• ESPLOSIVO: "I verbali del CTS (comitato tecnico-scientifico) certificano la presenza di un rappresentante della NATO alla riunione del 5 marzo del 2020"

    Un contributo fondamentale di PressKit che ricostruisce la vicenda a partire dalla denuncia dell’avv. Oddo e dai verbali desecretati. L’anello mancante per comprendere il legame fra le Istituzioni nazionali ed il coordinamento della NATO nella gestione “Corona”, dalle prime misure alla campagna pseudo-vaccinale.

    “Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio [...] appartenente al Punto Nato UEO del DPC [...] Ma che cos’è l’UEO? L’UEO è l’Unione dell’Europa Occidentale, un organo della NATO che, per quello che risulta, non dovrebbe più esistere dal 2011.”
    “il Generale Bonfiglio ricorda gli impegni relativi alla trattazione di documentazione riservata, sottolineando che la trasmissione dei documenti prodotti dal CTS avverrà d’ora in avanti tramite il Punto Nato UEO del DPC (Protezione Civile, ndr) e il Ministero della Salute.”
    “Questo è molto interessante per capire la portata di ciò che stiamo analizzando. In un verbale riguardante ricercatori, studiosi e scienziati che si occupano della salute pubblica, improvvisamente interviene un rappresentante della NATO, il Generale Bonfiglio, che a quanto pare non è rintracciabile online. Interviene e si frappone tra il CTS e i suoi componenti, dichiarando che da quel momento in poi tutto sarebbe passato attraverso la NATO.”
    “Nello stesso giorno, il 5 marzo 2020, al Pentagono si tiene una conferenza stampa, in cui alti esponenti del Dipartimento della Difesa americano discutono dello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus.”
    Un tassello importante per capire e legare fra loro alcuni degli avvenimenti più importanti e drammatici della storia recente del nostro Paese, e non solo.

    Qui l’articolo https://presskit.it/2024/09/27/verbali-del-cts-certificano-la-presenza-un-rappresentate-della-nato-alla-riunione-del-5-marzo-del-2020-avv-andrea-oddo-lo-giorno-pentagono-parla-vaccini-quindi-non-lo-diceva-la-sc/

    Qui i verbali desecretati https://github.com/pcm-dpc/COVID-19-Verbali-CTS/blob/master/elenco-verbali.md

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    🛑 🛑 ESPLOSIVO: "I verbali del CTS (comitato tecnico-scientifico) certificano la presenza di un rappresentante della NATO alla riunione del 5 marzo del 2020" 👉 Un contributo fondamentale di PressKit che ricostruisce la vicenda a partire dalla denuncia dell’avv. Oddo e dai verbali desecretati. L’anello mancante per comprendere il legame fra le Istituzioni nazionali ed il coordinamento della NATO nella gestione “Corona”, dalle prime misure alla campagna pseudo-vaccinale. “Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio [...] appartenente al Punto Nato UEO del DPC [...] Ma che cos’è l’UEO? L’UEO è l’Unione dell’Europa Occidentale, un organo della NATO che, per quello che risulta, non dovrebbe più esistere dal 2011.” “il Generale Bonfiglio ricorda gli impegni relativi alla trattazione di documentazione riservata, sottolineando che la trasmissione dei documenti prodotti dal CTS avverrà d’ora in avanti tramite il Punto Nato UEO del DPC (Protezione Civile, ndr) e il Ministero della Salute.” “Questo è molto interessante per capire la portata di ciò che stiamo analizzando. In un verbale riguardante ricercatori, studiosi e scienziati che si occupano della salute pubblica, improvvisamente interviene un rappresentante della NATO, il Generale Bonfiglio, che a quanto pare non è rintracciabile online. Interviene e si frappone tra il CTS e i suoi componenti, dichiarando che da quel momento in poi tutto sarebbe passato attraverso la NATO.” “Nello stesso giorno, il 5 marzo 2020, al Pentagono si tiene una conferenza stampa, in cui alti esponenti del Dipartimento della Difesa americano discutono dello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus.” Un tassello importante per capire e legare fra loro alcuni degli avvenimenti più importanti e drammatici della storia recente del nostro Paese, e non solo. Qui l’articolo 👉 https://presskit.it/2024/09/27/verbali-del-cts-certificano-la-presenza-un-rappresentate-della-nato-alla-riunione-del-5-marzo-del-2020-avv-andrea-oddo-lo-giorno-pentagono-parla-vaccini-quindi-non-lo-diceva-la-sc/ Qui i verbali desecretati 👉 https://github.com/pcm-dpc/COVID-19-Verbali-CTS/blob/master/elenco-verbali.md Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    PRESSKIT.IT
    I Verbali del Cts certificano la presenza un rappresentate della Nato alla riunione del 5 marzo del 2020, avv. Andrea Oddo. “Lo stesso giorno il Pentagono parla di vaccini…quindi non lo diceva la scienza”
    Seguici su Telegram “Esaminiamo il verbale numero 19 del 5 marzo 2020. In sostanza, cosa accade in questa seduta del CTS? Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio”, denuncia l’avv. Andrea …
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  • MA PERCHÉ L'IRAN NON REAGISCE?
    Un thread che risponde a tanti che in queste ore si domandano perché l'Iran esiti così tanto a rispondere alle ultime aggressioni di Israele. Un'analisi lucida basata su un'osservazione realistica e scevra da bias e condizionamenti fanatici.

    Molte persone si chiedono se Hassan Nasrallah sarebbe ancora vivo se l'Iran avesse colpito Israele dopo l'assassinio di Haniyeh.

