• L' agenzia britannica Reuters, il Washington Post e il New York Times, hanno riferito la notizia secondo la quale l' amministrazione statunitense uscente avrebbe acconsentito infine all' esercito ucraino di utilizzare i suoi armamenti, pertanto solo quelli di provenienza statunitense, per colpire gli obbiettivi presenti sul territorio russo. Gli armamenti che verrebbero forniti sono i missili Atacms che possono raggiungere un obbiettivo distante 300 km.
    Putin, dal canto suo, pare abbia aggiornato o lo stia per aggiornare la dottrina nucleare cosicché le ff.aa russe possano ritenere come un attacco congiunto al territorio russo un' aggressione da parte di uno Stato non nucleare ma sostenuto da un' altro che lo sia .....Ancora un' azione per spingere la Russia a compiere il primo passo verso un confronto nucleare?
    In questo contesto traballante il presidente argentino al termine di un colloquio con Trump in Florida avuto pochi giorni fa, ha dichiarato ai giornalisti che sta per prendere avvio un esercito di difensori dell' Occidente che rappresenterà un faro per il mondo i cui cardini sono costituiti a nord dagli USA, a sud dall' Argentina, l' Italia in Europa e Israele come sentinella nella frontiera in Medio Oriente.
    Dobbiamo attenderci qualche sorpresa poco o per nulla rassicurante ?
    Lieta serata
    L' agenzia britannica Reuters, il Washington Post e il New York Times, hanno riferito la notizia secondo la quale l' amministrazione statunitense uscente avrebbe acconsentito infine all' esercito ucraino di utilizzare i suoi armamenti, pertanto solo quelli di provenienza statunitense, per colpire gli obbiettivi presenti sul territorio russo. Gli armamenti che verrebbero forniti sono i missili Atacms che possono raggiungere un obbiettivo distante 300 km. Putin, dal canto suo, pare abbia aggiornato o lo stia per aggiornare la dottrina nucleare cosicché le ff.aa russe possano ritenere come un attacco congiunto al territorio russo un' aggressione da parte di uno Stato non nucleare ma sostenuto da un' altro che lo sia .....Ancora un' azione per spingere la Russia a compiere il primo passo verso un confronto nucleare? In questo contesto traballante il presidente argentino al termine di un colloquio con Trump in Florida avuto pochi giorni fa, ha dichiarato ai giornalisti che sta per prendere avvio un esercito di difensori dell' Occidente che rappresenterà un faro per il mondo i cui cardini sono costituiti a nord dagli USA, a sud dall' Argentina, l' Italia in Europa e Israele come sentinella nella frontiera in Medio Oriente. Dobbiamo attenderci qualche sorpresa poco o per nulla rassicurante ? Lieta serata
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  • STOP AL GENOCIDIO A GAZA!

    Ieri a Milano per la cinquantasettesima settimana di seguito si è manifestato per urlare “Stop al genocidio a Gaza” e in Libano.
    Nonostante la pioggia battente migliaia di persone comprendenti italiani, arabi, famiglie con bambini, ragazzi e anziani hanno sfilato per le vie del centro per denunciare il massacro continuo compiuto da oltre un anno da parte del sedicente stato di israele, coperto dalle menzogne e dalle omissioni dei media mainstream.
    Il tutto nel silenzio/assenso del nostro governo che si scandalizza per due colpi di mortaio sparati contro i militari della missione UNIFIL ma fa finta di niente riguardo a 40.000 morti civili fra cui donne, bambini, giornalisti, operatori sanitari e dipendenti ONU e ad oltre due milioni di persone lasciate morire di fame.
    Per non parlare dei bombardamenti a tappeto in altri paesi sovrani e delle uccisioni casuali di decine di persone con oggetti di consumo sabotati, perpetrate con una lucidità criminale mai vista prima nella storia.

    Manifestiamo, perché finché la violenza sionista non verrà fermata non ci sarà pace in questo mondo.

    Fonte: Paolo Cassina

    #freegaza
    #freepalestine
    #stopgenocide
    #stopisrael
    STOP AL GENOCIDIO A GAZA! Ieri a Milano per la cinquantasettesima settimana di seguito si è manifestato per urlare “Stop al genocidio a Gaza” e in Libano. Nonostante la pioggia battente migliaia di persone comprendenti italiani, arabi, famiglie con bambini, ragazzi e anziani hanno sfilato per le vie del centro per denunciare il massacro continuo compiuto da oltre un anno da parte del sedicente stato di israele, coperto dalle menzogne e dalle omissioni dei media mainstream. Il tutto nel silenzio/assenso del nostro governo che si scandalizza per due colpi di mortaio sparati contro i militari della missione UNIFIL ma fa finta di niente riguardo a 40.000 morti civili fra cui donne, bambini, giornalisti, operatori sanitari e dipendenti ONU e ad oltre due milioni di persone lasciate morire di fame. Per non parlare dei bombardamenti a tappeto in altri paesi sovrani e delle uccisioni casuali di decine di persone con oggetti di consumo sabotati, perpetrate con una lucidità criminale mai vista prima nella storia. Manifestiamo, perché finché la violenza sionista non verrà fermata non ci sarà pace in questo mondo. Fonte: Paolo Cassina #freegaza #freepalestine #stopgenocide #stopisrael
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  • Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?"

    Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione.

    1) "Il nostro lavoro è quello di radere al suolo Gaza. Nessuno ci fermerà". Il contributo di Younis Tirawi e Sami Vanderlip per DropSiteNews https://www.dropsitenews.com/p/israel-749-battalion-demolition-gaza?utm_source=publication-search
    che ricostruisce interamente le operazioni del 749esimo Corpo israeliano di genieri da combattimento, di stanza a Gaza, a partire da tutto il materiale diffuso dai soldati del corpo stesso attraverso i propri social account.
    Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?" Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione. 1) "Il nostro lavoro è quello di radere al suolo Gaza. Nessuno ci fermerà". Il contributo di Younis Tirawi e Sami Vanderlip per DropSiteNews https://www.dropsitenews.com/p/israel-749-battalion-demolition-gaza?utm_source=publication-search che ricostruisce interamente le operazioni del 749esimo Corpo israeliano di genieri da combattimento, di stanza a Gaza, a partire da tutto il materiale diffuso dai soldati del corpo stesso attraverso i propri social account.
    WWW.DROPSITENEWS.COM
    "Our Job Is to Flatten Gaza. No One Will Stop Us."
    Inside one Israeli battalion's yearlong mission of destruction
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  • Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?"

    Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione.

    3) "Indagine sui crimini di guerra a Gaza", https://www.youtube.com/watch?v=kPE6vbKix6A , un documentario, realizzato dall'Unità investigativa di Al Jazeera, che espone e denuncia "i crimini di guerra israeliani nella striscia di Gaza per mezzo delle migliaia di foto e di video pubblicati online dagli stessi soldati durante il conflitto dell'ultimo anno".

    “L’Occidente non può nascondersi, non può rivendicare una sua ignoranza. Nessuno può dire che non lo sapeva [...] Questo è il primo genocidio in diretta streaming della storia. Se le persone sono ignoranti, lo sono intenzionalmente", Susan Abulhawa, scrittrice palestinese e attivista per i diritti umani

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    Nonostante la censura, l'uccisione mirata e la criminalizzazione dei giornalisti da parte di Tel Aviv, le immagini dei bombardamenti e della pulizia etnica che tragicamente si consumano nel nord di Gaza riescono comunque a raggiungere la nostra attenzione. Eppure, qualcuno ancora ci domanda: "ma sarà mica vero il genocidio?" Lasciamo che a rispondere siano tre solide iniziative giornalistiche, le quali, per una propria caratteristica "unica e terribile", non possono essere smentite: si basano, infatti, sul materiale pubblicato direttamente dai carnefici in azione. 3) "Indagine sui crimini di guerra a Gaza", https://www.youtube.com/watch?v=kPE6vbKix6A , un documentario, realizzato dall'Unità investigativa di Al Jazeera, che espone e denuncia "i crimini di guerra israeliani nella striscia di Gaza per mezzo delle migliaia di foto e di video pubblicati online dagli stessi soldati durante il conflitto dell'ultimo anno". “L’Occidente non può nascondersi, non può rivendicare una sua ignoranza. Nessuno può dire che non lo sapeva [...] Questo è il primo genocidio in diretta streaming della storia. Se le persone sono ignoranti, lo sono intenzionalmente", Susan Abulhawa, scrittrice palestinese e attivista per i diritti umani Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
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  • Israele - Palestina 2
    S04E27
    ATTENZIONE: IMMAGINI di UNA CRUDELTÀ TERRIBILE!
    Immagini che non vedrete mai in TV.

    Domani pubblicheremo un altro terribile documentario, che Al Jazeera ha dedicato ai giornalisti e alle loro famiglie sterminate dagli io eseguivo ordini israeliani che non hanno la caratura morale dei Refusenik.

    Non ce ne siamo accorti con Covid19 che siamo governati da un branco di psicopatici, dunque non ci serviva il 7 Ottobre per rimarcare il fatto che tutti gli esseri umani sono in pericolo e che il pericolo viene dallo stesso potere.

    Neanche Al Jazeera si è accorta che i garzoni di Benny 'o Macellaio stanno morendo come mosche, chi con 6, chi con 7 dosi di 'vaccino', tanto si sono fatti manipolare, gli uni e gli altri, dai nemici dell'umanità.

