• Il CASTELLO di CARTA sta per CADERE e molto VELOCEMENTE!
    Parte sotto pessimi auspici la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà da oggi fino al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian. Non è un fattore favorevole ai negoziati il ritorno alla Casa Bianca dell’ex presidente Donald Trump, che nel 2017 fece uscire gli Usa dall’Accordo di Parigi e che, a leggere il Wall Street Journal, è pronto a rifare la stessa scelta firmando un ordine esecutivo ad hoc il 20 gennaio 2025, ovvero il giorno in cui entrerà in carica. Certo, i delegati presenti alla Cop29 saranno ancora quelli di Joe Biden che, per inciso, ha già annunciato che non ci sarà. E non è il solo: la sua assenza si aggiunge alle defezioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del presidente russo Vladimir Putin, del presidente francese Emmanuel Macron, del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del premier olandese **** Schoof.

    Neanche Luiz Inacio Lula da Silva andrà a Baku. Il presidente del Brasile, Paese che ospiterà la prossima decisiva Cop del 2025, ha annullato il viaggio per motivi di salute. Tutte queste assenze non sono un buon segno per la Cop già definita la ‘finance Cop’, ossia la Cop della finanza, quella durante la quale si deciderà il nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal, NCQG) che sostituirà il precedente obiettivo dei 100 miliardi annui, raggiunto finora solo nel 2022. Altre, perplessità, sono invece legate al Paese ospitante, l’Azerbaigian devastato dalle attività estrattive di gas e petrolio. Eppure, nell’agenda della Conferenza manca l’impegno a eliminare gradualmente i combustibili fossili, che pure era stato un risultato della Cop28 di Dubai. D’altronde, dopo la presidenza della Cop28 di Dubai affidata a Sultan Al Jaber, amministratore delegato della Compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, la Cop29 sarà presieduta da Mukhtar Babayev, che per 26 anni ha lavorato per la compagnia petrolifera nazionale, la State oil company of Azerbaijan Republic (Socar), prima di diventare ministro dell’Ambiente. Emblematiche del clima di sfiducia nei confronti della Conferenza sono le parole di Justin Tkatchenko, ministro degli Esteri della Papua Nuova Guinea, uno dei paesi più esposti alle conseguenze della crisi climatica: “Una perdita di tempo, andare non serve a niente”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/11/11/il-ritorno-di-trump-svuota-la-cop29-big-tutti-assenti/7762159/
    Il CASTELLO di CARTA sta per CADERE e molto VELOCEMENTE! Parte sotto pessimi auspici la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà da oggi fino al 22 novembre a Baku, in Azerbaigian. Non è un fattore favorevole ai negoziati il ritorno alla Casa Bianca dell’ex presidente Donald Trump, che nel 2017 fece uscire gli Usa dall’Accordo di Parigi e che, a leggere il Wall Street Journal, è pronto a rifare la stessa scelta firmando un ordine esecutivo ad hoc il 20 gennaio 2025, ovvero il giorno in cui entrerà in carica. Certo, i delegati presenti alla Cop29 saranno ancora quelli di Joe Biden che, per inciso, ha già annunciato che non ci sarà. E non è il solo: la sua assenza si aggiunge alle defezioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del presidente russo Vladimir Putin, del presidente francese Emmanuel Macron, del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del premier olandese Dick Schoof. Neanche Luiz Inacio Lula da Silva andrà a Baku. Il presidente del Brasile, Paese che ospiterà la prossima decisiva Cop del 2025, ha annullato il viaggio per motivi di salute. Tutte queste assenze non sono un buon segno per la Cop già definita la ‘finance Cop’, ossia la Cop della finanza, quella durante la quale si deciderà il nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal, NCQG) che sostituirà il precedente obiettivo dei 100 miliardi annui, raggiunto finora solo nel 2022. Altre, perplessità, sono invece legate al Paese ospitante, l’Azerbaigian devastato dalle attività estrattive di gas e petrolio. Eppure, nell’agenda della Conferenza manca l’impegno a eliminare gradualmente i combustibili fossili, che pure era stato un risultato della Cop28 di Dubai. D’altronde, dopo la presidenza della Cop28 di Dubai affidata a Sultan Al Jaber, amministratore delegato della Compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, la Cop29 sarà presieduta da Mukhtar Babayev, che per 26 anni ha lavorato per la compagnia petrolifera nazionale, la State oil company of Azerbaijan Republic (Socar), prima di diventare ministro dell’Ambiente. Emblematiche del clima di sfiducia nei confronti della Conferenza sono le parole di Justin Tkatchenko, ministro degli Esteri della Papua Nuova Guinea, uno dei paesi più esposti alle conseguenze della crisi climatica: “Una perdita di tempo, andare non serve a niente”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/11/11/il-ritorno-di-trump-svuota-la-cop29-big-tutti-assenti/7762159/
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    Brutto clima alla Cop29 di Baku
    Parte sotto pessimi auspici la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima: ecco perché
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  • Joseph Tritto è medico e ricercatore italiano, da anni lavora all’estero principalmente a Parigi, Londra e New York. Professore di Microchirurgia and Microtecnologie all’Aston University di Birmingham, e in Micro e Nano Tecnologie,

