• Meta addestra l'AI in Europa coi dati degli utenti: ecco chi riguarda e come evitarlo - Il Fatto Quotidiano
    Le informazioni usate saranno quelle relative alle interazioni con l’intelligenza artificiale su Instagram e Messenger, non quelli su WhatsApp...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/14/meta-intelligenza-artificiale-europa-dati-utenti-ecco-chi-cosa-riguarda/7952802/

    Userà i dati degli utenti per implementare la sua intelligenza artificiale, ma solo di quelli maggiorenni nell’Unione europea, senza includere i messaggi privati scambiati con amici e familiari. E chi non vuole può opporsi compilando un modulo. La comunicazione arriva da Meta, che inizierà la sperimentazione questa settimana. La novità riguarda gli over 18 anni e i contenuti, post e interazioni pubbliche, anche di Meta AI lanciata a marzo. “Questo addestramento – afferma – consentirà di supportare meglio milioni di persone e aziende nell’Ue insegnando all’IA di Meta – il chatbot lanciato di recente in Ue e reso disponibile attraverso le proprie app di messaggistica – a comprendere e riflettere più accuratamente le culture. Stiamo seguendo l’esempio di altre aziende come Google e OpenAI“. Dunque, a partire da questa settimana, spiega l’azienda di Mark Zuckerberg, “le persone che si trovano nell’Unione Europea e utilizzano le piattaforme di Meta inizieranno a ricevere notifiche in app e via email che spiegano la tipologia di dati che la società comincerà a utilizzare”. Le notifiche, specifica, “includeranno anche un link ad un modulo attraverso il quale sarà possibile opporsi in qualsiasi momento all’utilizzo dei propri dati in questo modo. Abbiamo reso questo modulo facile da trovare, leggere e compilare, e rispetteremo tutte le richieste già ricevute di non utilizzare i dati, così come quelle che verranno inviate in futuro”. Il modulo di opposizione, fa sapere l’azienda, sarà facilmente accessibile e ogni richiesta già presentata sarà rispettata.

    Riguardo Meta AI lanciato lo scorso mese sui suoi prodotti, i dati usati per l’addestramento saranno quelli relativi alle interazioni con l’intelligenza artificiale su Instagram e Messenger, non quelli su WhatsApp.
    La società ricorda che lo scorso anno ha posticipato l’addestramento dei modelli linguistici di grandi dimensioni utilizzando contenuti pubblici, “in attesa che i regolatori chiarissero i requisiti legali”. “Accogliamo con favore il parere fornito dal Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) a dicembre – osserva – che ha confermato come il nostro approccio iniziale fosse conforme ai nostri obblighi legali. Da allora, abbiamo collaborato in modo costruttivo con la Commissione irlandese per la protezione dei dati (Idpc) e non vediamo l’ora di continuare a portare tutti i benefici dell’IA generativa alle persone in Europa“. “È fondamentale che i nostri modelli di IA generativa vengano addestrati su una varietà di dati che permettano di comprendere le incredibili e variegate sfumature e complessità che caratterizzano le comunità europee – conclude Meta – Si tratta di un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più avanzati, con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini”.

    Meta sottolinea il proprio dispiacere per il fatto che ci sia voluto quasi un anno per poter avviare il processo, sentimento già condiviso al momento del lancio di Meta AI (avvenuto in forte ritardo rispetto ad altri mercati come gli Usa) e dovuto, secondo all’azienda, a un contesto regolatorio complesso e nebuloso. “Accogliamo con favore la chiarezza fornita sia dalla Irish Data Protection Commission che dallo European Data Protection Board“, gli organi a difesa della privacy che hanno giurisdizione sulle attività europee del colosso statunitense, “che ci ha permesso di compiere questo passo successivo”, si legge nel comunicato.
    Meta addestra l'AI in Europa coi dati degli utenti: ecco chi riguarda e come evitarlo - Il Fatto Quotidiano Le informazioni usate saranno quelle relative alle interazioni con l’intelligenza artificiale su Instagram e Messenger, non quelli su WhatsApp... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/14/meta-intelligenza-artificiale-europa-dati-utenti-ecco-chi-cosa-riguarda/7952802/ Userà i dati degli utenti per implementare la sua intelligenza artificiale, ma solo di quelli maggiorenni nell’Unione europea, senza includere i messaggi privati scambiati con amici e familiari. E chi non vuole può opporsi compilando un modulo. La comunicazione arriva da Meta, che inizierà la sperimentazione questa settimana. La novità riguarda gli over 18 anni e i contenuti, post e interazioni pubbliche, anche di Meta AI lanciata a marzo. “Questo addestramento – afferma – consentirà di supportare meglio milioni di persone e aziende nell’Ue insegnando all’IA di Meta – il chatbot lanciato di recente in Ue e reso disponibile attraverso le proprie app di messaggistica – a comprendere e riflettere più accuratamente le culture. Stiamo seguendo l’esempio di altre aziende come Google e OpenAI“. Dunque, a partire da questa settimana, spiega l’azienda di Mark Zuckerberg, “le persone che si trovano nell’Unione Europea e utilizzano le piattaforme di Meta inizieranno a ricevere notifiche in app e via email che spiegano la tipologia di dati che la società comincerà a utilizzare”. Le notifiche, specifica, “includeranno anche un link ad un modulo attraverso il quale sarà possibile opporsi in qualsiasi momento all’utilizzo dei propri dati in questo modo. Abbiamo reso questo modulo facile da trovare, leggere e compilare, e rispetteremo tutte le richieste già ricevute di non utilizzare i dati, così come quelle che verranno inviate in futuro”. Il modulo di opposizione, fa sapere l’azienda, sarà facilmente accessibile e ogni richiesta già presentata sarà rispettata. Riguardo Meta AI lanciato lo scorso mese sui suoi prodotti, i dati usati per l’addestramento saranno quelli relativi alle interazioni con l’intelligenza artificiale su Instagram e Messenger, non quelli su WhatsApp. La società ricorda che lo scorso anno ha posticipato l’addestramento dei modelli linguistici di grandi dimensioni utilizzando contenuti pubblici, “in attesa che i regolatori chiarissero i requisiti legali”. “Accogliamo con favore il parere fornito dal Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb) a dicembre – osserva – che ha confermato come il nostro approccio iniziale fosse conforme ai nostri obblighi legali. Da allora, abbiamo collaborato in modo costruttivo con la Commissione irlandese per la protezione dei dati (Idpc) e non vediamo l’ora di continuare a portare tutti i benefici dell’IA generativa alle persone in Europa“. “È fondamentale che i nostri modelli di IA generativa vengano addestrati su una varietà di dati che permettano di comprendere le incredibili e variegate sfumature e complessità che caratterizzano le comunità europee – conclude Meta – Si tratta di un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di intelligenza artificiale stanno diventando sempre più avanzati, con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini”. Meta sottolinea il proprio dispiacere per il fatto che ci sia voluto quasi un anno per poter avviare il processo, sentimento già condiviso al momento del lancio di Meta AI (avvenuto in forte ritardo rispetto ad altri mercati come gli Usa) e dovuto, secondo all’azienda, a un contesto regolatorio complesso e nebuloso. “Accogliamo con favore la chiarezza fornita sia dalla Irish Data Protection Commission che dallo European Data Protection Board“, gli organi a difesa della privacy che hanno giurisdizione sulle attività europee del colosso statunitense, “che ci ha permesso di compiere questo passo successivo”, si legge nel comunicato.
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  • SMEMBRANDO QUARTIERI

    Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo.

    Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio.

    Il caso del "Tamburello" di Affori

    L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018.
    Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati.

    Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare.

    Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo.

    A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato.
    Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna.

    #SalviamoIlTamburello #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
    SMEMBRANDO QUARTIERI 🏗️💔 Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo. Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio. 📍 Il caso del "Tamburello" di Affori L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018. Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati. 🔎 Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare. 💬 Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo. A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato. Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna. #SalviamoIlTamburello 🥁 #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
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  • La vestale del neoliberismo europeo Ursula von der Leyen e il presidente del partito popolare europeo, Weber (da non confondersi in alcun modo con il grande filosofo), hanno recentemente dichiarato che il demenziale programma rearm Europe potrebbe costituire per l'Italia "una grande opportunità". La scena, tragicamente comica, ricorda inevitabilmente quella del gatto e la volpe che, nel celebre libro di Collodi, provano a persuadere l'ingenuo Pinocchio a seppellire le proprie monete nel campo miracoloso della città di Acchiappacitrulli affinché, in poco tempo, si moltiplichino a suo beneficio. Nel tempo in cui ormai Orwell stesso appare come un dilettante rispetto a una realtà che ha superato la fantasia distopica, non soltanto ci spiegano con zelo che la guerra è pace ("guerra è pace", variando il titolo del capolavoro di Tolstoj): adesso ci insegnano pure che sprecare i soldi per le armi, evitando accuratamente di investirli nella sanità e nell'istruzione pubbliche, rappresenta una grande opportunità per l'Italia. Forse per le industrie belliche italiane, ci permettiamo di precisare. Non certo per i lavoratori, per i ceti medi e per le classi nazionali popolari, che con ogni probabilità dovranno anzi finanziare di tasca propria il folle programma di riarmo con cui l'Unione Europea dice di volersi difendere da una aggressione inventata dai menestrelli dell'ordine mentale dominante con il solo scopo di giustificare gli investimenti nel capitale finanziario. L'abbiamo detto infinite volte: se la Russia avesse realmente voluto invadere l'Europa, l'avrebbe già fatto, senza attendere il suo riarmo. La verità è che è semmai l'Europa che vuole continuare sciaguratamente a provocare la Russia magari fino al punto da costringerla ad attaccare davvero l'Europa stessa. Ciò mi permette di ribadire, una volta di più, che il nostro nemico non è a Mosca e non è a Pechino, ma è a Bruxelles. Il nostro nemico è chi ci vuole trascinare nella Guerra, chiamandola ipocritamente pace, e adesso anzi spiegandoci che il riarmo a spese dei cittadini rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Ancora una volta, la situazione è tragica senza però riuscire in alcun modo a essere seria.

