• CORRUZIONE e MALAFFARE IMPERANTE. Proprio in Regione Puglia.
    Regione Puglia e l'appalto affidato ai fratelli di Emiliano. La funzionaria: "Colpa mia, ma non lo sapevo". Fi: "Imbarazzante" - Il Fatto Quotidiano
    La gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale diventa un caso politico...

    Politica

    di F. Q. | 13 Settembre 2024

    Una gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale pugliese, si trasforma in un caso politico. Il problema, infatti, è che l’unica azienda invitata a partecipare è stata la Emiliano srl, società dei fratelli del governatore della Puglia, che si è aggiudicata la gara con un ribasso dell’1%. Una vicenda che sta mettendo in imbarazzo il presidente Michele Emiliano. La procedura è stata già verificata e, secondo gli uffici del Consiglio regionale, risulta essere conforme alla normativa. Nessun illecito, viene fatto presente, ma – come sottolinea lo stesso governatore – resta un problema di opportunità.

    “La società – ha spiegato Michele Emiliano ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Bari – è stata invitata, in modo inopportuno, dal Consiglio regionale” per la fornitura di attrezzatura e “in maniera inopportuna” l’azienda “ha risposto alla richiesta di fornitura”. “Credo – ha aggiunto il governatore pugliese – che dal punto di vista formale sia tutto regolare, ma se la potevano risparmiare sia gli uni che gli altri. Mettere in difficoltà il presidente è una cosa che si doveva evitare, sono dispiaciuto ma non è successo nulla di drammatico”. Tra l’altro sia il governatore che la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, hanno dichiarato di non essere stati al corrente dell’appalto anche perché, hanno sottolineato, “gli organi politici non si occupano delle gare”.

    Rosamaria Falcone – la funzionaria della sezione “amministrazione e contabilità” del Consiglio Regionale della Puglia che ha firmato la delibera con cui, lo scorso 28 agosto, è stato disposto il pagamento in favore della Emiliano Srl – si dice “dispiaciuta” e “affranta” per aver creato “una bolla mediatica” senza volerlo e si assume tutta la responsabilità della vicenda. In uno sfogo con persone a lei vicine, raccolto dall’Adnkronos, Falcone ammette: “Sono stata io a fare l’indagine di mercato e la richiesta di preventivo. Del resto, quell’azienda è leader nel settore. Ma non sapevo che quella società fosse dei fratelli del governatore… Io non sono neanche pugliese”. La funzionaria, calabrese d’origine,afferma di aver commesso “un’ingenuità” ma si ritiene “tranquilla e serena” per aver agito secondo le norme.