    1. Israele non è uno scherzo. È una potenza nucleare con armi avanzate.
    2: L'Iran è un'economia da 90 milioni con infrastrutture industriali fragili. È il paese che equipaggia tutte le forze che combattono Israele.
    3: Armi come l'Air-Lora [un missile quasi-balistico a guida GPS/INS sviluppato da Israele] significano che Israele può raggiungere l'Iran e l'Iran può al massimo fornire solo una protezione puntuale di oggetti molto importanti contro tali armi.
    4. Se scoppiasse una guerra totale, Israele correrebbe una minaccia esistenziale. Utilizzerebbe sicuramente le sue armi nucleari se la situazione diventasse troppo critica.
    5. Israele ha utilizzato un mezzo di sabotaggio segreto per assassinare Haniyeh e non se ne è assunto alcuna responsabilità. Nell'attacco del 1° aprile contro l'ambasciata iraniana a Damasco, Israele non si è assunto alcuna responsabilità, ma è stato dimostrato che solo l'esercito israeliano poteva esserne responsabile.
    6. L'attacco missilistico dell'Iran di aprile è stato sproporzionato nel senso che uno degli obiettivi principali era quello di costringere Israele a specare una grande quantità dei suoi costosi e rari intercettori di difesa missilistica di primo livello.
    Ma l'impatto reale è stato proporzionale o addirittura inferiore: colpire le risorse militari (o le infrastrutture di supporto) utilizzate per colpire il complesso dell'ambasciata.
    Una dimostrazione di capacità contro una potenza nucleare con una profondità strategica superficiale molto fragile. Attentamente calibrata per non far degenerare ulteriormente le cose.
    7. Una potenza nucleare aggressiva con un esercito forte viene sconfitta al meglio tramite una guerra prolungata direttamente ai suoi confini. Mettendo a dura prova la sua economia e logorando il fronte interno. Con o senza la sua vecchia leadership, Hezbollah è progettato per fare esattamente questo.

    Ad alcune persone non piacerà sentire queste cose, ma è una questione di vita o di morte, non un gioco al computer.
    Fonte: Patamares

    Source: Segui Giubbe Rosse
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    🇮🇷🇮🇱 MA PERCHÉ L'IRAN NON REAGISCE? Un thread che risponde a tanti che in queste ore si domandano perché l'Iran esiti così tanto a rispondere alle ultime aggressioni di Israele. Un'analisi lucida basata su un'osservazione realistica e scevra da bias e condizionamenti fanatici. Molte persone si chiedono se Hassan Nasrallah sarebbe ancora vivo se l'Iran avesse colpito Israele dopo l'assassinio di Haniyeh. 1. Israele non è uno scherzo. È una potenza nucleare con armi avanzate. 2: L'Iran è un'economia da 90 milioni con infrastrutture industriali fragili. È il paese che equipaggia tutte le forze che combattono Israele. 3: Armi come l'Air-Lora [un missile quasi-balistico a guida GPS/INS sviluppato da Israele] significano che Israele può raggiungere l'Iran e l'Iran può al massimo fornire solo una protezione puntuale di oggetti molto importanti contro tali armi. 4. Se scoppiasse una guerra totale, Israele correrebbe una minaccia esistenziale. Utilizzerebbe sicuramente le sue armi nucleari se la situazione diventasse troppo critica. 5. Israele ha utilizzato un mezzo di sabotaggio segreto per assassinare Haniyeh e non se ne è assunto alcuna responsabilità. Nell'attacco del 1° aprile contro l'ambasciata iraniana a Damasco, Israele non si è assunto alcuna responsabilità, ma è stato dimostrato che solo l'esercito israeliano poteva esserne responsabile. 6. L'attacco missilistico dell'Iran di aprile è stato sproporzionato nel senso che uno degli obiettivi principali era quello di costringere Israele a specare una grande quantità dei suoi costosi e rari intercettori di difesa missilistica di primo livello. Ma l'impatto reale è stato proporzionale o addirittura inferiore: colpire le risorse militari (o le infrastrutture di supporto) utilizzate per colpire il complesso dell'ambasciata. Una dimostrazione di capacità contro una potenza nucleare con una profondità strategica superficiale molto fragile. Attentamente calibrata per non far degenerare ulteriormente le cose. 7. Una potenza nucleare aggressiva con un esercito forte viene sconfitta al meglio tramite una guerra prolungata direttamente ai suoi confini. Mettendo a dura prova la sua economia e logorando il fronte interno. Con o senza la sua vecchia leadership, Hezbollah è progettato per fare esattamente questo. Ad alcune persone non piacerà sentire queste cose, ma è una questione di vita o di morte, non un gioco al computer. Fonte: Patamares Source: Segui Giubbe Rosse Telegram
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  • Il ritorno della Dr.ssa Elisa Tognocchi è devastante per il Sistema criminale basato sui topicidi fognari: «I bambini non hanno bisogno di niente, sono 100 volte più forti
    di noi come risposta immunitaria. Nel momento in cui li portiamo a fare quei buchi, è come se noi genitori puntiamo loro una pistola alla tempia e giochiamo alla roulette russa. La tela su cui sono dipinti questi vaccini sono linee cellulari fetali, che sono pericolosissime in un bambino di 60-90 giorni, oltre agli adiuvanti neurotossici. I danni che producono sono irreversibili»

    Big Pharma ha sempre inoculato topicidi fognari per sabotare il sistema immunitario dei bambini e creare in questo modo malati perpetui che diventano quindi clienti fedeli per tutta la vita, ingrossando il loro smisurato potere e fatturato.

    Negli ultimi anni, come se non bastasse, hanno anche aggiunto, a questi topicidi, ossido di grafene e nanotecnologia.

    Adesso che si hanno le opportune conoscenze, fornite da persone competenti e Libere, si deve passare all'azione: non ci sono più scusanti.

    Questo business criminale, fondato sulla malattia e la morte, deve essere spezzato per sempre.

    Integrale: t.me/comitatofortit…

    - In_Telegram_Veritas

    Il ritorno della Dr.ssa Elisa Tognocchi è devastante per il Sistema criminale basato sui topicidi fognari: «I bambini non hanno bisogno di niente, sono 100 volte più forti di noi come risposta immunitaria. Nel momento in cui li portiamo a fare quei buchi, è come se noi genitori puntiamo loro una pistola alla tempia e giochiamo alla roulette russa. La tela su cui sono dipinti questi vaccini sono linee cellulari fetali, che sono pericolosissime in un bambino di 60-90 giorni, oltre agli adiuvanti neurotossici. I danni che producono sono irreversibili» Big Pharma ha sempre inoculato topicidi fognari per sabotare il sistema immunitario dei bambini e creare in questo modo malati perpetui che diventano quindi clienti fedeli per tutta la vita, ingrossando il loro smisurato potere e fatturato. Negli ultimi anni, come se non bastasse, hanno anche aggiunto, a questi topicidi, ossido di grafene e nanotecnologia. Adesso che si hanno le opportune conoscenze, fornite da persone competenti e Libere, si deve passare all'azione: non ci sono più scusanti. Questo business criminale, fondato sulla malattia e la morte, deve essere spezzato per sempre. Integrale: t.me/comitatofortit… - In_Telegram_Veritas 👇👇👇
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  • Io Non Mi Vaccino 👎🏻, [24 Set 2024 alle 10:57]
    Bill Gates in tribunale nei Paesi Bassi: le vittime del vaccino chiedono giustizia per il danno subito

    Mercoledì si è tenuta un'udienza provvisoria presso il tribunale olandese di Leeuwarden, che Bill Gates ha avviato in risposta alla causa principale intentata dagli avvocati Arno van Kessel e Peter Stassen per conto delle persone colpite dalla vaccinazione.

