• Botanical Extracts Market Region Insights, Share Analysis, Scope and Industry Trends By Forecast 2024 - 2031 https://www.databridgemarketresearch.com/de/reports/global-botanical-extracts-market
    Botanical Extracts Market Region Insights, Share Analysis, Scope and Industry Trends By Forecast 2024 - 2031 https://www.databridgemarketresearch.com/de/reports/global-botanical-extracts-market
    Prognose Für Den Markt Für Botanische Extrakte, Anteil, Strategien, Umfang, überblick
    Der Markt für botanische Extrakte, der 2021 einen Wert von 6,10 Milliarden US-Dollar hatte, soll bis 2029 einen Wert von 10,56 Milliarden US-Dollar erreichen, mit einer durchschnittlichen jährlichen Wachstumsrate (CAGR) von 7,10% bis 2029.
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  • Ukraine 2022 2
    S03E48

    Vladimiro 'o Ballerino ha mandato a morte certa a Kursk molti civili rapiti e molto poco addestrati, in mezzo a truppe scelte, che non sapevano esattamente cosa fare con i civili russi che si sono trovati di fronte.

    Lavori forzati? Scudi umani? Espianto d'organi?

    Cercheremo di saperne di più... E speriamo non si siano macchiati di crimini di guerra perchè per gli io eseguivo ordini va tutto bene se si vince ma l'Ucraina può solo perdere.

    Tra morti, disertori e arresi, Kursk è un disastro annunciato come grande controffensiva di alleggerimento, e che giorno dopo giorno vediamo essersi rivelata una trappola.

    Nel frattempo, quelli che riescono ad arrendersi vuotano il sacco, mentre Vladimiro 'o Ballerino gira col cappello in mano e tutti i pupazzetti gli danno l'obolo.

    E' solo questione di tempo per lui che sicuramente ha commesso crimini di guerra e violazione dei diritti umani nei confronti del suo stesso popolo.

    Cosa farà per salvarsi dal cappio?

    Ukraine 2022 2
    🔥 Ukraine 2022 2 🔥 S03E48 Vladimiro 'o Ballerino ha mandato a morte certa a Kursk molti civili rapiti e molto poco addestrati, in mezzo a truppe scelte, che non sapevano esattamente cosa fare con i civili russi che si sono trovati di fronte. Lavori forzati? Scudi umani? Espianto d'organi? Cercheremo di saperne di più... E speriamo non si siano macchiati di crimini di guerra perchè per gli io eseguivo ordini va tutto bene se si vince ma l'Ucraina può solo perdere. Tra morti, disertori e arresi, Kursk è un disastro annunciato come grande controffensiva di alleggerimento, e che giorno dopo giorno vediamo essersi rivelata una trappola. Nel frattempo, quelli che riescono ad arrendersi vuotano il sacco, mentre Vladimiro 'o Ballerino gira col cappello in mano e tutti i pupazzetti gli danno l'obolo. E' solo questione di tempo per lui che sicuramente ha commesso crimini di guerra e violazione dei diritti umani nei confronti del suo stesso popolo. Cosa farà per salvarsi dal cappio? 🔥 Ukraine 2022 2 🔥
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  • QUESTE TESTE di ***** ci PORTANO VERSO L'APOCALISSE NUCLEARE!!!

    Uso armi occidentali in Russia, Parlamento Ue dice sì: "Togliere immediatamente restrizioni". Italiani votano contro, Pd e Forza Italia divisi - Il Fatto Quotidiano
    Il Parlamento europeo ha approvato, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/19/uso-armi-occidentali-in-russia-parlamento-ue-al-voto-picierno-pd-si-a-togliere-restrizioni/7699481/
    QUESTE TESTE di CAZZO ci PORTANO VERSO L'APOCALISSE NUCLEARE!!! Uso armi occidentali in Russia, Parlamento Ue dice sì: "Togliere immediatamente restrizioni". Italiani votano contro, Pd e Forza Italia divisi - Il Fatto Quotidiano Il Parlamento europeo ha approvato, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/19/uso-armi-occidentali-in-russia-parlamento-ue-al-voto-picierno-pd-si-a-togliere-restrizioni/7699481/
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    Uso armi occidentali in Russia, Parlamento Ue dice sì: "Togliere immediatamente restrizioni". Italiani votano contro, Pd e Forza Italia divisi - Il Fatto Quotidiano
    Il Parlamento europeo ha approvato, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all’Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. L’intera risoluzione ha poi ricevuto il voto favorevole della …
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  • Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi

    165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione.

