• ATTENZIONE!

    Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab

    Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab
    Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab
    di F. Q. | 17 Ottobre 2024
    I medici avvertono da tempo sull’importanza della vaccinazione e tutti ricordano gli ospedali pediatrici pieni di bambini molto piccoli colpiti da virus sinciziale. Oggi è arrivato un via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al piano di immunizzazione contro il Virus sinciziale (Vrs) per tutti i neonati con l’anticorpo monoclonale Nirsevimab.
    La campagna riguarderà inizialmente tutti i piccoli che nasceranno a partire da novembre, quelli nati “nei 100 giorni precedenti”, ovvero da fine luglio, ed i bambini fragili con meno di 24 mesi di età. La campagna di immunizzazione inizierà a novembre. “Siamo riusciti a stanziare 50 milioni di euro per consentire un accesso equo a tutti i neonati già per questa stagione invernale”, afferma all’Ansa Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute.

    È “un risultato – sottolinea Campitielli – che rispetta l’impegno preso dal ministro Schillaci e che abbiamo ottenuto con il contributo delle Regioni. La collaborazione e la sinergia si rivelano ancora una volta fattori strategici per rafforzare la tutela della salute”. Sarà successivamente valutato un “eventuale allargamento progressivo – si legge nell’intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni ‘Attività per l’accesso universale dei neonati all’immunizzazione passiva contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS)’ – a tutta la coorte 2024 in base all’andamento del progetto”.

    Il via libera alla campagna di immunizzazione per tutti i neonati in tutte le regioni italiane è arrivato dopo che, nelle scorse settimane, non sono mancate le polemiche. L’avvio di una interlocuzione con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per procedere al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, era stato annunciato e comunicato in una nota alle Regioni dal ministero della Salute lo scorso settembre proprio “in considerazione dell’aumentata incidenza del Vrs nella popolazione pediatrica”. Ma l’annuncio è giunto dopo che una precedente circolare – datata 18 settembre – aveva allertato le Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), dunque prevalentemente al Sud, in merito all’opportunità di garantire autonomamente la somministrazione di questo farmaco gratuitamente pur non essendo ancora incluso nei Livelli essenziali di assistenza.

    Successivamente, a inizio ottobre, in una nota indirizzata al ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità (Iss) aveva rilevato come la somministrazione a tutti i nuovi nati (e non soltanto ai neonati che presentano condizioni di rischio o fragilità) dell’anticorpo monoclonale potrebbe non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Una indicazione immediatamente contestata da pediatri e neonatologi, oltre che dal board del Calendario vaccinale per la vita, di cui fanno parte anche medici di famiglia ed igienisti. Oggi la svolta con l’intesa approvata, che sancisce come l’immunizzazione sarà “universale” riguardando, appunto, tutti i neonati nella coorte indicata.

    Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/17/virus-sinciziale-dopo-le-polemiche-a-novembre-a-tutti-i-neonati-lanticorpo-monoclonale-nirsevimab/7734625/
    ATTENZIONE! Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab Virus sinciziale, dopo le polemiche a novembre a tutti i neonati l’anticorpo monoclonale Nirsevimab di F. Q. | 17 Ottobre 2024 I medici avvertono da tempo sull’importanza della vaccinazione e tutti ricordano gli ospedali pediatrici pieni di bambini molto piccoli colpiti da virus sinciziale. Oggi è arrivato un via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al piano di immunizzazione contro il Virus sinciziale (Vrs) per tutti i neonati con l’anticorpo monoclonale Nirsevimab. La campagna riguarderà inizialmente tutti i piccoli che nasceranno a partire da novembre, quelli nati “nei 100 giorni precedenti”, ovvero da fine luglio, ed i bambini fragili con meno di 24 mesi di età. La campagna di immunizzazione inizierà a novembre. “Siamo riusciti a stanziare 50 milioni di euro per consentire un accesso equo a tutti i neonati già per questa stagione invernale”, afferma all’Ansa Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. È “un risultato – sottolinea Campitielli – che rispetta l’impegno preso dal ministro Schillaci e che abbiamo ottenuto con il contributo delle Regioni. La collaborazione e la sinergia si rivelano ancora una volta fattori strategici per rafforzare la tutela della salute”. Sarà successivamente valutato un “eventuale allargamento progressivo – si legge nell’intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni ‘Attività per l’accesso universale dei neonati all’immunizzazione passiva contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS)’ – a tutta la coorte 2024 in base all’andamento del progetto”. Il via libera alla campagna di immunizzazione per tutti i neonati in tutte le regioni italiane è arrivato dopo che, nelle scorse settimane, non sono mancate le polemiche. L’avvio di una interlocuzione con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per procedere al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, era stato annunciato e comunicato in una nota alle Regioni dal ministero della Salute lo scorso settembre proprio “in considerazione dell’aumentata incidenza del Vrs nella popolazione pediatrica”. Ma l’annuncio è giunto dopo che una precedente circolare – datata 18 settembre – aveva allertato le Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), dunque prevalentemente al Sud, in merito all’opportunità di garantire autonomamente la somministrazione di questo farmaco gratuitamente pur non essendo ancora incluso nei Livelli essenziali di assistenza. Successivamente, a inizio ottobre, in una nota indirizzata al ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità (Iss) aveva rilevato come la somministrazione a tutti i nuovi nati (e non soltanto ai neonati che presentano condizioni di rischio o fragilità) dell’anticorpo monoclonale potrebbe non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. Una indicazione immediatamente contestata da pediatri e neonatologi, oltre che dal board del Calendario vaccinale per la vita, di cui fanno parte anche medici di famiglia ed igienisti. Oggi la svolta con l’intesa approvata, che sancisce come l’immunizzazione sarà “universale” riguardando, appunto, tutti i neonati nella coorte indicata. Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/17/virus-sinciziale-dopo-le-polemiche-a-novembre-a-tutti-i-neonati-lanticorpo-monoclonale-nirsevimab/7734625/
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  • Durante una manifestazione per la Palestina svoltasi a Washington, un uomo si è dato fuoco come segno di protesta. Fortunatamente alcuni passanti sono accorsi in suo aiuto e hanno spento le fiamme con acqua e kefiah. L'uomo è stato ricoverato per lesioni mortali ma non sembra in pericolo di vita.