    ⏺ In questo caso, Gates è uno dei 17 imputati nel progetto “COVID-19: The Great Reset”.
    Sette vittime del vaccino chiedono giustizia per il danno causato loro dalla vaccinazione. Uno di loro è morto.

    Gates sta cercando di evitare il procedimento e quindi ha chiesto una dichiarazione orale in tribunale.

    ⏺ È sorprendente che egli non fosse presente all'udienza perché non ritiene che il tribunale di Leeuwarden sia competente.
    È rappresentato da un avvocato dello studio legale Pels Rijcken.

    Secondo gli avvocati delle vittime, il tribunale olandese è effettivamente competente a condannare Gates.

    Essi si basano sull'articolo 6 del codice di procedura civile, che recita: “Il giudice olandese è inoltre competente per le azioni illecite se l'evento dannoso si è verificato o potrebbe verificarsi nei Paesi Bassi.

    ⏺ Dopo l'audizione orale, in serata si è tenuta una conferenza stampa nella quale la stampa ha potuto rivolgere domande al sig. Van Kessel e al sig. Stassen.

    Erica Krikke di Zebra Inspiratie ha parlato in tribunale con l'ex GP Berber Pieksma, anch'egli presente all'udienza.

    ⏺ "Pensavo che la cosa peggiore dell'intero caso fosse che nella loro risposta hanno osato dubitare che i querelanti fossero vaccinati" ha detto Pieksma.
    "È stato davvero subdolo."

    Una delle ricorrenti, una donna di 50 anni, non era mai stata veramente malata prima della vaccinazione anti-coronavirus.

    ⏺ Ora è molto malata. Voleva cogliere l'occasione per parlare di ciò che le ha fatto.
    "È stata una storia molto emozionante", ha detto Krikke.

    I suoi avvocati hanno detto che la sua storia era importante per mostrare la connessione.

    ⏺ Ha parlato anche a nome del querelante deceduto, che è stato sottoposto alla stessa procedura di iniezione ma è morto sei mesi prima.

    “Dei sette, ne restano solo sei. Tre erano troppo malati per venire e tre erano presenti”.

    ⏺ Durante l'udienza, l'avvocato di Gates ha avanzato ogni sorta di argomentazioni sul motivo per cui credeva che il giudice non avesse giurisdizione.

    Alla fine l'avvocato ha detto: “Forse dovremmo andare ad Amsterdam o all'Aja per sapere se un tribunale olandese è competente”.

    ⏺ Vogliono davvero che vada ad Arnhem o all’Aia, questi sono tutti tribunali dove non esiste più giurisprudenza”, ha detto Pieksma, aggiungendo che “facevano tutti parte della cricca”.

    "Era strano come sostenesse che il caso dovesse effettivamente andare in un altro tribunale", ha sottolineato l'ex medico di famiglia.

    Il giudice si pronuncerà tra qualche settimana.
    Fonte

    Iscriviti https://t.me/noalvaccino https://t.me/noalvaccino/57729
    Io Non Mi Vaccino 💉👎🏻, [24 Set 2024 alle 10:57] 🤡 Bill Gates in tribunale nei Paesi Bassi: le vittime del vaccino chiedono giustizia per il danno subito 💉 Mercoledì si è tenuta un'udienza provvisoria presso il tribunale olandese di Leeuwarden, che Bill Gates ha avviato in risposta alla causa principale intentata dagli avvocati Arno van Kessel e Peter Stassen per conto delle persone colpite dalla vaccinazione. ⏺ In questo caso, Gates è uno dei 17 imputati nel progetto “COVID-19: The Great Reset”. Sette vittime del vaccino chiedono giustizia per il danno causato loro dalla vaccinazione. Uno di loro è morto. Gates sta cercando di evitare il procedimento e quindi ha chiesto una dichiarazione orale in tribunale. ⏺ È sorprendente che egli non fosse presente all'udienza perché non ritiene che il tribunale di Leeuwarden sia competente. È rappresentato da un avvocato dello studio legale Pels Rijcken. ⚖️ Secondo gli avvocati delle vittime, il tribunale olandese è effettivamente competente a condannare Gates. Essi si basano sull'articolo 6 del codice di procedura civile, che recita: “Il giudice olandese è inoltre competente per le azioni illecite se l'evento dannoso si è verificato o potrebbe verificarsi nei Paesi Bassi. ⏺ Dopo l'audizione orale, in serata si è tenuta una conferenza stampa nella quale la stampa ha potuto rivolgere domande al sig. Van Kessel e al sig. Stassen. Erica Krikke di Zebra Inspiratie ha parlato in tribunale con l'ex GP Berber Pieksma, anch'egli presente all'udienza. ⏺ "Pensavo che la cosa peggiore dell'intero caso fosse che nella loro risposta hanno osato dubitare che i querelanti fossero vaccinati" ha detto Pieksma. "È stato davvero subdolo." Una delle ricorrenti, una donna di 50 anni, non era mai stata veramente malata prima della vaccinazione anti-coronavirus. ⏺ Ora è molto malata. Voleva cogliere l'occasione per parlare di ciò che le ha fatto. "È stata una storia molto emozionante", ha detto Krikke. I suoi avvocati hanno detto che la sua storia era importante per mostrare la connessione. ⏺ Ha parlato anche a nome del querelante deceduto, che è stato sottoposto alla stessa procedura di iniezione ma è morto sei mesi prima. “Dei sette, ne restano solo sei. Tre erano troppo malati per venire e tre erano presenti”. ⏺ Durante l'udienza, l'avvocato di Gates ha avanzato ogni sorta di argomentazioni sul motivo per cui credeva che il giudice non avesse giurisdizione. Alla fine l'avvocato ha detto: “Forse dovremmo andare ad Amsterdam o all'Aja per sapere se un tribunale olandese è competente”. ⏺ Vogliono davvero che vada ad Arnhem o all’Aia, questi sono tutti tribunali dove non esiste più giurisprudenza”, ha detto Pieksma, aggiungendo che “facevano tutti parte della cricca”. "Era strano come sostenesse che il caso dovesse effettivamente andare in un altro tribunale", ha sottolineato l'ex medico di famiglia. ⚖️ Il giudice si pronuncerà tra qualche settimana. Fonte ✉️ Iscriviti ➡️ https://t.me/noalvaccino https://t.me/noalvaccino/57729
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  • SIC TRANSIT GLORIA MUNDI!
    Sequestrati 74,8 milioni di euro ai fratelli Elkann e al presidente della Juventus Ferrero: “Frode fiscale e truffa ai danni dello Stato”

    Un maxi-sequestro da 74,8 milioni di euro è stato disposto nei confronti dei fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre che di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus e commercialista della famiglia Agnelli-Elkann, e di Urs Robert Von Grunigen, notaio esecutore testamentare di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. L’accusa della procura di Torino è di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. I magistrati torinesi hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale piemontese il sequestro finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla successione ereditaria conseguente alla morte, nel febbraio 2019, di Caracciolo e alle successive controversie tra i tre fratelli e la loro madre, Margherita Agnelli.