    Source:
    http://youtube.com/post/UgkxQqr2CkA-gSWYvx5EJn0je39fnpfCNhpx?si=AIC-QL-E3uL1b5qk
    La vestale del neoliberismo europeo Ursula von der Leyen e il presidente del partito popolare europeo, Weber (da non confondersi in alcun modo con il grande filosofo), hanno recentemente dichiarato che il demenziale programma rearm Europe potrebbe costituire per l'Italia "una grande opportunità". La scena, tragicamente comica, ricorda inevitabilmente quella del gatto e la volpe che, nel celebre libro di Collodi, provano a persuadere l'ingenuo Pinocchio a seppellire le proprie monete nel campo miracoloso della città di Acchiappacitrulli affinché, in poco tempo, si moltiplichino a suo beneficio. Nel tempo in cui ormai Orwell stesso appare come un dilettante rispetto a una realtà che ha superato la fantasia distopica, non soltanto ci spiegano con zelo che la guerra è pace ("guerra è pace", variando il titolo del capolavoro di Tolstoj): adesso ci insegnano pure che sprecare i soldi per le armi, evitando accuratamente di investirli nella sanità e nell'istruzione pubbliche, rappresenta una grande opportunità per l'Italia. Forse per le industrie belliche italiane, ci permettiamo di precisare. Non certo per i lavoratori, per i ceti medi e per le classi nazionali popolari, che con ogni probabilità dovranno anzi finanziare di tasca propria il folle programma di riarmo con cui l'Unione Europea dice di volersi difendere da una aggressione inventata dai menestrelli dell'ordine mentale dominante con il solo scopo di giustificare gli investimenti nel capitale finanziario. L'abbiamo detto infinite volte: se la Russia avesse realmente voluto invadere l'Europa, l'avrebbe già fatto, senza attendere il suo riarmo. La verità è che è semmai l'Europa che vuole continuare sciaguratamente a provocare la Russia magari fino al punto da costringerla ad attaccare davvero l'Europa stessa. Ciò mi permette di ribadire, una volta di più, che il nostro nemico non è a Mosca e non è a Pechino, ma è a Bruxelles. Il nostro nemico è chi ci vuole trascinare nella Guerra, chiamandola ipocritamente pace, e adesso anzi spiegandoci che il riarmo a spese dei cittadini rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Ancora una volta, la situazione è tragica senza però riuscire in alcun modo a essere seria. Source: http://youtube.com/post/UgkxQqr2CkA-gSWYvx5EJn0je39fnpfCNhpx?si=AIC-QL-E3uL1b5qk
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  • "L'inventore del "tampone" (test PCR) Kari Mullis era uno spirito libero e ribelle.

    Vinse il premio Nobel per la chimica nel '93, ma non fu mai parte del sistema.

    Detestava Anthony Fauci. Diceva di lui che non è uno scienziato, non sa nemmeno usare un microscopio elettronico, è soltanto un alto funzionario che fa quello che gli dicono di fare.

    Del tampone come strumento diagnostico in assenza di sintomi Kari Mullis disse sempre di non fidarsi, perché aumentando progressivamente la sensibilità si può trovare un po' tutto a tutti (in Italia si usavano livelli di sensibilità centinaia di volte superiori al massimo consigliato dalla stessa OMS). Inoltre Mullis spiegava che il tampone non serve per stabilire quanto circola un virus in una popolazione, perché più test si fanno, più casi risultano.

    Poco prima dell'inizio ufficiale della pandemia, nell'ottobre del 2019, il WEF, la Johns Hopkins University e Bill & Melinda Gates Foundation organizzarono a New York l' "Evento 201", la simulazione di una pandemia da coronavirus.

    Si collaudo' un piano, messo a punto dall'Imperial College di Londra, che prevedeva, anzitutto, di terrorizzare la popolazione, anche con attori, scene e notizie false, la sospensione delle libertà, un durissimo controllo sociale e la repressione del dissenso. Dovevano poi seguire spietati lockdown e coprifuoco, poi test di massa, green pass, e infine vaccinazione forzata mondiale.

    Stranamente è proprio quello che poi avvenne qualche mese dopo soprattutto in alcuni Paesi, come Italia, Israele, Canada e Nuova Zelanda.
    Oggi sappiamo che quella
    strategia era CRIMINALE, peggiorò le cose rispetto ai Paesi che lasciarono libertà e libera scelta vaccinale, inflisse inutili sofferenze alla popolazione criminalizzata perché "renitente", e provocò milioni di effetti avversi alla vaccinazione.

    Kari Mullis sarebbe stato sicuramente contrario. Avrebbe gridato che era una follia e che i tamponi in massa non servono a nulla. E senza i tamponi non avrebbero potuto far credere che tanta gente che moriva per tutt'altra causa fosse morta di covid solo perché positiva al tampone sul letto di morte. E non avrebbero potuto neanche terrorizzare e spaccare le famiglie, criminalizzando e isolando persone SANE con la balla del malato asintomatico ma contagioso.
    Kari Mullis sarebbe stato dei nostri, e probabilmente la storia del mondo sarebbe stata diversa.

    I falsi debunker di regime hanno tentato di mistificarne il pensiero, ma sfortunatamente per loro ci sono le interviste e le dichiarazioni pubbliche, mai smentite dai famigliari né dai collaboratori.

    Kari Mullis morì nell'agosto del 2019, quando l'Evento 201 era certamente già in fase di progetto, ma due mesi prima della sua ufficializzazione."