    A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti.

    Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora.

    La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City.

    Segue...

    https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi 165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione. A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti. Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora. La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City. Segue... https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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    A Gaza ogni due giorni un giornalista viene ucciso
    Due reporter di Al Jazeera sono stati uccisi da un missile dell’IDF. Dall’inizio della guerra sono 165 i giornalisti morti nella Striscia.
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  • Vigano’, Bergoglio, CL , la Chiesa e i cristiani

    In questo periodo i mezzi di comunicazione fanno un gran parlare del contrasto tra l’Arcivescovo Carlo Maria Vigano’ e il Papa; si sono buttati a pesce sulla questione dello scisma e sulla scomunica comminata a Vigano’ perché non si è sottomesso al Papa e perché ha dichiarato che il Concilio Vaticano II è stato l’origine di tutti i mali che soffre la Chiesa attuale. Sono diventati tutti esperti vaticanisti, i giornalisti, e discettano di questioni teologiche e canoniche con una disinvoltura che sembra far credere che non si siano mai interessati d’altro in vita loro. Ci inondano di notizie anche sulla crisi di CL, che non vedevano l’ora si dissolvesse in problematiche interne e sparisse dalla vita sociale. Tutto viene messo sulla pubblica piazza con dovizia di particolari e gran compiacimento delle discordie tra i responsabili e tra essi e il Vaticano.

    Questa situazione mi ha fatto sorgere alcune domande: anzitutto “come stanno realmente le cose?” E poi, perché i giornalisti parlano solo delle difficoltà e dei contrasti e mai delle cose positive che avvengono ad opera di chi fa parte della Chiesa? O meglio, perché esasperano quel 2 per cento di problemi e tralasciano di prendere in considerazione il rimanente 98 per cento di azioni, di rapporti umani di realtà concrete messe in piedi dai cristiani che sono di enorme sostegno per la gente? Perché non parlano mai, ad esempio, dell’impressionante numero di aiuti umanitari originato dall’esperienza di Comunione e Liberazione? Oppure dell’incredibile slancio missionario prodotto da tutto il modo cattolico, dalla metà dell’Ottocento in avanti?

    Tanto per fare un esempio, io, che sono nell’ambito cattolico da cinquant’anni, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Giuseppe Allamano e dei suoi Missionari della Consolata solo quando sono andato in Africa e precisamente in Costa d’Avorio. Lì ho visto ciò che fanno questi giganti della fede: a Marandallah, nel cuore del Paese, hanno messo in piedi un villaggio intero, con tanto di “Jardin de l’amitié”, un enorme parco per i bambini, con giochi e spazi utilizzabili. Questo può apparire ovvio nel Nord Italia, nel quale ci sono sempre stati gli Oratori, ma in Africa è una cosa dell’altro mondo, in quanto nelle loro mentalità i bambini non sono considerati finché non arrivano all’età adulta. In Africa sono molto considerati gli anziani, tanto che mangiano tutto quello che vogliono, poi gli adulti, e infine i bambini, ai quali spetta ciò che rimane. E’ per tale motivo che magari si ammalano di anemia: perché mangiano solo il riso bianco che avanza, ma non la carne, spazzolata dagli adulti. Nessuno dice poi che nell’islam e nelle religioni tribali non c’è alcuna attività pensata per i bambini, i quali vengono lasciati a loro stessi e crescono per strada. Ma i Missionari della Consolata avevano costruito addirittura un ospedale, così che le autorità civili avevano lasciato andare in rovina l’ospedale statale, perché tanto c’era già quello dei preti.

    E questo è solo un esempio, ma si potrebbe parlare dell’opera dei Missionari del PIME, che hanno missioni perfino in Tailandia e Cambogia, dei Comboniani, dei Francescani, e chi più ne ha più ne metta.

