componenti della Commissione presenti nell'ordine e nei modi fissati dal Presidente, che ne valuta l'ammissibilità"). Se queste sono le regole che la Commissione si è data, allora perché viene permesso un intervento al commissario Giuseppe Conte che dichiara di non voler fare domande all’audito ma semplicemente di “non condividere” i contenuti per lui inaccettabili dell’esposizione della rappresentante di un comitato delle vittime della sua gestione Come si permette il commissario Conte di fare la morale alle persone che vengono invitate a testimoniare le proprie esperienze, il proprio vissuto e le proprie opinioni Ma cosa ci fa lì l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte che è uno dei soggetti su cui cade l’indagine Ma come è possibile che il commissario Conte inviti gli auditi ad interloquire fuori dai lavori dell’aula, a telecamere spente Ma soprattutto come è possibile che il Presidente della Commissione permetta tutto ciò, zittendo gli altri commissari che protestano perché a loro, secondo regolamento, sarebbe concesso solo intervenire per fare domande agli auditi, mentre al commissario Conte è consentito di intervenire senza fare domande ma per esprimere le proprie opinioni personali e i propri giudizi sulle relazioni altrui Come è possibile che il Presidente della Commissione tenti di mutare uno degli auditi sminuendo il suo narrato e la sua tragedia dicendo che “anche mia nonna è morta” Tutto questo è successo e molto altro è documentato dalle sedute della Commissione d’inchiesta che pubblichiamo in forma integrale nell’apposita sezione dedicata del nostro sito https://www.gallery.avvocatiliberi.legal/categories/commissione-parlamentare-di-inchiesta/ Guada le sessioni di lavoro della Commissione sul nostro canale YouTube https://www.youtube.com/@avvocatiliberi4246 Segui ALI su telegram qui❤️ Per sostenere Avvocati Liberi 👉qui
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  • A Norimberga, un pilota ha intrapreso un'azione legale contro il suo ex datore di lavoro, la Lufthansa.
    È stato licenziato senza preavviso a gennaio. Su un volo da Francoforte a Barcellona, non ha attivato l'interruttore delle chemtrails come da istruzioni, non appena l'aereo aveva raggiunto l'altitudine di volo. Si è scoperto che non era la prima volta.
    “Sono diventato pilota perché amo volare, non per annebbiare le persone e spegnere il loro pensiero critico. Quello che il mio datore di lavoro mi ha chiesto di fare era chiaramente illegale. Prima ho sostenuto di aver dimenticato di premere l'interruttore, poi un'indagine ha rivelato che non avevo attivato il sistema delle chemtrails su 30 voli in Europa. Non riuscivo a conciliarlo con la mia coscienza”.
    Per la Lufthansa fu un disastro economico. Ha dovuto pagare multe per centinaia di milioni al governo segreto mondiale. Inoltre ha perso la gara d'appalto per le chemtraisl per l'anno successivo a favore di Ryanair.
    “Non c'è nessuna legge che dica che un datore di lavoro può pretendere questo da me”.

    https://www.youtube.com/watch?v=IE_00gfXuV8
    A Norimberga, un pilota ha intrapreso un'azione legale contro il suo ex datore di lavoro, la Lufthansa. È stato licenziato senza preavviso a gennaio. Su un volo da Francoforte a Barcellona, non ha attivato l'interruttore delle chemtrails come da istruzioni, non appena l'aereo aveva raggiunto l'altitudine di volo. Si è scoperto che non era la prima volta. “Sono diventato pilota perché amo volare, non per annebbiare le persone e spegnere il loro pensiero critico. Quello che il mio datore di lavoro mi ha chiesto di fare era chiaramente illegale. Prima ho sostenuto di aver dimenticato di premere l'interruttore, poi un'indagine ha rivelato che non avevo attivato il sistema delle chemtrails su 30 voli in Europa. Non riuscivo a conciliarlo con la mia coscienza”. Per la Lufthansa fu un disastro economico. Ha dovuto pagare multe per centinaia di milioni al governo segreto mondiale. Inoltre ha perso la gara d'appalto per le chemtraisl per l'anno successivo a favore di Ryanair. “Non c'è nessuna legge che dica che un datore di lavoro può pretendere questo da me”. https://www.youtube.com/watch?v=IE_00gfXuV8
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  • CORRUZIONE e MALAFFARE IMPERANTE. Proprio in Regione Puglia.
    Regione Puglia e l'appalto affidato ai fratelli di Emiliano. La funzionaria: "Colpa mia, ma non lo sapevo". Fi: "Imbarazzante" - Il Fatto Quotidiano
    La gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale diventa un caso politico...