    “Disegno criminoso per evadere le tasse”
    Durante le indagini della Guardia di Finanza, sostiene la procura guidata da Giovanni Bombardieri, è stata raccolta una “mole” di documenti che avrebbe “confermato l’iniziale ipotesi accusatoria” riguardante “la fittizia residenza estera di Marella Caracciolo”, che in realtà sarebbe stata “stabilmente” in Italia dal 2010, e “l’esistenza di un disegno criminoso volto a sottrarre il suo ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane”.

    Il memorandum e le disposizioni al family office
    Nel corso delle perquisizioni, ricostruisce la procura, è stato anche rinvenuto un “memorandum” che “scandisce dettagliatamente gli accorgimenti ritenuti necessari a sostenere la residenza svizzera, accorgimenti (come l’assunzione di collaboratori domestici della Caracciolo da parte di uno dei nipoti) in concreto riscontrati nel corso delle indagini”. Non solo: gli accertamenti hanno anche permesso di ricostruire, sempre secondo l’accusa, “le disposizioni impartite dai più stretti collaboratori italiani della famiglia nei confronti di un family office svizzero che provvedeva a tutte le incombenze” svizzere di Caracciolo come “ritiro corrispondenza, effettuazione pagamenti da conti svizzeri”. Da qui, sarebbe quindi scaturita la quantificazione dei redditi della nonna dei tre Elkann non dichiarati al Fisco, nonché del patrimonio da assoggettare alla prevista imposta sulle successioni e donazioni.

    Un’eredità da 800 milioni
    Il tutto è stato quantificato in 42,8 milioni di euro di Irpef evasa tra il vitalizio da 29 milioni di euro e i 116,8 milioni frutto di attività finanziarie detenute da un trust con sede alle Bahamas. Inoltre, i magistrati sostengono che sarebbero state evase imposte sulle successioni e donazioni per oltre 32 milioni euro “su una massa ereditaria ricostruita di oltre 800 milioni, data dalle disponibilità indicate nell’inventario dell’eredità redatto dall’esecutore testamentario svizzero, dalle quote di un fondo di investimento lussemburghese, dalle rilevate spartizioni post mortem tra gli eredi di opere d’arte e gioielli di ingente valore e dagli elementi patrimoniali di una società immobiliare lussemburghese”. Per la difesa, il sequestro è un “passaggio procedurale” che “non comporta alcun accertamento di responsabilità dei nostri assistiti” e “non soddisfa i requisiti previsti dalla legge per la sua emissione perché, tra l’altro, non c’è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati”.

    La complicata storia legale
    Nel 2004, un anno dopo la morte del padre Gianni, Margherita Agnelli stipulò un accordo con la madre, Marella, in base al quale rinunciò alle partecipazioni nelle società di famiglia in cambio del conferimento di beni per l’equivalente di un miliardo e 275 milioni di euro. In seguito, però, smise di riconoscere la validità di quell’intesa sostenendo che esisteva una parte del patrimonio paterno di cui non era stata portata a conoscenza. Così si rivolse ai tribunali. E sempre senza successo. Ora a Torino sono due le nuove partite che Margherita ha aperto con la giustizia. C’è la causa civile che la vede come ‘parte attrice’ contro i propri figli che hanno ereditato il patrimonio di Marella: la richiesta è invalidare il testamento della donna. Ma c’è anche un esposto in procura – da qui ha avuto origine il sequestro – per concorso in una presunta dichiarazione dei redditi ‘infedele’. La tesi è che Marella Agnelli, sebbene risultasse vivere in Svizzera, trascorse in Italia, almeno nel 2010, un periodo superiore a 183 giorni, soglia oltre la quale doveva essere considerata ‘residente’ a fini fiscali. E pagare le tasse su tutti i propri averi.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/20/elkann-fratelli-sequestro-inchiesta-successione-frode-fiscale-truffa-allo-stato/7701522/
    SIC TRANSIT GLORIA MUNDI! Sequestrati 74,8 milioni di euro ai fratelli Elkann e al presidente della Juventus Ferrero: “Frode fiscale e truffa ai danni dello Stato” Un maxi-sequestro da 74,8 milioni di euro è stato disposto nei confronti dei fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre che di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus e commercialista della famiglia Agnelli-Elkann, e di Urs Robert Von Grunigen, notaio esecutore testamentare di Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. L’accusa della procura di Torino è di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. I magistrati torinesi hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale piemontese il sequestro finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla successione ereditaria conseguente alla morte, nel febbraio 2019, di Caracciolo e alle successive controversie tra i tre fratelli e la loro madre, Margherita Agnelli. “Disegno criminoso per evadere le tasse” Durante le indagini della Guardia di Finanza, sostiene la procura guidata da Giovanni Bombardieri, è stata raccolta una “mole” di documenti che avrebbe “confermato l’iniziale ipotesi accusatoria” riguardante “la fittizia residenza estera di Marella Caracciolo”, che in realtà sarebbe stata “stabilmente” in Italia dal 2010, e “l’esistenza di un disegno criminoso volto a sottrarre il suo ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane”. Il memorandum e le disposizioni al family office Nel corso delle perquisizioni, ricostruisce la procura, è stato anche rinvenuto un “memorandum” che “scandisce dettagliatamente gli accorgimenti ritenuti necessari a sostenere la residenza svizzera, accorgimenti (come l’assunzione di collaboratori domestici della Caracciolo da parte di uno dei nipoti) in concreto riscontrati nel corso delle indagini”. Non solo: gli accertamenti hanno anche permesso di ricostruire, sempre secondo l’accusa, “le disposizioni impartite dai più stretti collaboratori italiani della famiglia nei confronti di un family office svizzero che provvedeva a tutte le incombenze” svizzere di Caracciolo come “ritiro corrispondenza, effettuazione pagamenti da conti svizzeri”. Da qui, sarebbe quindi scaturita la quantificazione dei redditi della nonna dei tre Elkann non dichiarati al Fisco, nonché del patrimonio da assoggettare alla prevista imposta sulle successioni e donazioni. Un’eredità da 800 milioni Il tutto è stato quantificato in 42,8 milioni di euro di Irpef evasa tra il vitalizio da 29 milioni di euro e i 116,8 milioni frutto di attività finanziarie detenute da un trust con sede alle Bahamas. Inoltre, i magistrati sostengono che sarebbero state evase imposte sulle successioni e donazioni per oltre 32 milioni euro “su una massa ereditaria ricostruita di oltre 800 milioni, data dalle disponibilità indicate nell’inventario dell’eredità redatto dall’esecutore testamentario svizzero, dalle quote di un fondo di investimento lussemburghese, dalle rilevate spartizioni post mortem tra gli eredi di opere d’arte e gioielli di ingente valore e dagli elementi patrimoniali di una società immobiliare lussemburghese”. Per la difesa, il sequestro è un “passaggio procedurale” che “non comporta alcun accertamento di responsabilità dei nostri assistiti” e “non soddisfa i requisiti previsti dalla legge per la sua emissione perché, tra l’altro, non c’è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni degli indagati”. La complicata storia legale Nel 2004, un anno dopo la morte del padre Gianni, Margherita Agnelli stipulò un accordo con la madre, Marella, in base al quale rinunciò alle partecipazioni nelle società di famiglia in cambio del conferimento di beni per l’equivalente di un miliardo e 275 milioni di euro. In seguito, però, smise di riconoscere la validità di quell’intesa sostenendo che esisteva una parte del patrimonio paterno di cui non era stata portata a conoscenza. Così si rivolse ai tribunali. E sempre senza successo. Ora a Torino sono due le nuove partite che Margherita ha aperto con la giustizia. C’è la causa civile che la vede come ‘parte attrice’ contro i propri figli che hanno ereditato il patrimonio di Marella: la richiesta è invalidare il testamento della donna. Ma c’è anche un esposto in procura – da qui ha avuto origine il sequestro – per concorso in una presunta dichiarazione dei redditi ‘infedele’. La tesi è che Marella Agnelli, sebbene risultasse vivere in Svizzera, trascorse in Italia, almeno nel 2010, un periodo superiore a 183 giorni, soglia oltre la quale doveva essere considerata ‘residente’ a fini fiscali. E pagare le tasse su tutti i propri averi. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/20/elkann-fratelli-sequestro-inchiesta-successione-frode-fiscale-truffa-allo-stato/7701522/
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  • IL “MISTERO” DELLO YACHT AFFONDATO