    Fonte: 9MQ
    Joseph Tritto è medico e ricercatore italiano, da anni lavora all’estero principalmente a Parigi, Londra e New York. Professore di Microchirurgia and Microtecnologie all’Aston University di Birmingham, e in Micro e Nano Tecnologie, Fonte: 9MQ
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  • PANE, PACE e LIBERTÀ - TRIESTE LIBERA SARÀ!

    Alcuni scatti del corteo TRIESTE NON VA IN GUERRA di questo 15 settembre in occasione 77esimo anniversario della creazione del TLT.

    Domenica Trieste ha chiarito che non ci sta a diventare una retrovia logistica del fronte della NATO e che vuole ciò che gli spetta di diritto: un territorio e un porto liberi. Liberi dall'occupazione illegale, dalla mala amministrazione, dalle trame belliche e dalla militarizzazione. I triestini esigono di essere gli artefici del proprio destino come garantito dal Trattato di Pace di Parigi.

    È per questo che ci battiamo e che ci batteremo!

    Un grazie a chi ha contribuito alla riuscita della manifestazione e ai partecipanti, che sono stati numerosi e determinati.

    Noi non ci fermiamo e da questo 15 settembre riprende e continua la nostra azione.
    Continuate a seguirci e sostenerci!

    VIVA IL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE!

    Fonte:
    https://t.me/primaveratlt

    Foto di Andrea Vivoda

    @primaveratlt
    PANE, PACE e LIBERTÀ - TRIESTE LIBERA SARÀ! Alcuni scatti del corteo TRIESTE NON VA IN GUERRA di questo 15 settembre in occasione 77esimo anniversario della creazione del TLT. Domenica Trieste ha chiarito che non ci sta a diventare una retrovia logistica del fronte della NATO e che vuole ciò che gli spetta di diritto: un territorio e un porto liberi. Liberi dall'occupazione illegale, dalla mala amministrazione, dalle trame belliche e dalla militarizzazione. I triestini esigono di essere gli artefici del proprio destino come garantito dal Trattato di Pace di Parigi. È per questo che ci battiamo e che ci batteremo! Un grazie a chi ha contribuito alla riuscita della manifestazione e ai partecipanti, che sono stati numerosi e determinati. Noi non ci fermiamo e da questo 15 settembre riprende e continua la nostra azione. Continuate a seguirci e sostenerci! VIVA IL TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE! Fonte: https://t.me/primaveratlt Foto di Andrea Vivoda @primaveratlt
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  • DOPO LE OLIMPIADI, NOTRE DAME

    È arrivato alle fasi finali il concorso per artisti con il quale Emmanuel Macron intende stravolgere la cattedrale: sono rimasti in otto gli artisti incaricati di elaborare un progetto destinato a sostituire le vetrate, icone della cristianità, con simboli che, pare, richiamerebbero il transumanesimo.
    Resta ancora avvolto nel mistero il progetto finale, ma la richiesta di rompere con il passato e abbracciare la modernità non è arrivata solo da Macron, è infatti l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich il promotore per eccellenza di una Notre Dame ‘nuova’ che spinge
    perché l’Eliseo riesca a superare le obiezioni degli storici dell’arte per lasciare che la cattedrale restaurata sia espressione «della Francia di oggi»…