    Politica

    di F. Q. | 13 Settembre 2024

    Una gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale pugliese, si trasforma in un caso politico. Il problema, infatti, è che l’unica azienda invitata a partecipare è stata la Emiliano srl, società dei fratelli del governatore della Puglia, che si è aggiudicata la gara con un ribasso dell’1%. Una vicenda che sta mettendo in imbarazzo il presidente Michele Emiliano. La procedura è stata già verificata e, secondo gli uffici del Consiglio regionale, risulta essere conforme alla normativa. Nessun illecito, viene fatto presente, ma – come sottolinea lo stesso governatore – resta un problema di opportunità.

    “La società – ha spiegato Michele Emiliano ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Bari – è stata invitata, in modo inopportuno, dal Consiglio regionale” per la fornitura di attrezzatura e “in maniera inopportuna” l’azienda “ha risposto alla richiesta di fornitura”. “Credo – ha aggiunto il governatore pugliese – che dal punto di vista formale sia tutto regolare, ma se la potevano risparmiare sia gli uni che gli altri. Mettere in difficoltà il presidente è una cosa che si doveva evitare, sono dispiaciuto ma non è successo nulla di drammatico”. Tra l’altro sia il governatore che la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, hanno dichiarato di non essere stati al corrente dell’appalto anche perché, hanno sottolineato, “gli organi politici non si occupano delle gare”.

    Rosamaria Falcone – la funzionaria della sezione “amministrazione e contabilità” del Consiglio Regionale della Puglia che ha firmato la delibera con cui, lo scorso 28 agosto, è stato disposto il pagamento in favore della Emiliano Srl – si dice “dispiaciuta” e “affranta” per aver creato “una bolla mediatica” senza volerlo e si assume tutta la responsabilità della vicenda. In uno sfogo con persone a lei vicine, raccolto dall’Adnkronos, Falcone ammette: “Sono stata io a fare l’indagine di mercato e la richiesta di preventivo. Del resto, quell’azienda è leader nel settore. Ma non sapevo che quella società fosse dei fratelli del governatore… Io non sono neanche pugliese”. La funzionaria, calabrese d’origine,afferma di aver commesso “un’ingenuità” ma si ritiene “tranquilla e serena” per aver agito secondo le norme.

    Intanto la polemica politica è esplosa. “L’impudenza di Michele Emiliano – ha attaccato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina“. Anche il gruppo di Fdi si chiede se sia “mai possibile che tutti scendano dal pero?”. Possibile, insistono, che venga “fatta una ricerca di mercato chiamando a partecipare l’azienda di famiglia del governatore, tenuto conto che la società si chiama proprio Emiliano srl?”. Per i consiglieri regionali di Forza Italia si tratta di “una pagina imbarazzante, con diversi profili di inopportunità”. La spiegazione fornita dal governatore comunque non è bastata alle opposizioni, che chiedono a Emiliano di riferire in Aula.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/regione-puglia-appalto-fratelli-emiliano-funzionaria-colpa-mia-non-lo-sapevo-fi-imbarazzante/7692696/
    CORRUZIONE e MALAFFARE IMPERANTE. Proprio in Regione Puglia. Regione Puglia e l'appalto affidato ai fratelli di Emiliano. La funzionaria: "Colpa mia, ma non lo sapevo". Fi: "Imbarazzante" - Il Fatto Quotidiano La gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale diventa un caso politico... Politica di F. Q. | 13 Settembre 2024 Una gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale pugliese, si trasforma in un caso politico. Il problema, infatti, è che l’unica azienda invitata a partecipare è stata la Emiliano srl, società dei fratelli del governatore della Puglia, che si è aggiudicata la gara con un ribasso dell’1%. Una vicenda che sta mettendo in imbarazzo il presidente Michele Emiliano. La procedura è stata già verificata e, secondo gli uffici del Consiglio regionale, risulta essere conforme alla normativa. Nessun illecito, viene fatto presente, ma – come sottolinea lo stesso governatore – resta un problema di opportunità. “La società – ha spiegato Michele Emiliano ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Bari – è stata invitata, in modo inopportuno, dal Consiglio regionale” per la fornitura di attrezzatura e “in maniera inopportuna” l’azienda “ha risposto alla richiesta di fornitura”. “Credo – ha aggiunto il governatore pugliese – che dal punto di vista formale sia tutto regolare, ma se la potevano risparmiare sia gli uni che gli altri. Mettere in difficoltà il presidente è una cosa che si doveva evitare, sono dispiaciuto ma non è successo nulla di drammatico”. Tra l’altro sia il governatore che la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, hanno dichiarato di non essere stati al corrente dell’appalto anche perché, hanno sottolineato, “gli organi politici non si occupano delle gare”. Rosamaria Falcone – la funzionaria della sezione “amministrazione e contabilità” del Consiglio Regionale della Puglia che ha firmato la delibera con cui, lo scorso 28 agosto, è stato disposto il pagamento in favore della Emiliano Srl – si dice “dispiaciuta” e “affranta” per aver creato “una bolla mediatica” senza volerlo e si assume tutta la responsabilità della vicenda. In uno sfogo con persone a lei vicine, raccolto dall’Adnkronos, Falcone ammette: “Sono stata io a fare l’indagine di mercato e la richiesta di preventivo. Del resto, quell’azienda è leader nel settore. Ma non sapevo che quella società fosse dei fratelli del governatore… Io non sono neanche pugliese”. La funzionaria, calabrese d’origine,afferma di aver commesso “un’ingenuità” ma si ritiene “tranquilla e serena” per aver agito secondo le norme. Intanto la polemica politica è esplosa. “L’impudenza di Michele Emiliano – ha attaccato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina“. Anche il gruppo di Fdi si chiede se sia “mai possibile che tutti scendano dal pero?”. Possibile, insistono, che venga “fatta una ricerca di mercato chiamando a partecipare l’azienda di famiglia del governatore, tenuto conto che la società si chiama proprio Emiliano srl?”. Per i consiglieri regionali di Forza Italia si tratta di “una pagina imbarazzante, con diversi profili di inopportunità”. La spiegazione fornita dal governatore comunque non è bastata alle opposizioni, che chiedono a Emiliano di riferire in Aula. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/regione-puglia-appalto-fratelli-emiliano-funzionaria-colpa-mia-non-lo-sapevo-fi-imbarazzante/7692696/
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    Regione Puglia e l'appalto affidato ai fratelli di Emiliano. La funzionaria: "Colpa mia, ma non lo sapevo". Fi: "Imbarazzante" - Il Fatto Quotidiano
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  • Negli Stati Uniti le Procure di una molteplicità di Stati si stanno muovendo contro l’enorme inganno della popolazione con i cosiddetti “vaccini”-Covid-19. E da noi, invece, in questi anni spesso non hanno neanche aperto i fascicoli delle articolate e ben documentate denunce di una molteplicità di gravissimi reati commessi dai responsabili della campagna “vaccinale”-Covid-19 e del connesso obbligo “vaccinale” diretto e indiretto, correndo direttamente - senza alcuna indagine - a chiederne l’archiviazione.
    C’è modo e modo di (non) servire il popolo.
    La nostra Costituzione certo imporrebbe alla magistratura giusto quel modus operandi che purtroppo in Italia su questo tema anche nelle Procure è stato clamorosamente disatteso. Le innumerevoli denunce presentate da cittadini e associazioni, le rispettive richieste di archiviazione dei PM e i decreti di archiviazione dei GIP costituiranno una vergognosa prova storica di un fallimento sistemico della Giustizia Italiana.