    Mimmo Mizzi
    "L'inventore del "tampone" (test PCR) Kari Mullis era uno spirito libero e ribelle. Vinse il premio Nobel per la chimica nel '93, ma non fu mai parte del sistema. Detestava Anthony Fauci. Diceva di lui che non è uno scienziato, non sa nemmeno usare un microscopio elettronico, è soltanto un alto funzionario che fa quello che gli dicono di fare. Del tampone come strumento diagnostico in assenza di sintomi Kari Mullis disse sempre di non fidarsi, perché aumentando progressivamente la sensibilità si può trovare un po' tutto a tutti (in Italia si usavano livelli di sensibilità centinaia di volte superiori al massimo consigliato dalla stessa OMS). Inoltre Mullis spiegava che il tampone non serve per stabilire quanto circola un virus in una popolazione, perché più test si fanno, più casi risultano. Poco prima dell'inizio ufficiale della pandemia, nell'ottobre del 2019, il WEF, la Johns Hopkins University e Bill & Melinda Gates Foundation organizzarono a New York l' "Evento 201", la simulazione di una pandemia da coronavirus. Si collaudo' un piano, messo a punto dall'Imperial College di Londra, che prevedeva, anzitutto, di terrorizzare la popolazione, anche con attori, scene e notizie false, la sospensione delle libertà, un durissimo controllo sociale e la repressione del dissenso. Dovevano poi seguire spietati lockdown e coprifuoco, poi test di massa, green pass, e infine vaccinazione forzata mondiale. Stranamente è proprio quello che poi avvenne qualche mese dopo soprattutto in alcuni Paesi, come Italia, Israele, Canada e Nuova Zelanda. Oggi sappiamo che quella strategia era CRIMINALE, peggiorò le cose rispetto ai Paesi che lasciarono libertà e libera scelta vaccinale, inflisse inutili sofferenze alla popolazione criminalizzata perché "renitente", e provocò milioni di effetti avversi alla vaccinazione. Kari Mullis sarebbe stato sicuramente contrario. Avrebbe gridato che era una follia e che i tamponi in massa non servono a nulla. E senza i tamponi non avrebbero potuto far credere che tanta gente che moriva per tutt'altra causa fosse morta di covid solo perché positiva al tampone sul letto di morte. E non avrebbero potuto neanche terrorizzare e spaccare le famiglie, criminalizzando e isolando persone SANE con la balla del malato asintomatico ma contagioso. Kari Mullis sarebbe stato dei nostri, e probabilmente la storia del mondo sarebbe stata diversa. I falsi debunker di regime hanno tentato di mistificarne il pensiero, ma sfortunatamente per loro ci sono le interviste e le dichiarazioni pubbliche, mai smentite dai famigliari né dai collaboratori. Kari Mullis morì nell'agosto del 2019, quando l'Evento 201 era certamente già in fase di progetto, ma due mesi prima della sua ufficializzazione." Mimmo Mizzi
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  • URBANISTOPOLI: LAVORATORI-CAPRI ESPIATORI, POLITICI INTOCCABILI (Com. Sind. l.300.1970)
    La bufera di articoli, video, inchieste, voci che si accavallano in questi giorni riguardanti le accresciute responsabilità e reati ascrivibili a tre colleghi con l’arresto ai domiciliari del nostro ex direttore Oggioni ha lasciato tutti i lavoratori del Comune di Milano interdetti. E’ necessario però, anche vista la ormai massiccia presenza di colleghi neoassunti dal 2018 ad oggi, che non conoscono gli antefatti riguardanti la nostra direzione, porre dei punti fermi che possano essere utilizzati da chiave di lettura a quanto sta succedendo alla Direzione Urbanistica, infaustamente ridenominata 'Rigenerazione Urbana'.
    #Fintincreduli
    Sentire nel consiglio comunale dello scorso lunedì i vertici dell’amministrazione definire ‘mele marce’ i colleghi indagati senza specificare chi, apre un interrogativo sulla decisione del Comune di non costituirsi parte civile nei procedimenti avviati, scelta che sembra essere confermata anche per il processo Park Tower di Crescenzago/Parco Lambro, ma non è chiaro se verrà mantenuta. A tal proposito giovedì scorso si è svolta una riunione lampo nell’androne del sesto piano, in cui il neodirettore Lippi si è detto disponibile a verificare tali affermazioni e a farci conoscere l’esito. Noi lavoratori, finora silenti sia attraverso i singoli che in merito a comunicati ufficiali delle Organizzazioni Sindacali, non possiamo però continuare a non rispondere allo stupore simulato, a quel finto ‘noi non sapevamo’ che accomuna molti dei responsabili decisionali dell’Edilizia e dell’Urbanistica degli ultimi 15 anni e la maggior parte dei giornalisti. Dove hanno vissuto costoro dal 2011 ad oggi? Se anche fossero dimostrate le accuse ai colleghi, evento tutto da verificare, si tratterebbe comunque di esecutori. Chi materialmente ha commesso un reato, non accorgendosi nemmeno che fosse tale. Ma quando verranno individuati i mandanti? Cioè i veri responsabili di quanto sta succedendo? Tra politici che hanno deliberato un PGT che non ha tenuto in nessuna considerazione le norme che vengono oggi contestate ai lavoratori, esponendoli a rischi erariali e legali esiziali. Tra i ‘tecnici’ presenti nelle 3 Giunte che si sono succedute dal mandato Pisapia-De Cesaris, tra cui annoveriamo avvocati di primo livello, docenti del Politecnico, architetti di fama internazionale. Molti di loro, inoltre, sono passati da un ruolo pubblico a funzioni private, molto spesso nei campi urbanistico, edilizio, costruttivo-finanziario, senza che nessuno abbia mai avuto nulla da obiettare. Sappiamo bene che i dipendenti, anche i dirigenti, non hanno poteri di libera scelta discrezionale ma si attivano su input di Sindaci, Assessori Direttori generali, cioè dei vertici dell’amministrazione. L’indirizzo è sempre frutto di scelte politiche, l’impulso decisionale viene dai vertici non promana da un lavoratore pur dirigente che sia. Per quale motivo indagini, opinione pubblica e campagne stampa puntano il dito sempre e solo contro gli esecutori, cioè l’anello debole della catena di comando?
    #CommissionePaesaggio & #ConfittidiInteresse
    I particolari più compromettenti che stanno emergendo dalle indagini sono concentrati soprattutto sulla Commissione per il paesaggio e i plurimi conflitti di interesse presenti al suo interno. Un organismo nominato dal Sindaco in cui emergono commistioni tanto evidenti che anche un ragazzino di prima media, inserendo i nomi dei componenti su google poteva individuarli, non da adesso ma da almeno 15 anni. Legami così evidenti che se le redazioni e i giornalisti che stanno pubblicando decine di pagine oggi, avessero approfondito prima, avrebbero potuto davvero evitare la figuraccia che sta ricadendo sugli incolpevoli dipendenti. Anche qui è necessario un approfondimento. Il garante dell’anticorruzione del Comune di Milano dov’era quando mariti e mogli si scambiavano i ruoli di presentatore e giudice delle pratiche inoltrate? Dove quando architetti con decine di pratiche in corso nella stessa città, erano chiamati a decidere di pratiche simili di colleghi e soci? Che tipo di indipendenza può avere un organo composto da ingegneri e architetti coinvolti per interessi propri nelle pratiche edilizie, presentate da altri architetti e ingegneri che devono valutare sotto profili ampiamente discrezionali? E soprattutto, come può un dirigente che ha svolto questo ruolo per anni dentro l’edilizia del Comune di Milano, diventare membro della Commissione per il Paesaggio senza che nessuno dei responsabili dei controlli interni del Comune di Milano, nessun dei 46 consiglieri comunali, nessuno degli 8 assessori in Giunta, abbia avuto delle note da opporre quantomeno di opportunità.
    #Municipi: chi li ha visti?
    Ma veniamo anche ai Municipi visto che dal territorio provengono il 90% degli esposti collettivi che hanno portato la Procura ad approfondimenti che durano ormai da oltre due anni, come successo per i palazzoni bordo Parco delle cave le residenze Lac di via Cancano a Baggio (in foto). Il neonato regolamento di Municipio nonostante le roboanti dichiarazioni al momento della sua creazione non ha prodotto nessun correttivo in tema urbanistico. Sarebbe bastato rendere pubbliche e con un calendario diffuso le sedute della Commissione del paesaggio quando chiamata a decidere su progetti molto impattanti sulla vita dei quartieri e dei suoi abitanti, legando maggiormente il parere del rappresentante del Municipio alla decisione finale. Provocando una partecipazione vera dei cittadini interessati, capace di evidenziare quell’opposizione che si è poi scaricata nelle cancellerie del tribunale inguaiando i dipendenti comunali. Invece no, anche in questo caso il rappresentante del Municipio eletto dai cittadini non ha nessun potere in commissione. Anche in questo caso la responsabilità ultima di interventi che vengono contestati da comitati e cittadini ricade per la vulgata comune sui lavoratori. Quasi fossimo noi a produrre fotomontaggi e render amazzonici, pieni di alberi di alto fusto e verde pubblicati per anni dai giornali e siti ‘amici’ del Comune (da Repubblica, a Urban Files a Corriere) e megafonati dall’ufficio stampa a nascondere alti palazzoni e imbarazzanti volumetrie che emergono puntualmente alla fine dei cantieri, spesso provocando l’indignazione dei residenti.
    #LeResponsabilità del Comune
    In due anni e mezzo di articoli sui giornali, servizi dei tg e approfondimenti, il Comune di Milano nonostante i solleciti durante gli incontri con le organizzazioni sindacali, non ha svolto nessuna campagna di informazione, nessun comunicato che potesse render chiari cosa sia una SCIA o una SCIA alternativa al permesso di costruire, contribuendo col suo silenzio a ingenerare tra l’opinione pubblica il dubbio, il sospetto e le accuse di corruzione che ormai ci coinvolgono tutti, facendo venir meno l’autorevolezza non di qualche mela marcia come dichiarato dai vertici, ma di tutta la direzione Urbanistica con effetti letali sui lavoratori più esposti.
    La denuncia per diffamazione al giornalista Gianni Barbacetto deliberata dalla Giunta inoltre, non ha fatto altro che far moltiplicare l'attenzione sui casi, aumentando articoli, servizi televisivi e approfondimenti, oltre a rappresentare una inopportuna ammissione di colpa.
    Il mancato spostamento degli indagati dai loro uffici, come richiederebbe un minimo di buonsenso, oltre a rappresentare un rischio per tutti i 14 colleghi coinvolti ha avuto il pessimo risultato di aver peggiorato la situazione per due di loro, Carla Barone e Andrea Viaroli, che ora rischiano l'interdizione dai pubblici uffici.