    Fonte: https://t.me/MILANOpiazzaFONTANA
    DOPO LE OLIMPIADI, NOTRE DAME È arrivato alle fasi finali il concorso per artisti con il quale Emmanuel Macron intende stravolgere la cattedrale: sono rimasti in otto gli artisti incaricati di elaborare un progetto destinato a sostituire le vetrate, icone della cristianità, con simboli che, pare, richiamerebbero il transumanesimo. Resta ancora avvolto nel mistero il progetto finale, ma la richiesta di rompere con il passato e abbracciare la modernità non è arrivata solo da Macron, è infatti l’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich il promotore per eccellenza di una Notre Dame ‘nuova’ che spinge perché l’Eliseo riesca a superare le obiezioni degli storici dell’arte per lasciare che la cattedrale restaurata sia espressione «della Francia di oggi»… Fonte: https://t.me/MILANOpiazzaFONTANA
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  • CI VOGLIONO TRASCINARE alla TERZA GUERRA MONDIALE!!!

    Putin sugli attacchi alla Russia da parte di armi NATO

    Si tenta di sostituire i concetti. Perché non si tratta di permettere o vietare al regime di Kiev di colpire il territorio russo. Lo fanno già con l'aiuto di veicoli aerei senza pilota e altri mezzi

    Ma quando si tratta di utilizzare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, la storia è completamente diversa

    Il fatto è che, come ho già detto al riguardo e tutti gli esperti lo confermeranno, sia qui che in occidente, l'esercito ucraino non è in grado di colpire con i moderni sistemi a lungo raggio ad alta precisione di produzione occidentale. Non può farlo. Ciò è possibile solo utilizzando i dati di ricognizione dei satelliti, di cui l'Ucraina non dispone: si tratta solo di dati provenienti dai satelliti dell'Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, dai satelliti della NATO

    Questo è il primo punto. Il secondo, e molto importante, forse la chiave di tutto, è che i lanci di questi sistemi missilistici possono essere effettuati solo da personale militare dei paesi della NATO. Il personale militare ucraino non può farlo. E quindi non si tratta di permettere o meno al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i paesi della NATO sono direttamente coinvolti in un conflitto militare oppure no

    Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della NATO, degli Stati Uniti e dei paesi europei alla guerra in Ucraina. Questa sarebbe la loro partecipazione diretta

    Questo, ovviamente, cambia in modo significativo l'essenza stessa, la natura stessa del conflitto. Ciò significherà che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei saranno in guerra diretta contro la Russia. E se è così, allora, tenendo presente il cambiamento nell'essenza stessa di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce che verranno create per noi

    Se non fosse chiaro, se i pazzi che ci governano non fanno retromarcia, come la NATO attacca la Russia, la Russia in modo assolutamente legittimo, potrà attaccare Roma, Parigi, Berlino, Londra...

    Ricordiamo che l'Ucraina non fa parte della NATO, non fa parte della UE e questa guerra è iniziata per colpa degli Stati Uniti che hanno espanso la NATO a est fino ad arrivare sullo zerbino di casa della Russia e hanno commesso il golpe di Maidan del 2014 per arrivare a questa guerra

    Il Deep State e i criminali DEM che controllano gli Stati Uniti e l'occidente ci stanno portando in piena terza guerra mondiale