    https://www.foxbusiness.com/video/6355199249112

    Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1831222220217098414

    #causevaccinicovid19
    #foxnews
    #foxbusiness
    #pfizergate
    #modernagate
    ‼️Negli Stati Uniti le Procure di una molteplicità di Stati si stanno muovendo contro l’enorme inganno della popolazione con i cosiddetti “vaccini”-Covid-19. E da noi, invece, in questi anni spesso non hanno neanche aperto i fascicoli delle articolate e ben documentate denunce di una molteplicità di gravissimi reati commessi dai responsabili della campagna “vaccinale”-Covid-19 e del connesso obbligo “vaccinale” diretto e indiretto, correndo direttamente - senza alcuna indagine - a chiederne l’archiviazione. C’è modo e modo di (non) servire il popolo. La nostra Costituzione certo imporrebbe alla magistratura giusto quel modus operandi che purtroppo in Italia su questo tema anche nelle Procure è stato clamorosamente disatteso. Le innumerevoli denunce presentate da cittadini e associazioni, le rispettive richieste di archiviazione dei PM e i decreti di archiviazione dei GIP costituiranno una vergognosa prova storica di un fallimento sistemico della Giustizia Italiana. 👇👇👇 https://www.foxbusiness.com/video/6355199249112 Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1831222220217098414 #causevaccinicovid19 #foxnews #foxbusiness #pfizergate #modernagate
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    Why Kansas is suing Pfizer over its COVID-19 vaccine: AG Kris Kobach | Fox Business Video
    Kansas Attorney General Kris Kobach says Pfizer ‘violated’ the Consumer Protection Act on ‘The Bottom Line.’
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  • Lutto nel mondo del ciclismo: muore a 21 anni Simone Roganti
    Il giovane corridore della MG Kvis - Colors for Peace stroncato da un malore nella notte a Pescara. La Procura ha aperto un'indagine...
    Chiesta l'autopsia ma devono cercare i trombi della dose, non droga o altro.
    https://www.gazzetta.it/Ciclismo/31-08-2024/lutto-nel-mondo-del-ciclismo-muore-a-21-anni-simone-roganti.shtml
    Lutto nel mondo del ciclismo: muore a 21 anni Simone Roganti Il giovane corridore della MG Kvis - Colors for Peace stroncato da un malore nella notte a Pescara. La Procura ha aperto un'indagine... Chiesta l'autopsia ma devono cercare i trombi della dose, non droga o altro. https://www.gazzetta.it/Ciclismo/31-08-2024/lutto-nel-mondo-del-ciclismo-muore-a-21-anni-simone-roganti.shtml
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    Lutto nel mondo del ciclismo: muore a 21 anni Simone Roganti
    Il giovane corridore della MG Kvis - Colors for Peace stroncato da un malore nella notte a Pescara. La Procura ha aperto un'indagine
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  • QUESTO È SCANDALOSO!!!