    Intanto la polemica politica è esplosa. “L’impudenza di Michele Emiliano – ha attaccato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina“. Anche il gruppo di Fdi si chiede se sia “mai possibile che tutti scendano dal pero?”. Possibile, insistono, che venga “fatta una ricerca di mercato chiamando a partecipare l’azienda di famiglia del governatore, tenuto conto che la società si chiama proprio Emiliano srl?”. Per i consiglieri regionali di Forza Italia si tratta di “una pagina imbarazzante, con diversi profili di inopportunità”. La spiegazione fornita dal governatore comunque non è bastata alle opposizioni, che chiedono a Emiliano di riferire in Aula.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/regione-puglia-appalto-fratelli-emiliano-funzionaria-colpa-mia-non-lo-sapevo-fi-imbarazzante/7692696/
    CORRUZIONE e MALAFFARE IMPERANTE. Proprio in Regione Puglia. Regione Puglia e l'appalto affidato ai fratelli di Emiliano. La funzionaria: "Colpa mia, ma non lo sapevo". Fi: "Imbarazzante" - Il Fatto Quotidiano La gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale diventa un caso politico... Politica di F. Q. | 13 Settembre 2024 Una gara da 41mila euro destinata all’acquisto di arredamento per l’area relax e la biblioteca del Consiglio regionale pugliese, si trasforma in un caso politico. Il problema, infatti, è che l’unica azienda invitata a partecipare è stata la Emiliano srl, società dei fratelli del governatore della Puglia, che si è aggiudicata la gara con un ribasso dell’1%. Una vicenda che sta mettendo in imbarazzo il presidente Michele Emiliano. La procedura è stata già verificata e, secondo gli uffici del Consiglio regionale, risulta essere conforme alla normativa. Nessun illecito, viene fatto presente, ma – come sottolinea lo stesso governatore – resta un problema di opportunità. “La società – ha spiegato Michele Emiliano ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Bari – è stata invitata, in modo inopportuno, dal Consiglio regionale” per la fornitura di attrezzatura e “in maniera inopportuna” l’azienda “ha risposto alla richiesta di fornitura”. “Credo – ha aggiunto il governatore pugliese – che dal punto di vista formale sia tutto regolare, ma se la potevano risparmiare sia gli uni che gli altri. Mettere in difficoltà il presidente è una cosa che si doveva evitare, sono dispiaciuto ma non è successo nulla di drammatico”. Tra l’altro sia il governatore che la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, hanno dichiarato di non essere stati al corrente dell’appalto anche perché, hanno sottolineato, “gli organi politici non si occupano delle gare”. Rosamaria Falcone – la funzionaria della sezione “amministrazione e contabilità” del Consiglio Regionale della Puglia che ha firmato la delibera con cui, lo scorso 28 agosto, è stato disposto il pagamento in favore della Emiliano Srl – si dice “dispiaciuta” e “affranta” per aver creato “una bolla mediatica” senza volerlo e si assume tutta la responsabilità della vicenda. In uno sfogo con persone a lei vicine, raccolto dall’Adnkronos, Falcone ammette: “Sono stata io a fare l’indagine di mercato e la richiesta di preventivo. Del resto, quell’azienda è leader nel settore. Ma non sapevo che quella società fosse dei fratelli del governatore… Io non sono neanche pugliese”. La funzionaria, calabrese d’origine,afferma di aver commesso “un’ingenuità” ma si ritiene “tranquilla e serena” per aver agito secondo le norme. Intanto la polemica politica è esplosa. “L’impudenza di Michele Emiliano – ha attaccato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto – ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina“. Anche il gruppo di Fdi si chiede se sia “mai possibile che tutti scendano dal pero?”. Possibile, insistono, che venga “fatta una ricerca di mercato chiamando a partecipare l’azienda di famiglia del governatore, tenuto conto che la società si chiama proprio Emiliano srl?”. Per i consiglieri regionali di Forza Italia si tratta di “una pagina imbarazzante, con diversi profili di inopportunità”. La spiegazione fornita dal governatore comunque non è bastata alle opposizioni, che chiedono a Emiliano di riferire in Aula. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/13/regione-puglia-appalto-fratelli-emiliano-funzionaria-colpa-mia-non-lo-sapevo-fi-imbarazzante/7692696/
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  • I NUOVI SCHIAVI del DIGITALE!

    ID digitale e società senza contanti.

    Hainan, Cina dopo il super tifone, l'acqua e l'elettricità sono state tagliate, i cinesi volevano disperatamente caricare i loro telefoni.

    Perché tutti i loro soldi sono nel cellulare.
    Ricordate come hanno bloccato la protesta dei camionisti in Canada???

    OSSERVATE ATTENTAMENTE

    Fonte: https://x.com/Wondercri1982/status/1833957534597873796?t=xisTwFZOGg760oiEFCcJ1A&s=19

    #cina
    #china
    #ididigitale
    #nocontanti
    #nuovischiavi


    I NUOVI SCHIAVI del DIGITALE! ID digitale e società senza contanti. Hainan, Cina dopo il super tifone, l'acqua e l'elettricità sono state tagliate, i cinesi volevano disperatamente caricare i loro telefoni. Perché tutti i loro soldi sono nel cellulare. Ricordate come hanno bloccato la protesta dei camionisti in Canada??? OSSERVATE ATTENTAMENTE Fonte: https://x.com/Wondercri1982/status/1833957534597873796?t=xisTwFZOGg760oiEFCcJ1A&s=19 #cina #china #ididigitale #nocontanti #nuovischiavi
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  • Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi

    165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione.

    A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti.

    Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora.

    La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City.

    Segue...