    Che sia chiaro di chi è la colpa! La Russia si sta difendendo da una aggressione della NATO e dei paesi occidentali, iniziata il giorno del crollo dell'Unione Sovietica!
    CI VOGLIONO TRASCINARE alla TERZA GUERRA MONDIALE!!! 🇷🇺🇷🇺 Putin sugli attacchi alla Russia da parte di armi NATO Si tenta di sostituire i concetti. Perché non si tratta di permettere o vietare al regime di Kiev di colpire il territorio russo. Lo fanno già con l'aiuto di veicoli aerei senza pilota e altri mezzi Ma quando si tratta di utilizzare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, la storia è completamente diversa Il fatto è che, come ho già detto al riguardo e tutti gli esperti lo confermeranno, sia qui che in occidente, l'esercito ucraino non è in grado di colpire con i moderni sistemi a lungo raggio ad alta precisione di produzione occidentale. Non può farlo. Ciò è possibile solo utilizzando i dati di ricognizione dei satelliti, di cui l'Ucraina non dispone: si tratta solo di dati provenienti dai satelliti dell'Unione Europea o degli Stati Uniti, in generale, dai satelliti della NATO Questo è il primo punto. Il secondo, e molto importante, forse la chiave di tutto, è che i lanci di questi sistemi missilistici possono essere effettuati solo da personale militare dei paesi della NATO. Il personale militare ucraino non può farlo. E quindi non si tratta di permettere o meno al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i paesi della NATO sono direttamente coinvolti in un conflitto militare oppure no Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della NATO, degli Stati Uniti e dei paesi europei alla guerra in Ucraina. Questa sarebbe la loro partecipazione diretta Questo, ovviamente, cambia in modo significativo l'essenza stessa, la natura stessa del conflitto. Ciò significherà che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei saranno in guerra diretta contro la Russia. E se è così, allora, tenendo presente il cambiamento nell'essenza stessa di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce che verranno create per noi ⬆️ Se non fosse chiaro, se i pazzi che ci governano non fanno retromarcia, come la NATO attacca la Russia, la Russia in modo assolutamente legittimo, potrà attaccare Roma, Parigi, Berlino, Londra... Ricordiamo che l'Ucraina non fa parte della NATO, non fa parte della UE e questa guerra è iniziata per colpa degli Stati Uniti che hanno espanso la NATO a est fino ad arrivare sullo zerbino di casa della Russia e hanno commesso il golpe di Maidan del 2014 per arrivare a questa guerra Il Deep State e i criminali DEM che controllano gli Stati Uniti e l'occidente ci stanno portando in piena terza guerra mondiale Che sia chiaro di chi è la colpa! La Russia si sta difendendo da una aggressione della NATO e dei paesi occidentali, iniziata il giorno del crollo dell'Unione Sovietica!
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  • MA COME MAI LE TV e le TESTATE MAINSTREAM NON DICONO NULLA???
    Francia, migliaia di manifestanti in piazza contro Macron e la nomina di Barnier come primo ministro - Il Fatto Quotidiano
    Al corteo di Parigi anche Jean-Luc Mélenchon

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/07/francia-migliaia-di-manifestanti-in-piazza-contro-macron-e-la-nomina-di-barnier-come-primo-ministro/7684886/
    MA COME MAI LE TV e le TESTATE MAINSTREAM NON DICONO NULLA??? Francia, migliaia di manifestanti in piazza contro Macron e la nomina di Barnier come primo ministro - Il Fatto Quotidiano Al corteo di Parigi anche Jean-Luc Mélenchon https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/07/francia-migliaia-di-manifestanti-in-piazza-contro-macron-e-la-nomina-di-barnier-come-primo-ministro/7684886/
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  • Il boss di Rumble lascia l'Europa dopo l'arresto di Durov

    Il fondatore e amministratore delegato del servizio di video hosting Rumble, Chris Pavlovski, si trovava a Parigi al momento dell'arresto di Pavel Durov. Ora è partito per il Canada prima del previsto, ha annunciato domenica su X.

    Sono un po' in ritardo, ma per una buona ragione: ho appena lasciato l'Europa sano e salvo” ha detto Pavlovski.

    Ha scritto:

    “La Francia ha minacciato Rumble e ora ha superato la linea rossa arrestando l'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, per la presunta mancata censura del parlato.

    Rumble non sopporterà questo comportamento e lotterà con tutti i mezzi legali per la libertà di espressione, un diritto umano universale. Attualmente stiamo combattendo nei tribunali francesi e speriamo nell'immediato rilascio di Pawel Durow”.

    Fonte: https://de.rt.com/europa/216824-rote-linie-ueberschriten-rumble-chef-verlasst-europa-nach-durows-verhaftung/

    25/08/2024
    https://t.me/c/1399985034/15775
    Il boss di Rumble lascia l'Europa dopo l'arresto di Durov Il fondatore e amministratore delegato del servizio di video hosting Rumble, Chris Pavlovski, si trovava a Parigi al momento dell'arresto di Pavel Durov. Ora è partito per il Canada prima del previsto, ha annunciato domenica su X. “ Sono un po' in ritardo, ma per una buona ragione: ho appena lasciato l'Europa sano e salvo” ha detto Pavlovski. Ha scritto: “La Francia ha minacciato Rumble e ora ha superato la linea rossa arrestando l'amministratore delegato di Telegram, Pavel Durov, per la presunta mancata censura del parlato. Rumble non sopporterà questo comportamento e lotterà con tutti i mezzi legali per la libertà di espressione, un diritto umano universale. Attualmente stiamo combattendo nei tribunali francesi e speriamo nell'immediato rilascio di Pawel Durow”. Fonte: https://de.rt.com/europa/216824-rote-linie-ueberschriten-rumble-chef-verlasst-europa-nach-durows-verhaftung/ 25/08/2024 https://t.me/c/1399985034/15775
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  • QUESTO È SCANDALOSO!!!