    Quasi tutte le prima pagine di oggi parlano, in modo simile, dello strano caso dello yacht affondato a Palermo:

    La Repubblica: “I misteri del veliero colato a picco in pochi secondi e con l’albero intatto”. Il Resto del Carlino (titolo a nove colonne): “I misteri del mega veliero affondato. Gli esperti: avrebbe dovuto resistere, si è inabissato in pochi minuti”. Il Messaggero: “Veliero, ipotesi errore umano: la chiglia mobile era sollevata”. La Verità: “Dinamica strana, l’ex socio travolto nelle stesse ore: il naufragio diventa un giallo”. Il Tempo: “I dubbi e le coincidenze. Il naufragio del veliero si tinge di giallo”. Il Sole 24 ore: “Mistero sul naufragio del super yacht Bayesian”. Il Fatto Quotidiano: “Il giallo dello yacht e i complottisti nel Web”.

    Beh, a quanto pare i complottisti non stanno soltanto “nel Web”, come dice il Fatto Quotidiano, ma sono anche nelle redazioni dei giornali più nobili e altolocati.

    In effetti, è molto difficile pensare che siano tutte coincidenze: una superbarca di oltre 50 m, progettata per sopravvivere alle peggiori tempeste in alto mare, che affonda in pochi secondi ad un centinaio di metri dalla riva. Un elenco di vittime tutt’altro che banale, che va da Mike Lynch, il “Bill Gates britannico” coinvolto in una presunta truffa da 10 miliardi di dollari ai danni della Hewlett Packard, a Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, l’avvocato che ha salvato Lynch proprio dalla causa intentata contro di lui da Hewlett Packard. E, come se non bastasse, il socio in affari di Lynch, Stephen Chamberlain (anch’egli co-imputato nel processo), che è morto travolto da un’auto un paio di giorni prima.

    Nella migliore delle ipotesi, bisogna dire che il destino a volte agisce in modo decisamente curioso. Oppure….

    Massimo Mazzucco
    IL “MISTERO” DELLO YACHT AFFONDATO Quasi tutte le prima pagine di oggi parlano, in modo simile, dello strano caso dello yacht affondato a Palermo: La Repubblica: “I misteri del veliero colato a picco in pochi secondi e con l’albero intatto”. Il Resto del Carlino (titolo a nove colonne): “I misteri del mega veliero affondato. Gli esperti: avrebbe dovuto resistere, si è inabissato in pochi minuti”. Il Messaggero: “Veliero, ipotesi errore umano: la chiglia mobile era sollevata”. La Verità: “Dinamica strana, l’ex socio travolto nelle stesse ore: il naufragio diventa un giallo”. Il Tempo: “I dubbi e le coincidenze. Il naufragio del veliero si tinge di giallo”. Il Sole 24 ore: “Mistero sul naufragio del super yacht Bayesian”. Il Fatto Quotidiano: “Il giallo dello yacht e i complottisti nel Web”. Beh, a quanto pare i complottisti non stanno soltanto “nel Web”, come dice il Fatto Quotidiano, ma sono anche nelle redazioni dei giornali più nobili e altolocati. In effetti, è molto difficile pensare che siano tutte coincidenze: una superbarca di oltre 50 m, progettata per sopravvivere alle peggiori tempeste in alto mare, che affonda in pochi secondi ad un centinaio di metri dalla riva. Un elenco di vittime tutt’altro che banale, che va da Mike Lynch, il “Bill Gates britannico” coinvolto in una presunta truffa da 10 miliardi di dollari ai danni della Hewlett Packard, a Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, l’avvocato che ha salvato Lynch proprio dalla causa intentata contro di lui da Hewlett Packard. E, come se non bastasse, il socio in affari di Lynch, Stephen Chamberlain (anch’egli co-imputato nel processo), che è morto travolto da un’auto un paio di giorni prima. Nella migliore delle ipotesi, bisogna dire che il destino a volte agisce in modo decisamente curioso. Oppure…. Massimo Mazzucco
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  • Lo sapevi che Thierry Breton
    il commissario europeo che tenta di censurare
    Elon Musk è senegalese dal 2015?