    Non siamo noi dipendenti che abbiamo scritto sul d.p.r. 380.2001 e sulla l.r. 12.2005 che la demolizione e ricostruzione integrale di un edificio con forme, altezze e sagome diverse possa essere considerata una ristrutturazione, con un risparmio del 68% di oneri rispetto alla nuova costruzione. Così come non siamo noi lavoratori a non aver previsto nel PGT delle norme che impedissero, come invece è successo di fianco al parco Lambro e al Parco delle Cave, di edificare palazzi altri più di 60 metri di fronte a un Parco pubblico togliendo aria, luce e vedute alla fruizione pubblica senza nemmeno inoltrare una pec al presidente del Consiglio Comunale. Non siamo noi lavoratori ad aver prima promosso addirittura con convegni e poi esaltato l’idea della ‘Città che sale’ così osteggiata da comitati cittadini e magistrati, ma siamo solo colpevoli di aver firmato per lavoro atti che dessero sostanza a questo input, una scelta che lo ripetiamo è sempre politica. Così come non siamo noi ad aver previsto che le coperture di box ed edifici sotterranei andassero computate nel ‘verde’ quasi che fossero boschi e non semplice verde estetico di nessun valore ecosistemico o naturalistico. Non siamo stati noi neppure a escludere nei calcoli sulle volumetrie massime da edificare, Housing sociale e funzioni simili, come sta succedendo nel cantiere di via dei Rospigliosi a San Siro, quasi che i palazzoni con quella destinazione d’uso fossero trasparenti e lasciassero passare l’aria, la luce indispensabili per il rispetto dei quartieri e degli abitanti che hanno la sfortuna di viverci accanto.
    Non possiamo sapere come si evolveranno le indagini ma è importante definire in maniera precisa le responsabilità.
    Quando verranno indagati e chiamati a processo i decisori?
    URBANISTOPOLI: LAVORATORI-CAPRI ESPIATORI, POLITICI INTOCCABILI (Com. Sind. l.300.1970) La bufera di articoli, video, inchieste, voci che si accavallano in questi giorni riguardanti le accresciute responsabilità e reati ascrivibili a tre colleghi con l’arresto ai domiciliari del nostro ex direttore Oggioni ha lasciato tutti i lavoratori del Comune di Milano interdetti. E’ necessario però, anche vista la ormai massiccia presenza di colleghi neoassunti dal 2018 ad oggi, che non conoscono gli antefatti riguardanti la nostra direzione, porre dei punti fermi che possano essere utilizzati da chiave di lettura a quanto sta succedendo alla Direzione Urbanistica, infaustamente ridenominata 'Rigenerazione Urbana'. #Fintincreduli Sentire nel consiglio comunale dello scorso lunedì i vertici dell’amministrazione definire ‘mele marce’ i colleghi indagati senza specificare chi, apre un interrogativo sulla decisione del Comune di non costituirsi parte civile nei procedimenti avviati, scelta che sembra essere confermata anche per il processo Park Tower di Crescenzago/Parco Lambro, ma non è chiaro se verrà mantenuta. A tal proposito giovedì scorso si è svolta una riunione lampo nell’androne del sesto piano, in cui il neodirettore Lippi si è detto disponibile a verificare tali affermazioni e a farci conoscere l’esito. Noi lavoratori, finora silenti sia attraverso i singoli che in merito a comunicati ufficiali delle Organizzazioni Sindacali, non possiamo però continuare a non rispondere allo stupore simulato, a quel finto ‘noi non sapevamo’ che accomuna molti dei responsabili decisionali dell’Edilizia e dell’Urbanistica degli ultimi 15 anni e la maggior parte dei giornalisti. Dove hanno vissuto costoro dal 2011 ad oggi? Se anche fossero dimostrate le accuse ai colleghi, evento tutto da verificare, si tratterebbe comunque di esecutori. Chi materialmente ha commesso un reato, non accorgendosi nemmeno che fosse tale. Ma quando verranno individuati i mandanti? Cioè i veri responsabili di quanto sta succedendo? Tra politici che hanno deliberato un PGT che non ha tenuto in nessuna considerazione le norme che vengono oggi contestate ai lavoratori, esponendoli a rischi erariali e legali esiziali. Tra i ‘tecnici’ presenti nelle 3 Giunte che si sono succedute dal mandato Pisapia-De Cesaris, tra cui annoveriamo avvocati di primo livello, docenti del Politecnico, architetti di fama internazionale. Molti di loro, inoltre, sono passati da un ruolo pubblico a funzioni private, molto spesso nei campi urbanistico, edilizio, costruttivo-finanziario, senza che nessuno abbia mai avuto nulla da obiettare. Sappiamo bene che i dipendenti, anche i dirigenti, non hanno poteri di libera scelta discrezionale ma si attivano su input di Sindaci, Assessori Direttori generali, cioè dei vertici dell’amministrazione. L’indirizzo è sempre frutto di scelte politiche, l’impulso decisionale viene dai vertici non promana da un lavoratore pur dirigente che sia. Per quale motivo indagini, opinione pubblica e campagne stampa puntano il dito sempre e solo contro gli esecutori, cioè l’anello debole della catena di comando? #CommissionePaesaggio & #ConfittidiInteresse I particolari più compromettenti che stanno emergendo dalle indagini sono concentrati soprattutto sulla Commissione per il paesaggio e i plurimi conflitti di interesse presenti al suo interno. Un organismo nominato dal Sindaco in cui emergono commistioni tanto evidenti che anche un ragazzino di prima media, inserendo i nomi dei componenti su google poteva individuarli, non da adesso ma da almeno 15 anni. Legami così evidenti che se le redazioni e i giornalisti che stanno pubblicando decine di pagine oggi, avessero approfondito prima, avrebbero potuto davvero evitare la figuraccia che sta ricadendo sugli incolpevoli dipendenti. Anche qui è necessario un approfondimento. Il garante dell’anticorruzione del Comune di Milano dov’era quando mariti e mogli si scambiavano i ruoli di presentatore e giudice delle pratiche inoltrate? Dove quando architetti con decine di pratiche in corso nella stessa città, erano chiamati a decidere di pratiche simili di colleghi e soci? Che tipo di indipendenza può avere un organo composto da ingegneri e architetti coinvolti per interessi propri nelle pratiche edilizie, presentate da altri architetti e ingegneri che devono valutare sotto profili ampiamente discrezionali? E soprattutto, come può un dirigente che ha svolto questo ruolo per anni dentro l’edilizia del Comune di Milano, diventare membro della Commissione per il Paesaggio senza che nessuno dei responsabili dei controlli interni del Comune di Milano, nessun dei 46 consiglieri comunali, nessuno degli 8 assessori in Giunta, abbia avuto delle note da opporre quantomeno di opportunità. #Municipi: chi li ha visti? Ma veniamo anche ai Municipi visto che dal territorio provengono il 90% degli esposti collettivi che hanno portato la Procura ad approfondimenti che durano ormai da oltre due anni, come successo per i palazzoni bordo Parco delle cave le residenze Lac di via Cancano a Baggio (in foto). Il neonato regolamento di Municipio nonostante le roboanti dichiarazioni al momento della sua creazione non ha prodotto nessun correttivo in tema urbanistico. Sarebbe bastato rendere pubbliche e con un calendario diffuso le sedute della Commissione del paesaggio quando chiamata a decidere su progetti molto impattanti sulla vita dei quartieri e dei suoi abitanti, legando maggiormente il parere del rappresentante del Municipio alla decisione finale. Provocando una partecipazione vera dei cittadini interessati, capace di evidenziare quell’opposizione che si è poi scaricata nelle cancellerie del tribunale inguaiando i dipendenti comunali. Invece no, anche in questo caso il rappresentante del Municipio eletto dai cittadini non ha nessun potere in commissione. Anche in questo caso la responsabilità ultima di interventi che vengono contestati da comitati e cittadini ricade per la vulgata comune sui lavoratori. Quasi fossimo noi a produrre fotomontaggi e render amazzonici, pieni di alberi di alto fusto e verde pubblicati per anni dai giornali e siti ‘amici’ del Comune (da Repubblica, a Urban Files a Corriere) e megafonati dall’ufficio stampa a nascondere alti palazzoni e imbarazzanti volumetrie che emergono puntualmente alla fine dei cantieri, spesso provocando l’indignazione dei residenti. #LeResponsabilità del Comune In due anni e mezzo di articoli sui giornali, servizi dei tg e approfondimenti, il Comune di Milano nonostante i solleciti durante gli incontri con le organizzazioni sindacali, non ha svolto nessuna campagna di informazione, nessun comunicato che potesse render chiari cosa sia una SCIA o una SCIA alternativa al permesso di costruire, contribuendo col suo silenzio a ingenerare tra l’opinione pubblica il dubbio, il sospetto e le accuse di corruzione che ormai ci coinvolgono tutti, facendo venir meno l’autorevolezza non di qualche mela marcia come dichiarato dai vertici, ma di tutta la direzione Urbanistica con effetti letali sui lavoratori più esposti. La denuncia per diffamazione al giornalista Gianni Barbacetto deliberata dalla Giunta inoltre, non ha fatto altro che far moltiplicare l'attenzione sui casi, aumentando articoli, servizi televisivi e approfondimenti, oltre a rappresentare una inopportuna ammissione di colpa. Il mancato spostamento degli indagati dai loro uffici, come richiederebbe un minimo di buonsenso, oltre a rappresentare un rischio per tutti i 14 colleghi coinvolti ha avuto il pessimo risultato di aver peggiorato la situazione per due di loro, Carla Barone e Andrea Viaroli, che ora rischiano l'interdizione dai pubblici uffici. Non siamo noi dipendenti che abbiamo scritto sul d.p.r. 380.2001 e sulla l.r. 12.2005 che la demolizione e ricostruzione integrale di un edificio con forme, altezze e sagome diverse possa essere considerata una ristrutturazione, con un risparmio del 68% di oneri rispetto alla nuova costruzione. Così come non siamo noi lavoratori a non aver previsto nel PGT delle norme che impedissero, come invece è successo di fianco al parco Lambro e al Parco delle Cave, di edificare palazzi altri più di 60 metri di fronte a un Parco pubblico togliendo aria, luce e vedute alla fruizione pubblica senza nemmeno inoltrare una pec al presidente del Consiglio Comunale. Non siamo noi lavoratori ad aver prima promosso addirittura con convegni e poi esaltato l’idea della ‘Città che sale’ così osteggiata da comitati cittadini e magistrati, ma siamo solo colpevoli di aver firmato per lavoro atti che dessero sostanza a questo input, una scelta che lo ripetiamo è sempre politica. Così come non siamo noi ad aver previsto che le coperture di box ed edifici sotterranei andassero computate nel ‘verde’ quasi che fossero boschi e non semplice verde estetico di nessun valore ecosistemico o naturalistico. Non siamo stati noi neppure a escludere nei calcoli sulle volumetrie massime da edificare, Housing sociale e funzioni simili, come sta succedendo nel cantiere di via dei Rospigliosi a San Siro, quasi che i palazzoni con quella destinazione d’uso fossero trasparenti e lasciassero passare l’aria, la luce indispensabili per il rispetto dei quartieri e degli abitanti che hanno la sfortuna di viverci accanto. Non possiamo sapere come si evolveranno le indagini ma è importante definire in maniera precisa le responsabilità. Quando verranno indagati e chiamati a processo i decisori?
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  • TRUMP FERMA IL MASSACRO! Putin obbedisce all'ordine di Trump: migliaia di soldati ucraini salvati dal bagno di sangue del Deep State a Kursk!