    È importantissimo ciò che l'uomo gridava tra le urla del dolore mentre bruciava: "Sono un giornalista e noi trascuriamo questa causa, diffondiamo disinformazione". Ora il video di quest'uomo che Instagram mi ha prontamente censurato con relative restrizioni dovrebbe essere mostrato in apertura dei TG per due motivi: il primo perché è un loro collega a denunciare determinate cose, il secondo per il gesto che ha fatto pur di attirare l'attenzione.

    Personalmente non sono d'accordo a gesti estremi, non lo sono mai stato, ma quando qualcuno arriva a tanto vuol dire che non ha sopportato il peso di determinate verità che ha sotto le mani quotidianamente. Immaginate se vi arriva una notizia drammatica, preparate un pezzo e il direttore del giornale ve lo butta nel cestino. Magari un'inchiesta su bambini bruciati vivi...

    Intanto sale ancora il numero dei giornali uccisi dallo stato terrorista di israele. L'ultimo si chiamava Hassan Hamad e l'hanno fatto a pezzi mentre si trovava a casa sua con la sua famiglia. I giornalisti e le giornaliste ammazzati dal criminale di guerra Netanyahu e company dal 7 ottobre salgono alla cifra incredibile di 176. Mai nessuno nella storia è arrivato a tanto, nemmeno Hitler!

    Ma c'è di più, Hassan Hamad era stato minacciato dall'esercito israeliano che gli aveva inviato questo messaggio su WhatsApp:

    "Ascolta, se continui a diffondere bugie su Israele, verremo a prenderti e trasformeremo la tua famiglia in... Questo è il tuo ultimo avvertimento". Vediamo adesso se questo messaggio domani lo troveremo su qualche prima pagina di giornale...

    Lui ha continuato a fare il suo lavoro di giornalista e ha pagato con la vita. Oggi israele, quello che dicono essere un paese super democratico che deve difendersi, sta facendo tutto questo. Il peggior stato terrorista mai esistito nella storia dell'umanità. Lo dicono i fatti. Anzi, i crimini!

    Facebook
    Instagram

    Fonte: T.me/GiuseppeSalamone

    P.S: il video non può essere pubblicato su Meta perché ve lo tolgono e applicano restrizioni.
    QUESTA È LA LIBERTÀ di ESPRESSIONE e di STAMPA dei SOCIAL AMERICANI.
    Durante una manifestazione per la Palestina svoltasi a Washington, un uomo si è dato fuoco come segno di protesta. Fortunatamente alcuni passanti sono accorsi in suo aiuto e hanno spento le fiamme con acqua e kefiah. L'uomo è stato ricoverato per lesioni mortali ma non sembra in pericolo di vita. È importantissimo ciò che l'uomo gridava tra le urla del dolore mentre bruciava: "Sono un giornalista e noi trascuriamo questa causa, diffondiamo disinformazione". Ora il video di quest'uomo che Instagram mi ha prontamente censurato con relative restrizioni dovrebbe essere mostrato in apertura dei TG per due motivi: il primo perché è un loro collega a denunciare determinate cose, il secondo per il gesto che ha fatto pur di attirare l'attenzione. Personalmente non sono d'accordo a gesti estremi, non lo sono mai stato, ma quando qualcuno arriva a tanto vuol dire che non ha sopportato il peso di determinate verità che ha sotto le mani quotidianamente. Immaginate se vi arriva una notizia drammatica, preparate un pezzo e il direttore del giornale ve lo butta nel cestino. Magari un'inchiesta su bambini bruciati vivi... Intanto sale ancora il numero dei giornali uccisi dallo stato terrorista di israele. L'ultimo si chiamava Hassan Hamad e l'hanno fatto a pezzi mentre si trovava a casa sua con la sua famiglia. I giornalisti e le giornaliste ammazzati dal criminale di guerra Netanyahu e company dal 7 ottobre salgono alla cifra incredibile di 176. Mai nessuno nella storia è arrivato a tanto, nemmeno Hitler! Ma c'è di più, Hassan Hamad era stato minacciato dall'esercito israeliano che gli aveva inviato questo messaggio su WhatsApp: "Ascolta, se continui a diffondere bugie su Israele, verremo a prenderti e trasformeremo la tua famiglia in... Questo è il tuo ultimo avvertimento". Vediamo adesso se questo messaggio domani lo troveremo su qualche prima pagina di giornale... Lui ha continuato a fare il suo lavoro di giornalista e ha pagato con la vita. Oggi israele, quello che dicono essere un paese super democratico che deve difendersi, sta facendo tutto questo. Il peggior stato terrorista mai esistito nella storia dell'umanità. Lo dicono i fatti. Anzi, i crimini! 👉 Facebook 👉 Instagram Fonte: T.me/GiuseppeSalamone P.S: il video non può essere pubblicato su Meta perché ve lo tolgono e applicano restrizioni. QUESTA È LA LIBERTÀ di ESPRESSIONE e di STAMPA dei SOCIAL AMERICANI.
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  • Schillaci con la Circolare 17 settembre 2024 si è rilevato essere definitivamente Ministro alla (Non-)Salute - continua a consigliare ATTIVAMENTE i cosiddetti „vaccini“-Covid-19 alle donne incinte e allattanti e agli studenti di medicina! Ma poi anche ai familiari, conviventi e badanti di persone fragili, come se i cosiddetti „vaccini“ avessero un effetto inibitorio dell‘infezione e dunque della contagiosità delle persone „vaccinate“… efficacia che queste sostanze sperimentali però non hanno e a tale scopo non sono state autorizzate.
    Qui la Circolare