    Questo è vero, anche se a prima vista potrebbe non essere evidente a causa del basso contenuto di melanina.

    Ma Thierry sa come gestire i suoi soldi. Guadagnerebbe 20.000 euro netti al mese dalla Commissione europea, e il Senegal è piuttosto generoso con i francesi con doppia cittadinanza che lì pagano le tasse - meno del 5% di imposta sul reddito, grazie a un comodo accordo con il ministero francese dell'Economia.

    Come puoi diventare un burocrate europeo frodando i contribuenti che dovresti servire?

    Saviez-vous que Thierry Breton
    le commissaire européen qui tente de censurer
    Elon Muskest sénégalais depuis 2015 ?

    C'est vrai, même si cela ne se voit pas au premier coup d'œil en raison de son faible taux de mélanine.

    Mais Thierry sait gérer son argent. Il gagnerait 20 000 euros nets par mois à la Commission européenne, et le Sénégal est plutôt généreux avec les binationaux français qui y paient leurs impôts - moins de 5% d'impôt sur le revenu, grâce à un accord douillet avec le ministère français de l'Économie.

    Comment peut-on devenir un bureaucrate européen tout en escroquant les contribuables qu'il est censé servir ?

    Fonte:
    https://x.com/goddeketal/status/1823074122131546377
    Lo sapevi che Thierry Breton il commissario europeo che tenta di censurare Elon Musk è senegalese dal 2015? Questo è vero, anche se a prima vista potrebbe non essere evidente a causa del basso contenuto di melanina. Ma Thierry sa come gestire i suoi soldi. Guadagnerebbe 20.000 euro netti al mese dalla Commissione europea, e il Senegal è piuttosto generoso con i francesi con doppia cittadinanza che lì pagano le tasse - meno del 5% di imposta sul reddito, grazie a un comodo accordo con il ministero francese dell'Economia. Come puoi diventare un burocrate europeo frodando i contribuenti che dovresti servire? Saviez-vous que Thierry Breton le commissaire européen qui tente de censurer Elon Muskest sénégalais depuis 2015 ? C'est vrai, même si cela ne se voit pas au premier coup d'œil en raison de son faible taux de mélanine. Mais Thierry sait gérer son argent. Il gagnerait 20 000 euros nets par mois à la Commission européenne, et le Sénégal est plutôt généreux avec les binationaux français qui y paient leurs impôts - moins de 5% d'impôt sur le revenu, grâce à un accord douillet avec le ministère français de l'Économie. Comment peut-on devenir un bureaucrate européen tout en escroquant les contribuables qu'il est censé servir ? Fonte: https://x.com/goddeketal/status/1823074122131546377
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  • Sul match Imane Khalif - Angela Carini

    Da quanto capisco - non seguo queste Olimpiadi come forma di boicottaggio privato - oggi nella categoria superleggeri donne gareggeranno Imane Khalif (Algeria) e Angela Carini (Italia).

    Auguro all'atleta italiana ogni bene e possibilmente la vittoria.
    Tuttavia c'è un problema non trascurabile. Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX.
    Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi.

    Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.

    Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa.

    E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici.
    (Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)

    Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?
    Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente.

    A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze.

    Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale).

    Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).

    Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica.

    L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti.

    Il cerchio così si chiude.

    La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).

    La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).

    E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale?

    Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.
    Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.

    Andrea Zhok
    Sul match Imane Khalif - Angela Carini Da quanto capisco - non seguo queste Olimpiadi come forma di boicottaggio privato - oggi nella categoria superleggeri donne gareggeranno Imane Khalif (Algeria) e Angela Carini (Italia). Auguro all'atleta italiana ogni bene e possibilmente la vittoria. Tuttavia c'è un problema non trascurabile. Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX. Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi. Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi. Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa. E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici. (Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.) Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto? Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente. A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze. Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale). Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società). Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica. L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti. Il cerchio così si chiude. La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale). La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.). E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale? Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi. Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale. Andrea Zhok
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  • Ogni scusa é buona per lucrare!

    https://dituttoedipiu.altervista.org/fascicolo-sanitario-elettronico-per-tenere-nascosti-i-dati-bisogna-pagare-e-non-scaricare-nulla-dalle-tasse/
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    Fascicolo sanitario elettronico: per tenere nascosti i dati bisogna pagare e non scaricare nulla dalle tasse - D TUTTO E D+
    Fascicolo sanitario elettronico: per tenere nascosti i dati bisogna pagare e non scaricare nulla dalle tasse La privacy dei dati sanitari è legata alle possibilità economiche: per non far comparire i dati relativi ad acquisti o esami svolti, si deve pagare e non detrarre nemmeno le spese dalle tasse. La denuncia arriva dalla dottoressa Barbara Balanzoni. “Il problema è che con questa nuova trovata, se una persona ha una malattia o
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  • IL REGNO UNITO VUOLE DEPORTARE I RICHIEDENTI ASILO IN RWANDA, MA NON CI RIESCE

    Quando cambia un governo, spesso si scopre qualche altarino di quello precedente, come se il nuovo governo dovesse mandate un segnale di discontinuità: noi siamo diversi, noi siamo migliori. Il Regno Unito, eccezionale in molte cose e non tutte lodevoli, in questa si adegua al tran-tran.

    La notizia data dal ministro degli Interni Yvette Copper del nuovo governo Starmer circa il fallimento della deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda approvata dal precedente governo Sunak, ha risvolti davvero notevoli, quasi esilaranti se non riguardasse la vita di decine di migliaia di persone.

    Deportazione pianificata dal governo tory di Boris Johnson e messa a terra da quello di Sunak, che prevedeva il versamento di una cospicua somma di denaro al Rwanda di Paul Kagame, appena rieletto col il 99,15% dei voti per il quarto mandato. 209 milioni di sterline la cifra promessa al ruandese: poco più che una mancia, data la vastità e la portata del piano in questione, ma consideriamolo un acconto in credito alla buona volontà.