    Trump ha appena infranto l'illusione. Il teatro di guerra accuratamente costruito in Ucraina sta cadendo a pezzi, e sta accadendo perché un uomo, il presidente Donald J. Trump, ha osato opporsi al cartello di guerra globalista e ha lanciato un appello umanitario diretto al presidente Vladimir Putin.

    Migliaia di soldati ucraini intrappolati nella regione di Kursk rischiavano l'annientamento. Non è mai stata una questione di se sarebbero stati annientati, ma di quando. Ma Trump è intervenuto e ha fermato il massacro, rivelando esattamente chi detiene il vero potere sulla scena mondiale. Non Biden. Non la NATO. Trump.

    Non si è trattato solo di una trattativa di cessate il fuoco, ma di una detonazione globale della verità, uno smascheramento delle mani insanguinate del Deep State. La narrazione attentamente coordinata di una "guerra giusta" contro l'aggressione russa è crollata sotto il peso dell'intervento di Trump. E per la prima volta, lo stesso Putin l'ha riconosciuto pubblicamente, non con un linguaggio vago, ma con chiarezza e intento.

    "Abbiamo letto l'appello odierno del Presidente Trump per risparmiare la vita dei militari dell'esercito ucraino nella regione di Kursk..."

    Lasciate che questo sedimenti. Putin non ha risposto a Biden, all'ONU o alla NATO. Ha risposto a Trump. Perché in realtà Biden è solo una facciata in putrefazione, un burattino installato da una macchina che ha perso il controllo nel momento in cui Trump è tornato al potere dietro le quinte. Ciò che è accaduto a Kursk non è solo uno sviluppo militare, è un messaggio al mondo: Trump è
    tornato e il regime di guerra globale sta crollando.

    Kursk: il massacro che doveva accadere

    La verità è orribile. Migliaia di soldati ucraini sono stati circondati dalle forze russe in un massiccio movimento a tenaglia, un'operazione preparata da tempo ed eseguita con spietata precisione. Questi soldati, molti dei quali arruolati, abbandonati e usati come carne da cannone dal regime di Zelensky, erano sul punto di essere annientati in quella che sarebbe stata la più grande carneficina sul campo di battaglia dalla seconda guerra mondiale. E questa non è una speculazione, è direttamente da Trump stesso:

    “MIGLIAIA DI TRUPPE UCRAINE SONO COMPLETAMENTE CIRCONDATE DALL'ESERCITO RUSSO… Ho chiesto con forza al Presidente Putin che le loro vite vengano risparmiate. Questo sarebbe un massacro orribile, uno che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale.”

    Questo massacro non è mai stato involontario. Faceva parte del piano. I globalisti VOLEVANO questo bagno di sangue. Volevano che fosse trasmesso in televisione. Volevano usarlo come leva emotiva per intensificare il coinvolgimento della NATO, innescare l'articolo 5 e innescare un conflitto globale in piena regola.

    La morte di questi soldati era un sacrificio necessario nel loro copione. E Zelensky, l'attore-presidente trasformatosi in dittatore fantoccio, era pronto a lasciarlo accadere. Perché non risponde al suo popolo, risponde alla stessa rete ombra che finanzia entrambe le parti di ogni guerra.

    Ma Trump ha distrutto la sceneggiatura.

    La risposta calcolata di Putin e perché ascolta Trump
    Putin non ha ignorato l'appello. Ma ha chiarito una cosa: le sue forze non stanno operando a caso. Ha dichiarato inequivocabilmente che i militanti ucraini hanno commesso numerosi crimini contro i civili, che la Russia classifica come terrorismo. Questo è importante. Perché ciò che Putin sta effettivamente facendo è esporre le atrocità nascoste che la stampa occidentale ha seppellito.
    Perché pensi che il blackout mediatico sull'accerchiamento di Kursk sia stato così assoluto? Perché la stampa mainstream ha fatto finta che non esistesse? Perché una volta che la verità viene a galla, ovvero che le forze dell'Ucraina non sono valorosi difensori ma strumenti del terrore armati e diretti dall'intelligence occidentale, l'intero castello di carte crolla.

    L'offerta condizionale di clemenza di Putin non è debolezza. È una mossa strategica calcolata per dare a Trump una leva politica, perché Putin sa che Trump non è controllato. Sa che Trump non è una marionetta della cabala bancaria Rothschild, dei parassiti di Davos o del complesso militare-industriale.

    "Siamo solidali con l'appello del Presidente Trump... Se depongono le armi e si arrendono, verrà loro garantita la vita e un trattamento dignitoso".

    Queste non sono solo parole. Questo è un segnale aperto di allineamento geopolitico. Mentre le élite occidentali fingono che Trump sia "fuori dal potere", Putin ha appena chiarito che Trump è l'unico leader con cui vale la pena parlare.

    Il cessate il fuoco – Un cavallo di Troia per la verità
    Siamo onesti. Il cessate il fuoco proposto di 30 giorni non riguarda la pace. Riguarda l'esposizione. Riguarda il ritardo del piano del Deep State abbastanza a lungo da far emergere altre verità, da far emergere altri tribunali militari, altri arresti di alto livello e altre informazioni riservate. Il tempismo è troppo perfetto per essere una coincidenza.

    Il team di Trump si sta muovendo rapidamente dietro le quinte. Ogni mossa è calcolata. Ogni appello, ogni post, ogni messaggio: non sono dichiarazioni pubbliche. Sono segnali militari. Questa non è solo una mossa politica: è parte di un'operazione più ampia per smantellare l'intera cabala che controlla questa guerra.

    Biden è completamente silenzioso perché non ha autorità. Zelensky è stato lasciato a secco. Nel momento in cui il comando ucraino si rifiuta di ordinare alle proprie truppe di arrendersi, la verità diventa innegabile: VOGLIONO CHE I PROPRI SOLDATI SIANO MORTI. E quando ciò accadrà, Trump li riterrà responsabili sulla scena mondiale.

    Il peggior incubo dello Stato profondo si sta realizzando
    Questo evento di Kursk è più grande di quanto chiunque possa immaginare. Segna un cambiamento. Il riconoscimento pubblico di Trump da parte di Putin, la comunicazione diretta, l'offerta di clemenza, il cessate il fuoco: è tutto un segnale. Un segnale che l'ordine globale sta crollando. I profittatori della guerra sono in preda al panico. I media corrotti non possono contenerlo.

    Ciò che volevano era l'escalation. Ciò che hanno ottenuto è stato Trump.

    Ciò che volevano era una morte di massa. Ciò che hanno ottenuto è stato un intervento umanitario che non possono manipolare o controllare.

    Ciò che volevano era la guerra totale. Ciò che ottennero fu il ritorno di una vera leadership, guidata da onore, strategia e chiarezza morale.

    Parola finale: Trump sta guidando il mondo dall'ombra
    Niente più illusioni. Trump non se n'è mai andato. Ha agito dietro le quinte, coordinando mosse globali che stanno rimodellando la storia. Questo cessate il fuoco di Kursk è opera sua. Non della NATO. Non dell'ONU. Non del Pentagono. Trump ha fatto la chiamata, e Putin ha risposto. Questo è il vero titolo. Questo è il messaggio che non sentirete sulla CNN.

    I globalisti hanno perso il controllo. La loro guerra sta crollando. La loro narrazione si sta disintegrando. E Trump è riemerso come l'unico uomo in grado di fermare l'apocalisse progettata che desideravano disperatamente.