    https://t.co/KrlSKrT7cL

    Continuano nel FALSO IDEOLOGICO, nell‘APPLICAZIONE DI UN FARMACO DIFETTOSO (perché di fatto sperimentale e non vaccino) e con l‘APPLICAZIONE PERICOLOSA di un farmaco (anche perché senza la dovuta prescrizione medica!).
    Insomma, la presunta „svolta“ annunciata due giorni fa non c‘è: il governo Meloni con il suo Ministro alla (Non-)Salute Schillaci continua a gravemente disinformare e a mettere a grave rischio salute e vita dei cittadini (inclusi i concepiti e bambini allattati). E se leggo oggi che la Meloni si appoggia volentieri in generale ai consigli di „nonno“ Mario Draghi, la preoccupazione è in esplosivo crescendo.
    Insomma: vedo un governo che prende i cittadini, in primis i suoi elettori, in giro e certo non opera da buon padre di famiglia. Vergogna!

    Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1836624136832995473?t=c7n5arslOl884dGpKd61Nw&s=19
    ‼️Schillaci con la Circolare 17 settembre 2024 si è rilevato essere definitivamente Ministro alla (Non-)Salute - continua a consigliare ATTIVAMENTE i cosiddetti „vaccini“-Covid-19 alle donne incinte e allattanti e agli studenti di medicina! Ma poi anche ai familiari, conviventi e badanti di persone fragili, come se i cosiddetti „vaccini“ avessero un effetto inibitorio dell‘infezione e dunque della contagiosità delle persone „vaccinate“… efficacia che queste sostanze sperimentali però non hanno e a tale scopo non sono state autorizzate. Qui la Circolare 👇👇👇 https://t.co/KrlSKrT7cL Continuano nel FALSO IDEOLOGICO, nell‘APPLICAZIONE DI UN FARMACO DIFETTOSO (perché di fatto sperimentale e non vaccino) e con l‘APPLICAZIONE PERICOLOSA di un farmaco (anche perché senza la dovuta prescrizione medica!). Insomma, la presunta „svolta“ annunciata due giorni fa non c‘è: il governo Meloni con il suo Ministro alla (Non-)Salute Schillaci continua a gravemente disinformare e a mettere a grave rischio salute e vita dei cittadini (inclusi i concepiti e bambini allattati). E se leggo oggi che la Meloni si appoggia volentieri in generale ai consigli di „nonno“ Mario Draghi, la preoccupazione è in esplosivo crescendo. Insomma: vedo un governo che prende i cittadini, in primis i suoi elettori, in giro e certo non opera da buon padre di famiglia. Vergogna! Fonte: https://x.com/RHolzeisen/status/1836624136832995473?t=c7n5arslOl884dGpKd61Nw&s=19
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  • SVOLTA STORICA. INCREDIBILI AMMISSIONI della FDA, sanità pubblica USA, che approva il vaccino Mpox, ma avverte che potrebbe causare la morte nei vaccinati e nelle persone con cui entrano in contatto. La conferma
    del produttore e dei CDC. Finalmente la verità, ecco perché sono finiti i tempi dei "vaccini sicuri ed efficaci"...

    Fonte: Dentro la Notizia

    SVOLTA STORICA. INCREDIBILI AMMISSIONI della FDA, sanità pubblica USA, che approva il vaccino Mpox, ma avverte che potrebbe causare la morte nei vaccinati e nelle persone con cui entrano in contatto. La conferma del produttore e dei CDC. Finalmente la verità, ecco perché sono finiti i tempi dei "vaccini sicuri ed efficaci"... Fonte: Dentro la Notizia 👇👇👇
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  • MA PERCHÉ COSTORO devono SEMPRE FARLA FRANCA???
    NELLA LORO POSIZIONE DOVREBBERO AVERE PENE PIÙ SEVERE.