    Come mai io non sapevo nulla di tutto ciò? Perché i giornalisti, di queste cose, parlano in maniera talmente veloce, frammentaria e superficiale che non rimane nella testa della gente. Le buttano lì con noncuranza e in maniera occasionale e casuale. Le notizie che invece vogliono far rimanere ben impresse nella mentalità dei più vengono date di continuo, in modo martellante e ossessivo, con una sorta di “bombardamento mediatico”. Basti pensare ai “tormentoni” riguardanti fatti accaduti magari decenni fa che vengono ripresi sistematicamente, mentre la stragrande maggioranza dei conflitti armati presenti nel mondo è totalmente obliterata.

    Sempre più spesso viene data l’interpretazione del fatto prima ancora di cercare di darne una descrizione completa e di andare a fondo delle motivazioni che potrebbero esserci alla base di esso. Il metodo con cui vengono fornite le notizie del nostro mondo cosiddetto democratico è sempre più simile a quello di un regime totalitario che cerca in tutti i modi di far pensare le persone in un determinato modo.
    Tale metodo viene applicato “scientificamente” soprattutto alla Chiesa, rea di essere una realtà non immediatamente assimilabile a quella di una organizzazione statale. La virulenza con la quale i giornalisti attaccano la Chiesa, in particolare quella cattolica, non ha paragoni con nessun’altra realtà, né religiosa né civile. Il silenzio quasi tombale sulle persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in molti Paesi del mondo ha come termine di confronto, forse, solo il silenzio che copre tutte le guerre “minori”, cioè il conflitti che fa comodo all’Occidente tenere nascosti, di cui è pieno il mondo definito “terzo” appunto dagli Stati ricchi del pianeta.

    Come distruggere la Chiesa? Non ce la fece nemmeno la rivoluzione francese e Napoleone, dall’esterno; allora occorre far entrare al suo interno il “fumo di satana”, come disse Paolo VI, cioè un pensiero non cattolico che diventi predominante. E il pensiero non cattolico che si vuol introdurre è quello della cosiddetta democrazia liberale: la Chiesa, si dice, deve rispettare i diritti dell’uomo, la parità di genere, i diritti degli omosessuali e via discorrendo. Si applica sempre più spesso il metodo dell’elezione diretta dei responsabili e dei capi, metodo che apparentemente sembra più giusto, ma rischia di non tenere conto dell’essenza della Chiesa, che è quella di essere una “comunione gerarchica”.

    Intendiamoci, non è che il metodo democratico sia generato dal diavolo; le stesse elezioni democratiche hanno origine dall’elezione dell’abate nei monasteri. I Greci infatti avevano forme di governo basate più su criteri oligarchici che democratici. E’ con il Medioevo che tutti i monaci votano per eleggere il loro “capo”. Tutto il nostro sistema democratico ha avuto impulso decisivo dalla vita cristiana e in particolare dalla vita monastica. Non è un caso che la democrazia si sia affermata nei Paesi a tradizione cristiana e non negli Stati a preminenza islamica o buddista-induista.

    Ma se la mentalità democratica prende il sopravvento nella Chiesa, allora il punto è avere la “maggioranza”, e sconfiggere l’”opposizione”; si riduce tutto ad una gara per ottenere consensi e vince chi ne ottiene di più. Si rientra nella logica di potere, perché anche il sistema democratico è un mezzo per raggiungere le leve di governo di una organizzazione.