    Kursk avrebbe dovuto essere un massacro. Invece, è diventato un simbolo della crescente influenza globale di Trump e dello sgretolamento di tutto ciò che il Deep State ha impiegato anni a costruire.

    La fine è vicina, ma non è quella che desideravano.

    Source: https://www.facebook.com/share/p/1B8mxwmGnU/
    TRUMP FERMA IL MASSACRO! Putin obbedisce all'ordine di Trump: migliaia di soldati ucraini salvati dal bagno di sangue del Deep State a Kursk! Trump ha appena infranto l'illusione. Il teatro di guerra accuratamente costruito in Ucraina sta cadendo a pezzi, e sta accadendo perché un uomo, il presidente Donald J. Trump, ha osato opporsi al cartello di guerra globalista e ha lanciato un appello umanitario diretto al presidente Vladimir Putin. Migliaia di soldati ucraini intrappolati nella regione di Kursk rischiavano l'annientamento. Non è mai stata una questione di se sarebbero stati annientati, ma di quando. Ma Trump è intervenuto e ha fermato il massacro, rivelando esattamente chi detiene il vero potere sulla scena mondiale. Non Biden. Non la NATO. Trump. Non si è trattato solo di una trattativa di cessate il fuoco, ma di una detonazione globale della verità, uno smascheramento delle mani insanguinate del Deep State. La narrazione attentamente coordinata di una "guerra giusta" contro l'aggressione russa è crollata sotto il peso dell'intervento di Trump. E per la prima volta, lo stesso Putin l'ha riconosciuto pubblicamente, non con un linguaggio vago, ma con chiarezza e intento. "Abbiamo letto l'appello odierno del Presidente Trump per risparmiare la vita dei militari dell'esercito ucraino nella regione di Kursk..." Lasciate che questo sedimenti. Putin non ha risposto a Biden, all'ONU o alla NATO. Ha risposto a Trump. Perché in realtà Biden è solo una facciata in putrefazione, un burattino installato da una macchina che ha perso il controllo nel momento in cui Trump è tornato al potere dietro le quinte. Ciò che è accaduto a Kursk non è solo uno sviluppo militare, è un messaggio al mondo: Trump è tornato e il regime di guerra globale sta crollando. Kursk: il massacro che doveva accadere La verità è orribile. Migliaia di soldati ucraini sono stati circondati dalle forze russe in un massiccio movimento a tenaglia, un'operazione preparata da tempo ed eseguita con spietata precisione. Questi soldati, molti dei quali arruolati, abbandonati e usati come carne da cannone dal regime di Zelensky, erano sul punto di essere annientati in quella che sarebbe stata la più grande carneficina sul campo di battaglia dalla seconda guerra mondiale. E questa non è una speculazione, è direttamente da Trump stesso: “MIGLIAIA DI TRUPPE UCRAINE SONO COMPLETAMENTE CIRCONDATE DALL'ESERCITO RUSSO… Ho chiesto con forza al Presidente Putin che le loro vite vengano risparmiate. Questo sarebbe un massacro orribile, uno che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale.” Questo massacro non è mai stato involontario. Faceva parte del piano. I globalisti VOLEVANO questo bagno di sangue. Volevano che fosse trasmesso in televisione. Volevano usarlo come leva emotiva per intensificare il coinvolgimento della NATO, innescare l'articolo 5 e innescare un conflitto globale in piena regola. La morte di questi soldati era un sacrificio necessario nel loro copione. E Zelensky, l'attore-presidente trasformatosi in dittatore fantoccio, era pronto a lasciarlo accadere. Perché non risponde al suo popolo, risponde alla stessa rete ombra che finanzia entrambe le parti di ogni guerra. Ma Trump ha distrutto la sceneggiatura. La risposta calcolata di Putin e perché ascolta Trump Putin non ha ignorato l'appello. Ma ha chiarito una cosa: le sue forze non stanno operando a caso. Ha dichiarato inequivocabilmente che i militanti ucraini hanno commesso numerosi crimini contro i civili, che la Russia classifica come terrorismo. Questo è importante. Perché ciò che Putin sta effettivamente facendo è esporre le atrocità nascoste che la stampa occidentale ha seppellito. Perché pensi che il blackout mediatico sull'accerchiamento di Kursk sia stato così assoluto? Perché la stampa mainstream ha fatto finta che non esistesse? Perché una volta che la verità viene a galla, ovvero che le forze dell'Ucraina non sono valorosi difensori ma strumenti del terrore armati e diretti dall'intelligence occidentale, l'intero castello di carte crolla. L'offerta condizionale di clemenza di Putin non è debolezza. È una mossa strategica calcolata per dare a Trump una leva politica, perché Putin sa che Trump non è controllato. Sa che Trump non è una marionetta della cabala bancaria Rothschild, dei parassiti di Davos o del complesso militare-industriale. "Siamo solidali con l'appello del Presidente Trump... Se depongono le armi e si arrendono, verrà loro garantita la vita e un trattamento dignitoso". Queste non sono solo parole. Questo è un segnale aperto di allineamento geopolitico. Mentre le élite occidentali fingono che Trump sia "fuori dal potere", Putin ha appena chiarito che Trump è l'unico leader con cui vale la pena parlare. Il cessate il fuoco – Un cavallo di Troia per la verità Siamo onesti. Il cessate il fuoco proposto di 30 giorni non riguarda la pace. Riguarda l'esposizione. Riguarda il ritardo del piano del Deep State abbastanza a lungo da far emergere altre verità, da far emergere altri tribunali militari, altri arresti di alto livello e altre informazioni riservate. Il tempismo è troppo perfetto per essere una coincidenza. Il team di Trump si sta muovendo rapidamente dietro le quinte. Ogni mossa è calcolata. Ogni appello, ogni post, ogni messaggio: non sono dichiarazioni pubbliche. Sono segnali militari. Questa non è solo una mossa politica: è parte di un'operazione più ampia per smantellare l'intera cabala che controlla questa guerra. Biden è completamente silenzioso perché non ha autorità. Zelensky è stato lasciato a secco. Nel momento in cui il comando ucraino si rifiuta di ordinare alle proprie truppe di arrendersi, la verità diventa innegabile: VOGLIONO CHE I PROPRI SOLDATI SIANO MORTI. E quando ciò accadrà, Trump li riterrà responsabili sulla scena mondiale. Il peggior incubo dello Stato profondo si sta realizzando Questo evento di Kursk è più grande di quanto chiunque possa immaginare. Segna un cambiamento. Il riconoscimento pubblico di Trump da parte di Putin, la comunicazione diretta, l'offerta di clemenza, il cessate il fuoco: è tutto un segnale. Un segnale che l'ordine globale sta crollando. I profittatori della guerra sono in preda al panico. I media corrotti non possono contenerlo. Ciò che volevano era l'escalation. Ciò che hanno ottenuto è stato Trump. Ciò che volevano era una morte di massa. Ciò che hanno ottenuto è stato un intervento umanitario che non possono manipolare o controllare. Ciò che volevano era la guerra totale. Ciò che ottennero fu il ritorno di una vera leadership, guidata da onore, strategia e chiarezza morale. Parola finale: Trump sta guidando il mondo dall'ombra Niente più illusioni. Trump non se n'è mai andato. Ha agito dietro le quinte, coordinando mosse globali che stanno rimodellando la storia. Questo cessate il fuoco di Kursk è opera sua. Non della NATO. Non dell'ONU. Non del Pentagono. Trump ha fatto la chiamata, e Putin ha risposto. Questo è il vero titolo. Questo è il messaggio che non sentirete sulla CNN. I globalisti hanno perso il controllo. La loro guerra sta crollando. La loro narrazione si sta disintegrando. E Trump è riemerso come l'unico uomo in grado di fermare l'apocalisse progettata che desideravano disperatamente. Kursk avrebbe dovuto essere un massacro. Invece, è diventato un simbolo della crescente influenza globale di Trump e dello sgretolamento di tutto ciò che il Deep State ha impiegato anni a costruire. La fine è vicina, ma non è quella che desideravano. Source: https://www.facebook.com/share/p/1B8mxwmGnU/
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  • Le rane in paradiso
    Di Marco Travaglio

    Provate a chiedere a ChatGpt, cioè all’intelligenza artificiale, come si è evoluta in questi tre anni la percezione europea del conflitto in Ucraina. La risposta dovrebbero leggerla tutti i deficienti naturali che governano o sostengono la cosiddetta Europa, incapaci di uscire dal tunnel della droga bellicista. Eccola: “L’Europa è passata da un’iniziale posizione di prudenza a un dibattito sempre più aperto su misure sempre più offensive che in precedenza sarebbero state considerate impensabili”. Un’escalation infinita a tappe: ecco le principali.

    1. No al coinvolgimento militare diretto: solo aiuti umanitari e civili all’Ucraina, accoglienza ai profughi e sanzioni alla Russia.

    2. Aiuti militari, ma solo con armi leggere e difensive (droni, missili anticarro Javelin americani e sistemi di difesa aerea portatili), per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasore russo fino alla conclusione dei negoziati in corso a Istanbul.