    Corruzione, ora Toti vuol patteggiare. Accordo con i pm: due anni e un mese, pena convertita in 1.500 ore di lavori utili (grazie alla Cartabia) - Il Fatto Quotidiano
    Svolta nell’inchiesta a carico dell'ex governatore ligure

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/corruzione-ora-toti-vuol-patteggiare-accordo-con-i-pm-due-anni-e-un-mese-di-pena-in-lavori-socialmente-utili-e-confisca-di-84mila-euro/7692166/

    #toti
    #regioneliguria
    MA PERCHÉ COSTORO devono SEMPRE FARLA FRANCA??? NELLA LORO POSIZIONE DOVREBBERO AVERE PENE PIÙ SEVERE. Corruzione, ora Toti vuol patteggiare. Accordo con i pm: due anni e un mese, pena convertita in 1.500 ore di lavori utili (grazie alla Cartabia) - Il Fatto Quotidiano Svolta nell’inchiesta a carico dell'ex governatore ligure https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/corruzione-ora-toti-vuol-patteggiare-accordo-con-i-pm-due-anni-e-un-mese-di-pena-in-lavori-socialmente-utili-e-confisca-di-84mila-euro/7692166/ #toti #regioneliguria
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  • Mentre tutti sono "impegnati" con incendi, grandine ed altre amenità del (fake) "cambiamento climatico", in Italia, a Roma (ma guarda un pò che caso...) si è svolta una riunione segreta. La maggior parte dei partecipanti non è elencata, ma è rappresentata da "gruppi" poco raccomandabili.

    L'UN FOOD SYSTEMS SUMMIT, un evento che fa il punto della situazione per far progredire i sistemi alimentari industriali e aziendali. (in collaborazione con il WEF) ... ha deciso come l'umanità dovrà/potrà mangiare.

    Gruppi multi-stakeholder che rappresentano i leader dell'agricoltura mondiale, tra cui.

    Coca Cola
    Danone
    Kelloggs
    Schmiegen
    PepsiCo
    Tyson Foods
    Unilever
    Bayer
    Syngenta

    (tutta gente raccomandabile, vedi glifosato & Co.)

    https://www.unfoodsystemshub.org/latest-updates/events/en
    Mentre tutti sono "impegnati" con incendi, grandine ed altre amenità del (fake) "cambiamento climatico", in Italia, a Roma (ma guarda un pò che caso...) si è svolta una riunione segreta. La maggior parte dei partecipanti non è elencata, ma è rappresentata da "gruppi" poco raccomandabili. L'UN FOOD SYSTEMS SUMMIT, un evento che fa il punto della situazione per far progredire i sistemi alimentari industriali e aziendali. (in collaborazione con il WEF) ... ha deciso come l'umanità dovrà/potrà mangiare. Gruppi multi-stakeholder che rappresentano i leader dell'agricoltura mondiale, tra cui. Coca Cola Danone Kelloggs Schmiegen PepsiCo Tyson Foods Unilever Bayer Syngenta (tutta gente raccomandabile, vedi glifosato & Co.) https://www.unfoodsystemshub.org/latest-updates/events/en
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  • LA SEGRE È PREOCCUPATA PER "L'ONDA NERA" ▷ "SENATRICE, SICURA DI NON STAR SPARGENDO ODIO?"

    L'esito delle #elezionieuropee nei vari paesi non è piaciuto a tutti.
    Le "destre" hanno conquistato seggi, spiccando nei primi posti di Italia, Francia, Germania, Austria, Belgio e non solo.
    Questo ha portato alcuni organi d'informazione ad apostrofare il risultato ottenuto dai Popolari, Conservatori e Identità e Democrazia come "l'onda nera", o "valanga nera", riferendosi a un presunto pericolo fascismo.
    Macron ha annunciato elezioni anticipate per la svolta evidentemente non aspettata, e ha denunciato un certo "vento" di autoritarismo.
    L'ultima uscita in merito è di Liliana #Segre, superstite dell'Olocausto e senatrice a vita.

    "Sono davvero molto preoccupata", ha detto riguardo l'esito delle europee.
    "Per le elezioni europee l'astensionismo dovrebbe essere meno del solito. Ma previsioni non se ne possono fare".
    Fabio Duranti e Alberto Contri commentano in diretta la dichiarazione della Segre.

    https://youtu.be/Iw9-blJ7mDY?feature=shared
    LA SEGRE È PREOCCUPATA PER "L'ONDA NERA" ▷ "SENATRICE, SICURA DI NON STAR SPARGENDO ODIO?" L'esito delle #elezionieuropee nei vari paesi non è piaciuto a tutti. Le "destre" hanno conquistato seggi, spiccando nei primi posti di Italia, Francia, Germania, Austria, Belgio e non solo. Questo ha portato alcuni organi d'informazione ad apostrofare il risultato ottenuto dai Popolari, Conservatori e Identità e Democrazia come "l'onda nera", o "valanga nera", riferendosi a un presunto pericolo fascismo. Macron ha annunciato elezioni anticipate per la svolta evidentemente non aspettata, e ha denunciato un certo "vento" di autoritarismo. L'ultima uscita in merito è di Liliana #Segre, superstite dell'Olocausto e senatrice a vita. "Sono davvero molto preoccupata", ha detto riguardo l'esito delle europee. "Per le elezioni europee l'astensionismo dovrebbe essere meno del solito. Ma previsioni non se ne possono fare". Fabio Duranti e Alberto Contri commentano in diretta la dichiarazione della Segre. https://youtu.be/Iw9-blJ7mDY?feature=shared
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  • Pubblichiamo qui in allegato l'ATLANTE DELL’INFANZIA (A RISCHIO) IN ITALIA - 2023 - A cura di Save the Children - lasciamo a voi le considerazioni ed i commenti sul futuro della scuola e delle nuove generazioni.