    L'altro ieri è successo in Siria, ieri a Orlando, oggi a Gaza e domani... Domani non fatevi prendere dall'odio, senza il quale nulla di quello che vedrete sarebbe possibile.

    Chi lo compie e chi lo subisce sono entrambe vittime dello stesso schema di sempre, quello della piramide.

    Israele - Palestina

    FONTE: https://t.me/buffonatedistato/8280

    #freegaza
    #freepalestine
    🇮🇱 Israele - Palestina 2 🇵🇸 S04E27 ATTENZIONE: IMMAGINI di UNA CRUDELTÀ TERRIBILE! Immagini che non vedrete mai in TV. Domani pubblicheremo un altro terribile documentario, che Al Jazeera ha dedicato ai giornalisti e alle loro famiglie sterminate dagli io eseguivo ordini israeliani che non hanno la caratura morale dei Refusenik. Non ce ne siamo accorti con Covid19 che siamo governati da un branco di psicopatici, dunque non ci serviva il 7 Ottobre per rimarcare il fatto che tutti gli esseri umani sono in pericolo e che il pericolo viene dallo stesso potere. Neanche Al Jazeera si è accorta che i garzoni di Benny 'o Macellaio stanno morendo come mosche, chi con 6, chi con 7 dosi di 'vaccino', tanto si sono fatti manipolare, gli uni e gli altri, dai nemici dell'umanità. L'altro ieri è successo in Siria, ieri a Orlando, oggi a Gaza e domani... Domani non fatevi prendere dall'odio, senza il quale nulla di quello che vedrete sarebbe possibile. Chi lo compie e chi lo subisce sono entrambe vittime dello stesso schema di sempre, quello della piramide. 🇮🇱 Israele - Palestina 🇵🇸 FONTE: https://t.me/buffonatedistato/8280 #freegaza #freepalestine
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  • 986 operatori sanitari sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023.
    85 operatori della Protezione civile sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023.
    177 giornalisti sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023.

    986 Health workers have been martyred in Gaza since October 7, 2023.
    85 Civil Defense workers have been martyred in Gaza since October 7, 2023.
    177 Journalists have been martyred in Gaza since October 7, 2023.
    986 operatori sanitari sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023. 85 operatori della Protezione civile sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023. 177 giornalisti sono stati martirizzati a Gaza dal 7 ottobre 2023. 986 Health workers have been martyred in Gaza since October 7, 2023. 85 Civil Defense workers have been martyred in Gaza since October 7, 2023. 177 Journalists have been martyred in Gaza since October 7, 2023.
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  • Così si uccide la libertà di stampa!
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/15/bavaglio-sulle-ordinanze-fdi-lo-vuole-ancora-piu-stretto-estendiamolo-a-tutte-le-misure-e-chiede-multe-salate-per-giornalisti-ed-editori/7731624/
    Così si uccide la libertà di stampa! https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/15/bavaglio-sulle-ordinanze-fdi-lo-vuole-ancora-piu-stretto-estendiamolo-a-tutte-le-misure-e-chiede-multe-salate-per-giornalisti-ed-editori/7731624/
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  • L'Everest restituisce dopo 100 anni un piede e lo scarpone di Andrew Irvine: perché si potrebbe riscrivere la storia dell'alpinismo

    di
    Alessandro Sala
    12 ottobre 2024
    Il resto del corpo dell'alpinista britannico potrebbe trovarsi non lontano. Se si recuperasse anche la macchina fotografica si potrebbe stabilire se lui e George Mallory riuscirono ad arrivare in vetta nella spedizione del 1924. E si riscriverebbe la storia dell'alpinismo


    A distanza di cento anni è stato ritrovato sul monte Everest uno scarpone, con all’interno un piede avvolto in una calza, che con tutta probabilità apparteneva a Andrew Irvine, il compagno di scalata di George Mallory: i due alpinisti britannici furono i primi, nel 1924, a compiere una spedizione che aveva tutti i numeri per poter giungere al successo. La scoperta è stata fatta a settembre da un team di alpinisti e filmmaker impegnati in un progetto del National Geographic che lo ha annunciato ieri.

    Ancora oggi non sappiamo se Irvine e Mallory riuscirono oppure no a raggiungere la vetta: da quell’avventura, infatti, non ritornarono mai per poterlo raccontare. A lungo di loro non si ebbero più tracce, dopo l'ultima volta che i compagni li videro partire per quello che avrebbe dovuto essere lo strappo finale. Il corpo di Mallory venne ritrovato solo nel 1999, ancora quasi intatto, a non troppa distanza dalla cima, tanto che si riaprì il dibattito sull'effettiva possibilità che i due alpinisti fossero davvero riusciti nell'intento. Tuttavia non venne mai rinvenuta la loro macchina fotografica che avrebbe potuto contenere la prova di un eventuale successo (o insuccesso). Di Irvine, invece, era stata ritrovata soltanto la piccozza.