    3. Armi pesanti e offensive come gli Himars e i carri armati Leopard 2 e Abrams, ma anche gli ordigni all’uranio impoverito e le bombe a grappolo, per aiutare l’Ucraina, che ha abbandonato i negoziati di Istanbul, a sconfiggere militarmente la Russia.

    4. Cacciabombardieri F-16 e missili a lungo raggio come gli Storm Shadow britannici e gli Atacms americani, ma solo per attaccare le truppe russe in territorio ucraino.

    5. Missili a lungo raggio anche per attaccare le basi russe in territorio russo, ma solo quelle a ridosso del confine ucraino da cui partono gli attacchi all’Ucraina.

    6. Missili a lungo raggio anche per attaccare obiettivi russi militari e civili in tutto il territorio russo, anche in estrema profondità.

    7. Invio di truppe in Ucraina proposto dal presidente francese Macron, dal governo polacco e da quelli baltici, ma ultimamente anche da quello britannico del premier Starmer.

    8. Riarmo degli Stati europei per 800 miliardi con debiti svincolati dal Patto di Stabilità. E nucleare europeo in funzione di deterrenza anti-russa con un coordinamento più stretto fra le potenze atomiche europee (Francia e Regno Unito) e quelle che aspirano a diventarlo (Germania, Polonia e Repubbliche baltiche), o addirittura col riarmo anche nucleare di tutta la Ue sul modello Nato.

    Viene in mente la metafora della rana nella pentola: se la getti subito nell’acqua bollente, quella salta fuori all’istante; se invece la butti in acqua fredda e alzi pian piano la temperatura, la rana si adatta gradualmente al calore e, quando l’acqua si fa rovente, non ha più la forza di salvarsi schizzando fuori. E muore lessata.

    Ah, dimenticavo: la rana siamo noi.

    Giorgio Bianchi
    Le rane in paradiso Di Marco Travaglio Provate a chiedere a ChatGpt, cioè all’intelligenza artificiale, come si è evoluta in questi tre anni la percezione europea del conflitto in Ucraina. La risposta dovrebbero leggerla tutti i deficienti naturali che governano o sostengono la cosiddetta Europa, incapaci di uscire dal tunnel della droga bellicista. Eccola: “L’Europa è passata da un’iniziale posizione di prudenza a un dibattito sempre più aperto su misure sempre più offensive che in precedenza sarebbero state considerate impensabili”. Un’escalation infinita a tappe: ecco le principali. 1. No al coinvolgimento militare diretto: solo aiuti umanitari e civili all’Ucraina, accoglienza ai profughi e sanzioni alla Russia. 2. Aiuti militari, ma solo con armi leggere e difensive (droni, missili anticarro Javelin americani e sistemi di difesa aerea portatili), per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasore russo fino alla conclusione dei negoziati in corso a Istanbul. 3. Armi pesanti e offensive come gli Himars e i carri armati Leopard 2 e Abrams, ma anche gli ordigni all’uranio impoverito e le bombe a grappolo, per aiutare l’Ucraina, che ha abbandonato i negoziati di Istanbul, a sconfiggere militarmente la Russia. 4. Cacciabombardieri F-16 e missili a lungo raggio come gli Storm Shadow britannici e gli Atacms americani, ma solo per attaccare le truppe russe in territorio ucraino. 5. Missili a lungo raggio anche per attaccare le basi russe in territorio russo, ma solo quelle a ridosso del confine ucraino da cui partono gli attacchi all’Ucraina. 6. Missili a lungo raggio anche per attaccare obiettivi russi militari e civili in tutto il territorio russo, anche in estrema profondità. 7. Invio di truppe in Ucraina proposto dal presidente francese Macron, dal governo polacco e da quelli baltici, ma ultimamente anche da quello britannico del premier Starmer. 8. Riarmo degli Stati europei per 800 miliardi con debiti svincolati dal Patto di Stabilità. E nucleare europeo in funzione di deterrenza anti-russa con un coordinamento più stretto fra le potenze atomiche europee (Francia e Regno Unito) e quelle che aspirano a diventarlo (Germania, Polonia e Repubbliche baltiche), o addirittura col riarmo anche nucleare di tutta la Ue sul modello Nato. Viene in mente la metafora della rana nella pentola: se la getti subito nell’acqua bollente, quella salta fuori all’istante; se invece la butti in acqua fredda e alzi pian piano la temperatura, la rana si adatta gradualmente al calore e, quando l’acqua si fa rovente, non ha più la forza di salvarsi schizzando fuori. E muore lessata. Ah, dimenticavo: la rana siamo noi. Giorgio Bianchi
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  • Per anni, è stato acclamato come eroe.
    Per alcuni, lo è ancora. Ora è esposto.
    Ecco la storia dell'Ucraina & Volodomyr Zelenskyy che non sentirete dai media.
    Zelenskyy non ha mai avuto le carte per giocare. Non è un leader coraggioso che comanda. È un uomo disperato, aggrappato al potere in un regime al collasso, sostenuto dal denaro, armi e propaganda occidentali; con l'Ucraina che perde la guerra delle pubbliche relazioni e la guerra vera, ... ora è nel panico.
    L'Ucraina non era un attore indipendente in questa guerra.
    I veri power broker sono a Washington, Bruxelles e Londra, a giocare ai loro giochi geopolitici.
    Questa guerra è stata progettata per indebolire la Russia.
    Per capirlo bisogna capire la storia che non ti racconteranno mai.
    Ucraina e Russia sono legate insieme da oltre 1000 anni. Kiev, la capitale dell'Ucraina, un tempo il cuore della Russia di Kiev, il primo grande stato slavo, che gettò le basi per la stessa Russia. Il nome stesso dell'Ucraina significa "terra di confine" - che significa terra di confine con la Russia.
    Per secoli è stata parte integrante dell'Impero russo, non una nazione "oppressa". Anche durante l'era sovietica, l'Ucraina non era occupata, era centrale per l'URSS. Anche il leader sovietico Nikita Khrushchev era ucraino.
    Quando l'URSS è crollata, l'Ucraina è diventata indipendente e Washington è intervenuta, non per aiutare l'Ucraina, ma per armarla contro la Russia.
    Gli Stati Uniti e la NATO hanno mentito a Gorbaciov, promettendo che non si sarebbero espansi "un centimetro verso est. " Eppure la NATO si è trasferita in Polonia e negli Stati Baltici.
    L'Ucraina è stato il premio definitivo della NATO.
    L'Occidente ha versato miliardi in Ucraina, finanziando gruppi politici pro-NATO, ONG e media per la produzione di uno stato anti-russo.
    Nel 2004, la CIA ha sostenuto la "Rivoluzione arancione", rovesciando un'elezione che ha favorito un candidato filo-russo.
    Il vero colpo di stato è arrivato nel 2014.
    Il presidente democraticamente eletto dell'Ucraina, Viktor Yanukovych, respinse un accordo commerciale dell'UE che avrebbe distrutto l'economia dell'Ucraina. Questo era inaccettabile per Washington. Così l'hanno rimosso tramite una rivoluzione completamente fabbricata.
    La cosiddetta "Rivoluzione Maidan" non era un movimento popolare. È stato un colpo di stato sostenuto dalla CIA, orchestrato da funzionari come Victoria Nuland. Washington è stata così sfacciata, che la Nuland è stata persino accusata (una telefonata intercettata), che indicava il prossimo leader dell'Ucraina prima che Yanukovych se ne andasse.
    Le folle violente che hanno preso Kiev non erano manifestanti pacifici. Erano guidati da gruppi neonazisti come il Battaglione Azov, gruppi che celebrano apertamente i collaboratori nazisti e indossano le insegne delle SS.
    Questi stessi gruppi ora ricevono armi occidentali.
    Il regime post-colpo ha poi vietato la lingua russa, attaccando direttamente milioni di ucraini russofoni nell'est.
    Ecco quando Donbass & Crimea hanno detto basta. La Crimea ha tenuto un referendum - oltre il 90% ha votato per tornare in Russia. Anche il Donbass ha votato per l'indipendenza.
    Il popolo del Donbass rifiutò Kiev, ma Kiev non voleva lasciarli andare. Invece, hanno lanciato una guerra brutale contro il proprio popolo, bombardando civili per otto anni. Dov'era l'indignazione occidentale? Da nessuna parte!
    E Zelenskyy? Chi è? È un leader indipensante venuto dal nulla o è stato installato?
    Covert Action ha riferito che, nel 2020, Zelenskyy incontrò segretamente il capo dell'MI6 Richard Moore.
    Perché un presidente straniero dovrebbe incontrare la principale spia del Regno Unito invece che il suo primo ministro?
    Zelenskyy è una risorsa britannica? Secondo quanto riportato, è protetto personalmente dalla sicurezza britannica, non ucraina. Quando visitò il Vaticano, snobbò il Papa e incontrò un vescovo britannico. Indovina chi era? Richard Moore dell'MI6 di nuovo! Che coincidenza.
    Prima della politica, Zelenskyy era un comico e attore, letteralmente interpretava il presidente in uno show televisivo. Poi, con l'aiuto delle squadre di PR occidentali, la finzione è diventata realtà.
    La sua campagna è stata finanziata dall'oligarca Ihor Kolomoisky, che possedeva la più grande compagnia petrolifera e banca ucraina.
    Una volta al potere, la priorità di Zelenskyy non era combattere la corruzione, ma assicurarsi che BlackRock e le banche occidentali prendessero il controllo dell'economia ucraina.
    Nel frattempo, ha incanalato milioni in conti offshore, e si presume abbia acquisito una villa da 34 milioni di dollari a Miami e un appartamento £multi a Londra. Cosa è successo dopo?
    Nel 2022, la NATO aveva armato l'Ucraina fino ai denti, e Kiev aveva accumulato forze vicino al Donbass.
    La Russia aveva una scelta:
    - Lasciare che il Donbass affrontasse una pulizia etnica... consentendo alla NATO di trasformare l'Ucraina in una base militare ..... Oppure......................Intervenire.
    Sono infatti intervenuti, proprio come farebbero altre nazioni in quelle circostanze.