    C’è un altro aspetto da considerare, che riguarda più i cattolici cosiddetti “tradizionalisti” Un altro modo di intendere la Chiesa è quello di identificarla con la gerarchia, con il Papa, i Cardinali e i Vescovi. Ho fatto tante discussioni a questo proposito, con chi sosteneva che la Chiesa è “una gerarchia”. Addirittura qualcuno arrivava ad affermare che “La Chiesa è il Papa”. Ora, io rispondevo che la gerarchia è essenziale alla natura della Chiesa cattolica, ma non la esaurisce: la Chiesa è formata da Papa, cardinali, vescovi, preti, suore, monaci, ma, vivaddio, anche dai fedeli laici, siano essi sposati o consacrati: in una parola, da tutti i battezzati. In quest’ottica anche gli ortodossi e i protestanti sono Chiesa, in quanto uniti a Cristo con il battesimo. Poi aggiungevo: una definizione un po’ più completa della Chiesa è quella di “comunione gerarchica”, che mantiene la sua natura di “realtà etnica sui generis”, come disse sempre Paolo VI. La Chiesa, insomma, non è riducibile ad una qualsiasi realtà sociale organizzativa, ma ha una specificità che le deriva dalla sua costituzione durante l’Ultima cena, nella quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato il Suo corpo e il Suo sangue perché potessimo essere salvati.

    La Chiesa, insomma, è una realtà umana nella quale si rende presente il divino: è una unità di persone nella quale si manifesta, in quanto realmente presente, Gesù Cristo stesso. Allora, chi è che comanda nella Chiesa? Chi è il vero “capo della Chiesa? Il Papa? No! Gesù Cristo!