    https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
    Copio dal profilo Telegram di Giorgio Bianchi 165 giornalisti morti a Gaza in dieci mesi. Israele fa strage anche dell’informazione. A Gaza muoiono tutti, anche i giornalisti. Già, perché quel martoriato lembo di terra che è la Striscia oggi è il posto più pericoloso al mondo anche per chi è lì per informare, documentare e riprendere gli orrori di una guerra feroce. I numeri possono disumanizzare – si tratta di persone con volti, nomi e destini – ma rendono concreta l’idea di quel che sta accadendo: ogni due giorni a Gaza muore un giornalista. Contro ogni legge morale e in barba al diritto umanitario internazionale che vorrebbe garantita la protezione dei civili, compresi i giornalisti. Gli ultimi barbaramente uccisi sono Ismail Al-Ghoul e Rami Al-Reefi. Erano rispettivamente un reporter e un cameraman al lavoro per Al Jazeera e si trovavano a bordo della loro auto, parcheggiata al di fuori del campo profughi di Al-Shati. Non sono mai più usciti vivi da quella macchina. Nei video che hanno fatto il giro del web si vedono chiaramente i corpi mozzati dei giornalisti. C’è sangue ovunque, ma la scritta “press” si legge ancora. La dinamica del crimine è, se possibile, ancor più agghiacciante. I reporter erano ad Al-Shati per un collegamento in diretta con l’emittente araba, davanti alla casa di Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran dagli israeliani. Nel video registrato si notano dei droni dell’IDF in esplorazione, mentre sorvolano tutta la zona del campo profughi. Altri giornalisti e testimoni hanno dichiarato che un drone ha lanciato un razzo vicino alla posizione dei reporter di Al Jazeera, spingendoli così ad abbandonare la diretta, nel tentativo di cercare riparo in qualche edificio circostante. Poco dopo i due si sono rifugiati nella loro auto, che portava la scritta “TV” sul tetto. Ma questo non è bastato a salvargli la vita. Da un drone israeliano è partito un missile guidato che ha colpito il veicolo, uccidendo sia Ismail Al-Ghoul che il suo cameraman Rami Al-Reefi. C’è stata poi un’altra vittima, un bambino che si trovava sempre nelle vicinanze di via Ayadia, a ovest di Gaza City. Segue... https://it.insideover.com/guerra/a-gaza-ogni-due-giorni-un-giornalista-viene-ucciso.html 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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    A Gaza ogni due giorni un giornalista viene ucciso
    Due reporter di Al Jazeera sono stati uccisi da un missile dell’IDF. Dall’inizio della guerra sono 165 i giornalisti morti nella Striscia.
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  • La fotosintesi oscurata.

    Piena estate. Qui, sud Sardegna, zeppo di foglie secche. Come in genere accade tra fine settembre e inizio ottobre. Peccato che siamo ad appena metà luglio, e hanno iniziato a ingiallirsi già da fine giugno.

    I fichi non maturano. Muoiono. Cadono per terra ancora piccoli, anche se magari avevano già preso colore. Sembra quella vecchia canzone che "uno su mille ce la fa": se riesci a mangiartene qualcuno, è festa.

    Pensare che negli anni passati gli stessi alberi ne facevano tanti che c'era da regalarne a tutto il vicinato e pure agli amici. A cassette. E che ogni albero è innaffiato regolarmente.

    Che ***** può essere successo? Non sono un agronomo, vado totalmente a spanne. E mi sa che queste piante, a vedere il cielo sempre velato, sono convinte che sia autunno.

    Meno irraggiamento solare, minore luminosità, e la fotosintesi va a puttane. L'albero fatica a tramutare l'anidride carbonica in sostanze organiche nutritive perché, per attuare questo processo, ha bisogno di luce. E non c'è la naturale gradazione di luce: è un autunno continuo.
    Ora: se la pianta non ha abbastanza nutrimento per sé, come potrebbe riuscire ad alimentare a sufficienza i frutti? Semplice: non ce la fa. E i frutti muoiono sul nascere.

    Cazzate da profano? Vado a verificare sulla solita Wikipedia, e lì leggo che "con la mediazione della clorofilla, la luce solare o artificiale permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d'H2O in una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell'atmosfera attraverso gli stomi che si trovano nella foglia." Questo ripasso delle elementari è figo, vero?

    Ma non basta: sempre Wikipedia dice che "è l'unico processo biologicamente importante in grado di raccogliere l'energia solare da cui, fondamentalmente, dipende la vita sulla Terra (la quantità di energia solare catturata dalla fotosintesi è immensa, dell'ordine dei 100 terawatt, che è circa sei volte quanto consuma attualmente la civiltà umana)". Apperò. In pratica, per riassumere, qui si afferma che luce = vita. Chi l'avrebbe mai detto.

    C'è altro di interessante? Sì: "Si tratta del processo di produzione primario di composti organici del carbonio da sostanze inorganiche nettamente dominante sulla Terra: trasforma circa 115×10⁹ tonnellate di carbonio atmosferico in biomassa ogni anno". Tradotto: la fotosintesi clorofilliana è una perfetta macchina divoratrice di anidride carbonica in cambio della quale, peraltro, restituisce organismi animali e vegetali (biomassa, appunto) e, udite udite, ossigeno.