    SCRITTI BELLICI
    Il caso Durov
    Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.”
    Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA).
    In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro:
    fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti;
    collaborare con le autorità nazionali se richiesto;
    denunciare i reati.
    Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame):

    condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online;
    collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze;
    prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.
    In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.”
    Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso:
    In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
    I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti
    1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.”
    2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
    3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.”
    Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali.
    Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali.
    Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto.
    Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA.
    Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.”
    Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto.
    Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura.
    Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi.
    Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024


    Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
    QUESTO È SCANDALOSO!!! SCRITTI BELLICI Il caso Durov Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.” Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA). In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro: fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti; collaborare con le autorità nazionali se richiesto; denunciare i reati. Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame): condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online; collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze; prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale. In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.” Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso: In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti 1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.” 2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” 3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.” Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali. Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali. Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto. Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA. Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.” Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto. Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura. Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi. Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024 Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
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  • Vaccini e turbo tumori: indizi per la Commissione d'indagine
    Camera e Senato stilano i componenti della Commissione d'inchiesta sul Covid che inizierà i lavori a settembre. Centrale sarà ascoltare i danneggiati da vaccino e indagare anche sugli effetti avversi di cui non si parla, ma su cui emergono sempre...

    https://lanuovabq.it/it/vaccini-e-turbo-tumori-indizi-per-la-commissione-dindagine
    Vaccini e turbo tumori: indizi per la Commissione d'indagine Camera e Senato stilano i componenti della Commissione d'inchiesta sul Covid che inizierà i lavori a settembre. Centrale sarà ascoltare i danneggiati da vaccino e indagare anche sugli effetti avversi di cui non si parla, ma su cui emergono sempre... https://lanuovabq.it/it/vaccini-e-turbo-tumori-indizi-per-la-commissione-dindagine
    LANUOVABQ.IT
    Vaccini e turbo tumori: indizi per la Commissione d'indagine
    Camera e Senato stilano i componenti della Commissione d'inchiesta sul Covid che inizierà i lavori a settembre. Centrale sarà ascoltare i danneggiati da vaccino e indagare anche sugli effetti avversi di cui non si parla, ma su cui emergono sempre più evidenze, come i turbo tumori: in Italia +18mila casi rispetto al pre-pandemia. - Vaccini e menzogne: il libro di Bellavite con la Bussola
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  • " INDAGINE EPIDEMIOLOGICA INTERNAZIONALE SULL'UTILIZZO DELLE CUFFIE BLUETOOTH IN RAPPORTO AI NODULI TIROIDEI"
    https://www.nature.com/articles/s41598-024-63653-0#Abs1

    Ecco quanto affermano i ricercatori:

    .." In particolare, una maggiore durata di utilizzo giornaliero delle cuffie Bluetooth è risultata fortemente correlata a un aumento del rischio di sviluppare noduli tiroidei..."

    Ricordiamo che l'OMS ha classificato le radiofrequenze come "possibili agenti cancerogeni per l'uomo" nel 2011. Ma sappiamo che ricercatori indipendenti del calibro del prof. Lennart Hardell richiedono da tempo la classificazione in classe 1 ( come l'amianto!) in base a incontrovertibili dati epidemiologici e di laboratorio....

    Fonte:https://t.me/pandementia
    " INDAGINE EPIDEMIOLOGICA INTERNAZIONALE SULL'UTILIZZO DELLE CUFFIE BLUETOOTH IN RAPPORTO AI NODULI TIROIDEI" https://www.nature.com/articles/s41598-024-63653-0#Abs1 Ecco quanto affermano i ricercatori: .." In particolare, una maggiore durata di utilizzo giornaliero delle cuffie Bluetooth è risultata fortemente correlata a un aumento del rischio di sviluppare noduli tiroidei..." Ricordiamo che l'OMS ha classificato le radiofrequenze come "possibili agenti cancerogeni per l'uomo" nel 2011. Ma sappiamo che ricercatori indipendenti del calibro del prof. Lennart Hardell richiedono da tempo la classificazione in classe 1 ( come l'amianto!) in base a incontrovertibili dati epidemiologici e di laboratorio.... Fonte:https://t.me/pandementia
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