    Mi viene in mente la frase del cardinal Siri, dopo il Conclave del 1958, nel quale era certo di essere eletto Papa: “Tutti erano d’accordo per votare me; c’erano solo tre persone non lo volevano: il Padre, il Figlio e lo Spirito santo”.
    Vigano’, Bergoglio, CL , la Chiesa e i cristiani In questo periodo i mezzi di comunicazione fanno un gran parlare del contrasto tra l’Arcivescovo Carlo Maria Vigano’ e il Papa; si sono buttati a pesce sulla questione dello scisma e sulla scomunica comminata a Vigano’ perché non si è sottomesso al Papa e perché ha dichiarato che il Concilio Vaticano II è stato l’origine di tutti i mali che soffre la Chiesa attuale. Sono diventati tutti esperti vaticanisti, i giornalisti, e discettano di questioni teologiche e canoniche con una disinvoltura che sembra far credere che non si siano mai interessati d’altro in vita loro. Ci inondano di notizie anche sulla crisi di CL, che non vedevano l’ora si dissolvesse in problematiche interne e sparisse dalla vita sociale. Tutto viene messo sulla pubblica piazza con dovizia di particolari e gran compiacimento delle discordie tra i responsabili e tra essi e il Vaticano. Questa situazione mi ha fatto sorgere alcune domande: anzitutto “come stanno realmente le cose?” E poi, perché i giornalisti parlano solo delle difficoltà e dei contrasti e mai delle cose positive che avvengono ad opera di chi fa parte della Chiesa? O meglio, perché esasperano quel 2 per cento di problemi e tralasciano di prendere in considerazione il rimanente 98 per cento di azioni, di rapporti umani di realtà concrete messe in piedi dai cristiani che sono di enorme sostegno per la gente? Perché non parlano mai, ad esempio, dell’impressionante numero di aiuti umanitari originato dall’esperienza di Comunione e Liberazione? Oppure dell’incredibile slancio missionario prodotto da tutto il modo cattolico, dalla metà dell’Ottocento in avanti? Tanto per fare un esempio, io, che sono nell’ambito cattolico da cinquant’anni, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Giuseppe Allamano e dei suoi Missionari della Consolata solo quando sono andato in Africa e precisamente in Costa d’Avorio. Lì ho visto ciò che fanno questi giganti della fede: a Marandallah, nel cuore del Paese, hanno messo in piedi un villaggio intero, con tanto di “Jardin de l’amitié”, un enorme parco per i bambini, con giochi e spazi utilizzabili. Questo può apparire ovvio nel Nord Italia, nel quale ci sono sempre stati gli Oratori, ma in Africa è una cosa dell’altro mondo, in quanto nelle loro mentalità i bambini non sono considerati finché non arrivano all’età adulta. In Africa sono molto considerati gli anziani, tanto che mangiano tutto quello che vogliono, poi gli adulti, e infine i bambini, ai quali spetta ciò che rimane. E’ per tale motivo che magari si ammalano di anemia: perché mangiano solo il riso bianco che avanza, ma non la carne, spazzolata dagli adulti. Nessuno dice poi che nell’islam e nelle religioni tribali non c’è alcuna attività pensata per i bambini, i quali vengono lasciati a loro stessi e crescono per strada. Ma i Missionari della Consolata avevano costruito addirittura un ospedale, così che le autorità civili avevano lasciato andare in rovina l’ospedale statale, perché tanto c’era già quello dei preti. E questo è solo un esempio, ma si potrebbe parlare dell’opera dei Missionari del PIME, che hanno missioni perfino in Tailandia e Cambogia, dei Comboniani, dei Francescani, e chi più ne ha più ne metta. Come mai io non sapevo nulla di tutto ciò? Perché i giornalisti, di queste cose, parlano in maniera talmente veloce, frammentaria e superficiale che non rimane nella testa della gente. Le buttano lì con noncuranza e in maniera occasionale e casuale. Le notizie che invece vogliono far rimanere ben impresse nella mentalità dei più vengono date di continuo, in modo martellante e ossessivo, con una sorta di “bombardamento mediatico”. Basti pensare ai “tormentoni” riguardanti fatti accaduti magari decenni fa che vengono ripresi sistematicamente, mentre la stragrande maggioranza dei conflitti armati presenti nel mondo è totalmente obliterata. Sempre più spesso viene data l’interpretazione del fatto prima ancora di cercare di darne una descrizione completa e di andare a fondo delle motivazioni che potrebbero esserci alla base di esso. Il metodo con cui vengono fornite le notizie del nostro mondo cosiddetto democratico è sempre più simile a quello di un regime totalitario che cerca in tutti i modi di far pensare le persone in un determinato modo. Tale metodo viene applicato “scientificamente” soprattutto alla Chiesa, rea di essere una realtà non immediatamente assimilabile a quella di una organizzazione statale. La virulenza con la quale i giornalisti attaccano la Chiesa, in particolare quella cattolica, non ha paragoni con nessun’altra realtà, né religiosa né civile. Il silenzio quasi tombale sulle persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in molti Paesi del mondo ha come termine di confronto, forse, solo il silenzio che copre tutte le guerre “minori”, cioè il conflitti che fa comodo all’Occidente tenere nascosti, di cui è pieno il mondo definito “terzo” appunto dagli Stati ricchi del pianeta. Come distruggere la Chiesa? Non ce la fece nemmeno la rivoluzione francese e Napoleone, dall’esterno; allora occorre far entrare al suo interno il “fumo di satana”, come disse Paolo VI, cioè un pensiero non cattolico che diventi predominante. E il pensiero non cattolico che si vuol introdurre è quello della cosiddetta democrazia liberale: la Chiesa, si dice, deve rispettare i diritti dell’uomo, la parità di genere, i diritti degli omosessuali e via discorrendo. Si applica sempre più spesso il metodo dell’elezione diretta dei responsabili e dei capi, metodo che apparentemente sembra più giusto, ma rischia di non tenere conto dell’essenza della Chiesa, che è quella di essere una “comunione gerarchica”. Intendiamoci, non è che il metodo democratico sia generato dal diavolo; le stesse elezioni democratiche hanno origine dall’elezione dell’abate nei monasteri. I Greci infatti avevano forme di governo basate più su criteri oligarchici che democratici. E’ con il Medioevo che tutti i monaci votano per eleggere il loro “capo”. Tutto il nostro sistema democratico ha avuto impulso decisivo dalla vita cristiana e in particolare dalla vita monastica. Non è un caso che la democrazia si sia affermata nei Paesi a tradizione cristiana e non negli Stati a preminenza islamica o buddista-induista. Ma se la mentalità democratica prende il sopravvento nella Chiesa, allora il punto è avere la “maggioranza”, e sconfiggere l’”opposizione”; si riduce tutto ad una gara per ottenere consensi e vince chi ne ottiene di più. Si rientra nella logica di potere, perché anche il sistema democratico è un mezzo per raggiungere le leve di governo di una organizzazione. C’è un altro aspetto da considerare, che riguarda più i cattolici cosiddetti “tradizionalisti” Un altro modo di intendere la Chiesa è quello di identificarla con la gerarchia, con il Papa, i Cardinali e i Vescovi. Ho fatto tante discussioni a questo proposito, con chi sosteneva che la Chiesa è “una gerarchia”. Addirittura qualcuno arrivava ad affermare che “La Chiesa è il Papa”. Ora, io rispondevo che la gerarchia è essenziale alla natura della Chiesa cattolica, ma non la esaurisce: la Chiesa è formata da Papa, cardinali, vescovi, preti, suore, monaci, ma, vivaddio, anche dai fedeli laici, siano essi sposati o consacrati: in una parola, da tutti i battezzati. In quest’ottica anche gli ortodossi e i protestanti sono Chiesa, in quanto uniti a Cristo con il battesimo. Poi aggiungevo: una definizione un po’ più completa della Chiesa è quella di “comunione gerarchica”, che mantiene la sua natura di “realtà etnica sui generis”, come disse sempre Paolo VI. La Chiesa, insomma, non è riducibile ad una qualsiasi realtà sociale organizzativa, ma ha una specificità che le deriva dalla sua costituzione durante l’Ultima cena, nella quale Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato il Suo corpo e il Suo sangue perché potessimo essere salvati. La Chiesa, insomma, è una realtà umana nella quale si rende presente il divino: è una unità di persone nella quale si manifesta, in quanto realmente presente, Gesù Cristo stesso. Allora, chi è che comanda nella Chiesa? Chi è il vero “capo della Chiesa? Il Papa? No! Gesù Cristo! Mi viene in mente la frase del cardinal Siri, dopo il Conclave del 1958, nel quale era certo di essere eletto Papa: “Tutti erano d’accordo per votare me; c’erano solo tre persone non lo volevano: il Padre, il Figlio e lo Spirito santo”.
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  • NUOVOATLANTE
    di Alessandro Orsini
    Samp-T. L’Italia si appresta a fornire il secondo, ma aiuterà solo la guerra