    PREFAZIONE

    La pandemia di Covid19 ha segnato un punto di svolta fondamentale della
    nostra epoca. C’è un prima e un dopo su molte cose e, indubbiamente, uno dei
    fattori che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nel corso dei mesi
    del lockdown e in quelli successivi è stata la tecnologia digitale. Anche in
    questo caso, c’è un prima e un dopo, sia nel modo in cui queste tecnologie
    sono state utilizzate, sia nel modo in cui le abbiamo interpretate e vissute.
    In quell’ormai lontano 2020, ci sono stati giorni difficili in cui i nostri computer, i
    tablet e gli smartphone ci hanno tenuti vivi, nel vero senso della parola. Hanno fatto
    sì che la nostra vita procedesse sebbene fossimo segregati in casa, ci hanno permesso il contatto quotidiano con amici e parenti, sebbene mutuato attraverso lo schermo di un PC o di uno smartphone, mentre tutto il resto fuori era fermo.

    Abbiamo fatto aperitivi con gli amici collegati al pc, abbiamo ordinato la spesa, letto
    libri, guardato film, lavorato, studiato. Ma è stato davvero proprio così? O meglio, è
    stato così per tutti? La tecnologia è stata fondamentale per una parte del mondo e
    della società che ne aveva ampio accesso, ma per un’altra fetta di popolazione, a
    tutte le latitudini, questa accelerazione tecnologica ha significato l’emarginazione.
    Coloro che erano già indietro, che non avevano accesso ai dispositivi digitali, si sono
    visti tagliati fuori da ogni genere di attività. Hanno dovuto faticare molto di più per
    poter fruire dei servizi e trovare risposte ai loro bisogni, spesso vitali, in un momento
    in cui ci dicevamo “nessuno deve rimanere indietro”.

    Prima del maggio 2020, secondo un rapporto UNESCO, il 60% dei programmi
    nazionali di apprendimento a distanza si affidava esclusivamente a piattaforme
    connesse a internet, ma quasi mezzo miliardo di giovani – ovvero circa la metà degli
    studenti delle scuole primarie e secondarie di tutto il mondo non
    disponeva di una connessione a casa e veniva così escluso dalla partecipazione.
    Secondo i dati e le indagini citati nel rapporto, nel 2020 negli Stati Uniti, per esempio, un terzo degli
    studenti, dalla scuola dell’infanzia al dodicesimo anno di età, è stato escluso
    dall’istruzione a causa di connessioni a internet o hardware inadeguati. Per quanto
    riguarda i risultati dell’apprendimento degli studenti, secondo i ricercatori
    dell’UNESCO, questi si sono bloccati o sono diminuiti drasticamente quando le
    scuole hanno utilizzato l’edtech (education technology) in sostituzione
    dell’insegnamento in presenza, anche quando i bambini avevano accesso a dispositivi
    digitali e connessioni a internet...

    Neonati allo schermo

    In un mondo fatto di chiaroscuri, gli effetti del digitale sono in parte positivi, in parte negativi,
    ma sull’età evolutiva sembrano prevalere questi ultimi. Eppure, nel nostro Paese sono tanti i
    bambini persino molto piccoli che trascorrono del tempo davanti a uno schermo. I risultati
    della nuova indagine del Sistema di Sorveglianza Bambini 0­2 anni dell’Istituto Superiore di
    Sanità (ISS), presentata a marzo 2023 delinea un quadro preoccupante sotto questo profilo
    1. L’indagine si è svolta tra giugno e ottobre 2022 con interviste in tutte le regioni italiane ad
    eccezione del Molise e della Provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente hanno risposto ai questionari 35.550 mamme con tassi di partecipazione a livello regionale compresi tra l’89,2% e il 98,6%. Un campione, dunque, molto vasto da cui è emerso che in Italia il 22,1% dei bambini di 2­5 mesi passa del tempo davanti a schermi che possono essere tv, computer, tablet o telefoni cellulari.
    Esiste una differenza di esposizione legata al territorio: in particolare si va dal 13,6%
    della Provincia autonoma di Trento al 30,3% riscontrato in Puglia. La maggior parte dei bambini esposti passa meno di un’ora al giorno davanti a uno schermo, ma dall’1,9% (Veneto) al 9,1% (Calabria) vi trascorre almeno 1-­2 ore.
    I livelli di esposizione crescono all’aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-­15 mesi, i bambini che passano almeno 1-­2 ore al giorno davanti a uno schermo diventano una percentuale significativa che varia tra il 6,5% di Trento e il 39,3% della Calabria.
    Se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la
    percentuale di bambine e bambini che ha una esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, vale a dire 1 su 2. In generale, le percentuali sono più alte nelle regioni del Sud.

    Questi risultati hanno spinto l’ISS a fornire indicazioni, in particolare sulla “necessità di informare i genitori ­ e tutti gli adulti che si occupano del bambino ­ dei rischi legati all’uso delle tecnologie audiovisive e digitali in età precoce. Un ruolo importante in questa azione preventiva può essere svolto dagli operatori socio­sanitari e dagli educatori che hanno frequenti contatti con i genitori”.

    Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2019 ha stilato nuove linee guida su
    “attività fisica, comportamento sedentario e sonno” in cui si raccomanda un tempo limite di
    esposizione agli schermi per i bambini fino a 5 anni. In particolare, fino a 2 anni d’età questo
    tempo dovrebbe essere pari a zero, mentre da 2 a 5 anni non dovrebbe superare un’ora al giorno, possibilmente meno. Tra i rischi dello stare davanti a uno schermo vi è quello di favorire comportamenti sedentari che compromettono la salute dei bambini. È stato infatti dimostrato un legame tra l’esposizione agli schermi e l’obesità dovuto a diversi fattori: oltre alla mancanza di movimento, un aumento del consumo di cibo mentre si guarda lo schermo, l’esposizione a pubblicità di cibi e bevande non sane che influenzano le preferenze alimentari dei bambini, la riduzione della durata del sonno...
    Pubblichiamo qui in allegato l'ATLANTE DELL’INFANZIA (A RISCHIO) IN ITALIA - 2023 - A cura di Save the Children - lasciamo a voi le considerazioni ed i commenti sul futuro della scuola e delle nuove generazioni. PREFAZIONE La pandemia di Covid19 ha segnato un punto di svolta fondamentale della nostra epoca. C’è un prima e un dopo su molte cose e, indubbiamente, uno dei fattori che ha svolto un ruolo particolarmente significativo nel corso dei mesi del lockdown e in quelli successivi è stata la tecnologia digitale. Anche in questo caso, c’è un prima e un dopo, sia nel modo in cui queste tecnologie sono state utilizzate, sia nel modo in cui le abbiamo interpretate e vissute. In quell’ormai lontano 2020, ci sono stati giorni difficili in cui i nostri computer, i tablet e gli smartphone ci hanno tenuti vivi, nel vero senso della parola. Hanno fatto sì che la nostra vita procedesse sebbene fossimo segregati in casa, ci hanno permesso il contatto quotidiano con amici e parenti, sebbene mutuato attraverso lo schermo di un PC o di uno smartphone, mentre tutto il resto fuori era fermo. Abbiamo fatto aperitivi con gli amici collegati al pc, abbiamo ordinato la spesa, letto libri, guardato film, lavorato, studiato. Ma è stato davvero proprio così? O meglio, è stato così per tutti? La tecnologia è stata fondamentale per una parte del mondo e della società che ne aveva ampio accesso, ma per un’altra fetta di popolazione, a tutte le latitudini, questa accelerazione tecnologica ha significato l’emarginazione. Coloro che erano già indietro, che non avevano accesso ai dispositivi digitali, si sono visti tagliati fuori da ogni genere di attività. Hanno dovuto faticare molto di più per poter fruire dei servizi e trovare risposte ai loro bisogni, spesso vitali, in un momento in cui ci dicevamo “nessuno deve rimanere indietro”. Prima del maggio 2020, secondo un rapporto UNESCO, il 60% dei programmi nazionali di apprendimento a distanza si affidava esclusivamente a piattaforme connesse a internet, ma quasi mezzo miliardo di giovani – ovvero circa la metà degli studenti delle scuole primarie e secondarie di tutto il mondo non disponeva di una connessione a casa e veniva così escluso dalla partecipazione. Secondo i dati e le indagini citati nel rapporto, nel 2020 negli Stati Uniti, per esempio, un terzo degli studenti, dalla scuola dell’infanzia al dodicesimo anno di età, è stato escluso dall’istruzione a causa di connessioni a internet o hardware inadeguati. Per quanto riguarda i risultati dell’apprendimento degli studenti, secondo i ricercatori dell’UNESCO, questi si sono bloccati o sono diminuiti drasticamente quando le scuole hanno utilizzato l’edtech (education technology) in sostituzione dell’insegnamento in presenza, anche quando i bambini avevano accesso a dispositivi digitali e connessioni a internet... Neonati allo schermo In un mondo fatto di chiaroscuri, gli effetti del digitale sono in parte positivi, in parte negativi, ma sull’età evolutiva sembrano prevalere questi ultimi. Eppure, nel nostro Paese sono tanti i bambini persino molto piccoli che trascorrono del tempo davanti a uno schermo. I risultati della nuova indagine del Sistema di Sorveglianza Bambini 0­2 anni dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presentata a marzo 2023 delinea un quadro preoccupante sotto questo profilo 1. L’indagine si è svolta tra giugno e ottobre 2022 con interviste in tutte le regioni italiane ad eccezione del Molise e della Provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente hanno risposto ai questionari 35.550 mamme con tassi di partecipazione a livello regionale compresi tra l’89,2% e il 98,6%. Un campione, dunque, molto vasto da cui è emerso che in Italia il 22,1% dei bambini di 2­5 mesi passa del tempo davanti a schermi che possono essere tv, computer, tablet o telefoni cellulari. Esiste una differenza di esposizione legata al territorio: in particolare si va dal 13,6% della Provincia autonoma di Trento al 30,3% riscontrato in Puglia. La maggior parte dei bambini esposti passa meno di un’ora al giorno davanti a uno schermo, ma dall’1,9% (Veneto) al 9,1% (Calabria) vi trascorre almeno 1-­2 ore. I livelli di esposizione crescono all’aumentare dell’età in tutte le regioni e, tra i bambini di 11-­15 mesi, i bambini che passano almeno 1-­2 ore al giorno davanti a uno schermo diventano una percentuale significativa che varia tra il 6,5% di Trento e il 39,3% della Calabria. Se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la percentuale di bambine e bambini che ha una esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, vale a dire 1 su 2. In generale, le percentuali sono più alte nelle regioni del Sud. Questi risultati hanno spinto l’ISS a fornire indicazioni, in particolare sulla “necessità di informare i genitori ­ e tutti gli adulti che si occupano del bambino ­ dei rischi legati all’uso delle tecnologie audiovisive e digitali in età precoce. Un ruolo importante in questa azione preventiva può essere svolto dagli operatori socio­sanitari e dagli educatori che hanno frequenti contatti con i genitori”. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2019 ha stilato nuove linee guida su “attività fisica, comportamento sedentario e sonno” in cui si raccomanda un tempo limite di esposizione agli schermi per i bambini fino a 5 anni. In particolare, fino a 2 anni d’età questo tempo dovrebbe essere pari a zero, mentre da 2 a 5 anni non dovrebbe superare un’ora al giorno, possibilmente meno. Tra i rischi dello stare davanti a uno schermo vi è quello di favorire comportamenti sedentari che compromettono la salute dei bambini. È stato infatti dimostrato un legame tra l’esposizione agli schermi e l’obesità dovuto a diversi fattori: oltre alla mancanza di movimento, un aumento del consumo di cibo mentre si guarda lo schermo, l’esposizione a pubblicità di cibi e bevande non sane che influenzano le preferenze alimentari dei bambini, la riduzione della durata del sonno...
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  • 30 maggio 2024