    Il nuovo ritrovamento potrebbe ora riaccendere le speranze di fare luce sul caso. Che si tratti del suo scarpone e del suo piede sarebbe testimoniato dalla presenza, sul calzettone, di una etichetta con la dicitura A. C. Irvine. Il secondo nome dell'alpinista era appunto Comyn. Difficile insomma che, proprio in quel luogo, possa trattarsi di una coincidenza. La certezza assoluta si potrà avere solo con analisi genetiche, ma già ora non sembrano esservi dubbi. Il resto del corpo di Irvine potrebbe trovarsi da qualche parte nell’area in cui è stato ritrovato lo scarpone, anche se le dinamiche di spostamento delle masse ghiacciate potrebbero, in un secolo, averlo spostato, per intero o in più parti, anche molto lontano. Tuttavia è un primo indizio che può indicare dove eventualmente concentrare nuove ricerche.

    Proprio Irvine, secondo la ricostruzione del National Geographic - che lanciando la notizia ha anche pubblicato le immagini scattate dal filmmaker Jimmy Chin -, era addetto alla gestione dell’attrezzatura fotografica. Ritrovare l’apparecchio con la pellicola all’interno ed eventuali altri rullini, sempre che si siano conservati e siano ancora lavorabili, potrebbe dare dunque una risposta certa sull’esito della loro impresa. E, nel caso si dimostrasse che in vetta ci arrivarono, si dovrebbe riscrivere la storia dell’alpinismo. L’Everest venne infatti conquistato ufficialmente solo tren’anni più tardi, nel 1953, dal neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzign Norgay che vi giunsero dal Colle Sud della cresta Sud-Est.

    Quando il gruppo di Nat Geo si è imbattuto in quello strano oggetto che emergeva dal ghiaccio in parziale scioglimento ha capito subito, dalla forgia dello scarpone e dai materiali di cui era composto, che si trattava di qualcosa che la montagna riconsegnava da un lontano passato. Cuoio, para, chiodi di ferro. Nulla di simile al moderno equipaggiamento super tecnico e colorato. «Quando ho sollevato il calzino - spiega Chin sul National Geographic - ho visto l'etichetta. Ho guardato i miei compagni e abbiamo subito capito di trovarci di fronte a qualcosa di unico. Qualunque spedizione sull'Everest segue inevitabilmente l'ombra di Irvine e Mallory». Il suo pensiero è però andato subito ai famigliari di Irvine: «Quando perdi qualcuno e non sai cosa gli sia successo è difficile da accettare - dice ancora il filmmaker, che ha subito informato gli eredi dell'alpinista, in particolare la pronipote Julie Summers, che oggi ha 64 anni e che nel 2001 aveva scritto una biografia dello zio -. Avere anche solo qualche informazione ma definitiva su dove possa essere finito Andrew è sicuramente utile per loro. Ed è anche un grande indizio per la comunità alpinistica che ancora si interroga cosa sia successo su quella montagna cento anni fa».

    Prima di partire per la spedizione, ai giornalisti che gli chiedevano perché volesse a tutti i costi scalare quella montagna, visto che non era il suo primo tentativo, Mallory rispose con una frase che è poi diventata un classico delle citazioni. Disse semplicemente: «Perché è lì». La stessa risposta che si potrebbe dare ora qualora venisse rimessa in pista una nuova spedizione finalizzata a cercare Irvine: perché anche lui è lì.