    Nel gennaio 2024 la Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, il sistema di difesa antiaerea più costoso e sofisticato di cui l’Italia disponga con tempi di consegna lunghissimi. Più volte questa rubrica ha sollevato la questione chiedendo al ministro della Difesa, Guido Crosetto, di pronunciarsi a riguardo: è vero che la Russia ha distrutto un Samp-T italiano? Questa risposta non è mai giunta. Dunque, vi sono elementi sufficienti per ritenere che la Russia abbia realmente distrutto il primo Samp-T italiano e che Crosetto stia consegnando un secondo Samp-T all’Ucraina perché il primo non c’è più o è a brandelli. Le considerazioni da fare sono numerose.

    La prima è che potremmo essere in errore. Se così fosse, la colpa sarebbe di Crosetto. Nascondendo tutto ciò che accade alle armi italiane in Ucraina, Crosetto costringe gli studiosi di sicurezza internazionale a procurarsi le informazioni nei modi più complicati, incerti e precari. Le informazioni sono indispensabili per sottoporre il potere pubblico al controllo democratico. Se il ministro della Difesa fa sparire le informazioni, ecco che sparisce anche la possibilità del controllo democratico. La seconda considerazione ha a che vedere con la vera ragione per cui Crosetto nasconde agli italiani le armi che invia a Zelensky e la loro “fine”. Secondo Crosetto, l’invio degli armamenti deve essere secretato “per ragioni di sicurezza nazionale”. Ma è falso giacché Putin conosce perfettamente le armi che l’Italia dà a Zelensky. Soltanto gli italiani non sanno niente. I russi non votano per eleggere il governo italiano; gli italiani, invece, sì. Ne consegue che i primi possono sapere tutto delle armi che Zelensky riceve da Crosetto mentre i secondi non devono sapere niente. Soltanto gli italiani devono rimanere all’oscuro dei fatti. Crosetto non pone il segreto sulle armi che invia in Ucraina per “motivi nazionali”, ma per interessi elettorali, Se gli italiani sapessero che Crosetto sta distruggendo il loro sistema di difesa aerea, perderebbe voti.