    PUTIN COME DOVREBBE REAGIRE?
    di Mario Adinolfi

    Oggi e domani a Praga i ministri degli Esteri della NATO si incontrano per discutere una questione cruciale: come avviare la più pericolosa delle guerre verso un cessate il fuoco e il negoziato di pace? No. Sul piatto c’è l’autorizzazione a Kiev per usare le armi NATO per attacchi sul territorio russo a partire dalla città di Krasnodar. Gran Bretagna, Francia, Polonia, Finlandia, Repubblica Ceca, Olanda, Canada, Lituania, Lettonia e Estonia hanno già detto sì. Soprattutto questa è la linea del segretario generale della NATO, Stoltenberg, così come del segretario di Stato USA, Blinken. Sunak e Macron da tempo poi parlano di inviare direttamente i soldati NATO sul campo di battaglia. Ditemi voi come il “cattivo” Putin dovrebbe reagire a questi atti di ostilità militare.
    Noi abbiamo digerito per un biennio la balla dell’invio da parte dell’Italia e dell’Ue “solo di armi di difesa”. Per i primi tre mesi della guerra in Ucraina c’era chi faceva una diretta tv ogni giorno per glorificare la scelta di supportare Zelensky e mostrificare i russi. Le tv e i giornali martellavano ogni giorno su quanto fosse giusta ogni forma di russofobia, hanno cancellato addirittura il diritto per gli atleti russi e bielorussi di partecipare agli eventi sportivi con la loro bandiera, prossime Olimpiadi comprese. La stessa cosa non accade, ad esempio, per Israele e badate bene che io penso che invece nello sport nessuna bandiera debba essere ammainata, è una grande occasione di dialogo e pace.
    Comunque, l’Italia fornisce da tempo all’Ucraina missili a lunga gittata. Come cittadini non dovremmo saperlo, visto che l’elenco delle armi fornite da noi a Kiev è autorizzato dal Parlamento ma coperto da segreto di Stato. Il ministro della Difesa inglese, Grant Shapps, si è però fatto sfuggire una dichiarazione: “I missili Storm Shadow sono un’arma straordinaria. L’Inghilterra, la Francia e l’Italia forniscono queste armi per essere utilizzate nella guerra in Ucraina, soprattutto in Crimea. Sono missili che stanno davvero facendo la differenza”. Fanno la differenza perché sono missili a lunga gittata, colpiscono obiettivi a 250 km di distanza. Perfetti per devastare Krasnodar, città russa con oltre un milione di abitanti. Se dovesse accadere, lo ripeto, ditemi come dovrebbe reagire Putin.
    Giorgia Meloni sa che gli italiani non sostengono l’invio di armi all’Ucraina e non vogliono fare la guerra alla Russia. Per questo ora dichiara che “bisogna evitare attacchi che provocherebbero una escalation”. Ci sono le elezioni tra 10 giorni e dunque tocca dare un colpo di freno. Ma se “bisogna evitare attacchi” perché l’Italia fornisce sistemi missilistici che servono solo ad attaccare, non certo a difendersi?
    Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, oggi ha dichiarato: “L'attuazione dei piani di dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio non rimarrà senza la nostra reazione”. Il tipo di reazione la deciderà Putin, aggiunge Lavrov, inclusa la “deterrenza nucleare”. Allo stesso tempo Lavrov si è detto disposto ad “accelerare” una soluzione politica per il conflitto in Ucraina se “l’Occidente smetterà di fornire armi e Kiev cesserà le ostilità”. Quindi siamo davanti al solito bivio: Putin è come Hitler, un pazzo furioso che se lasciato fare porterà la guerra in tutta Europa? Allora bisogna fargli la guerra come la si fece a Hitler, costò ottanta milioni di morti. Oppure Putin è un nazionalista russo che vuole lo status di grande potenza e non vuole vivere sotto costante minaccia di una NATO ostile che si allarga sempre di più verso i suoi confini. Allora bisogna smettere di fornire armi e cominciare a negoziare la pace, visto che dopo due anni e mezzo è chiaro che Zelensky la guerra non la vince.
    Tutti i partiti da destra a sinistra hanno votato con questo governo o con il governo Draghi il sostegno armato alla guerra alla Russia. Credo sia il motivo principale per non votarli alle elezioni europee, specie i più ipocriti come M5S o il mitico Pd che candida Tarquinio che vuole uscire dalla NATO per poi rimbrottarlo e dire che “non è la linea del partito”. Elly Schlein ha superato con questo davvero i limiti dell’ambiguità indecente. Bisogna inviare un segnale di svolta storica all’Ue e anche per questo indico di votare per la lista Libertà che contiene il simbolo del Popolo della Famiglia, che da anni chiede la pace con una soluzione precisa ricalcata sul modello cipriota. Bisogna imboccare subito la via che noi indichiamo perché l’alternativa ormai è un conflitto mondiale che, viste anche le mosse di Xi Jinping nel Mar della Cina contro Taiwan, rischia di essere davvero dietro l’angolo.