    Il buon Kagame, ex militare, è incredibilmente riuscito a migliorare costantemente le proprie performance elettorali: dopo la leggera flessione del 2010 (93%) seguita alla prima elezione del 2003 (95%), ha preso il 98% nel 2017 per planare sul morbido 99% e spiccioli della settimana scorsa.

    La rivista Africa lo definisce, con una punta di ironia, “l’autocrate che piace”. A chi? Ruandesi a parte, che ad eccezione di uno sparuto scarto di lavorazione proprio non riescono a rinunciare all’allampanato Paul, piace sicuramente all’Occidente democratico, le cui responsabilità nel genocidio ruandese sono un dato storico acquisito. Lo stesso Occidente che fregia Putin dell’augusto titolo di dittatore sanguinario se prende un ridicolo (rispetto alle performance di Kagame) 87%, di fronte all’ennesimo utile negro da cortile si arresta in estatica e soprattutto silenziosa contemplazione.

    Il fatto che lo stesso Sunak sia un immigrato indiano diversamente bianco, per quanto di famiglia parsimoniosamente miliardaria, smentisce una volta di più (casomai ce ne fosse il bisogno) la vulgata secondo la quale un membro di una categoria sociale non possa agire contro la categoria alla quale appartiene.

    Eppure Sunak si è mostrato totalmente rispettoso degli usi e costumi del proprio paese di origine, specialmente per quanto riguarda la divisione in caste della società: ci sono i paria, gli intoccabili e privi di diritti, e poi su su fino a quelli come Sunak. Ma questi sono dettagli che non devono scalfire il mito del buon selvaggio, vero pilastro della narrazione accogliente e inclusiva.

    Il perché appartenere ad una certa categoria impedisca di danneggiarla è un mistero più complesso della Trinità, ma a quanto pare viene massicciamente creduto, e senza andare tanto per il sottile: l’Africa in festa per l’elezione di Obama ha subito preso contatto col fatto che all’africano Barack (pare sia nato in Kenya) dell’Africa non cale né tanto né poco. Per non parlare della della rielezione di Von der Leyen: in quanto donna e madre, ella è naturalmente inclusiva ed incapace di scatenare guerre. Ci mancherebbe altro: lo sanno bene tanto i russi quanto gli ucraini. Come lo sanno gli inglesi, che spedirono Johnson ad ordinare a Zelensky, pronto a negoziare la pace coi russi, di continuare la guerra senza se e senza ma. Come lo sa la premier per un giorno Liz Truss, altra donna accogliente e inclusiva che cinguettò di essere pronta a schiacciare il bottone della bomba nucleare. Sparita dalla circolazione, il che data la coazione a riproporre sempre le stesse eminenti figure dell’Occidente democratico un po’ stupisce e un po’ preoccupa: che fine ha fatto?

    Dopo di che, per tornare alla denuncia della Copper, vengono i sempre sgradevoli conti della serva. La Copper non solo quantifica lo sperpero in oltre un miliardo di euro nel varo della fantasiosa ed accogliente iniziativa, contro la quale il sempre vigile Papa Francesco, sempre prodigo di parole taglienti verso ciò che disapprova, non ha emesso una sillaba. Ma aggiunge che il governo precedente aveva preventivato un

    modesto contributo all’iniziativa di almeno 10 miliardi di sterline, ovvero circa 12 miliardi di euro, senza riferire al parlamento.

    Kagame, il quale ha già beneficiato dell’ennesimo “aiuto alla sviluppo” occidentale, si è affrettato a dichiarare che nonostante il piano sia miseramente fallito, non è tenuto a restituire la caparra. Ci mancherebbe altro: se il cliente rinuncia alla vacanza, paga. È un vero peccato, perché date le tensioni col vicino Congo (leggi: guerra) questa marcia indietro priva i rwandesi di molta ottima carne da cannone: decine di migliaia di uomini in età militare che sarebbero andati ad ingrossare le fila degli oltre 120 gruppi di “ribelli” operanti nel Nord e nel Sud Kivu, che nel silenzio generale – anche del governo di Kinshasa in altre faccende affaccendato – assiste ai continui massacri di civili inermi e al saccheggio di risorse naturali che fanno rimpiangere l’epoca coloniale come un’età dell’oro.

    Ci sono tre considerazioni sintetiche e quasi istintive da fare in conclusione. La prima è che questa globalizzazione della paura e del malaffare per via statuale, a parere di chi scrive nasconde il più colossale giro di mazzette e creazione di fondi neri mai apparso sulla trista scena del mondo. Mentre il denaro dei servi sciocchi che non emettono scontrini viene spiato e contabilizzato fino all’ultimo centesimo, capitali enormi, esentasse e fuori controllo si aggirano per il mondo destinati ai fini più luridi e inumani. Questo mi pare il fine di gran parte degli “aiuti umanitari” e del “sostegno della comunità internazionale” a questa o quella guerra civile e democratica.

    La seconda è che viviamo sottomessi ad apparati e istituzioni pubbliche che non rispondono più ai popoli che le hanno custodite e legittimate talvolta per secoli, le quali dilapidano la ricchezza in operazioni apertamente contrarie non solo al diritto internazionale ma anche agli interessi particolari del paese, estendendosi anche ad altri paesi come un cancro.

    La terza è che mentre notizie del tutto trascurabili vengono pompate a dismisura, queste notizie scomode non è che non vengano date, ma sono del tutto ignorate. Una possibile ragione è l’abituare lentamente l’opinione pubblica alla normalità dello scandalo e del malaffare, predisponendola alla sua accettazione come fatto trascurabile. Mentre noi inveiamo contro il mostro di turno e il pericolo mortale del momento, milioni di uomini vengono spostati e ammassati come roba vecchia dalla soffitta alla cantina, giustificando il passaggio di mano di somme enormi di denaro sottratte alla sanità, alla giustizia, ai servizi essenziali, alla pace e alla prosperità di tutti.