    La terza considerazione riguarda il fallimento totale della strategia di Crosetto, il quale aveva assicurato che l’esecrazione della diplomazia e il solo invio di armi avrebbe protetto la vita dei civili ucraini. Ma il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev conferma che i civili ucraini vengono uccisi copiosamente. I fatti dimostrano che questa rubrica ha avuto ragione: il modo migliore di proteggere la vita dei bambini ucraini era la mediazione diplomatica da avviare prepotentemente sin dal primo giorno di guerra. Crosetto, invece, ha sempre assicurato che gli ucraini sarebbero stati protetti dalle armi della Nato molto più che dalla diplomazia. Infatti, Crosetto non ha mai fatto nulla per favorire un incontro tra Meloni e Putin come quello che Putin ha appena avuto con Orban. Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina. Questa è la regolarità che governa la guerra. Concludiamo con una nuova previsione: grazie alle nuove armi che Crosetto si accinge a dare a Zelensky, l’Ucraina sarà sempre più distrutta, i morti ucraini saranno sempre più numerosi e l’Ucraina perderà sempre più territori. Come se non bastasse, gli italiani rischiano di ritrovarsi senza difesa aerea mentre la corsa verso la Terza guerra mondiale prosegue. Giorgia Meloni ha sempre detto che gli italiani non pagheranno niente per questa guerra. Eppure, l’intero sistema Samp-T ha un costo abnorme, che pagheranno gli italiani.

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    NUOVOATLANTE di Alessandro Orsini Samp-T. L’Italia si appresta a fornire il secondo, ma aiuterà solo la guerra Nel gennaio 2024 la Russia ha rivendicato la distruzione di un Samp-T italiano, il sistema di difesa antiaerea più costoso e sofisticato di cui l’Italia disponga con tempi di consegna lunghissimi. Più volte questa rubrica ha sollevato la questione chiedendo al ministro della Difesa, Guido Crosetto, di pronunciarsi a riguardo: è vero che la Russia ha distrutto un Samp-T italiano? Questa risposta non è mai giunta. Dunque, vi sono elementi sufficienti per ritenere che la Russia abbia realmente distrutto il primo Samp-T italiano e che Crosetto stia consegnando un secondo Samp-T all’Ucraina perché il primo non c’è più o è a brandelli. Le considerazioni da fare sono numerose. La prima è che potremmo essere in errore. Se così fosse, la colpa sarebbe di Crosetto. Nascondendo tutto ciò che accade alle armi italiane in Ucraina, Crosetto costringe gli studiosi di sicurezza internazionale a procurarsi le informazioni nei modi più complicati, incerti e precari. Le informazioni sono indispensabili per sottoporre il potere pubblico al controllo democratico. Se il ministro della Difesa fa sparire le informazioni, ecco che sparisce anche la possibilità del controllo democratico. La seconda considerazione ha a che vedere con la vera ragione per cui Crosetto nasconde agli italiani le armi che invia a Zelensky e la loro “fine”. Secondo Crosetto, l’invio degli armamenti deve essere secretato “per ragioni di sicurezza nazionale”. Ma è falso giacché Putin conosce perfettamente le armi che l’Italia dà a Zelensky. Soltanto gli italiani non sanno niente. I russi non votano per eleggere il governo italiano; gli italiani, invece, sì. Ne consegue che i primi possono sapere tutto delle armi che Zelensky riceve da Crosetto mentre i secondi non devono sapere niente. Soltanto gli italiani devono rimanere all’oscuro dei fatti. Crosetto non pone il segreto sulle armi che invia in Ucraina per “motivi nazionali”, ma per interessi elettorali, Se gli italiani sapessero che Crosetto sta distruggendo il loro sistema di difesa aerea, perderebbe voti. La terza considerazione riguarda il fallimento totale della strategia di Crosetto, il quale aveva assicurato che l’esecrazione della diplomazia e il solo invio di armi avrebbe protetto la vita dei civili ucraini. Ma il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kiev conferma che i civili ucraini vengono uccisi copiosamente. I fatti dimostrano che questa rubrica ha avuto ragione: il modo migliore di proteggere la vita dei bambini ucraini era la mediazione diplomatica da avviare prepotentemente sin dal primo giorno di guerra. Crosetto, invece, ha sempre assicurato che gli ucraini sarebbero stati protetti dalle armi della Nato molto più che dalla diplomazia. Infatti, Crosetto non ha mai fatto nulla per favorire un incontro tra Meloni e Putin come quello che Putin ha appena avuto con Orban. Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina. Questa è la regolarità che governa la guerra. Concludiamo con una nuova previsione: grazie alle nuove armi che Crosetto si accinge a dare a Zelensky, l’Ucraina sarà sempre più distrutta, i morti ucraini saranno sempre più numerosi e l’Ucraina perderà sempre più territori. Come se non bastasse, gli italiani rischiano di ritrovarsi senza difesa aerea mentre la corsa verso la Terza guerra mondiale prosegue. Giorgia Meloni ha sempre detto che gli italiani non pagheranno niente per questa guerra. Eppure, l’intero sistema Samp-T ha un costo abnorme, che pagheranno gli italiani. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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  • I figli dell'intelligenza artificiale - Hollywood Propaganda