    12 ottobre 2024

    © RIPRODUZIONE RISERVATA


    Fonte: https://www.corriere.it/cronache/24_ottobre_12/andrew-irvine-trovato-un-suo-scarpone-sull-everest-si-riapre-il-caso-sulla-conquista-del-tetto-del-mondo-b1ea8044-8991-4bc8-8ae2-df071aff6xlk_amp.shtml
    L'Everest restituisce dopo 100 anni un piede e lo scarpone di Andrew Irvine: perché si potrebbe riscrivere la storia dell'alpinismo di Alessandro Sala 12 ottobre 2024 Il resto del corpo dell'alpinista britannico potrebbe trovarsi non lontano. Se si recuperasse anche la macchina fotografica si potrebbe stabilire se lui e George Mallory riuscirono ad arrivare in vetta nella spedizione del 1924. E si riscriverebbe la storia dell'alpinismo A distanza di cento anni è stato ritrovato sul monte Everest uno scarpone, con all’interno un piede avvolto in una calza, che con tutta probabilità apparteneva a Andrew Irvine, il compagno di scalata di George Mallory: i due alpinisti britannici furono i primi, nel 1924, a compiere una spedizione che aveva tutti i numeri per poter giungere al successo. La scoperta è stata fatta a settembre da un team di alpinisti e filmmaker impegnati in un progetto del National Geographic che lo ha annunciato ieri. Ancora oggi non sappiamo se Irvine e Mallory riuscirono oppure no a raggiungere la vetta: da quell’avventura, infatti, non ritornarono mai per poterlo raccontare. A lungo di loro non si ebbero più tracce, dopo l'ultima volta che i compagni li videro partire per quello che avrebbe dovuto essere lo strappo finale. Il corpo di Mallory venne ritrovato solo nel 1999, ancora quasi intatto, a non troppa distanza dalla cima, tanto che si riaprì il dibattito sull'effettiva possibilità che i due alpinisti fossero davvero riusciti nell'intento. Tuttavia non venne mai rinvenuta la loro macchina fotografica che avrebbe potuto contenere la prova di un eventuale successo (o insuccesso). Di Irvine, invece, era stata ritrovata soltanto la piccozza. Il nuovo ritrovamento potrebbe ora riaccendere le speranze di fare luce sul caso. Che si tratti del suo scarpone e del suo piede sarebbe testimoniato dalla presenza, sul calzettone, di una etichetta con la dicitura A. C. Irvine. Il secondo nome dell'alpinista era appunto Comyn. Difficile insomma che, proprio in quel luogo, possa trattarsi di una coincidenza. La certezza assoluta si potrà avere solo con analisi genetiche, ma già ora non sembrano esservi dubbi. Il resto del corpo di Irvine potrebbe trovarsi da qualche parte nell’area in cui è stato ritrovato lo scarpone, anche se le dinamiche di spostamento delle masse ghiacciate potrebbero, in un secolo, averlo spostato, per intero o in più parti, anche molto lontano. Tuttavia è un primo indizio che può indicare dove eventualmente concentrare nuove ricerche. Proprio Irvine, secondo la ricostruzione del National Geographic - che lanciando la notizia ha anche pubblicato le immagini scattate dal filmmaker Jimmy Chin -, era addetto alla gestione dell’attrezzatura fotografica. Ritrovare l’apparecchio con la pellicola all’interno ed eventuali altri rullini, sempre che si siano conservati e siano ancora lavorabili, potrebbe dare dunque una risposta certa sull’esito della loro impresa. E, nel caso si dimostrasse che in vetta ci arrivarono, si dovrebbe riscrivere la storia dell’alpinismo. L’Everest venne infatti conquistato ufficialmente solo tren’anni più tardi, nel 1953, dal neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzign Norgay che vi giunsero dal Colle Sud della cresta Sud-Est. Quando il gruppo di Nat Geo si è imbattuto in quello strano oggetto che emergeva dal ghiaccio in parziale scioglimento ha capito subito, dalla forgia dello scarpone e dai materiali di cui era composto, che si trattava di qualcosa che la montagna riconsegnava da un lontano passato. Cuoio, para, chiodi di ferro. Nulla di simile al moderno equipaggiamento super tecnico e colorato. «Quando ho sollevato il calzino - spiega Chin sul National Geographic - ho visto l'etichetta. Ho guardato i miei compagni e abbiamo subito capito di trovarci di fronte a qualcosa di unico. Qualunque spedizione sull'Everest segue inevitabilmente l'ombra di Irvine e Mallory». Il suo pensiero è però andato subito ai famigliari di Irvine: «Quando perdi qualcuno e non sai cosa gli sia successo è difficile da accettare - dice ancora il filmmaker, che ha subito informato gli eredi dell'alpinista, in particolare la pronipote Julie Summers, che oggi ha 64 anni e che nel 2001 aveva scritto una biografia dello zio -. Avere anche solo qualche informazione ma definitiva su dove possa essere finito Andrew è sicuramente utile per loro. Ed è anche un grande indizio per la comunità alpinistica che ancora si interroga cosa sia successo su quella montagna cento anni fa». Prima di partire per la spedizione, ai giornalisti che gli chiedevano perché volesse a tutti i costi scalare quella montagna, visto che non era il suo primo tentativo, Mallory rispose con una frase che è poi diventata un classico delle citazioni. Disse semplicemente: «Perché è lì». La stessa risposta che si potrebbe dare ora qualora venisse rimessa in pista una nuova spedizione finalizzata a cercare Irvine: perché anche lui è lì. 12 ottobre 2024 © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: https://www.corriere.it/cronache/24_ottobre_12/andrew-irvine-trovato-un-suo-scarpone-sull-everest-si-riapre-il-caso-sulla-conquista-del-tetto-del-mondo-b1ea8044-8991-4bc8-8ae2-df071aff6xlk_amp.shtml
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  • PADOVA: GLI STATI GENERALI DELLE SMART CITY

    L'evento si terrà il 21 e il 22 Ottobre e sarà l'ennesima occasione per propagandare l'IA e sorveglianza.