    SCRITTI BELLICI
    Il caso Durov
    Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.”
    Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA).
    In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro:
    fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti;
    collaborare con le autorità nazionali se richiesto;
    denunciare i reati.
    Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame):

    condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online;
    collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze;
    prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.
    In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.”
    Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso:
    In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
    I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti
    1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.”
    2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
    3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.”
    Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali.
    Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali.
    Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto.
    Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA.
    Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.”
    Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto.
    Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura.
    Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi.
    Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024


    Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
    QUESTO È SCANDALOSO!!! SCRITTI BELLICI Il caso Durov Traduco da Reuters (domenica 25 agosto 2024): “Pavel Durov, il miliardario russo -francese fondatore e amministratore delegato dell'app di messaggistica Telegram, è stato arrestato all'aeroporto di Bourget, alle porte di Parigi, sabato sera, hanno dichiarato TF1 TV e BFM TV, citando fonti non identificate. Durov viaggiava a bordo del suo jet privato, ha dichiarato TF1 sul suo sito web, aggiungendo che era stato colpito da un mandato di arresto in Francia nell'ambito di un'indagine preliminare della polizia. Sia TF1 che BFM hanno dichiarato che l'indagine si è concentrata sulla mancanza di moderatori su Telegram e che la polizia ritiene che questa situazione abbia permesso alle attività criminali di avvalersi indisturbate sull'app di messaggistica.” Per comprendere la gravità di questo arresto, occorre un accenno al quadro normativo: il 5 luglio 2022, il Parlamento Europeo ha approvato il Digital Services Act (DSA). In estrema sintesi, il DSA prevede che tutti i prestatori di servizi digitali debbano, tra l’altro: fornire informazioni esplicite sulla moderazione dei contenuti e sull’uso degli algoritmi per i sistemi di raccomandazione dei contenuti, che potranno comunque essere contestati dagli utenti; collaborare con le autorità nazionali se richiesto; denunciare i reati. Inoltre, le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni, a partire da 45 milioni di utenti al mese, vengono assoggettate ai seguenti più rigorosi obblighi (indichiamo unicamente quelli più rilevanti nel contesto in esame): condivisione dei propri dati chiave e dei propri algoritmi con le autorità e con i ricercatori autorizzati per comprendere l’evoluzione dei rischi online; collaborazione con le autorità nelle risposte alle emergenze; prevenzione dei rischi sistemici come la diffusione di contenuti illegali o con effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale. In pratica, il DSA pone a carico dei prestatori di servizi digitali l’obbligo di moderare e censurare i contenuti degli utenti, al fine - esplicitamente dichiarato - di prevenire “la diffusione di contenuti illegali” o “l’effetto negativo su diritti fondamentali, processi elettorali, violenza di genere, salute mentale.” Il DSA s’inserisce in un contesto normativo mondiale ben diverso: In Italia, la censura è espressamente vietata dalla Costituzione. L’articolo 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” L'articolo 21 recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” I medesimi principi, veri e propri cardini della democrazia e dello Stato di diritto, sono esposti 1) nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il cui articolo 10 recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera.” 2) nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.” 3) nel Patto internazionale di New York (ratificato in Italia con la legge 25 novembre 1977, numero 881) il cui articolo 19 recita: “Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.” Se ne deduce che – almeno fino all’approvazione del DSA, salutato da Ursula von der Leyen come un accordo storico “in termini sia di rapidità che di sostanza”, ciascuno dei cittadini dell’Unione Europea fosse libero di esprimere sui social media (che fino a prova contraria rientrano nella categoria “ogni altro mezzo di diffusione”) il proprio pensiero e questo suo diritto individuale non potesse essere limitato da un regolamento di natura privatistica quale quello sottoscritto dall’utente al momento della registrazione sulla piattaforma di un prestatore di servizi digitali. Per anni abbiamo denunciato la gravità della censura dei contenuti operata dai social media. Oggi siamo certi che Twitter e Facebook abbiano censurato i nostri post e ci abbiano sospeso gli account (e abbiano utilizzato algoritmi atti a nascondere i nostri post) a loro totale discrezione. La nostra inerzia ha fatto sì che una forma di censura del tutto illegale sia diventata legale (con l’approvazione del DSA). Tuttavia, si pone un problema di gerarchia delle norme in quanto il DSA confligge con norme costituzionali. Ma torniamo al caso Durov. La responsabilità penale è personale. Questo è un principio cardine di ogni ordinamento giuridico. Se l’arresto fosse motivato dalla violazione degli obblighi contenuti nel DSA, nulla quaestio: tanto varrebbe dichiararsi colpevole. Al contrario, se fondamento dell’arresto fossero le accuse di complicità con gli autori di reati commessi anche grazie all’utilizzo di Telegram, si spalancherebbe uno scenario distopico. Sarebbe come condannare Alfred Nobel – inventore della dinamite – quale correo di una rapina in banca fatta con l’uso di un candelotto. Da giurista, mi permetto un commento: il tempo dei diritti individuali è tramontato il giorno in cui ci siamo piegati, accettando senza ribellarci in massa una reclusione domiciliare imposta con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Da quel giorno, tutto è stato possibile, dagli obblighi vaccinali all’approvazione del DSA. Leggiamo un estratto del Decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50: “Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica; Considerato che l'attuale contesto di rischio impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività; ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica; ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di rafforzare il quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del virus, estendendo, tra l'altro, l'obbligo vaccinale ai soggetti ultra cinquantenni e a settori particolarmente esposti, quali quello universitario e dell'istruzione superiore.” Oggi sappiamo che i cd vaccini non arrestavano né il contagio, né la diffusione, né l’aggravamento della malattia. Eppure, nessuno più protesta per ciò che ci è stato imposto. Nessuno (a parte qualcuno di noi giuristi) ha protestato quando è stato discusso il testo del DSA. Ma uno sparuto gruppo di giuristi nulla può fare (se non – a futura memoria – salvare la propria coscienza denunciando la violazione dei diritti in atto). Occorre un risveglio delle coscienze e – il potere ne è perfettamente consapevole – il risveglio è impossibile in questo contesto in cui la stampa mainstream non fa informazione ma propaganda. Qui sta l’importanza di Telegram, unica piattaforma i cui contenuti – fino ad oggi – non erano soggetti a censura. Durov libero, dunque, per la libertà di tutti noi. Il Giornale d’Italia, 25 agosto 2024 Avv. Alfredo Tocchi, LL.M.
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  • Tutto questo è assurdo!