    30 maggio 2024 PUTIN COME DOVREBBE REAGIRE? di Mario Adinolfi Oggi e domani a Praga i ministri degli Esteri della NATO si incontrano per discutere una questione cruciale: come avviare la più pericolosa delle guerre verso un cessate il fuoco e il negoziato di pace? No. Sul piatto c’è l’autorizzazione a Kiev per usare le armi NATO per attacchi sul territorio russo a partire dalla città di Krasnodar. Gran Bretagna, Francia, Polonia, Finlandia, Repubblica Ceca, Olanda, Canada, Lituania, Lettonia e Estonia hanno già detto sì. Soprattutto questa è la linea del segretario generale della NATO, Stoltenberg, così come del segretario di Stato USA, Blinken. Sunak e Macron da tempo poi parlano di inviare direttamente i soldati NATO sul campo di battaglia. Ditemi voi come il “cattivo” Putin dovrebbe reagire a questi atti di ostilità militare. Noi abbiamo digerito per un biennio la balla dell’invio da parte dell’Italia e dell’Ue “solo di armi di difesa”. Per i primi tre mesi della guerra in Ucraina c’era chi faceva una diretta tv ogni giorno per glorificare la scelta di supportare Zelensky e mostrificare i russi. Le tv e i giornali martellavano ogni giorno su quanto fosse giusta ogni forma di russofobia, hanno cancellato addirittura il diritto per gli atleti russi e bielorussi di partecipare agli eventi sportivi con la loro bandiera, prossime Olimpiadi comprese. La stessa cosa non accade, ad esempio, per Israele e badate bene che io penso che invece nello sport nessuna bandiera debba essere ammainata, è una grande occasione di dialogo e pace. Comunque, l’Italia fornisce da tempo all’Ucraina missili a lunga gittata. Come cittadini non dovremmo saperlo, visto che l’elenco delle armi fornite da noi a Kiev è autorizzato dal Parlamento ma coperto da segreto di Stato. Il ministro della Difesa inglese, Grant Shapps, si è però fatto sfuggire una dichiarazione: “I missili Storm Shadow sono un’arma straordinaria. L’Inghilterra, la Francia e l’Italia forniscono queste armi per essere utilizzate nella guerra in Ucraina, soprattutto in Crimea. Sono missili che stanno davvero facendo la differenza”. Fanno la differenza perché sono missili a lunga gittata, colpiscono obiettivi a 250 km di distanza. Perfetti per devastare Krasnodar, città russa con oltre un milione di abitanti. Se dovesse accadere, lo ripeto, ditemi come dovrebbe reagire Putin. Giorgia Meloni sa che gli italiani non sostengono l’invio di armi all’Ucraina e non vogliono fare la guerra alla Russia. Per questo ora dichiara che “bisogna evitare attacchi che provocherebbero una escalation”. Ci sono le elezioni tra 10 giorni e dunque tocca dare un colpo di freno. Ma se “bisogna evitare attacchi” perché l’Italia fornisce sistemi missilistici che servono solo ad attaccare, non certo a difendersi? Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, oggi ha dichiarato: “L'attuazione dei piani di dispiegamento di missili terrestri a medio e corto raggio non rimarrà senza la nostra reazione”. Il tipo di reazione la deciderà Putin, aggiunge Lavrov, inclusa la “deterrenza nucleare”. Allo stesso tempo Lavrov si è detto disposto ad “accelerare” una soluzione politica per il conflitto in Ucraina se “l’Occidente smetterà di fornire armi e Kiev cesserà le ostilità”. Quindi siamo davanti al solito bivio: Putin è come Hitler, un pazzo furioso che se lasciato fare porterà la guerra in tutta Europa? Allora bisogna fargli la guerra come la si fece a Hitler, costò ottanta milioni di morti. Oppure Putin è un nazionalista russo che vuole lo status di grande potenza e non vuole vivere sotto costante minaccia di una NATO ostile che si allarga sempre di più verso i suoi confini. Allora bisogna smettere di fornire armi e cominciare a negoziare la pace, visto che dopo due anni e mezzo è chiaro che Zelensky la guerra non la vince. Tutti i partiti da destra a sinistra hanno votato con questo governo o con il governo Draghi il sostegno armato alla guerra alla Russia. Credo sia il motivo principale per non votarli alle elezioni europee, specie i più ipocriti come M5S o il mitico Pd che candida Tarquinio che vuole uscire dalla NATO per poi rimbrottarlo e dire che “non è la linea del partito”. Elly Schlein ha superato con questo davvero i limiti dell’ambiguità indecente. Bisogna inviare un segnale di svolta storica all’Ue e anche per questo indico di votare per la lista Libertà che contiene il simbolo del Popolo della Famiglia, che da anni chiede la pace con una soluzione precisa ricalcata sul modello cipriota. Bisogna imboccare subito la via che noi indichiamo perché l’alternativa ormai è un conflitto mondiale che, viste anche le mosse di Xi Jinping nel Mar della Cina contro Taiwan, rischia di essere davvero dietro l’angolo.
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