    Totale: anche senza addentrarci ulteriormente nell'analisi, si capisce che oscurare il sole come qualche demente vuole fare non sia affatto una buona idea. Così come, del resto, non lo è quella di andare a tagliare alberi per sostituirli con antenne 5G.
    Ma, soprattutto, non è per niente un buon affare consentire che una manica di coglioni continui a dire che l'anidride carbonica è un problema, quando quest'ultima è uno dei principali elementi nutritivi del regno vegetale. Irraggiamento solare permettendo, ovviamente.

    Adesso si capisce meglio, è più evidente, è reso abbastanza chiaro il processo di terraformazione "a contrario" che è in corso?

    Ma io sono un profano. Io non sono un *****. NOI non siamo un *****.

    E invece loro sono loro.
    E continueranno imperterriti sulla stessa linea, finché noi glielo permetteremo.

    Fonte: https://t.me/Lanonaelica

    #fotosintesi
    #sciechimiche
    #no5g
    #5g
    La fotosintesi oscurata. Piena estate. Qui, sud Sardegna, zeppo di foglie secche. Come in genere accade tra fine settembre e inizio ottobre. Peccato che siamo ad appena metà luglio, e hanno iniziato a ingiallirsi già da fine giugno. I fichi non maturano. Muoiono. Cadono per terra ancora piccoli, anche se magari avevano già preso colore. Sembra quella vecchia canzone che "uno su mille ce la fa": se riesci a mangiartene qualcuno, è festa. Pensare che negli anni passati gli stessi alberi ne facevano tanti che c'era da regalarne a tutto il vicinato e pure agli amici. A cassette. E che ogni albero è innaffiato regolarmente. Che cazzo può essere successo? Non sono un agronomo, vado totalmente a spanne. E mi sa che queste piante, a vedere il cielo sempre velato, sono convinte che sia autunno. Meno irraggiamento solare, minore luminosità, e la fotosintesi va a puttane. L'albero fatica a tramutare l'anidride carbonica in sostanze organiche nutritive perché, per attuare questo processo, ha bisogno di luce. E non c'è la naturale gradazione di luce: è un autunno continuo. Ora: se la pianta non ha abbastanza nutrimento per sé, come potrebbe riuscire ad alimentare a sufficienza i frutti? Semplice: non ce la fa. E i frutti muoiono sul nascere. Cazzate da profano? Vado a verificare sulla solita Wikipedia, e lì leggo che "con la mediazione della clorofilla, la luce solare o artificiale permette di convertire sei molecole di CO2 e sei molecole d'H2O in una molecola di glucosio (C6H12O6), zucchero fondamentale per la vita della pianta. Come sottoprodotto della reazione si producono sei molecole di ossigeno, che la pianta libera nell'atmosfera attraverso gli stomi che si trovano nella foglia." Questo ripasso delle elementari è figo, vero? Ma non basta: sempre Wikipedia dice che "è l'unico processo biologicamente importante in grado di raccogliere l'energia solare da cui, fondamentalmente, dipende la vita sulla Terra (la quantità di energia solare catturata dalla fotosintesi è immensa, dell'ordine dei 100 terawatt, che è circa sei volte quanto consuma attualmente la civiltà umana)". Apperò. In pratica, per riassumere, qui si afferma che luce = vita. Chi l'avrebbe mai detto. C'è altro di interessante? Sì: "Si tratta del processo di produzione primario di composti organici del carbonio da sostanze inorganiche nettamente dominante sulla Terra: trasforma circa 115×10⁹ tonnellate di carbonio atmosferico in biomassa ogni anno". Tradotto: la fotosintesi clorofilliana è una perfetta macchina divoratrice di anidride carbonica in cambio della quale, peraltro, restituisce organismi animali e vegetali (biomassa, appunto) e, udite udite, ossigeno. Totale: anche senza addentrarci ulteriormente nell'analisi, si capisce che oscurare il sole come qualche demente vuole fare non sia affatto una buona idea. Così come, del resto, non lo è quella di andare a tagliare alberi per sostituirli con antenne 5G. Ma, soprattutto, non è per niente un buon affare consentire che una manica di coglioni continui a dire che l'anidride carbonica è un problema, quando quest'ultima è uno dei principali elementi nutritivi del regno vegetale. Irraggiamento solare permettendo, ovviamente. Adesso si capisce meglio, è più evidente, è reso abbastanza chiaro il processo di terraformazione "a contrario" che è in corso? Ma io sono un profano. Io non sono un cazzo. NOI non siamo un cazzo. E invece loro sono loro. E continueranno imperterriti sulla stessa linea, finché noi glielo permetteremo. Fonte: https://t.me/Lanonaelica #fotosintesi #sciechimiche #no5g #5g
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  • ALLARME

    1/n

    Sono due giorni che mi ritrovo la macchina sporca di sabbia e puntualmente sopra la testa sento passare sempre gli stessi aerei
    Iracondo ho deciso di avviare un'indagine, i risultati mi hanno sconvolto!