    1) ABOLIRE MOBILITÀ PRIVATA, DIFFONDERE IA E LE "TELECAMERE FEMMINISTE"

    All'evento partecipano i sindaci di diverse città italiane, potete vedere la lista qui.
    Il primo evento è "Intelligenza Invisibile: come l'AI cambierà le nostre vite senza che ce ne accorgiamo", elogia che tra non molto tutte le decisioni sulla gestione delle città saranno affidate all'IA, sostenendo che la sostituzione della pubblica amministrazione con sistemi automatizzati miglioreranno efficienza e progresso. Poi c'è un mix di deliri, dove si fa propaganda covidiota e gretina insieme, mescolando a ciò la venerazione per l'Iphone. Verrà presentato il libro Urban mobility dove si sostiene che le pandemie e la farsa del clima si possano combattere solo rivoluzionando la mobilità andando a limitare il trasporto autonomo in automobile. Siccome l'autrice è canadese, fa propaganda della dittatura infame di Trudeau e delle restrizioni che egli ha fatto ai danni dei cittadini, sia in materia di COVID, sia in materia di Green. Il modello proposto non è nemmeno quello dell'autobus, visto che per loro aumentano i contagi, ma promuovere l'"e-sharing", ossia la condivisione di mezzi elettrici, principalmente biciclette, di proprietà dello Stato o dei comuni che si possono utilizzare tramite QR code, dove tramite il GPS viene monitorato il percorso; infine promuovono anche i veicoli senza conducente.
    L'evento successivo è simile, visto che si chiama "La pianificazione urbana e la mobilità, dai trend consolidati alla costruzione di nuovi scenari". Infine, l'ultimo evento è "Una prospettiva di genere sulla città", dove viene abbinata la propaganda femminista alla richiesta di sorveglianza. Viene detto che l'assenza di sorveglianza, e quindi di telecamere in ogni angolo della strada, è una cosa maschilista perché gli uomini si possono difendere da soli, mentre le donne no. La morale è che la lotta all'inesistente patriarcato si fa tappezzando la città di telecamere così da rendere le strade sicure per le donne.

    2) DIVINIZZAZIONE DI DRAGHI E PROPAGANDA DELL'AGENDA 2030

    Ci sono anche gli eventi secondari. Questi continuano la propaganda precedente, ad esempio ti fanno la lista dei 100 comuni sostenibili e ti dicono che devi fare turismo lì. Su questo tema c'è anche un libro, che viene presentato sempre all'evento: l'obiettivo è spingere le persone a boicottare per il turismo i comuni che sono meno allineati alla folle ideologia digitalista di regime. C'è la presentazione del libro Muoversi in uno spazio stretto, che è uguale al libro canadese, a cui si aggiunge una demonizzazione della sovrappopolazione e la propaganda delle città da 15 minuti. Viene presentato anche un altro libro, Leader per forza, dove viene divinizzata la figura di Mario Draghi. Nella lista del programma completo, che si può trovare qui, prevede tanti altri eventi per promuovere le smart city e l'IA. Non manca lo stand sull'agenda 2030, dove si lamentano che forse non sono più in tempo per raggiungerne gli obiettivi.

    3) CHI C'È DIETRO L'EVENTO?

    Qui viene mostrato che l'evento è un progetto di due enti. Il primo è Padova Hall, una società del comune di Padova, che gestisce le fiere. Il secondo è Blum, un'impresa il cui scopo è diffondere "inclusività" e "sostenibilità", gestita principalmente da giornalisti. Il loro prodotto, come da loro stessi mostrato, è proprio la propaganda. Dicono di essere professionisti dell'informazione e di coltivare le pubbliche relazioni delle aziende diffondendo wokismo e promuovendo le menzogne di regime, quindi si può comprendere come tutto l'evento sia politicamente connotato.

    CONCLUSIONI

    Ogni evento che viene promosso dal sistema è ormai sempre uguale. C'è sempre la propaganda delle stesse ideologie culturalmarxiste con gli stessi messaggi allarmistici il cui scopo è farti accettare, per paura, digitale, sorveglianza e assenza di libertà.