    Un pullman immatricolato in spagna con la scritta "STOP AGLI ATTACCHI SUI CRISTIANI"
    e gli anelli Olimpici sbarrati da una croce,
    è stato immobilizzato
    a Parigi.

    Sette persone sono state arrestate.

    ARRESTATI PERCHÈ
    DIFENDONO LA RELIGIONE CRISTIANA...

    Tutto questo è assurdo! Un pullman immatricolato in spagna con la scritta "STOP AGLI ATTACCHI SUI CRISTIANI" e gli anelli Olimpici sbarrati da una croce, è stato immobilizzato a Parigi. Sette persone sono state arrestate. ARRESTATI PERCHÈ DIFENDONO LA RELIGIONE CRISTIANA... 👇👇👇
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  • L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione

    L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area.
    Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi.

    Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante.

    Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa.

    https://www.youtube.com/watch?v=UdIVS5AacG8

    PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK:

    https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    L'Italia è ufficialmente complice dell'Ucraina - TeleRagione L'utilizzo delle armi Nato per l'attacco delle forze ucraine in territorio russo, allarga il solco tra l'Europa occidentale e la Federazione Russa, rendendoci nei fatti complici di un'aggressione, che non si pone obiettivi militari, ma che colpisce soltanto i civili dell'area. Dopo le sanzioni, questo è sicuramente il colpo più duro per i nostri rapporti con la Russia e probabilmente l'obiettivo è proprio questo, allontanare nel tempo qualsiasi possibilità di riconciliazione tra i due blocchi. Nel frattempo aumenta il livello di censura in Europa, come ben sottolineato da Elena Basile sul Fatto di ieri. È sempre più necessario allontanare l'opinione pubblica dai fatti, attraverso la rimozione sistematica di tutti i contenuti in contrasto con la narrazione domimante. Chiudiamo con due parole sulle Olimpiadi di Parigi, vero e peoprio specchio del decadimento culturale e sociale dell'Europa. https://www.youtube.com/watch?v=UdIVS5AacG8 PUOI SOSTENERE IL LAVORO DI TELERAGIONE AL LINK: https://visionetv.it/aiuta-giorgio-bianchi/ 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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