    Ma i media cosa hanno fatto??????
    I media hanno urlato "invasione non provocata. ” Ma l'espansione della NATO, il colpo di stato del 2014, gli otto anni di guerra al Donbass, questa guerra è stata provocata in ogni momento.

    L'Ucraina è stata creata come una pedina.

    Conclusione:
    Con l'Ucraina che perde, Zelenskyy viene abbandonato. Donald Trump gli ha detto: "Non hai le carte " e ha ragione. Questa guerra è stata progettata. L'Ucraina aveva bisogno di un intervento occidentale per vincere e questo avrebbe significato che la terza guerra mondiale sarebbe/potrebbe essere inevitabile.
    È giunta l'ora che il mondo si svegli con questa realtà.
    La guerra in Ucraina è stata volutamente provocata dall'Occidente. Zelenskyy è solo un altro burattino - il suo tempo sta per scadere... e Trump lo sa.
    La domanda è: vedi la verità ora? O lo vedi ancora come un eroe?

    G. W.
    Per anni, è stato acclamato come eroe. Per alcuni, lo è ancora. Ora è esposto. Ecco la storia dell'Ucraina & Volodomyr Zelenskyy che non sentirete dai media. Zelenskyy non ha mai avuto le carte per giocare. Non è un leader coraggioso che comanda. È un uomo disperato, aggrappato al potere in un regime al collasso, sostenuto dal denaro, armi e propaganda occidentali; con l'Ucraina che perde la guerra delle pubbliche relazioni e la guerra vera, ... ora è nel panico. L'Ucraina non era un attore indipendente in questa guerra. I veri power broker sono a Washington, Bruxelles e Londra, a giocare ai loro giochi geopolitici. Questa guerra è stata progettata per indebolire la Russia. Per capirlo bisogna capire la storia che non ti racconteranno mai. Ucraina e Russia sono legate insieme da oltre 1000 anni. Kiev, la capitale dell'Ucraina, un tempo il cuore della Russia di Kiev, il primo grande stato slavo, che gettò le basi per la stessa Russia. Il nome stesso dell'Ucraina significa "terra di confine" - che significa terra di confine con la Russia. Per secoli è stata parte integrante dell'Impero russo, non una nazione "oppressa". Anche durante l'era sovietica, l'Ucraina non era occupata, era centrale per l'URSS. Anche il leader sovietico Nikita Khrushchev era ucraino. Quando l'URSS è crollata, l'Ucraina è diventata indipendente e Washington è intervenuta, non per aiutare l'Ucraina, ma per armarla contro la Russia. Gli Stati Uniti e la NATO hanno mentito a Gorbaciov, promettendo che non si sarebbero espansi "un centimetro verso est. " Eppure la NATO si è trasferita in Polonia e negli Stati Baltici. L'Ucraina è stato il premio definitivo della NATO. L'Occidente ha versato miliardi in Ucraina, finanziando gruppi politici pro-NATO, ONG e media per la produzione di uno stato anti-russo. Nel 2004, la CIA ha sostenuto la "Rivoluzione arancione", rovesciando un'elezione che ha favorito un candidato filo-russo. Il vero colpo di stato è arrivato nel 2014. Il presidente democraticamente eletto dell'Ucraina, Viktor Yanukovych, respinse un accordo commerciale dell'UE che avrebbe distrutto l'economia dell'Ucraina. Questo era inaccettabile per Washington. Così l'hanno rimosso tramite una rivoluzione completamente fabbricata. La cosiddetta "Rivoluzione Maidan" non era un movimento popolare. È stato un colpo di stato sostenuto dalla CIA, orchestrato da funzionari come Victoria Nuland. Washington è stata così sfacciata, che la Nuland è stata persino accusata (una telefonata intercettata), che indicava il prossimo leader dell'Ucraina prima che Yanukovych se ne andasse. Le folle violente che hanno preso Kiev non erano manifestanti pacifici. Erano guidati da gruppi neonazisti come il Battaglione Azov, gruppi che celebrano apertamente i collaboratori nazisti e indossano le insegne delle SS. Questi stessi gruppi ora ricevono armi occidentali. Il regime post-colpo ha poi vietato la lingua russa, attaccando direttamente milioni di ucraini russofoni nell'est. Ecco quando Donbass & Crimea hanno detto basta. La Crimea ha tenuto un referendum - oltre il 90% ha votato per tornare in Russia. Anche il Donbass ha votato per l'indipendenza. Il popolo del Donbass rifiutò Kiev, ma Kiev non voleva lasciarli andare. Invece, hanno lanciato una guerra brutale contro il proprio popolo, bombardando civili per otto anni. Dov'era l'indignazione occidentale? Da nessuna parte! E Zelenskyy? Chi è? È un leader indipensante venuto dal nulla o è stato installato? Covert Action ha riferito che, nel 2020, Zelenskyy incontrò segretamente il capo dell'MI6 Richard Moore. Perché un presidente straniero dovrebbe incontrare la principale spia del Regno Unito invece che il suo primo ministro? Zelenskyy è una risorsa britannica? Secondo quanto riportato, è protetto personalmente dalla sicurezza britannica, non ucraina. Quando visitò il Vaticano, snobbò il Papa e incontrò un vescovo britannico. Indovina chi era? Richard Moore dell'MI6 di nuovo! Che coincidenza. Prima della politica, Zelenskyy era un comico e attore, letteralmente interpretava il presidente in uno show televisivo. Poi, con l'aiuto delle squadre di PR occidentali, la finzione è diventata realtà. La sua campagna è stata finanziata dall'oligarca Ihor Kolomoisky, che possedeva la più grande compagnia petrolifera e banca ucraina. Una volta al potere, la priorità di Zelenskyy non era combattere la corruzione, ma assicurarsi che BlackRock e le banche occidentali prendessero il controllo dell'economia ucraina. Nel frattempo, ha incanalato milioni in conti offshore, e si presume abbia acquisito una villa da 34 milioni di dollari a Miami e un appartamento £multi a Londra. Cosa è successo dopo? Nel 2022, la NATO aveva armato l'Ucraina fino ai denti, e Kiev aveva accumulato forze vicino al Donbass. La Russia aveva una scelta: - Lasciare che il Donbass affrontasse una pulizia etnica... consentendo alla NATO di trasformare l'Ucraina in una base militare ..... Oppure......................Intervenire. Sono infatti intervenuti, proprio come farebbero altre nazioni in quelle circostanze. Ma i media cosa hanno fatto?????? I media hanno urlato "invasione non provocata. ” Ma l'espansione della NATO, il colpo di stato del 2014, gli otto anni di guerra al Donbass, questa guerra è stata provocata in ogni momento. L'Ucraina è stata creata come una pedina. Conclusione: Con l'Ucraina che perde, Zelenskyy viene abbandonato. Donald Trump gli ha detto: "Non hai le carte " e ha ragione. Questa guerra è stata progettata. L'Ucraina aveva bisogno di un intervento occidentale per vincere e questo avrebbe significato che la terza guerra mondiale sarebbe/potrebbe essere inevitabile. È giunta l'ora che il mondo si svegli con questa realtà. La guerra in Ucraina è stata volutamente provocata dall'Occidente. Zelenskyy è solo un altro burattino - il suo tempo sta per scadere... e Trump lo sa. La domanda è: vedi la verità ora? O lo vedi ancora come un eroe? G. W.
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  • Franco Vannucci

    Piaccia o no, le cose stanno così.

    Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
    Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.
    Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi.
    La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
    Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile.
    Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
    Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale.
    Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.
    Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
    Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
    Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
    A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
    Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.
    Franco Vannucci Piaccia o no, le cose stanno così. Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato). Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano. Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi. La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni. Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile. Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito. Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale. Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare. Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi. Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no. Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili. A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni. Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.
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  • Franco Vannucci

    Piaccia o no, le cose stanno così.

    Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
    Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.
    Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi.
    La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
    Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile.
    Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
    Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale.
    Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.
    Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
    Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
    Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
    A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
    Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.

    Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1893382356322378166?s=19
    Franco Vannucci Piaccia o no, le cose stanno così. Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato). Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano. Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi. La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni. Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile. Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito. Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale. Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare. Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi. Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no. Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili. A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni. Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione. Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1893382356322378166?s=19
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