    Fonte: Canale Telegram Der Einzige
    PADOVA: GLI STATI GENERALI DELLE SMART CITY L'evento si terrà il 21 e il 22 Ottobre e sarà l'ennesima occasione per propagandare l'IA e sorveglianza. 1) ABOLIRE MOBILITÀ PRIVATA, DIFFONDERE IA E LE "TELECAMERE FEMMINISTE" All'evento partecipano i sindaci di diverse città italiane, potete vedere la lista qui. Il primo evento è "Intelligenza Invisibile: come l'AI cambierà le nostre vite senza che ce ne accorgiamo", elogia che tra non molto tutte le decisioni sulla gestione delle città saranno affidate all'IA, sostenendo che la sostituzione della pubblica amministrazione con sistemi automatizzati miglioreranno efficienza e progresso. Poi c'è un mix di deliri, dove si fa propaganda covidiota e gretina insieme, mescolando a ciò la venerazione per l'Iphone. Verrà presentato il libro Urban mobility dove si sostiene che le pandemie e la farsa del clima si possano combattere solo rivoluzionando la mobilità andando a limitare il trasporto autonomo in automobile. Siccome l'autrice è canadese, fa propaganda della dittatura infame di Trudeau e delle restrizioni che egli ha fatto ai danni dei cittadini, sia in materia di COVID, sia in materia di Green. Il modello proposto non è nemmeno quello dell'autobus, visto che per loro aumentano i contagi, ma promuovere l'"e-sharing", ossia la condivisione di mezzi elettrici, principalmente biciclette, di proprietà dello Stato o dei comuni che si possono utilizzare tramite QR code, dove tramite il GPS viene monitorato il percorso; infine promuovono anche i veicoli senza conducente. L'evento successivo è simile, visto che si chiama "La pianificazione urbana e la mobilità, dai trend consolidati alla costruzione di nuovi scenari". Infine, l'ultimo evento è "Una prospettiva di genere sulla città", dove viene abbinata la propaganda femminista alla richiesta di sorveglianza. Viene detto che l'assenza di sorveglianza, e quindi di telecamere in ogni angolo della strada, è una cosa maschilista perché gli uomini si possono difendere da soli, mentre le donne no. La morale è che la lotta all'inesistente patriarcato si fa tappezzando la città di telecamere così da rendere le strade sicure per le donne. 2) DIVINIZZAZIONE DI DRAGHI E PROPAGANDA DELL'AGENDA 2030 Ci sono anche gli eventi secondari. Questi continuano la propaganda precedente, ad esempio ti fanno la lista dei 100 comuni sostenibili e ti dicono che devi fare turismo lì. Su questo tema c'è anche un libro, che viene presentato sempre all'evento: l'obiettivo è spingere le persone a boicottare per il turismo i comuni che sono meno allineati alla folle ideologia digitalista di regime. C'è la presentazione del libro Muoversi in uno spazio stretto, che è uguale al libro canadese, a cui si aggiunge una demonizzazione della sovrappopolazione e la propaganda delle città da 15 minuti. Viene presentato anche un altro libro, Leader per forza, dove viene divinizzata la figura di Mario Draghi. Nella lista del programma completo, che si può trovare qui, prevede tanti altri eventi per promuovere le smart city e l'IA. Non manca lo stand sull'agenda 2030, dove si lamentano che forse non sono più in tempo per raggiungerne gli obiettivi. 3) CHI C'È DIETRO L'EVENTO? Qui viene mostrato che l'evento è un progetto di due enti. Il primo è Padova Hall, una società del comune di Padova, che gestisce le fiere. Il secondo è Blum, un'impresa il cui scopo è diffondere "inclusività" e "sostenibilità", gestita principalmente da giornalisti. Il loro prodotto, come da loro stessi mostrato, è proprio la propaganda. Dicono di essere professionisti dell'informazione e di coltivare le pubbliche relazioni delle aziende diffondendo wokismo e promuovendo le menzogne di regime, quindi si può comprendere come tutto l'evento sia politicamente connotato. CONCLUSIONI Ogni evento che viene promosso dal sistema è ormai sempre uguale. C'è sempre la propaganda delle stesse ideologie culturalmarxiste con gli stessi messaggi allarmistici il cui scopo è farti accettare, per paura, digitale, sorveglianza e assenza di libertà. Fonte: Canale Telegram Der Einzige
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  • Durante una manifestazione per la Palestina svoltasi a Washington, un uomo si è dato fuoco come segno di protesta. Fortunatamente alcuni passanti sono accorsi in suo aiuto e hanno spento le fiamme con acqua e kefiah. L'uomo è stato ricoverato per lesioni mortali ma non sembra in pericolo di vita.

    È importantissimo ciò che l'uomo gridava tra le urla del dolore mentre bruciava: "Sono un giornalista e noi trascuriamo questa causa, diffondiamo disinformazione". Ora il video di quest'uomo che Instagram mi ha prontamente censurato con relative restrizioni dovrebbe essere mostrato in apertura dei TG per due motivi: il primo perché è un loro collega a denunciare determinate cose, il secondo per il gesto che ha fatto pur di attirare l'attenzione.