    Pluto
    IL REGNO UNITO VUOLE DEPORTARE I RICHIEDENTI ASILO IN RWANDA, MA NON CI RIESCE Quando cambia un governo, spesso si scopre qualche altarino di quello precedente, come se il nuovo governo dovesse mandate un segnale di discontinuità: noi siamo diversi, noi siamo migliori. Il Regno Unito, eccezionale in molte cose e non tutte lodevoli, in questa si adegua al tran-tran. La notizia data dal ministro degli Interni Yvette Copper del nuovo governo Starmer circa il fallimento della deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda approvata dal precedente governo Sunak, ha risvolti davvero notevoli, quasi esilaranti se non riguardasse la vita di decine di migliaia di persone. Deportazione pianificata dal governo tory di Boris Johnson e messa a terra da quello di Sunak, che prevedeva il versamento di una cospicua somma di denaro al Rwanda di Paul Kagame, appena rieletto col il 99,15% dei voti per il quarto mandato. 209 milioni di sterline la cifra promessa al ruandese: poco più che una mancia, data la vastità e la portata del piano in questione, ma consideriamolo un acconto in credito alla buona volontà. Il buon Kagame, ex militare, è incredibilmente riuscito a migliorare costantemente le proprie performance elettorali: dopo la leggera flessione del 2010 (93%) seguita alla prima elezione del 2003 (95%), ha preso il 98% nel 2017 per planare sul morbido 99% e spiccioli della settimana scorsa. La rivista Africa lo definisce, con una punta di ironia, “l’autocrate che piace”. A chi? Ruandesi a parte, che ad eccezione di uno sparuto scarto di lavorazione proprio non riescono a rinunciare all’allampanato Paul, piace sicuramente all’Occidente democratico, le cui responsabilità nel genocidio ruandese sono un dato storico acquisito. Lo stesso Occidente che fregia Putin dell’augusto titolo di dittatore sanguinario se prende un ridicolo (rispetto alle performance di Kagame) 87%, di fronte all’ennesimo utile negro da cortile si arresta in estatica e soprattutto silenziosa contemplazione. Il fatto che lo stesso Sunak sia un immigrato indiano diversamente bianco, per quanto di famiglia parsimoniosamente miliardaria, smentisce una volta di più (casomai ce ne fosse il bisogno) la vulgata secondo la quale un membro di una categoria sociale non possa agire contro la categoria alla quale appartiene. Eppure Sunak si è mostrato totalmente rispettoso degli usi e costumi del proprio paese di origine, specialmente per quanto riguarda la divisione in caste della società: ci sono i paria, gli intoccabili e privi di diritti, e poi su su fino a quelli come Sunak. Ma questi sono dettagli che non devono scalfire il mito del buon selvaggio, vero pilastro della narrazione accogliente e inclusiva. Il perché appartenere ad una certa categoria impedisca di danneggiarla è un mistero più complesso della Trinità, ma a quanto pare viene massicciamente creduto, e senza andare tanto per il sottile: l’Africa in festa per l’elezione di Obama ha subito preso contatto col fatto che all’africano Barack (pare sia nato in Kenya) dell’Africa non cale né tanto né poco. Per non parlare della della rielezione di Von der Leyen: in quanto donna e madre, ella è naturalmente inclusiva ed incapace di scatenare guerre. Ci mancherebbe altro: lo sanno bene tanto i russi quanto gli ucraini. Come lo sanno gli inglesi, che spedirono Johnson ad ordinare a Zelensky, pronto a negoziare la pace coi russi, di continuare la guerra senza se e senza ma. Come lo sa la premier per un giorno Liz Truss, altra donna accogliente e inclusiva che cinguettò di essere pronta a schiacciare il bottone della bomba nucleare. Sparita dalla circolazione, il che data la coazione a riproporre sempre le stesse eminenti figure dell’Occidente democratico un po’ stupisce e un po’ preoccupa: che fine ha fatto? Dopo di che, per tornare alla denuncia della Copper, vengono i sempre sgradevoli conti della serva. La Copper non solo quantifica lo sperpero in oltre un miliardo di euro nel varo della fantasiosa ed accogliente iniziativa, contro la quale il sempre vigile Papa Francesco, sempre prodigo di parole taglienti verso ciò che disapprova, non ha emesso una sillaba. Ma aggiunge che il governo precedente aveva preventivato un modesto contributo all’iniziativa di almeno 10 miliardi di sterline, ovvero circa 12 miliardi di euro, senza riferire al parlamento. Kagame, il quale ha già beneficiato dell’ennesimo “aiuto alla sviluppo” occidentale, si è affrettato a dichiarare che nonostante il piano sia miseramente fallito, non è tenuto a restituire la caparra. Ci mancherebbe altro: se il cliente rinuncia alla vacanza, paga. È un vero peccato, perché date le tensioni col vicino Congo (leggi: guerra) questa marcia indietro priva i rwandesi di molta ottima carne da cannone: decine di migliaia di uomini in età militare che sarebbero andati ad ingrossare le fila degli oltre 120 gruppi di “ribelli” operanti nel Nord e nel Sud Kivu, che nel silenzio generale – anche del governo di Kinshasa in altre faccende affaccendato – assiste ai continui massacri di civili inermi e al saccheggio di risorse naturali che fanno rimpiangere l’epoca coloniale come un’età dell’oro. Ci sono tre considerazioni sintetiche e quasi istintive da fare in conclusione. La prima è che questa globalizzazione della paura e del malaffare per via statuale, a parere di chi scrive nasconde il più colossale giro di mazzette e creazione di fondi neri mai apparso sulla trista scena del mondo. Mentre il denaro dei servi sciocchi che non emettono scontrini viene spiato e contabilizzato fino all’ultimo centesimo, capitali enormi, esentasse e fuori controllo si aggirano per il mondo destinati ai fini più luridi e inumani. Questo mi pare il fine di gran parte degli “aiuti umanitari” e del “sostegno della comunità internazionale” a questa o quella guerra civile e democratica. La seconda è che viviamo sottomessi ad apparati e istituzioni pubbliche che non rispondono più ai popoli che le hanno custodite e legittimate talvolta per secoli, le quali dilapidano la ricchezza in operazioni apertamente contrarie non solo al diritto internazionale ma anche agli interessi particolari del paese, estendendosi anche ad altri paesi come un cancro. La terza è che mentre notizie del tutto trascurabili vengono pompate a dismisura, queste notizie scomode non è che non vengano date, ma sono del tutto ignorate. Una possibile ragione è l’abituare lentamente l’opinione pubblica alla normalità dello scandalo e del malaffare, predisponendola alla sua accettazione come fatto trascurabile. Mentre noi inveiamo contro il mostro di turno e il pericolo mortale del momento, milioni di uomini vengono spostati e ammassati come roba vecchia dalla soffitta alla cantina, giustificando il passaggio di mano di somme enormi di denaro sottratte alla sanità, alla giustizia, ai servizi essenziali, alla pace e alla prosperità di tutti. Pluto
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