    Rachel, una donna in carriera, e Alvy, un botanico con un'anima ecologista, si confrontano con la prospettiva di una gravidanza artificiale. E' questa la trama del film I figli dell'intelligenza artificiale, protagonista della nuova puntata di Hollywood Propaganda. Con Roberto Quaglia ed Enrica Perucchietti.
    https://youtu.be/-Cf40a2-cf8?feature=shared
    I figli dell'intelligenza artificiale - Hollywood Propaganda Rachel, una donna in carriera, e Alvy, un botanico con un'anima ecologista, si confrontano con la prospettiva di una gravidanza artificiale. E' questa la trama del film I figli dell'intelligenza artificiale, protagonista della nuova puntata di Hollywood Propaganda. Con Roberto Quaglia ed Enrica Perucchietti. https://youtu.be/-Cf40a2-cf8?feature=shared
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  • olivier
    @OlivierSolaro

    riflettete..
    mi state dicendo che, circa 10mln di ita, che non aveva ancora votato alle 20.30, della domenica sera, si è recata alle urne in un ora e mezza ?
    mio nipote ha fatto lo scrutatore nel centro a To e mi ha detto che dopo le ore 19.30, nn hanno visto + nessuno...
    E c'è qualcuno che crede in questo exploit dei votanti!!!
    olivier @OlivierSolaro riflettete.. mi state dicendo che, circa 10mln di ita, che non aveva ancora votato alle 20.30, della domenica sera, si è recata alle urne in un ora e mezza ? mio nipote ha fatto lo scrutatore nel centro a To e mi ha detto che dopo le ore 19.30, nn hanno visto + nessuno... E c'è qualcuno che crede in questo exploit dei votanti!!!
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  • Forse con un disegnino (forse) i votanti che chiamano fessi gli astenuti capiranno che i fessi sono loro?
    Forse con un disegnino (forse) i votanti che chiamano fessi gli astenuti capiranno che i fessi sono loro?
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  • Più di 1,5 milione di schede bianche e nulle. I votanti reali sono il 46% circa. A questo si aggiunga il fatto che i seggi sono rimasti aperti due giorni, che hanno accorpato le amministrative e qualche eventuale manipolazione di elettori che in qualche comune hanno magicamente votato senza essere andati al seggio. Non sorprende che l'atmosfera sui vari talk show sia funebre. È il trionfo di chi non è rappresentato. È la fine della democrazia liberale.

    https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20240609/scrutiniEI
    Più di 1,5 milione di schede bianche e nulle. I votanti reali sono il 46% circa. A questo si aggiunga il fatto che i seggi sono rimasti aperti due giorni, che hanno accorpato le amministrative e qualche eventuale manipolazione di elettori che in qualche comune hanno magicamente votato senza essere andati al seggio. Non sorprende che l'atmosfera sui vari talk show sia funebre. È il trionfo di chi non è rappresentato. È la fine della democrazia liberale. https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20240609/scrutiniEI
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