    Personalmente non sono d'accordo a gesti estremi, non lo sono mai stato, ma quando qualcuno arriva a tanto vuol dire che non ha sopportato il peso di determinate verità che ha sotto le mani quotidianamente. Immaginate se vi arriva una notizia drammatica, preparate un pezzo e il direttore del giornale ve lo butta nel cestino. Magari un'inchiesta su bambini bruciati vivi...

    Intanto sale ancora il numero dei giornali uccisi dallo stato terrorista di israele. L'ultimo si chiamava Hassan Hamad e l'hanno fatto a pezzi mentre si trovava a casa sua con la sua famiglia. I giornalisti e le giornaliste ammazzati dal criminale di guerra Netanyahu e company dal 7 ottobre salgono alla cifra incredibile di 176. Mai nessuno nella storia è arrivato a tanto, nemmeno Hitler!

    Ma c'è di più, Hassan Hamad era stato minacciato dall'esercito israeliano che gli aveva inviato questo messaggio su WhatsApp:

    "Ascolta, se continui a diffondere bugie su Israele, verremo a prenderti e trasformeremo la tua famiglia in... Questo è il tuo ultimo avvertimento". Vediamo adesso se questo messaggio domani lo troveremo su qualche prima pagina di giornale...

    Lui ha continuato a fare il suo lavoro di giornalista e ha pagato con la vita. Oggi israele, quello che dicono essere un paese super democratico che deve difendersi, sta facendo tutto questo. Il peggior stato terrorista mai esistito nella storia dell'umanità. Lo dicono i fatti. Anzi, i crimini!

    Facebook
    Instagram

    Fonte: T.me/GiuseppeSalamone

    P.S: il video non può essere pubblicato su Meta perché ve lo tolgono e applicano restrizioni.
    QUESTA È LA LIBERTÀ di ESPRESSIONE e di STAMPA dei SOCIAL AMERICANI.
    Durante una manifestazione per la Palestina svoltasi a Washington, un uomo si è dato fuoco come segno di protesta. Fortunatamente alcuni passanti sono accorsi in suo aiuto e hanno spento le fiamme con acqua e kefiah. L'uomo è stato ricoverato per lesioni mortali ma non sembra in pericolo di vita. È importantissimo ciò che l'uomo gridava tra le urla del dolore mentre bruciava: "Sono un giornalista e noi trascuriamo questa causa, diffondiamo disinformazione". Ora il video di quest'uomo che Instagram mi ha prontamente censurato con relative restrizioni dovrebbe essere mostrato in apertura dei TG per due motivi: il primo perché è un loro collega a denunciare determinate cose, il secondo per il gesto che ha fatto pur di attirare l'attenzione. Personalmente non sono d'accordo a gesti estremi, non lo sono mai stato, ma quando qualcuno arriva a tanto vuol dire che non ha sopportato il peso di determinate verità che ha sotto le mani quotidianamente. Immaginate se vi arriva una notizia drammatica, preparate un pezzo e il direttore del giornale ve lo butta nel cestino. Magari un'inchiesta su bambini bruciati vivi... Intanto sale ancora il numero dei giornali uccisi dallo stato terrorista di israele. L'ultimo si chiamava Hassan Hamad e l'hanno fatto a pezzi mentre si trovava a casa sua con la sua famiglia. I giornalisti e le giornaliste ammazzati dal criminale di guerra Netanyahu e company dal 7 ottobre salgono alla cifra incredibile di 176. Mai nessuno nella storia è arrivato a tanto, nemmeno Hitler! Ma c'è di più, Hassan Hamad era stato minacciato dall'esercito israeliano che gli aveva inviato questo messaggio su WhatsApp: "Ascolta, se continui a diffondere bugie su Israele, verremo a prenderti e trasformeremo la tua famiglia in... Questo è il tuo ultimo avvertimento". Vediamo adesso se questo messaggio domani lo troveremo su qualche prima pagina di giornale... Lui ha continuato a fare il suo lavoro di giornalista e ha pagato con la vita. Oggi israele, quello che dicono essere un paese super democratico che deve difendersi, sta facendo tutto questo. Il peggior stato terrorista mai esistito nella storia dell'umanità. Lo dicono i fatti. Anzi, i crimini! 👉 Facebook 👉 Instagram Fonte: T.me/GiuseppeSalamone P.S: il video non può essere pubblicato su Meta perché ve lo tolgono e applicano restrizioni. QUESTA È LA LIBERTÀ di ESPRESSIONE e di STAMPA dei SOCIAL AMERICANI.
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