    Ho individuato il pattern di due aerei militari..

    Fonte: https://x.com/Arestovizzo/status/1803757454989164931?t=Mp3AY2yENqizRbxaBzn8Kg&s=19
    🚨ALLARME🚨🚨 1/n Sono due giorni che mi ritrovo la macchina sporca di sabbia e puntualmente sopra la testa sento passare sempre gli stessi aerei Iracondo ho deciso di avviare un'indagine, i risultati mi hanno sconvolto! Ho individuato il pattern di due aerei militari.. 👇 Fonte: https://x.com/Arestovizzo/status/1803757454989164931?t=Mp3AY2yENqizRbxaBzn8Kg&s=19
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  • IL FATTO QUOTIDIANO clicca qui Usare le nuove tecnologie per fondere il fisico col biologico e il digitale, portando l’umanità nella post-umanità, superata la transitoria fase transumanista. Connessioni neurali, interfaccia Uomo-Macchina, l’ibridazione dei corpi, il 6G dell’Internet dei sensi e delle nanocose tra neuroscienze, tecnologie convergenti, ingegneria genetica, nanotecnologia, biologia sintetica e immortalità digitale. Insomma, l’Era dei cyborg è alle porte, come documento nel mio nuovo libro d’inchiesta “Tecno-Uomo 2030. Teorie e tecnologie transumaniste per la mutazione della specie” (Edizioni Il Punto d’Incontro), frutto di una serrata ricerca nei legami tra multinazionali dell’Hi-Tech, agenzie militari, organismi sovranazionali, governi centrali e prestigiose università nella decostruzione dell’essenza ontologica, naturale e millenaria dell’essere umano. Eccone alcuni stralci.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/19/tecno-uomo-2030-cose-il-transumanesimo-e-perche-lera-dei-cyborg-e-alle-porte/7590371/
    IL FATTO QUOTIDIANO clicca qui🟥🟥🟥🟥🟥🟥🟥🟥🟥🟥🟥 Usare le nuove tecnologie per fondere il fisico col biologico e il digitale, portando l’umanità nella post-umanità, superata la transitoria fase transumanista. Connessioni neurali, interfaccia Uomo-Macchina, l’ibridazione dei corpi, il 6G dell’Internet dei sensi e delle nanocose tra neuroscienze, tecnologie convergenti, ingegneria genetica, nanotecnologia, biologia sintetica e immortalità digitale. Insomma, l’Era dei cyborg è alle porte, come documento nel mio nuovo libro d’inchiesta “Tecno-Uomo 2030. Teorie e tecnologie transumaniste per la mutazione della specie” (Edizioni Il Punto d’Incontro), frutto di una serrata ricerca nei legami tra multinazionali dell’Hi-Tech, agenzie militari, organismi sovranazionali, governi centrali e prestigiose università nella decostruzione dell’essenza ontologica, naturale e millenaria dell’essere umano. Eccone alcuni stralci. https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/19/tecno-uomo-2030-cose-il-transumanesimo-e-perche-lera-dei-cyborg-e-alle-porte/7590371/
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  • Ribao Technology is the professional manufacturer of cash handling equipment located in Suzhou China. Since 1996, we start to focus on cash counting and sorting equipment, aiming to provide a safe and efficient cash processing solution.Thanks to our partners for working with us in the past 25 years, by now, our products are already sold in most countries in the world. We will continue to work hard on banknote processing and anti-counterfeiting technology, to achieve a successful business with our partners all over the world, and show our value by providing the best solution for cash processing.
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  • Avete mai sentito la parola resilienza?
    Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola?

    Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale. Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa? Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica. Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte».
    La plastica è resiliente.
    La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni.

    Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto. E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni.
    L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti.
    Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo.

    E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso. Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso.

    Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona! «Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro». E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona!

    - Guendalina Middei
    Avete mai sentito la parola resilienza? Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola? Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale. Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa? Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica. Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte». La plastica è resiliente. La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni. Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto. E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni. L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti. Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo. E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso. Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso. Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona! «Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro». E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona! - Guendalina Middei
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